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venerdì 28 marzo 2025

Film 2355 - Babygirl

Intro: We were really curious to watch this movie after hearing about it so much and in such good terms. Also, we thoguht it would have played a bigger role during the awards season.

Film 2355
: "Babygirl" (2024), Halina Reijn
Watched on: At the movies
Language: English
Watched with: Niamh, Debbi
Thoughts: "Babygirl" is one of those movies that is all about sex, but not sexy or sensual. So you're watching a film about people having sex, about BDSM, sexual tension, control, but it never really gets you there. You see it, but you don't feel it. And it's a bit strange considering how much it revolves around these themes.
That said, it's not a bad movie, I actually enjoyed it enough. Nicole Kidman gives a brave performance - I like that choses to work with a female director at least once a year - and Harris Dickinson should definitely be a bigger star by now. In a way, he is the movie.
Ps. I know it's silly, but once you notice how big Nicole Kidmsna's earlobe are, you can't unsee it. For the rest of the movie.
Cast: Nicole Kidman, Harris Dickinson, Sophie Wilde, Antonio Banderas.
Box Office: $64.3 million
Worth a watch?: Bob Dylan's fans should really enjoy this movie. Not my favourite biopic or musical, but still a good film. Similar titles would be "Walk the Line" and Ray". For something a bit more fast-paced, "Dreamgirls", "8 Mile", "Elvis", "Better Man", "Rocketman" or "Judy".
Awards: Nominated for the Golden Globe for Best Actress in a Motion Picture – Drama. Nicole Kidman won the Volpi Cup for Best Actress at the Venice Film Festival 2024.
Key word: Intern.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 febbraio 2023

Film 2167 - Madres paralelas

Intro: Recuperato con un po' di ritardo, ma molto, molto curioso di vedere l'ultima fatica di Almodóvar.

Film 2167: "Madres paralelas" (2021) di Pedro Almodóvar
Visto: dal computer portatile
Lingua: spagnolo
Compagnia: Ciarán
In sintesi: niente batte "Volder" quando si tratta delle collaborazioni tra Almodóvar e Penélope Cruz, anche se questo "Madres paralelas" sicuramente riesce a catturare l'interesse dello spettatore.
Meno bizzarro de "La piel que habito", questo film si imbarca comunque nel racconto di una storia estrema e a tratti disturbante, il racconto di un scambio di culla di cui solo una delle due madri e consapevole. *Spoiler* Nel momento in cui una delle due bambine muore, la madre che sa di avere a casa la figlia non sua (Cruz) dovrà decidere se venire allo scoperto oppure mantenere il segreto. Nel frattempo, neanche a dirlo, le due donne diventano amiche. Insomma, una storia complicata che lascia la protagonista (e lo spettatore) con non poco su cui riflettere.
Nonostante il tono principalmente drammatico, c'è qualcosa di questa pellicola che alleggerisce la tensione. Riflettendoci, credo che la scelta di una fotografia dai colori estremamente brillanti aiuti a mitigare quel senso di pesantezza che altrimenti la storia porterbbe con sé. Penélope Cruz prova ancora una volta, ce ne fosse stato bisogno, che è una delle migliori attrici contemporanee in circolazione (e forse un po' sottovalutata), una spanna sopra a chiunque altro condivida la scena con lei.
In generale, un film che ho visto con interesse anche se non il mio Almodóvar preferito.
Cast: Penélope Cruz, Milena Smit, Israel Elejalde, Aitana Sánchez-Gijón, Rossy de Palma, Julieta Serrano.
Box Office: $21.4 milioni
Vale o non vale: Gli appassionati del cinema di Pedro Almodóvar apprezzeranno l'ennesimo ritorno cinematografico dell'iconico regista spagnolo. Diversamente da altri casi, la sua collaborazione con la magnifica Penélope Cruz continua a regalare bellissimi momenti di cinema contemporaneo.
Non per tutti, ma sicuramente una storia che lascia spunti di riflessione (non solo rispetto al tema principale del film, ma anche riguardo alla guerra civile spagnola e le conseguenze che ha avuto e tutt'ora ha sui familiari delle persone coinvolte).
Premi: Candidato all'Oscar per la Migliore attrice protagonista (Cruz) e la Miglior colonna sonora. 1 nomination ai BAFTAs per Miglior film straniero e 2 ai Golden Globes per Miglior film straniero e colonna sonora. 1 nomination ai César per Miglior film straniero. In concorso a Venezia 78, Penélope Cruz ha vinto la Coppa Volpi come Miglior attrice.
Parola chiave: DNA.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 30 marzo 2012

Film 374 - Shame

Tanto rumore per nulla?


Film 374: "Shame" (2011) di Steve McQueen
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Il commento più abusato e affibbiato a questo film è il seguente: è classico stile McQueen.
Ora, premesso che l'unico Steve McQueen che conoscessi fino a qualche mese fa fosse l'attore di "Papillon" o "La grande fuga", mi pare un tantino prematuro parlare di 'stile McQueen' dato che il regista è qui al suo secondo lungometraggio. Ma poi che cosa mi vorrebbe significare questa asserzione? Avendo come unico campione questo "Shame", posso solo provare a immaginare. Che si tratti di una particolare attenzione per lo sguardo dei suoi protagonisti? O un'irriverenza per le scene di nudo molteplici, esplicite e mai nascoste? Che sia per via dell'atmosfera triste causata dalla lenta agonia dei personaggi disastrati di cui tratta la storia?
Ripeto, io non lo so, però da qui a definire già uno stile peculiare mi pare un attimo troppo presto.
Questa pellicola, tra l'altro, non mi è parso abbia niente di speciale che vada oltre il trattare un argomento che incuriosisce (la vita di un sex addicted) con una fruizione del nudo tanto cruda da essere a volte imbarazzante. Detto ciò, mi pare che "Shame" esaurisca qui i suoi assi nella manica. Non che non sia un prodotto omogeneo o ben realizzato, solo non aggiunge nulla al panorama del cinema indipendente che tratta la solitudine umana in relazione alla necessità di certe persone di cercare il contatto con l'altro a tutti i costi, ma facendolo nella maniera sbagliata.
Due fratelli che si devono voler bene per la natura stessa della loro condizione, l'autodistruzione di una (Carey Mulligan) e la dipendenza dell'altro (Michael Fassbender), una città specchio che riflette ritratti non esattamente lusinghieri. E toccare il fondo una volta non vuol dire che non lo si ritoccherà una seconda...
Più volte mi sono chiesto cosa volesse raccontare McQueen scrivendo una storia come questa, cosa volesse analizzare oltre alla condizione di un uomo che ha tutto nella vita tranne l'autoassoluzione. Non c'è scampo per nessuno e non c'è amore, solo corpi che si uniscono per un istante e poi procedono oltre come se nulla fosse accaduto. E quando si tenta di approfondire la conoscenza con un unico altro soggetto arriva la scure della defaiance che cancella il tentativo riportando la solitudine come unica soluzione.
Va bene, la disillusione può essere una buona arma nella vita, ma non sono sicuro che debba per forza andare a braccetto con l'aridità interiore. Posso immaginare che un personaggio come Brandon Sullivan sia diventato tale per colpa delle circostanze, ma la ricerca per migliorare sé stessi passa anche per l'autoanalisi costruttiva. Cosa c'è di meno costruttivo del buttarsi via, dell'essersi arresi ad una realtà tanto squallida da essere desolante? Pare, in definitiva, che non ci sia alcuna speranza.
Spero che tutto questo non faccia parte di quello 'stile McQueen' citato dai più e che, invece, il regista-scrittore sappia indagare anche altri meandri della condizione umana che vadano oltre il facile racconto dell'umanità spezzata dalle circostanze e modellata a condurre una vita che è solo sopravvivenza.
Coppa Volpi a Venezia per il miglior attore e nomination ai Golden Globes per Fassbender.
Consigli: Pellicola su cui è circolata numerosa curiosità. Vale a metà. Bellissimo il momento canoro in cui la Mulligan interpreta una versione lenta di "New York Nwe York".
Parola chiave: Solitudine.

Trailer

Ric

sabato 9 gennaio 2010

Film 52 - Hollywoodland

Quando uscì nel 2006 io e Gloria decidemmo che dovevamo vederlo assieme. Attendemmo l'arrivo nelle sale italiane nel 2007, poi per una serie di circostanze non siamo mai riusciti a vederlo. Fino a mercoledì. Nel mezzo due diplomi in lingue, una vacanza in Francia e una in Olanda, lavoretti, università, una laurea, storielle, amori e, come dice qualcuno, altri disastri. Che terminano il 6 gennaio 2010, il giorno più inutile dell'anno.


Film 52: "Hollywoodland" (2006) di Allen Coulter
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Gloria
Pensieri: Chi ha ucciso Superman?
George Reeves viene trovato morto nella sua stanza. In casa qualche amico e la fidanzata, che giurano di non centrare niente. Ma Reeves lascia tutto in eredità ad una certa Toni Mannix: chi è e cosa c'entra con lui?
Ecco il mistero da risolvere, una storia vera che tutt'oggi non ha una spiegazione. Questo film non pare voler dare una vera e propria spiegazione dell'accaduto, quanto più ipotizzare i vari scenari. Non so se coincidano con quelli dell'epoca, ma tutto sembra tranne che un suicidio, quindi il detective privato Louis Simo/Adrien Brody vaglia le due possibilità più ovvie: o la fidanzatina o il marito dell'amante Toni Mannix. Del resto, a quanto sembra, tutti hanno i loro scheletri nell'armadio e tutti sembrano saper fare benissimo il doppio gioco. La fine porterà consiglio.
Sia a me che a Gloria questo film è piaciuto. In particolare posso dire che a mio avviso ne è valsa la pena aspettare. Non sono rimasto deluso, nonostante il protagonista Brody non sia tra i miei preferiti e non lo consideri tra gli attori più dotati. Qui il suo fisichino asciutto da 'nerd' squattrinato rende bene, lo devo ammettere, e nella parte, Mr Oscar per "Il pianista", non sfigura. Sorprendentemente, comunque, ruba la scena il signor Ben Affleck nella parte di Reeves. La curiosità che avevamo nei confronti di questa pellicola veniva in gran parte dal richiamo 'Coppa Volpi a Ben Affleck' che non ci poteva sembrare un'opzione reale in un mondo quantomeno sensato. E invece - pensa! - Ben ci ha stupito: recita!
Sembrerà una sciocchezza, ma forse chi ha un minimo di dimestichezza con la filmografia di Affleck potrà convenire con me che non è certo famoso per le parti impegnate o particolarmente ben rese. Non ha espressione né capacità particolari. E' solo belloccio (ma qui è vistosamente ingrassato) e ha avuto la fortuna di vincere un Oscar insieme a Matt Damon (vedi il post su "Will Hunting - Genio ribelle"). Qui, invece, avendo la parte focale è costretto a lanciarsi in movimenti facciali a lui sconosciuti e rende, finalmente! Conserviamo l'istante in eterno, o almeno finché non si ripresenterà tale rarità! Però forse la Coppa Volpi potevano darla a qualcun'altro...
Comunque, nel ruolo dell'amante troviamo la bellissima Diane Lane, qui particolarmente sfiorita forse grazie al trucco, una brava attrice che non riesce a ritagliarsi uno spazio nel mondo del cinema - e non parlo del personaggio. Chi sa della sua nomination all'Oscar? Chi conosce un suo film? Chi saprebbe collegare il nome al viso con una freccia nei giochini delle riviste da spiaggia? Un peccato, magari con meno attenzione a gente evidentemente inutile (sì, parlo di te Mischa Barton!) avrebbero più spazio quelli di talento. Stesso vale per Bob Hoskins, che dopo il magnifico "Chi ha incastrato Roger Rabbit" è costretto ad una carriera sicuramente non all'altezza delle sue capacità recitative. Peccato.
Nella parte della fidanzatina di Reeves, infine, troviamo la Robin Tunney dei telefilm "Prison Break" e "The Mentalist". Ha l'espressione sempre imbronciata, ma più che altro per colpa delle sue labbra...
Un film interessante, lento come lo erano i film di allora (Reeves muore nel '59), ma mai noioso. Una bellissima fotografia che presenta un'immagine carica di nostalgia. Una pellicola che ha anticipato un po' i tempi, precedendo di tre anni la serie tv "Mad men". Peccato che "Hollywoodland" non l'abbia visto nessuno...
Ps. Nei panni della mamma di Reeves c'è Lois Smith, la nonna di Sookie in "True Blood".
Consigli: Non aspettatevi una soluzione certa del caso...
Parola chiave: Toni: "E' un'attrice? Una cantante? ... Fa anelli di fumo con la fica?!"


Ric