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domenica 19 aprile 2020

Film 1872 - Frozen II

Intro: Tutti un po' sorpresi dal fatto che questo secondo capitolo non si sia portato a casa nemmeno la nomination all'Oscar come Miglior film d'animazione, il che mi ha incuriosito e convinto definitivamente a vederlo appena lo streaming me lo ha concesso. (In realtà lo avrei recuperato anche al cinema, ma la versione originale a Ushuaia non era contemplata e non me la sono sentita di vedermi tutto il film in spagnolo.)
Film 1872: "Frozen II" (2019) di Chris Buck, Jennifer Lee
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: questo secondo "Frozen" è meglio o peggio del primo? Ce l'ha fatta la Disney a produrre un sequel degno del successo stratosferico del primo, popolarissimo cartoon? Insomma, regge il confronto?
Prima di rispondere, una mia personalissima premessa: non provo particolare entusiasmo per "Frozen", che sia 1 o 2, e anzi, fatico ancora a comprenderne l'ossessione globale. Visivamente si tratta di prodotti molto belli, musicalmente curati e dalle giuste canzoni-tormentone, però tutto sommato nessuno dei due episodi mi ha portato alla necessità di strapparmi i capelli dall'estasi, per così dire. Poi, per carità, si tratta di prodotti d'animazione piacevolissimi, ma niente a che vedere con altri classici del cinema Disney.
Quindi com'è questo "Frozen II"? Perfettamente in linea con il suo predecessore, anche se un filino più avventuroso e dark, cosa che si intuisce già guardando il trailer. Il core-message rimane abbastanza simile al precedente, abbiamo sempre le sorelle reali Elsa e Anna che si dividono tra doveri di corte e una rivendicazione della propria identità, anche se questa volta si va più a fondo rispetto alla storia familiare delle due protagoniste.
Tutto sommato siamo di fronte ad un buon comeback, cosa non scontata quando si tratta di sequel, specialmente di titoli così estremamente popolari. La storia regge e la Disney ringrazia, perché con questo secondo capitolo la casa di Topolino si è portata a casa il primato per la pellicola d'animazione che abbia incassato di più nella storia del cinema (se non si considera il remake de "The Lion King" che, infatti, non consideriamo). Chapeau.
Film 649 - Frozen - Il regno di ghiaccio
Film 705 - Frozen
Film 1872 - Frozen II
Cast: Kristen Bell, Idina Menzel, Josh Gad, Jonathan Groff, Sterling K. Brown, Evan Rachel Wood, Alfred Molina, Martha Plimpton, Jason Ritter, Jeremy Sisto, Ciarán Hinds.
Box Office: $1.450 miliardi
Vale o non vale: Carino, avventuroso e dotato di una certa spettacolarità visuale, "Frozen II" riesce a bissare il successo del primo rimanendo piuttosto fedele al brand. Non uno dei migliori film d'animazione di sempre, ma una piacevole visione per tutta la famiglia.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior canzone ("Into the Unknown"), a 2 Golden Globe per film d'animazione e canzone e al BAFTA per la Miglior pellicola d'animazione.
Parola chiave: Voce.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 24 ottobre 2017

Film 1425 - Practical Magic

Cambiamo registro, almeno un po'. Perché se anche si tratta di un titolo principalmente romantico, qualche elemento horror rimane. E comunque grazie Netflix che da quando sono in Australia riesce a provvedere alle mie necessità di continui e sempre nuovi contenuti. Santo subito.

Film 1425: "Practical Magic" (1998) di Griffin Dunne
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Lo devo dire? Me lo ricordavo più bello. Sarà che l'ho visto da ragazzino e forse neanche così attentamente, di fatto legavo "Practical Magic" ad un'esperienza più positiva che solo parzialmente si è riconfermata. Mi piacciono le protagoniste e il fascino semplice del racconto su streghe e pozioni per il grande pubblico, ma una volta andati oltre questi aspetti rimane un filmetto un po' privo di brio e carisma con una storia potenzialmente intrigante giocata, però, solo sul confronto tra le due sorelle Bullock e Kidman che alla lunga perde di appeal. Anche l'altro tema centrale, l'amore, finisce per ricadere nei generi cliché del principe azzurro nonostante tutte le premesse della storia vorrebbero suggerire un background più non convenzionale e libero da precedenti canoni. Si sa, ci mancherebbe, che questo tipo di pellicola è presente sul mercato per vendere, quindi non mi aspettavo certo un prodotto fuori dal comune o addirittura un piccolo gioiello cinematografico, ma non per questo la delusione legata fondamentalmente alla mancanza di personalità della storia è stata meno cocente.
Detto questo, "Practical Magic" rimane un film di facile intrattenimento con lieto fine - e non poche morti per essere una commedia romantica - che preso per quello che è può avere una certa dose di fascino e le quattro protagoniste Bullock, Kidman, Wiest e Channing sono particolarmente azzeccate e aiutano non poco a personalizzare e caratterizzare una trama altrimenti difficile da distinguere dalle tante altre simili già raccontate.
Cast: Sandra Bullock, Nicole Kidman, Dianne Wiest, Stockard Channing, Aidan Quinn, Goran Visnjic, Evan Rachel Wood, Margo Martindale, Chloe Webb, Camilla Belle.
Box Office: $68,097,643
Consigli: Tratto dall'omonimo romanzo di Alice Hoffman, il film fu un cocente flop al botteghino mondiale (75 milioni di dollari per produrlo). Al di là di questo, si tratta di un prodotto innocuo -forse solo inusualmente un po' troppo incentrato sulla morte - buono per una serata in cui non si richiedano sforzi mentali. Ha alcuni buoni momenti e presenta un buon cast tutto al femminile veramente azzeccato.
Parola chiave: Maledizione.

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Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 15 aprile 2013

Film 531 - Le idi di marzo

Sempre stato curioso di vederlo. Ecco l'occasione giusta: le feste pasquali!


Film 531: "Le idi di marzo" (2011) di George Clooney
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sapevo solo che parlasse di politica, che sullo schermo lo scontro era fra Ryan Gosling e George Clooney e che non a tutti fosse piaciuto. Non molto, insomma, per essere una delle pellicole più chiacchierate di un paio di stagioni fa.
Già, perchè Mr. Gosling con "Le idi di marzo" e "Crazy, Stupid, Love." nel 2011-12 ha fatto veramente il botto, esplodendo a livello mediatico quale sex-symbol e attore capace di misurarsi in ruoli difficili o divertenti, spigliati o drammatici. Insomma, adesso anche Ryan tutto può.
A differenza di Ryan Reynolds, il cui effetto exploit si è rovinato a causa di un "Lanterna verde" piuttosto moscio, questo Ryan è riuscito a costruire l'immagine di bello e, soprattutto bravo, che si sposa perfettamente con l'immagine pubblica di George Clooney, da anni considerato uno che, oltre ad essere affascinante, è anche piuttosto capace di fare il suo mestiere (o mestieri, visto che da attore si è perfettamente calato nei panni di sceneggiatore e regista). La premessa per "Le idi di marzo", insomma, era allettante, ma non era l'unico fattore in ballo.
Alcuni commenti al film, infatti, mi erano arrivati tiepidi, se non addirittura freddini. Sembrava che le aspettative rispetto all'ultima fatica di Clooney fossero state disattese. L'approccio al film, quindi, era duplice curiosità: mi sarebbe piaciuto o alla fine sarei rimasto deluso anche io?
Ad essere totalmente onesti, "The Ides of March" non mi ha per nulla lasciato insoddisfatto, nonostante il mio approccio 'guardingo'. L'atmosfera apparentemente pacata è limpida sarà smascherata dalla trama in maniera interessante e intelligente, lasciando lo spazio, per il resto della pellicola, ad una tensione generale impalpabile ma sempre maledettamente presente. E la domanda sarà sempre: il Governatore Mike Morris è o non è colpevole?
L'intrigo, il potere, i compromessi e le verità delle persone sono tutti temi che mi appassionano sempre in un film, quindi man mano che la storia si evolveva ero sempre più interessato a capire come si sarebbe venuto a risolvere il tutto. L'idealismo iniziale, i valori della politica e l'etica delle persone sono tutte tematiche che finiranno per dover scontrarsi con i meccanismi umani più scotati e deludenti: carriera, arrivismo, tornaconto personale e, chiaramente, la gestione del potere. Anche i più 'puri' dovranno sporcarsi le mani, scendere a patti con i propri errori e sacrificare qualcosa in funzione di un obiettivo più grande: che sia la carriera politica, che sia il tenersi il proprio lavoro o prendersi una sonora rivincita.
La 'caduta agli Inferi' di Stephen Meyers/Gosling è ben architettata e pensata e la sceneggitura composta di meccanismi narrativi su più livelli, viene lentamente districata durante i 100 minuti di pellicola, con un crescendo nel finale proprio quando sarebbe sembrato tutto finito per Meyers. Il gioco d'astuzia, bilanciato da buone idee e bei dialoghi, funziona bene e lascia certamente soddisfatti. E' il prezzo richiesto al personaggio che, invece, lascia un po' di amaro in bocca.
Il percorso di del giovane e motivato Stephen, quindi, regge bene le sorti di una storia in cui fanno capolino una serie di altri personaggi ognuno con qualcosa da nascondere, il Governatore in primis. Il suo segreto - che ha un nome: Molly Stearns/Evan Rachel Wood - sarà il fulcro di tutta la vicenda, cui ruoteranno attorno una serie di avvenimenti che saranno necessariamente influenzati dal misterioso segreto (che, per carità, non è nulla di nuovo).
Sebbene i temi presentati non siano di originalità assoluta, il mix rende bene e, sullo schermo, tutto funziona a dovere: ci sono tensione e pathos, una buona sceneggiatura e un cast veramente all'altezza (oltre ai già citati sono presenti anche i premi Oscar Marisa Tomei e Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti e Jeffrey Wright). Insomma, sono rimasto soddisfatto da queste 'idi'. E George Clooney sa quello che fa.
Ps. Una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, 4 ai Golden Globes (film drammatico, regia, attore protagonista e sceneggiatura) e $75,993,061 di incasso mondiale.
Consigli: Cast ricco e capace, bella fotografia e colonna sonora (di Alexandre Desplat), trama interessante e ben sviluppata (basata sull'opera teatrale "Farragut North" di Beau Willimon. Vale la pena di dargli un'opportunità se il genere politico con intrighi, giochi di potere e corruzione vi appassiona.
Parola chiave: Biglietto d'addio.

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Bengi

giovedì 25 agosto 2011

Film 291 - The Conspirator

Quando sono entrato in sala non sapevo nemmeno di chi fosse la regia...


Film 291: "The Conspirator" (2010) di Robert Redford
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Pellicola stranamente ignorata dal grande pubblico nonostante i numerosi richiami (regia di Robert Redford, attori famosi, tematica americana piuttosto sentita), rimane per me una delle sorprese piacevoli del 2011.
Ben girato e ottimamente interpretato, è uno di quei film storici delicati, piacevoli da guardare e interessanti. La storia stessa lo è già di per sé e si può riassumere nella domanda: chi ha ucciso il presidente (americano) Lincoln?
La trama sviluppa la questione seguendo attentamente il filo reale della storia, in particolare gli eventi che coinvolgono Mary Surratt/Robin Wright, prima donna a venire condannata a morte negli Stati Uniti. Gli indizi contro di lei non sono così schiaccianti e, anzi, l'impressione che ne ricava il suo avvocato Frederick Aiken/James McAvoy (e il pubblico stesso) e che si sia più che altro alla ricerca di un capro espiatorio.
Il risultato della sentenza - già inevitabilmente conosciuto - arriva comunque come un pugno allo stomaco nel momento esatto in cui una speranza pareva poterci essere.
Tensione, quindi, il ritmo regge bene e accompagna costante il film; gli attori - tutti decisamente famosi:oltre ai già citati, Kevin Kline, Tom Wilkinson, Evan Rachel Wood, Justin Long ("Palle al balzo - Dodgeball", "Die hard - Vivere o morire"), Alexis Bledel ("Una mamma per amica"), Jonathan Groff ("Glee"), Johnny Simmons ("Scott Pilgrim vs. the World", "Il corpo di Jennifer") e Danny Huston ("The Aviator", "X-Men le origini - Wolverine") - regalano buonissime performance; la ricostruzione scenica è meticolosa, bella la fotografia e pulita la regia.
L'impressione che rimane è quella di aver visto quasi un film intimista, garbato (per via dei toni pacati della Wright, qui davvero bravissima!) e mai gridato, narrato con consapevolezza e capacità. Bello e forte, non banale e sorprendente per quanto appassioni. Lo rivedrei anche subito.
Consigli: Dimenticate di sapere già come andrà a finire, lasciate cha sia la narrazione a condurvi e non rimarrete delusi!
Parola chiave: Attentato.

Trailer

Ric