La visione di questa pellicola è stata veramente complessa: bruttissima giornata per me, audio dello streaming fuori sincro, impossibile trovare link alternativi e la pazienza ai limiti storici...
Film 1026: "Un disastro di ragazza" (2015) di Judd Apatow
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Anche se devo ammettere che non ricadiamo per un pelo in quei casi in cui il trailer è più efficace di tutta la pellicola, devo dire che in generale questo "Trainwreck" non è stato niente male. Lo dico perché ho appena rivisto il trailer e mi sono fatto un paio di belle risate, nonostante nel complesso la pellicola sia meno totalmente omogenea. A mio avviso, dunque, già il fatto di farsi almeno un paio di sane risate grazie ad un commedia prodotta in un altro paese per un altro pubblico, è un ottimo risultato. Ecco perché alla fine non posso dire di non essere rimasto soddisfatto dell'esordio da protagonista di Amy Schumer sul grande schermo (tra l'altro la sceneggiatura è sua, complimenti).
La trama non è certo innovativa: la classica ragazza incasinata che cambia uomo ogni sera, vive alla giornata e per divertirsi, si gode la sua giovane età senza curarsi troppo del futuro - disillusa a causa di una figura paterna poco incline alla monogamia - finirà per incontrare il suo personale grande amore e dovrà fare i conti tra la novità e l'incapacità di gestire il nuovo sentimento e le vecchie abitudini dure a morire. Nel mezzo c'è il quotidiano newyorkese di vita, famiglia, lavoro, amici, locali e, elemento vincente, una scatenata Schumer veramente in grado di fare la differenza. Mimica perfetta, comicità corporea efficacissima, la ragazza è davvero una da tenere d'occhio per quanto riguarda le nuove leve comiche femminili USA (suo lo show "Inside Amy Schumer", viciniore un paio di mesi fa dell'Emmy per Outstanding Variety Sketch Series). Personalmente per me è stata una sorpresa, non avendola mai troppo considerata fino ad ora.
In definitiva, quindi, una pellicola comico-romantica totalmente contemporanea che ha qualche buona battuta efficace, una perfetta protagonista e un effetto d'insieme che tutto sommato funziona. Da non dimenticare, poi, il buon cast tra cui spiccano un John Cena molto comico e molto nudo e una Tilda Swinton che così bella (e stronza) non avevamo mai visto. Per non parlare dei camei di Marisa Tomei e Daniel Radcliffe in versione dogsitter! Vedere per credere.
Cast: Amy Schumer, Bill Hader, Brie Larson, John Cena, Tilda Swinton, Vanessa Bayer, Colin Quinn, Mike Birbiglia, Ezra Miller, LeBron James, Jon Glaser, Marisa Tomei, Daniel Radcliffe, Matthew Broderick, Chris Evert, Marv Albert.
Box Office: $138.3 milioni
Consigli: In cerca di una commedia divertente, politicamente scorretta e con protagonista una ragazza normale che fa cose normali e vive (più o meno) come un qualunque giovane di oggi? Questa è la pellicola perfetta, un mix tra i migliori film di Apatow e la scorrettezza irriverente de "Le amiche della sposa". Inutile dire che certi snodi della trama potrebbero non piacere a tutti, ma assicuro che tutto sommato si tratta di un prodotto piacevole e spensierato, divertente al punto giusto.
Parola chiave: Cheerleader.
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#HollywoodCiak
Bengi
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giovedì 5 novembre 2015
Film 1026 - Un disastro di ragazza
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lunedì 26 agosto 2013
Film 575 - Questi sono i 40
In generale i film con Paul Rudd mi piacciono sempre abbastanza e di base sono sempre curioso di vedere i nuovi personaggi in cui si è calato. Inoltre Leslie Mann è un'attrice che non riesco ancora ad inquadrare, ergo vedere questa pellicola sembrava una buona idea. Sembrava...
Film 575: "Questi sono i 40" (2012) di Judd Apatow
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, ma... sul serio? Che cosa sarebbe questo film? Di che cosa mi si sta narrando? Quale lezione dovrei trarne?
Volgarmente e volutamente sbroccato, con un tocco nonsense talmente forzato da essere imbarazzante e con scene divertenti inaspettatamente mancanti, "This Is 40" è certamente tra i film che quest'anno hanno deluso maggiormente le mie aspettative.
Partendo dal fatto che odio chi scrive, produce e realizza tutto in famiglia (in Italia abbiamo i Castellitto) come in questo caso, con Judd Apatow regista e sceneggiatore e sua moglie e le sue figlie alla recitazione (Leslie Mann, Maude Apatow e Iris Apatow), questa pellicola è comunque qualcosa di veramente brutto.
Se queste sono le crisi di mezza età targate USA possiamo, a mio avviso, anche evitare di raccontarle. Sinceramente l'occhio ilare di Apatow non sempre funziona e, anzi, penso il suo difetto più grande sia quello di prendere una buona idea di partenza e svilupparla in maniera deludente. Qui avviene lo stesso e, se all'inizio l'idea di descrivere senza sdolcinati filtri la realtà della famiglia media americana era decisamente interessante, la piega tentato-divertente non funziona davvero. Il cinismo infinito e le battute acide, l'odio represso sviscerato all'improvviso e la marmorea staticità di spessore dei personaggi di contorno rende nell'insieme "Questi sono i 40" una pellicola davvero fine a sé stessa e sinceramente priva di alcunché di interessante.
L'autocelebrazione di Apatow che scrive Apatow è alla lunga sfinente e invece di dipingere con occhio critico e disincantato una realtà potenzialmente vissuta da chiunque di noi, finisce per inciampare in una serie di step narrativi grotteschi e antipatici, francamente pesanti e talmente tanto parlati da essere inaffrontabili (ma no, questo non è "Una mamma per amica").
Probabilmente avevo aspettative troppo lusinghiere o comunque differenti rispetto al prodotto finale, in ogni caso questo film è stato davvero una delusione su tutti i fronti.
Ps. I 40 anni per Apatow devono essere proprio uno strano periodo di passaggio dato che, oltre a questa pellicola, vi ha dedicato il più popolare titolo "40 anni vergine"...
Consigli: Personalmente non mi è per nulla piaciuto e lo eviterei. Ai fans di Apatow, forse, può anche piacere. Ma credo che sia difficile, in effetti, incasellare in Italia un tipo così fisico di comicità incorniciata da battute non sembre traducibili o dello stesso valore pronunciate nella nostra lingua. Gap linguistici a parte, comunque, ho visto ben di meglio.
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
Bengi
Film 575: "Questi sono i 40" (2012) di Judd Apatow
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, ma... sul serio? Che cosa sarebbe questo film? Di che cosa mi si sta narrando? Quale lezione dovrei trarne?
Volgarmente e volutamente sbroccato, con un tocco nonsense talmente forzato da essere imbarazzante e con scene divertenti inaspettatamente mancanti, "This Is 40" è certamente tra i film che quest'anno hanno deluso maggiormente le mie aspettative.
Partendo dal fatto che odio chi scrive, produce e realizza tutto in famiglia (in Italia abbiamo i Castellitto) come in questo caso, con Judd Apatow regista e sceneggiatore e sua moglie e le sue figlie alla recitazione (Leslie Mann, Maude Apatow e Iris Apatow), questa pellicola è comunque qualcosa di veramente brutto.
Se queste sono le crisi di mezza età targate USA possiamo, a mio avviso, anche evitare di raccontarle. Sinceramente l'occhio ilare di Apatow non sempre funziona e, anzi, penso il suo difetto più grande sia quello di prendere una buona idea di partenza e svilupparla in maniera deludente. Qui avviene lo stesso e, se all'inizio l'idea di descrivere senza sdolcinati filtri la realtà della famiglia media americana era decisamente interessante, la piega tentato-divertente non funziona davvero. Il cinismo infinito e le battute acide, l'odio represso sviscerato all'improvviso e la marmorea staticità di spessore dei personaggi di contorno rende nell'insieme "Questi sono i 40" una pellicola davvero fine a sé stessa e sinceramente priva di alcunché di interessante.
L'autocelebrazione di Apatow che scrive Apatow è alla lunga sfinente e invece di dipingere con occhio critico e disincantato una realtà potenzialmente vissuta da chiunque di noi, finisce per inciampare in una serie di step narrativi grotteschi e antipatici, francamente pesanti e talmente tanto parlati da essere inaffrontabili (ma no, questo non è "Una mamma per amica").
Probabilmente avevo aspettative troppo lusinghiere o comunque differenti rispetto al prodotto finale, in ogni caso questo film è stato davvero una delusione su tutti i fronti.
Ps. I 40 anni per Apatow devono essere proprio uno strano periodo di passaggio dato che, oltre a questa pellicola, vi ha dedicato il più popolare titolo "40 anni vergine"...
Consigli: Personalmente non mi è per nulla piaciuto e lo eviterei. Ai fans di Apatow, forse, può anche piacere. Ma credo che sia difficile, in effetti, incasellare in Italia un tipo così fisico di comicità incorniciata da battute non sembre traducibili o dello stesso valore pronunciate nella nostra lingua. Gap linguistici a parte, comunque, ho visto ben di meglio.
Parola chiave: Famiglia.
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mercoledì 9 gennaio 2013
Film 497 - 40 anni vergine
Per una tranquilla serata all'insegna del disimpegno. Era tra le proposte silly che avevamo concordato con Licia.
Film 497: "40 anni vergine" (2005) di Judd Apatow
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Devo dire sinceramente che sono rimasto abbastanza deluso da questo prodotto cinematografico che sembra proporre qualcosa che in realtà non c'è. Ve lo dico subito: "40 anni vergine" è un film d'amore.
Sì, avete capito bene. Seppure il trailer e l'inizio della pellicola sembrerebbero suggerire un approccio goliardico della (disgraziata) storia del represso e frustrato verginello Andy/Steve Carell (questo ruolo gli ha lanciato la carriera), in realtà la direzione presa nel secondo tempo è smielata e poco divertente. Si predica perfino la monogamia, dato che il protagonista prima è vergine, poi si aspetta di sposarsi e da lì, chiaramente, si sottintende la fedeltà matrimoniale.
Ora, per carità, non è che mi aspettassi alti contenuti o un kolossal mozzafiato, però se nemmeno su un titolo di matrice fondamentalmente stupida mi posso più fidare... non so più cosa aspettarmi. E dire che la "factory" di Apatow solitamente garantisce un minimo di originalità.
In ogni caso c'è da aggiungere che, se non tutti apprezzeranno i contenuti della pellicola, altri non troveranno divertante, probabilmente, il tipo di comicità di Carell, figlia di una mimica facciale che la fa da padrone a sfavore di battute a effetto più immediato. E, per quanto l'attore sia bravo, ogni tanto stanca (ma c'è da dire che eravamo agli albori di una carriera mondiale di comico che è poi riuscito a trasformare in una da attore multigenere).
Insomma, in definitiva non posso definire più che carina questa pellicola, sottolineando quanto le mie aspettative più scanzonate e superficiali siano state disattese. Catherine Keener, comunque, veramente una bella donna (all'epoca 45enne)!
Ps. Buon box office mondiale: $177,378,645 (la spesa era 26 milioni).
Consigli: Riuscito solo in parte. Non è il film che ci si aspetta e questo potrebbe deludere chi ha aspettative più da commedia (anche degli equivoci e non solo delle volgarità). Di fatto si guarda senza problemi, ma una volta può bastare. Comunque meglio in compagnia.
Parola chiave: .
Trailer
Ric
Film 497: "40 anni vergine" (2005) di Judd Apatow
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Devo dire sinceramente che sono rimasto abbastanza deluso da questo prodotto cinematografico che sembra proporre qualcosa che in realtà non c'è. Ve lo dico subito: "40 anni vergine" è un film d'amore.
Sì, avete capito bene. Seppure il trailer e l'inizio della pellicola sembrerebbero suggerire un approccio goliardico della (disgraziata) storia del represso e frustrato verginello Andy/Steve Carell (questo ruolo gli ha lanciato la carriera), in realtà la direzione presa nel secondo tempo è smielata e poco divertente. Si predica perfino la monogamia, dato che il protagonista prima è vergine, poi si aspetta di sposarsi e da lì, chiaramente, si sottintende la fedeltà matrimoniale.
Ora, per carità, non è che mi aspettassi alti contenuti o un kolossal mozzafiato, però se nemmeno su un titolo di matrice fondamentalmente stupida mi posso più fidare... non so più cosa aspettarmi. E dire che la "factory" di Apatow solitamente garantisce un minimo di originalità.
In ogni caso c'è da aggiungere che, se non tutti apprezzeranno i contenuti della pellicola, altri non troveranno divertante, probabilmente, il tipo di comicità di Carell, figlia di una mimica facciale che la fa da padrone a sfavore di battute a effetto più immediato. E, per quanto l'attore sia bravo, ogni tanto stanca (ma c'è da dire che eravamo agli albori di una carriera mondiale di comico che è poi riuscito a trasformare in una da attore multigenere).
Insomma, in definitiva non posso definire più che carina questa pellicola, sottolineando quanto le mie aspettative più scanzonate e superficiali siano state disattese. Catherine Keener, comunque, veramente una bella donna (all'epoca 45enne)!
Ps. Buon box office mondiale: $177,378,645 (la spesa era 26 milioni).
Consigli: Riuscito solo in parte. Non è il film che ci si aspetta e questo potrebbe deludere chi ha aspettative più da commedia (anche degli equivoci e non solo delle volgarità). Di fatto si guarda senza problemi, ma una volta può bastare. Comunque meglio in compagnia.
Parola chiave: .
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domenica 21 febbraio 2010
Film 79 - Il Concerto
Al cinema questa volta a vedere un film che ha scelto mio padre.

Film 79: "Il Concerto" (2009) di Radu Mihaileanu
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Papà
Pensieri: Allora, ho decisamente metabolizzato questo film. L'ho visto la settimana scorsa, quindi ho avuto tempo per pensarci. Appena uscito dalla sala io e mio padre concordavamo sul fatto che questa fosse un'ottima pellicola, ben realizzata, a tratti divertente, che avvicina ad un mondo che, personalmente, io non conoscevo.
Si sa che la musica classica fa sempre cultura e un film sulla cultura non può che essere un film di valore. Sono d'accordo, ma non al 100%. Le musiche sono effettivamente stupende e il film sa dare tutto lo spazio che serve ad una musica così importante. Però poi strizza l'occhio alla commedia, al caos delle usanze e manie russe, quasi fosse un grosso grasso matrimonio greco. E, nonostante le risate, si scivola un po'. Peccato, perchè il resto è convincente. Il protagonista Aleksei Guskov è perfetto nella parte del direttore d'orchestra sfortunato, che ritrova la sua fama alla fine di un percorso - tra complotti e necessità di campare - che dura 30 anni. Tutto questo grazie, anche, alla collaborazione dei suoi amici e colleghi musicisti dell'orchestra, che per lui (e non solo), tornano a suonare sul palco del teatro parigino Châtelet. Ad affiancarli la giovanissima e talentuosa violinista Anne-Marie Jacquet che poi si scoprirà essere legata all'orchestra del teatro russo Bolshoi di cui la sgangherata orchestra fa parte.
Tra il marasma di inutilità su pellicola che ultimamente siamo abituati a seguire, questo "Il Concerto" è sicuramente un piccolo caso di cinematografia franco-russa da vedere a tutti i costi, finalmente liberi di respirare un'aria diversa da quella classica hollywoodiana (ma, per carità, non sto rinnegando il mio primo amore!) cui ci hanno forzatamente abituati. Forse la scelta di buttarla molto sul comico con gag un po' facili sulle dicerie e i costumi del popolo russo non è sempre vincente, però dimostra che non ci sono solo gli americani che sanno fare del cinema divertente e intelligente (io Apatow non è che lo capisco così tanto...).
Recitazione molto buona, solo ogni tanto un po' di 'ho-sempre-la-stessa-espressione' sul viso della giovane (e bella) Mélanie Laurent ("Bastardi senza gloria"), comunque migliore di tantissime poveracce che si spacciano per attrici.
In definitiva direi che vale la pena di andare addirittura al cinema per godersi questa pellicola nella piacevole oscurità della sala. Chiudendo gli occhi sembrerà di stare ad un vero concerto! Potente ed emozionante.
Consigli: Assolutamente da vedere!
Parola chiave: Tchaikovsky.
Ric

Film 79: "Il Concerto" (2009) di Radu Mihaileanu
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Papà
Pensieri: Allora, ho decisamente metabolizzato questo film. L'ho visto la settimana scorsa, quindi ho avuto tempo per pensarci. Appena uscito dalla sala io e mio padre concordavamo sul fatto che questa fosse un'ottima pellicola, ben realizzata, a tratti divertente, che avvicina ad un mondo che, personalmente, io non conoscevo.
Si sa che la musica classica fa sempre cultura e un film sulla cultura non può che essere un film di valore. Sono d'accordo, ma non al 100%. Le musiche sono effettivamente stupende e il film sa dare tutto lo spazio che serve ad una musica così importante. Però poi strizza l'occhio alla commedia, al caos delle usanze e manie russe, quasi fosse un grosso grasso matrimonio greco. E, nonostante le risate, si scivola un po'. Peccato, perchè il resto è convincente. Il protagonista Aleksei Guskov è perfetto nella parte del direttore d'orchestra sfortunato, che ritrova la sua fama alla fine di un percorso - tra complotti e necessità di campare - che dura 30 anni. Tutto questo grazie, anche, alla collaborazione dei suoi amici e colleghi musicisti dell'orchestra, che per lui (e non solo), tornano a suonare sul palco del teatro parigino Châtelet. Ad affiancarli la giovanissima e talentuosa violinista Anne-Marie Jacquet che poi si scoprirà essere legata all'orchestra del teatro russo Bolshoi di cui la sgangherata orchestra fa parte.
Tra il marasma di inutilità su pellicola che ultimamente siamo abituati a seguire, questo "Il Concerto" è sicuramente un piccolo caso di cinematografia franco-russa da vedere a tutti i costi, finalmente liberi di respirare un'aria diversa da quella classica hollywoodiana (ma, per carità, non sto rinnegando il mio primo amore!) cui ci hanno forzatamente abituati. Forse la scelta di buttarla molto sul comico con gag un po' facili sulle dicerie e i costumi del popolo russo non è sempre vincente, però dimostra che non ci sono solo gli americani che sanno fare del cinema divertente e intelligente (io Apatow non è che lo capisco così tanto...).
Recitazione molto buona, solo ogni tanto un po' di 'ho-sempre-la-stessa-espressione' sul viso della giovane (e bella) Mélanie Laurent ("Bastardi senza gloria"), comunque migliore di tantissime poveracce che si spacciano per attrici.
In definitiva direi che vale la pena di andare addirittura al cinema per godersi questa pellicola nella piacevole oscurità della sala. Chiudendo gli occhi sembrerà di stare ad un vero concerto! Potente ed emozionante.
Consigli: Assolutamente da vedere!
Parola chiave: Tchaikovsky.
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