Mi era rimasta la voglia di vedere questo film dagli Oscar dell'anno scorso...
Film 503: "Molto forte, incredibilmente vicino" (2011) di Stephen Daldry
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Il libro di Jonathan Safran Foer da cui è tratto non l'ho letto, quindi posso parlare semplicemente di ciò che ho visto.
Stephen Daldry è sempre bravo a dirigere i propri attori e, soprattutto a cimentarsi con storie non scontate e, tendenzialmente, drammatiche (suoi "Billy Elliot", "The Hours", "The Reader - A voce alta"). Anche qui, devo dire, ho apprezzato il lavoro fatto per trasporre quello che ritengo essere un libro (e un tema) per nulla facile da raccontare e in immagini e per il tema. Eppure qualcosa non mi ha del tutto convinto.
Thomas Horn è un ragazzino sicuramente dotato, ma non posso dire che sia simpatico. Il suo ruolo è molto complesso e ha sfaccettature complesse da capire, far trasparire e accettare (da parte dello spettatore) e non sempre la trama rema a suo favore. Sembra, anzi, spesso un antipatico disadattato sociale saputello e piagniucolone. Alla lunga il ruolo stanca, ma si riscatta certamente nel finale. La scena che più ho odiato è quando Oskar Schell, il suo personaggio, insulta la madre Linda Schell/Sandra Bullock dicendole di non capire niente. Spezza il cuore.
La figura della madre, comunque, è appannata fino alle scene finali, in cui acquista una potenza da non sottovalutare. Non certo grazie all'interpretazione della Bullock, ma perchè la trama le consente un riscatto e soprattutto le dona un'umanità che fino ad allora non emergevano a causa della figura paterna troppo opprimente.
Quest'ultima è interpretata da Tom Hanks che, come al solito, è più fastidioso che bravo. Il suo Thomas Schell che vede solo suo figlio come piccolo genio e lo sprona in tale direzione è uno di quei personaggi che funzionano solo in funzione dei meccanismi che fanno scaturire (muore l'11 settembre 2001 in una delle torri). Credo che il mio pregiudizio derivi molto anche dal fatto che Hanks non mi faccia più impazzire come attore ormai da tanto tempo.
Per il resto l'atmosfera del film mi ha un po' ricordato il caos interiore e interraziale (esteriore) di "Mangia prega ama", in un mix di avventura e nonsense a volte non sempre riuscito. Alcune scene sembrano random, altre atte solamente a portare alla lacrima facile del pubblico più sensibile. Sicuramente, comunque, la pellicola ha come punto di forza l'interpretazione di Max von Sydow che, senza mai proferire una parola, risulta comunque comunicativo ed espressivo da lasciare senza parole. Intenso nonostante la pacatezza e il limite del mutismo del suo personaggio.
Tutto sommato, comunque, "Extremely Loud & Incredibly Close" è un film interessante, che affronta un tema difficile dal punto di vista di un ragazzino con (evidenti) problemi a relazionarsi con sé stesso, gli altri e ciò che lo circonda. Di sicuro vale per la bella colonna sonora, l'interpretazione di von Sydow e perchè, in generale, un punto di vista in più su ciò che accadde l'11 settembre non può che aiutare ad avere un'ulteriore prospettiva su un evento chiave della storia moderna.
Consigli: 2 nomination all'Oscar un po' a casaccio (Miglior film e attore non protagonista), ma vale la pena di dare a questa pellicola un'occasione. Bella fotografia e, per chi ama NY, un buon modo per "girare" la città.
Parola chiave: Chiave.
Trailer
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venerdì 15 febbraio 2013
Film 503 - Molto forte, incredibilmente vicino
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domenica 25 aprile 2010
Film 108 - Ogni cosa è illuminata
Cena e film con la mia adorata bionda del cuore Erika, per un tête-à-tête rilassante dopo una domenica pomeriggio ricca di nuovi incontri per nuove collaborazioni...! A breve alcune novità!!!

Film 108: "Ogni cosa è illuminata" (2005) di Liev Schreiber
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Liev Schreiber, attore americano al suo esordio alla regia (e alla sceneggiatura), dirige un film che è un gioiellino da guardare ed amare sottovoce. Non ci sono grida o schiamazzi, solo una storia raccontata con pacata tranquillità. Gioie e dolori nella riscoperta di una terra, l'Ucraina, lasciata dal nonno del protagonista Jonathan Safran Foer/Elijah Wood a causa delle persecuzioni agli ebrei. Sulla strada per Trachimbrod Jonathan, vegetariano con la fobia dei cani, riscopre suo nonno, sé stesso e la sua famiglia, rivoluzionando l'idea che se ne era fatto durante la vita.
Parte gasato il film, frena e spiazza nel finale, lasciando lo spettatore con un pugno fortissimo in pancia con non può non stordire per qualche ora. C'è la giusta dose di humor che spezza una storia macchiata di sangue in un Paese calpestato dal nazismo. Elijah Wood è bravo nella parte dell'ebreo maniaco del collezionismo, che imbusta qualsiasi cosa ritenga importante per arricchire la sua collezione a parete. Rimane sottotono per tutta la durata del film, recitando attentamente la sua parte. Più scanzonato e paradossale di riflesso, il personaggio di Alex interpretato da Eugene Hutz (cantante dei 'Gogol Bordello' che sono presenti all'inizio della pellicola), svalvolato imitatore alla buona della cultura hip-hop americana. Lui insieme a suo nonno formano la strana coppia, che nei momenti giusti, però, sa commuoversi per le verità venute a galla.
Bello, davvero un filmino indipendente ormai cult da vedere e rivedere, anche per non dimenticare. Ps. Il film è tratto dal libro "Ogni cosa è illuminata" di Jonathan Safran Foer.
Consigli: Seratina tranquilla in casa con un dopo cena 'illuminato'. Non deluderà!
Parola chiave: Augustine.
#HollywoodCiak
Bengi

Film 108: "Ogni cosa è illuminata" (2005) di Liev Schreiber
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Liev Schreiber, attore americano al suo esordio alla regia (e alla sceneggiatura), dirige un film che è un gioiellino da guardare ed amare sottovoce. Non ci sono grida o schiamazzi, solo una storia raccontata con pacata tranquillità. Gioie e dolori nella riscoperta di una terra, l'Ucraina, lasciata dal nonno del protagonista Jonathan Safran Foer/Elijah Wood a causa delle persecuzioni agli ebrei. Sulla strada per Trachimbrod Jonathan, vegetariano con la fobia dei cani, riscopre suo nonno, sé stesso e la sua famiglia, rivoluzionando l'idea che se ne era fatto durante la vita.
Parte gasato il film, frena e spiazza nel finale, lasciando lo spettatore con un pugno fortissimo in pancia con non può non stordire per qualche ora. C'è la giusta dose di humor che spezza una storia macchiata di sangue in un Paese calpestato dal nazismo. Elijah Wood è bravo nella parte dell'ebreo maniaco del collezionismo, che imbusta qualsiasi cosa ritenga importante per arricchire la sua collezione a parete. Rimane sottotono per tutta la durata del film, recitando attentamente la sua parte. Più scanzonato e paradossale di riflesso, il personaggio di Alex interpretato da Eugene Hutz (cantante dei 'Gogol Bordello' che sono presenti all'inizio della pellicola), svalvolato imitatore alla buona della cultura hip-hop americana. Lui insieme a suo nonno formano la strana coppia, che nei momenti giusti, però, sa commuoversi per le verità venute a galla.
Bello, davvero un filmino indipendente ormai cult da vedere e rivedere, anche per non dimenticare. Ps. Il film è tratto dal libro "Ogni cosa è illuminata" di Jonathan Safran Foer.
Consigli: Seratina tranquilla in casa con un dopo cena 'illuminato'. Non deluderà!
Parola chiave: Augustine.
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Bengi
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