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giovedì 8 giugno 2017

Film 1371 - Demoni e dei

Questo film mi è stato ricordato e consigliato dal mio collega al cinema. Non ricordo come siamo entrati in argomento, in ogni caso dal momento in cui sono ritornato cosciente della sua esistenza, ho tenuto a mente il pensiero che dovessi necessariamente vederlo. Non c'è voluto molto a dire il vero, la mattina successiva - senza internet a casa - ho scelto subito di recuperare questa pellicola, gentilmente fornita via chiavetta USB dal sopracitato collega.

Film 1371: "Demoni e dei" (1998) di Bill Condon
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Prima di "Mr. Holmes" Bill Condon e Ian McKellen si sono incontrati qui. Il film è bello e in parte ricorda le atmosfere della pellicola del 2015, con un McKellen sempre impeccabile nonostante un ruolo che gli ho visto interpretare già più volte. O meglio, l'impressione che ho avuto è stata quella di un'interpretazione nel complesso composta dalle tante sfumature caratteristiche cui l'attore britannico ci ha abituato nel tempo.
La parte che gli spetta - James Whale, regista omosessuale che negli anni '30 portò al cinema gli horror su Frankenstein e del quale scopro solo ora l'esistenza grazie al film - è particolarmente spudorata e richiede all'interprete una certa dose di disinibizione. La stessa trama non si nasconde dietro alcuna contraffazione e, anzi, si spinge proprio là dove penseresti (Hollywood) non sarebbe in grado di andare. Da questo punto di vista ho apprezzato il coraggio.
/ Il mix complesso di personaggi, poi, determina uno scenario interessante e non banale che gioca a prendere in giro preconcetti e cliché, riuscendo a restituire un quadro umano e per niente banale. Le fragilità e debolezze di tutti sono messe in piazza, a restituire un quadro plausibile e particolarmente sfaccettato.
L'omosessualità è uno dei temi centrali, trattato alternando momenti di grande apertura ad altri di feroce critica e derisione. Personaggi-macchietta e situazioni-cliché sono messi alla berlina grazie all'ironia del protagonista e a quel savoir-faire di McKellen che lo rende davvero perfetto per qualsiasi contesto (che si tratti di interpretare Magneto, Gandalf il grigio o un anziano gay ad un party accompagnato dal suo sexy giardiniere).
Brendan Fraser, invece, è stato francamente una sorpresa in questo tipo di prodotto. Devo dire che per il ruolo di bisteccone muscoloso a cui la sotira regala un percorso di formazione coi fiocchi l'attore è perfetto. La scena in cui si spoglia per farsi ritrarre completamente nudo - dopo aver dovuto cercare il coraggio nell'alcol - è molto umana e, tutto sommato, dolce e significativa. Mi ha particolarmente colpito. Insieme a lui va detto che anche Lynn Redgrave, nel suo ruolo di governante tutto fare, lascia lo spettatore particolarmente colpito, ma quello di Fraser è un passato recitativo di cui non sapevo niente e se n'è uscito così all'improvviso che non ero davvero preparato.
In ogni caso "Gods and Monsters" è stato un film che mi ha soddisfatto, nonostante una visione mattutina che mi sento di sconsigliare. Un film complesso, ben recitato e molto interessante sia dal punto di vista umano che come sorta di dietro le quinte di una Hollywood ancora giovane della quale oggi non è così semplice reperire testimonianze.
Ps. Candidato a 3 Oscar per Miglior attore protagonista, attrice non protagonista e sceneggiatura non originale, ha vinto per quest'ultima. Ai Golden Globes invece, sulle 3 stesse categorie, è stata Lynn Redgrave a vincere come non protagonista.
Cast: Ian McKellen, Brendan Fraser, Lynn Redgrave, Lolita Davidovich, Jack Plotnick.
Box Office: $6.5 milioni
Consigli: Un titolo curioso, una biografia inaspettata riguardo ad un regista di cui si sa poco al giorno d'oggi. Una sorta di "Ed Wood" senza Tim Burton, eppure tutta un'altra cosa. Ben realizzato, sufficientemente scabroso da risultare anche divertente, tormentato in un personaggio la cui memoria vacilla e il passato comincia a riaffiorare. Non una pellicola semplice e certamente non adatta a qualunque spettatori. Ma se siete già incuriositi, non dovreste rimanere delusi.
Parola chiave: Ricordi.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 30 ottobre 2015

Film 1022 - Le regole del caos

Un film che desideravo molto vedere e che non ero riuscito a guardare al cinema. Meno male che esiste lo streaming!

Film 1022: "Le regole del caos" (2014) di Alan Rickman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Pur disponendo di un cast di ottimo livello, una storia intrigante, una location mozzafiato e dei costumi splendidi, il secondo sforzo registico del famoso e potteriano Rickman non centra l'obiettivo. Non perché sia mal realizzato, semplicemente manca di originalità.
Tutto sommato "A Little Chaos" si merita una sufficienza, pur con l'evidente mancanza di peculiarità nel piglio, qualcosa che renda questo film diverso dalle altre produzioni in costume viste fino ad oggi. Da questo punto di vista ritengo l'operazione di fatto un spreco di talenti, ma davvero nel complesso non si può dire che la storia non sia godibile o piacevole.
Francamente l'aspetto che più mi ha intrigato è al contempo quello che mi ha lasciato più deluso: progettare giardini per vivere è già difficile oggi, figuriamoci quanto lo potessere essere nel '600 francese per una donna non sposata... Dunque perché non approfondire questo aspetto in aggiunta ad una panoramica del talento della protagonista Sabine de Barra? Il progetto paesaggistico non diventa mai davvero il fulcro della storia e, anzi, nella seconda parte della trama viene completamente abbandonato in favore di un percorso d'amore scontato e non partciolarmente interessante. Fosse stato lasciato in secondo piano in favore di una maggiore cura degli aspetti lavorativi, innovativi e creativi della donna, secondo me si sarebbe potuto raccontare qualcosa di diverso, riuscendo nel non facile compito di distinguersi dal solito già visto.
In definitiva, "Le regole del caos" è una pellicola d'intrattenimento leggermente fuori dai canoni attuali per ambientazione, realizzazione e cast (che, Winslet a parte, non esercita un gran richiamo per il pubblico) che racconta una storia parzialmente vera dal potenziale fascino senza tempo, pur preferendo ricadere nel classico tema dell'amore vero che sboccia inaspettatamente e va curato con onestà e purezza del sentimento.
Cast: Kate Winslet, Matthias Schoenaerts, Alan Rickman, Stanley Tucci, Helen McCrory, Jennifer Ehle.
Box Office: $4,103,211
Consigli: Se piacciono le storie d'amore ambientate nel passato, i film in costume o semplicemente le interpretazioni di Kate Winslet (che pure ultimamente sceglie produzioni un pochino a casaccio), sicuramente "Le regole del caos" è una scelta obbligata. Per tutti gli altri potrebbe essere un po' una noia, ma se lo si sceglie perché alla ricerca di una pellicola ben recitata, pacata nei modi e serena nella narrazione, potrebbe anche essere una piacevole sorpresa.
Parola chiave: Versailles.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 7 ottobre 2010

Film 146 - Oltre il giardino

Quarto appuntamento con l'insalata+film del lunedì sera: si ritorna al cinema impegnato!


Film 146: "Oltre il giardino" (1979) di Hal Ashby
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Enrico
Pensieri: Una storia curiosa, un film poetico, un attore bravissimo. Elementi che si combinano insieme per questo film, con protagonisti Peter Sellers e Shirley MacLaine, che racconta un pezzo di vita di un giardiniere analfabeta e della sua scalata verso la fama di 'guru' delle masse, in una maniera davvero inaspettata per lui. In tutto questo il grande protagonista è sicuramente il medium tv, capace di far risuonare in ogni casa la spicciola filosofia di Chance che, non possedendo alcuna cultura - e presentando anche un certo ritardo mentale - parla solamente dell'unica cosa che conosce: il giardinaggio. Per chi scambia i suoi discorsi per grandi metafore sulla vita e i suoi meccanismi, Chance risulta la geniale guida da seguire in tempi in cui la frenesia e l'arte del complicarsi la vita hanno compromesso la serenità di molti.
Il mondo è fiero di aver scoperto Chance Giardiniere; quest'ultimo non sa di essere stato trovato. La sua semplicità, il suo candore lo portano a giostrarsi nelle situazioni più disparate con una disarmante ingenuità, creduta dagli altri come costruita in anni di esperienze vissute. Il mondo vede in lui quello che vuole vedere, costruisce per lui un passato ipotetico, crede nelle sue grandi doti. La realtà è che Chance non era mai uscito dalla casa in cui era nato, prima che il suo padrone morisse.
C'è un sott'inteso di presa in giro, una satira sulla natura umana e perfino una profetica critica ai miti usa-e-getta tanto in voga ai giorni nostri. E' un film falsamente leggero e non va, decisamente, sottovalutato.
Due nomination all'Oscar dell'80: migliori attori Peter Sellers (qui alla sua penultima interpretazione prima della morte l'anno seguente) e Melvyn Douglas. Quest'ultimo vince.
Consigli: La tv e i suoi mostri: generazione di un mito a sua insaputa. Interessante!
Parola chiave: Televisione.




Ric