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martedì 3 settembre 2024

Film 2233 - Anatomy of a Fall

Intro: Ultimo film della lista che avevo lasciato indietro qualche mese fa, poi si torna al presente dalla prossima recensione!

Film 2233: "Anatomy of a Fall" (2023) di Justine Triet
Visto: al cinema
Lingua: inglese, francese
Compagnia: Paul
In sintesi: uno dei migliori film della stagione passata.
Non sapevo bene cosa aspettarmi dalla storia di Justine Triet e Arthur Harari (vincitori dell'Oscar) e, ammetto, il fatto che fosse una produzione francese non mi faceva sperare per il meglio. Invece, grazie al cielo, mi sbagliavo.
Non solo "Anatomy of a Fall" è un grandissimo thriller - di quelli che ti lasciano con molteplici domande alla fine della visione - ma è soprattutto il prodotto perfetto per presentare Sandra Hüller al grande pubblico (americani in testa): magnifica la sua interpretazione, sempre in bilico tra emotività e durezza in un tour de force di emozioni che cattura lo spettatore dall'inizio alla fine. In aggiunta, devo dire che personalmente ho trovato altrettanto interessante e coinvolgente la parte del processo (il procedural drama è un genere che apprezzo particolarmente).
Insomma, da un titolo da cui mi aspettavo poco, uno dei regali più grandi: un film che vale la pena di vedere.
Cast: Sandra Hüller, Swann Arlaud, Milo Machado-Graner, Antoine Reinartz, Samuel Theis, Jehnny Beth, Saadia Bentaïeb, Camille Rutherford, Anne Rotger, Sophie Fillières.
Box Office: $36 milioni
Vale o non vale: Grandissimo cast capitanato da una Sandra Hüller protagonista pazzesca (e a mio avviso molto meritevole dell'Oscar), il film di Justine Triet è una montagna russa di emozioni per i protagonisti del racconto e lo spettatore. E' stato davvero un suicidio? L'unico modo per scoprirlo è guardare "Anatomy of a Fall".
Premi: Candidato a 5 premi Oscar per Miglior film, regia, attrice protagonista (Hüller) e montaggio, il film ha vinto per la Miglior sceneggiatura originale. Stesso premio vinto ai BAFTA su 7 nomination totali (film, regia, attrice protagonista, montaggio casting e miglior pellicola britannica). 2 Golden Globe vinti per Migllior film straniero e sceneggiatura e altre 2 nomination per attrice protagonista e Miglior film drammatico. 11 candidature ai César e 7 vittorie totali per Miglior film, regia, attrice (Hüller), attore non protagonista (Arlaud), sceneggiatura originale e montaggio. Il film ha vinto la Palma d'oro a Cannes 2023 e il David di Donatello per il Miglior film straniero.
Parola chiave: Daniel.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 29 luglio 2024

Film 2301 - The Miracle Club

Intro: Weekend casalingo (tanto pioveva, sai che novità) all'insegna di non uno, non due, ma bensì tre film. Ecco il secondo.

Film 2301: "The Miracle Club" (2023) di Thaddeus O'Sullivan
Visto: dalla tv
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: genuinamente contento di recuperare finalmente questa pellicola che mi ero perso al cinema, devo ammettere che sono rimasto un po' deluso.
Da quello che avevo visto nel trailer, mi era parso di capire che si trattasse di un altro tipo di prodotto, più vicino al genere della commedia, uno di quei titoli british che fanno dello humor il proprio marchio di fabbrica o comunque l'elemento che contraddistingue il prodotto finale da quelli simili precedenti.
Invece, "The Miracle Club" è una pellicola drammatica con annessa morale buonista religiosa. Premesso che, ovviamente, non si tratti esattamente del mio genere, va detto che il salvabile del film sia l'ottimo cast - Laura Linney, Kathy Bates e Maggie Smith in primis, ovvero il motivo principale per cui volevo vedere questo film - in una performance generale che supera certamente la qualità della storia (anche se l'accento irlandese di Kathy Bates non è esattamente riuscito). Insomma, non fosse per il calibro dei propri attori, "The Miracle Club" potrebbe benissimo essere un prodotto per la tv.
Cast: Laura Linney, Kathy Bates, Maggie Smith, Stephen Rea, Agnes O'Casey, Mark O'Halloran, Brenda Fricker.
Box Office: $5.8 milioni
Vale o non vale: Per i fan delle grandi attrici coinvolte, forse può valere la pena dare un'occhiata. Per tutti gli altri, a meno che non interessati alla componente religiosa (il film è ambientato in Irlanda, quindi figuriamoci se non si tirava in ballo la religione), si può tranquillamente lasciare stare.
Premi: /
Parola chiave: Lourdes.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 8 marzo 2024

Film 2258 - The Iron Claw

Intro: Visto le ottime recensioni ottenute dal film, ero davvero curioso di recuperarlo prima che lo togliessero dalla programmazione.

Film 2258: "The Iron Claw" (2023) di Sean Durkin
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: non fosse che è una storia vera, certe parti di "The Iron Claw" sembrano troppo assurde per essere vere. Al di là di questo, comunque, si tratta di uno dei migliori film che ho visto di recente.
Fortissimo a livello narrativo, supportato da una serie di performance di altissimo calibro (Zac Efron in testa, derubato di una nomination all'Oscar) e da una regia capace e in grado di comprendere le necessità legate a un prodotto che non solo si concentra sullo sport, ma su uno in particolare così coreografico e scenografato, il film di Sean Durkin funziona dall'inizio alla fine e racconta con tatto ma senza mai tirarsi indietro le gioie e, soprattutto, i dolori di una famiglia di wrestler, i Von Erich, che immola se stessa in nome della gloria legata ad uno sport che, dal di fuori, sembra tutto lustrini ed eccessi, ma quando osservato più da vicino si dimostra estremamente competitivo e pericoloso.
Una serie di sogni di gloria interrotti, una famiglia devastata, ma anche il racconto di cosa significhi trovare se stessi e ricominciare. "The Iron Claw" è, neanche a dirlo, un pugno nello stomaco, ma una di quelle pellicole che lascia qualcosa allo spettatore.
Cast: Zac Efron, Jeremy Allen White, Harris Dickinson, Maura Tierney, Stanley Simons, Holt McCallany, Michael Harney, Lily James.
Box Office: $41.9 milioni
Vale o non vale: Potente, ben girato e confezionato, con un cast di altissimo livello, "The Iron Claw" è uno dei gioiellini della passata stagione che avrebbe meritato molta più attenzione. Un ottimo film (il cui unico tallone d'achille sono le parrucche tremende).
Premi: /
Parola chiave: NWA Worlds Heavyweight Championship.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 14 dicembre 2023

Film 2237 - Talk to Me

Intro: Con la cugina ancora in visita, tornati dal nostro girovagare irlandese ci siamo concessi una serata casalinga con cibo caldo e film dal letto.

Film 2237: "Talk to Me" (2022) di Danny Philippou, Michael Philippou
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: per una volta, i toni entusiastici della critica sono risultati attendibili. "Talk to Me", infatti, è un bell'horror che funziona dall'inizio alla fine.
Supportato da un buon cast e beneficiando dell'ottima sceneggiatura dei Danny Philippou e Bill Hinzman, questo film riesce a regalare buoni momenti di spavento, oltre che a un'oretta e mezza di interessante intrattenimento meno scontato dei soliti titoli americani. Il finale, in particolare, mi ha ricordato moltissimo il colpo di scena alla fine del magnifico "The Others" di Alejandro Amenábar.
Il tema della possessione come metodo di "sballo" ad una festa è certamente un punto di inizio inaspettato e l'ho trovato particolarmente intrigante, in particolare considerata la vulnerabilità del soggetto posseduto che decide di mettersi in questa situazione pericolosa davanti a un gruppo di adolescenti muniti di cellulare. Io, personalmente, sarei terrorizzato. Forse la potenza di "Talk to Me" sta proprio in questo, è in grado di mettere in scena in maniera efficace situazioni borderline, renderle plausibili e, di conseguenza, avere un impatto sullo spettatore.
Non si tratta di niente di rivoluzionario, per carità, però è bello scoprire punti di vista differenti dal solito mainstream, specialmente quando il risultato finale è così ben riuscito.
Cast: Sophie Wilde, Alexandra Jensen, Joe Bird, Otis Dhanji, Miranda Otto, Zoe Terakes, Chris Alosio, Marcus Johnson, Alexandria Steffensen.
Box Office: $92 milioni
Vale o non vale: Per gli amanti del genere dell'orrore, sicuramente un titolo da recuperare. Le interpretazioni sono buone e l'idea alla base del progetto funziona, per un risultato finale che inquieta.
Premi: /
Parola chiave: Mano.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 21 marzo 2023

Film 2171 - Knock at the Cabin

Intro: Il trailer ci aveva davvero molto incuriosito, per cui ci siamo fiondati al cinema appena uscito il film nelle sale.

Film 2171: "Knock at the Cabin" (2023) di M. Night Shyamalan
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: ancora una volta, come sempre, M. Night Shyamalan porta al cinema una pellicola dalle premesse promettenti, ma uno svolgimento deludente.
"Knock at the Cabin", infatti, parte da un'idea intrigante: una famiglia (omogenitoriale) si reca in vacanza in uno chalet di montagna, dove tutto sembra inizialmente filare liscio. Poi, a sorpresa, quattro sconosciuti si presentano alla porta, richiedendo che uno dei componenti della famiglia venga sacrificato in nome della salvezza dell'umanità. Non importa chi sceglieranno tra i due papà o la piccola figlia adottiva, l'importante è che sia la famiglia a scegliere.
Se, fino a qui, il film riesce a mantenere le promesse del trailer, oltre questo punto la storia comincia a perdersi, al pari dell'interesse dello spettatore. 
I quattro sconosciuti dell'apocalisse sono personaggi poco incisivi di cui, di fatto, viene approfondito solamente il personaggio interpretato da Dave Bautista, relegando gli altri tre a una marginalità (e, francamente, "dimenticabilità") che danneggia il racconto e la suspense in generale. 
In aggiunta, la mancanza di una motivazione alla base della terribile richiesta di sacrificio, non fa che indebolire la trama e distrarre chi guarda. Sì, è in gioco il destino dell'umanità... ma perchè? Chi la minaccia? Per quale motivo e a che scopo?
La sensazione finale, considerate le varie "piaghe" che si abbatteranno sulla terra durante la durata del racconto, è che si tratti di una sorta di punizione divina e fa strano, onestamente (e vista la scelta della coppia gay), che sia proprio questa famiglia con due papà a) 
ad avere le sorti di ogni persona sul pianeta tra le mani e b) la causa di tutta la sofferenza conseguente alla scelta che, per forza di cose, sentono di non riuscire a fare. 
Mi rendo conto che il film sia tratto dal romanzo horror "The Cabin at the End of the World" di Paul G. Tremblay e che, quindi, le scelte narrative siano necessariamente legate al prodotto da cui deriva, sta di fatto che ho trovato questo mix di "famiglia gay + apocalisse + sacrificio umano + sorti dell'umanità + piaghe e disatri" un connubio strano che veicola - vuoi o non vuoi - uno strano messaggio.
Al contempo, il film stesso mi ha dato l'impressione che non sapesse bene quale messaggio volesse portare all'attenzione del suo pubblico: spacciato per un horror, ma di fatto più thriller psicologico con accenni religiosi e un pizzico di famiglia moderna LGBTQIA+, "Knock at the Cabin" funziona in termini estetici (bella fotografia) e di premesse, ma non riesce a trasformare l'intrigo iniziale in qualcosa di innovativo o anche solo elettrizante da guardare.
Cast: Dave Bautista, Jonathan Groff, Ben Aldridge, Nikki Amuka-Bird, Kristen Cui, Abby Quinn, Rupert Grint.
Box Office: $54.1 milioni
Vale o non vale: Francamente mi sento di dire che, rispetto ad altri titoli di Shyamalan, questo non è il più terribile. Rimane il fatto che le premesse iniziali sono disattese e la fregatura della promessa horror non mantenuta sicuramente infastidirà non pochi. L'ennesimo film del regista de "Il sento senso" che mi sento di riassumere come "tanto rumore per nulla".
Premi: /
Parola chiave: Sacrifice.
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Bengi

martedì 28 febbraio 2023

Film 2168 - Tár

Intro: Cate Blanchett esce al cinema con un nuovo film e io, da bravo discepolo, corro al volo.

Film 2168: "Tár" (2022) di Todd Field
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: avevo gigantesceh aspettative per questa pellicola per due semplici moditivi: la pioggia di critiche positive e a tratti entusiaste e, manco a dirlo, Cate Blanchett.
Per quanto riguarda l'inarrivabile attrice australiana, inutile dire che praticamente il film vale anche solo per lei. Dico praticamente perché in realtà gli altri elementi positivi di questo "Tár" ci sono, ovvero una bellissima fotografia, musiche molto interssanti di Hildur Guðnadóttir e una bravissima Nina Hoss che fa la parte della compagna del genio, silenziosa e quasi invisibile, eppure sempre presente anche se solo sullo sfondo, impossibile da dimenticare. Un'interpretazione che sembra scontata, ma è l'opposto.
Dicevamo, Cate Blanchett. Splendida. Camaleontica in maniera impressionante, anche se qui quasi ho faticato a capirne il motivo - sarà questa componente molto mascolina di Lydia Tár, per quando non venga mai a mancare l'elemento femminile. Questa sua ennesima prova cinematografica decisamente non è il suo film che preferisco, eppure ritrovare Blanchett sul grande schermo è stato un vero e proprio piacere, dopo una capatina televisiva molto interessante ("Mrs. America"), un titolo che non sono neanche riuscito a finire ("Nightmare Alley") e un altro simpatico quanto sopra le righe ("Don't Look Up"). Diciamo che per quanto si sia tenuta occupata, nessuno dei titoli in cui è stata coinvolta di recente mi aveva conquistato. Nemmeno "Tár" a dire il vero, però almeno qui la ritroviamo quale vera protagonista di un flm evento come non accadeva dai tempi di "Ocean's Eight" e "Thor: Ragnarok" e, diciamocelo, il talento dell'attrice australiana merita di essere messo al centro della storia. Todd Field fa proprio questo e fa centro.
Ora, l'altro motivo che mi ha spinto a vedere questa pellicola: la critica. Pur sapendo che in odore di Oscar le recensioni che girano sono quantomeno altisonanti, diciamo che pure io mi fossi fatto prendere dall'entusiasmo generale. Tra chi parlava del terzo Oscar di Kate, chi elogiava la sceneggiatura di Field e chi l'opera in generale, diciamo che sono entrato in sala con grandi speranze. Che, alla fine, non si sono rivelate totalmente disilluse, però un po' disattese sì. "Tár" è un film lungo (158 minuti), lento e che regala tutto un preambolo sulla musica classica che a) non ho capito (sia perché di musica classica mi intendo pochissimo, sia perché certi concetti così sèecifici spiegati in inglese proprio non li ho afferrati) e b) ho trovato francamente un po' fine a se stesso, il tutto per una storia che crea perfettamente i fantasmi della sua protagonista, il senso di soffocamento, lo scivolamento verso l'inesorabile caduta, però ci arriva con una lentezza che a volte sa quasi di immobilità, che alla lunga stanca.
Lo ammetto, sono uscito da cinema un po' fiaccato da un'esperienza visivamente stimolante, musicalmente interessante, ma narrativamente a tratti un po' impegnativa.
Cast: Cate Blanchett, Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan Corduner, Mark Strong.
Box Office: $16.8 milioni
Vale o non vale: Film non facile, sicuramente non per il pubblico generico, "Tár" è il ritorno in pompa magna che si meritva Cate Blanchett dopo anni di ottimo lavoro, anche se di recente non esattamente memorabile. Con questa performance l'attrice ci ricorda perché ad oggi sia una delle più grandi attrici in circolazione. Lei meravigliosa, il film non lo rivedrei (anche se presenta spunti interessanti e atmosfere a tratti da horror).
Premi: Candidato a 6 Oscar per Miglior film, regia, attrice protagonista (Blanchett), sceneggiatura originale, fotografia e montaggio. Candidato a 3 Golden Globes per Miglior film drammatico e sceneggiatura, ha vinto quello per la Miglior attrice drammatica (Blanchett). 5 candidature ai BAFTAs tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura, Cate Blanchett ha vinto come Miglior attrice. In concorso a Venezia 2022, il film ha vinto la Coppa Volpi per la Miglior attrice (Blanchett).
Parola chiave: Krista.
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mercoledì 8 febbraio 2023

Film 2166 - Promising Young Woman

Intro: Serata casalinga e alla ricerca di un thriller carino da guardare, mi torna in mente questa chicca...

Film 2166: "Promising Young Woman" (2020) di Emerald Fennell
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: una delle pellicole più interessanti della stagione 2020, "Promising Young Woman" funziona anche alla seconda visione.
Sorprendente, audace e raccontato con un piglio unico, il film di Emerald Fennell è un piccolo gioiellino che, nonostante la tematica non certo facile, è un piacere da guardare. Carey Mulligan è semplicemente spettacolare nel film (speravo onestamente ci vincesse l'Oscar) oltre che una sopresa in biondo.
Film 1971 - Promising Young Woman
Film 2166 - Promising Young Woman
Cast: Carey Mulligan, Bo Burnham, Alison Brie, Clancy Brown, Chris Lowell, Jennifer Coolidge, Laverne Cox, Connie Britton, Molly Shannon.
Box Office: $18.9 milioni
Vale o non vale: La palette di colori e la fotografia danno dipendenza, è recitato meravigliosamente, intelligente, a tratti divertente (nonostante la storia sia tutt'altro che da commedia), "Promising Young Woman" è stata una delle più belle sorprese cinematografiche del 2020. Vedere per credere.
Premi: Candidato a 5 premi Oscar per Miglior film, regia, attrice protagonista (Mulligan) e montaggio, ha vinto per la Miglior sceneggiatura originale. 6 nomination ai BAFTA tra cui Miglior film, montaggio e colonna sonora, ha vinto nelle categorie Miglior sceneggiatura originale e film britannico dell'anno. 4 nomination ai Golden Globes per Miglior film drammatico, regia, sceneggiatura e attrice (Mulligan).
Parola chiave: Nina.
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mercoledì 30 novembre 2022

Film 2148 - Barbarian

Intro: Tornato da un velocissimo weekend a Barcellona, dopo l'ufficio me ne vado al cinema per recuperare un horror di cui avevo sentito parlare molto bene...

Film 2148: "Barbarian" (2022) di Zach Cregger
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: era da un po' che non mi capitava di rimanere incollato alla sedia della sala mentre attendo che sopraggiunga l'ennesimo momento di spavento. E, per una buona parte della storia, che spavento!
"Barbarian" funziona alla grande per l'80% della sua durata, partendo in quarta con un'atmosfera inquietante e cupa che mette ansia già a pochi minuti dall'inizio: ragazza (Georgina Campbell) da sola che cerca di entrare nell'Airbnb che ha prenotato, non ci riesce perché il prorpietario non le ha lasciato la chiave. poi, all'improvviso, nell'appartamento (isolatissimo!) si accende una luce e, neanche a dirlo, pare esserci qualcuno...
Questo, in realtà, è solo l'inizio di un inizio di storia che prenderà il largo spaziando ben oltre i confini di una casa maledetta che emana energie sinistre dal momento in cui vi mettiamo piede dentro. E' tutto a posto, eppure si capisce fin da subito che c'è qualcosa che non va... E poi ci possiamo davvero fidare dell'altro ragazzo (Bill Skarsgård) che parrebbe essere solamente un altro affittuario dell'Airbnb?
Insomma, il pretesto parrebbe semplicissimo - un appartamento, ma due prenotazioni sovrapposte per lo stesso giorno, ovvero un caso di overbooking - eppure man mano che prosegue il racconto, il film di Zach Cregger non smette mai di rivelare un nuovo strato della storia che, vedere per credere, va sempre più a fondo in una vicenda inquietante e bizzarra.
Ed è sul bizzarro che "Barbarian" un po' incespica, finendo per raccontare un finale che perde di quell'aura di mistero e a tratti sfiora un comico che non mi aspettavo. Non necessarimente un male, ma sicuro altera l'atmosfera creata fino a quel momento sapientemente, per sfociare in una sorta di caccia all'uomo che, pur nella sua assurdità, non manca di mantenere alta l'attenzione dello spettatore.
In ogni caso un ottimo film dell'orrore, tesissimo e per niente scontato (per quanto a tratti mi abbia ricordato "Don't Breathe") che regala momenti spaventosi e una valanga di colpi di scena, per un tour de force emotivo che, di questi tempi, è una gioia rara.
Cast: Georgina Campbell, Bill Skarsgård, Justin Long, Richard Brake, Kurt Braunohler, Kate Bosworth.
Box Office: $45.3 milioni
Vale o non vale: Gli amanti dell'horror apprezzeranno. Il miglior film di paura che ho visto quest'anno (e da un bel po' a questa parte).
Premi: /
Parola chiave: Corda nel muro.
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mercoledì 12 ottobre 2022

Film 2139 - Smile

Intro: Nuovo appuntamento al cinema, questa volta in chiave horror!

Film 2139: "Smile" (2022) di Parker Finn
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Paul
In sintesi: il film sulla bocca di tutti nelle ultime due settimane è un titolo su cui non avrei francamente scommesso una lira. "Smile", in silenzio e a suon di sorrisi inquietanti, sbanca il botteghino americano alla prima settimana e fa fuori la concorrenza piazzandosi alla prima posizione (poi di nuovo in testa anche questa seconda settimana).
Il merito va certamente alla poca concorrenza e, va detto, un'idea intrigante dietro alla premessa del film, che poi però si perde dietro a un copia e incolla un po' troppo goffo. Poi, per carità, di per sé il film non è male, ma sicuramente non ridefinisce in alcun modo il genere di paura.
Sarà che siamo sempre più a tiro con Halloween, sarà che c'è veramente poco altro da vedere, di fatto "Smile" si è proposto come sufficiente alternativa ad un altrimenti blandissimo fine settembre-inizio ottobre cinematografico, oltre che un periodo piuttosto lungo senza un titolo dell'orrore.
Sia quel che sia, la pellicola con la figlia d'arte Sosie Bacon (Kevin Bacon + Kyra Sedgwick) regala un preambolo be architettato: una psichiatra riceve una paziente appena ricoverata che dice di essere perseguitata da una presenza capace di manifestarsi in forma umana. La differenza, però, è che quando questo accade, le persone la fissano sorridendo con un ghigno inquietante.
La paziente finirà, poi, per suicidarsi di fronte alla dottoressa che, col passare del tempo, comincerà a notare lo stesso fenomeno. Fin qui, devo dire, tutto funziona.
I problemi cominciano a verificarsi col procedere della storia. Innanzitutto il ritmo del film crolla improvvisamente e, per un po', si ha la senszione che non succeda quasi nulla. Quando si supera questo stallo, comunque, lo spettatore ha già avuto il tempo di capire cosa stia succedendo alla protagonista, quale sia il mistero che si cela dietro questi sorrisi. Il punto, però, è che la protagonista non ci è ancora arrivata e ci metterà ancora del tempo (e non poco) per mettersi in pari. La storia è così ovvia che non si capisce come una donna intelligente come Rose (Bacon) - abituata tra l'altro a dover adattare velocemente il suo pensiero alle circostanze che la circondano - non riesca ad intuire che, sì, la trama di "Smile" è totalmente scopiazzata da quella di "The Ring". Paro paro. (*Spoiler*) Si guarda qualcosa che innesca un meccanismo malefico che, nel giro di una settimana, porterà alla morte della persona. Per rimuovere la maledizione si dovrà fare a qualcun'altro quella cosa che innesca il meccanismo e così via.
Quindi no, il racconto qui non presenta davvero niente di nuovo, anche se va detto che il film approfondisce efficacemente il trauma infantile della protagonista, sfruttando intelligentemente le caratteristiche comportamentali del mostro a favore della trama e la caratterizzazione del personaggio.
Detto questo, per concludere, aggiungo che la recitazione di uno dei protagonisti, Jessie T. Usher, è imbarazzante. Dall'inizio alla fine.
Insomma, "Smile" non è certo un capolavoro, ma fa spaventare quanto basta e intrattiene a dovere in vista di una notte delle streghe che si fa sempre più vicina.
Film 2139 - Smile
Film 2322 - Smile 2
Cast: Sosie Bacon, Jessie T. Usher, Kyle Gallner, Caitlin Stasey, Kal Penn, Rob Morgan, Robin Weigert, Judy Reyes.
Box Office: $95 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: La trama ricorda per tanti aspetti "The Ring", ma tutto sommat ola visione non è male. A volte il film è talmente esagerata da suscitare qualche risata, ma il finale riscatta un secondo atto a volte traballante.
Premi: /
Parola chiave: Madre.
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venerdì 24 settembre 2021

Film 1825 - As Above, So Below

Intro: Torniamo all'horror con uno dei miei titoli preferiti degli ultimi tempi.

Film 1825: "As Above, So Below" (2014) di John Erick Dowdle
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: a mio avviso sempre un gran horror, efficace ad ogni visione (poi le catacombe di Parigi sono un luogo piuttosto inquietante a prescindere dalla storia di questo film...).
Film 794 - Necropolis - La città dei morti
Film 794 - Necropolis - La città dei morti
Film 1825 - As Above, So Below
Cast: Perdita Weeks, Ben Feldman, Edwin Hodge, François Civil, Marion Lambert, Ali Marhyar.
Box Office: $41.9 milioni
Vale o non vale: La trama funziona, il film è spaventoso quanto basta e il risultato finale non delude. Viaggio all'inferno andata e ritorno per un titolo che mescola Dante, antico Egitto, Nicolas Flamel, Parigi e la tradizione horror hollywoodiana. Funziona.
Premi: /
Parola chiave: Truth.

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Bengi

giovedì 1 luglio 2021

Film 2022 - Kiss Kiss Bang Bang

Intro: Filmetto casalingo in cucina scelto da Oisin, sicuro di optare per qualcosa che ci avrebbe fatto tutti divertire.

Film 2022
: "Kiss Kiss Bang Bang" (2005) di Shane Black
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Oisin, Kate
In sintesi: senza volerlo con questo titolo ho recuperato il titolo mancante della filmografia da regista di Shane Black. Ora che li ho visti tutti e 4 ("Iron Man 3", "The Nice Guys", "The Predator") mi sento decisamente meglio.
Boiate a parte, "Kiss Kiss Bang Bang" sembrerebbe avere tutte le carte in regola per essere un film divertente ed estremamente politicamente scorretto - si fa pipì su un cadavere... per dire... - il problema per me è stato che di fatto non ho capito quasi una mazza dei dialoghi. Sì, a grandi linee ho compreso la storia e Oisin ogni tanto mi riassumeva passaggi che non avevo recepito - che anche lui poi non è che lo comprenda sempre alla perfezione col suo accento stretto e il tono di voce al decibel del bisbiglio - sta di fatto che questa pellicola mi è scivolata un po' addosso con indifferenza. Non è assolutamente colpa del film in sé, ma delle circostanze.
Detto questo Robert Downey Jr. e Michelle Monaghan funzionano bene insieme e Val Kilmer ha una parte interessante. Tutto il resto sullo sfondo fa molto rumore, ma non sono sicuro a giusta ragione.
Cast: Robert Downey Jr., Val Kilmer, Michelle Monaghan, Corbin Bernsen, Ariel Winter.
Box Office: $15.8 milioni
Vale o non vale: Un po' sulla scia del (successivo) "The Nice Guys", tra il divertente e lo sgangherato e con un Robert Downey Jr. che fa Robert Downey Jr. al suo meglio, "Kiss Kiss Bang Bang" è probabilmente una buona scelta di disponete di un buon impianto audio, sottotitoli, una versione in una lingua a voi familiare. Poi sistemati questi dettagli magari vi divertite anche...
Premi: /
Parola chiave: Underwear.

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sabato 6 marzo 2021

Film 1965 - Cocktail

Intro: Mi prendo una pausa dalla ricerca per il mio progetto universitario e decido di vedere un film di cui avevo sempre sentito parlare e non avevo mai avuto l'occasione di recuperare. E del quale conoscevo una scena iconica.
Peccato che fosse il film sbagliato.
Film 1965: "Cocktail" (1988) di Roger Donaldson
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: "Cocktail" è tutto quello che non mi aspettavo da questo film e, soprattutto, non il film che pensavo di stare per vedere (che era poi "Risky Business", recuperato qualche sera dopo). Insomma, una sorpresa sotto molteplici punti di vista.
Un po' perché si tratta di una gran boiata, un po' perché si tratta di una di quelle boiate che si prende molto sul serio, il che rende il risltato finale ancora più godibile, devo ammettere.
Poi, diciamoci la verità, rivedrei "Cocktail"? Assolutamente no, però togliersi uno sfizio non ha mai fatto del male a nessuno (anche se era lo sfizio sbagliato).
Cast: Tom Cruise, Bryan Brown, Elisabeth Shue, Gina Gershon, Kelly Lynch, Lisa Banes.
Box Office: $171.5 milioni
Vale o non vale: Un po' 80s nostalgia, un po' baggianata per teenagers desideros* di una shakerata da Tom Cruise, "Cocktail" mette in scena una serie considerevole di elementi drammatici (come suicidio e disperazione), mixando il tutto in un calderone che si prende molto sul serio, ma non riesce a stare al passo con il tono che vorrebbe dare al prodotto finale. Quindi va un po' così, prendere o lasciare.
Premi: Candidato al Golden Globe e al Grammy per la Migliore canzone originale ("Kokomo"). Candidato a 4 Razzie Per Peggior film, sceneggiatura, regia e attore protagonist (Cruise), il film ha vinto nelle prime due categorie.
Parola chiave: Cocktails & Dreams.

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sabato 30 novembre 2019

Film 1685 - A Star Is Born

Intro: Il caso cinematografico e pop del 2018, ovvero imperdibile!
Film 1685: "A Star Is Born" (2018) di Bradley Cooper
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: onestamente ero molto, molto scettico. Sia perché non trovavo necessario il terzo remake di uno stesso film, sia perché la scelta di Lady Gaga come protagonista mi pareva discutibile. Col passare del tempo e considerato il successo globale riscontrato, una parte di me era assurdamente curiosa di capire come potesse essere successo che un titolo a cui avevo dato così poco credito potesse aver trovato un riscontro tanto sensazionale.
Ora diciamocelo, "A Star Is Born" non è un capolavoro, ma sicuramente ha il grande pregio di combinare intelligentemente una storia vecchia come il mondo - lui famoso e su una strada difficile, lei sconosciuta e talvolta indifesa, ma estremamente talentuosa: si innamorano e collaborano - con una colonna sonora molto contemporanea e ben riuscita grazie a una Lady Gaga in formissima e un Bradley Cooper sorprendentemente dotato. Detto questo, a mio avviso i grandi prodigi di questa pellicola terminano qui. Gaga è brava a fare Gaga, ovvero una cantante non convenzionalmente bella, ma dalla voce e il talento pazzeschi, il che non sminuisce la sua performance, ma di certo non la eleva a indimenticabile. E fino ad ora l'ho sempre vista vestire i panni dell'eccentrica o della dotata, che sia qui, in "Sin City: A Dame to Kill For" o "American Horror Story: Hotel". Insomma, mi pare giocasse un po' in casa. Mentre ho trovato eccessiva la fine riservata al personaggio di Cooper, Jack, a tratti quasi scontata;
"A Star Is Born" mi ha lasciato una buona impressione generale, anche se non ho stabilito una connessione con i suoi personaggi protagonisti o la storia in generale. Mi aspettavo il finale drammatico visto il rimando quasi didascalico di una scena iniziale e nonostante tutte le mie buone intenzioni non mi sono innamorato della coppia Ally + Jack come, invece, ha fatto il resto del globo. Col tempo, però, ho imparato ad apprezzare "Shallow" che, ammetto, avevo inizialmente ignorato e anche con un certo stupido snobismo.
A un anno di distanza da quando ho visto la pellicola al cinema, comunque, sento di poter dire di aver in parte rivalutato la mia prima impressione su questo remake che no, non è un capolavoro, ma è certamente meglio di quello che sarebbe potuto essere stato (ovvero un disastro. Tra i tanti considerati anche Beyoncé, Tom Cruise, Will Smith e Jennifer Lopez...).
Cast: Lady Gaga, Bradley Cooper, Andrew Dice Clay, Dave Chappelle, Sam Elliott, Greg Grunberg, Shangela, Willam, Ron Rifkin, Michael Harney, Halsey, Alec Baldwin.
Box Office: $435 milioni
Vale o non vale: Fan di Gaga buttatecivi come se non ci fosse un domani; fan dei musical qui c'è pane per i vostri denti; fan di Cooper non rimarrete indifferenti al suo fascino da bello e dannato (e pure un po' abbrustolito visto il livello di pigmentazione cutanea facciale). Per tutti gli altri questo "A Star Is Born" è un esperimento che può piacere per innumerevoli ragioni, come non. Io mi aspettavo di meglio sicuramente, ma col tempo ho imparato a riconsiderarne certi aspetti sicuramente ben riusciti e realizzati.
Premi: Candidato a 8 Oscar - tra cui Miglior film, sceneggiatura, attrice protagonista (Gaga), attore protagonista e non protagonista (Cooper e Elliott) - la pellicola ha vinto per "Shallow" come Miglior canzone originale (Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando, Andrew Wyatt). 5 nomination ai Golden Globe (anche Miglior film e attori protagonisti) e premio per la Miglior canzone. Ai BAFTA il film ha vinto per la Migliore musica su 7 nomination (anche qui Miglior film e attori). Ai Grammy di quest'anno la pellicola - candidata anche per Record of the Year e Song of the Year - ha vinto 2 premi per Best Pop Duo/Group Performance e Best Song Written for Visual Media per "Shallow"; ai Grammy 2020 il film ha ricevuto 3 ulteriori menzioni: Best Compilation Soundtrack for Visual Media e Song of the Year e Best Song Written for Visual Media per la canzone "I'll Never Love Again".
Parola chiave: Musica.

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martedì 5 novembre 2019

Film 1673 - The Nun

Intro: Adoro "The Conjuring" e gli horror in generale: potevo farmi scappare questo titolo?!
Film 1673: "The Nun" (2018) di Corin Hardy
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: beh, beh, beh, da chi ha portato al cinema "The Conjuring" e "Annabelle" mi aspettavo davvero molto, molto di più. Questo "The Nun" non solo non aggiunge niente alla saga in sé, ma è proprio un prodotto mal riuscito. La trama è inesistente, il film non fa paura - gli unici momenti di spavento sono costruiti tramite apparizioni improvvise o balzi del suono - e il risultato finale è a dir poco deludente. Peccato, perché l'ambientazione e l'atmosfera ci sono tutte e le premesse parrebbero sufficienti a far sperare all'ennesimo buon prodotto di paura. La realtà è che questa volta il franchise ha toppato e non di poco (nonostante l'ottimo risultato al botteghino parrebbe suggerire il contrario. Non a caso ci sarà un sequel).
Ps. La protagonista Taissa Farmiga è la sorella minore di Vera Farmiga che, in "The Conjuring", interpreta Lorraine Warren.
Film 578 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1179 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1190 - The Conjuring - Il caso Enfield
Film 1450 - The Conjuring 2
Film 2029 - The Conjuring: The Devil Made Me Do It
Film 804 - Annabelle
Film 1157 - Annabelle
Film 1405 - Annabelle: Creation
Film 1657 - Annabelle: Creation
Film 1782 - Annabelle Comes Home
Film 1673 - The Nun
Film 2216 - The Nun II
Film 1774 - The Curse of La Llorona
Cast: Demián Bichir, Taissa Farmiga, Jonas Bloquet, Bonnie Aarons, Charlotte Hope, Ingrid Bisu, Patrick Wilson, Vera Farmiga, Lili Taylor.
Box Office: $365.6 milioni
Vale o non vale: Chi ha apprezzato quanto finora fatto fin qui dalla saga di "The Conjuring" & co. potrebbe apprezzare, nonostante l'evidente dislivello qualitativo tra i prodotti precedenti e questo titolo. A tutti gli altri consiglio di rivolgersi altrove.
Premi: /
Parola chiave: Valak.

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giovedì 5 settembre 2019

Film 1799 - Klute

Intro: Il 7 settembre 2018 ho conosciuto Chris a Sydney per caso e, un mese dopo, ci siamo rivisti ad Auckland, non più per caso.
Da allora so qual è il suo film preferito e anche se l'avevo scaricato ormai quasi un anno fa, non avevo mai trovato l'occasione giusta per vederlo. Ne ho approfittato la settimana scorsa quando, con lui a Queenstown per qualche giorno, ci siamo ritagliati del tempo per vedere il film insieme.
Film 1799: "Klute" (1971) di Alan J. Pakula
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Chris
In sintesi: la mia visione di "Klute" è stata tutt'altro che regolare. Per recuperare una pellicola di neanche due ore, forse ce ne abbiamo messe tre, tra pause, scambio di opinioni, ragionamenti sulla messa in scena e le tecniche di narrazione. E' stato molto interessare seguire la storia con chi come Chris l'ha analizzata da cima a fondo, facendomi notare dettagli o concentrare su risvolti che, da solo, probabilmente non avrei notato. In generale ho molto apprezzato "Klute" come prodotto cinematografico, molto dark e inquietante in non poche parti grazie al racconto di un serial killer che, per coprire le proprie tracce, uccide chi potrebbe incastrarlo, comprese alcune squillo; a rischio anche Bree Daniels (Fonda) che, prima nel tentativo di mettersi in salvo e poi alla ricerca della verità, finirà per cercare l'aiuto di John Klute (Sutherland);
non mancano toni paranoici e una buona dose di voyerismo veicolato specialmente dalla telecamera di Pakula, molto spesso nascosta ad emulare il punto di vista di chi stia spiando la propria vittima. Non bastasse, colonna sonora e registrazioni audio aggiungono quel tono angosciante e losco che conferisce a "Klute" un'anima tormentata; in questo senso anche le sedute d'analisi della protagonista contribuiscono ad amplificarne la drammaticità;
insomma, prodotto molto 70s dalla trama intrigante e risultato finale interessante. Durante la visione mi sono tornati in mente alcuni titoli di Dario Argento - a Chris ho consigliato "Profondo rosso" - e, a posteriori, quel "All the President's Men" proprio di Pakula.
Cast: Jane Fonda, Donald Sutherland, Charles Cioffi, Roy Scheider, Dorothy Tristan, Rita Gam, Nathan George, Vivian Nathan, Jean Stapleton, Sylvester Stallone.
Box Office: $12,512,637
Vale o non vale: Prodotto interessante e decisamente, profondamente anni '70. Immagini e sonoro non sono perfetti - come del resto l'acconciatura della povera Bree Daniels -, ma in generale un prodotto da recuperare. Interessante il finale, aperto a due possibilità.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar per Miglior sceneggiatura originale e Miglior attrice protagonista (Jane Fonda), vince per il secondo; stesse nomination e stessa vittoria ai Golden Globes. 1 candidatura ai BAFTA per la Miglior attrice
Parola chiave: Black book.

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lunedì 10 giugno 2019

Film 1608 - I, Robot

Intro: Guilty pleasure...
Film 1608: "I, Robot" (2004) di Alex Proyas
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in generale carino, anche se la storia rende solo in parte giustizia alle idee di Asimov, perdendosi, come al solito, nei megalomani meandri del "tutto esplode". Non è un male di per sé, scegliendo di vedere questa pellicola si scende a patti con questa consapevolezza fin dal principio, è solo un peccato sprecare i preamboli interessanti di una storia come questa lanciandosi in una rappresentazione alquanto banale di cosa potrebbe andare storto nel momento in cui i robot (o l'intelligenza artificiale in generale) finisse per guadagnare consapevolezza di sé e realizzasse che, dopo tutto, la razza umana non è così fondamentale. Se, in generale, il tema portante della storia non pare troppo originale di questi tempi, ricordatevi solo che l'idea di Asimov risale agli anni '50;
Will Smith è sempre un ottimo protagonista e, in titoli come questi, non manca di mettersi in gioco tra azione e sparatorie. In questo caso il nemico parrebbe essere la scienza e starà a lui, detective della polizia di Chicago del 2035, a dover cercare di capire cosa bolla in pentola.
Ps. Qui di seguito le Tre leggi della robotica elaborate da Asimov e che stanno alla base anche di questo film:
1. Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
2. Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
3. Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.
Cast: Will Smith, Bridget Moynahan, Bruce Greenwood, James Cromwell, Chi McBride, Alan Tudyk, Shia LaBeouf.
Box Office: $347.2 milioni
Vale o non vale: Intrigante lo spunto narrativo di partenza, meno riuscito il resto della storia, "I, Robot" rimane comunque un blockbuster piacevole che non sarà un capolavoro, ma è capace di intrattiene.
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Suicidio.

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venerdì 26 aprile 2019

Film 1555 - The Company Men

Intro: In tutta onestà non ero molto interessato a vedere questo film, ma ogni tanto bisogna anche venirsi incontro.
Film 1555: "The Company Men" (2010) di John Wells
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: sono sempre un po' prevenuto a vedere non solo i film con Affleck, ma soprattutto quelli con lui che non sono andati bene al botteghino. Ammetto che mi sono dovuto ricredere, "The Company Men" è un film interessante e ben fatto;
storia interessante che tratta il periodo della recente recessione in America, mettendo a fuoco le sfortune lavorative di Bobby Walker (Affleck) che, a seguito del licenziamento dal buon lavoro presso una compagnia che si occupa della costruzione di navi, deve non solo ritrovare la fiducia in sé stesso, ma anche ricominciare da zero e capire come sopravvivere durante la crisi. La sceneggiatura non fa sconti a nessuno e regala una rappresentazione asciutta e credibile della vicenda che racconta, evitando toni eccessivamente drammatici o pietosi. Pur non essendo un capolavoro, il film funziona.
Cast: Ben Affleck, Chris Cooper, Kevin Costner, Tommy Lee Jones, Rosemarie DeWitt, Maria Bello, Craig T. Nelson.
Box Office: $8.1 milioni
Vale o non vale: per quanto di fiction, un racconto onesto e lucido del periodo di recessione dell'economia americana che mette a fuoco i meccanismi innescati dalla crisi: c'è chi perde (il lavoro, ma non solo) e c'è chi ha molto da guadagnare. Interessante.
Premi: /
Parola chiave: Lavoro.

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mercoledì 26 settembre 2018

Film 1512 - Inception

Intro: this is one of my favourite movies, so there shouldn't be no surprise if I decide to watch it for the umpteenth time. Also, I think this is the first time I'm watching it in English...
Film 1512: "Inception" (2010), Christopher Nolan
Watched: my laptop
Language: English
Watched with: Fre
Briefly: Nolan at his best. The movie has rhythm, a very well thought (and written) plot, and a wonderful idea behind it all: is it possible to instil ideas in people's mind and make them believe that is actually a self-produced thought? "Inception" then appears to be more than just a motion picture, it's kinda like an experiment;
the cast is great and I really believe that everyone has got the right part. DiCaprio and Cotillard are the sweetest and saddest couple;
visual effects are amazing and watching this film is really entertaining. It makes you wonder how did they manage to create a world made out of dreams. Unbelievably stunning to watch. Also, the soundtrack - by Hans Zimmer - is just amazing. listen to it to believe me.
Film 156 - Inception
Film 339 - Inception
Film 1062 - Inception
Film 1512 - Inception
Cast: Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Marion Cotillard, Ellen Page, Tom Hardy, Cillian Murphy, Tom Berenger, Michael Caine.
Box Office: $828.3 milion
Worth watching?: the perfect choice if you need a really entertaining night. "Inceptions" requires attention and faith, it is not that kind of movie that you can just put on and pretend to listen. Follow the story and its characters carefully and you'll not be disappointed.
Awards: 4 Oscars (Cinematography, Sound Mixing, Sound Editing and Visual Effects), 3 BAFTAs (Production Design, Sound, Visual Effects) and 4 Golden Globes nominations.
Key word: Maze.

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lunedì 13 novembre 2017

Film 1436 - The Snowman

Ho speso $21.5 per vedere questo film al cinema. Soldi buttati.

Film 1436: "The Snowman" (2017) di Tomas Alfredson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Christian
Pensieri: "The Snowman" ovvero il film senza trama. O almeno potrebbe averla, peccato che la sceneggiatura si dimentichi un po' troppo spesso di spiegare allo spettatore che cosa stia succedendo o perché.
E' evidente che le intenzioni sono buone dato che la produzione è molto curata, le atmosfere suggestive e il cast è da grandi occasioni, peccato che si sprechi la ghiotta occasione in nome di una sorta di sottinteso che, però, è tale solo per gli autori o chi abbia letto il libro di Jo Nesbø da cui la pellicola è tratta, anche se non credo che la storia abbia un senso nemmeno per loro considerato che, da quello che ho potuto capire via Wikipedia, la trama del libro è completamente diversa.
La cosa davvero fastidiosa è che di tutti gli indizi fatti emergere, di tutte le piste seguite, di tutti gli elementi in ballo, niente finisce per combaciare e, anzi, la sensazione finale è che tutto il mix di personaggi e avvenimenti presentato sia solo la lunga scusa da sopportare per arrivare a un finale non solo banale, ma anche facilmente intuibile (io non sono una volpe, ma verso metà film c'ero già arrivato per semplice esclusione). Quindi sono tantissime le domande che non trovano risposta, delle quali le più eclatanti a mio avviso sono:
1) perché l'assassino ce l'ha con e prende di mira la famiglia del protagonista Harry Hole (Michael Fassbender)?;
2) a parte fotografare disgraziate nude, qual è nella vicenda il ruolo preciso di Arve Stop (J.K. Simmons)?;
3) che senso ha scomodare addirittura una sorella gemella di una delle vittime (Chloë Sevigny) se poi le si dà a malapena una battuta?;
4) perché mai uno che fa disinfestazioni dovrebbe avere libero accesso all'appartamento di un cliente senza che questo ne sia a conoscenza?;
5) perché siamo ad Oslo e girano tutti senza sciarpa e guanti in pieno inverno quando io, semplicemente ad ottobre, quando ero lì indossavo pure due paia di pantaloni e usava sempre il cappuccio della giacca per rimanere più caldo?;
6) perché non spiegare che Rafto (Val Kilmer), ex investigatore, era colui che aveva indagato sul serial killer del pupazzo di neve tanti anni prima e che quello di adesso è un mitomane?;
7) perché il nuovo marchingegno elettronico in dotazione alla polizia per accumulare le prove durante le indagini non fa nemmeno un back-up dei vecchi dati salvati? Dopo che Katrine Bratt (Rebecca Ferguson) fa praticamente 780 video di ogni cosa, all'assassino basta fare click su 'cancella dati' per svuotare completamente la memoria... Ma allora qual è l'utilità di quell'affare?;
8) all'inizio del racconto la madre del ragazzino, dopo essere stata scoperta a fare sesso con un vecchio poliziotto che l'ha pure appena menata, si suicida non prima di avergli promesso di rivelare a sua moglie che è il padre del giovane. Subito ero stato portato a pensare che la donna venisse regolarmente stuprata e che, dopo l'orrenda scoperta da parte del figlio, avesse trovato il coraggio di confrontare il suo aguzzino e finalmente respingerlo. Quando però il poliziotto se ne va la donna lo insegue disperata, tanto che poi finirà per suicidarsi nel lago. Ma qual è il senso di farci vedere questa introduzione dalle tinte bipolari?;
9) e perché la prescrizione delle pillole è l'elemento chiave della storia? Perché!?!?
Ora la smetto con la lista dei quesiti che poi rischio di sembrare La Repubblica e le sue 10 domande a berlusconi...
Dunque, per riassumere, "The Snowman" parte con in suo possesso tutti gli elementi per risultare un buon successo, dal bestseller internazionale al cast di grido, buttando tutto alle ortiche in nome di quella che potremmo definire una sorta di pigrizia, quasi che fosse banale spiegare al pubblico il senso della propria trama e del proprio prodotto. Perché ok, Harry Hole è strano e apatico, alcolizzato e bisognoso di superare i propri traumi, ma questo non significa che il prodotto che lo vede protagonista possa condividerne sembianze e atteggiamenti sciatti e autodistruttivi. Così facendo si ottiene solo un film banale e superficiale, un thriller caotico in cui l'unico elemento capace di aiutarti a mettere in ordine tutti gli elementi è soltanto Wikipedia.
Cast: Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, Jonas Karlsson, Val Kilmer, J. K. Simmons, Chloë Sevigny, Toby Jones, James D'Arcy, David Dencik, Genevieve O'Reilly.
Box Office: $34.5 milioni (ad oggi)
Consigli: Brutto e fatto male, ridicolo in alcuni passaggi e in generale con una serie di giganteschi buchi nella trama, questo thriller si rivela fin da subito privo di qualsivoglia appeal che vada oltre gli attori, l'ambientazione inusuale o il libro da cui cui è tratta la storia. Per cui, onestamente, lasciate perdere.
Parola chiave: Trauma infantile.

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sabato 23 settembre 2017

Film 1411 - Blue Jasmine

Avevo comprato il dvd un sacco di tempo fa (anni?) e non mi ero mai trovato nella situazione di volerlo usare. Poi da un po' di tempo a questa parte era maturata in me la voglia di vedere nuovamente questa pellicola... Dovevo solo trovare il momento giusto!

Film 1411: "Blue Jasmine" (2013) di Woody Allen
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ma cosa le vuoi dire a Cate Blanchett se non brava?! Anzi, bravissima!
Dopo aver atteso un bel po' prima di decidermi finalmente a recuperare questo film in lingua, devo dire che sono rimasto ancora più soddisfatto della prima visione. Sì, ho di nuovo pensato che si trattasse di una "versione moderna" di "Un tram che si chiama desiderio", ma è innegabile che anche solo per la grande performance della Blanchett il film viva di rendita, a prescindere dalle reminescenze più o meno velate che genera. Poi devo ammettere che con questa seconda visione ho apprezzato di più il lavoro di Sally Hawkins, attrice che forse troppo spesso rimane confinata alle seconde parti, ma meriterebbe ben più spazio e riconoscimento (anche se va detto che per questo ruolo l'attrice è stata candidata all'Oscar e al Golden Globe e che nel 2009 ne vinse uno per "La felicità porta fortuna - Happy Go Lucky").
In generale comunque "Blue Jasmine" vive di due ottime protagoniste, un cast eterogeneo e ben assortito, un Woody Allen particolarmente lucido e un risultato finale compatto e particolarmente soddisfacente. Colpisce con quanta cura venga rappresentata la protagonista Jasmine, in viaggio con un biglietto di sola andata per un esaurimento nervoso dopo lo scandalo dell'arresto e conseguente suicidio del marito truffatore, donna fragile e priva di qualsiasi contatto con la realtà. proverà a rimboccarsi le maniche per emergere dal pantano in cui si è trasformata la sua vita, ma riuscirà a farcela? Recuperate "Blue Jasmine" per scoprirlo... Ps. Candidato a 3 Oscar, ha vinto quella per la Miglior attrice protagonista (Blanchett). Nella stessa categoria ha trionfato praticamente in qualunque altro premio, compresi Golden Globes e BAFTAs.
Pps. Dopo aver finito di scrivere il mio pensiero, sono andato a leggere la scheda del film di Wikipedia Italia e scopro - cito - che «Il film è un omaggio a Un tram che si chiama desiderio, pièce di cui echeggia la trama».
Film 647 - Blue Jasmine
Cast: Cate Blanchett, Sally Hawkins, Alec Baldwin, Peter Sarsgaard, Louis C.K., Andrew Dice Clay, Bobby Cannavale, Michael Stuhlbarg.
Box Office: $97.5 milioni
Consigli: Marito truffatore, tradimenti, suicidio, problemi psicologici, alcolismo, problemi famigliari, solitudine, psicofarmaci sono solo alcuni degli elementi presenti nella trama di "Blue Jasmine", uno dei titoli più riusciti della recente filmografia di Allen. Chi apprezza il grande artista newyorkese non può perdersi questo suo lavoro come, del resto, chi ama la praticamente sempre perfetta Blanchett. Insieme qui sono una bomba.
Parola chiave: Crack finanziario.

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