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domenica 4 maggio 2025

Film 2359 - Trap

Intro: Niamh and I have a list of film we want to watch. She doesn't necessarily remembers them all, but I do. This is one of the movies on the list that we didn't manage to watch at the movies whe it came out.

Film 2359
: "Trap" (2024), M. Night Shyamalan
Watched on: The projector
Language: English
Watched with: Niamh
Thoughts: I've been saying it for ages now regarding M. Night Shyamalan's movies: great concept, poor execution.
I think we can all agree that Shyamalan has been trying to channel that plot twist from the ending of "The Sixth Sense" ever since, it's there in all of his movies. Sometimes it works, most times it doesn't, because in order to convey the crazy unexpect turn, he has to sacrifice part of his idea, or the audience trust, or in general the believability of the story he's telling.
In this case, as i said, "Trap" has an interesting starting point: there's a serial killer on the loose, yet he's trapped in a concert venue with his daughter. No one knows he's the killer, so there's room for him to try to escape which, obviously he tries to do. And that's when the story starts to crumble.
Although on paper the idea is interesting, in reality too many elements of this story are barely glued together. As audience, you really, really have to suspend your disbelief to allow the story to continue. A concert venue for one of the biggest stars out there, there's people everywhere, police everywhere, cameras everywhere... but no one is minding the fact that this man is going wherever he wants, to the point that he ventures backstage through a trapdoor while the performance of a song is happening... like, how?!
Anyway, the story being too stretched aside, I'll admit that "Trap" isn't necessarily a bad ride. Josh Hartnett is one of the most underrated actors out there and it's sad, because he delivers a solid performance here and carries the whole movie (together with Jonathan Langdon, who's performance reminded me a bit of Lil Rel Howery in "Get Out"). Yes, everything is crazy here and barely make sense, but overall I've seen worse, especially coming from M. Night Shyamalan.
Cast: Josh Hartnett, Ariel Donoghue, Saleka Night Shyamalan, Hayley Mills, Jonathan Langdon, Alison Pill.
Box Office: $83.6 million
Worth a watch?: More than a horror movie, a thriller. The story doesn't always work, but it reminded me a little bit of "Smile 2", although this once isn't as good.
Lady Raven is played by Night Shyamalan's daughter Saleka and, though she doesn't have much screen time in the first part of the movie, she kinda steals the show towards the end.
Awards: /
Key word: Concert ticket.

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Bengi

lunedì 22 luglio 2024

Film 2298 - Longlegs

Intro: Con recensioni entusiaste e un incasso al botteghino nella prima settimana di uscita estremamente superiore alle attese, volevo vedere questa pellicola non appena disponibile al cinema!

Film 2298: "Longlegs" (2024) di Osgood Perkins
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: Mi era parso di capire che "Longlegs" fosse più un thriller che un horror. Mi aspettavo una storia di fiction, sì, ma che avesse le sue fondamenta nella realtà. C'è un serial killer, c'è un'agente dell'FBI che indaga, ci sono da mettere insieme gli indizi e capire cosa stia succedendo. Fin qui, tutto secondo i piani.
Poi le cose prendono l'inevitabile piega soprannaturale, per un lungo periodo non si capisce dove la storia voglia andare a parare e quanto di soprannaturale sia effettivamente tale e quanto una suggestione della sceneggiatura. E non ci sarebbe nessun problema, non fosse che da "Longlegs" mi aspettassi più un moderno "The Silence of the Lambs" che un'alternativa adulta ad "Annabelle".
Fatta questa premessa - e volendo ribadire che, al solito, le aspettative mi hanno nuovamente rovinato un po' la visione - devo comunque ammettere che "Longlegs" sia un prodotto molto interessante per svariati motivi. Innanzitutto è capace di creare un'atmosfera sinistra ed inquietante alla perfezione. Una combo perfetta di musica, fotografia, scenografie e storia: gli spazi sono spesso piccoli e stretti, molto claustrofobici, la palette di colori piuttosto deprimente e opprimente, la musica tesa e drammatica (anche quando non ce ne sarebbe davvero bisogno).
In aggiunta all'ottimo lavoro tecnico, le performance di Maika Monroe e Nicolas Cage sono particolarmente riuscite, quest'ultimo anche aiutato da un trucco e parrucco evidentemente fittizzi, ma comunque funzionali alla creazione del personaggio (che a tratti ricorda il burattino Jigsaw. La Monroe, invece, crea il suo personaggio con particolare intensità e ne porta a termine l'arco narrativo in maniera credibile nonostante le bizzarrie della trama. In particolare l'ho trovata molto maturata - non che l'abbia vista in molti progetti da protagonista a dire il vero, solo "It Follows" e "Independence Day: Resurgence" - e perfettamente capace di portare sulle proprie spalle l'intero film. Più che la performance di Cage, forse, ho apprezzato quella della Monroe in quanto richiede un approccio realistico ed è sicuramente meno stravagante e, di conseguenza, potenzialmente meno memorabile. In realtà la sua agente Lee Harker rimane particolarmente impressa (e per tutti buoni motivi).
Insomma, per quanto "Longlegs" si sia rivelato un film diverso da quello che mi aspettavo, ne ho apprezzato l'approccio realistico contrapposto alla trama horror/soprannaturale, oltre che lo spiccato senso stilistico e la chiarissima visione estetica che la pellicola presenta. Probabilmente non il capolavoro assoluta che i critici stanno dipingendo, ma un buon film horror con una spiccata identità e senso di sé come non se ne vedevano da tempo. E sì, in questo "Longlegs" mi ha sicuramente ricordato "The Silence of the Lambs".
Cast: Maika Monroe, Blair Underwood, Alicia Witt, Kiernan Shipka, Nicolas Cage.
Box Office: $47.3 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: E' tutto vero o ci sono delle misteriose forze sataniche dietro questa storia di Osgood Perkins? L'unico modo per scoprirlo è dare a "Longlegs" (gli horror sono sempre un'ottima alternativa per l'estate) una possibilità. Certamente non un prodotto per tutti, ma un titolo interessante in questa stagione francamente priva di brio cinematografico.
Premi: /
Parola chiave: Sfera.
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giovedì 4 luglio 2024

Film 2290 - Love Lies Bleeding

Intro: Ero curioso di vedere questo film perché il trailer mi era sembrato promettente. Così, alla prima occasione, io e Niamh siamo andati al cinema a recuperarlo.

Film 2290: "Love Lies Bleeding" (2024) di Rose Glass
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: onestamente questo film non mi è piaciuto.
Inizialmente ero intrigato dall'amosfera e il tono generale della storia, poi però il modo in cui evolvono le cose mi ha "allontanato" dal racconto. Probabilmente (e come al solito), poi, le mie aspettative non si sono riconosciute nel prodotto finale. Da un'intensa storia d'amore lesbo, infatti, si passa ad omicidi e situazioni surreali al limite con tanto di gigante allucinogeno, il tutto in un mix caotico e allo stesso molto lento che, a mio parere, affatica la visione. Peccato, perché il duo Kristen Stewart e Katy O'Brian è piuttosto magnetico e se la storia si fosse concentrata solo su di loro sarei sato molto più interessato.
"Love Lies Bleeding" mi ha ricordato tanti altri film che ho visto più o meno di recente, precisamente "Drive-Away Dolls" e "The Iron Claw", con un pizzico di "Split".
Cast: Kristen Stewart, Katy O'Brian, Jena Malone, Anna Baryshnikov, Dave Franco, Ed Harris.
Box Office: $11.7 milioni
Vale o non vale: Personalmente l'ho trovato tedioso in certe parti, soprattutto dopo che la storia prende la piega dell'omicidio. L'inizio per me funziona, tutto il mondo del bodybuilding e la storia d'amore tra le due protagoniste sarebbe stato sufficiente a mantenere costante la mia attenzione. Invece, ci si perde in un bosco di altri elementi che, a mio parere, incasina troppo la storia.
Si fa vedere, ma sicuro non un titolo per tutti e non per una serata qualunque (meglio fare una scelta consapevole).
Premi: /
Parola chiave: Steroidi.
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Bengi

mercoledì 29 dicembre 2021

Film 2073 - Red Notice

Intro: Netflix me lo ha proposto e riproposto per giorni, tutti ne parlavano... Per cui alla fine ho ceduto.

Film 2073: "Red Notice" (2021) di Rawson Marshall Thurber
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: critiche estremamente negative per un prodotto che sì, non è certamente niente di che, ma nemmeno così terribile.
Manca di originalità? Sì. Si poteva fare di meglio, anche considerato budget e cast? Assolutamente. Il risultato finale è una ciofeca inguardabile? Decisamente no. Semplicemente si tratta di un prodotto di facilissimo consumo che mantiene le promesse fatte dal trailer di disimpegno e divertimento mainstream. A mio avviso chi si aspettava di più aveva sbagliato pellicola a priori.
Poi che questo "Red Notice" ricordi una miriade di altri prodotti più o meno recenti è indubbio - penso a "Indiana Jones", "Black Widow", "Wonder Woman", "Il mistero dei Templari", "The Hitman's Bodyguard" e chi più ne ha più ne metta - e dubito sia stato prodotto per portare sullo schermo qualcosa di nuovo e innovativo, quanto più per generare un profitto che, magari, tecnicamente non c'è stato (dato che il film non è uscito nelle sale ma su Netflix a causa della pandemia), ma ha comunque fatto notizia per altri motivi (è diventato il film Netflix più visto nel suo weekend di debutto) tanto da vedersi già garantito un sequel. Insomma, purché se ne parli...
Cast: Dwayne Johnson, Ryan Reynolds, Gal Gadot, Ritu Arya, Chris Diamantopoulos, Vincenzo Amato, Ed Sheeran.
Box Office: $178,143
Vale o non vale: Da vedere e dimenticare, perfetto per una serata a cervello spento e comunque non peggiore di tanti altri prodotti visti di recente, "Red Notice" è un prodotto passabile che diverte il giusto e intrattiene a dovere. Grande cast, anche se ormai Dwayne Johnson fa Dwayne Johnson in ogni film. Ps. Secondo film consecutivo dopo "Last Night in Soho" ad utilizzare la canzone "Downtown" di Petula Clark, qui canticchiata da Gal Gadot (ma la versione interpretata da Anya Taylor-Joy è imbattibile).
Premi: /
Parola chiave: Cleopatra's Eggs.

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martedì 26 ottobre 2021

Film 2047 - Molly's Game

Intro: Dando un'occhiata alla mia lista di titoli salvati su Netflix, ho ritrovato questa pellicola che avrei voluto recuperare a tempo perso. E così, una sera, gli ho dato una chance.

Film 2047: "Molly's Game" (2017) di Aaron Sorkin
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non si può certo dire che Aaron Sorkin non sia un abile storyteller, però per quanto mi riguarda nel suo caso il vero problema sta sempre nelle parole, nello specifico nel numero spropositato di cui ne fa uso. In questo caso è andata meglio.
La storia (vera) di Molly Bloom e la sua scalata verso il successo economico grazie ad un business illegale legato al gioco del poker per ricconi dalla scommessa - e la mancia - facile è sicuramente molto interessante e viene ben controbilanciata dai ben più mesti toni dell'altro risvolto della medaglia di questa vicenda, ovvero l'indagine dell'FBI che mette Molly spalle al muro. In questo senso la storia funziona bene e tiene alta l'attenzione dello spettatore, curioso di capire quale sia l'elemento che porterà effettivamente alla rovina l'attività della protagonista, davvero ben interpretata da una Jessica Chastain ultimamente meno sulla cresta dell'onda di qualche anno fa e che meriterebbe, invece, qualche attenzione in più (va detto che nei suoi confronti al momento si parla di un possibile nomination ai prossimi Oscar per la pellicola "The Eyes of Tammy Faye").
Detto questo, "Molly's Game" funziona quanto basta e mantiene quanto promette, anche se il risultato finale non è un capolavoro senza tempo. Un prodotto onesto che dà ampio spazio al talento della Chastain che si riconferma - ci fosse stato bisogno di ribadirlo - in grado di portare sulle proprie spalle le sorti di tutta la baracca.
Cast: Jessica Chastain, Idris Elba, Kevin Costner, Michael Cera, Jeremy Strong, Chris O'Dowd, Bill Camp, Brian d'Arcy James, Graham Greene, Justin Kirk, Joe Keery.
Box Office: $59.3 milioni
Vale o non vale: I fan di Sorkin apprezzeranno questo suo primo approccio alla regia, un buon esordio dello sceneggiatore premio Oscar per "The Social Network". "Molly's Game" è un buon titolo, anche se non esattamente la proposta giusta per una serata distasea a cervello spento. Come la scrittura profusa di dialoghi e personaggi di Sorkin richiede, bisogna prestare abbastanza attenzione per tenere le fila di questa storia vera.
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per la Miglior sceneggiatura non originale e a 2 Golden Globes per la sceneggiatura e la Miglior attrice protagonista (Chastain).
Parola chiave: Tripped over a stick.

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sabato 22 maggio 2021

Film 2004 - Matilda

Intro: Altro appuntamento cinematografico per il modulo di Sceneggiatura e, anche se non siamo più sul filone dei titoli d'animazione, rimaniamo sul genere per bambini e ragazzi.

Film 2004
: "Matilda" (1996) di Danny DeVito
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non avevo nessuna intenzione di rivedere questo film - e certamente non a così breve distanza dalla precedente visione - e rimango tutt'ora perplesso rispetto alla fascinazione di molte persone rispetto a questo "Matilda". Pur essendo un titolo innocuo e pur comprendendone le buone intenzioni, fatico comunque a trovare interesse per la storia.
Film 1488 - Matilda
Film 2004 - Matilda
Cast: Mara Wilson, Danny DeVito, Rhea Perlman, Embeth Davidtz, Pam Ferris, Paul Reubens, Tracey Walter.
Box Office: $33.5 milioni
Vale o non vale: Voglio dire... si lascia certamente vedere, ma tra tutte le pellicole ispirate a fiabe o racconti per bambini, questo non è tra i miei preferiti.
Premi: /
Parola chiave: Poteri magici.

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sabato 27 marzo 2021

Film 1975 - Ant-Man and the Wasp

Intro: L'ho visto al cinema. Con cuggy. A Brisbane, in Australia. Tre anni fa. E, lo ammetto, me ne ero dimenticato...
Film 1975: "Ant-Man and the Wasp" (2018) di Peyton Reed
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: il fatto che mi sia dimenticato di aver visto questo secondo capitolo delle avventure di "Ant-Man" non parrebbe deporre a favore di questo ennesimo franchise Marvel, eppure devo ammettere che a suo tempo il film mi piacque esattamente quanto il primo episodio. Semplicemente all'epoca ero sempre in giro, spesso senza connessione e con la mente occupata da un milione di cose diverse. Capita.
La realtà è che "Ant-Man and the Wasp" è un sequel perfettamente in linea con l'originale che ricalca efficacemente gli aspetti positivi di "Ant-Man" e li riproduce con intelligenza - evidando il mero copia-incolla -, trasportando il mondo dell'uomo formica verso un nuovo episodio divertente e spensierato che non fa rimpiangere il materiale d'origine. Insomma, direi un ottimo lavoro. Memorabile? No, ma decisamente di buon intrattenimento. E, francamente, ho apprezzato che abbiano dato più spazio alla componente femminile, qui rappresentata da Evangeline Lilly e una sempiterna Michelle Pfeiffer (che è sempre un piacere rivedere sul grande schermo).
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
Film 1975 - Ant-Man and the Wasp
Film 2176 - Ant-Man and the Wasp: Quantumania
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Peña, Walton Goggins, Bobby Cannavale, Judy Greer, Tip "T.I." Harris, David Dastmalchian, Hannah John-Kamen, Abby Ryder Fortson, Randall Park, Michelle Pfeiffer, Laurence Fishburne, Michael Douglas.
Box Office: $622.7 milioni
Vale o non vale: Simpatico e giocoso quanto il primo capitolo, "Ant-Man and the Wasp" porta avanti la storia del suo supereroe affiancandogli una degna compagna di avventure e riproponendo con successo la formula che ha reso questo franchise il più spensierato della squadra Marvel.
Premi: /
Parola chiave: Regno quantico.

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martedì 30 giugno 2020

Film 1736 - Skyscraper

Intro: Altra seratina casalinga in compagnia di un film, questa volta ci siamo concessi un titolo abbastanza recente e che nessuno di noi aveva già visto.
Film 1736: "Skyscraper" (2018) di Rawson Marshall Thurber
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas
In sintesi: di solito mi gusto con immenso piacere pellicole come questa, coccolato dalla totale innecessità di concentrazione e sforzo mentale, ma a tutto c'è un limite. Dove sembra non esserci un limite, invece, è alla stupidità e alla spavalda noncuranza della plausibilità della sceneggiatura di "Skyscraper", un prodotto che si presenta come di facile consumo, sì, ma esagera talmente tanto nella messa in scena che sfocia inevitabilmente nel ridicolo. E parliamoci chiaro, non è solo a causa della scena - tanto pubblicizzata anche nel trailer - del salto nel vuoto compiuto da un uomo con un arto artificiale (la gamba), è proprio nel suo insieme che la storia non funziona: è tutto estremizzato ed esagerato, tanto caricato all'ennesima potenza che ricorda titoli di decadi precedenti e che pensavamo superati.
Invece questo film si arrampica su una struttura narrativa che punta tutto su un climax visivo e che sacrifica il resto in nome della spettacolarità testosteronica, figlio di una vecchia retorica machista che sa di stantio fin dall'inizio. Aggiungo che Dwayne Johnson, con all'attivo 10 titoli da protagonista in 4 anni, ha decisamente saturato il mercato cinematografico con la sua presenta. Non sarebbe tanto un problema la sua sovraesposizione, non fosse che riproponendo sempre lo stesso identico personaggio stereotipato del muscoloso risolvi situazioni estreme non aggiunge davvero niente alla sua filmografia finendo per darsi la zappa sui piedi. E "Skyscraper" ne è un evidente esempio.
Cast: Dwayne Johnson, Neve Campbell, Chin Han, Roland Møller, Noah Taylor, Byron Mann, Pablo Schreiber, Hannah Quinlivan.
Box Office: $304.9 milioni
Vale o non vale: Brutto, banale e inefficacemente spettacolare, "Skyscraper" tenta senza successo di creare tensione proponendo un action thriller ad alta quota che finisce per implodere sull'inconsistenza della sua trama che vive di cliché e banalità. Gli effetti speciali non bastano.
Premi: /
Parola chiave: Protesi.

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martedì 9 giugno 2020

Film 1719 - Bad Times at the El Royale

Intro: Sempre sull'aereo, sempre alla ricerca di film da recuperare.
Film 1719: "Bad Times at the El Royale" (2018) di Drew Goddard
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: le critiche sembravano buone, il cast è da grandi occasioni, il trailer intrigante, per cui avevo tutte le migliori intenzioni quando ho scelto di vedere "Bad Times at the El Royale". La verità è che niente di questo film mi ha veramente convinto e ho trovato il tutto abbastanza insignificante, sicuramente non memorabile come, invece, tutta l'operazione (commerciale) sembrerebbe suggerire. Peccato, perché mi aspettavo una pellicola di buon intrattenimento e con qualcosa da dire quando, invece, è risultato essere più che altro un prodotto narcisista e intricato senza essere soddisfacente. Sembra che Chris Hemsworth, oltre agli Avengers, continui a non azzeccarne una.
Cast: Jeff Bridges, Cynthia Erivo, Dakota Johnson, Jon Hamm, Cailee Spaeny, Lewis Pullman, Chris Hemsworth, Xavier Dolan, Nick Offerman, Lewis Pullman, Jim O'Heir.
Box Office: $31.9 milioni
Vale o non vale: Mi aspettavo grandi cose e, invece, "Bad Times at the El Royale" non è davvero niente di che. Le atmosfere sono anche giuste, ma la strada intrapresa è meno originale di quanto l'intricata narrazione vorrebbe far pensare. Si può vedere, ma nessuna grande aspettativa.
Premi: /
Parola chiave: Rapina.

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venerdì 27 marzo 2020

Film 1852 - Richard Jewell

Intro: Ammetto che non ci fossero, per me, troppe attività ludiche in quel di Ushuaia. Una di queste è stata sicuramente l'andare al cinema nel multiplex alle porte della città argentina, un appuntamento settimanale che mi ha tenuto non poca compagnia nell'arco dei tre mesi che ho passato in Terra del Fuoco. Un pomeriggio ho proposto alla mia amica Claudia di accompagnarmici, avendo trovato il titolo perfetto per accontentare entrambi, io fan di Clint Eastwood e lei appassionata di pellicole basate su storie vere.
Film 1852: "Richard Jewell" (2019) di Clint Eastwood
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Claudia
In sintesi: sembra che Eastwood ultimamente si stia concentrando sulla figura dell'eroe, analizzandola da vari punti di vista. C'è stato l'eroe patriottico con il fucile in mano di "American Sniper", quello che previene una catastrofe grazie a nervi freddi e lucidità di "Sully" e quello rappresentato qui, eroe e martire di una vicenda che ha a dir poco dell'incredibile.
La storia di "Richard Jewell" è surreale e difficile da digerire ed Eastwood la presenta senza esclusione di colpi, anche se i toni sono sempre pacati e, per certi versi, gentili. Saranno il contegno e la dedizione di Jewell o la sua incredibile capacità di piegarsi al destino - che sembra volerlo vedere fallire a tutti i costi - pur non rinunciando mai ai suoi valori e alla sua etica, di fatto questa pellicola potenzialmente tragica per toni e narrazione è, in realtà, estremamente pacata. Devo dire che, da un certo punto di vista, l'approccio al racconto mi ha ricordato molto quello dello stesso "Sully" o di "Gran Torino" o ancora del più recente "The Mule", tutte storie che sarebbero potute essere state raccontate in tonalità ben più drammatiche e sensazionalistiche e, invece, scelgono un approccio più moderato, non gridato, il tutto per un risultato finale che, forse proprio per questo, è ancora più potente. Magari "Richard Jewell" avrebbe necessitato di un minimo di pepe in più - se così si può dire -, di una spinta adrenalinica che infuocasse anche il pubblico meno affezionato alle opere più recenti del grandissimo Eastwood. Personalmente ho trovato questo prodotto efficace e ben realizzato, anche se il risultato al box-office è stato estremamente deludente ($45 milioni solo per produrre la pellicola), con uno degli esordi al botteghino americano più disastrosi di sempre. D'altronde, stritolato tra una marea di sequel e una data di uscita (13 dicembre) che richiama un pubblico attratto più dallo svago che dall'impegno, il film ha finito per perdere di visibilità. Ed è un peccato, perché si tratta di un buon prodotto che non manca di far riflettere - specialmente sul ruolo rivestito dai media nella società odierna - e mettere a fuoco una storia vera che, altrimenti, per molti sarebbe rimasta sconosciuta. Buon cast e ottime performance di Paul Walter Hauser, qui nel ruolo di protagonista, e una Kathy Bates che ci ricorda ancora una volta perché sia una tra le migliori attrici in circolazione.
Cast: Paul Walter Hauser, Sam Rockwell, Kathy Bates, Jon Hamm, Olivia Wilde, Nina Arianda, Ian Gomez.
Box Office: $43.6 milioni
Vale o non vale: Chi ama i recenti lavori di Eastwood dovrebbe rimanere soddisfatto anche da questo nuovo titolo, un buon prodotto di qualità capace di interessare lo spettatore e lasciarlo con non poco su cui riflettere a fine visione. Non un film per ogni occasione, ma sicuramente una scelta da considerare quando si sia alla ricerca di una pellicola non solo ben fatta e interessante, ma capace anche di proporre allo spettatore spunti di riflessione e perché no, anche per un'autoanalisi. Lo consiglio.
Premi: Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior attrice non protagonista.
Parola chiave: Media.

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domenica 12 gennaio 2020

Film 1726 - Can You Ever Forgive Me?

Intro: Ultimo film visto in aereo prima di atterrare, nuovamente, in Nuova Zelanda. E non poteva che essere una pellicola candidata agli imminenti Oscar!
Film 1726: "Can You Ever Forgive Me?" (2018) di Marielle Heller
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non posso dire di aver amato questa pellicola, anche se bisogna ammettere che presenta una storia piuttosto intrigante. L'amicizia collerosa tra Lee Israel e Jack Hock è un cuore della storia pulsante e ben costruito, i due attori principali regalano performance perfette e la storia (spoiler, da Wiki: Dopo essere caduta in disgrazia, per pagare l'affitto la biografa Lee Israel decide di contraffare delle lettere di alcuni scrittori e di varie celebrità decedute. Quando le falsificazioni cominciano a sollevare dei sospetti, decide di rubare le vere lettere dagli archivi delle biblioteche e di venderle attraverso un ex detenuto incontrato in un bar, mentre l'FBI è in procinto di fermare la truffa) non manca di catturare l'attenzione dello spettatore. Eppure, a pellicola finita, la sensazione non è totalmente positiva, fosse anche solo per la rancorosa attitudine della protagonista o la costante pesantezza della fotografia. Insomma, una storia vera che ha dell'incredibile tradotta in un film che lascia una certa pesantezza.
Cast: Melissa McCarthy, Richard E. Grant, Dolly Wells, Jane Curtin, Ben Falcone, Anna Deavere Smith, Stephen Spinella.
Box Office: $95.9 milioni
Vale o non vale: Onestamente non lo rivedrei. Al di là delle buone interpretazioni del cast e della surreale vicenda raccontata, "Can You Ever Forgive Me?" mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Ho apprezzato che McCarthy si sia messa in gioco con un ruolo così complesso - uscendone vincente -, anche se credo che la vera sorpresa di questo titolo sia la vincente interpretazione di Richard E. Grant.
Premi: Candidato a 3 Oscar e 3 BAFTA per Miglior attrice protagonista (McCarthy), attore non protagonista (Grant) e sceneggiatura non originale; 2 nomination per gli stessi attori ai Golden Globes.
Parola chiave: Hitler’s diary.

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domenica 3 novembre 2019

Film 1671 - The Heat

Intro: Era da un po' che volevo rivederlo e, soprattutto, ero alla ricerca di un po' di svago spensierato per cui questo film mi sembrava la scelta più azzeccata.
Film 1671: "The Heat" (2013) di Paul Feig
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente mi ricordavo che fosse una pellicola un po' più divertente, diciamo meglio riuscita. Poi, per carità, questo "The Heat" non è terribile, ma nemmeno indimenticabile... Forse un po' troppo sbroccato alla lunga ed entrambe Bullock e McCarthy ripropongono personaggi già visti (rispettivamente "Miss Congeniality" e "Bridesmaids" o "Identity Thief").
Film 602 - Corpi da reato
Film 1671 - The Heat
Cast: Sandra Bullock, Melissa McCarthy, Demián Bichir, Marlon Wayans, Michael Rapaport, Jane Curtin, Tony Hale, Ben Falcone.
Box Office: $229.9 milioni
Vale o non vale: Una commedia non indimenticabile, anche se ha i suoi momenti. Poteva essere meglio? Sì, ma rimane comunque passabile.
Premi: /
Parola chiave: Talpa.

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giovedì 26 aprile 2018

Film 1488 - Matilda

Intro: Torniamo ai dvd che ci sono stati prestati. La scelta è stata facile, ovvero l’opzione film preferito di mia cugina, nonché una vera sfida per me: una storia per bambini con un’attrice a sua volta bambina che non gradisco particolarmente.
Film 1488: "Matilda" (1996) di Danny DeVito
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Matilda è una bambina indipendente e determinata, acculturata e dotata di poteri magici che si comporta ed agisce come un’adulta. La sua famiglia la ritiene stupida e per nulla degna di nota e per la maggior parte del tempo la ignora, abbandonandola a casa o dimenticandosela a scuola, cosa che lei apprezza. In aggiunta ai parenti indigenti, la ragazzina troverà un ambiente scolastico complicato a capo del quale una sadica preside detterà legge e applicherà punizioni inumane. Unico lato positivo, una dolce e ingenua maestrina che senza alcuna esitazione capirà il potenziale della nostra giovane protagonista. Non si fatica ad intuire la connotazione fiabesca. Scopro, infatti, che la storia si ispira nientemeno che a quella di Roald Dahl, uno che in questo campo ci sa fare.
In effetti il film non funziona male e anche se è composta da una serie di elementi (volutamenti) chiassosi ed esagerati, il mondo di “Matilda” ha un qualcosa che sa rapire lo spettatore e in definitiva conquistarlo. Non che si tratti di un prodotto di impressionante qualità, in ogni caso il risultato finale mi pare renda onore al genere di appartenenza;
“Matilda” è sicuramente un film DI Danny DeVito, che vi recita insieme alla moglie, lo produce e dirige. Un progetto, insomma, che pare stargli a cuore. Gli è riuscito meglio di “The War of the Roses”; l’attrice-bambina Mara Wilson, oggi assente dalle scene, ha il piglio giusto per la parte. Non è bella, ma ha il viso simpatico e certamente è in grado di portare il suo personaggio in vita nonostante il piglio fiabesco. Mi ha sorpreso, una piccola interprete in grado di portare, da sola, tutto il peso del film sulle sue spalle.
Film 1488 - Matilda
Film 2004 - Matilda
Cast: Mara Wilson, Danny DeVito, Rhea Perlman, Embeth Davidtz, Pam Ferris, Paul Reubens, Tracey Walter.
Box Office: $62.1 milioni
Vale o non vale: visto a 30anni certamente manca un po’ (eufemismo) quello spirito e quell’entusiasmo infantile che avrebbero certamente aiutato ad amare di più la pellicola. In realtà il film funziona anche per gli adulti, ovvero per coloro che sappiano a cosa stanno andando in contro: un film per famiglie con bambini, una fiaba con un finale felice e la giusta risoluzione a tutti i problemi che fino all’ultimo parevano insormontabili. Facile facile, indolore quasi. Solo una questione: perché mai Matilda dovrebbe voler smettere di usare i suoi poteri magici? Nella vita un po’ di magia rende sempre tutto più spettacolare.
Premi: /
Parola chiave: Scuola.

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lunedì 26 marzo 2018

Film 1482 - The Silence of the Lambs

Intro: E’ il primo film horror ad aver vinto l’Oscar per il Miglior film. Ha generato una vera e propria saga in seguito al successo ottenuto. Contiene alcune delle frasi cult più famose della storia del cinema. Pronto il bicchiere di Chianti?
Film 1482: "The Silence of the Lambs" (2010) di Jonathan Demme
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: nonostante si possa contestare che il genere di appartenenza di questa storia spazi più nel thriller che nell’horror, non mancano momenti di agghiacciante paura legati ad un immaginario oscuro che non risparmia nulla allo spettatore narrativamente parlando: cannibalismo, serial killer, tortura, rapimento. Ce n’è di carne sul fuoco ed è sempre quella umana;
Hopkins fornisce la sua performance più iconica ed indimenticabile. Nonostante appaia sullo schermo per meno della metà della pellicola è innegabile che “The Silence of the Lambs” gli appartenga dall’inizio alla fine. Ciò non toglie che un Oscar come protagonista sia stata una scelta opinabile, a mio avviso. Tecnicismi a parte, il suo sguardo follemente lucido, la capacità di ispirare terrore solo tramite la mimica gli vale tutti i riconoscimenti conferitigli;
gli anni ’80 hanno regalato tanto a Jodie Foster, stella di serie A di una Hollywood molto diversa da quella di oggi. La sua presenza in questo film ne ha certamente definito spessore e fortuna, pur ridimensionandone i confini con l’arrivo del nuovo millennio. Rivederla qui mi ha ricordato del perché c’è stato un momento in cui è riuscita ad avere l’industria del cinema americana ai suoi piedi;
il film è un’altalena di emozioni delle quali la maggior parte fa riferimento a paura e tensione. La storia viene costruita con calma e delicatezza, evitando tutta quella serie di macabre evidenze che, al contrario, sarebbero state presenti se si fosse realizzata la pellicola al giorno d’oggi. Nonostante l’argomento, quindi, sorprende la scelta registica di astenersi dal mostrare troppo e, anzi, lasciare allo spettatore la possibilità di figurarsi tutti gli orrori raccontati attraverso la propria immaginazione. Poi, certo, non mancano i momenti macabri, meno scontati di quanto ci si aspetterebbe.
Cast: Jodie Foster, Anthony Hopkins, Scott Glenn, Ted Levine.
Box Office: $272.7 milioni
Vale o non vale: imperdibile. Un titolo che ha terrorizzato l’immaginario collettivo del suo tempo, ridefinendone confini di orrore e disgusto. Senza mai scadere nella banalità.
Premi: Vincitore di 5 premi Oscar per Miglior film, regia, attore e attrice protagonisti, sceneggiatura non originale), 1 Golden Globe (Foster) e 2 BAFTA agli attori.
Parola chiave: Buffalo Bill.

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giovedì 16 novembre 2017

Film 1437 - Wind River

Il cinema ad un prezzo accettabile qui non è esattamente facile da trovare, per cui quando ho scoperto che un multisala in città proietta film a $7 e $9 non ho perso tempo e sono subito andato a controllare. Con, in programma, 5 papabili titoli da vedere. Ne ho guardati 3.

Film 1437: "Wind River" (2017) di Taylor Sheridan
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ero molto curioso di recuperare questo film, specialmente per due motivi, ovvero le buone critiche ricevute e i due protagonisti che personalmente trovo molto bravi. Relativamente a quest'ultimo punto ho trovato l'ennesima conferma e devo dire che sia Jeremy Renner che Elizabeth Olsen sono due bravissimi e capaci attori tra i quali mi pare evidente una certa alchimia. Assieme li abbiamo già visti in nei film sugli Avengers e già allora si poteva notare il misto di complicità e simpatia che, mi sembra, traspare anche sullo schermo. Vederli recitare in lingua, poi, ha costituito quel valore aggiunto alla visione della pellicola.
"Wind River" racconta una storia triste, anzi molteplici storie tristi che coinvolgono le donne della comunità degli indiani d'America, relativamente alle quali non esiste una statistica sulle persone scomparse. E' questo il cuore della storia, una sceneggiatura tratta da fatti realmente accaduti che è spesso un pugno nello stomaco - pur non mancando di una certa ironia che aiuta lo spettatore ad arrivare alla fine della visione.
Personalmente ho trovato questo film molto bello, tremendamente glaciale, eppure capace di una buona dose di umanità grazie a due personaggi protagonisti agli antipodi in grado di imparare a comunicare perché uniti dall'importanza della causa. Le storie di amicizia che nascono dopo il superamento di un'iniziale avversità mi sono sempre piaciute; inoltre la trama spinge molto sul percorso di formazione della giovane e inesperta agente FBI, altro elemento che trovo interessante quando si tratta di esplorare le varie possibilità narrative di una storia.
Forse l'anello debole di questo prodotto si riscontra una volta svelato il crimine, nel senso che una volta conosciuto nei minimi dettagli il tremendo svolgimento degli eventi parte del mistero svanisce o, forse, viene semplicemente soffocato dal dolore e la sensazione ripugnante che non si può fare a meno di provare. Questo è uno di quei rari casi in cui lasciare indefinito il destino di alcuni personaggi avrebbe permesso alla storia di concentrarsi sulla parte dell'importante messaggio da lanciare: ogni anno migliaia (milioni?) di persone scompaiono in America e di queste molte sono donne e tante sono native americane; nonostante questo non esiste ad oggi una statistica relativa a queste ultime, involontariamente quasi a fomentare di nuovo un rapporto troppo spesso limitato alla superficialità e noncuranza e ancora così labilmente stabile.
Ciò detto, a me "Wind River" è piaciuto e non poco, mi ha colpito e ha lasciato in parte scosso a seguito di un'esperienza cinematografica soddisfacente quanto emotivamente provante.
Ps. Vincitore del premio alla Miglior regia a Cannes 2017 nella categoria Un Certain Regard.
Cast: Jeremy Renner, Elizabeth Olsen, Gil Birmingham, Jon Bernthal, Julia Jones, Kelsey Chow, Graham Greene, Martin Sensmeier, James Jordan, Jon Bernthal, Ian Bohen.
Box Office: $40.3 milioni
Consigli: Sicuramente una storia forte e difficile, un film che richiede una certa dose di consapevolezza nel momento in cui si intenda recuperarlo. Bello, recitato perfettamente, con due protagonisti bravi ed in parte, "Wind River" è sicuramente una delle belle sorprese di stagione da recuperare, potendo.
Parola chiave: Roulotte.

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martedì 7 novembre 2017

Film 1432 - Miss Congeniality

Continua il mio percorso di distrazione via Netflix con questo nuovo titolo del suo salvifico catalogo. E commedia sia.

Film 1432: "Miss Congeniality" (2000) di Donald Petrie
Visto: dall'iPad
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non ho mai trovato particolarmente interessante Sandra Bullock fino a qualche tempo fa, devo ammettere. Sempre carina, sa fare bene la sua parte, tutto sommato piacevole, ma mi sono sempre chiesto come potesse riscuotere tanto successo. La mia "conversione" è avvenuta con "Gravity", un film che trovo ogni volta stupendo e carico di suspense. Da quella pellicola in poi devo dire che qualcosa in me sia cambiato, ho cominciato a rivalutare Sandra - e il suo Oscar effettivamente vinto - e, nel tempo, mi sono un po' inconsapevolmente messo a rivedere i suoi film. In questo lento percorso si inserisce "Miss Congeniality", un titolo leggero leggero, eppure simpatico. E, bisogna ammetterlo, l'idea dell'infiltrata agente FBI al concorso di bellezza ha il suo perché.
Nella veste della rozza e un po' burina Gracie Hart la Bullock se la cava facile dato che la produzione punta tutto più sul presentarla come maschiaccio che sul renderla effettivamente brutta, per cui dopo le ore di preparazione passate nell'hangar attrezzato di ogni sorta di accessorio pro bellezza, nessuno si stupisce di vederne uscire una nuova e bellissima Gracie, per quanto ancora tumultuosamente insicura sul tacco di rito.
Detto questo, la storia rimane comunque simpatica e sufficientemente divertente, soprattutto quando ancora il necessario passaggio di redenzione da happy ending non ha gettato tutto alle ortiche. Mi riferisco in particolare alle frecciatine al mondo dei concorsi di bellezza, tanto ben strutturati e tendenzialmente incentrati sull'educazione quanto facili da smascherare nel loro vero intento esibizionistico e competitivo. Non mancano dunque i riferimenti alla pace nel mondo, alla dieta forzata (o la sua versione "da toilet"), alle sciocche domande poste alle concorrenti e, ancora di più, alle risposte fuori controllo che queste riescono a dare. Poi, come dicevo, i sentimentalismi da commedia sbanca box-office finiscono per guastare un po' l'atmosfera goliardica - inutile negare che lo stesso spettatore vuole vedere le concorrenti in costume da bagno, Bullock in primis -, ma tutto sommato il risultato finale è meglio delle aspettative: c'è divertimento, la giusta dose di battue, azione e persino una trama. Non un capolavoro, ma comunque un prodotto piacevole.
Ps. Candidato a 2 Goldeng Globe: Miglior attrice protagonista - Musical o commedia (Bullock) e Miglior canzone originale ("One in a Million" del cantante svedese Bosson).
Cast: Sandra Bullock, Michael Caine, Benjamin Bratt, William Shatner, Ernie Hudson, Candice Bergen, Heather Burns, Melissa De Sousa, Deirdre Quinn.
Box Office: $212.8 milioni
Consigli: Titolo perfetto per una serata spensierata e sufficientemente divertente, buono più o meno per tutta la famiglia. La Bullock regge bene tutto il film sulle sue spalle anche se Michael Caine non fatica a rubarle la scena. Fanno un bella coppia, chi l'avrebbe mai detto?
Parola chiave: Tiara.

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venerdì 17 febbraio 2017

Film 1308 - Prova a prendermi

Da molti anni volevo rivedere questo film. Ricordavo solo di averlo visto al cinema e nient'altro, per cui alla prima occasione ho rimediato.

Film 1308: "Prova a prendermi" (2002) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Steven Spielberg è un grande narratore, non c'è niente da fare. Come le racconta lui le storie, anche quelle brutte, non ci riescono in molti. Prima dei tanti passi falsi recenti,
15 anni fa il regista regalò al mondo questa pellicola sull'assurda storia di Frank Abagnale Jr. che, non fosse vera, sarebbe semplicemente una delle tante americanate simpatiche e un po' furbette. Non fosse che, appunto, questi fatti sono realmente accaduti.
Così la storia di Spielberg assume anche quella connotazione eclatante, roboante e quasi magica che tutte le imprese del protagonista le assicurano man mano, in un crescendo di assurdità che rimane  saldamente ancorato a fatti concreti tanto assurdi e pazzeschi da lasciare storditi. Ovvero: può un ragazzino minorenne spacciarsi efficacemente per un pilota, un dottore, un agente dei servizi segreti e un avvocato (superando anche l'esame di abilitazione)? A quanto pare Frank Abagnale Jr. c'è riuscito e pure con successo. Chapeau.
Al di là delle sue clamorose "avventure" però, per come la sua storia è raccontata qui ne esce il ritratto di una persona sofferente e insicura, un giovane adulto incapace di distinguere realtà e fantasia, giusto e sbagliato a causa di una coppia di genitori alla soglia dell'omertà e con già problemi personali pregressi (il padre con la giustizia, la madre attenta a badare solo a se e quando ci sono i soldi). Frank vuole solo rivedere unita la sua famiglia e farà quello che crede essere il suo dovere per ricomporre i cocci del matrimonio finito dei suoi. Certo in una maniera davvero molto personale e fantasiosa. E illegale.
Andando oltre le follie di questa storia, "Prova a prendermi" risulta meno il racconto compatto della vita di un uomo e più l'insieme di tutta una serie di sketch e momenti tragicomici in cui entrano in scena le numerose comparse che, presto o tardi, spariranno di nuovo. A tratti sembra quasi più una carrellata di ruoli, oltre che oggi quasi un gioco a trovare le star che ce l'hanno fatta (tra le tante: Amy Adams, Jennifer Garner, Ellen Pompeo, Elizabeth Banks). In quest'ottica mi è parso mancasse un senso unitario finale, anche se naturalmente parte di questa sensazione dipende dal materiale originale da cui è tratto il film.
Per quanto riguarda il cast, DiCaprio con questa performance comincia a dimostrare davvero il suo talento camaleontico. Oscillando esteticamente tra il periodo "Titanic" e quello de "La maschera di ferro", il ragazzo si produce in una performance solo apparentemente facile, andando finalmente oltre il bel visino d'angelo e i ruoli da sex symbol romantico. Hanks, invece, ha un personaggio strano che oscilla tra il tenero-simpatico e l'imbecille arrogante. Gli riesce bene. Infine non posso dire che l'interpretazione di Christopher Walken mi abbia così convinto e sbalordito da meritare addirittura una nomination all'Oscar (ed ha vinto addirittura un BAFTA come attore non protagonista!). E' bravo, ma DiCaprio qui mette tutti in ombra.
In definitiva, comunque, la ritrovata visione di "Catch Me If You Can" mi ha lasciato soddisfatto, andando a confermare i pochi ricordi che avevo relativamente a questa pellicola. Si tratta di un buon prodotto, spesso divertente e certamente interessante per le vicende e i fatti che racconta. Manca, appunto, di una certa compattezza d'insieme, ma la peculiarità della storia e l'ottimo cast, oltre che la spassosa caccia al ladro rendono il tutto piacevolmente godibile.
Ps. 2 candidature all'Oscar: Miglior attore non protagonista (Walken) e colonna sonora.
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hanks, Christopher Walken, Martin Sheen, Nathalie Baye, Amy Adams, James Brolin, Jennifer Garner, Ellen Pompeo, Elizabeth Banks.
Box Office: $352.1 milioni
Consigli: Pellicola piacevole e sufficientemente spensierata (soprattutto la prima parte), perfetta per un disimpegno di qualità che ricalca le pazzesce vicissitudini di un giovane Frank Abagnale Jr. ai suoi esordi criminali. Ora l'uomo è un rispettabile cittadino, nonché consulente per l'FBI, per cui il lietofine è assicurato. Insomma, una pellicola perfetta per godersi qualche ora di intrattenimento tanto assurdo da essere persino vero.
Parola chiave: Identità false.

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lunedì 6 febbraio 2017

Film 1297 - Sicario

Era da un po' che volevamo recuperarlo e, quando ci siamo accorti che era tra le proposte di Sky Go, lo abbiamo subito guardato. Peccato che lo streaming della piattaforma Sky faccia schifo e non sia in grado di mantenere la visione in HD durante tutta la visione della pellicola, degradando l'immagine ad intermittenza. Il che è piuttosto snervante.

Film 1297: "Sicario" (2015) di Denis Villeneuve
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Mi ha sorpreso un po' rivedere il trailer, più che altro perché stando un attimo attenti si riesce già a capire tutta la storia che il film poi racconterà. Mancherà il nome principale, ma il resto è largamente intuibile. Strano. D'altro canto, vederlo mi ha anche fatto ritornare con la mente alla sera in cui ho visto "Sicario", facendomelo ricordare in maniera molto nitida, il che non capita per tutte le pellicole che vedo.
Questo film, tra l'altro, è il primo su cui mi sono soffermato a scrivere una marea di appunti da quando ho cominciato a tenere un quaderno di 'prime impressioni'. Il che mi spinge a sintetizzare il mio pensiero qui ricalcando quanto ho già scritto a penna.
Innanzitutto da "Sicario" mi aspettavo una certa mancanza di ritmo - che del resto caratterizza anche altri film di Villeneuve ("Prisoners", "Arrival" e vedremo "Blade Runner 2049") - che di fatto c'è stata, anche se la cosa non mi ha particolarmente infastidito forse proprio perché le mie aspettative erano in linea con il risultato finale. In generale, comunque, l'impressione che ho avuto della pellicola è positiva;
Emily Blunt affronta un ruolo che le è stato visto interpretare poche volte (giusto in "Edge of Tomorrow - Senza domani" con Tom Cruise) e nonostante l'aria da cerbiatta, è sufficientemente efficace nel film. Il suo personaggio, però, non mi ha convinto del tutto. Percorre troppo il limite tra il fare e il subire e anche se, ovviamente, deve sottostare agli ordini, il fatto che per la maggior parte del tempo sia mera spettatrice mi ha lasciato perplesso;
Benicio Del Toro è un'ottima scelta e il suo personaggio è inevitabilmente il più interessante, in bilico fra misterioso angelo custode ed efferato assassino. Le sue motivazioni di vendetta scatenano empatia in un primo momento, mentre i suoi modi e il suo essere così spietato e calcolatore spaventano e lasciano turbati. In generale, l'evoluzione del suo personaggio è la più interessante da seguire;
molti dei personaggi secondari sono fondamentalmente inutili: l'amico di colore, il poliziotto trovano entrambi ampia collocazione all'interno della storia, ma di fatto non aggiungono alcunché, né le loro storie sono approfondite tanto da giustificare la loro presenza;
forse il difetto più grande della storia sta nel fatto che per la maggior parte del tempo non si capisce dove si voglia andare a parare. Mi sta bene rimanere tanto all'oscuro quanto la protagonista, ma sembra in ogni caso che si raccontino certi snodi narrativi solo perché sia necessario arricchire la sceneggiatura di qualcosa che faccia arrivare al cuore della trama;
le musiche di Jóhann Jóhannsson sono particolarmente "pesanti" e contribuiscono a creare un'atmosfera di costante tensione che, in un primo momento, risulta un po' innecessaria. Inizialmente la storia è sempre ambientata di giorno e il ritmo è in stallo, per cui la colonna sonora genera una sorta di ansia immotivata. Nel secondo tempo, tutto al buio, il risultato è invece particolarmente efficace ed elettrizzante, tanto che come crescono le note musicali, aumenta anche l'azione nella storia e si raggiunge un picco emotivo non da poco nel momento in cui Alejandro (Del Toro) si siede a tavola con la famiglia del boss del cartello, in assoluto il momento più aggressivo e truculento di tutta la storia.
Queste le mie impressioni a caldo che, naturalmente, sottoscrivo oggi anche "a freddo". Un film non perfetto, ma che ho apprezzato per cast e fotografia, oltre che per la regia pulita e a sorpresa intimista per essere una storia su narcotraffico, serial killer e corruzione. In generale un risultato migliore rispetto a quello che mi ero immaginato.
Ps. In concorso a Cannes 2015, il film ha ricevuto 3 candidature agli Oscar: Miglior colonna sonora, fotografia e montaggio sonoro.
Cast: Emily Blunt, Benicio Del Toro, Josh Brolin, Daniel Kaluuya, Maximiliano Hernández, Victor Garber, Jon Bernthal.
Box Office: $85 milioni
Consigli: Titolo non facile, storia spietata, grande solitudine e non pochi omicidi, "Sicario" parte piano e alla lontana per arrivare al nocciolo della sua storia e non concedere alcuna pietà. Non piacerà a tutti, ma il cast è ottimo, la colonna sonora stringente e la storia sicuramente interessante.
Parola chiave: Tunnel.

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lunedì 12 dicembre 2016

Film 1256 - Fast & Furious - Solo parti originali

Procediamo e continuiamo per vedere cosa ha in serbo questa saga...

Film 1256: "Fast & Furious - Solo parti originali" (2009) di Justin Lin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ana Lucia di "Lost" muore e Toretto, incazzato come una pantera, si vuole vendicare dell'assassino. Per farlo, ovviamente, si farà aiutare dall'ex infiltrato-ex agente che ora è un agente- ex amico Brian O'Conner. Il succo della trama è questo a cui, naturalmente, vanno aggiunte quintalate di sparatorie, corse in macchina, esplosioni e quelle che potremmo definire come "sboronate" fotoniche.
L'alto contenuto testosteronico di questo "Fast & Furious", ovvero il quarto film della serie, conferma la tendenza del franchise a prediligere l'azione ad una trama che vada oltre la bidimensionalità da cliché dei suoi muscolosi personaggi, per cui non c'è da stupirsi se quello che troviamo qui non differisce poi di molto dagli altri prodotti della serie. Ammetto che la qualità dell'operazione è finalmente riuscita un pelo a migliorare, ma siamo comunque ancora nel vasto territorio delle pellicole inutili.
Film 1210 - Fast and Furious
Film 1215 - 2 Fast 2 Furious
Film 1228 - The Fast and the Furious: Tokyo Drift
Film 1350 - Fast & Furious 5
Film 1355 - Fast & Furious 6
Film 1365 - Fast & Furious 7
Film 1456 - Fast & Furious 8
Cast: Vin Diesel, Paul Walker, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, John Ortiz, Gal Gadot.
Box Office: $363.2 milioni
Consigli: Sì, sì, qualcosina l'hanno migliorata e la sensazione è che si tratti di una produzione con un minimo di know how in più, senza contare che il budget da 85 milioni di dollari certamente ha aiutato. Rimane comunque il fatto che la storia praticamente non c'è e i personaggi non sono particolarmente interessanti. Insomma, solo per i fan della saga.
Parola chiave: Vendetta.

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lunedì 5 dicembre 2016

Film 1251 - Midnight Special

Qualcosa di questo film mi aveva incuriosito. Inizialmente il poster, che non so per quale motivo mi aveva ricordato "Super 8" di J.J. Abrams, poi le recensioni entusiaste che ha ricevuto. Appena ho potuto l'ho recuperato grazie allo streaming, curioso di capire di cosa effettivamente parlasse...

Film 1251: "Midnight Special" (2016) di Jeff Nichols
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: In tutta onestà una gran delusione. Mi aspettavo un grande film, incuriosito dal misterioso poster e da un trailer capace di generare non poche curiosità e, invece, mi sono ritrovato con una storia lenta e non particolarmente interessante, accattivante solo nel finale e, comunque, incapace di generare un interesse sufficiente a dimenticarsi il primo, noiosissimo tempo.
Tutto ruota attorno al bambino con superpoteri che viene "rapito" dal padre che lo vuole salvare da un setta religiosa e dal governo, i quali ne vogliono sfruttare le abilità speciali. Si capisce presto che il ragazzino non è di questo mondo, ma possiede caratteristiche che lo rendono più vicino ad una sorta di alieno, per cui il suo destino sarà quello di riunirsi con i simili a lui. Per arrivare a questo risultato, la storia si prende un bel po' di tempo, dimenticando di inserire anche quella dose di azione e ritmo che avrebbero certamente aiutato ad evitare l'effetto soporifero. Perché la bella fotografia e qualche misteriosa capacità mentale realizzata grazie a due o tre effetti speciali non bastano a rendere soddisfacente la visione.
Tutto sommato mi è sembrato non solo uno spreco del buon cast, ma anche del mio tempo. Che peccato.
Ps. Il film ha partecipato in concorso alla Berlinale di quest'anno.
Cast: Jaeden Lieberher, Michael Shannon, Joel Edgerton, Kirsten Dunst, Adam Driver, Sam Shepard, Paul Sparks.
Box Office: $6.2 milioni
Consigli: Promesse da sci-fi carico di idee per una sceneggiatura che, in realtà, tanto fa intuire, ma poi non realizza niente. Niente di nuovo, quantomeno. Il regista ha parlato di un omaggio a Spielberg e ai suoi "E.T." e "Incontri ravvicinati del terzo tipo": magari anche introdurre qualcosa di personale sarebbe potuta essere una buona idea. Niente di originale, niente di che, semplicemente il racconto lineare di un bambino con poteri alieni che cerca di ricongiungersi ai suoi simili dopo che questi lo chiamano a sé. Già sentito e sicuramente "Midnight Special" non aggiunge alcunché di significativo.
Parola chiave: Trasmissioni satellitari.

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