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mercoledì 1 maggio 2024

Film 2271 - Irish Wish

Intro: Uscito giusto in tempo per il giorno di San Patrizio...

Film 2271: "Irish Wish" (2024) di Janeen Damian
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: decisamente non un grande film, ma piacevole sotto alcuni punti di vista.
Innazittutto, si tratta di una pellicola spensierata e senza pretese, di quelle facili facili che non richiedono necessariamente l'attenzione dello spettatore per tutta la durata della storia.
Poi devo dire che vedere Lindsay Lohan di nuovo in gran forma è cosa gradita. E, per quanto questi nuovi progetti targati Netflix che la coinvolgono non siano certamente prodotti che passeranno alla storia, è bello vedere che anche lei abbia ritrovato serenità e si sti nuovamente dedicando al cinema.
in una nota più personale, poi, ho trovato l'incipit della storia particolarmente divertente, soprattutto per quello che per me è stato un iniziale equivoco. All'inizio del racconto, infatti, Maddie (Lohan) si reca alla presentazione del libro che ha praticamente aiutato a scrivere come ghostwriter e, insieme all'autore (di cui è segretamente innamorata), si ferma per qualche momento sul red carpet, per poi proseguire all'interno dell'edificio adiacente dove si reca al bar. Tutta questa scena, anonima suppongo per il 99% della popolazione, per me ha avuto fin da subito una chiarissima localizzazione spaziale: il Clarence Hotel che si trova a Temple Bar, in particolare l'entrata che dà su Essex St e, all'interno, il bar dell'hotel in cui sono stato un paio di volte. Ora, considerato che il titolo del film è "Irish Wish", che tutta la storia si svolge in Irlanda e che, come dicevo, ho riconosciuto immediatamente alcune location, ho dato per scontato che l'inizio del racconto fosse ambientato a Dublino. Qualche scena dopo, però, i protagonisti salgono di qualche piano nell'edificio e, all'improvviso, dalle finestre si cominciano a scorgere grattacieli, elementi architettonici assolutamente estranei al panorama irlandese in generale. A quel punto, la mia più totale confusione: ma dove siamo? Ancora qualche scena e un susseguirsi di battute, fino a quando Maddie rivela che, di fatto, saremmo a Manhattan a condividere quella stessa parte di multiverso calpestato da Carrie Bradshaw e Samantha Jones. Molto divertente (almeno per me) considerato che Dublino assomiglia a New York come una margherita a un'aquila.
Comunque, a parte queste sciocchezze, ho gradito la visione di "Irish Wish" perché sapevo esattamente cosa aspettarmi da un titolo come questo (motivo per cui ho poi deciso di vedere il film). Senza infamia e senza lode, anche se forse spinge un po' troppo sulla componente "irlandese" che, a tratti, risulta forzata. Un'ultima nota di colore: la Guinness non viene mai una volta servita nel suo bicchiere corretto. E un vero irlandese non commetterebbe mai un errore del genere.
Cast: Lindsay Lohan, Ed Speleers, Alexander Vlahos, Ayesha Curry, Elizabeth Tan, Jacinta Mulcahy, Jane Seymour.
Box Office: /
Vale o non vale: Perdibile, per carità, ma non per questo una scelta tremenda se si opta per vederlo. "Irish Wish" non è un capolavoro, ma ha un carattere bonariamente piacevole (sarà un po' per quell'elemento alla "Freaky Friday", sempre con la Lohan) che, tutto sommato, rende il risultato finale accettabile.
Premi: /
Parola chiave: Desiderio.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 7 marzo 2024

Film 2257 - Mean Girls

Intro: Non so perché alla fine io e Niamh finiamo sempre per andare a vedere un musical...

Film 2257: "Mean Girls" (2024) di Samantha Jayne, Arturo Perez Jr.
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: è difficile riproporre un prodotto che ha funzionato originariamente così bene in chiave "aggiornata". In questo senso, il musical di "Mean Girls" pareva aver trovato la chiave giusta per riapprocciarsi al materiale originale con, in più, la scusa di portare al cinema il musical di successo originato a Broadway. Il denominatiore comune di tutte queste operazioni? Tina Fey.
La Fey, infatti, è stata artefice sia della sceneggiatura del primo film che del libretto del musical, per cui niente di più appropriato che riprendesse in mano il proprio lavoro e si dedicasse alla scrittura anche di questa storia. Non fosse che "Mean Girls" 2024 non funziona così bene come l'originale.
Per me il problema principale sta nel fatto che nessuna delle canzoni proposte qui funziana davvero o, per capirsi, rimane impressa. Il che, per una pellicola che ha alla sua base la musica, è già un grande problema. In aggiunta, questo "Mean Girls" cerca troppo disperatamente di tenersi al passo coi tempi, cambiando alcuni elementi chiave della storia o momenti cult - il balletto natalizio, la trasformazione di Cady in una delle Plastic (in italiano le Barbie) che di fatto quasi non avviene, alcuni dei sabotaggi a Regina che per qualche ragione vengono cambiati (penso alla maglietta con i buchi sul seno), il personaggio di Janis che qui non è etero (senza di fatto usare questo cambiamento in alcun modo, per poi relegare al finale la comparsata o quasi della fidanzata) e altri elementi ancora - che rovinano allo spettatore affezionato il piacere di ritrovare certi elementi cardine del film precedente in questa rivisitazione. Capiamoci, non ci sarebbe alcun problema nel cambiare le cose e aggiornarle, se solo il risultato finale funzionasse.
Un altro aspetto che qui non funziona sono i personaggi. Per quanto abbia apprezzato la combo Janis e Damian 2.0 (rispettivamente Auliʻi Cravalho e Jaquel Spivey), non mi è piaciuto il fatto che la narrazione della storia sia dal loro punto di vista. Così, di fatto, si toglie a Cady il potere della sua narrazione, relegandola a parte del racconto piuttosto che fulcro di esso. A peggiorare le cose, non credo che Angourie Rice sia in grado di reggere la parte di protagonista. Le sue doti vocali sono traballanti e, di fatto, le manca quel magnetismo e quel carisma che innegabilmente contraddistinguevano Lindsay Lohan nell'originale. Non solo la sua Cady è in grado di essere sexy e sensuale, ma è allo stesso tempo credibile nei panni della liceale che ha sempre studiato a casa e si sente fuori posto in un mondo a lei totalmente sconosciuto, ovvero il liceo. Questa Cady, invece, funziona solo nei panni della nerd spaesata.
In aggiunta, Aaron Samuels (Christopher Briney in un ruolo che assolutamente non gli si addice) in questa storia ha come unica caratteristica quella di essere l'oggetto delle contese amorose di Cady e Regina George (Reneé Rapp), altro non gli è concesso a livello narrativo. E, parlando di Regina George, non trovo che la Rapp riesca ad emulare il livello di iconicità suscitato dalla precedente performance di Rachel McAdams. Mi rendo conto che fossero panni alquanto ingombranti da dover vestire e, va detto, il suo è l'unico personaggio che davvero lascia il segno, sta di fatto che la performance generale funziona quando pensata nel contesto di questo film del 2024, ma non regge il confronto con l'originale di 20 anni fa. Questo è ancora più vero nel finale, quando Regina si ravvede all'ultimo secondo, di fatto buttando alle ortiche tutto ciò che ha simboleggiato il personaggio fino a quel momento in nome di un happy ending piuttosto insoddisfacente.
Insomma, per quanto il musical di "Mean Girls" non sia un prodotto terribile, ha il grande svantaggio di confrontarsi con un originale che, per tanti motivi, è passato alla storia e con il quale l'inevitabile confronto non fa che accentuare tutti quegli elementi che non funzionano. Se poi ci mettiamo che nemmeno quella parte di novità che si porta con sé questa pellicola (le canzoni) siano niente di memorabile, si fa presto a capire perché il risultato finale possa lasciare delusi i fan del primo film.
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Cast: Angourie Rice, Reneé Rapp, Auliʻi Cravalho, Christopher Briney, Jaquel Spivey, Avantika, Bebe Wood, Jenna Fischer, Busy Philipps, Tim Meadows, Lindsay Lohan, Jon Hamm, Ashley Park, Tina Fey.
Box Office: $104.1 milioni
Vale o non vale: Continuo a rimanere dell'opinione che non ci fosse bisogno di un nuovo "Mean Girls", nemmeno in chiave musicale. Detto ciò - e visto che ce lo abbiamo - non trovo che ci sia una particolare necessità di recuperare questa pellicola, a meno che non si sia fan della versione di Broadway, dei musical in generale o, almeno in parte, della pellicola originale.
Premi: /
Parola chiave: The Burn Book.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 4 gennaio 2023

Film 2154 - Falling for Christmas

Intro: Parte la leggerezza natalizia...

Film 2154: "Falling for Christmas" (2022) di Janeen Damian
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: boiatona natalizia targata Netflix che sa tanto di film della Hallmark (con qualche momento simpatico in più) che sì, lascia il tempo che trova, ma ci regala una Lindsay Lohan nuovamente e piacevolmente in forma. Poi sì, il film le richiede a malapena di recitare, comunque fa piacere rivedere l'attrice dopo tante disavventure rivitalizzare una carriera per troppo tempo messa in pausa. Sono felice per lei.
Detto questo, "Falling for Christmas" è imbarazzantemente prevedibile, ma anche questo fa parte del fascino di prodotti di questo tipo: poca fantasia, zero attività cerebrale richiesta, qualche vago momento comico e via che si va verso il felici e contenti. Qui, ovviamente, la protagonista troverà sé stessa grazie all'amore inaspettato di un papà vedovo e la sua famiglia ispano-americana. Di mezzo ci sono un'amnesia e un fidanzato (palesemente gay) alla ricerca della sua amata scomparsa.
Insomma, c'è il minimo sindacale per tirare avanti la baracca, ma è inutile prendersi in giro: nessuno ha guardato questo film per la sua storia, quando per recuperare il ritorno di Lindsay Lohan dopo anni di oblio cinematografico e mediatico.
Cast: Lindsay Lohan, Chord Overstreet, George Young, Jack Wagner, Olivia Perez, Alejandra Flores, Sean J. Dillingham, Chase Ramsey, Aliana Lohan.
Box Office: /
Vale o non vale: "Mean Girls" incontra "Glee" e nasce l'amore sotto l'albero. Questo, praticamente, l'appeal commerciale di "Falling for Christmas", pellicola natalizia targata Netflix uscita a novembre che è riuscita nel miracolo di riportare attenzione alla carriera di Lindsay Lohan che, stando alle stime dello streaming, con questo titolo di fatto ha sbancato.
Sicuramente non un film di Natale imperdibile, però certamente guardabile se non si hanno particolari aspettative (ma onestamente non vedo perché se ne dovrebbero avere, ed è giusto così). E buona Natale a tutti.
Premi: /
Parola chiave: Memoria.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 maggio 2019

Film 1594 - Mean Girls

Intro: Per me è semplicemente geniale. Lo so a memoria e lo rivedrei altre 100.000 volte.
Film 1594: "Mean Girls" (2004) di Mark Waters
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: esattamente 9 anni fa recensivo per la prima volta quello che per me è uno dei film cult su teenager e liceo americani. Nel tempo la mia passione non è scemata...
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Cast: Lindsay Lohan, Rachel McAdams, Tim Meadows, Ana Gasteyer, Amy Poehler, Tina Fey, Lacey Chabert, Amanda Seyfried, Lizzy Caplan, Daniel Franzese, Neil Flynn, Jonathan Bennett.
Box Office: $169 milioni
Vale o non vale: Dal libro "Queen Bees and Wannabes"di Rosalind Wiseman, Tina Fey trae la sceneggiatura di questo piccolo capolavoro per teenagers che è "Mean Girls" e comincia la sua vera e propria scalata verso lo stardom hollywoodiano. E' con questo film, infatti, che io - ancora inconsapevole - sono venuto per la prima volta in contatto con il genio di Fey e da allora non ho più potuto fare a meno di amarla. Se siete fan di Tina o dei suoi show questo è sicuramente un titolo imperdibile per voi, una commedia spassosissima e ben scritta con un cast perfettamente in parte e una sbalorditiva Rachel McAdams che all'età di 26 riesce a rendere credibile l'andare ancora al liceo. Vedere per credere.
Premi: /
Parola chiave: Liceo.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 15 gennaio 2014

Razzie Awards 2014: nomination e vincitori

Quando escono le nomination ai Razzie Awards è sempre segnale dell'arrivo degli Academy Awards.
Saranno, infatti, annunciate domani pomeriggio ora italiana le candidature agli Oscar 2014 per il meglio del cinema "mondiale", ovvero americano.
Di oggi, invece, l'annuncio dei nominati al peggio del peggio della stagione cinematografica passata grazie, appunto, ai Razzie che formalizzano il loro disprezzo verso il cattivo cinema attraverso le nomination speculari rispetto agli Oscar, con accezione negativa.
Quest'anno colpisce la presenza di Johnny Depp, fino ad oggi salvo dal negativo riconoscimento proprio come Naomi Watts. Assi pigliatutto di questa edizione sembrano essere "After Earth" e "Un weekend da bamboccioni 2" oltre che, come sempre, Lindsay Lohan e Tyler Perry. Presenti anche Sylvester Stallone, Ashton Kutcher, Kim Kardashian, la famiglia Smith e i cantanti Chris Brown, Selena Gomez, Lady Gaga.

34th Annual RAZZIE Awards
PEGGIOR FILM
After Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43

PEGGIOR ATTORE
Johnny Depp: The Lone Ranger
Ashton Kutcher: Jobs
Adam Sandler: Un weekend da bamboccioni 2
Jaden Smith: After Earth
Sylvester Stallone: Bullet To The Head, Escape Plan, Il grande Match

PEGGIORE ATTRICE
Halle Berry: Movie 43, The Call
Selena Gomez: Getaway
Lindsay Lohan: The Canyons
Tyler Perry: A Madea Christmas
Naomi Watts: Diana, Movie 43

PEGGIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Lady Gaga: Machete Kills
Salma Hayek: Un weekend da bamboccioni 2
Katherine Heigl: The Big Wedding
Kim Kardashian: Tyler Perry’s Temptation
Lindsay Lohan: In-App-Propriate Comedy, Scary Movie 5

PEGGIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Chris Brown: Battle Of The Year
Larry the Cable Guy: A Madea Christmas
Taylor Lautner: Un weekend da bamboccioni 2
Will Smith: After Earth
Nick Swardson: A Haunted House, Un weekend da bamboccioni 2

PEGGIOR REGISTA
I registi di Movie 43
Dennis Dugan: Un weekend da bamboccioni 2
Tyler Perry: A Madea Christmas, Temptation
M. Night Shyamalan: After Earth
Gore Verbinski: The Lone Ranger

PEGGIORE GRUPPO SUL GRANDE SCHERMO
L’intero cast di Un weekend da bamboccioni 2
L’intero cast di Movie 43
Lindsay Lohan & Charlie Sheen: Scary Movie 5
Tyler Perry & EITHER Larry the Cable Guy OR That Worn-Out Wig & Dress: A Madea Christmas
Jaden Smith & Will Smith: After Earth

PEGGIORE SCENEGGIATURA
After Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43

PEGGIOR REMAKE, RIP-OFF o SEQUEL
Un weekend da bamboccioni 2
Una notte da leoni 3
The Lone Ranger
Scary Movie 5
I puffi 2



Bengi

giovedì 10 ottobre 2013

Film 596 - Bling Ring

Curiosità a mille per questa pellicola!


Film 596: "Bling Ring" (2013) di Sofia Coppola
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Sofia trae da un fatto di cronaca l'ispirazione per la sua ultima sceneggiatura, riuscendo a catalizzare subito l'attenzione grazie all'argomento curioso e attuale: un gruppetto di ragazzini annoiati ricerca emozioni forti derubando le case dei vip per indossare i loro vestiti e potersi permettere uno stile di vita da vere superstar (disco, alcol, droga).
Bene Sofia, ti sto seguendo. Sono molto curioso, poi cosa succede?
La storia prosegue - ci fa vedere Sofia - con il gruppetto di ragazzini annoiati che continua a ricercare emozioni forti derubando le case dei vip per indossare i loro vestiti e potersi permettere uno stile di vita da vere superstar (disco, alcol, droga).
Ah, ok Sofia. Poi cosa succede ancora?
Nel finale, dopo che il gruppetto di ragazzini annoiati continua a ricercare emozioni forti derubando le case dei vip per indossare i loro vestiti e potersi permettere uno stile di vita da vere superstar (disco, alcol, droga), vengono arrestati e processati. Titoli di coda, appare il nome di Sofia. Fine.
Questa, in gran sintesi, la trama di "The Bling Ring" che, in 90 minuti di pellicola, riesce a raccontare l'idea al centro della trama - no, adesso la smetto con il copia/incolla - trascinandola in una spirale infinita di rallenty e musica da discoteca.
Da questo punto di vista direi che la Coppola sforna un altro prodotto che rasenta solamente la superficie di una storia altrimenti esplosiva se approfondita con cognizione di causa. Invece il risultato è tiepidino perché se all'inizio tutto lo sbrilluccichio, le trasgressioni e la curiosità di un fatto di cronaca (fuori contesto anche) divertente rende l'insieme gradevole, ma con il passare del tempo e del replicarsi delle scene precedenti si finisce per lasciare molto spazio agli sbadigli.
Non è che il risultato sia brutto, semplicemente si potevano rappresentare meno furti in casa di Paris Hilton e prendere in considerazione, per esempio, sia come evolvono dopo l'arresto i rapporti tra gli amici di furto sia come questi vengono visti dai loro coetanei. Si sarebbe rappresentato un quadro più interessante e ricco, ma soprattutto meno ripetitivo.
In questo guazzabuglio di strisce di coca, foto al cellulare e mazzette di soldi sbandierate su Facebook, Emma Watson riesce a spiccare sui compagni di set, sexy ragazzina dalla minigonna facile e imbecillemente attaccata ad un'idea di fama che di fatto riflette sia il suo comportamento sia i personaggi che idolatra (e sceglie di derubare).
Il mondo che fa da sfondo alla vicenda è agghiacciante e reso con lucidità dalla Coppola che, tra l'altro, richiama in un cameo quella stessa Hilton che, a ben vedere, dovrebbe sentirsi più scema di quegli scemi che l'hanno rapinata - il solo fatto che possieda cuscini con la sua faccia stampata sopra è indicativo di quali priorità si addicano a tale personaggio - e che vengono qui rappresentati. Tuttavia l'accurata ricostruzione della società che vive per il brand non è sufficiente a salvare il risultato globale di questa pellicola che, alla fine, funziona solo a metà e lascia un tantino insoddisfatti.
Pare che a lungo andare Sofia Coppola stia finendo per vivere di una fama che non la rappresenta più. I ragazzini ladri drogati sono un tema forte che sicuramente suscita scalpore, ma poi bisogna saperci fare qualcosa con la loro storia. Di fatto mi sembra che, invece, ci si sia limiti a raccontare il tutto in maniera piuttosto prevedibile e superficiale. Sarà anche colpa delle alte aspettative che avevo, ma secondo me "Bling Ring" doveva essere tutta un'altra cosa.
Ps. Cameo di Kirsten Dunst che è stata protagonista del primo lungometraggio della Coppola, "Il giardino delle vergini suicide".
Consigli: Un altro ruolo interessante per Emma Watson, già cult con la scena del labbro leccato durante uno scatenato ballo in discoteca.
La pellicola può essere interessante perché racconta una storia vera, anche se personalmente mi aspettavo qualcosa di diverso e forse più trasgressivo. In un certo senso, se si conoscono i precedenti lavori, si può dire che è un film in stile Sofia Coppola.
Parola chiave: Fama.

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Bengi

martedì 21 maggio 2013

Film 550 - Scary Movie V

Visti i primi 4, non si poteva evitare di vedere anche questo ennesimo capitolo. Ma più per devozione alla causa che per le meravigliose originalità che propone questa pellicola...


Film 550: "Scary Movie V" (2013) di Malcolm D. Lee
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Leoo
Pensieri: Molte delle gag del trailer in effetti nel film poi non ci sono o, come nel caso della scena con Charlie Sheen e Lindsay Lohan, sono presentate in modo diverso. Nel contesto globale, comunque, questo non cambia il risultato piuttosto mediocre della pellicola, per non dire basso. Rispetto alla saga, infatti, questo e il secondo episodio sono decisamente i peggiori.
Abbandonato praticamente tutto il cast originale tranne Sheen (che però è presente solo all'inizio) e Simon Rex divenuto protagonista, abbiamo guadagnato il visino di Ashley Tisdale che è finita a far le veci di Cindy/Anna Faris, protagonista più carismatica e dalle espressioni fantasticamente demenziali.
Già lasciare metà del cast originale fa perdere appeal al prodotto che, in più, non fa nulla per innalzarsi o migliorarsi rispetto ai suoi predecessori. Volgare e stupido, fatica a centrare battute o situazioni divertenti e, peggio, non riesce a puntare su momenti comici che prescindano dal sesso. Insomma, se qualcuno avesse avuto dubbi, "Scary Movie V" è una qualunque operazione commerciale spilla soldi, basata sul principio che i fan della saga sarebbero accorsi in massa per godersi qualche nuova presa in giro dei titoli cinematografici più famosi delle stagioni passate. Tra le mire degli sceneggiatori, infatti, troviamo "La casa", "La madre", "L'alba del pianeta delle scimmie", "Il cigno nero", "Inception", "The Help" e, soprattutto, il format alla "Paranormal Activity" che aggiunge un'impronta horror abbastanza marcata.
Nonostante la presa in giro di certi passaggi nonsense di qualcuna delle pellicole citate sopra possa avere anche un senso, il tutto è comunque rovinato dalla totale mancanza di un filo narrativo strutturato e dalla cascata a pioggia di idiozie e volgarità. Siccome tutti e cinque i film si basano su questo, nessuno se ne stupisce; il problema è che qui non si ride praticamente mai. L'unica trovata veramente divertente è la scena del sesso lesbo. Il resto è vuoto.
Ps. Un veloce excursus riguardo gli incassi della serie demenziale:
"Scary Movie - Senza paura, senza vergogna... senza cervello!": $278,019,771
"Scary Movie 2": $141,220,678
"Scary Movie 3 - Una risata vi seppellirà": $220,673,217
"Scary Movie 4": $178,262,620
"Scary Movie V": $63,168,237
Facciamoci delle domande.
Film 1038 - Scary Movie
Film 383 - Scary Movie 3
Film 1449 - Scary Movie 3
Film 2041 - Scary Movie 3
Film 1603 - Scary Movie 4
Film 550 - Scary Movie V
Consigli: "Scary Movie 3 - Una risata vi seppellirà" rimane il migliore dei 5 capitoli usciti fino ad ora. Il quinto era nell'aria da un bel po' e, sinceramente, se questo è il risultato potevamo tutti risparmiarcelo.
Chi ha apprezzato o apprezza la serie di "Scary Movie" non può perdersi anche questo ultimo prodotto, ma non regge il confronto con gli altri e, soprattutto, non vale davvero la pena di essere visto al cinema pagando dei soldi.
Parola chiave: Squalo.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 26 aprile 2013

Film 539 - Liz & Dick

In realtà è un film per la tv, ma non importa. E' la storia di Liz Taylor e della sua relazione certamente complessa con Richard Burton. E a interpretare la grande attrice ce n'é una non esattamente divina... Lindsay Lohan.
Potevo forse perdermelo?! Potevamo, forse, io e Leoo (che praticamente guardiamo qualunque cosa)?! No, infatti.

Film 539: "Liz & Dick" (2012) di Lloyd Kramer
Visto: dal portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Leoo
Pensieri: Nemmeno troppo inaspettatamente bocciato da tutta la critica americana, questo prodotto tv incentrato sulle vicissitudini amorose di Elizabeth Taylor e Richard Burton si concentra moltissimo sulla realizzazione estetica, ma fallisce nei contenuti.
Partendo dal presupposto che si danno per assodati troppi passaggi che, mancando, spezzano la narrazione, i dialoghi sono spesso connotati da cliché e stereotipazioni abbastanza superficiali. I bipolari cambiamenti di umore di entrambi non sono né giustificati né debitamente approfonditi, ma vengono semplicemente serviti al pubblico quale dato di fatto, quasi ad autolegittimare la nomea di relazione vissuta a cento all'ora che la storia d'amore aveva acquisito. Peccato che non si possa rappresentare la vita di due persone come fosse un'unica sequenza di copertine di giornali scandalistici.
Capricci ed esagerazioni, debilitanti altalene emotive e due carriere hollywoodiane più lanciate che mai (rappresentati anche i momenti in cui gli attori ebbero la nomination all'Oscar per "Chi ha paura di Virginia Woolf?" oltre che il momento della vittoria per la Taylor e della sconfitta per Burton): insomma, un sacco di argomenti tra il biopic e mondo del gossip, passando per la curiosità che il pubblico può nutrire per le fiction da 'dietro le quinte' sui propri divi preferiti. Eppure, nonostante tutti i possibili agganci per realizzare un racconto che funzionasse davvero, "Liz & Dick" scricchiola in svariati passaggi.
Il problema non sta tanto nella recitazione - ci terrei a ricordare che questo è un prodotto per la televisione americana realizzato dalla rete via cavo Lifetime. Noi abbiamo le fiction Rai con Manuela Arcuri o Nino Frassica. Non siamo quindi troppo nella posizione di criticare una Lindsay Lohan qualunque -, quanto, appunto, nella storia. Non che sia inguardabile o illogica, semplicemente riduce tutto troppo, senza davvero approfondire il rapporto umano che ha legato le due star che, prima di essere tali, erano persone. Invece mi è sembrato che ci si sia preoccupati moltissimo del lato patinato e glam, delle feste e dei gioielli, tralasciando ingenuamente una parte della storia che non può essere tenuta in secondo piano, ovvero la vicenda umana.
Lo scandalo della relazione tra la Taylor e Burton non può essere riassunto in due titoli di giornale, ma, a mio avviso, avrebbe dovuto essere affrontato attraverso gli occhi di tutti e quattro i coinvolti (ossia delle due coppie sposate). Questo elemento di approfondimento psicologico più consapevole e maturo manca e rende incompleto un lavoro che, quindi, finisce per basarsi solo sulla superfice delle cose.
Quello che davvero manca è la capacità dello sceneggiatore di rendere persone i personaggi e non solo di descrivere le tappe in ordine cronologico di due figure che rimangono, per tutta la narrazione, bidimensionali ricordi delle personalità che rappresentano. Di questo, quindi, non si può fare alcuna colpa alla Lohan.
Premesso che in generale non mi è mai piaciuta, comunque ho trovato la scelta di farle rappresentare Liz Taylor (oltre che provocatoria) azzeccata quantomeno per l'aspetto. Non si assomigliano mai in maniera strabiliante, eppure c'è qualcosa di maledettamente identico che le accomuna e funziona. Decisamente meno magnetico, invece, il Burton di Grant Bowler che non colpisce in nessun passaggio particolare e, anzi, sembra spesso un pensionato qualunque di passaggio nella vicenda della protagonista Taylor.
I veri momenti che ho trovato detestabili e recitati veramente male, sono stati quelli della pseudo intervista doppia di Liz e Dick in una specie di spazio fuori dal tempo, dove quelle che potremmo definire le coscienze dei due, raccontano, descrivono e spiegano in prima persona le vicende intercorse durante la lunga relazione d'amore.
Questi momenti teoricamente più intimisti, spezzano in maniera drammatica la narrazione e non aggiungono davvero nulla che non sia il dar prova che Lindsay Lohan sa ancora piangere a comando. Essendo la sceneggiatura così piatta, non è necessaria alcuna spiegazione degli eventi sottolineando i passaggi chiave, perchè anche un bambino riesce a coglierli. E, ripeto, sono recitati piuttosto malino rispetto al resto delle due performance. Oltre al fatto che scimmiottano piuttosto goffamente i momenti di analisi di coppia Jolie-Pitt in "Mr. & Mrs. Smith"
Insomma, "Liz & Dick" è quello che è, nonché esattamente ciò che mi aspettavo, ovvero un prodotto che gioca molto sull'appeal della coppia di cui racconta la storia e della protagonista scelta per portare sul piccolo schermo questa porzione di vita dell'attrice Elizabeth Taylor. L'aspetto meglio curato è quello estetico (bei costumi, trucco fatto molto bene e bella fotografia), ma è incapace di gestire un racconto che vada oltre una patinata e semplificata visione della realtà. A tratti funziona, ma non è certo soddisfacente.
Consigli: Lo si può vedere per svariati motivi: se si è fan della Lohan, se si amano i biopic oppure se i Burton-Taylor piacciono o sono piaciuti. E' un intrattenimento innocuo e che richiede pochissimo sforzo intellettuale. Va, però, considerato nei limiti di ciò che è, senza pretendere approfondimenti o slanci d'autore. In quest'ottica si segue volentieri.
Parola chiave: Oscar.

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Bengi

domenica 11 dicembre 2011

Film 343 - Radio America

Avevo comprato il dvd a Trastevere quest'estate e attendevo solo la giusta occasione per vederlo.


Film 343: "Radio America" (2006) di Robert Altman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Un cast da lasciare a bocca aperta, uno dei registi più importanti del cinema mondiale, un altro spaccato dell'America più fedele a sé stessa.
Non posso certo dire di amare il country, né di apprezzare particolarmente la radio, ma dare una chance a questa pellicola mi sembrava d'obbligo, essendo l'ultima del grande Altman.
Il film non è facile se non si è appassionati di molte cose (i film corali, innanzitutto, poi di quell'orgoglio molto americano che li lega al country e all'essere specificamente loro stessi), io personalmente l'ho trovato lungo in certi passaggi, ma ha un suo perchè da non sottovalutare. In fondo l'America è anche questo. Non solo incassi e motivetti facili. Onore ad Altman che dirige con maestria 10 attori(!) - e cito solo i principali - con un piglio mai noioso e alternando in maniera efficace sipario, momenti musicali e dietro le quinte.
Sì, perchè, di radio si tratta e, più nel dettaglio, parliamo dell'ultimo spettacolo prima della demolizione dell'edificio in cui si tiene la messa in onda. Le voci della fine circolano per i corridoi e i vari 'eroi' che hanno tenuto per tanti anni compagnia al loro affezionato (seppur scarso) pubblico, si esibiscono per un ultimo grande (e molto spesso improvvisato) show.
Tantissime le facce note, tutte più o meno con alle spalle riconoscimenti non da poco: Woody Harrelson (2 nomination all'Oscar), Tommy Lee Jones (1 Oscar), Kevin Kline (1 Oscar), Lindsay Lohan, Virginia Madsen (1 nomination all'Oscar), John C. Reilly (1 nomination all'Oscar), Maya Rudolph (vista quest'estate in "Le amiche della sposa"), Meryl Streep (2 Oscar) e Lily Tomlin (1 nomination all'Oscar).
In sostanza non lo rivedrei, però ammetto che come film ha saputo esercitare su di me un discreto fascino decadente che me lo ricorda con affetto. Alla fine anche io ero dispiaciuto che il programma radiofonico finisse. Che Altman abbia colpito nel segno anche stavolta? Il tempo mi darà sicuramente qualche consiglio.
Consigli: Per gli amanti di Altman o del country. O dei bei film corali, compatti e ben recitati. Ci sono ottimi motivi per vedere questo film, ma bisogna tenere a mente che non è una pellicola spensierata o leggera.
Parola chiave: Asfodelo.

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Ric

lunedì 31 ottobre 2011

Film 320 - Mean Girls

Più che una pellicola ormai un must della commedia teen americana...

Film 320: "Mean Girls" (2004) di Mark Waters
Visto: dalla tv di Marco
Lingua: italiano
Compagnia: Marco (Mi)
Pensieri: Davvero sempre spassoso e divertente, una sicurezza per passare una serata piacevole in compagnia.
Inevitabile amare la perfida di Regina George, cattiva e stronza come poche liceali lo sono mai state sul grande schermo. Apprezzabilissime le comprimarie della Lohan (Lacey Chabert, Amanda Seyfried, Lizzy Caplan, Tina Fey e Amy Poehler) che, molto spesso, finiscono per rubarle la scena.
Il liceo come metafora della giungla è un'immagine piuttosto usata, ma mai come qui il senso è stato rappresentato in maniera così letterale. Scorretto e diretto, solo apparentemente disimpegnato o superficiale, divertente e ben scritto (dalla Fey), "Mean Girls" rimane uno dei miei titoli preferiti della commedia teen USA, con certe trovate comiche davvero geniali.
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Consigli: Davvero apprezzabile per simpatia e trovate comiche. Scorre via che è un piacere, specialmente in compagnia.
Parola chiave: Popolarità.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 17 giugno 2011

Film 266 - Incinta o quasi

Commedia americana facilissima, ottima per il preserata in discoteca.


Film 266: "Incinta o quasi" (2009) di Lara Shapiro
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Il caso del film 'chi l’ha visto' con Lindsay Lohan come protagonista mi è capitato sotto mano per caso circa un mesetto fa (eh si, sono indietro con le recensioni) in un preserata in cui cercavo un intrattenimento per la cena.
Si sa che la Lohan naviga in acque piuttosto agitate ultimamente, ma pare strano che un suo nuovo film non venga nemmeno pubblicizzato.
Di fatto il fato mi ha suggerito la visione di “Incinta o quasi” e , considerato preventivamente il tipo di pellicola, ho trovato esattamente quello che stavo cercando: divertimento spensierato per una commediola facile - facile basata sugli equivoci.
Già, perché la Lohan finge - per una serie di conseguenze - di essere rimasta incinta, evitando, così, di perdere il posto. Da lì a migliorare la sua vita di orfana con sorella minorenne a carico, dovrà passarne di acqua sotto i ponti!
La spunterà, ovviamente, e non rovino l’'inaspettato' finale a nessuno dicendolo. Insomma, la Lohan si conferma principessina (ingrata) delle teen commedy USA ed è un peccato che sprechi la sua sfrontataggine tra una mutanda calata e un bicchiere di vodka. Quando è ligia al suo dovere, è capace di tenere ottimamente la scena.
Divertenti i comprimari (Cheryl Hines, Luke Kirby e Aaron Yoo), storia liscia e piacevole, abbastanza lanciata nelle 'weird situations' per un innocuo passatempo di un paio d’ore.
Consigli: Film ad alta (e veloce) digeribilità, adatto ad ogni tipo di serata in compagnia con amici. Innocuo.
Parola chiave: Lavoro.

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Ric

mercoledì 25 maggio 2011

Film 265 - Machete

Sempre cinema gratis. Questa volta andiamo sull'action-trash-splatter. Ne vale?


Film 265: "Machete" (2010) di Ethan Maniquis, Robert Rodriguez
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Ahahahah! Non si può dire che Rodriguez non si diverta a girare i suoi film! Questo, tra tutti i suoi che ho visto ("Four Rooms", "Spy Kids" 1, 2 e 3, "C'era una volta in Messico", e "Sin City") è sicuramente il più scanzonatamente riuscito.
Danny Trejo, alla pari di Mickey Rourke, è un attore da macello, sfatto nella forma, ma massiccio come pochi. Fedele compagno del regista fin dagli albori, ha ottenuto finalmente il suo ruolo da protagonista assoluto con questa pellicola solo apparentemente di serie B.
Già, perchè, tra gli attori più famosi, troviamo gente come Robert De Niro, Jessica Alba, Michelle Rodriguez ("Avatar"), Don Johnson ("Miami Vice"), Lindsay Lohan (nuda), Steven Seagal (obeso) e Jeff Fahey ("Lost"). Mica male per un unico film!
Tra l'altro ho trovato lo spettacolo in sé piuttosto gradevole. Divertente, spensierato, splatter, trash e d'azione quanto basta per localizzare in 105 minuti di pellicola la leggerezza di una serata senza pensieri. Senza pretese riassume alla perfezione il contesto.
Trejo perfetto per la parte, nonostante il fisico compatto, è agile e scattante quando si tratta di lanciarsi dalla finestra con le viscere di un poveretto che ha appena squartato in due. Grandissima anche la Lohan in abito da suora, provocazione non da poco per una che tra alcol, droga e mutande dimenticate a casa ha regalato di sé stessa un'ammagine tutt'altro che immacolata.
Male, invece, Seagal che, oltre a pesare quanto un transatlantico, è un cattivo tanto moscio quanto stantio. Persi la forma e lo smalto beffardo di un tempo (con cui sconfiggeva ogni genere di cattivo che gli si parava sulla strada) non lo si salva nemmeno per pietà (ormai esaurita da anni a causa dei pessimi film interpretati dall'attore).
Tutto sommato un film che si può vedere con la leggera consapevolezza che oltre ad un certo target di genere non si potrà andare. Rodriguez è spesso autoreferenziale, quindi non se lo facciano scappare coloro che hanno già gradito le sue precedenti opere sul grande schermo.
Consigli: Pronti all'azione e all'assurdo. CI si diverte se si è in linea con lo spirito del film!
Parola chiave: Vendetta.

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Ric

lunedì 11 ottobre 2010

Film 147 - Mean Girls

Altra cena altro film. I lunedì cominciano a diventare simbolo di serate in compagnia dove, davanti a una bella insalatona, ci si gusta anche un bel dvd. Per il quinto appuntamento, tutti riuniti dopo le vacanze estive, abbiamo scelto un film molto, molto cattivo...

Film 147: "Mean Girls" (2004) di Mark Waters
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Marco, Andrea Puffo, Enrico, Diego, Levino
Pensieri: Il primo film decisamente non serio delle nostre serate 'insalata&cinema', non poteva essere che il capolavoro di comicità scritto dalla brillante Tina Fey.
Di recente avevo già elogiato sia il film che la sua creatrice, donna di raffinata intelligenza, e oggi ribadirò solo che è decisamente una pellicola divertente, ben scritta e recitata da un cast di, allora, sconosciute (tranne Lindsay Lohan) che in pochi anni sarebbero entrati a far parte della Hollywood che conta: Rachel McAdams, poi vista in "Red Eye", "State of Play", "Un amore all'improvviso", "Sherlock Holmes"; Amanda Seyfried, sempre più in ascesa, diva di film come "Mamma Mia!", "Il corpo di Jennifer", "Chloe - Tra seduzione e inganno"; Amy Poehler, amica della Fey e, come lei, protagonista del "Saturday Night Live" e vista nel film "Baby Mama"; e, ovviamente, Tina Fey, ormai divenuta famosa anche da noi per la sua imitazione durante il "Saturday Night Live" di Sarah Palin, durante la scorsa campagna elettorale presidenziale USA, e per i suoi molteplici premi vinti per il tv show "30 Rock". L'abbiamo vista anche al cinema in "Baby Mama" e "Notte folle a Manhattan" Se questo non è un segno...
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Consigli: Non perdetevi tutte le cattiverie che Cady con Janis e Damian escogitano per farla pagare a Regina George: ci sarà da divertirsi!
Parola chiave: Aaron Samuels.


#HollywoodCiak
Bengi

domenica 23 maggio 2010

Film 114 - Mean Girls

Ormai un classico della commedia teen USA, non potevo non rivederlo dopo aver comprato pure il dvd!

Film 114: "Mean Girls" (2004) di Mark Waters
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Ovviamente non pretendo che tutti comprendano il mio amore spassionato per questo film, ma, vi supplico, prima di giudicare GUARDATELO. Non mi aspetto sia il film della vita per nessuno, semplicemente "Mean Girls" è stato scritto da Tina Fey, mio personalissimo idolo nonché musa, regina del "Saturday Night Live" e di quel capolavoro che è "30 Rock".
Con queste premesse, per chi conosce i riferimenti, dovrebbe esserci meno diffidenza, nonostante questa commedia veda come protagonista la Lindsay Lohan, ancora cicciottella (si fa per dire) e genuina, non smaniosa di apparire anoressica e sgualdrina a tutti i costi. Aggiungono valore, poi, i comprimari che, insieme alla Fey, formano un cast che oggi, 6 anni dopo, conferma di aver scommesso sulle facce giuste. Prima fra tutti Amanda Seyfried, ormai lanciatissima con film da assoluta protagonista ("Dear John", "Letters to Juliet") nonostante la non proprio sfolgorante bellezza. Poi la Rachel McAdams di "Sherlock Holmes", classe 1978, all'epoca della pellicola 10 in più del suo personaggio, la perfida Regina George, e nessuna difficoltà a rendere credibile una ragazzina del liceo. Poi ancora Amy Poehler, amica della Fey e compagna anche di avventure ("Baby Mama" e "Saturday Night Live"), qui madre di plastica e smaniosa di rimanere al passo coi tempi; Lizzy Caplan, rivista in "True Blood"; Ana Gasteyer del "Saturday Night Live", vista anche in "The Women" e "What Women Want"; Neil Flynn, famosissimo inserviente di "Scrubs".
Non è un caso, insomma, se questa alla fine non risulta essere la classica noiosa e stupida commediola americana per adolescenti. La storia è ben scritta e affronta anche qualche tema interessante (liceo come giungla, ormoni che fanno impazzire, accettarsi per quello che si è, affrontare le conseguenze delle proprie azioni), sviluppato ed estremizzato dalla giovane età dei protagonisti. Fortunatamente, e qui sta il genio della Fey, non si inciampa mai nella banalità o nel già visto, ma si affrontano le situazioni con un'originalità che, nel 2004, era quasi innovativa (non a caso gli oltre 120 milioni di $ al botteghino mondiale).
Le gag ci sono, sottili o decisamente evidenti (in primis quella del quinto senso di Karen Smith), tutte godibili e ben scritte. Insomma, questa pellicola è davvero piacevole da guardare, se riuscite a superare i vostri pregiudizi. Vedere per credere!
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Consigli: Per una serata tra amici è davvero il film ideale!
Parola chiave: Libro rosa.


#HollywoodCiak
Bengi

domenica 24 gennaio 2010

Film 64 - Donne, regole... e tanti guai!

Lo sappiamo tutti che mi piace dare una speranza a qualsiasi film. Bene, martedì, dopo la mia prima giornata di lavoro come commesso-magazziniere (ah, che fatica!), ho deciso che un bel film avrebbe potuto risollevarmi! Anche se con 'bel' intendevo proprio che volevo fosse bello...


Film 64: "Donne, regole... e tanti guai!" (2007) di Garry Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cosa hanno in comune "Pretty Woman", il prossimo "Valentine's Day" e "Se scappi ti sposo" a parte Julia Roberts? Il regista, Garry Marshall. Che, guarda caso, è regista anche di questa pellicola ambientata in Idaho. Siamo in una piccola cittadina, classico luogo dove tutti conoscono tutti. Georgia/Jane Fonda vive lì e, quando la storia comincia, sta aspettando l'arrivo di sua figlia Lilly/Felicity Huffman alias Lynette Scavo di "Desperate Housewives" che, a sua volta, sta portando il suo disastro di figlia Rachel/Lindsay Lohan da sua nonna.
Immagino che il film volesse portare ad esempio quello di un confronto generazionale tra donne in uno snodo particolarmente difficoltoso e sofferto della loro vita. Peccato che il risultato sia decisamente mediocre e che il film faccia un po' un buco nell'acqua. Se l'idea era quella di accostare vita vera e finzione, non ci siamo proprio. Anche perchè, se al Lohan sniffa anche gli acari della polvere, non vuol dire che sia la più indicata a fare una ragazzina viziata e selvaggia. Ovviamente, se è antipatica e troietta ci dev'essere qualcosa sotto, e quindi - zac! - il colpo di scena: molestata dal patrigno! Sarà vero oppure no?! Nessuno lo capisce fino alla fine del film, perchè la ragazza tende a ritrattare e la madre non è esattamente un asso di genitore con cui possa confrontarsi.
Ecco, il film è tutto qui, non ha guizzi né spessore, racconta solo in modo abbastanza superficiale la storia di diversi deragliamenti personali tenendo sempre bene in evidenza l'aspetto amoroso. Se Rachel ci prova anche con i 50enni (a proposito: Dermot Mulroney non sa recitare ed è piuttosto evidente. Volessero accorgersene anche gli addetti ai casting, per favore...) e con i giovani mormoni in attesa di matrimonio per la vita, rimane sempre e comunque nell'aria un qualcosa di morboso e torbido, l'idea di una ragazzina e un uomo adulto che se ne approfitta, anche se in realtà il film non mostra nulla.
Perfettamente inutile, comunque, il personaggio di Jane Fonda che, non fosse per il titolo originale ("Georgia rule", regola di Georgia; anche qui ringraziamo chi cambia i titoli per la programmazione in Italia) potrebbe benissimo anche non esserci. Sorprendentemente, invece, un passo falso e pure molto evidente, per Felicity Huffman, che con questo ruolo di madre incapace e alcolizzata non solo non ha aggiunto niente al suo curriculum, ma ha pure dovuto portare orribili parrucche stoppose e indossare tutite alla Simona Ventura che farebbero imbarazzare perfino una 20enne. Il fisico c'è, il viso un po' meno.
In definitiva? Assolutamente trascurabile.
Consigli: Evitate di guardarlo con vostra madre, potreste farvi venire la voglia di rispolverare vecchie faccende in sospeso...
Parola chiave: Regola di Georgia.



#HollywoodCiak
Bengi