Come ho già detto, tra i vari vantaggi di lavorare per/in un cinema, oltre a quello di conoscere persone interessanti, c'è quello di poter vedere le pellicole in proiezione...
Film 1305: "Io, Daniel Blake" (2016) di Ken Loach
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Gli unici film di Ken Loach che avevo visto nella mia vita ("Un bacio appassionato" e "Il vento che accarezza l'erba") francamente non mi avevano sconvolto e la fama da regista impegnato che segue ed alleggia sul famoso artista mi frenavano leggermente. In realtà già alla fine del primo tempo ero stato ampiamente conquistato da Daniel Blake e la sua dolce e triste storia.
"I, Daniel Blake" è un gran film che non ha bisogno di scelte pietose per arrivare al cuore del pubblico. La trama è straziante e i pugni nello stomaco arrivano piano, ma tutti ben assestati, eppure la lensazione alla fine della visione è quella di aver assistito a qualcosa di quasi magico.
L'umanità alla base del personaggio protagonista (interpretato da Dave Johns) colpisce e lascia non pochi spunti su cui riflettere e il bel rapporto che nasce tra Daniel, Katie (Hayley Squires) e la sua famiglia è quel racconto di cui ogni tanto abbiamo bisogno per rivedere del buono, una speranza negli altri, un aiuto se necessario che arrivi grauito e fatto in nome della semplice gentilezza e disponibilità. In un mondo fatto di ostacoli, burocrazia ed un cieco automatismo in cui è facile sentirsi presto lasciati fuori - soprattutto quando si è poveri -, la necessità di sopravvivvere spinge ognuno verso scelte differenti e anche il semplice conforto di un nuovo amico può rappresentare quell'elemento di differenza capace di cambiare tutto.
Qui Daniel Blake non è solo una persona, ma è un messaggio, a volte disarmante e sconcertante, a volte umanamente potente. Fossimo in America si potrebbe anche ribattezzare "The People vs. Daniel Blake", un cittadino qualunque che vuole semplicemente vivere l'ultima parte della sua vita con dignità e decoro, ma che finirà per scontrarsi contro la gigantesca montagna statale della previdenza sociale. Non c'è pietà per chi non rispetta le regole, non ci sono soluzioni alle contraddizioni interne, non c'è limite al senso di solitudine e impotenza e, nonostante questo, Daniel non getterà la spugna in nome dei suoi diritti e della ragione che è dalla sua parte. Eppure, dopo la gioia del trovare finalmente ascolto, il racconto non tarderà a ricordarci che spesso la vita è anche più dura di quanto non sia riuscita già ad essere fino a quel momento. Ma il messaggio di Daniel lo abbiamo recepito forte e chiaro.
Ps. Palma d'Oro a Cannes 2016 e BAFTA per il Miglior film britannico.
Cast: Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann, Sharon Percy.
Box Office: $12.45 milioni
Consigli: "Io, Daniel Blake" è un film potente e raffinato, privo di fronzoli e certamente triste. Non è una pellicolà che soddisferà tutti e certamente non è adatta ad ogni occasione, ma sono sicuro che una volta vista non mancherà di lasciare il segno.
Parola chiave: Lavoro.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Visualizzazione post con etichetta disoccupazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta disoccupazione. Mostra tutti i post
martedì 14 febbraio 2017
Film 1305 - Io, Daniel Blake
Etichette:
BAFTAs,
Briana Shann,
Cannes Film Festival,
Dave Johns,
disoccupazione,
Dylan McKiernan,
Hayley Squires,
I Daniel Blake,
Io Daniel Blake,
Ken Loach,
lavoro,
malattia,
posto di lavoro,
povertà,
previdenza sociale
martedì 24 giugno 2014
Film 732 - Pane e burlesque
Ero molto curioso di vedere questa pellicola italiana e ho costretto gli altri ad accompagnarmi (grazie anche alla 3).
Film 732: "Pane e burlesque" (2014) di Manuela Tempesta
Visto: al cinema (vuoto)
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Un po' di imbarazzo c'è, ma niente di paragonabile all'orrendo, impacciato e dilettantesco esempio che è quell'"A Sud di New York" di Elena Bonelli. Qui, per quanto manchino tempi comici e una realizzazione degna di passare per il grande schermo, c'è una Sabrina Impacciatore in grandissima forma, in grado di reggere da sola le sorti di una storia altrimenti priva di qualunque brio.
L'escamotage del burlesuqe, infatti, è principalmente una maniera di attirare il pubblico in sala con qualcosa di piccante, ma di erotismo qui proprio non se ne parla. Qualche sprazzo sensuale lo regala giusto la Impacciatore quando insegna alle inesperte future compagne di show i rudimenti della professione, ma ci fermiamo lì.
Peccato, perché dal trailer e dalle premesse, per un attimo poteva sembrare un esempio un po' casereccio di commedia italiana light tutta al femminile, mentre in realtà ci si perde per colpa di una trama che gioca male i suoi assi nella manica e, appunto, manca totalmente dei tempi giusti. Troppe, poi, le ripetizioni - Mimì La Petite ripeterà "les filles" almeno 20 venti volte - alla lunga insopportabili. Male, anche, la scena madre finale, con tutto il paese che guarda di traverso la quasi 'prostituta' Mimì, la quale ha la sua chance di spiegare il motivo del suo giovanile fuggire dalla città natale e dal padre (santificato da tutti in quanto proprietario della fabbricona del paesello): la giustificazione è da accapponare la pelle e la gestione dei dialoghi incapace di fronteggiare un tale carico emotivo (e pure abbastanza forzato, a mio avviso).
Comunque, per quando il cinema fosse totalmente vuoto e volendo sorvolare sul fatto che entrambi i miei compagni di visione hanno dormito, non posso dire di non aver ridacchiato di quando in quando e, alla fine, il risultato poteva anche essere peggiore (scelta location, però, pessima). Certo, non è davvero una pellicola per cui valga spendere dei soldi, ma qualche momento godibile c'è, specialmente quando le ragazze (Laura Chiatti e Michela Andreozzi) imparano le basi dello spettacolo burlesque.
Box Office: 254.705 €
Consigli: Se si apprezza la commedia italiana femminile leggera questo non è il titolo su cui punterei. Molto meglio, invece, "Amiche da morire" in cui compare sempre Sabrina Impacciatore, sempre capace e perfetta nei suoi personaggi. Il risultato finale è piuttosto acerbo, la trama buonista e vedere Caterina Guzzanti che recita non mette di buon umore. Bravo Edoardo Leo e, comunque, apprezzabili le protagoniste che si sono molto messe in gioco. Per il resto, però, si poteva fare di più.
Parola chiave: Soldi.
Trailer
Bengi
Film 732: "Pane e burlesque" (2014) di Manuela Tempesta
Visto: al cinema (vuoto)
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Erika
Pensieri: Un po' di imbarazzo c'è, ma niente di paragonabile all'orrendo, impacciato e dilettantesco esempio che è quell'"A Sud di New York" di Elena Bonelli. Qui, per quanto manchino tempi comici e una realizzazione degna di passare per il grande schermo, c'è una Sabrina Impacciatore in grandissima forma, in grado di reggere da sola le sorti di una storia altrimenti priva di qualunque brio.
L'escamotage del burlesuqe, infatti, è principalmente una maniera di attirare il pubblico in sala con qualcosa di piccante, ma di erotismo qui proprio non se ne parla. Qualche sprazzo sensuale lo regala giusto la Impacciatore quando insegna alle inesperte future compagne di show i rudimenti della professione, ma ci fermiamo lì.
Peccato, perché dal trailer e dalle premesse, per un attimo poteva sembrare un esempio un po' casereccio di commedia italiana light tutta al femminile, mentre in realtà ci si perde per colpa di una trama che gioca male i suoi assi nella manica e, appunto, manca totalmente dei tempi giusti. Troppe, poi, le ripetizioni - Mimì La Petite ripeterà "les filles" almeno 20 venti volte - alla lunga insopportabili. Male, anche, la scena madre finale, con tutto il paese che guarda di traverso la quasi 'prostituta' Mimì, la quale ha la sua chance di spiegare il motivo del suo giovanile fuggire dalla città natale e dal padre (santificato da tutti in quanto proprietario della fabbricona del paesello): la giustificazione è da accapponare la pelle e la gestione dei dialoghi incapace di fronteggiare un tale carico emotivo (e pure abbastanza forzato, a mio avviso).
Comunque, per quando il cinema fosse totalmente vuoto e volendo sorvolare sul fatto che entrambi i miei compagni di visione hanno dormito, non posso dire di non aver ridacchiato di quando in quando e, alla fine, il risultato poteva anche essere peggiore (scelta location, però, pessima). Certo, non è davvero una pellicola per cui valga spendere dei soldi, ma qualche momento godibile c'è, specialmente quando le ragazze (Laura Chiatti e Michela Andreozzi) imparano le basi dello spettacolo burlesque.
Box Office: 254.705 €
Consigli: Se si apprezza la commedia italiana femminile leggera questo non è il titolo su cui punterei. Molto meglio, invece, "Amiche da morire" in cui compare sempre Sabrina Impacciatore, sempre capace e perfetta nei suoi personaggi. Il risultato finale è piuttosto acerbo, la trama buonista e vedere Caterina Guzzanti che recita non mette di buon umore. Bravo Edoardo Leo e, comunque, apprezzabili le protagoniste che si sono molto messe in gioco. Per il resto, però, si poteva fare di più.
Parola chiave: Soldi.
Trailer
Bengi
Etichette:
Burlesque,
Caterina Guzzanti,
commedia italiana,
disoccupazione,
Edoardo Leo,
erotismo,
Laura Chiatti,
Michela Andreozzi,
Mimì La Petite,
Pane e burlesque,
Puglia,
Sabrina Impacciatore,
sensualità,
sud
martedì 6 maggio 2014
Film 708 - Botte di fortuna
Una pellicola di cui non avevo mai sentito parlare suggerita dallo streaming e da... Luigi.
Film 708: "Botte di fortuna" (2012) di Ramaa Mosley
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Commedia strana a tinte decisamente black per una produzione tra l'indie e vaghi tentativi da approccio più maturo. Il risultato è un mix, una sorta di mezza via tra quello che potrebbe essere sia un film indipendente ad "alto" budget che una produzione commerciale a "basso" budget.
In generale l'espediente narrativo è piuttosto divertente - una teiera magica che produce soldi ogni qualvolta il suo proprietario o chi intorno a lui si faccia male - e l'evolversi della storia abbastanza in linea con le aspettative da commedia, tra buffi incidenti, roccamboleschi tentativi di guadagnare sempre più soldi e uno "sfondo" nerd che tanto piace agli americani e qui si adatta molto bene alla storia e ai due attori protagonisti. Carina e capace Juno Temple che, anche se non è plausibilmente la femme fatale che tentano di spacciare nella storia - e, sopresa(!), particolarmente efficace l'ex bambino prodigio Michael Angarano, sinceramente una piacevoel sorpresa. I due non solo sono una bella coppia, ma funzionano bene sullo schermo.
Tutto sommato, anche se ammetto non volessi dare alcuna chance a questa pellicola - tutto merito di Luigi se l'abbiamo vista-, devo dire che "The Brass Teapot" è stato proprio una piacevole, divertente sopresa.
Box Office: $6,997
Consigli: Carino e con qualche idea davvero originale, vale la pena dargli una possibilità. Certamente una commedia piacevole e 'fresca' anche grazie alla simpatica e contusa coppia di protagonisti. Si vede volentieri.
Parola chiave: Teiera.
Trailer
Bengi
Film 708: "Botte di fortuna" (2012) di Ramaa Mosley
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Commedia strana a tinte decisamente black per una produzione tra l'indie e vaghi tentativi da approccio più maturo. Il risultato è un mix, una sorta di mezza via tra quello che potrebbe essere sia un film indipendente ad "alto" budget che una produzione commerciale a "basso" budget.
In generale l'espediente narrativo è piuttosto divertente - una teiera magica che produce soldi ogni qualvolta il suo proprietario o chi intorno a lui si faccia male - e l'evolversi della storia abbastanza in linea con le aspettative da commedia, tra buffi incidenti, roccamboleschi tentativi di guadagnare sempre più soldi e uno "sfondo" nerd che tanto piace agli americani e qui si adatta molto bene alla storia e ai due attori protagonisti. Carina e capace Juno Temple che, anche se non è plausibilmente la femme fatale che tentano di spacciare nella storia - e, sopresa(!), particolarmente efficace l'ex bambino prodigio Michael Angarano, sinceramente una piacevoel sorpresa. I due non solo sono una bella coppia, ma funzionano bene sullo schermo.
Tutto sommato, anche se ammetto non volessi dare alcuna chance a questa pellicola - tutto merito di Luigi se l'abbiamo vista-, devo dire che "The Brass Teapot" è stato proprio una piacevole, divertente sopresa.
Box Office: $6,997
Consigli: Carino e con qualche idea davvero originale, vale la pena dargli una possibilità. Certamente una commedia piacevole e 'fresca' anche grazie alla simpatica e contusa coppia di protagonisti. Si vede volentieri.
Parola chiave: Teiera.
Trailer
Bengi
Etichette:
Alexis Bledel,
Botte di fortuna,
commedia,
disoccupazione,
fantasy,
Jack McBrayer,
Juno Temple,
magia,
male,
matrimonio,
Michael Angarano,
soldi,
teapot,
teiera,
The Brass Teapot,
Toronto International Film Festival
venerdì 31 agosto 2012
Film 444 - Wanderlust
Siccome Erika voleva vederlo...
Film 444: "Wanderlust" (2012) di David Wain
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Questo film è identificabile con una delle parole più temute dall'industria cinematografica: flop colossale. 35milioni di dollari per produrlo e un incasso mondiale di appena $21,450,353. Ora forse anche a voi si accende una lampadina sul perchè in Italia il titolo originale - letteralmente 'voglia di girovagare' - sia stato cambiato tanto inappropriatamente in "Nudi e felici".
Dato che dubito questo stratagemma porterà qualsivoglia beneficio a "Wanderlust", mi sembra veramente un'idiozia che si possa credere che un titolo risulti appetibile solo perchè si fa cenno alla nudità.
Detto ciò devo considerare questo prodotto migliore di quello che potessi aspettarmi. E' molto spesso un nonsense farcito di humor poco familiare a noi italiani, comunque a parte certe scene imbarazzanti (vedi incitamento volgarissimo allo specchio) si può dire che questa massificata indifferenza del pubblico nei confronti del film non ha nemmeno troppo ragione di trovarsi nel prodotto in sé. Tra l'altro i due protagonisti sono piuttosto conosciuti (soprattutto negli USA) e fa strano pensare che un film con la Aniston non riesca davvero ad arrivare nemmeno a ripagarsi i costi di produzione.
Certi passaggi sono divertenti e l'ambientazione hippie/autogestita è certamente una cornice ricca di spunti comici. A tratti, tra l'altro, mi ha ricordato il film con Tim Allen e Kirstie Alley "In ricchezza e in povertà".
Oltre a Paul Rudd e la Aniston, alcune spalle famose: Alan Alda, Malin Akerman e Justin Theroux.
Ah, tranquilli, la scena di nudo non coinvolge Jennifer Aniston, ma l'attore Joe Lo Truglio...
Consigli: Comunque un film piacevole per passare una serata tra amici. Divertente, anche se a tratti imbarazzante. Meglio evitare di vederlo in famiglia!
Parola chiave: Elysium.
Trailer
BB
Film 444: "Wanderlust" (2012) di David Wain
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Questo film è identificabile con una delle parole più temute dall'industria cinematografica: flop colossale. 35milioni di dollari per produrlo e un incasso mondiale di appena $21,450,353. Ora forse anche a voi si accende una lampadina sul perchè in Italia il titolo originale - letteralmente 'voglia di girovagare' - sia stato cambiato tanto inappropriatamente in "Nudi e felici".
Dato che dubito questo stratagemma porterà qualsivoglia beneficio a "Wanderlust", mi sembra veramente un'idiozia che si possa credere che un titolo risulti appetibile solo perchè si fa cenno alla nudità.
Detto ciò devo considerare questo prodotto migliore di quello che potessi aspettarmi. E' molto spesso un nonsense farcito di humor poco familiare a noi italiani, comunque a parte certe scene imbarazzanti (vedi incitamento volgarissimo allo specchio) si può dire che questa massificata indifferenza del pubblico nei confronti del film non ha nemmeno troppo ragione di trovarsi nel prodotto in sé. Tra l'altro i due protagonisti sono piuttosto conosciuti (soprattutto negli USA) e fa strano pensare che un film con la Aniston non riesca davvero ad arrivare nemmeno a ripagarsi i costi di produzione.
Certi passaggi sono divertenti e l'ambientazione hippie/autogestita è certamente una cornice ricca di spunti comici. A tratti, tra l'altro, mi ha ricordato il film con Tim Allen e Kirstie Alley "In ricchezza e in povertà".
Oltre a Paul Rudd e la Aniston, alcune spalle famose: Alan Alda, Malin Akerman e Justin Theroux.
Ah, tranquilli, la scena di nudo non coinvolge Jennifer Aniston, ma l'attore Joe Lo Truglio...
Consigli: Comunque un film piacevole per passare una serata tra amici. Divertente, anche se a tratti imbarazzante. Meglio evitare di vederlo in famiglia!
Parola chiave: Elysium.
Trailer
BB
Etichette:
Alan Alda,
amish,
amore,
comunità,
disoccupazione,
flop,
hippie,
Jennifer Aniston,
Justin Theroux,
Kirstie Alley,
Malin Åkerman,
Nudi e felici,
nudismo,
Paul Rudd,
privacy,
scena di nudo,
Wanderlust
lunedì 25 ottobre 2010
Film 157 - Laureata...e adesso?
Voglia di leggerezza. E ne ho trovata tanta...

Film 157: "Laureata...e adesso?" (2009) di Vicky Jenson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non tutti i film possono essere capolavori. Certo dopo aver visto "Inception" un film come questo perde completamente il minimo valore che poteva possedere originariamente. Vorrei, poi, ringraziare il genio che ha tradotto il titolo originale "Post Grad" (dopo diploma) con questo nostro italiano. Ridicolo e per niente invitante.
Questo, ovviamente, non aiuta un film già di per sé debole, privo di appeal commerciale, con una protagonista (Alexis Bledel) rimasta frigida dai tempi di "Una mamma per amica". Zero emozioni, risulta pure perfino antipatica. Resta legata al ruolo di secchioncella-saputella che l'ha resa famosa - qui manca la fondamentale parlantina del tv show - e non le riesce nemmeno tanto bene. Rimane di ghiaccio perfino con il bollente Rodrigo Santoro.
Il contorno attoriale, potenzialmente buono, rimane bloccato dalla bizzarra sceneggiatura che punta sulla famigliola freak che però si vuole bene. Il padre Michael Keaton è un nerd. Il fratellino Bobby Coleman è un futuro maniaco. La madre Jane Lynch (Sue Sylvester di "Glee"!) arresa ad una famiglia di pazzoidi senza motivo. C'è pure Carol Burnett, star della tv americana (5 Golden Globes vinti!) e il camaleontico J.K. Simmons (il papà di "Juno" per intenderci).
Il resto è noia.
Consigli: Assolutamente perdibile. Anzi, consigliatamente - concedetemi il neologismo - perdibile...
Parola chiave: Lavoro.
Ric

Film 157: "Laureata...e adesso?" (2009) di Vicky Jenson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non tutti i film possono essere capolavori. Certo dopo aver visto "Inception" un film come questo perde completamente il minimo valore che poteva possedere originariamente. Vorrei, poi, ringraziare il genio che ha tradotto il titolo originale "Post Grad" (dopo diploma) con questo nostro italiano. Ridicolo e per niente invitante.
Questo, ovviamente, non aiuta un film già di per sé debole, privo di appeal commerciale, con una protagonista (Alexis Bledel) rimasta frigida dai tempi di "Una mamma per amica". Zero emozioni, risulta pure perfino antipatica. Resta legata al ruolo di secchioncella-saputella che l'ha resa famosa - qui manca la fondamentale parlantina del tv show - e non le riesce nemmeno tanto bene. Rimane di ghiaccio perfino con il bollente Rodrigo Santoro.
Il contorno attoriale, potenzialmente buono, rimane bloccato dalla bizzarra sceneggiatura che punta sulla famigliola freak che però si vuole bene. Il padre Michael Keaton è un nerd. Il fratellino Bobby Coleman è un futuro maniaco. La madre Jane Lynch (Sue Sylvester di "Glee"!) arresa ad una famiglia di pazzoidi senza motivo. C'è pure Carol Burnett, star della tv americana (5 Golden Globes vinti!) e il camaleontico J.K. Simmons (il papà di "Juno" per intenderci).
Il resto è noia.
Consigli: Assolutamente perdibile. Anzi, consigliatamente - concedetemi il neologismo - perdibile...
Parola chiave: Lavoro.
Ric
Etichette:
Alexis Bledel,
carriera,
diploma,
disoccupazione,
futuro,
J.K. Simmons,
Jane Lynch,
laurea,
Laureata...e adesso?,
lavoro,
Michael Keaton,
Post Grad,
posto di lavoro,
Rodrigo Santoro
Iscriviti a:
Post (Atom)