Dopo aver donato il sangue avevo la giornata libera. Così, dopo il pranzo con un'amica, sono andato al cinema di pomeriggio...
Film 815: "Amore, cucina e curry" (2014) di Lasse Hallström
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Molto curioso di vedere questa pellicola prodotta da Spielberg e Oprah Winfrey - e con protagonista nientemeno che la sempiterna Helen Mirren - il cui tema centrale è la cucina, come bene fa intendere il titolo italiano. La semplice banalità di quest'ultimo è, nella versione originale, più misterioso anche se certo non più complesso: "The Hundred-Foot Journey". Anche se qui si usa un termine più inerente al viaggio per simboleggiare il percorso dei vari protagonisti durante la storia, i 100 passi di cui si parla sono, si scoprirà, la distanza tra i due ristoranti che la cittadina francese di Saint-Antonin-Noble-Val vedrà rivaleggiare. Da una parte il classico locale di Madame Mallory, di fronte l'etnico ristorante indiano della famiglia del protagonista Hassan.
Inutile sottolineare il primo periodo caldissimo di guerra tra le due realtà, un vecchio vs nuovo che certamente non ha alcunché di sorprendente o innovativo in quando intere sceneggiature di film ci hanno sproloquiato sopra. Di fatto qui si calca bene l'ondata del già visto con la sola variante dell'ambito culinario. La questione, invece, si fa più interessante quando finalmente a differenze e diffidenze si fa spazio alla commistione culturale sia di valori che di ricette, quando finalmente le due realtà, dopo lo scontro a fuoco, alzano bandiera bianca e finiscono per conoscersi scoprendo letteralmente un mondo.
A questo punto non è che la trama operi una rivoluzione di contenuti rispetto al solito, però l'aspetto interessante per una produzione americana ad alto budget è, a questo punto, che si dia tanto spazio alla cultura indiana e che sia l'occidente a trarre insegnamenti dall'oriente. Inoltre, proprio quando ti aspetteresti la fine della storia, o quantomeno si arriva a quel punto in cui ti immaginavi sarebbe finita, la trama procede evitando di esaurirsi in quell'unico evento principale che si rincorreva dall'inizio del film.
"more, cucina e curry" è, quindi, meglio di come me lo immaginassi. Mi aspettavo una commediola iper stereotipata in cui la cucina sarebbe stata marginale e l'unica cosa importante sarebbe stato l'amore e così non è stato. Non in questi termini, almeno. Amore dei due protagonisti (e non solo), amore per la cucina e per il proprio lavoro, amore della propria cultura sono tutti temi compresenti a cui si riesce a dare giusto equilibrio e spazio, evitando una totale banalizzazione dei contenuti. Per un prodotto ad alta commercialità come questo la cosa è insolita. Ovviamente non stiamo parlando di un capolavoro, semplicemente ho trovato piacevole che, per una volta, si tentasse di scardinarsi leggermente dai canoni hollywoodiani. Credo che molto del merito vada anche alla regia di Lasse Hallström, un oche su piccoli paesini della francia, cucina e amore si è costruito una reputazione ("Chocolat"). A parte questo, comunque, qualche pecca ovviamente c'è. Innanzitutto Helen Mirren è tirata che non si guarda. Certi primi piani impietosi rivelano un'occhio sfuggente e una bocca recalcitrante; inoltre si sceglie di mostrare la ascesa alla popolarità e conseguente smarrimento del protagonista Hassan/Manish Dayal in maniera piuttosto banale e stereotipata (cambiano lo scenario, i vestiti e lo stile di vita, ma una volta che hai ottenuto tutto quello che avresti sempre desiderato, cos'è che capisci di aver sempre veramente voluto?). Inoltre mi sarei aspettato una rappresentazione del magico sud della Francia in maniera un po' più patinata, diciamo. Non caricata o saturata alla massima potenza, semplicemente che se ne offrisse allo spettatore un'immagine meno fittizia da sfondo computerizzato (e praticamente metà delle esterne nei pressi dei ristoranti hanno il cielo ritoccato) e più reale. A parte questo, comunque, il risultato finale di questa pellicola un po' commedia, un po' drammatica, un po' culinaria è buono e riesce nell'intento di distinguersi da altri prodotti più o meno simili rimanendo piacevolmente impresso nell'immaginario dello spettatore. La Mirren è sempre brava, ma Hassan/Dayal e Papa/Om Puri non si battono.
Ps. Le musiche sono del due volte premio Oscar (per "The Millionaire") A. R. Rahman.
Box Office: $85.7 milioni
Consigli: Tratto dal romanzo del 2010 di Richard C. Morais, questo film è una piacevole escursione nelle terre francesi con contaminazione indiana che ben si addice ad un momento di relax in cui si ricerchi qualcosa di delicato, curioso e con una buona dose di mix culturale. Sorvolando su una stereotipazione purtroppo necessaria in questi casi, si riesce comunque a sorridere e godere della piacevole storia che questa pellicola ha da offrire. Con il pericolo che a fine visione vi sia venuta fame...
Parola chiave: Stelle Michelin.
Trailer
Bengi
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mercoledì 12 novembre 2014
Film 815 - Amore, cucina e curry
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giovedì 30 giugno 2011
Film 273 - Giù al nord
Dvd prestatomi dalla mia collega, sfruttato subito per la serata del martedì!

Film 273: "Giù al nord" (2008) di Dany Boon
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Michele P., Marco, Diego, Andrea Puffo
Pensieri: I produttori di "Benvenuti al Sud" sono stati davvero accorti (per non dire furbi) ad 'accalappiarsi' questa pellicola per riproporla in chiave italiana l'anno scorso. In effetti entrambi i film sono riusciti nel compito di far ridere prendendo in giro luoghi comuni e dicerie di due mondi solo apparentemente distanti o diversi.
La versione francese - ossia questa - però è l'originale molto molto scopiazzato e, devo ammetterlo, mi ha deluso un po' che il film di Luca Miniero presenti spessissimo addirittura le stesse battute. Da un lato si può dire che qualche cosa di vero nel detto 'tutto il mondo è paese' ci sia, ma anche se i concetti e le basi della storia sono effettivamente adattabili non dovrebbe voler dire che sia (vogliamo dire) lecito (?) copiare...
Comunque questo "Bienvenue chez les Ch'tis" (titolo originale) è sinceramente divertente e, considerata l'ottica dell'originalità, piuttosto ben concepito. Sicuramente la versione in lingua (per chi la capisse e intendesse il senso) sarebbe decisamente più efficace, ma chi ha curato il doppiaggio ha fatto quello che poteva (vedi le 'S' molto marcate della gente del nord e gli svariati giochi di parole con gag da incomprensioni varie) e il risultato non è malvagio.
Simpatici gli attori, tutti ben capaci nei loro ruoli: dai protagonisti Kad Merad/Philippe Abrams ("Les choristes - I ragazzi del coro") e Dany Boon/Antoine Bailleul ("L'esplosivo piano di Bazil") qui anche sceneggiatore e regista, ai vari comprimari (Line Renaud/mamma di Antoine in primis), il cast è variegato e capace.
Il tutto è ben architettato e reso con scanzonata ironia, piacevole e spensierato, lascia con un sorriso sulle labbra.
Consigli: E' ottimo per un divertimento da serata tranquilla in compagnia di amici, magari con un buon bicchiere di vino a rendere tutto ancora più piacevole.
Parola chiave: Pregiudizi.
Trailer
Ric

Film 273: "Giù al nord" (2008) di Dany Boon
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Michele P., Marco, Diego, Andrea Puffo
Pensieri: I produttori di "Benvenuti al Sud" sono stati davvero accorti (per non dire furbi) ad 'accalappiarsi' questa pellicola per riproporla in chiave italiana l'anno scorso. In effetti entrambi i film sono riusciti nel compito di far ridere prendendo in giro luoghi comuni e dicerie di due mondi solo apparentemente distanti o diversi.
La versione francese - ossia questa - però è l'originale molto molto scopiazzato e, devo ammetterlo, mi ha deluso un po' che il film di Luca Miniero presenti spessissimo addirittura le stesse battute. Da un lato si può dire che qualche cosa di vero nel detto 'tutto il mondo è paese' ci sia, ma anche se i concetti e le basi della storia sono effettivamente adattabili non dovrebbe voler dire che sia (vogliamo dire) lecito (?) copiare...
Comunque questo "Bienvenue chez les Ch'tis" (titolo originale) è sinceramente divertente e, considerata l'ottica dell'originalità, piuttosto ben concepito. Sicuramente la versione in lingua (per chi la capisse e intendesse il senso) sarebbe decisamente più efficace, ma chi ha curato il doppiaggio ha fatto quello che poteva (vedi le 'S' molto marcate della gente del nord e gli svariati giochi di parole con gag da incomprensioni varie) e il risultato non è malvagio.
Simpatici gli attori, tutti ben capaci nei loro ruoli: dai protagonisti Kad Merad/Philippe Abrams ("Les choristes - I ragazzi del coro") e Dany Boon/Antoine Bailleul ("L'esplosivo piano di Bazil") qui anche sceneggiatore e regista, ai vari comprimari (Line Renaud/mamma di Antoine in primis), il cast è variegato e capace.
Il tutto è ben architettato e reso con scanzonata ironia, piacevole e spensierato, lascia con un sorriso sulle labbra.
Consigli: E' ottimo per un divertimento da serata tranquilla in compagnia di amici, magari con un buon bicchiere di vino a rendere tutto ancora più piacevole.
Parola chiave: Pregiudizi.
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Ric
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giovedì 16 settembre 2010
Film 137 - L'ospite inatteso
Me against TV: episodio 3. Questa è la volta buona.

Film 137: "L'ospite inatteso" (2007) di Thomas McCarthy
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Miracolosamente la tv della seconda serata mi propone qualcosa di buono, interessante e recente. Un film uscito al cinema qualche anno fa e che mi aveva colpito perchè casualmente visto dalla mia capa di allora che me lo aveva consigliato. E, in effetti, non è per niente male come film.
Molte tematiche emergono da un'unica storia, qui raccontata col garbo della semplicità, dal razzismo ai pregiudizi, dal fallimento all'amore alla musica ai sogni. C'è n'è per tutti, basta lasciarsi trasportare.
Richard Jenkins - che per questo ruolo ha ottenuto nel 2008 la sua prima nomination all'Oscar - interpreta un professore che scopre degli intrusi in una sua seconda casa e, in un primo momento di spavento, li caccia. Non ci vorrà molto perchè il prof. Vale torni suoi suoi passi per cominciare una convivenza, e un'amicizia, che cambierà le vite di tutti i protagonisti.
La solitudine dell'uomo, poi, farà sì che la sua disponibilità ad interagire ed integrarsi con quelli che erano estranei (anche a livello culturale) sia totale e, dai nuovi interessi che nasceranno, quello per la musica porterà ad avventure decisamente impensate dall'uomo che fino a pochi mesi prima si nascondeva dietro la menzogna di un lavoro soddisfacente ed appagante.
Consigli: Una pellicola decisamente alternativa in cui, per una volta, è il 'bianco' che si mescola e fonde con l'amico 'nero'. E' un bell'esperimento, garbato e profondo.
Parola chiave: Immigrazione.
Ric

Film 137: "L'ospite inatteso" (2007) di Thomas McCarthy
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Miracolosamente la tv della seconda serata mi propone qualcosa di buono, interessante e recente. Un film uscito al cinema qualche anno fa e che mi aveva colpito perchè casualmente visto dalla mia capa di allora che me lo aveva consigliato. E, in effetti, non è per niente male come film.
Molte tematiche emergono da un'unica storia, qui raccontata col garbo della semplicità, dal razzismo ai pregiudizi, dal fallimento all'amore alla musica ai sogni. C'è n'è per tutti, basta lasciarsi trasportare.
Richard Jenkins - che per questo ruolo ha ottenuto nel 2008 la sua prima nomination all'Oscar - interpreta un professore che scopre degli intrusi in una sua seconda casa e, in un primo momento di spavento, li caccia. Non ci vorrà molto perchè il prof. Vale torni suoi suoi passi per cominciare una convivenza, e un'amicizia, che cambierà le vite di tutti i protagonisti.
La solitudine dell'uomo, poi, farà sì che la sua disponibilità ad interagire ed integrarsi con quelli che erano estranei (anche a livello culturale) sia totale e, dai nuovi interessi che nasceranno, quello per la musica porterà ad avventure decisamente impensate dall'uomo che fino a pochi mesi prima si nascondeva dietro la menzogna di un lavoro soddisfacente ed appagante.
Consigli: Una pellicola decisamente alternativa in cui, per una volta, è il 'bianco' che si mescola e fonde con l'amico 'nero'. E' un bell'esperimento, garbato e profondo.
Parola chiave: Immigrazione.
Ric
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