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domenica 22 agosto 2010

Film 129 - Brotherhood

Dopo mesi estivi di silenzio, torno davanti alla tastiera finalmente per scrivere qualcosa. L'estate non è ancora finita e, anche se pensavo avrei lasciato la voglia di scrivere al rinnovato fresco, mi ritrovo con una marea di film di cui parlare ed effettivamente una certa voglia di ritornare sul blog.
Bene, dunque, nonostante mi sia dedicato anima e corpo a non far nulla, qualche filmetto (e una serie tv - "Studio 60 on the Sunset Strip" - che consiglio caldamente. Una sola stagione, ma davvero interessante per capire la tv americana) c'è scappato. Poco cinema e molto dvd o streaming.
Ovviamente si riprende da dove avevo lasciato - parliamo di fine giugno/inizio luglio - per rispettare rigorosamente l'elenco del 'visto' che necessita decisamente di essere aggiornato! Tra l'altro questa è la prima recensione dalla nuova postazione casalinga, finalmente resa accettabile dopo lavori e rogne, quindi motivo in più per rimboccarsi le maniche e riprendere di buona lena!
Si riapre con qualcosa di forte, che sicuramente ha scosso chi ha deciso di vedere la pellicola in questione...


Film 129: "Brotherhood" (2009) di Nicolo Donato
Visto: al cinema [anteprima]
Lingua: italiano
Compagnia: Federica, Stefano, Dario, Enrico
Pensieri: No, non è esattamente come "I segreti di Brokeback Mountain" questo film. Non è così patinato, non è così sexy. Gli attori sono sconosciuti al pubblico italiano, hanno facce nordiche, alcune un po' inquietanti. Non a caso siamo in una gang neonazista danese, non proprio un ambiente pacifico e di intenti no profit.
Al dilà dell'inquietante quadro della gang, della violenza sull'altro e della presunzione del gruppo, comunque, rimane impresso nello spettatore sia l'insensata stupidaggine di chi inneggia a supremazie e violenze, sia la contrapposta delicatezza della storia d'amore che sboccia tra i due pupilli della gang.
Ovviamente non si può dire ad alta voce, il gruppo farebbe pagare cara la pelle ai due innamorati, ma è già un passo avanti la presa di coscienza del duo, contrapposta ad un silenzio assenso che in Brokeback è leggermente più fastidioso.
La trama di per sé è semplice, quanto detto finora riassume, seppure in breve, ciò che accade durante i 90 minuti di pellicola. Ovviamente c'è da mettere in conto insulti, malavita, sputi, un'ideologia spaventosa e quanto di più difficile si possa raccontare in una sola storia. Per questo lascia ben sperare che anche all'interno di un'estremità così radicale possa presentarsi l'eventualità di un amore tra due uomini. Non ci sarebbe niente di male, e lo sappiamo tutti, solo che ancora un po' sorprende il tema 'gay' e, per sdoganarlo, siamo nella fase in cui si punta a raccontare l'estremo o l'inimmaginabile. L'attenzione di chi guarda (intelligentemente) dovrebbe concentrarsi sull'approfondimento di una realtà sicuramente contemporanea e di difficile comprensione e non tanto sulla rarità sbalorditiva che potrebbe essere la storia omo tra due neonazisti.
Consigli: Interessante e giustamente premiato, è decisamente un titolo da tenere presente.
Parola chiave: Casa isolata.


Ric

mercoledì 7 aprile 2010

Film 99 - I segreti di Brokeback Mountain

L'ultimo film prima di passare al conteggio a tre cifre è uno dei capolavori del cinema contemporaneo. E non potevo che vederlo con alcuni dei miei più cari amici!


Film 99: "I segreti di Brokeback Mountain" (2005) di Ang Lee
Visto: dal nuovissimo tv di Beatreccy
Lingua: italiano
Compagnia: Il Club del Thé (Bea, Ale, Fra, Sara, Clà, Alice, Gian, Nora)
Pensieri: Visto, rivisto e stra visto, ma questo film non stanca mai. Bellissimo, emozionante e toccante, colloca la storia di una coppia gay che non può essere davvero coppia in un'epoca, la nostra, in cui si tenta a fatica di stabilire una quantomeno minima parità tra eterosessuali e tutti gli altri. Il tempo del racconto, invece, non permette ai due (bravissimi) protagonisti di vivere in modo sereno una vita e una storia d'amore che sorpassa distanze e difficoltà.
Se in origine c'erano numerosi dubbi sulla qualità che questo film avrebbe presentato, una volta girato al cinema, pubblico e critica ne hanno decretato una clamorosa vittoria. Solo in America l'incasso è stato di $83,025,853 che, per un film a strettissima tematica omosessuale è stata una vera conquista! Ma dove sta il vero potere di questo film? Secondo il mio modestissimo parere le astuzie (se vogliamo definirle così) sono molteplici. Innanzitutto i due protagonisti sono cow-boy. Dite quello che volete, che fa strano vedere due duri che limonano, ma secondo me all'etero medio fa più strano vedere due (me lo concedete?) checche che fanno le isteriche. Io dico la mia, per carità, e sempre con rispetto parlando. Non si offenda nessuno.
Proseguendo direi che un'altra grande mossa è stata quella di non esagerare troppo. I baci ci sono, la passione c'è, il sentimento scorre a fiumi, ma non è mai troppo, non si calca la mano, non si fa propaganda, non si denuncia qualcosa. Si racconta semplicemente l'amore. Che l'amore sia etero o gay non ci frega. Come dovrebbe SEMPRE essere. E, infatti, a dimostrazione di ciò, abbiamo questa bellissima pellicola.
Infine, la mossa migliore: scritturare SOLO attori bravi. Lo so perfettamente che questo punto è il più complesso, ma credo che qui come in molti altri casi, il cast abbia fatto la differenza. All'epoca sicuramente né Heath Ledger né Jake Gyllenhaal erano famosi quanto lo sono ora. Stavano ancora cercando una dimensione, un ruolo che li elevasse ad attori capaci di attirare masse al cinema. Ecco i ruoli perfetti! E poi, nei ruoli secondari, la rinata Michelle Williams, che dopo "Dawson's Creek" manda affanculo Dawson e si mette con Heath (chiamala scema!); Anne Hathaway che mostra perfino il seno!; Anna Faris che di solito recita in ruoli scemi ("La coniglietta di casa" e i 4 "Scary Movie") e Linda Cardellini, vista nei due "Scooby-Doo" e in tv nel cast di "E.R. - medici in prima linea".
Tutti questi elementi combinati insieme sono, secondo me, la colonna portante di questo film, scarno di battute (sono la fotocopia dei dialoghi del libro di Annie Proulx, 52 pagine scritte a carattere grandezza 22...) e ricchissimo di paesaggi senza fine. Con il tocco raffinato e mai banale del regista taiwanese Ang Lee, le musiche del bravissimo compositore argentino Gustavo Santaolalla (due Oscar in due anni) e la sceneggiatura ad arte Larry McMurtry e Diana Ossana, questo film è riuscito a stregare il mio cuore, a farmi piangere come una fontana (tutte le volte che vedo l'ultima scena è un momento di crisi mistica) e ha reso in maniera assolutamente non banale, al di fuori di ogni cliché, la storia d'amore tra due uomini gay. Bellissimo e toccante. Un capolavoro. Ps. Otto nomination agli Oscar del 2006, tra cui tre per gli attori (Ledger, Gyllenhaal e Williams), una per il film e una alla fotografia. Vince la statuetta nelle categorie regia, sceneggiatura non originale e colonna sonora. Grandissima indignazione, quell'anno, per la vincita, a sorpresa, come miglior film del "Crash di Paul Haggis.
Film 99 - I segreti di Brokeback Mountain
Film 1642 - Brokeback Mountain
Consigli: Romantico, ispirato e commovente, un film che non può non essere visto almeno una volta nella vita. Può piacere o meno, divide, ma porta alla luce la necessità di lasciare che l'amore sia libero per tutti.
Parola chiave: Pesca.



#HollywoodCiak
Bengi