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martedì 20 ottobre 2015

Film 1019 - Dove eravamo rimasti

Curiosi, molto curiosi!

Film 1019: "Dove eravamo rimasti" (2015) di Jonathan Demme
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Erika
Pensieri: Francamente le scelte del cast non mi hanno fatto impazzire, ricalcando quello strano mix forzatamente eterogeneo che già Demme aveva proposto in "Rachel sta per sposarsi", comunque il risultato finale non è male, anzi meglio di quanto mi aspettassi.
Si sa, con Meryl non si sbaglia mai, per cui si può già dire senza timori che lei da sola valga la pellicola; in ogni caso "Ricki and the Flash" - ultima fatica di penna della mia ex amatissima Diablo Cody - è stato una sorpresa in positivo. Dopo deludenti sceneggiature poco incisive, la Cody non si imbarca certo in una svolta, ma il personaggio di Ricky è sufficientemente sfaccettato e approfondito, anche grazie alla performance della Streep, capace per l'ennesima volta di trasformarsi in qualcosa di totalmente estraneo a tutto ciò che le era capitato di interpretare fino ad ora.
I personaggi di contorno sono meno interessanti e fin troppo scontati, ma il vortice Ricky riesce nella non semplice impresa di mantenere per tutta la storia quella sensazione di 'chissà cosa si inventerà adesso per risultare ancora più imbarazzante' che fa bene ad una storia convenzionale e già vista come abbiamo qui. E se alla fine "Dove eravamo rimasti" lascia un ricordo positivo è solo grazie a questo.
Kevin Kline c'è, ma fa tappezzeria; alla vera figlia di Meryl, Mamie Gummer, fanno fare la pazza andata giù di testa dopo un matrimonio finito: l'unica cosa che ricordiamo bene di lei è quanto non si lavi i capelli per un bel po' e quanto, mi spiace dirlo, il destino le sia stato avverso (e non parlo del suo personaggio). L'idea del rapporto madre-figlia sullo schermo che si rispecchia anche nella realtà delle attrici che lo interpretano non è certamente nuovo - Laura Dern e Diane Ladd sono un esempio - anche se sono sicuro che qui un pizzico di originalità ci sia grazie al personaggio protagonista, rock dentro con misto follia annesso.
Nel complesso, pur non cavalcando più la magica onda dei tempi di "Juno", la storia funziona e fa il suo dovere intrattenendo uno spettatore che - grazie a Dio! - non è tediato da brutte canzoni e, anzi, si gode uno spettacolo ad ondate più o meno rock che piace ed ammalia grazie allo charme, al magnetismo e alle uniche, meravigliose doti della grande Meryl Streep. Importa meno del solito che il contorno sia praticamente una minestra riscaldata, perché quando c'è lei è raro che il risultato finale non lasci sufficientemente soddisfatti.
Ps. Il momento musicale finale mi ha un po' snervato, ma capisco che sia per un mio (dis)gusto personale.
Cast: Meryl Streep, Kevin Kline, Mamie Gummer, Audra McDonald, Sebastian Stan, Ben Platt, Rick Springfield, Nick Westrate, Hailey Gates.
Box Office: $38.5 milioni
Consigli: La filmografia della Streep andrebbe approfondita e aggiornata di continuo, seguendo passo passo ogni suo nuovo lavoro e andando a riscoprire i vecchi titoli. Quest'ultimo è un po' dramma e un po' commedia, un po' introspezione su se stessi, un po' a livello familiare, il tutto condito a tempo di rock, pantaloni in pelle ed improbabili acconciature. "Dove eravamo rimasti" è un film che si può vedere, non tedia e non lascia insoddisfatti, pur non essendo un capolavoro. Forse Meryl otterrà l'ennesima nomination ai Golden Globes (agli Oscar mi sembra eccessivo, ma pensavo lo stesso di "Into the Woods" e alla fine l'ha avuta...) e lei rimane l'unico vero motivo per seguire questa storia, ma sono sicuro che anche approcciandosi senza intenzioni venerativo-reverenziali nei confronti dell'attrice, si possa godere di questa pellicola abbastanza da non pentirsi di aver scelto di vederla.
Parola chiave: Matrimoino.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 18 settembre 2012

Film 450 - Young Adult

Film da cui ero incuriosito per svariati motivi...


Film 450: "Young Adult" (2011) di Jason Reitman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Dal regista e dalla sceneggiatrice di "Juno" - rispettivamente Jason Reitman e Diablo Cody - una nuova collaborazione cinematografica che, questa volta, ha come protagonista Charlize Theron. L'attrice, assente dalle scene dal "The Road" del 2009, dall'anno scorso è tornata prepotentemente a farsi notare e qui (nominata ai Golden Globe come migliore attrice comica) e per i clamorosi successi commerciali di "Biancaneve e il cacciatore" e "Prometheus".
Anche se devo ammettere che questa pellicola non mi ha entusiasmato quanto il bellissimo "Juno", devo dire che la performance della Theron è davvero azzeccata. Stropicciata e allucinata, costantemente depressa e in cerca di attenzione, delusa da un futuro che si aspettava le avrebbe steso un tappeto rosso sotto i piedi, Mavis Gary è interpretata dall'attrice in maniera molto realistica e credibile e certamente vale la pena di seguire questa pellicola anche solo per questo motivo.
La trama in sé non è sempre brillante e, anzi, a volte ho trovato che ecceda un po' troppo in bizzarrie così volutamente esasperate da risultare fastidiose. Anche la conclusione finale con il dialogo tra Mavis e la sorella dell'amico Matt/Patton Oswalt non mi è piaciuta. Al di là della sfrontata cattiveria di Mavis, mi pare che produca l'effetto inverso rispetto alla parabola di cui si è narrato fino a quel momento: dopo il confronto devastante con la realtà che la circonda, Mavis sembrerebbe aver capito che a) è inutile attaccarsi al passato perchè il presente non si presenta nelle forme in cui si vuole e b) è inutile credersi migliori degli altri solo perchè si è riusciti ad andarsene dal paesello. Nonostante, appunto, il film si spenda a raccontare questo percorso di formazione, proprio nel finale la situazione si ribalta riportando Mavis al suo percorso di idee originali: lei è migliore degli altri perché è più bella, è riuscita a realizzare qualcosa e, soprattutto, se n'è andata nella grande città. Questo tipo di conclusione mi ha sinceramente deluso.
Un espediente carino, invece, e funzionale a raccontare i pensieri di Mavis in maniera più chiara che solamente attraverso le sue azioni è quello di legare gli avvenimenti che le capitano al racconto del libro che sta scrivendo. E' un'idea semplice, ma, per come è realizzata, è un'eccellente modo di accompagnare i pensieri della protagonista.
Insomma, tutto sommato direi che questo prodotto vale principalmente per l'interpretazione dei suoi attori, ma comunque nel complesso direi che "Young Adult" l'ho visto volentieri.
Consigli: Vale principalmente per la sua attrice principale. Assolutamente da evitare se si è depressi o alcolizzati... Non aiuta.
Parola chiave: Buddy Slade.

Trailer

BB

sabato 25 settembre 2010

Film 141 - Juno

Per una serata pizza+film pre-partenza dell'amico che se ne va in America per settimane, non potevo rischiare in una pellicola scadente... Meglio, allora, andare sul sicuro!


Film 141: "Juno" (2007) di Jason Reitman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: Inutile dire che questo sia uno dei film nella mia top 10 dei preferiti di sempre: Juno è diventato anche il nome del mio cane!
Bellissimo film, indipendente, atipico, anche selvaggio, se vogliamo, con quella giungla di dialoghi strani, quello slang non comune, a volte tenerissimo a volte fastidiosissimo. E' Juno MacGuff la protagonista, ragazzina 16enne che, alla prima esperienza, rimane incinta dell'amico-fidanzato (un po' tardone) Paulie Bleeker e decide di tenere il 'fagiolo' per farlo adottare ad una famiglia che non possa avere figli.
Così si parte, la ragazza intraprende una strada non facile, supportata da una famiglia che le vuole bene e da una famiglia che vorrà bene al suo bambino a cui si affeziona un po' troppo... Ma Juno è così, o tutto o niente.
Bello, bello, bello questo film! Mi piace, mette di buon umore, è una speranza ottimistica, positivo nonostante una certa voglia di celarlo dietro 'cose più fighe'. Tutte le avversità che Juno deve affrontare a causa di una gravidanza in età adolescenziale le supera sempre a testa alta, diretta, senza prendersi troppo la briga di indorare la pillola! E' questo il bello di un personaggio come lei. Non finge, non si atteggia, è solo sé stessa (in lei mi immagino molto della persona che ha scritto questo film, Diablo Cody, un'ex spogliarellista che ha saputo convincere Spielberg del suo talento grazie a questo film! Anche se poi si è un po' rovinata la reputazione con quel film orrendo che è "Il corpo di Jennifer"...).
In definitiva un bellissimo film, che avrebbe meritato di vincere più del solo Oscar alla sceneggiatura (3 nomination sono rimaste tali: miglior film, attrice protagonista - Ellen Page - e regia), davvero capace di conquistare lo spettatore con dialoghi geniali, buona musica, una bellissima fotografia e personaggi veramente ben scritti ed interpretati!
Consigli: E' un gioiellino! Ricorda un po' quel "Little Miss Sunshine" uscito l'anno prima con cui condivide, oltre all'etichetta di 'film indipendente', anche i toni e l'aria scanzonata. Oltre, ovviamente, al grande successo al botteghino nonostante il bassissimo budget!
Parola chiave: Tic Tac.



Ric

mercoledì 13 gennaio 2010

Film 58 - Il corpo di Jennifer

Proviamo? Sì, dai, proviamo. A fare cosa? Dare fiducia a questo film. Perchè? Ma è ovvio! Perchè l'ha scritto la sceneggiatrice di "Juno"!


Film 58: "Il corpo di Jennifer " (2009) di Karyn Kusama
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Diablo Cody, sceneggiatrice del film, ha detto una cosa tipo ho scritto questa sceneggiatura prima di quella di "Juno", ma nessuno voleva realizzarla. Poi è arrivato l'Oscar e il successo e le cose sono cambiate...
Cara Diablo, sarà mica perchè sto film è piuttosto bruttino? Le tue stesse parole ammettono una certa consapevolezza, quasi un'ammissione di colpa. Che forse te lo aspettassi?!
Ma entriamo pure nel merito di una pellicola che nemmeno Megan Fox, le scene di nudo, il bacio lesbo e i vari sbudellamenti splatter sono riusciti a salvare al botteghino...
Che poi, di che cosa di dovrebbe parlare? E' sempre facile criticare, no? C'è sempre molto da dire su qualcosa che non ci è piaciuto. Qui, in realtà, io mi sono stupito. "Jennifer's Body" non è né più brutto né più stupido di tutti gli altri teen-horror a cui siamo abituati. C'è perfino un accenno di storia. Però, nonostante questo non ha sbancato, non è piacuito e non ha lasciato il segno. Forse si è cercato troppo di ricreare la situazione ideale dell'horror di oggi, senza tener conto che non sempre quello che sulla carta è perfetto lo è anche nella realtà.
Che il pubblico abbia nasato l'evidentissima commercializzazione del tanto esposto corpo di Jennifer? E' come quando carichi un video su YuoTube e devi mettere le parole chiave: devi essere il più generale possibile, perchè un argomento vasto richiama l'attenzione di molti. E allora ci metti 'corpo', 'Megan Fox', 'bacio lesbo' hot pants', 'horror', 'teen', 'cannibalismo', ecc e sei certo che ti becchi 2000 visualizzazioni in un pomeriggio. Poi, però, l'imbroglio viene sgamato e solo sessuomani e pervertiti ti lasciano commenti.
Io, personalmente, credo che qui succeda un po' lo stesso. Il classico tanto rumore per nulla. Perchè è di nulla che, alla fine, parla "Jennifer's Body". Non ti lascia niente, non ti colpisce niente (se non gli stranissimi pollici di Megan Fox) e, anzi, ti chiedi com'è che due attrici già famose - e quindi senza bisogno di nuova pubblicità (la Fox e Amanda Seyfried, quella di "Mean girls", "Mamma mia!", "Veronica Mars") - finiscano per prendere parte ad un progetto come questo.
Prima di "Juno", cara Diablo, potevi anche scazzare, ma adesso risulti solo la classica ingorda. Ed è un peccato...
Consigli: Da guardare se proprio non c'è niente di meglio. Da vedere o da fare...
Parola chiave: Low Shoulder


Ric