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lunedì 23 dicembre 2013

Film 637 - Prisoners

Ero attirato principalmente dalla presenza dei due attori protagonisti, anche perché Jake Gyllenhaal mancava dal grande schermo già da un po' di tempo...

Film 637: "Prisoners" (2013) di Denis Villeneuve
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pensavo sinceramente fosse uno di quei film con un grande cast (Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard, Melissa Leo, Paul Dano), ma con nessuna chance di proporti qualcosa di interessante. E invece "Prisoners" è più che sorprendente!
Parte piano e, sinceramente, lascia quasi intendere che ciò che vedi è proprio quello che ti aspettavi: il solito prodotto che si gioca tutto attraverso i suoi protagonisti, senza davvero impegnarsi in una storia interessante e/o convincente. In realtà, piano piano, il racconto prende direzioni inaspettate, finanedo per intraprendere percorsi narrativi che toccano temi piuttosto scottanti come la giustizia privata, il fanatismo e, naturalmente, il rapimento di minori e le conseguenze che ha sulle famiglie che lo subiscono. Insomma, non esattamente cose da nulla.
Il tema del rapimento segue tutto il percorso del film praticamente dall'inizio e accompagna i 153 minuti di pellicola come tema portante a cui, man mano che si procede a raccontare, si aggiungono gli altri che vanno ad arricchire "Prisoners" di pathos e tensione. Numerose le domande che si è costretti a porsi: come mi comporterei se rapissero mio figlio? Quanta fiducia darei a chi è incaricato di indagare? E, se fossi sicuro di aver individuato il/i colpevole/i, quanto potrei spingermi oltre pur di ottenere una confessione che mi aiuti a ritrovare mio figlio? Riuscirei a trasformarmi in una specie di vendicatore della notte, tra torture e sensi di colpa?
Insomma, pur partendo in sordina, questa pellicola ingrana presto la marcia giusta e si confronta con domande che rendono spesso difficile rapportarsi con quello che si sta vedendo, ovvero la personale discesa all'inferno di Keller Dover per ritrovare la figlia rapita il giorno del ringraziamento da qualcuno che lui ritiene essere l'infantile Alex Jones. Avrà ragione?
Il dubbio è una componente intrinseca di questa storia e per la maggior parte del tempo bisognerà fare i conti con la possibilità che tutto ciò che sta facendo Keller sia effettivamente sbagliato. Le piste che lui e il Detective Loki stanno seguendo, poi, sono completamente differenti e non si sa mai davvero per quale dei due parteggiare.
In un difficile gioco di specchi, tra l'ombra dell'abuso sessuale e il feroce timore di non riuscire a ritrovare in tempo la sua bambina, Keller finirà per affrontare anche i suoi personalissimi demoni, segnato per sempre da ciò che farà pur di non sprecare nessuna possibilità di trarre in salvo la sua Anna.
Sia nel modo di affrontare la vicenda, sia nei personaggi - e, per forza, nell'interpretazione degli attori - "Prisoners" funziona alla grande e lascia un segno forte nello spettatore, costretto anche lui a ritrovarsi faccia a faccia con decisioni scomode, scene violente e rivelazioni inquietanti da far accapponare la pelle. Melissa Leo invecchiata è letteralmente la rivelazione del film - nella versione italiana molto l'aiuta avere la doppiatrice di Meryl Streep, Maria Pia Di Meo -, glaciale ed inquietante al contempo. Hugh Jackman nella parte del padre che tutti vorremmo avere è una garanzia, aiutato dalle sue spalle-armadio e la capacità di risultare roccia sì, ma in grado di commuoversi e comunicarti anche solo con lo sguardo che il suo mondo di padre si sta sgretolando man mano che le ore passano e le possibilità di trovare la sua bambina ancora viva diminuiscono. Viola Davis in generale non mi dispiace mai, anche se quando le toccano queste parti pianto-annesse finisce sempre per lacrimare anche dal naso e la cosa mi distrae sempre un po' dalla sua interpretazione
(vedi "Il dubbio"). Più innoqui Maria Bello e Terrence Howard i cui ruoli finiscono per essere marginali. Paul Dano lievemente ritardato è perfetto e si fa odiare in maniera magnifica, mentre il detective di Jake Gyllenhaal piace per il taglio di capelli cool e perché, alla fine, è esattamente chi speravi che fosse.
Nonostante questo film non sia stato particolarmente preso in considerazione tra le pellicole meritevoli di nomination in questa stagione di premiazioni, devo dire che, al momento, "Prisoners" è uno dei migliori prodotti cinematografici che ho visto, ben scritto, realizzato e recitato, teso ed oscuro, capace di tenerti appeso ad una speranza fino all'ultimo secondo, fino a quel fischio che ti fa, finalmente, tirare un sospiro di sollievo.
Ps. $118,433,958 incassati al botteghino e 46 milioni spesi per produrlo.
Consigli: Assolutamente uno dei titoli più interessanti di questo 2013. Grande cast, ottima sceneggiatura, atmosfera cupa da thriller, ma con parecchie incursioni dark nella psiche dei protagonisti. Bello e riuscito. Davvero una sorpresa.
Parola chiave: Camper.

Trailer

Bengi

domenica 11 dicembre 2011

Film 342 - Il dubbio

Ampia compagnia per il film del martedì. Per l'occasione più impegnato che mai.


Film 342: "Il dubbio" (2009) di John Patrick Shanley
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Nicolò, Andrea Puffo, Diego, Andrea, Paki
Pensieri: Visto ormai abbastanza volte da ricordarmi anche i particolari più insignificanti, posso sempre di più dire che "Doubt" è uno dei migliori film di recente produzione. Non c'è cosa migliore, secondo me, che lasciare a chi guarda un interrogativo, un qualcosa di cui discutere una volta terminata la visione. Qui ci sono molte cose di cui si può parlare, terminati i 104minuti di film.
Non mi soffermerò troppo (è già la terza volta) ad elogiare la pellicola di John Patrick Shanley, autore dell'opera teatrale nonché regista e sceneggiatore del film. Ricorderò solamente le cose che saltano più all'occhio: un cast perfetto (Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis); una sceneggiatura solita e carica di significati da interpretare; interpretazioni degne di essere definite tali. Solo per questo, a mio avviso, vale la pena di vedere e rivedere un film come "Il dubbio" anche all'infinito.
Ps. Fantastico lo scontro finale tra Sorella Aloysius Beauvier e Padre Flynn. Da lasciare col fiato sospeso. E quale sarà, poi, il peccato mortale commesso dalla Sorella? Io la mia tesi ce l'ho...
Film 60 - Il dubbio
Film 125 - Il dubbio
Film 342 - Il dubbio
Film 2123 - Doubt
Consigli: Vedere! Vedere! Vedere!
Parola chiave: Certezza.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 29 giugno 2010

Film 125 - Il dubbio

Ospite a casa mia, durante il pranzo non ho potuto fare a meno di proporre a Ilaria uno dei miei film preferiti. Ovviamente non potevamo che guardarlo in inglese!


Film 125: "Il dubbio" (2009) di John Patrick Shanley
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Ilaria
Pensieri: Grande capolavoro moderno, sempre intelligente e interessate, questo "Doubt" di John Patrick Shanley non smette mai di piacermi nonostante lo abbia visto e rivisto.
La tentazione di vederlo in inglese, poi, è sempre maggiore rispetto a quella di godersi il film in italiano (anche se, per me, onde evitare di perdere qualche battuta, almeno una visione in lingua madre è sempre consigliata). Meryl Streep - inutile continuare a dirlo? - è l'imperatrice della recitazione, mostro sacro dell'espressione, mai fuori luogo, mai sopra le righe. Perfetta.
Avendolo visto da poco, comunque, non posso non confermare pienamente tutte le impressioni che avevo già descritto nel post num. 60, un film che continuo a consigliare di vedere all'infinito, alla pari di "Un tram che si chiama desiderio"!
Film 60 - Il dubbio
Film 125 - Il dubbio
Film 342 - Il dubbio
Film 2123 - Doubt
Consigli: Quando avete bisogno di un film che vi lasci qualcosa, che non vi scorra via come se niente fosse, questo è il titolo da considerare! Impegnato, non facile, ma infinitamente bello!
Parola chiave: Gossip.



#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 15 gennaio 2010

Film 60 - Il dubbio

Finalmente comprato il dvd di questo film, non potevo attendere oltre per rivedere il capolavoro che l'anno scorso, prima degli Oscar, avevo visto in inglese. Questa volta, però, ho optato per l'italiano...


Film 60: "Il dubbio" (2009) di John Patrick Shanley
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: John Patrick Shanley non è solo il regista della pellicola, ma anche lo sceneggiatore e l'originale scrittore dell'opera teatrale che, tra gli altri premi, ha vinto un Pulitzer.
Questa è la premessa per "Il dubbio", film che l'anno scorso ha ricevuto 5 nomination all'Oscar di cui 4 nelle categorie recitative per gli attori principali (Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams e Viola Davis) e una proprio a Shanley per la sceneggiatura.
Cosa si può chiedere di più a un film? Io, personalmente, nulla. Questo è a tutti gli effetti il mio film preferito del 2009. Non "The Millionaire" che, probabilmente, ha riscosso tanto successo per il tema trattato e l'idea positiva di lotta contro il sistema e del non arrendersi mai che in tempo di crisi fa sempre tanto bene. Qui tutto funziona: gli interpreti, i personaggi, la storia, l'ambientazione. C'è atmosfera, c'è tensione, c'è mistero, c'è dramma e, ovviamente, c'è il dubbio.
Già, di che cosa dubitiamo, qui? Dell'onestà delle persone. Tutte le persone in generale, perchè tutti hanno il loro passato e qualcosa, magari, da nascondere. Ma c'è un personaggio qui, che costringe a più domande degli altri: Padre Flynn. Ha o non ha abusato dell'unico bambino di colore della scuola della sua parrocchia? Sorella Aloysius Beauvier ci pensa, indaga e poi emette la sua sentenza. E' 'granitica', come lo stesso Padre la definisce. Ma non tutto è così limpido come potrebbe sembrare.
Il dubbio come trama e filo narrativo di una storia è decisamente una sfida affascinante di non facile portata. La bellezza stessa di questa pellicola è che riesce ad insinuarlo di soppiatto, silenziosamente fino a portarti a credere che effettivamente la verità potrebbe non appartenere a chi credevi. Dove sono le certezze?
A mio avviso, la potente arma di questa pellicola e della sceneggiatura stessa, sta nella finezza del suo autore e nella sua sottile idea di portare il 'buio' nel cuore di quella che dovrebbe essere la 'luce'. Se nemmeno in una scuola cattolica i principi cristiani riescono a garantire la purezza dell'individuo, vuol dire che non c'è speranza effettiva per nessuno in nessun luogo. La stessa Sorella Beauvier confessa di aver commesso peccato capitale, ma quale sia lo capiamo solo alla fine. Unica speranza in questa incertezza dilagante è il buon cuore di Sorella James, personaggio creato dall'autore ispirandosi ad una vera Sorella James avuta come insegnante da bambino proprio in una scuola cattolica del Bronx.
Shanley tesse, quindi, la trama per un racconto che lascia tantissimo spazio al non detto, all'espressività del volto e al carattere fortemente simbolico delle immagini. Alcuni episodi sono parabole stesse che aiutano a centrare il senso del taciuto, come fossero uno dei tanti sermoni di Padre Flynn (il più bello è quello sul pettegolezzo). Attenzione, quindi, alla lampadina che si fulmina due volte nell'ufficio di Sorella Beauvier (in inglese, rivolgendosi a Sorella James che le ha appena confidato gli strani comportamenti di Padre Flynn, le dice: "Look at that. You blew out my light". Letteralmente: mi hai fatto scoppiare la luce...), alla scelta della Sorella di aumentare la luce nel suo ufficio, mentre il Padre si alza per richiudere la tapparella e aumentare il buio, al corvo che anticipa l'arrivo del Padre nel giardino, al rosone con disegnato l'occhio di Dio che "guarda" Padre Flynn dall'alto di una scala o ancora il vento che cambia quando, secondo Sorella Beauvier, non era mai successo, sintomo del Mondo che cade a pezzi. Questi e molti altri simboli o riferimenti sono disseminati per la storia, il piacere di chi guarda sta nel trovarli e usarne l'interpretazione che preferisce.
Perchè se è vero che è facile giudicare superficialmente, non è altrettanto facile ricredersi. E qui, il dubbio, la fa sempre da padrone.
Ps. Attenzione alla madre del ragazzo di colore, un personaggio che fa rabbrividire.
Film 60 - Il dubbio
Film 125 - Il dubbio
Film 342 - Il dubbio
Film 2123 - Doubt
Consigli: Da guardare in italiano, in inglese, di giorno, di notte, dal lunedì alla domenica, in ogni occasione possibile! Bellissimo.
Parola chiave: Vino.



#HollywoodCiak
Bengi