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venerdì 15 novembre 2024

Film 2322 - Evil Dead Rise

Intro: Continua la scia di film dell'orrore. Mi era rimasto questo titolo da recuperare dal gruppetto di pellicole che mi ero preparato in vista di Halloween.

Film 2322: "Evil Dead Rise" (2023) di Lee Cronin
Visto: dal computer
Lingua: inglese
Compagnia: Sarah
In sintesi: ricordavo quanto grafico e violento fosse il precedente remake dell'originale "Evil Dead" che avevo visto anni fa al cinema, quindi onestamente non mi aspettavo nulla di diverso da questo "Evil Dead Rise". E avevo ragione.
Possessioni demoniache, litri e litri di sangue, arti mozzati e compagnia bella, il film di Lee Cronin di certo non si sottrae in termini di adesione al genere horror. L'atmosfera è perfettamente inquietante al pari della performance della protagonista Lily Sullivan, che qui davvero non si risparmia.
È una montagna russa di emozioni, ma funziona molto bene.
Ps. Forse avrei fatto meglio a non vederlo da solo, in camera mia, al buio, anche se le circostanze hanno certamente reso l'esperienza più... coinvolgente!
Film 551 - La casa
Film 2321 - Evil Dead Rise
Cast: Lily Sullivan, Alyssa Sutherland, Morgan Davies, Gabrielle Echols, Nell Fisher.
Box Office: $147 milioni
Vale o non vale: Per chi apprezza il genere, sicuramente un titolo da recuperare. Ben fatto, narrativamente solido, un film che non si risparmia e non ha paura di sacrificare i propri personaggi (il che trovo sempre particolarmente apprezzabile). Decisamente non un film per tutti.
Premi: /
Parola chiave: Terremoto.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 27 novembre 2020

Film 1950 - Brightburn

Intro: Era da un po' che volevo recuperare questo film, principalmente per la presenza di Elizabeth Banks finalmente nel ruolo di protagonista.
Film 1950: "Brightburn" (2019) di David Yarovesky
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: premessa interessante, sviluppo così così. Si poteva fare decisamente di meglio con questa storia del bambino alieno che, scoprendo i suoi superpoteri, diventa l'opposto di un supereroe e finisce per uccidere tutti.
Considerato il potenziale psicologico che si sarebbe potuto analizzare qui, la virata horror-splatter non è sufficiente a tenere insieme una storia che sembra non avere nulla da raccontare se non, appunto, dalla prospettiva del genere spaventoso. Ed è un peccato.
Per quanto mi riguarda l'errore è principalmente nel punto di vista del racconto, che mette completamente da parte le ripercussioni psicologiche e concentra l'attenzione sull'idea della spettacolarizzazione del massacro che, di per sé, non presente alcuno spunto creativo. Si sarebbe potuto raccontare la storia da innumerevoli altre angolazioni, approfondendo il rapporto tra Brandon (Jackson A. Dunn) e i genitori adottivi, oppure le origini aliene del ragazzo o ancora il perché gli prenda questa spinta omicida così all'improvviso e, invece, si sceglie la banalità dello shock a tutti i costi. Senza contare che l'ostinata negazione della madre (Elizabeth Banks) è a dir poco fastidiosa. Insomma, "Brightburn" non ha niente di nuovo da mostrare. E, forse, Elizabeth Banks ha bisogno di un nuovo agente.
Cast: Elizabeth Banks, David Denman, Jackson A. Dunn, Matt Jones, Meredith Hagner.
Box Office: $32.9 milioni
Vale o non vale: Horror che mixa (malamente) elementi scifi agganciando l'idea del supereroe al contrario che, venuto a conoscenza dei suoi superpoteri, finirà per massacrare chiunque si opponga alla sua idea di giusto o sbagliato. Poteva essere un film molto più interessante e, invece, finisce per essere la solita banalità. Si può decisamente guardare altro.
Premi: /
Parola chiave: Navicella.
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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 6 marzo 2016

Film 1095 - Django Unchained

Altro dvd dalla mucchia dell'acquisto selvaggio, stesso weekend senza la rete.
Film 1095: "Django Unchained" (2012) di Quentin Tarantino
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sarà almeno un mese che tento di finire "The Hateful Eight" e non ne ho mai voglia, ma di rivedere "Django" ero davvero impaziente.
E' bel film, ben fatto, divertente, di intrattenimento, agghiacciante e vero e proprio omaggio, se non dichiarazione d'amore, al genere western da parte di un Tarantino più ispirato che mai. Che, tra le altre cose, riesce a radunare non pochi cameo (quello di Franco Nero su tutti).
Francamente non ricordavo che il film fosse così splatter, ma la mancanza è mia. In ogni caso credo che la cosa sia dovuta più che altro al fatto che, al cinema, ero rimasto particolarmente colpito e coinvolto dalla performance di DiCaprio, magnetico, inquietante e bestiale nel ruolo di Calvin Candie. Quando si arrabbia davvero, scoperta la bugia dei due protagonisti, fa veramente paura. Ed è così bravo che è impossibile distrarsi, tanto è magnetico. Quantomeno una nomination all'Oscar gliela potevano dare.
L'Oscar, invece, lo ha vinto Christoph Waltz che, grazie a Tarantino e nel giro di soli 3 anni, si aggiudica il secondo riconoscimento da parte dell'Academy. Foxx che invece è protagonista, non se lo sono considerati in molti. Anche se, devo ammetterlo, il ruolo qui gli calza a pennello.
In ogni caso - e nonostante la lunghezza della pellicola (2h e 45 minuti) - il film scorre benissimo e funziona per tutto il tempo, grazie a una sceneggiatura ben scritta che si prende i suoi tempi e gioca con i personaggi prendendola sempre da lontano, ma trovando il modo per giustificare premesse così lunghe. Insomma, "Django Unchained" è un ottimo film.
Ps. Oscar a Waltz e alla sceneggiatura di Tarantino.
Film 512 - Django Unchained
Film 1095 - Django Unchained
Film 1607 - Django Unchained
Cast: Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Kerry Washington, Samuel L. Jackson, Don Johnson, Walton Goggins, James Remar, Dennis Christopher, James Russo, David Steen, Franco Nero.
Box Office: $425.4 milioni
Consigli: Gli amanti di Tarantino andranno in brodo di giuggiole per questo titolo, degno successore dell'altrettanto riuscitissimo "Bastardi senza gloria". Il cast di attori è azzeccatissimo, lo splatter e le sparatorie di certo non mancano, la storia è avvincente e ben scritta e la colonna sonora pazzesca. tarantino fa sempre il suo sporco lavoro con dedizione e attenzione e si vede davvero quanto il suo amore per il cinema e per il fare cinema sia genuino. E "Django", come dichiarazione, gli è venuto proprio bene. Da vedere.
Parola chiave: Tedesco.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 27 ottobre 2015

Film 1021 - The Green Inferno

Andrea propone, io non mi tiro indietro.

Film 1021: "The Green Inferno" (2015) di Eli Roth
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: Recitato in maniera imbarazzante, crudo tanto da far rabbrividire, violentissimo e socialmente raccapricciante, eppure "The Green Inferno" nel suo essere becero e puramente spettacolo funziona.
Cannibali e diritti umani, deforestazione, attivismo e perfino un accenno di nudo maschile, un mix strano di elementi che regge il gioco ad una storia che viene raccontata solo per il piacere di un certo tipo di pubblico che gradisce senza distogliere lo sguardo lo sbudellamento in diretta. Non è per tutti - molti in sala se ne sono andati - e non ha alcun senso al di fuori del contesto 'gore', ma se si sta al gioco davvero questa pellicola può funzionare e perfino piacere.
Francamente io l'ho trovata tremenda sotto tutti i punti di vista, eppure uscendo dalla sala non ero insoddisfatto o irritato, ma divertito dall'insieme grottesco e surreale sia in pellicola che intorno a me (la gente in sala non si è risparmiata durante la proiezione); questo non vuol dire che rivedrei daccapo il film: semplicemente, per essere un horror fa paura, per essere splatter c'è tutto il sangue che volete e per essere un prodotto di nicchia a basso budget e perfino di ispirazione/omaggio a un tipo di cinema italiano (il filone Cannibal Movie italiano degli anni settanta). Dunque "The Green Inferno" fa schifo, ma quello schifo che può persino piacere.
Cast: Lorenza Izzo, Ariel Levy, Daryl Sabara, Kirby Bliss Blanton, Sky Ferreira, Magda Apanowicz, Nicolás Martinez, Aaron Burns, Ignacia Allamand, Ramón Llao, Richard Burgi.
Box Office: $8.3 milioni
Consigli: Decisamente un titolo non per tutti, considerato l'argomento cannibalismo, il realismo delle scene, numerose scene di nudo e la recitazione imbarazzante. Nonostante il budget ridotto ai minimi termini la realizzazione finale funziona, gli effetti speciali sono credibili e il film riesce davvero a spaventare lo spettatore, indeciso se indugiare su occhi strappati, gambe mozzate o interiora varie oppure se chiudere gli occhi e aspettare che tutto passi. La brutta notizia è che praticamente il "tutto" non passa poi così in fretta; la buona è che sapete fin da ora che se non vi piace il genere, potete lasciar perdere a cuore leggero.
Parola chiave: Ripresa con il cellulare.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 14 ottobre 2015

Film 1014 - Piranha 3DD

Seratina casalinga trash.

Film 1014: "Piranha 3DD" (2012) di John Gulager
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Erika
Pensieri: Già il primo "Piranha 3D" era terribile sia per quanto riguarda la trama che la realizzazione... In questo sequel si sono proprio superati! Sinceramente pensavo di non aver mai visto niente di più trash e assurdo in vita mia (poi, subito dopo, ho visto "Sharknado" e ho cambiato idea).
La trama accessoria di "Piranha 3DD" è riassumibile così: tornano i piranha e più o meno tutti vengono morsi/muoiono. Che avvenga al parco acquatico, nel lago o da un'altra parte non cambia il fatto che l'unico motivo per cui questo film ha visto la luce era proporre al pubblico uno spettacolo tra lo splatter e il comico, dove i momenti di paura non esistono e sono sostituiti dal semplice disgusto. Come doveva essere, diciamocelo.
Infatti entrambi i "Piranha" più che horror sono pellicole strambe dove il misto di paura e battute comiche, situazioni improbabili e mostri palesemente finti crea un risultato finale brutto, ma divertente e - preso per quello che è - di intrattenimento. Qui la "magia" non è del tutto riuscita come era per il precedente, anche se lo spirito è rimasto invariato. Il vero problema sta nella trama inesistente e francamente priva di qualsivoglia appeal. Tutto sommato, comunque, un B movie bruttissimo e divertente allo stesso tempo.
Film 233 - Piranha
Cast: Danielle Panabaker, Matt Bush, David Koechner, Chris Zylka, Katrina Bowden, Ving Rhames, Jean-Luc Bilodeau, Gary Busey, Christopher Lloyd, David Hasselhoff.
Box Office: $8.4 milioni
Consigli: Chiaramente parliamo di un B movie assolutamente risparmiabile a chiunque non apprezzi il genere nonsense condito con morti assurde, mostri assurdi, trame assurde. Una sorta di commedia horror, secondo le banche dati del cinema, ma più che di paura qui si tratta brutto: brutti effetti speciali (parliamo pur sempre di una produzione a basso budget), brutte morti dei protagonisti, brutti attori (da leggere in riferimento alle incapacità recitative generali). Inoltre si tratta di una di quelle produzioni che vive di cameo di redivivi di cinema o tv: qui abbiamo nientemeno che David Hasselhoff/Mitch Buchannon nei panni di se stesso che fa il bagnino e, come nella precedente pellicola, Christopher Lloyd ("Ritorno al futuro"). Insomma, affezionati del genere, nostalgici o semplicemente curiosi, "Piranha 3DD" può fare per voi. Gli altri, invece, ne stiano alla larga.
Parola chiave: Parco acquatico.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 12 agosto 2015

Film 973 - Life After Beth

Avevo visto la locandina e qualche red carpet della protagonista in giro per i festival a promuovere questo film, il che mi ha lasciato la curiosità di capire di cosa si trattasse. Appena lo streaming me lo ha concesso, ho approfondito...

Film 973: "Life After Beth" (2014) di Jeff Baena
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ero curioso di vedere questo film più che altro per via del cast e dei toni 'indipendenti'. Dal budget piuttosto ridotto ($2.4 milioni), "Life After Beth" è il classico esempio di prodotto più di nicchia che per le masse, con attori famosi ma di cui fatichi a ricordare il nome, anche se sai che da qualche parte li hai visti. La storia, pur divertente, non riesce però a catalizzare in maniera soddisfacente le buone premesse che parrebbero suggerire un titolo meno scontato del solito. Non che ci si inerpichi in cliché, semplicemente il risultato finale è così così.
Brevemente: la Beth del titolo (Aubrey Plaza) muore e ne rimangono tutti devastati, fidanzato e famiglia in particolare (Dane DeHaan, John C. Reilly, Molly Shannon). Qualche giorno dopo il funerale il ragazzo scopre che il suo ex amore è ancora "vivo", anche se non ne conosce il motivo. La realtà è che la ragazza non ricorda di essere morta, né sa di essere di fatto una zombie dotata di una forza straordinaria oltre che di un temperamento alquanto umorale e una certa famelica attitudine al cannibalismo. Da che i due fidanzati si ritrovano, la storia prenderà il suo inevitabile, tragico corso. Tragico solo perché morirà un sacco di gente, per il resto i toni di "Life After Beth" sono assolutamente da commedia noir relativamente splatter.
Anche se ho apprezzato gli sforzi di sceneggiatura e produzione e certamente Aubrey Plaza e Dane DeHaan danno una buona prova delle loro capacità, in generale questo film non riesce davvero a centrare l'obbiettivo, lasciando come incompiuto un cammino che durante il primo tempo sembrerebbe essere preso. Dopo le buone presse, la storia fatica a trovare un suo ritmo per un bel po' e, soprattutto, si fa piena di grida e sbraitamenti, oltre che una certa dose di assurdità che, tutto mixato insieme, rende la visione un pelo faticosa. Insomma, c'è meno commedia di quanto avrei voluto e, a dirla tutta, anche un filino troppe romanticherie. A seguito della visione, ho dovuto rivedere il mio preventivo inquadramento di questo titolo: non tanto una sorta di commedia a tinte horror a basso budget quanto, più che altro, un teen drama molto spiritoso nei toni e nelle premesse, ma con al contempo un sacco di contaminazioni 'rosa' (che pure saranno una presa in giro, ma nella quantità qui proposta non me lo aspettavo). Insomma, idea di base carina, buon cast, risultato finale non del tutto sufficiente.
Ps. Aubrey Plaza è famosa prevalentemente per la sua April Ludgate di "Parks and Recreation" e in questa pellicola appare il suo compagno di set Jim O'Heir nei panni del postino redivivo.
Box Office: $254,881
Consigli: Carino, anche se non del tutto riuscito, questo film si può tranquillamente vedere. Se si cerca qualcosa di sopra le righe e pure un po' violento/assurdo, con magari zombie che scorrazzano e una certa dose di sangue, "Life After Beth" è un titolo da tenere in considerazione per una serata meno tranquilla del solito. Ci sono molti urli.
Parola chiave: Smooth jazz.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 24 dicembre 2014

Film 840 - Clown

La 3 sponsorizza e noi corriamo al cinema, in un momento particolarmente fertile di titoli dell'orrore...

Film 840: "Clown" (2014) di Jon Watts
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Un film horror che promette un clown, scatena nella mente l'indelebile ricordo di "It" che, paura o non paura, ha ormai forgiato l'immaginario collettivo. "Clown" non vede certo la penna di Stephen King a firmarne la sceneggiatura, ma non ci sarebbe bisogno di un nome famoso per ottenere un buon risultato.
Qui, però, non si può dire ci sia un eccessivo lavoro di qualità e, nonostante un make-up piuttosto credibile e il presupposto affascinante del costume da clown maledetto che non si riesce più a togliere una volta indossato, in generale la pellicola è insoddisfacente.
A livello di 'paura', diciamo, la storia riesce a costruire abbastanza bene i suoi momenti, anche grazie al disgusto di certe scene e al per niente velato suggerimento che il nostro protagonista non si faccia problemi a mangiare i bambini. Inquietante e moralmente sconvolgente, ma d'altronde un film del genere lo vai a vedere anche per rimanere un po' scioccato. Preso atto che non sia un prodotto per deboli di cuore, rimane il fatto che nel complesso il tutto risulti mediocre e nemmeno particolarmente ispirato. Un titolo palesemente commerciale, anche se travestito da produzione più indipendente. Eli Roth - che qui produce e appare in un cameo televisivo nei panni di un clown - è infatti personaggio avvezzo non solo all'horror, ma a quello specifico che fa buoni incassi nonostante non sembri una grande produzione. E' stato così con "Cabin Fever" (orrendo), "Hostel" e "Hostel: Part II", per cui non c'è da stupirsi che anche per questo titolo l'effetto sia quello.
In definitiva, comunque, "Clown" non convince del tutto; si limita a mostrare l'evoluzione di una persona in un mostro assassino, killer di bambini. Sulla carte sembrerebbe l'idea perfetta per un film horror-splatter contemporaneo, eppure quello che si vede qui non solo richiede lo sforzo di andare oltre una certa dose di disgusto ma, una volta fatto, ciò che viene proposto non è nemmeno così soddisfacente.
Box Office: € 1.381.037 (in Italia)
Consigli: Tra tutti gli horror in circolazione, questo non è un titolo che consiglierei o rivedrei. Sì, per carità, c'è il sangue, la paura e tutti quei momenti in cui ti rannicchi nella poltrona o chiudi gli occhi per non guardare, ma a fine visione non ti sembra di aver assistito a qualcosa di sconvolgente o memorabile. Chiaro che non è facile trovarne di titoli così, però - vuoi per le mie aspettative, vuoi perché colleghi i clown a quel non so che di inquietante - mi ero immaginato un film fatto meglio. In definitiva, nonostante un'idea di fondo anche più originale del solito, la trama finisce comunque col ricalcare quei cliché che ti rendono facile prevedere dove la storia andrà a parare. Mi ha colpito di più "CUB - Piccole prede".
Parola chiave: Baule.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 27 agosto 2014

Film 763 - Le colline hanno gli occhi

Una serata all'insegna dell'horror ha sempre il suo perché!

Film 763: "Le colline hanno gli occhi" (2006) di Alexandre Aja
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Le colline, qui, avranno pure gli occhi, ma quelli dello spettatore rischiano spessisimo di chiudersi durante la visione. Già, perché a parte qualche spavento causato da una comparsa improvvisa o qualche urlo dopo un protratto silenzio, di fatto la trama non mostra molto altro che vada oltre un'ostentazione voyeristica della malformazione fisica e della violenza. Non credo sia un caso che la chiave di accesso a tutti i "misteri" di questo film sia già ampiamente decodificabile dai titoli di testa nuclear-friendly che mostrano un'analisi per immagini inquietante quanto enfatizzata delle conseguenze dell'atomica.
L'apertura alla facilissima decodifica dei temi chiave di questo pseudo-horror a tinte splatter sarà da individuare in un intento più che altro remunerativo piuttosto che innovativo, ma rimane il fatto che la mancanza di idee e la realizzazione un po' sciatta alla lunga non fanno che tediare chi guarda.
Ho trovato sorprendentemente strano che mi avessero dipinto "The Hills Have Eyes" come un horror abbastanza spaventoso e probabilmente anche questo ha contribuito ad innalzare considerevolmente le mie aspettative rispetto a un prodotto che supponevo mi avrebbe spaventato o inquietato. Il risultato finale di questa pellicola, invece, è piuttosto mediocre, indeciso tra una connotazione 'spaventosa' e una più brutalmente violenta (leggi splatter) che di fatto vanifica ogni sforzo di caratterizzazione più personale. Insomma, assolutamente nulla di che.
Box Office: $69,623,713
Consigli: Remake dell'originale di Wes Craven, con qualche viso noto - Emilie de Ravin da "Lost", Vinessa Shaw ora in tv con "Ray Donovan" e la candidata all'Oscar per "Apollo 13" Kathleen Quinlan -, la scena che si svolge nella classica zona isolata, una mostruosa comunità violenta e deforme che preda le persone e non molto altro, questo "Le colline hanno gli occhi" è più che altro caratterizzato dalla noia. Pochissimi colpi di scena, un affidamento troppo facile a banalità e stereotipi o già visti o poco interessanti e, nonostante questo, c'è perfino un sequel (di minor successo): "Le colline hanno gli occhi 2". Se è simile a al primo episodio, direi che è un franchise evitabile.
Parola chiave: Test nucleari.

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Bengi

lunedì 28 aprile 2014

Film 700 - Oculus - Il riflesso del male

Il trailer diceva che è più spaventoso di "L'evocazione - The Conjuring". Un paragone curioso, considerando che non fa particolarmente paura...

Film 700: "Oculus - Il riflesso del male" (2013) di Mike Flanagan
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Un'idea interessante e certamente giocata bene già tramite il trailer, per un risultato finale carino e tutto sommato riuscito.
Considerato il basso budget, i protagonisti quasi sconosciuti e la trama che coinvolge principalmente uno specchio indemoniato, direi che il risultato conseguito qui è certamente apprezzabile, anche se avrei gradito un minimo di approfondimento in più sia sulla storia dello specchio che riguardo le implicazioni familiari dei due fratelli Kaylie e Tim Russell (Karen Gillan, Brenton Thwaites). Si è preferito optare per suggestioni sovrannaturali e picchi borro di ansia e colpi di scena - che va bene, visto il prodotto -, anche se più spazio al "contorno" non avrebbe guastato.
La storia è indotta con un costante parallelismo tra presente e passato, dove rispettivamente abbiamo i due fratelli da grandi e gli stessi da bambini assieme ai genitori. Scopo della storia è mostrare gli effetti distorcenti dello specchio che conducono alla pazzia i membri della sfortunata famiglia Russell, passando per isolamento, voci nella testa, realtà parallele mostrate dallo specchio, violenze e omicidi. Tutto in nome di uno specchio maligno di cui, però, non sappiamo bene il perché di tanta vorace cattiveria.
In sostanza, comunque, "Oculus" è un borror che gestisce abbastanza bene le sue carte e non si tira indietro quando è il momento di sacrificare i propri protagonisti, optando per un finale che non è forzatamente risolutivo o al sapore di 'happy ending'. Il risultato finale è, quindi, abbastanza soddisfacente.
Film 700 - Oculus - Il riflesso del male
Film 1742 - Oculus
Box Office: $26,280,000 (ad oggi)
Consigli: E' una buona scelta se si vuole optare per una serata al sapore di spavento. Abbastanza ansiogeno, abbastanza splatter, sufficientemente horror con, in più, un pizzico di "Paranormal Activity" al suo esordio. E' un mix che funziona abbastanza per intrattenere il tempo che richiede la visione.
Parola chiave: Ancora.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 8 aprile 2014

Film 692 - 300 - L'alba di un impero

Sempre con la 3. Questa pellicola non potevo non vederla!

Film 692: "300 - L'alba di un impero" (2014) di Noam Murro
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Anche se il primo, violentissimo "300" mi era piaciuto, non posso dire di essere mai stato un fan sfegatato; la voglia di vedere questo sequel però c'era. Forse 7 anni di distanza tra le due pellicole è molta, considerando il tipo di prodotto, comunque il risultato finale è stato in grado di non deludere le aspettative.
Di base, le più evidenti somiglianze con il suo predecessore sono lo stile delle immagini, la violenza, le tematiche generali di onore e vendetta. Alcuni personaggi ritornano (Serse, la regina Gorgo, Delios), molti altri sono nuovi a partire dal protagonista Temistocle/Sullivan Stapleton e dalla sua nemesi Artemisia/Eva Green.
Il fulcro di tutta la vicenda sarà, di fatto, incentrato su questi ultimi e sulla loro questione in sospeso, a causa della quale non pochi troveranno la morte. Morte che ha moltissimo spazio all'interno della trama, tanto da domandarsi se non ci sia stata una tendenza ad esagerare. Va bene che il prodotto promette sangue, azione e numerosi effetti speciali, ma - seppure l'integrità del franchise è garantita - alla lunga stanca. Così come gli interminabili soliloqui di alcuni personaggi, dei quali a farne più uso è Artemisia, signora della guerra e, a quanto pare, anche del monologo interminabile. Niente di male se esternasse pensieri irraggiungibili per lo spettatore, ma dato che si limita a commentare, passo passo, ogni azione che decide di mettere in pratica è palese che sia uno sforzo narrativo superfluo.
In generale, comunque, va detto che "300: Rise of an Empire" fa il suo dovere, mantenendo abbastanza fedelmente non solo le promesse legate a questo film nello specifico, ma anche relativamente al primo capitolo di questa saga che, si intuisce, potrebbe vedere un ulteriore episodio generato ai fini della storia (sperando in una gestazione un po' più breve). Il continuum temporale tiene e, anche se Stapleton non ha il magnetismo di Gerard Butler né un personaggio interessante quanto Leonida, il girotondo di personaggi-spalla che si susseguono durante i 102 minuti di pellicola tiene abbastanza alto l'interesse dello spettatore per tutta la visione. Chiaro, non è come "300", ma anche questo seguel ha un suo perché.
Box Office: $324,703,000 (ad oggi)
Consigli: Per i fan del primo episodio questo film è certo imperdibile, come lo è per chi ama lo splatter in salsa fumetto. Tanta violenza gratuita e tanti scenari ricreati al pc, oltre che battaglie in slow-motion ed epici discorsi d'incoraggiamento pre battaglia. Se è ciò che si cerca questo "300 - L'alba di un impero" è perfetto.
Parola chiave: Vendetta.

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Bengi

martedì 25 marzo 2014

Film 686 - Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe

Me l'ero perso quando è uscito e, in questi giorni frenetici e con poco tempo a disposizione questo film mi è sembrato un ottimo compromesso.

Film 686: "Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe" (2013) di Tommy Wirkola
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cercavo un degno compagno di pranzo, privo di drammi, complicazioni e temi importanti e l'ho trovato. Botte, magia, streghe, splatter, parolacce e sparatorie come se piovessero, ovvero "Hansel & Gretel: Witch Hunters": una tamarrata che, se non si cercava altro, è un prodotto assolutamente fedele alle aspettative ludico-ricreative.
Bene Jeremy Renner nel ruolo di Hansel, meno bene e più insolita nei panni aderenti di paladina della caccia alle streghe Gemma Arterton che è una Gretel un po' inespressiva e troppo patinata. Benissimo - ma non che mi aspettassi il contrario - Famke Janssen nei panni dell'arrabbiatissima strega Muriel, una che se ti deve uccidere non ci sta a pensare su troppo tempo (e ho apprezzato).
Nel complesso, quindi, questo nuovo piglio fantasy-horror (a cui è giunta abbondate dose di azione) che ha coinvolto i fratelli Hansel e Gretel mi ha soddisfatto e, anzi, devo dire che mi ha anche sorpreso per quanto riguarda certe immagini sanguinolente e un nudo quasi integrale, oltre che un linguaggio spesso volgare utilizzato senza chiedere troppo scusa.
Chiaramente approfondimenti o veridicità storiche non sono in alcun modo aspetti curati dalla trama, che si concentra solo nel rendere quanto più truce possibile le morti delle streghe o i combattimenti che prendono luogo come niente durante tutta la durata del film. Nell'insieme è chiaramente una boiata senza capo né coda, bisogna dirlo, ma se si cerca puro divertimento spegni-cervello è certamente un titolo funzionalissimo allo scopo. Niente di più.
Box Office: $225,703,475
Consigli: Nonostante i critici lo abbiano ampiamente criticato, il risultato al botteghino mondiale ha convinto i produttori a mettere in cantiere un sequel per il prossimo futuro (ancora non si sa nulla). Per chi ama il cinema disimpegnato, di faciel e veloce consumo, pieno di effetti speciali e morti cruente, questa è certamente una pellicola da non perdere!
Parola chiave: Luna di Sangue.

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Bengi

martedì 21 gennaio 2014

Film 657 - Lo sguardo di Satana - Carrie

Luigi voleva vederlo... E vuoi non accontentarlo, dopo che lo obbligo sempre a vedere quello che voglio io?

Film 657: "Lo sguardo di Satana - Carrie" (2013) di Kimberly Peirce
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Lo sguardo di Satana cui fa riferimento il titolo non si può certo collegare alla protagonista spiritata, ma è certamente da attribuire a quello dello spettatore quando finisce di vedere l'enorme boiata di film che è "Carrie".
Dato che, fortunatamente, lo streaming mi ha risparmiato il prezzo del biglietto - oltre che l'obbligo del doppiaggio -, posso dire che vedere questo film è stata "solo" una perdita di tempo, ma almeno non di altro. La vera questione qui, però, è la seguente: perché?
Ovvero perché produrre il remake di un classico del cinema del '76, nientepopodimeno che di Brian De Palma, se poi si hanno in mente solo i soldi che si andranno ad incassare? A quasi quarant'anni di distanza ha senso riportare sul grande schermo un prodotto sperando di trainare al cinema e gli affezionati del titolo originale e i ragazzini che quando vedono del sangue vanno in fibrillazione? Insomma, non era davvero possibile inventarsi qualcosa di nuovo?
Questo sguardo assatanato di Carrie dev'essere miope o comunque poco lungimirante, perché davvero, chiunque veda questa pellicola si accorgerà della bassissima qualità di un prodotto del genere, caratterizzato dalla totale mancanza di pathos, da un'incapacità di produrre scene montate con senso del ritmo e dall'evidente carenza di idee, stile e bravura da parte di chi ha curato la sceneggiatura. Io se fossi Stephen King disconoscerei questo titolo.
La banalità dell'insieme e la brutta realizzazione degli effetti speciali e delle scene più violente - sì, anche quella tanto attesa del bagno di sangue post doccia da globuli rossi suini - non sono salvati nemmeno dal cast, che tra i suoi protagonisti vede Chloë Grace Moretz nella parte di baby Carrie macrocefala dall'aspetto da zitella, ma l'attitudine da porca e nientemeno che Julianne Moore nella parte della mammina religiosamente pazza che vede nella sua creatura il rifugio terreno del male assoluto (e quindi le cuce vestiti da zitella). La loro quotidianità familiare è un continuo nonsense di situazioni al limite del ridicolo, con escoriazioni da cutter e forbici volanti a farla da padrone in un crescendo paradossalmente divertente di cliché borderline.
Insomma, il risultato finale è impietoso e anche se è vero che un po' di soldi questa pellicola è riuscita ad incassarli ($82,716,354), sostengo fortemente che quest'idiozia ci potesse essere ampiamente risparmiata.
Consigli: Né veramente horror, né veramente splatter, "Lo sguardo di Satana - Carrie" è solo un brutto esempio di cinema mainstream contemporaneo. Oltre che di pessimo remake.
Parola chiave: Secchio.

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Bengi

lunedì 9 dicembre 2013

Film 630 - World War Z

Cineforum dell'incidentato capitolo XVI - capitolo finale: una bella epidemia mondiale ti fa capire che a due settimane dall'incidente in effetti stai meglio.

Film 630: "World War Z" (2013) di Marc Forster
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pellicola fatta di grandi numeri ($190 milioni di budget), grandi location (il mondo), grandi catastrofi (un'epidemia di un virus che rende le persone zombie) e un solo grande nome in tutto il cast (Brad Pitt).
"World War Z" è un film caotico e rumorosissimo, incasinato e con la tendenza a focalizzarsi su qualsiasi cosa venga o verrà distrutta. Gli effetti speciali in questo sono necessariamente fondamentali e, infatti, non riescono a non farla da padrone. Anche se, va detto, il risultato finale non è per nulla male. 

Lungo quanto basta per sembrare eterno (divertimento, se piace il genere), questo film ha quella rara capacità di sembrare sempre impossibile a concludersi. Cambiano gli scenari, i Paesi, gli alleati coprotagonisti di Brad e, sempre, tu spettatore non puoi fare a meno di chiederti quando cavolo sarà trovata la cura per il maledetto virus. Eppure il film dura 116 normalissimi minuti.
La scena top e al contempo più assurda, che riesce a fermare il cuore a chi guarda è certo quella sull'aereo dove il povero Brad-salva-il-mondo e la sua nuova amica col moncherino si ritrovano ad alta quota a dover fronteggiare l'ennesimo attacco zombie - ogni persona morsa da uno zombie diventa zombie a sua volta - che, causa location, sembrerebbe impossibile da fronteggiare. Sembrerebbe. Già, perché Brad farà "atterrare" l'aereo. E se prima avevate paura di volare...
In ogni caso si può dire che "World War Z" è sorprendente da un punto di vista visivo, ha un certo ritmo e un buon montaggio serrato. La presenza di Brad Pitt non è esattamente necessaria, ma certo il nostro sempiterno eroe riesce ancora a reggere benissimo un intero film rimaneggiato al computer sulle sue solidissime spalle di ex Benjamin Button.
Il risultato globale è la realizzazione di uno scenario apocalittico mondiale, classico esempio di come il cinema possa permettersi di estremizzare un evento - nemmeno tanto plausibile - e portarlo ad un livello tanto grave da coinvolgere l'intero pianeta, riuscendo comunque ad affrontare il tutto dal punto di vista di un uomo che si tramuta in eroe e granitica certezza per la sua famiglia. Niente di quello che si vede in questo film presenta delle originalità - forse solo l'antidoto al virus -, però bisogna dire che questo prodotto commercialissimo funziona bene, intrattiene benissimo e, per di più, se piace il genere non faticherà a diventare uno dei titoli preferiti.
Ps. Le location sparse per il mondo hanno reso necessario selezionare attori da un po' tutto il Globo. Tra i tanti volti sinceramente sconosciuti (anche se qualche americano c'è: David Morse e Matthew Fox, redivivo dopo "Lost"), qualcuno si riesce ad individuare: il tedesco Moritz Bleibtreu ("Lola corre", "The Experiment - Cercasi cavie umane") e, a sorpresissimissimissima, Pierfrancesco Favino (che ormai colleziona titoli anglofoni come i francobolli: "Una notte al museo", "Angeli e demoni", "Rush").
Pps. $540,007,876 di incasso mondiale e probabilmente qualche nomination tecnica agli Oscar per il sonoro e/o gli effetti speciali.
Consigli: E' un blockbuster dalle tine post-apocalittiche. Un virus, che sembrerebbe non aver alcun punto debole, decima buona parte della popolazione mondiale trasformandola in zombie.Come farà Brad a salvare la sua famiglia e il resto del mondo?
Se piace il genere - anche un po' horror/splatter - è un buon tipo di intrattenimento: leggero, velocissimo, facile da comprendere e, che non guasta, molto meglio dell'altro film 'all star' sui virus che infettano il mondo aka "Contagion".
Parola chiave: Malattia.

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Bengi

venerdì 6 dicembre 2013

Film 629 - Smiley

Cineforum dell'incidentato capitolo XV: vabbé, meglio non chiedersi troppo il perché abbia deciso di vederlo.

Film 629: "Smiley" (2012) di Joshua Michael Stern
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Truce. Ma nella sua accezione più contemporanea: becero, ridicolo, inutile, trash.
"Smiley" è tutto quello che un horror non dovrebbe fare, ovvero essere più in grado di far ridere che paura.
L'incipit è anche accattivante e disturbante, se vogliamo: scrivi tre volte una frase specifica sulla chat della persona con cui sei collegato in internet e il serial killer ribattezzato Smiley appare uccidendo la persona dall'altra parte dello schermo. Chi sia non si sa. Come faccia ad apparire sempre quando chiamato, anche. Un buon mistero splatter su cui indagare, diciamo.
Il film invece si concentra su dinamiche adolescenziali di ampia superficialità, abbozzando una caratterizzazione dei personaggi che non va mai oltre uno stereotipo riconoscibile e usurato. Un carnet umano banalissimo, dialoghi scritti da un bambino di 6 anni e una recitazione che fa pietà. La non tanto sconosciuta protagonista Caitlin Gerard ("The Social Network", "Magic Mike") è tanto brava a recitare quanto Manuela Arcuri e regge in maniera pessima le poche sfide recitative richieste dal copione. Farà la fine che si merita.
Insomma questo "Smiley" è proprio un prodotto inutile e brutto, incapace anche solo di ricreare quell'atmosfera intrigante vista, per esempio, in un'altra pellicola sulle leggende metropolitane, "Urban Legend" (che già non è certo un capolavoro...). Sì, ci sono momenti di tensione sporadici, ma il tutto è rovinato dall'imbarazzante messa in scena generale e dall'incapacità della sceneggiatura di concentrarsi sulla figura del serial killer, dei suoi disturbi e sul suo modo di agire, presentando invece lo psicodramma di una ragazzina agitata e credulona. Il tutto, poi, è assolutamente prevedibile e privo di un qualunque margine di originalità.
Per dimostrare quanto tutto ciò sia frutto di una disperazione generale, basti pensare che due tra i protagonisti principali sono attori che, per un po', hanno goduto di una certa fama grazie a serie tv famossissime, ma con ormai carriere in declino inesorabile: Liza Weil ("Una mamma per amica") e Roger Bart ("Desperate Housewives").
Consigli: Pessimo esempio di film horror tra splatter e urban legend. Può valere la visione solo se si è interessati a verificare quanto sia mal realizzato, banale e, passatem iil termine, poraccio.
Parola chiave: I did it for lulz.

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Bengi

lunedì 4 novembre 2013

Film 608 - Silent Hill: Revelation 3D

Fan del primo film, non potevo certo perdermi il secondo episodio!
Film 608: "Silent Hill: Revelation 3D" (2012) di Michael J. Bassett
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Se il primo "Silent Hill" (del 2006) era stata una piacevolissima sorpresa, questo secondo capitolo partorito a troppi anni di distanza è una boiata inutile e banale.
La trama fatica a stare in piedi, è di una superficialità disarmante e non fa paura. Più che altro fa un po' disgusto, ma finita lì. Le 'trovate' della sceneggiatura non legano insieme e finiscono per far sembrare il tutto un puzzle privo di un'idea narrativa di base che aiuti a dare un senso a tutto il progetto.
Si ha spesso la sensazione, infatti, che non ci sia continuità nel racconto e che molti episodi, oltre ad essere esteticamente accattivanti, non abbiano altra ragione di essere raccontati.
Questo grave errore di fondo affossa completamente "Silent Hill: Revelation 3D", non solo incapace di eguagliare un primo capitolo interessante e ben realizzato - nonostante il finale -, ma anche banalmente realizzato ed evidentemente prodotto con il solo scopo di lucro. Il 3D, neanche a dirlo, è estremamente superfluo, come lo è, del resto, accendere le sinapsi pensando che ciò che si sta per vedere segua quantomeno un filo logico.
Niente, questo film è solo brutto e vagamente in grado di evocare quelle atmosfere che nel primo episodio erano risultate tanto accattivanti (la città immersa nella nebbia, la trasformazione degli ambienti al suono della campana d'allarme). Non bastasse, i due protagonisti Adelaide Clemens e Kit Harington (sì, Jon Snow de "Il trono di spade" qui alla sua prima prova cinematografica) a livello recitativo sono qualcosa di imbarazzante.
Ps. Nonostante l'evidente bassa qualità di questo prodotto tratto dal videogioco "Silent Hill 3", il film ha comunque incassato $52,370,559 al botteghino mondiale (20 milioni per produrlo).
Pps. Tra il cast - sorprendentemente - anche Malcolm McDowell e Carrie-Anne Moss. Appare in un veloce cameo Radha Mitchell, protagonista del precedente episodio. Nel ruolo del padre, invece, Sean Bean che, sempre ne "Il trono di spade", è nientemeno che il padre dell'illegittimo Jon Snow.
Film 155 - Silent Hill
Film 1957 - Silent Hill
Film 608 - Silent Hill: Revelation 3D
Consigli: Questo secondo episodio si può placidamente evitarlo. Decisamente meglio il primo film, su tutti i fronti!
Parola chiave: Alessa.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 22 ottobre 2013

Film 602 - Corpi da reato

Sandra Bullock è tornata alla grande parte 1.


Film 602: "Corpi da reato" (2013) di Paul Feig
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Mi piacerebbe sinceramente capire perché hanno ribattezzato "The Heat" in "Corpi da reato". Sembra il titolo di un film porno e, forse mi sono perso qualcosa, ma non si addice molto al contesto. Di sicuro Sandra è in gran forma, ma a parte questo mi sono perso il nesso. Strano, perché di solito la titolazione italiana fa sempre scelte oculate... (leggere ironia).
Comunque questo film è tutto sommato carino se si prescinde dall'anima estremamente volgare che caratterizza i dialoghi, specialmente della McCarthy, ormai incastrata nel ruolo della psico-sociopatica volgarotta e sbroccata (vedi "Le amiche della sposa", "Questi sono i 40", "Io sono tu").
Il mistone di avventura, esplosioni, situazioni comiche con sfondo poliziesco è un rumoroso calderone dove spiccano le due protagoniste che, a ben vedere, come duo funzionano. La Bullock torna alle 'belle' indagini in stile "Miss Detective" peché anche se i toni sono diversi, sembra che la sua anima patinata non riesca a non fuoriscire da ogni prodotto in cui compare. In ogni caso a me vedere un suo film piace sempre e, in più, raramente mi delude. Chiaro che va sempre tenuto in considerazione che si sa cosa si sta per vedere.
Quindi no, "The Heat" non è un capolavoro, ma fa il suo dovere, ovvero intrattiene in maniera simpatica (nell'accezione cinematografica odierna di 'simpatico', ovvero impossibile da separare dalla volgarità, dal grottesco e in una certa maniera anche dallo splatter). In questo senso funziona.
Ps. I 43 milioni di dollari investiti per produrlo sono stati fruttiferi: la pellicola ha incassato $226,879,401 nel mondo. Inevitabile che fosse messo in cantiere il sequel, dall'originalissimo titolo "The Heat 2".
Film 602 - Corpi da reato
Film 1671 - The Heat
Consigli: Il caso su cui il duo investiga è una cornice piuttosto sfocata rispetto alla centralità e al risalto che si da alla coppia di agenti tutto al femminile e assolutamente politicamente scorretto. Quindi se si cerca un thriller poliziesco con indagini svolte in maniera scientifica e con un certo tono di serietà, questa pellicola non va per niente bene. Altrimenti, se si ricerca svago e - per rimanere in linea con il target del film - cazzeggio, questo film è perfetto.
Parola chiave: Gatto.

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Bengi

mercoledì 5 giugno 2013

Film 532 - La madre

In ritardo, ma è giunto il momento anche per questa recensione.


Film 532: "La madre" (2013) di Andrés Muschietti
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia:
Pensieri: Nonostante il film non mi sia sembrato granché, devo dire che Jessica Chastain non smette di lasciarmi affascinato. Salta da una pellicola all'altra come se niente fosse, abbracciando i progetti più disparati e, di conseguenza, i generi più diversi.
Dopo essersi calata nei panni di agente della Mossad, svampita bionda dal cuore tenerissimo e poi ancora agente della CIA (ecc, ecc), questa volta l'attrice interpreta i più ribelli panni di una rocker dal piglio duro che finirà a fare i conti con una nuova famiglia e un misterioso segreto. Che, a dire il vero, misterioso per lo spettatore non lo è affatto.
Il segreto de "La madre", infatti, non solo è facilmente intuibile, ma anche presto svelato, limitando di molto la portata horror di questo prodotto voluto da Guillermo del Toro (e sinceramente molto simile ad altri prodotti del genere made in Spain, come per esempio "Non avere paura del buio", sempre prodotto da del Toro). Di fatto l'elemento di paura viene poi disciolto in qualche mistica spiegazione dai tratti fiabeschi - per quanto dark - e il tutto è necessariamente rivalutato nella nuova prospettiva lanciata da un finale che certo non ti aspetti. O non vorresti.
Dove in prodotti come "La casa" non si lemosina certo in macabre trovate splatter o orrifiche, qui si sceglie per un approccio più mentale che visivo, dove la pauraè un'ombra proiettata sul muro, senza mai concretizzarsi in un vero spavento; per poi cedere ad una virata fuori tema tra il gotico e il già visto (la madre del titolo 'adotta' le due bambine per il trauma del suo figlioletto morto).
Onestamente le mie aspettative erano orientate più all'horror vero e proprio che a quello che viene mostrato qui. Non mi sono mai davvero spaventato e non mi sono francamente mai sentito coinvolto o veramente preso dalla trama. L'unico motivo per cui vale la visione di questo "Mama" è proprio la buona performance della Chastain, per quanto il suo personaggio sia perfettamente decodificabile fin dall'inizio, con un'evoluzione personale di certo non originale (prima Annabel non se la sente di fare da madre alle nipotine acquisite, poi finirà per affezionarcisi e amarle come sue, compiendo estremi sacrifici per loro), ma resa dall'attrice in maniera credibile nonostante l'orrenda parrucca stile "Non è un paese per vecchi" che le hanno fatto indossare.
Insomma, tutto sommato questa pellicola non è malvagia, ma nemmeno ciò che speravo di trovare. Le premesse horror sembrano esserci nell'interessante prologo e la successiva parte in cui le bambine vengono mostrate come selvaggi ragnetti che si nascondono nell'ombra, ma per come prosegue la trama l'insieme non mi ha sodisfatto.
Consigli: E' meno spaventoso di quanto uno non vorrebbe e più in linea con quelle pellicole che alla paura della immagini preveriscono sussurri, ombre e supposizioni dei protagonisti. Quando tutto il mistero legata alla figura di Madre viene svelato, si rimane un po' insoddisfatti.
E' una buona soluzione per una serata in compagnia o alla ricerca di svago. La Chastain funziona anche in questo ruolo e anche solo per questo motivo si può dare unapossibilità al film.
Parola chiave: Manicomio.

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Bengi

giovedì 23 maggio 2013

Film 551 - La casa

Settimana del cinema a 3€. Indecisi su cosa vedere, alla fine abbiamo scelto per questo remake...


Film 551: "La casa" (2013) di Fede Alvarez
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Dall'originale del 1981 ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti. Sam Raimi è passato dall'horror ai supereori prima, per approdare ai fiabeschi lidi de "Il grande e potente Oz" poi e questo rifacimento del suo film lo vede presente solo in veste di produttore. Il che fa ben sperare i fan dell'originale, ma, per quanto mi riguarda, non avendo visto il primo "La casa", non fa molta differenza. Ho letto comunque di un certo distanziamento rispetto alla pellicola da cui è tratto, più che altro per dare una nuova immagine a questa saga horror che nel suo futuro dovrebbe vedere nuove realizzazioni collaterali. Poco male, se questo sarà il risultato, perchè "La casa" versione 2013 funziona alla grande.
Se quello che si cerca è una pellicola horror e splatter condita di magia nera, qui si andrà a nozze. Violentissimo e crudo all'estremo, pauroso e a tratti disgustoso, il film di Alvarez è certamente un concentrato di emozioni fortissime che non dispiaceranno certo agli amanti del genere.
Sorvolando un po' sulla trama che non brilla di particolare originalità, la realizzazione è ben curata, il cast sconosciuto sufficientemente credibile nelle stereotipazioni dei personaggi che deve interpretare, montaggio e colonna sonora perfettamente sincronizzati per indurre brivi e spaventi. Funziona tutto, insomma.
Come ho detto prima, non posso fare alcun paragone con il prodotto originale, quindi mi limito a dire che il risultato finale a me è piaciuto nell'ottica delle mie aspettative. Di sicuro l'unico film horror che, da molto tempo a questa parte, è riuscito a farmi saltare sulla sedia e, soprattutto, è riuscito a soddisfare il mio bisogno di orrore puro, tralasciando cavolate mistiche o ombre sui muri dalle traballanti spiegazioni oniriche. Male puro che arriva e uccide. Nessun risvolto drammatico da entità traumatizzata o con qualcosa di irrisolto che la lega al passato. Solo il male che approda su 5 sfortunati personaggi che, loro malgrado, saranno di lì a poco morti e sepolti. E, sempre in quest'ottica, sono felice hce la trama si sia limitata ad una più che degna superficialità: senza bisogno di scavare troppo per raccontare storie collaterali a quella che dovrebbe destare il vero interesse (ovvero quella principale del film), il film riesce a concentrarsi su ciò che veramente vuole lo spettatore di una pellicola come "La casa": arti amputati, dolore, grida, smembramenti e tutte le più peggiori schifezze splatter del caso.
Insomma... che male sia!
Ps. Ad oggi il film ha incassato $81,634,756 di incasso al botteghino mondiale.
Film 551 - La casa
Film 2321 - Evil Dead Rise
Consigli: Scena finale con pioggia di sangue veramente suggestiva. Vale la pena di dare una chance a questa pellicola, ma solo se si è davvero interessati/intenzionati a vederla. E' molto realistica e visivamente cruda, non risparmia nulla allo spettatore, dagli arti mozzati ai chiodi sparati in faccia. Meglio essere preparati prima di avventurarsi in questa casa!
Parola chiave: Naturom Demonto.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 22 ottobre 2012

Film 469 - Shark Night - Il lago del terrore

Lago e squali... Interessante!


Film 469: "Shark Night - Il lago del terrore" (2011) di David R. Ellis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: AAA Cercasi cavie umane. Nel film? No per vedere sta boiata pazzesca.
Un film terribile, di una banalità sans frontières che nemmeno da un film di 'serie B' mi aspettavo. Eppure "Shark Night 3D" riesce a racchiudere (male) tutti i cliché più abusati dal genere horror-splatter degli ultimi anni. Ai più curiosi che intendono guardare la pellicola non voglio svelare il segreto per cui questi squali popolano il lago (salato) nel golfo della Louisiana, quindi mi asterrò da svelare certi particolari; comunque bisogna proprio dire che la trama è banale e prevedibile in maniera quasi imbarazzante (per chi l'ha scritto).
Non contenti di questo, aggiungo che gli effetti speciali con cui vengono ricreati gli squali sono veramente brutti - non so se volutamente caricati tanto da rendere ancora più grottesche le bestie - e la recitazione è pessima. Non si salva nessuno delle varie comparse, ma la peggiore forse è proprio la protagonista Sara Paxton, incapace di esprimere un'espressione che sia diversa dalla modalità bambinetta-corrucciata-un-po'-porcella che ha su per tutto il film. Inutile dire, tra l'altro, che ognuno dei ragazzi scelti è carne da macello e per gli squali e per gli spettatori/trici che - nel caso non gradiscano troppo l'inutile film - possono sempre rifarsi gli occhi tra un costume e l'altro.
Brutto, fatto male, banale e davvero incapace di suscitare un'emozione che non sia la delusione per aver già compreso tutti i passaggi chiave della trama nella prima metà della pellicola.
Che potessi aspettarmelo è indubbio. Che fosse così pessimo non era certo.
Ps. $40,136,479 di incasso mondiale, nonostante tutto.
Consigli: Meglio girare al largo da questo prodotto e guardarsi "Lo squalo": non avrà il 3D, ma fa 10 volte più paura.
Parola chiave: Video.

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BB

martedì 18 settembre 2012

Film 449 - Shark 3D

Con Licia un piano su larga scala per prendere in considerazione la visione di tantissime pellicole horror che ci siamo persi/volevamo vedere!


Film 449: "Shark 3D" (2012) di Kimble Rendall
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Di fatto niente di granché horror o di paura per questo film (australiano, non USA!) che di titolo originale fa solo "Bait", esca. Perfetto titolo, tra l'altro, perchè attira spettatori con un'idea quando, in realtà, la pellicola non è esattamente quello che ci si aspetterebbe di vedere.
Il film, che con mia non poca sorpresa è stato presentato fuori concorso alla 69ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, ha certamente il pregio di non essere fotocopia dei soliti prodotti con squali assassini annessi, ma certamente non apporta nulla di nuovo al filone.
L'idea di partenza è anche interessante: tsunami improvviso colpisce la costa e dei cittadini, dentro un centro commerciale, sopravvivono alla grande onda, ma rimangono intrappolati all'interno dell'edificio allagato su più livelli.
In questa cornice catastrofica, la parte davvero pericolosa la fanno i due squali bianchi che si godono le corsie del supermercato e, principalmente, il sapore di chi ci è bloccato dentro.
Ma, ad essere sinceri, le vittime sono poche come lo sono le scene di paura e, oltre a qualche passaggio splatter, il resto è tutto affidato alla solita suspense. Io, che ho infinita paura dei famelici pescioni, subisco facilmente lo stress cercato dai produttori di pellicole come questa e, sinceramente, mi rendo conto di non essere troppo attendibile nella misurazione oggettiva dell'ansia da qualcosa-sta-per-accadere in questo caso. Comunque si può dire che l'atmosfera ricreata è giusta ad installare nello spettatore l'attesa del momento in cui qualcosa di brutto si verificherà.
Anche se poi la promessa non è sempre mantenuta, ho preso in simpatia questo "Shark 3D", esempio meno scontato dei banali esperimenti tutto squartamenti e poca trama che di solito passano quando si parla di animali assassini. Nonostante non sia effettivamente nulla di che - ho anche un dubbio tecnico riguardo il finale con supermercato totalmente allagato e città completamente all'asciutto e, anzi, quasi desertica - direi che si possa definire "Bait" un film guardabile e un attimino più pensato rispetto a quanto siamo solitamente abituati.
Ps. Unico attore conosciuto anche qui da noi è Julian McMahon, famoso protagonista di "Streghe" e Dottor Troy di "Nip/Tuck".
Consigli: Si può anche decidere di vederlo al cinema (io avevo l'ingresso della 3), però il 3D inizialmente è fastidioso e, diciamocelo, al solito non particolarmente necessario. Effetti speciali funzionali, ma non eccelsi. Tutto sommato è un film carino, preso per quello che è: intrattenimento easy e senza alcuna pretesa.
Parola chiave: Cagnolino.

Trailer

BB