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sabato 24 agosto 2019

Film 1662 - Lion

Intro: Finalmente in India, questo era il primo titolo perfetto da recuperare: ambientato tra India e Australia con una menzione speciale per la Tasmania, ovvero gli ultimi due posti nel mondo appena visitati.
Film 1662: "Lion" (2016) di Garth Davis
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese, hindi
Compagnia: Fre
In sintesi: in piena modalità India, abbiamo optato per questa pellicola, letteralmente circondati da atmosfere, profumi, suoni e suggestioni del luogo. Rivisto con, alle spalle, l'esperienza vissuta del paese, "Lion" risulta ancora più incredibile e potente specialmente quando si pensa a cosa abbia dovuto passare il povero Saroo e la sua famiglia.
Film 1322 - Lion - La strada verso casa
Film 1662 - Lion
Cast: Dev Patel, Rooney Mara, David Wenham, Nicole Kidman, Abhishek Bharate, Divian Ladwa, Priyanka Bose, Deepti Naval, Tannishtha Chatterjee, Nawazuddin Siddiqui, Sunny Pawar.
Box Office: $140.3 milioni
Vale o non vale: Un buon film, nonché una storia vera che non manca di sorprendere e commuovere. Da vedere.
Premi: Candidato a 6 premi Oscar (tra cui Miglior film, sceneggiatura non originale, attore e attrice non protagonisti). 4 nomination ai Golden Globe (film, attrice e attore non protagonisti, colonna sonora) e 5 ai BAFTA (2 vittorie: Patel Miglior attore non protagonista e Miglior sceneggiatura non originale); 1 nomination ai Grammy per Best Song Written for Visual Media ("Never Give Up").
Parola chiave: Google Earth.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 9 giugno 2018

Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel

Intro: Altro dvd, altro film che avevo già visto ma avevo piacere di guardare di nuovo.
Film 1494: "The Best Exotic Marigold Hotel" (2011) di John Madden
Visto: dalla tv di Tracey
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: dopo la pensione, il lutto, la salute che se ne va, cosa rimane alle persone? E’ questo l’incipit del film, che va a raccontare il percorso di un gruppo di più o meno anziani in viaggio verso la loro nuova (e ultima?) destinazione: l’India. Il confronto fra la madrepatria inglese e la terra asiatica è uno shock culturale cui non tutti sono preparati, fatto che porterà a destabilizzare equilibri oltre che portare a nuove e impensate amicizie e opportunità;
a tirare le fila della storia sono lo stesso hotel e il suo rocambolesco giovane manager, un giovane indiano sognatore (Dev Patel) che spera di poter trasformare la vecchia struttura ereditata dal padre in un ritiro di lusso per la terza età. Il luogo di ritrovo comune è il centro silenzioso del racconto, capace di affascinare e stordire, risultare oppressivo quanto una prigione o invogliare a rapportarsi con le novità locali. Ogni personaggio reagirà agli stimoli in maniera diversa;
esattamente come per la prima volta che lo vidi, “The Best Exotic Marigold Hotel” mi ha lasciato una sensazione di mancanza, seppure questa volta mitigata dal fatto che sapessi già cosa aspettarmi. L’approfondimento dei personaggi è sensato e mai sciocco, molto umano, e anche i toni più leggeri aiutano il risultato finale ad acquisire una certa delicatezza spensierata nonostante l’evidente difficoltà di certi temi. Eppure tutto questo non è bastato nemmeno in questa occasione a lasciarmi soddisfatto di un prodotto da cui onestamente mi aspettavo molto di più.
Film 398 - Marigold Hotel
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel
Cast: Judi Dench, Bill Nighy, Penelope Wilton, Dev Patel, Celia Imrie, Ronald Pickup, Tom Wilkinson, Maggie Smith.
Box Office: $136.8 milioni
Vale o non vale: per i temi che tratta e i toni in cui li affronta sicuramente “Marigold Hotel” vale la visione, senza contare che si avvale di un cast magnifico e assolutamente in parte. Il successo della pellicola ha portato anche alla realizzazione di un sequel – qualcosa vorrà dire -, per cui farsi una propria opinione non guasta. Però il film poteva sicuramente avere una marcia in più.
Premi: 2 candidature ai Golden Globes per Miglior film e attrice protagonista (Dench) nella categoria musical o commedia.
Parola chiave: Futuro.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 13 marzo 2017

Film 1322 - Lion - La strada verso casa

Continua la corsa al recupero dei titoli da Oscar, questa volta al cinema dopo un piacevole aperitivo in centro.

Film 1322: "Lion - La strada verso casa" (2016) di Garth Davis
Visto: al cinema
Lingua: italiano, hindi
Compagnia: Poe
Pensieri: Tra quelli in corsa per il Miglior film, "Lion" è stato la mia personale sorpresa. Non tanto per il prodotto in sé, quanto in origine proprio per il fatto di trovarlo presente in così tante categorie fra cui, appunto, quella principale. Francamente mai mi sarei aspettato di trovare questa pellicola, dopo il già ragguardevole traguardo di 4 candidature ai Golden Globes, così tanto presa in considerazione dall'Academy. Il che, naturalmente, è stato decisivo quando si è trattato di recuperarla o meno.
Sulla scia dell'entusiasmo americano, quindi, la mia chance al film di Garth Davis, qui alla sua prima esperienza nel lungometraggio. Il che di per sé è già ragguardevole, visto il risultato ottenuto, per quanto "Lion", vuoi o non vuoi, ricordi moltissimo "The Millionaire": le storie sono molto differenti, ma la presenza in entrambi di Dev Patel, la storia di smarrimento e povertà, l'India, il protagonista bambino, sono tutti elementi che accomunano le due storie e le avvicinano non poco. Con la differenza che qui si tratta di fatti realmente accaduti e raccontati nel libro di memorie "La lunga strada per tornare a casa" di Saroo Brierley.
Credo che, del prodotto finale, sia proprio la storia il cuore di tutto. Tecnicamente il film funziona, gli attori sono bravi, ma è con il racconto che lo spettatore si relaziona davvero, perché ha dell'incredibile. Il piccolo Saroo un giorno prega il fratello maggiore di portarlo con sé alla ricerca del carbone che la sua famiglia scambia con viveri, ma il bambino, troppo stanco per sostenere viaggio e giornata di lavoro, viene lasciato alla stazione di Khandwa da Guddu che gli promette di tornarlo a prendere qualche ora più tardi a lavoro finito. Il bambino, risvegliatosi da solo su una panchina tra un binario e l'altro, si sente smarrito e, per il freddo, si rifugia all'interno di un treno vuoto dove si addormenta. Al suo risveglio scoprirà di essere in viaggio verso una città a lui ignota (Calcutta), incapace di spiegare da dove provenga, chi sia la sua famiglia e come fare per rintracciarli.
Questa è la premessa di "Lion - La strada verso casa", pellicola non sempre facile, eppure a lieto fine. Forse la scelta di di tante candidature da parte dei membri degli Oscar sta anche nel tentativo di segnare una sorta di nuova direzione, di riconoscere il valore di storie ad altro tasso di "rilevanza sociale"; certamente il risultato finale non mi ha sconvolto. Non quanto le parrucche cui è stata costretta Nicole Kidman.
In generale si tratta di un buon prodotto, perfetto per la commercializzazione su ampia scala - il box-office parla da solo, il film è costato 12 milioni - grazie non solo ad una valanga di premi e candidature, ma anche un appeal che vive di un dolcissimo protagonista bambino (vedi gif sotto), il richiamo della storia vera potenzialmente tragica ma finita bene, il valore della vita e la bontà delle persone. Le sfide impossibili vinte piacciono a tanti e questo è un ottimo esempio di storia che racconta riscatto, ricerca di se stessi, amore. In mezzo c'è molto dolore e lo sconvolgente ritratto di una povertà per noi inimmaginabile, eppure il chiudere il cerchio con la possibilità di un happy ending addirittura proposto attraverso le immagini originali, lascia quella piacevole sensazione di "tutto bene" che smorza non poco il dolore e l'ansia per quanto mostrato dalla storia fino a quel momento. Forse è qui che sta il problema di "Lion", una chiave troppo evidentemente ottimistica e costruttiva, quasi uno spot pro-qualcosa (adozione, umanità, impegno sociale) che si traduce in una sorta di "tanto sappiamo che finirà tutto bene" che rovina l'atmosfera e influenza l'opinione generale. Ricordo distintamente un paio di cose della mia visione del film: la Kidman è brava, ma non poi così tanto da giustificare nomination attoriali e il film funziona, ma non è riuscito a commuovermi.
Ps. 6 candidature all'Oscar (Miglior film, sceneggiatura non originale, attore non protagonista, attrice non protagonista, colonna sonora, fotografia), 4 ai Golden Globes e 5 ai BAFTA, di cui 2 vinti per il Miglior attore non protagonista (Patel) e sceneggiatura non originale.

via GIPHY

Film 1322 - Lion - La strada verso casa
Film 1662 - Lion
Cast: Sunny Pawar, Dev Patel, Rooney Mara, David Wenham, Nicole Kidman, Priyanka Bose, Deepti Naval.
Box Office: $114.4 milioni
Consigli: Pellicola dai toni edificanti, percorso di formazione di un uomo alla ricerca di sé, delle proprie origini e della propria famiglia, "Lion" è prodotto che riesce a parlare di tutte quelle sensazioni che vuole suscitare, pur non riuscendo del tutto a veicolarle efficacemente. Non un film per ogni occasione, meglio sceglierlo consapevoli che saranno due lunghe ore lontano da casa.
Parola chiave: Ginestlay.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 14 dicembre 2016

Screen Actors Guild Awards 2017: nomination e vincitori

2017 Screen Actors Guild Awards

Outstanding Performance by a Cast in a Motion Picture
Captain Fantastic
Fences
Hidden Figures
Manchester by the Sea
Moonlight

Outstanding Performance by a Male Actor in a Leading Role
Casey Affleck, Manchester by the Sea
Andrew Garfield, Hacksaw Ridge
Ryan Gosling, La La Land
Viggo Mortensen, Captain Fantastic
Denzel Washington, Fences

Outstanding Performance by a Female Actor in a Leading Role
Amy Adams, Arrival
Emily Blunt, The Girl on the Train
Natalie Portman, Jackie
Emma Stone, La La Land
Meryl Streep, Florence Foster Jenkins

Outstanding Performance by a Male Actor in a Supporting Role
Mahershala Ali, Moonlight
Jeff Bridges, Hell or High Water
Hugh Grant, Florence Foster Jenkins
Lucas Hedges, Manchester by the Sea
Dev Patel, Lion

Outstanding Performance by a Female Actor in a Supporting Role
Viola Davis, Fences
Naomie Harris, Moonlight
Nicole Kidman, Lion
Octavia Spencer, Hidden Figures
Michelle Williams, Manchester by the Sea

Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble
Captain America: Civil War
Doctor Strange
Hacksaw Ridge
Jason Bourne
Nocturnal Animals

Outstanding Performance by an Ensemble in a Drama Series
The Crown
Downton Abbey
Game of Thrones
Stranger Things
Westworld

Outstanding Performance by an Ensemble in a Comedy Series
The Big Bang Theory
Blackish
Modern Family
Orange is the New Black
Veep

Outstanding Performance by a Male Actor in a Drama Series
Sterling K. Brown, This Is Us
Peter Dinklage, Game of Thrones
John Lithgow, The Crown
Rami Malek, Mr. Robot
Kevin Spacey, House of Cards

Outstanding Performance by a Female Actor in a Drama Series
Millie Bobby Brown, Stranger Things
Claire Foy, The Crown
Thandie Newton, Westworld
Winona Ryder, Stranger Things
Robin Wright, House of Cards

Outstanding Performance by a Male Actor in a Comedy Series
Anthony Anderson, Blackish
Tituss Burgess, Unbreakable Kimmy Schmidt
Ty Burrell, Modern Family
William H. Macy, Shameless
Jeffrey Tambor, Transparent

Outstanding Performance by a Female Actor in a Comedy Series
Uzo Aduba, Orange is the New Black
Jane Fonda, Grace and Frankie
Ellie Kemper, Unbreakable Kimmy Schmidt
Julia Louis-Dreyfus, Veep
Lily Tomlin, Grace and Frankie

Outstanding Performance by a Male Actor in a TV Movie or Miniseries
Riz Ahmed, The Night Of
Sterling K. Brown, The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story
Bryan Cranston, All the Way
John Turturro, The Night Of
Courtney B. Vance, The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story

Outstanding Performance by a Female Actor in a TV Movie or Miniseries
Bryce Dallas Howard, Black Mirror
Felicity Huffman, American Crime
Audra McDonald, Lady Day at Emerson’s Bar and Grill
Sarah Paulson, The People vs. O.J. Simpson: American Crime Story
Kerry Washington, Confirmation

Outstanding Action Performance by a Stunt Ensemble
Game of Thrones
Daredevil
Luke Cage
The Walking Dead
Westworld

#HollywoodCiak
Bengi

martedì 4 agosto 2015

Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel

Non ero riuscito a vederlo al cinema, così appena ho potuto ho recuperato a casa!

Film 967: "Ritorno al Marigold Hotel" (2015) di John Madden
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sequel del fortunato, primo episodio, "Marigold Hotel 2" è un ritorno alle atmosfere speziate, colorate e divertenti dell'altro film, anche se il risultato finale è meno riuscito.
La formula, che di fatto rimane la stessa precedente, è quella di espandere l'hotel per anziani in India e farne nascere un secondo per far crescere il business. Sonny e Muriel (Dev Patel e Maggie Smith) volano a San Diego per proporre la loro idea ad un magnate degli alberghi, che per valutare se scendere in affari manderà un ispettore in incognito per dare un giudizio su struttura, personale e fattibilità del progetto. In mezzo ci sarà anche l'organizzazione del matrimonio di Sonny con Sunaina (Tina Desai), il ritorno di chi se n'era andato e alcuni nuovi ospiti che porteranno le loro storie e personalità. Non mancheranno, quindi, equivoci e casini che andranno a complicare non poco la vita di tutti i protagonisti (tra gli altri Judi Dench, Bill Nighy, Celia Imrie, Ronald Pickup, Diana Hardcastle, Lillete Dubey, Richard Gere e Tamsin Greig) nonché la residenza in hotel.
La bella fotografia, il cast meraviglioso e la piacevolezza di questo prodotto cinematografico rendono tutta l'operazione 'secondo episodio' in ogni caso piacevole, anche se effettivamente meno magnetica dell'originale. L'inesauribile energia di Sonny è snervante e il suo continuo parlare cozza con la tranquillità degli altri personaggi e la loro neccessità di procedere con la loro vita in maniera lenta, pacata, tranquilla. Questo è l'elemento che più mi ha affaticato durante la visione, che altrimenti sarebbe stata solamente piacevole. Non dico che questo guasti "The Second Best Exotic Marigold Hotel", semplicemente lo rende più rumoroso (caratteristica che personalmente associo poco all'idea di terza età, idea che volente o meno ho agganciato a questo film).
Insomma, il secondo sbarco in India è molto gradito, ma la magica combinazione di elementi di "Marigold Hotel" era difficile da ripetere con la stessa poesia e ispirazione di 4 anni fa. Va detto forte e chiaro che ce ne vorrebbero di film come questo, pacati e delicati, sinceri e simpatici che propongono la vecchiaia non come un'ecatombe da cui fuggire, ma come un momento della vita che può regalare opportunità e sorprese, nonché nuovi amici. Anche solo per questo "Ritorno al Marigold Hotel" è una bella storia.
Film 398 - Marigold Hotel
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel
Box Office: $86 milioni
Consigli: Primo e seconto film sono legati da una trama che riprende dove il primo finisce, di conseguenza ha senso vederli in ordine in modo da dare più senso al tutto. Vero è che anche se uno non avesse modo di recuperare la prima pellicola, questa storia è facilmente comprensibile in ogni caso. Entrambi i titoli sono delicati esempi di come una commedia sulla terza età non solo sia possibile, ma anche un successo di critica e box-office (entrambi i film sono costati 10 milioni di dollari, l'incasso totale è di $222.8 milioni). Il minimo che si possa fare è, dunque, dare al "Marigold Hotel" una chance e vedere se il gruppetto di anziani riesce a coinvolgervi. A me è piaciuto e anche se questo secondo film è meno riuscito del primo, le due storie insieme mi hanno messo di buon umore. E, se questo non bastasse... Ci sono Maggie Smith e Judi Dench protagoniste!
Parola chiave: Ispettore.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 23 maggio 2015

Film 921 - Humandroid

Grande cast, intelligenza robotica, le promesse di uno sci-fi a tinte thriller: il titolo perfetto per un sabato sera al cinema!

Film 921: "Humandroid" (2015) di Neill Blomkamp
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Neill Blomkamp è già la terza volta che mi frega. Sembra promettere grandi film, storie di distopici, terribili futuri in cui le macchine sono intrinsecamente legate allo sviluppo dell'uomo e della società tutta, strumenti di potere o, addirittura, intelligenze artificiali in grado di contrapporsi alla viltà di chi le ha generate. Premesse del genere non sono sempre facili da mantenere in una storia, eppure Blomkamp - la cui brevissima filmografia cinematografica annovera 3 titoli che, a parte questo, sono "District 9" ed "Elysium" - ci prova tutte le volte e tutte le volte fallisce. In questo caso specifico, il fallimento è il classico buco nell'acqua.
"Chappie" - questo il titolo originale del film, nonché nome del protagonista robotico - è un bruttissimo titolo, volgare e chiassoso, francamente molto poco interessante e con poche idee da mostrare. Per non parlare del fatto che, con un cast composto da Dev Patel, Hugh Jackman e Sigourney Weaver, la storia si concentra sui due assurdi personaggi confezionati ad hoc per i frontman dei sudafricani Die Antwoord, Ninja (al secolo Watkin Tudor Jones) e Yo-Landi Visser. Dove inizialmente l'idea di concedere loro molto spazio all'interno della storia poteva sembrare interessante, col passare del tempo se ne comprende il gigantesco limite: oltre a non essere personaggi particolarmente interessanti (sono strani, atipici e meno conosciuti al grande pubblico), l'insieme di novità che portano si esaurisce ben presto a causa delll'evidente bidimensionalità dei loro personaggi-fotocopia dei rispettivi alter ego nel gruppo musicale.
Inoltre la storia, molto caotica, parte dall'interessante (anche se già vista) questione dell'intelligenza artificiale per andare a sbandare e perdersi all'interno di un sottogenere "gangsta" che cozza con ciò che ci si sarebbe aspettati dalla storia. Il che delude e rompe non poco le scatole. Peccato, perché se il film si fosse concentrato di più sul mostrare le evoluzioni mentali di Chappie, gli stadi del suo apprendimento (anche in negativo: l'idea di mostrare cosa accade al robot nelle mani dei tre criminali ha anche un suo perché) e le possibili conseguenze di dover "educare" un robot la cui capacità intellettiva è potenzialmente illimitata ma che al momento della sua creazione è plasmabile al pari della mente umana, forse il risultato finale non sarebbe stato così insoddisfacente, sconclusionato e brutto. Una gran perdita di tempo.
Box Office: $94.8 milioni
Consigli: La storia sembrerebbe promettere bene, ma prende un'inaspettata piega action che francamente non ci sta. Chiassoso, volgare, con uno Hugh Jackman sprecato e dal parrucchino imbarazzante (per non parlare del suo guardaroba), con un pessimo product placement (Vodafone, tutta intorno a te letteralmente) e un risultato finale insoddisfacente. Peccato, le carte in regola sembrava averle. Personalmente non lo rivedrei per nessun motivo, anche se mi rendo conto che il trailer sia capace di incuriosire e creare interesse, per cui se volete proprio vederlo fatelo, ma non dite che non vi avevo avvertito.
Parola chiave: Robot senziente.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 30 aprile 2012

Film 398 - Marigold Hotel

Pellicola che attendevo da un po' visto il cast e il trailer decisamente convincente.

Film 398: "Marigold Hotel" (2011) di John Madden
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia, Andrea Puffo, Marco
Pensieri: Comincio col dire che fare un film sulla terza età, per di più incentrandolo su una 'casa di riposo' - anche se particolare -, senza cadere nella retorica o, peggio, nella noia è già una vittoria più che lodevole. Divertente e ricco di speranza, nonché un occhio privilegiato sulle bellezze indiane, "The Best Exotic Marigold Hotel" riesce nel suo intento di divertire nonostante il gruppo attoriale conti persone ben oltre i 70.
Non sempre vecchio è uguale a triste, India a straccioni o giovani a perditempo. Vero, meno male che ce lo hanno ricordato. Ci si poteva, però, sforzare un pelino di più a rendere il tutto meno banale o prevedibile. Anche se la mia opinione su questo film rimane positiva, non posso fare a meno di portare alla luce una questione: basta un grande cast, qualche battuta divertente e un buon ritmo a saziare l'appetito di chi guarda? Io, uscito dalla sala, non ero totalmente soddisfatto. Sì, il tutto è carino e piacevole, passa il tempo che è una meraviglia e la rivincita degli anziani mette tutti d'accordo e di buon umore. Però non valeva la pena di rendere tutto più unico, originale?
A mio avviso uno dei primi problemi è che ci sono troppi personaggi. Ok che ci devono essere le spalle dei protagonisti, ma c'era davvero bisogno del gay Graham/Tom Wilkinson, della cronica insoddisfatta Jean/Penelope Wilton o del ninfomane Norman/Ronald Pickup? Con un numero minore di storie da seguire ci si sarebbe potuti dedicare con più attenzione alla resa dei personaggi, soprattutto quelli di contorno, evitando una bidimensionalità caratteriale facilmente descrivibile con un unico aggettivo.
Altrettanto scontata la parallela vicenda indiana dei due ragazzi che si amano, nonostante le famiglie non approvino (Sonny/Dev Patel è squattrinato, lei è vista dalla madre di lui come una poco di buono). Un po' come in "Romeo e Giulietta" - che riconduce il regista John Madden al suo più grande successo "Shakespeare in Love" - o "West Side Story" o una qualsiasi pellicola sul giovane amore ostacolato dai familiari, "Marigold Hotel" cede il passo alla banalità e perde l'occasione di rendere propria una storia che, di base, ha ottimi presupposti di originalità (quanti giovani sognano di aprire un ricovero per anziani? Cosa spinge Sonny, per esempio, a volersi dedicare a tale impegno? Bontà? Compassione? Denaro?).
Altro aspetto fastidioso l'utilizzo di certi luoghi comuni un attimo collaudati in certi snodi del film. E la vedova che cerca il riscatto di sé stessa attraverso il viaggio; e il marito zerbino che vede con occhi 'puri' la magnificenza dell'India; e la vecchia razzista che si ricrede strada facendo... Insomma, magari trovare altre storie da raccontare poteva giocare a favore dell'insieme.
Detto ciò io consiglio comunque id vederlo. Innanzitutto accende una speranza sul futuro. O potrebbe far suonare qualche campanello a chi ha poche idee per i tempi a venire. La vita non finisce a 70 anni (o prima...), ci si può sempre rimboccare le maniche e tentare di mettere in discussione sé stessi in vista di un appagamento personale che trasformerà l'esistenza in qualcosa che vale ancora la pena di affrontare. E' un messaggio di speranza, ma soprattutto può essere un'idea, un punto di partenza per confrontarsi sulla propria idea di futuro, ognuno per sé.
Poi un magnifico cast partecipa a questa avventura. In testa a tutti Judi Dench ("Diario di uno scandalo", "Nine", "Jane Eyre", "Marilyn", "J. Edgar", Oscar per "Shakespeare in Love"), ancora capace di rendersi protagonista di un'intera storia. Bill Nighy ("Harry Potter e i doni della morte: Parte 1", "Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo", "Hot Fuzz" e vincitore del Golden Globe per la miniserie tv "Gideon's Daughter"), Maggie Smith (vista in tutti gli "Harry Potter", "La famiglia omicidi", "Gosford Park" e vincitrice di 2 premi Oscar per "La strana voglia di Jean" e "California Suite"), Tom Wilkinson (due nomination all'Oscar per "Michael Clayton" e "In the Bedroom"), Dev Patel ("The Millionaire", "L'ultimo dominatore dell'aria") e Penelope Wilton ("Orgoglio e pregiudizio", "Match Point"). Un gruppo di attori piuttosto noti e di un certo livello che aiuta decisamente a dare valore al risultato finale del film.
Ancora, particolare e azzeccata la scelta dell'India come location dove ambientare la storia. Di ottimo contrasto tra il grigiore inglese e l'omologazione delle strutture, con l'impolverato e sgangherato hotel Marigold si finisce per desiderare di avere una camera solo per potersi sentire liberi di girare per vicoli e mercati e conquistare un'atmosfera che da noi è impossibile pensare di trovare. E' esotico e ricco di fascino.
Insomma, la mia opinione è positiva, anche se rimango con qualche riserva. Ricordo perfettamente che la mia sensazione, uscito dal cinema, fosse di non totale soddisfazione. Mi aspettavo qualcosa di più approfondito, probabilmente, un viaggio alla scoperta di sé stessi e di un mondo ignoto che passasse per avventure ed emozioni da commedia in stile british. Ci siamo quasi, ma non ci siamo del tutto.
Film 398 - Marigold Hotel
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel
Consigli: Nel complesso ci sono certamente delle problematiche, ma non posso dire che non lo rivedrei. Ha un suo perchè divertente, oltre che un messaggio positivo. Naturalmente il fiore all'occhiello è composto dal gruppo di attori. Se si è capaci di sorvolare sul messaggio scontatamente buonista, allora può regalare dei momenti davvero piacevoli.
Parola chiave: "Se non dovesse andare tutto bene, vuol dire che non è ancora la fine".

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Ric

lunedì 21 marzo 2011

Film 234 - L'ultimo dominatore dell'aria

Altra pellicola da convalescenza. Il disimpegno imperversa.


Film 234: "L'ultimo dominatore dell'aria" (2010) di M. Night Shyamalan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Durante il periodo Oscar, la domanda che mi ponevo era: è questo il miglior film dell'anno? Ora mi pongo la stessa domanda, ma al contrario: è effettivamente questo il peggior film del 2010?
Sono sorpreso io per primo della mia risposta. No, non lo è.
Personalmente la filmografia di Shyamalan non mi ha mai entusiasmato (eccezione fatta per "The Village" e un po' "The sixth sense - Il sesto senso"), ma questa pellicola non dovrebbe pagare per le oscenità precedentemente prodotte dal suo creatore. Nel 2010, diciamocelo, ci sono state produzioni ben più indecenti di questo "L'ultimo dominatore dell'aria", come per esempio (chissà perchè mi viene subito in mente) il "Piranha" di Alexandre Aja, il secondo capitolo di "Sex and the city", l'orrendo "Skyline" o il veramente pessimo "Vi presento i nostri". Di titoli ben più meritevoli di questa 'onoreficenza' conferita dai Razzie Award di quest'anno, come si può ben dedurre, ce ne sono parecchi e quindi mi domando: come mai questo accanimento (oltre ad aver 'vinto' come peggior film, ha primeggiato nelle categorie peggior regia, sceneggiatura e Jackson Rathbone come attore non protagonista)? Lo trovo un pelino ingiustificato.
Per carità, di pecche questo film ne ha! Quella che ho sofferto di più è la lentezza misto mosse orientaleggianti un po' noiosetta. Lo so che siamo abituati ad azioni super rapide con mosse e scazzottate a tutto spiano, ma in effetti si percepisce una certa lentezza nei combattimenti, ancora più rallentata dagli effetti speciali di acqua e fuoco che, evocati, giungono sempre a scoppio ritardato.
Altro problema: la prima parte del film è interessante e si raccolgono i vari pezzi sugli elementi, i popoli e il famoso dominatore dell'aria. Peccato che, man mano che passa il tempo, si ha sempre più la consapevolezza che anche questo film avrà un sequel. E, peggiore di tutti i casi, il finale è stramaledettamente aperto. Nei miei deliri febbrili ho odiato questa cosa, probabilmente perchè non ero preparato all'eventualità...
Il resto è passabile. Giovani attori sconosciuti (tranne Dev Patel famosissimo protagonista di "The Millionaire"), una bella fotografia, una storia dagli elementi intriganti. Un intrattenimento senza alcuna pretesa, piacevole e che si lascia guardare. Paragonato a pellicole dello stesso regista come "Lady in the Water" o "Signs", questo 'dominatore' è un piccolo miracolo.
Consigli: Ve lo dico fin da ora: il finale è aperto. E la storia non finisce in questo primo capitolo... Auguri.
Parola chiave: Avatar.

Trailer

Ric