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lunedì 28 settembre 2020

Film 1924 - Last Christmas

Intro: Di nuovo con Andrea, ma questa volta a Torino, ci siamo concessi un film natalizio che risulta, sì, fuori contesto, ma che entrambi volevamo recuperare d un po'. Ne abbiamo approfittato.
Film 1924: "Last Christmas" (2019) di Paul Feig
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Andrea
In sintesi: è difficile esprimere in parole il disappunto per la banalità di questa pellicola, principalmente a causa di una sceneggiatura superficiale, poco ispirata e farcita di cliché che mancano di far sorridere e un colpo di scena finale che fa cadere le braccia.
Nonostante le apparenti buone premesse di "Last Christmas", infatti, ci si rende presto conto che il piglio della storia non è giocoso quanto il trailer vorrebbe far credere, senza contare che non ho trovato efficace la presenza di Emilia Clarke nel ruolo da protagonista - un'attrice che, forse, abbiamo sopravvalutto troppo presto troppo in fretta?
Va detto che l'operazione commerciale di per sé non ha nulla da recriminarsi, ci sono i presupposti da commedia romantica, ci sono tutti gli step narrativi del caso, gli elementi (teoricamente) divertenti in contrapposizione a tematiche più serie a controbilanciare il tutto (malattia, immigrazione, degrado sociale), c'è perfino una strizzata d'occhio all'operazione-nostalgia che chiama in causa nientemeno che gli Wham! (a cui affida non solo il titolo del film, ma anche la colonna sonora ad hoc che, per l'occasione, sforna un singolo inedito del famosissimo duo anni '80 formato da George Michael e Andrew Ridgeley). Insomma, a ben vedere parrebbero esserci tutti gli elementi del caso a costruire un prodotto mainstream di grande successo, eppure il film non è stato il grande successo che poteva essere: perché?
La verità è che, come spesso succede, "Last Christmas" mette insieme tutti gli elementi sulla carta perfetti a decretare un successo commerciale, ma li incastra in una maniera poco felice, finendo per proporre al pubblico una storia trita che mixa frettolosamente una montagna di trame secondarie, per poi ad andare a sacrificare quella principale che, come si vedrà alla fine, metterà in scena la classica boiata strappalacrime che, per l'occasione, qui strizza l'occhio a prodotti come "Ghost", "La casa sul lago del tempo" o "Me Before You". Onestamente da una come Emma Thompson (qui anche sceneggiatrice) mi aspettavo molto, molto di più.
Cast: Emilia Clarke, Henry Golding, Michelle Yeoh, Emma Thompson, Boris Isakovic, Patti LuPone, Lydia Leonard.
Box Office: $121.6 milioni
Vale o non vale: "Last Christmas" tenta di sfruttare il contesto natalizio, la popolarità sconfinata di Emilia Clarke, la stella nascente di Henry Golding e la conseguente Asia-mania generata da "Crazy Rich Asians" per dare una nuova (ennesima) sferzata al prodotto generico della commedia romantica, nella speranza che l'aggancio musicale degli Wham! consenta di accaparrarsi anche un pubblico meno giovane e generare, così, l'ingente profitto di solito connesso a titoli come questo.
La realtà è che questa volta la formula magica non ha funzionato del tutto e se anche la Clarke ce la metta tutta e il fascino di Golding sia innegabile, il risultato finale è piatto e privo di brio, anche quando si scopre la realtà sulla coppia protagonista. Insomma, ci si poteva impegnare molto di più.
Premi: /
Parola chiave: Cuore.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 11 giugno 2020

Film 1721 - Isn't It Romantic

Intro: Dopo la magica esperienza al Chinese Theatre di Los Angeles, ci siamo lanciati nella seconda avventura cinematografica americana, questa volta nella uggiosa San Francisco. E la scelta è ricaduta su questa pellicola un po' per necessità - incastro di orari ed impegni - un po' perché dopo aver rischiato di rimanere bloccati con la macchina a noleggio in mezzo al deserto del Nevada (compreso di lupi), avevamo bisogno di guardarci qualcosa di semplice e possibilmente divertente.
Film 1721: "Isn't It Romantic" (2019) di Todd Strauss-Schulson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: parliamoci chiaro, avessi saputo che nel giro di una settimana avrei potuto vedere questo film gratis su Netflix... col cavolo che avrei pagato! Cioè, niente di male con "Isn't It Romantic", adoro poi che finalmente Rebel Wilson abbia il ruolo della protagonista e non solo della spalla strana e fuori di testa, però gridiamolo pure al mondo: i film di Netflix fanno schifo e il 90% di quelli che vengono prodotti sono spazzatura inguardabile sul computer, figuriamoci al cinema.
Poi, ribadisco, questo film in particolare non è così male, fa il suo dovere in termini di intrattenimento, piacevoli gag scacciapensieri, numeri musicali, belloni mezzi nudi, ecc ecc, però non è che fosse necessario spenderci dei dollari per recuperarne la visione. No no. Diciamo che, dovessi inquadrarlo in riferimento a prodotti che ho già visto e me lo ricordano, citerei: "Pretty Woman", "They Came Together" e "I Feel Pretty". Insomma, niente di nuovo.
Cast: Rebel Wilson, Liam Hemsworth, Adam DeVine, Priyanka Chopra, Betty Gilpin, Brandon Scott Jones, Jennifer Saunders.
Box Office: $48.8 milioni
Vale o non vale: Facile facile, scacciapensieri, sufficientemente diverte, esteticamente "plasticoso" e perfettamente ripulito come ogni titolo concepito-prodotto-raffinato-industrializzato dalla macchina Netflix, "Isn't It Romantic" funziona praticamente grazie alla bravura comica di Rebel Wilson.
Premi: /
Parola chiave: Beguiling. (incantevole, seducente, ammaliatore)

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 24 novembre 2019

Film 1680 - Crazy Rich Asians

Intro: Un vero e proprio fenomeno al box-office americano, non potevo perdermi il film sorpresa del 2018!
Film 1680: "Crazy Rich Asians" (2018) di Jon M. Chu
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: diciamoci la verità, non avesse generato tanto scalpore, probabilmente non lo avrei visto al cinema. Ma, va detto, considerato tutto il clamore attorno ad una pellicola così di sorprendente successo per un'America non abituata ad un cast all-Asian (per quanto Asian-American), non potevo davvero esimermi dal farmi un'opinione personale su "Crazy Rich Asians", apparentemente così speciale.
E insomma, tanto speciale poi non è. Nel senso che è un prodotto ben confezionato e curatissimo a livello di messa in scena e sicuramente l'aspetto etnico ha giocato una parte importante nella partita della pubblicità diretta e indiretta, ma rimane il fatto che siamo di fronte ad una commedia romantica come le altre, né più bella né più brutta. Ci sono attrici e attori che ci hanno costruito sopra carriere attorno a prodotti come questo - a volte ricevendo anche non poche critiche -, eppure in questo caso pareva di stare di fronte al miracolo. Il punto è che quando ci si stupisce che il pubblico reagisca positivamente a un titolo che proponga attori asiatici nel ruolo di personaggi asiatici, si sposta l'attenzione su un altro aspetto non molto felice, come sottintendendo che un prodotto che non sia al 100% white, American and pround non possa trovare un proprio spazio all'interno della proposta cinematografica non solo USA, ma anche globale (che poi, in realtà, è stata proprio l'America a risultare il mercato più interessato a questo prodototto, con un incasso complessivo di $174.5 milioni contro i $64 incassati nel mondo).
Insomma, senza voler togliere niente al successo ottenuto qui, mi limito a dire che mi aspettassi di più, visto e considerato quanto chiacchierare si è fatto attorno a questo successo commerciale. Credevo che fosse merito della qualità della sceneggiatura e, invece, mi sono trovato di fronte al solito prodotto romantico e a tratti divertente - sicuramente godibile -, anche se per nulla innovativo.
Ps. Due sequel sono già in lavorazione, tratti dagli omonimi romanzi: "China Rich Girlfriend" e "Rich People Problems".
Film 1680 - Crazy Rich Asians
Film 2366 - Crazy Rich Asians
Cast: Constance Wu, Henry Golding, Gemma Chan, Lisa Lu, Awkwafina, Ken Jeong, Michelle Yeoh, Harry Shum Jr., Nico Santos.
Box Office: $238.5 milioni
Vale o non vale: Tratto dal romanzo omonimo di Kevin Kwan, una storia d'amore tra lui che è ricco e bono e lei che è carina ma di basso ceto sociale. Niente di nuovo, ma sicuramente godibile. Bei costumi (già in esposizione ai Warner Bros. Studios, Burbank, Los Angeles).
Premi: Candidato a 2 Golden Globe per Miglior film commedia o musical e Miglior attrice protagonista (Wu).
Parola chiave: Tradizioni.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 7 maggio 2019

Film 1575 - No Strings Attached

Intro: Per una serata di totale disimpegno.
Film 1575: "No Strings Attached" (2011) di Ivan Reitman
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Film 245 - Amici, amanti e...
Cast: Natalie Portman, Ashton Kutcher, Cary Elwes, Kevin Kline, Greta Gerwig, Lake Bell, Olivia Thirlby, Ludacris, Jake Johnson, Mindy Kaling, Talia Balsam, Ophelia Lovibond.
Box Office: $149.2 milioni
Vale o non vale: Stupidino e leggerino come ogni commedia romantica pare debba essere, niente più che un prodotto facile facile per spegnere il cervello.
Premi: /
Parola chiave: Relazione.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 19 luglio 2017

Film 1389 - Insonnia d'amore

Ancora una volta Netflix fornisce la soluzione per il film da guardare a cena...

Film 1389: "Insonnia d'amore" (1993) di Nora Ephron
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Edo
Pensieri: Cult dei primi anni '90 che non ricordo di aver mai visto per intero prima di questa occasione, "Sleepless in Seattle" della Ephron è stato un po' una delusione. Non che mi aspettassi capolavori eccelsi della cinematografia americana, però da una pellicola candidata per l'Oscar alla sceneggiatura qualcosina in più me la immaginavo. Tant'è.
I diktat dell'operazione romantica ci sono tutti, tra relazioni di coppia stantie, possibili partner sbagliati, un colpo di fulmine non convenzionale e un incontro in cima all'Empire State Building che sa di fiaba come poche altre cose al mondo, il tutto confezionato per piacere a quel pubblico che cerca sì l'happy ending, ma anche una strada ben infiocchetata che ce lo conduca. Io solitamente apprezzo il tipo di operazione commerciale, eppure in questa occasione ho gradito meno di quanto mi ero prefigurato. Non è colpa certo di Hanks e Ryan, una coppia sullo schermo capace di funzionare ampiamente; probabilmente è stato il semplice caso dell'aspettativa vs realtà, dove quest'ultima non ha corrisposto le attese.
Ps. 2 candidature agli Oscar del 1994 per Miglior sceneggiatura originale e canzone ("A Wink and a Smile"), 3 nomination ai Golden Globes (Migliori film commedia, attore e attrice protagonisti) e 2 ai BAFTA (sceneggiatura e colonna sonora).
Cast: Tom Hanks, Meg Ryan, Bill Pullman, Ross Malinger, Rob Reiner, Rosie O'Donnell, Gaby Hoffmann, Victor Garber, Rita Wilson, Frances Conroy.
Box Office: $227.8 milioni
Consigli: Delizia per romanticoni incalliti, scelta perfetta per una serata di disimpegno e nostalgia canaglia, questo film è sicuramente uno dei più famosi legati al genere commedia romantica e sono sicuro che per molti il risultato finale sia ancora soddisfacente. Per tutti coloro che, al contrario, desiderassero un piglio meno fiabesco, meglio evitare.
Parola chiave: Radio.

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lunedì 12 dicembre 2016

Film 1258 - C'è post@ per te

Ricordavo che era un po' una banalità allo zucchero, però avevo voglia di qualcosa di certo e sicuro, un titolo che mi ricordasse quando ero ragazzino, uno di quei film che ero andato a vedere al cinema con i miei genitori e di cui, possibilmente, non mi ricordassi la trama...

Film 1258: "C'è post@ per te" (1998) di Nora Ephron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Prima di Tinder e Grindr, prima delle chat di Facebook e Messenger, prima che il cellulare prendesse il sopravvento, la novità tecnologica per eccellenza era il computer e la novità a livello di comunicazione istantanea era certamente l'e-mail. In questo contesto, quello che oggi a posteriori assomiglia più che altro a una sorta di limbo tecnologico in cui c'erano tutti i presupposti ma non ancora la tecnologia necessaria, in questo contesto, si diceva, rinasce la storia di Miklós László dal titolo "Parfumerie" e prende la forma della commedia romantica assemblata e distillata da penna e mano di Nora Ephron, per trent'anni indiscussa regina dei film chick flick, ovvero quei titoli destinati principalmente ad un target femminile.
La premessa è semplice e nota a tutti: possono due che nella realtà si odiano, innamorarsi addirittura su internet? La risposta è ovvia e, in questo caso inevitabile. La qual cosa non è necessariamente un problema perché sì, una volta che si è deciso di vedere "You've Got Mail" sappiamo esattamente a cosa stiamo andando incontro, ovvero la ritualizzazione hollywoodiana dell'amore declinata secondo la "scenetta" del caso. Quindi è inutile storcere il naso a posteriori: la storia è quella che è, ma del resto lo sapevamo fin dall'inizio.
Scesi a patti con lo snobismo che è in noi, si può tranquillamente ammettere che "C'è post@ per te", nonostante l'orrida titolazione italiana, è un film carino ed innoquo, capace di veicolare quella calda sensazione di tranquillità e pace interiore che non molti altri titoli sono capaci di garantire. Poi ok, la nevrosi da maestrina di Meg Ryan a volte è insopportabile, ma tutto sommato il risultato finale è quello di una simpatica favoletta che, a quasi vent'anni di distanza, è ancora in grado di risultare piacevole.
Ps. Candidato a un Golden Globe per la Miglior attrice (commedia o musical) per Meg Ryan.
Cast: Tom Hanks, Meg Ryan, Parker Posey, Jean Stapleton, Dave Chappelle, Steve Zahn, Greg Kinnear, Heather Burns, Dabney Coleman, Chris Messina.
Box Office: $250.8 milioni
Consigli: Ormai evergreen delle pellicole romantiche, rivisitazione tecnologica del genere, "C'è post@ per te" è stato certamente uno tra i titoli più iconici della carriera di Meg Ryan, un bell'esempio di quanto un tempo bastasse poco per intrattenere il pubblico partendo da un semplice pressupposto: è possibile innamorarsi via mail? La questione non è per niente semplice e al giorno d'oggi certi dialoghi e certe remore dei personaggi fanno un po' ridere, ma preso con la giusta dose di affetto nostalgico questo film è ancora capace di lasciare il suo spettatore-tipo perfettamente soddisfatto. Per tutti gli altri magari ci sarà un po' di tedio, ma tutto sommato si tratta di una storia che si lascia ancora rivedere con piacere.
Parola chiave: NY152, Shopgirl.

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Bengi

martedì 1 marzo 2016

Film 1090 - 27 volte in bianco

Ho fatto un ordine folle in internet e comprato un valanga di nuovi dvd, tra cui quello di questo film. Per poi accorgermi che, in realtà, avevo comprato il Blue-ray. Non mi rimaneva che lo streaming.
Film 1090: "27 volte in bianco" (2008) di Anne Fletcher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Nell'anno in cui Katherine Heigl riceve la sua terza meritatissima nomination come Peggior attrice per "Home Sweet Hell" ai Razzie Awards, è capitato per caso di rivedere questo film, suo primo successo commerciale personale sul grande schermo dopo quello televisivo pe "Grey's Anatomy". Dato che dal 2012 ad oggi i Razzies l'hanno candidata 3 volte, io una domandina me la farei...
Questo "27 Dresses" è carino, simpatico, di puro intrattenimento e rende giustizia alla bellezza non eclatante della Heigl che, in più, in questo caso si dimostra capace di portare l'intera operazione sulle proprie spalle. Chiaro, stiamo parlando di una commedia romantica semplice semplice, eppure anche per questo bisogna avere il physique du rôle e non tutte ce l'hanno.
L'idea di partenza è carina - Jane è l'eterna damigella d'onore, ruolo che riveste alla perfezione, ma da cui non riesce a uscire -, lo svolgimento finisce, come prevedibile, nelle trappole standard di un'operazione commerciale del genere (vero amore che si presenta all'improvviso, protagonista romantica, New York come città magica, ecc) e il tutto perde di originalità. Senza pretese e nell'ottica di quello che è rimane un titolo piacevole.
Film 1090 - 27 volte in bianco
Film 2135 - 27 Dresses
Cast: Katherine Heigl, James Marsden, Malin Åkerman, Edward Burns, Judy Greer, Maulik Pancholy, Melora Hardin, Krysten Ritter.
Box Office: $160.3 milioni
Consigli: Commedia facile facile perfetta per una serata tranquilla e spensierata. Gli ingredienti giusti per la pellicola romantica ci sono tutti: la Heigl giovane promessa fresca di Emmy per "Grey's Anatomy", i toni divertenti, il triangolo romantico, l'happy ending. Chiaramente è una cretinata, però, nel suo genere, non è male.
Parola chiave: Diapositive.

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lunedì 25 maggio 2015

Film 922 - #ScrivimiAncora

Nonostante l'imbarazzante titolo italiano, i due protagonisti li seguo volentieri e, ogni tanto, una commedia romantica ci sta.

Film 922: "#ScrivimiAncora" (2015) di Christian Ditter
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Una storia stupida e contorta, sciocca nell'insensatezza che propone: lui ama lei, lei ama lui, ma siccome non se lo dicono mai, succede che nel frattempo si fanno due vite parallele dall'adolescenza all'età adulta e poi all'improvviso capiscono che si amano e finalmente se lo dicono. Allora, o sono imbecilli o qualcuno crede che lo siamo noi che guardiamo.
Invece di farmi appassionare ad una storia d'amore non convenzionale, questo film è riuscito a farmi girare le palle come pochi altri titoli prima d'ora e nella mia mente lo paragono all'altrettanto insensato "One Day". Quindi, al di là del fatto che la coppia Lily Collins - Sam Claflin è carina e bella da vedere sullo schermo, in generale "Love, Rosie" non mi è piaciuto e mi è sembrato abbastanza una perdita di tempo. Immagino che a qualcuno queste storie alla 'ti amo, ma non te lo posso dire perché altrimenti lo scopriresti' possano anche piacere, ma su di me il tira e molla in cui nessuno sembra capire quello che è palese anche per i sassi non solo non ha alcun effetto, ma anzi mi tedia a morte. Next.
Box Office: $4,419,000 milioni
Consigli: Pellicola romantica tratta dal romanzo di Cecelia Ahern, questo "#ScrivimiAncora" è a mio avviso un esempio insipido di commedia romantica ai tempi dei social con, in più, l'aggravante di protagonisti incapaci di riconoscere l'evidenza. Se siete amanti delle contorte vicende amorose di chi è costantemente alla ricerca della scelta sentimentale sbagliata, ecco un esempio all'acqua di rose e molto, molto patinato di cosa voglia dire sprecare la propria vita alla ricerca dell'amore (quando ce lo avevi di fronte a casa). Noioso, irreale e nemmeno romantico.
Parola chiave: 18esimo compleanno.

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Bengi

martedì 12 maggio 2015

Film 916 - Something Borrowed

Ok, la prima scelta del viaggio di ritorno non era stato malaccio, ma nemmeno un capolavoro. Ora, cosa potevo scegliere per migliorare la situazione se non una commedia romantica?! #TokyoDays: film 5.

Film 916: "Something Borrowed" (2011) di Luke Greenfield
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ed eccomi incappato in una delle commedie romantiche più brutte di sempre. Non mediocre, proprio brutta. Senza alcunché da dire, senza protagonisti interessanti, men che meno attori capaci di rendere quantomeno apprezzabile l'esperienza. La storia è intricata senza motivo, la protagonista tutta cuori e remore monacali di un'insostenibilità unica, al pari della sua migliore amica disinibita che è antipatica. Che poi mi viene spontaneo chiedermi come cavolo possano essere migliori amiche due così. Comunque si salva solo John Krasinski, l'unico ad avere un personaggio meno detestabile degli altri, l'unico a risultare saltuariamente simpatico.
Per il resto questa pellicola è una girandola nonsense: la suorina Rachel (Ginnifer Goodwin) è segretamente innamorata di Dex (Colin Egglesfield) che però è in procinto di sposarsi con la sua migliore amica Darcy (che spero non voglia essere l'ennesimo riferimento a Jane Austen), ma da ubriaca una sera ci finisce a letto. E cosa succede? Mette su una tresca con l'uomo che ha sempre amato, vivendoci la storia d'amore che ha sempre desiderato... tutto alle spalle di Darcy (Kate Hudson), la quale a sua volta si scoprirà fedifraga. In tutta questa girandola di baggianate, chiunque racconta bugie a chiunque e nessuno ha il coraggio di dire la verità lampante, non solo allo spettatore. Quest'ultimo deve, dunque, subirsi la mancanza di trovate interessanti da parte di una sceneggiatura che annaspa, impantanata nel gioco perverso che sembra non avere mai fine: peccato che tutto il mare di falsità e correlate situazioni imbarazzanti non faccia mai ridere. Una commedia romantica, oltre che essere sdolcinata e rassicurante, si suppone intenda anche intrattenere con qualche scena divertente, qualche trovata simpatica, qualche battuta. E "Something Borrowed" (letteralmente qualcosa di prestato, il titolo fa riferimento a ciò che si dice porti fortuna a una novella sposina insieme a qualcosa di blu, qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo) fallisce su tutta la linea. Non diverte, non ispira romanticismo, non coinvolge lo spettatore. Insomma, che ne parliamo ancora a fare?
Ps. Non paghi di aver prodotto un film del genere, pare che il sequel dal titolo "Something Blue" sia in cantiere.
Box Office: $60.1 milioni
Consigli: Un esempio di commedia romantica leggermente fuori tema. A farla da padrone è il tradimento, correlato da bugie e gravidanze la cui paternità è sconosciuta. Un prodotto atipico, il che non va necessariamente a braccetto con l'originalità. Oltre a risultare banale e scontato, questo film finisce per risultare inaspettatamente antipatico, anche perché nessuno dei suoi protagonisti riesce veramente a conquistare lo spettatore. Un'occasione sprecata, anche se devo dire che la maggior parte delle pellicole romantiche con protagonista Kate Hudson solitamente sono più brutte del normale. Il che mi porta a dire che, tra la miriade di scelte possibili vicine al genere (o generi) cui appartiene questo titolo, "Something Borrowed" non è la pellicola sbagliata.
Parola chiave: Giacca.

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Bengi

mercoledì 14 gennaio 2015

Film 857 - Che pasticcio, Bridget Jones!

Visto il primo, toccava rivedere anche il secondo!

Film 857: "Che pasticcio, Bridget Jones!" (2004) di Beeban Kidron
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Anche se meno efficace del primo episodio sulla zitellona inglese, questo successivo "Che pasticcio, Bridget Jones!" è comunque sufficientemente godibile da poter essere rivisto più di una volta.
"Bridget Jones: The Edge of Reason" è un film meno compatto a livello di trama - sembra un susseguirsi di situazioni surreali alla "Mr. Bean" - e tuttavia grazie all'ottima performance di Renée Zellweger il tutto riesce comunque nell'impresa di tramandare cinematograficamente le avventure di Bridget nell'ottica del divertimento senza pretese.
Non c'è molto altro da dire su questo film, nel senso che a parte essere divertente ed incredibilmente surreale non è rilevante per altri motivi. Il cast è esattamente lo stesso del primo film, quindi ritroviamo Colin Firth e Hugh Grant nuovamente rivali in amore, gli amici pazzi e single, la famiglia imbarazzante quanto il guardaroba di Bridget con, in aggiunta, un viaggio in Tailandia che culmina in prigionia e una collega di Mark Darcy che da plausibile amante diventa lesbica pazza della nostra protagonista.
Tra detenute tailandesi cui insegnare il testo di "Like a Virgin" (Suor Cristina chi?), un imbarazzante numero sportivo sugli sci, trucco e parrucco home made in taxi e le solite stravaganze di insicura, la nostra eroina moderna riuscirà a portare a casa l'amore e perfino qualche scoop giornalistico. Tanto basta per farle tornare il sorriso.
Film 850 - Il diario di Bridget Jones
Film 2260 - Bridget Jones's Diary
Film 857 - Che pasticcio, Bridget Jones!
Film 1231 - Bridget Jones's Baby
Film 1591 - Bridget Jones's Baby
Film 2360 - Bridget Jones: Mad About the Boy
Box Office: $262,520,724
Consigli: Commedia romantica seguito del fortunato successo "Il diario di Bridget Jones", questo secondo capito segue la stessa formula del precedente, con giusto qualche deviazione di trama per colorare questa nuova avventura. Chiaro, il primo film è migliore, più vero e meno commercialmente direzionato, eppure anche questo secondo ha i suoi buoni momenti, tutti dovuti alle capacità di una Renée Zellweger di nuovo nei panni più rotondi di Bridget (e di nuovo candidata ai Golden Globes per il ruolo). Non è certo un capolavoro, ma si lascia sguardare in maniera più che spensierata.
Parola chiave: Cocaina.

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Bengi

venerdì 2 gennaio 2015

Film 845 - What If

Proviamo con qualche titolo che sembra alternativo.

Film 845: "What If" (2013) di Michael Dowse
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Commedia romantica al sapore indie che propone come quasi unica attrattiva quella di vedere Harry Potter alle prese con le circostanze amorose di una qualunque storia romantica un po' tormentata.
Daniel Radcliffe, infatti, è qui insieme a Zoe Kazan protagonista di una love story che parrebbe pronta a sbocciare ma viene subito troncata per un motivo piuttosto semplice: lei è fidanzata. I due decidono di rimanere amici, ma l'attrazione è evidente come la complicità che c'è tra i due e poi c'è il sentimento vero che ancora non si è palesato, ecc ecc.
Diciamo, quindi, che a meno che non vi interessi vedere Radcliffe in panni moderni o che vi piacciano storie d'amore con giovani protagonisti per niente patinati o glam - ma che non sono più verosimili, dato che ormai le coppie nerd-nevrotiche al cinema sono diventate cult quanto quelle più abusate (vedi belli e intelligenti o giovani milionari ereditieri modelli) - questo film di per sé non avrà nulla da aggiungere a ciò che avete già visto altre migliaia di volte. Non che sia brutto o mal fatto, semplicemente è un titolo come ce ne sono tantissimi altri e, personalmente, non pagherei il prezzo del biglietto per vederlo.
Ps. Tratto da "Toothpaste and Cigars" di T. J. Dawe e Michael Rinaldi.
Box Office: $7,847,000
Consigli: "Wallace, who is burned out from a string of failed relationships, forms an instant bond with Chantry, who lives with her longtime boyfriend. Together, they puzzle out what it means if your best friend is also the love of your life." (IMDb)
Se questo è ciò che state cercando o solitamente vi piace, il film non può deludervi. C'è la giusta dose di tormento amoroso, passione, momenti di imbarazzo generale, una rivalità amorosa e un amico tendenzialmente pazzo (Adam Driver che, dopo "Girls" non sembra riuscire troppo ad uscire dal personaggio). Per il resto "What If" è una pellicola senza scossoni, un po' indie, ma che ricade nel classico stereotipo della storia d'amore hollywoodiana con lui che è disposto a fare il giro del mondo per dire a lei che la ama. Insomma, né bene né male. O vi piace il genere, o lasciate perdere.
Parola chiave: Tetto.

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Bengi

giovedì 25 dicembre 2014

Film 841 - Pretty Woman

Alla scoperta della carriera cinematografica di Julia Roberts - Atto terzo.

Film 841: "Pretty Woman" (1990) di Garry Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "Pretty woman, walking down the street
Pretty woman, the kind I'd like to meet"
Una canzone famosissima per un film ancora più famoso, addirittura di culto. "Pretty Woman" è la storica pellicola che ormai più di 20 anni fa lanciò letteralmente nell'olimpo delle star mondiali la Roberts e Richard Gere, un duo che, tra l'altro, saprà bissare il clamoroso successo sul grande schermo grazie alla successiva commedia romantica sempre diretta da Garry Marshall: "Se scappi, ti sposo" (pellicola che, parentesi degenerativa tutta italiana, ha avuto l'infausto merito di inaugurare la tutt'ora attiva stagione del 'se... ti'. Esempi celebri "Se mi lasci ti cancello", "Se sei così ti dico sì", "Se ti investo mi sposi?" e altre fregnacce simili).
Tornando a noi, "Pretty Woman" è uno di quei film che DEVI aver visto, che sai a memoria, che non manca nella tua collezione di dvd, che richiama una serie di ricordi, che ha fatto sognare un paio di generazioni. Tutte cose che, fino a qualche settimana fa, per me erano solo vuote parole, frasi celebri più volte pronunciate da amici prima di apostrofarmi stupefatti: "Come non lo hai mai visto?!".
A questa sconcertante verità si è dovuto porre rimedio, cosicché non si dica più che mi manchi un tassello fondamentale della cultura pop anni 90, esempio perfetto di cinema di massa che collega alla perfezione le due decadi fra cui è a cavallo.
La nostra Vivian Ward, signorina allegra della strada, è una che ha un gran fisico e chiacchiera a manetta, colpisce per il giga-sorriso ma ancora di più per il volume della chioma e, successivamente, delle parolacce che spara. Vivian è forgiata dalla strada da cui proviene, si è adattata giocoforza e ora è quello che è: una con degli stivali alla coscia e un vestitino che è il risultato dell'incrocio tra l'elastan e un buco nero.
Al contrario, Edward Lewis è uno che può permettersi tutto - anche la strada, ovviamente - ma è scontento della sua vita, almeno da un certo punto di vista. Ma non solo, perché è anche onesto e con uan certa morale per gli affari, che sopraggiunge dopo, a dire il vero, che la morale puritana è stata scaricata sul marciapiede.
Questi due tipi umani sono la ciliegina e la torta, un connubio perfetto di amore in divenire che saprà diventare non solo reale, ma anche cult. Ed è così che si forgia una carriera: con ruoli forti e un titolo stellare. I due signori in carrozza a questo giro, Roberts e Gere, sapranno fare tesoro di questo mantra della vita, finendo più volte a rivestire panni decisamente simili in titoli decisamente romantici, il tutto per un'eterna spirale che, vissuta al contrario, riporterà sempre e comunque al punto di partenza: questo.
E allora diciamolo pure che "Pretty Woman" tutto sommato mi è piaciuto, mi ha divertito e intrattenuto. Ho amato questa Julia scurrile e bagascia (all'acqua di rose però) impreziosita di Chanel e desiderosa di riscatto sulle commesse frigide. E' naturale che questo ruolo femminile così forte mi abbia ricordato quello di "Erin Brockovich" e la naturale congiunzione è stata ben gradita. Gere, dal canto suo, era già "Ufficiale e gentiluomo", ma anche e soprattutto un "American Gigolo", titolo che lo avvicina di molto alla protagonista qui. E comunque bisogna concedergli che fosse proprio un bell'uomo.
Tutto sommato, quindi, pollice in su per questo titolo di riferimento del cinema moderno, classico esempio di come il mainstream riesca sempre a farla da padrone al pari del lieto fine. Che c'è anche qui, ma poi che ve lo dico a fare? Lo sapevate già da molto, molto più tempo di me.
Ps. Questo ruolo è valso alla Roberts la sua seconda nomination all'Oscar e il suo secondo Golden Globe vinto di fila. I precedenti erano stati, alle rispettive cerimonie del 1990, per "Fiori d'acciaio".
Box Office: $463,407,268
Consigli: Tra i film migliori per le feste. Non perché abbia un particolare spirito natalizio, pasquale o di fine anno, ma semplicemente perché è un titolo per tutte le occasioni. Ci si siede sul divano, si fa partire il film e si lascia che la storia ci coinvolga, ci rilassi, ci faccia dimenticare che poi, se ci pensiamo un attimo, la festa è già finita. E allora va bene, sognano ancora un po'. Con Julia, che riesce quasi sempre a farcelo fare.
Parola chiave: Baciare con la lingua.

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Bengi

martedì 23 dicembre 2014

Film 839 - Ricatto d'amore

Sempre in cerca della distrazione perfetta, ci siamo ricordati dell'esistenza di questa pellicola.

Film 839: "Ricatto d'amore" (2009) di Anne Fletcher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Visto la prima volta qualche anno fa, "The Proposal" mi aveva lasciato un ricordo piacevole.
Commedia romanticissima con la regina del genere Sandra Bullock, questo film è un buon esempio di come si possa far sorridere e passare un paio d'ore spensierate senza per forza dover intraprendere la strada della volgarità. Certo, non è un campione di originalità, comunque il risultato finale è certamente migliore di molti altri. Al fianco della Bullock - americana che qui interpreta una canadese con visto in scadenza - troviamo Ryan Reynolds - che qui interpreta la scappatoia americana, ma nella realtà è canadese -, entrambi in splendida forma e con buona dose di alchimia. Completano il cast Denis O'Hare, incaricato di verificare la veridicità della relazione romantica tra i due, e la famiglia di lui che vive in Alaska (Mary Steenburgen, Craig T. Nelson e una strepitosa Betty White, a quanto pare inossidabile oltre che indistruttibile, capace da sola di rubare la scena); completa il cast Malin Akerman, francamente un po' inutile.
Tra bei paesaggi, tenute da sogno, cliché di un romanticismo che sorprende pian piano e una serie di gag molto spesso ben riuscite, la storia procede verso l'happy ending doveroso e, diciamocelo, anche bello da vedere. I nostri due protagonisti, nonostante la differenza di età, sono piuttosto belli insieme e a noi che guardiamo non resta che benedire questa unione creata ad hoc per il grande schermo.
Film 350 - Ricatto d'amore
Box Office: $317.4 milioni
Consigli: Successone commerciale con annessa (perfino!) nomination ai Golden Globe per una Sandra Bullock che, però, trionferà nella categoria drammatica per "The Blind Side" (+ Oscar), questo "Ricatto d'amore" è un film tranquillo e piacevole da guardare, senza pretese, con la giusta dose di patino ed episodi divertenti. Betty White spicca per simpatia, l'Alaska per bellezza.
Si può vedere con estrema facilità, soprattutto in questo periodo di feste in cui quello che si cerca è certamente il riposo (anche della mente).
Parola chiave: Matrimonio.

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Film 838 - Alla ricerca di Jane

Trovato per caso su Sky Go mentre ravamo alla ricerca disperata di una commediola innoqua da guardare.

Film 838: "Alla ricerca di Jane" (2013) di Jerusha Hess
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Pellicola di certo singolare per il tema centrale che propone: un viaggio full-immersion nell'universo austeniano nell'Inghilterra contemporanea. Ovvero come assecondare le fantasie romantiche di signore invaghite dei personaggi della Austen e, che ve lo dico a fare, innamorate dell'amore stesso.
La protagonista Jane/Keri Russell ricade precisamente in questa singolare categoria umana, da sempre devota lettrice dei libri della celebre scrittice inglese, single alla ricerca di un amore da romanzo e, per forza di cose, romanzato. Ostacoli alla realizzazione dei sogni di Jane: lei è americana e vive in America + ha pochi soldi. Il risultato di questo sfortunato binomio è, sì, il viaggio fin nel Regno Unito alla volta di questa esperienza totalizzante, ma nella versione "pacchetto base". Quest'ultimo aspetto è determinante nell'impostare l'andamento dell'avventura a ritroso nel tempo della protagonista: avendo tutte le altre signore aderito ai pacchetti più esosi, la nostra poveretta viene costantemente emarginata, bistrattata e vessata dalla pazza dietro il progetto "Austenland": Mrs. Wattlesbrook/Jane Seymour.
A causa di quest'ultima (ma non solo) si realizzeranno molte delle peripezie di Jane durante il suo soggiorno, che di certo non sarà come se lo era romanticamente immaginato. Anche se, dopotutto, il dolce e zuccheroso finale ci sarà anche per lei.
Ora, non perderei tutto questo tempo a descrivere "Alla ricerca di Jane" se qualche cosa non mi avesse colpito. E' chiaramente una commedia romantica senza particolare rilievo, ma se devo essere totalmente onesto, mi hanno colpito una serie di aspetti. Innanzitutto il fatto che la storia è, sì, basata sui soliti presupposti dell'amore eterno e al primo sguardo è le smielate vicende della protagonista la faranno da padrone, eppure per tutta la storia la sensazione è quella che non ne vada una dritta alla nostra sfortunata e che, dopotutto, se lieto fine dev'essere dovrà necessariamente passare per un taglio netto con l'ingenuità infantile che muove la protagonista ad affrontare la sua avventura (leggi percorso di formazione). Inoltre c'è un certo aspetto comico dietro tutta la vicenda che, per quanto non sia sbandierato ai quattro venti, è comunque presente e godibile.
Ancora, mi è piaciuta la doppia idea della sceneggiatura di ricalcare un esempio di intreccio alla Austen (vedi Mr. Darcy ed Elizabeth Bennet), smascherarlo fin da subito facendolo rientrare all'interno del gioco narrativo proposto dall'esperienza del resort a tema, ma riuscendo di fatto a riportarlo in gioco nel finale, giocando tra finzione e realtà, messa in scena e mondo reale. Tra l'altro questo doppio binario sempre presente è anche piuttosto interessante da veder rappresentato e spinge, tra l'altro, a chiedersi cosa accada una volta che la realizzazione del nostro sogno si concretizzi e ci si ritrovi a vivere ciò che avevamo bramato fino a quel momento. E poi... se il nostro sogno ci avesse deluso?
Chiaramente "Austenland" - questo il titolo originale - non risponde a queste domande, ovvero non se ne interessa minimamente poiché il goal che intende portare a casa è un "felici e contenti" che prosegue con i puntini di sospensione e la promessa di un amore eterno che fa ritrovare alla nostra sfortunata Jane la fiducia nell'amore. Però a noi nessuno impedisce di fantasticare su come sarebbe vedere realizzate fantasie e sogni e immaginare cosa faremmo se fossimo obbligati a confrontarci con le conseguenze. Ma qui siamo già al sogno del o nel sogno, quindi lasciamo stare.
Ps. Tratto dal romanzo omonimo di Shannon Hale.
Box Office: $2,140,812
Consigli: Tutto sommato simpatico esempio di commedia romantica più atipica del solito, strampalata e surreale. Keri Russell ancora non ho capito se è maledettamente sottovalutata o fortunata a stare dove sta, comunque riesce a tenere sufficientemente bene le redini di questa storia (come era stato qualche anno fa con "Waitress - Ricette d'amore"). Suoi comprimari Jane Seymour ("La signora del West"), Bret McKenzie (che tra le altre cose ha vinto un Oscar per la Miglior canzone del film "I Muppet"), JJ Feild e Jennifer Coolidge nel solito ruolo della svampita alla ricerca di sesso (come in "American Pie" e "2 Broke Girls"). Tutto sommato, comunque, se si cerca una distrazione tranquilla e una storia meno ordinaria del solito o, ancora meglio, si ama Jane Austem, questo curioso prodotto cinematografico potrebbe riuscire perfino a soddisfarvi. Senza troppe pretese, naturalmente.
Parola chiave: Jane Austen.

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Bengi

lunedì 15 dicembre 2014

Film 832 - La dura verità

Un film di disimpegno per una domenica di disimpegno.

Film 832: "La dura verità" (2009) di Robert Luketic
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Commedia sciocchina con l'ex reginetta-per-un-po' della commedia USA Katherine Heigl e quella faccia da schiaffi di Gerard Butler.
L'argomento è il solito, ovvero maschi vs femmine, punto di vista maschile vs quello femminile, sensibilità battuta dal machismo, approccio disinvolto che funziona decisamente meglio di qualsivoglia prova programmata. Lui le insegna a sciogliersi un po' e lei si innamora di lui, che odia. Classico e banale, assolutamente. Qui si ride, però, bisogna ammetterlo e certe scenette sono ben architettare e in grado di trainare il film fino ai titoli di coda. I due protagonisti più che bellissimi di Hollywood sembrano la strana coppia insieme, ma hey, l'amore è cieco! E l'abbiamo imparato dai film.
Film 24 - La dura verità
Film 832 - La dura verità
Film 2133 - The Ugly Truth
Box Office: $205,298,907
Consigli: Commedia romantica che gioca sugli eccessi e il vademecum sentimentale che vuole le donne di Venere e gli uomini di Marte. Insolitamente volgarotta e sessista, eppure se presa per quello che è anche divertente. Chiaro che si tratta della solita roba vista e rivista, ma devo ammettere che "The Ugly Truth" sembra davvero avere una marcia in più. Si rivede sempre volentieri.
Parola chiave: Uomo perfetto.

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venerdì 21 novembre 2014

Film 821 - Quel mostro di suocera

Ho appena rivisto il trailer italiano scoprendo tristemente che il primo titolo pensato per questa commedia era "Se lo sposi ti ammazzo"... Imbarazzante.

Film 821: "Quel mostro di suocera" (2005) di Robert Luketic
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Prescindendo dalle incapacità recitative di Jennifer Lopez di cui, purtroppo, siamo tutti consapevoli, bisogna ammettere che "Quel mostro di suocera" ha il suo divertente perché. Sarà Jane Fonda in formissima, sarà l'idea che funziona, sarà l'ottimo lavoro di spalla ad opera di Wanda Sykes... insomma, il risultato finale è simpatico, privo di pretese e conforme alle promesse. Il che è raro per quanto riguarda le commediole a Hollywood.
La lopez fa quello che può per sembrare simpatica, spigliata e disinvolta, eppure la forzatura nel suo volto si riesce a cogliere in ogni inquadratura e proprio non le riesce di sembrare naturale. Forse fosse stata un'attrice prima della scoperta del sonoro avrebbe avuto più successo. Comunque si riesce abbastanza a sorvolare su questo aspetto sia perché Fonda è in grado di catalizzare l'attenzione su di sé tutte le volte che è in scena, sia perché la storia - e anche questo è abbastanza inusuale - procede senza esclusione di colpi. Non quelle cose tipo le metto un capello nel piatto e spero che lo mangi, qui si parla proprio di signore incazzate! E allora che importa se una è mortalmente allergica alle noci? O perché non usare un farmaco per stordire cavalli per mettere ko la futura suocera e farla "dolcemente" riposare con la faccia dentro ad un piatto di trippa?
Insomma, partendo dal presupposto che questa è una commediola romantica al sapore di favoletta corretta alla vodka, "Monster-in-Law" riesce a risultare un prodotto commerciale meritevole del titolo di commedia, strappa qualche sorriso e, quando finisce, lascia lo spettatore spensierato e con moltissime espressioni facciali di JLo di cui discutere.
Film 17 - Quel mostro di suocera
Film 821 - Quel mostro di suocera
Film 1807 - Monster-in-Law
Box Office: $154,749,918
Consigli: Una pellicola divertente e priva di pretese su una futura suocera che proprio non riesce ad accettare che il suo unico figlio maschio si stia per sposare. La storia è vecchia come il cucco, ma il film riesce ad attualizzare abbastanza bene la faida che si crea tra le due donne. E' un titolo perfetto per un qualunque momento che voglia essere privo di pensieri.
Parola chiave: Matrimonio.

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giovedì 20 novembre 2014

Film 820 - They Came Together

Insomma, c'era Amy Poehler... non potevamo mica perdercelo!

Film 820: "They Came Together" (2014) di David Dobkin
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Commedia surreale che prende in giro il genere delle pellicole romantiche (o commedie romantiche), questo "They Came Together" più che un film mi è sembrato un esperimento. Ovvero: cosa succederebbe se la storia romantica di una coppia fosse letteralmente raccontata attraverso i più abusati cliché dei prodotti cinematografici di genere romantico?
Avete presente, per esempio, quando la protagonista capisce che il suo innamorato è "quello giusto" perché è l'unico a riuscire ad identificare quel minuscolo particolare, un dettaglio, di cui solo lei è a conoscenza e il resto del mondo non riesce a percepire? Oppure cosa succederebbe per davvero se, la prima, si tornasse a casa travolti dalla passione e non appena varcata la soglia dell'appartamento, accecati dal desiderio, si cominciasse a fare sesso selvaggio per la casa ignorando qualsiasi cosa che ci sta intorno di fatto devastando casa?
Insomma, ecco perché questo titolo, più che una vera e propria storia, mi è sembrato un tentativo: di ridicolizzare e prendere in giro, sì, ma anche di de-romanticizzare certi atteggiamenti, certe pratiche e credenze che, in decenni di prodotti romantici mainstream, siamo soliti considerare non solo come plausibili, ma talvolta anche auspicabili. Ecco, allora, che con un atteggiamento del tutto dissacrante questo film corre in aiuto della realtà, finendo però per distorceva lui stesso. Infatti il risultato finale, che è assolutamente godibile e strappa più di una risata, finisce comunque per enfatizzare ed esasperare situazioni esasperate per definizione, imponendo un nuovo vocabolario per la commedia romantica che qui ha il sapore della satira.
E', però, proprio questo approccio relativamente innovativo il punto debole al contempo della storia. Dal momento in cui si capisce che la trama si compone degli elementi più bizzarri delle vicende di decine di altre pellicole (come "C'è posta per te" o un qualsiasi film con Meg Ryan) lo spettatore non percepisce più il racconto come desiderio dello sceneggiatore di raccontare, ma come semplice atto di provocatorio scherno nei confronti di tutti quei titoli che negli anni gli studios ci hanno propinato. Quindi, per farla breve, "They Came Together" è carino, ma quando ripenso a quello che ho visto fatico nella mia mente a categorizzarlo come film. Ripeto, mi sembra più un esperimento, più un desiderio di dimostrare quanto assurde siano certe messe in scene "da film" rispetto a ciò che accade nella vita vera.
Ps. Per inciso qui Joel/Paul Rudd capisce subito qual è quel particolare che solo Molly/Amy Poehler sa di aver cambiato...


Box Office: /
Consigli: Un ottimo cast (Rudd, Poehler, Cobie Smulders, Christopher Meloni, Max Greenfield, Bill Hader, Ellie Kemper, Jason Mantzoukas, Melanie Lynskey, Ed Helms, Jack McBrayer) per una pellicola che è una scusa per prendere in giro tutte quelle favole romantiche che il cinema ci ha raccontato in tutti questi anni. Se amate il genere commedia romantica e trasudate amore stereotipato da tutti i pori non credo che questo sia il titolo giusto per voi... Sì, è vero, l'amore trionfa anche qui, ma non esattamente come nella maniera "standard". Simpatico, strambo e dissacrante può andare a genio sia a chi non ama le romantic comedies, sia a chi apprezza le parodie. La coppia di protagonisti è perfetta e, in fin dei conti, adorabile.
Parola chiave: Negozio di caramelle.

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Bengi

martedì 23 settembre 2014

Film 772 - Tutti pazzi per Mary

Un classico della commedia americana che, però, non ricordavo per niente. Rimediato!

Film 772: "Tutti pazzi per Mary" (1998) di Bobby Farrelly, Peter Farrelly
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Praticamente non me lo ricordavo ed è stato bello rivederlo. Rimane una pellicola piuttosto divertente e sorprende soprattutto perché sono passati così tanti anni.
Il biondissimo fascino di Cameron Diaz - che qui sboccia - è perfetto traino della storia e l'attrice non può che essere il centro dell'attenzione di tutti, personaggi e spettatore compreso. Solare, fresca e svampita quanto basta (ma poi replicherà troppo spesso questo ruolo), la Diaz è la vera sorpresa di questo film, perfetta Mary da copertina. Ben Stiller, al suo fianco, gioca ben un ruolo spesso fisico e certo molto ridicolo, con apice dell'imbarazzo alla voce "gel" per capelli. Una gag, quella, ormai finita negli annali.
La storia, che di fatto è molto semplice, funziona soprattutto grazie alle buffe trovate e il carisma biondo della protagonista, tutto rimescolato a formare e plasmare tempi e modalità della nuova commedia americana contemporanea, molto esplicita (sia nel mostrare che di linguaggio) ed estremamente fisica, anche se gli snodi attorno cui ruota la vicenda sono gli stessi di sempre (qui è la bella ragazza contesa da un mare di uomini, tra il quale ci sarà il suo vero amore). Ma il tutto funziona bene.
L'unica cosa che non ho apprezzato è il momento canterino tradotto in italiano - ma suppongo non lo avrei apprezzato nemmeno in originale - mentre in generale si può dire che "There's Something About Mary" è un prodotto cinematografico piacevole da ritrovare dopo tanti anni e sempre piuttosto spassoso.
Ps. 2 nomination ai Golden Globes del 1999: Miglior commedia e attrice (Cameron Diaz).
Box Office: $369,884,651
Consigli: Alcune gag memorabili (zip, gel, rianimazione al cane) per una commedia piacevole e spensierata, trampolino di lancio per Cameron Diaz e Ben Stiller, coppia affiatata ma alquanto improbabile (visto come lo conciano nel film). Una pellicola che ha certamente colpito l'immaginario di molti e per molti motivi, che rimane un esempio divertente tra i prodotti di genere commedia (americana). Si può vedere e rivedere serenamente e senza alcuna fatica. Leggero.
Parola chiave: Mary Jensen.

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Bengi

sabato 3 maggio 2014

Film 706 - Notting Hill

Quinto ed ultimo film ad alta quota!

Film 706: "Notting Hill" (1999) di Roger Michell
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non lo ricordavo quasi per niente, ma ricordavo perfettamente di non essermi mai particolarmente innamorato di questa pellicola, uno degli esempi più iconici di quel genere che potremmo definire "romantico".
Ci sono tutti gli elementi al posto giusto per permettere di sognare ad occhi aperti 
a chiunque desideri trovare un lieto fine dopo numerose avversità, chiunque ricerchi il vero amore e lo persegua come scopo di vita o chiunque ritenga che per dimostrarsi amore ci sia bisogno di un'infinità di discorsi col cuore in mano e decisamente carichi di parole ricchissime di significato (amoroso). Questo è - o, per meglio dire, come lo vedo io - "Notting Hill". 
Non che mi sia dispiaciuto, anzi in aereo mi è stato davvero di grande aiuto per affrontare l'ultima parte del viaggio tra l'alba e una colazione plasticosa, però non posso proprio dire che abbia ritrovato interesse per questo prodotto cinematografico. Hugh Grant qui è ai suoi massimi livelli di stropicciamenti emotivi e zerbinaggio servile nei confronti di una Julia Roberts che definire antipatica è farle un complimento al pari di definirla bellissima. Avrebbero dovuto licenziare chi ha curato i costumi del film perché è tutto un totale disastro. E ok che erano gli anni '90, ma c'è un limite a tutto.
Coppia protagonista a parte, la cosa che ho trovato più fastidiosa in assoluto è la necessità che tutto si sistemi per forza, ovvero che tutti ottengano o quello che meritano o la punizione che spetta loro. Quest'ordine cosmico tra l'happy ending e il karma per dilettanti è quanto di peggio, a mio avviso, ha prodotto la commedia romantica di un paio di decenni fa, finendo per semplificare talmente tanto le cose dal renderle totalmente irreali. Ma, naturalmente, è il prezzo da pagare quando ci si approccia a questo tipo di prodotto commerciale, quindi non posso dire non fossi preparato.
Ho apprezzato, invece, la sempre magica cornice londinese, lo spunto - che approfondito in maniera matura sarebbe stato di gran lunga più interessante di come reso qui - di contrapporre una famosa attrice a un uomo comune e di vedere cosa ne veniva fuori e, neanche a dirlo, il fantastico Rhys Ifans, spalla capace di rubare la scena ad entrambi i protagonisti ogni volta che è in scena.
In linea generale, comunque, credo si possa dire che "Notting Hill" è l'esempio più classico che possa venire in mente quando si pensa alla rappresentazione superficiale dell'amore al cinema nei tempi moderni. Come dicevo c'è tutto quello che serve perché il mix di ingredienti funzioni a creare il giusto equilibrio di amore, cuori spezzati, pseudo approfondimenti antropologici dei personaggi, grandi citazioni e, lo voglio ribadire ancora, una rappresentazione dei sentimenti che passa soprattutto attraverso dialoghi carichissimi di significati. Una profusione sentimentale in parole che cola letteralmente dalle labbra e di William e di Anna una volta che il loro amore è sbocciato. Una formula che evidentemente fa centro se si considera che alcuni dei dialoghi di questa pellicola sono diventati molto più che famosi, addirittura cult.
Box Office: $363,889,700
Consigli: 3 nomination ai Golden Globes e un incasso all'epoca stratosferico conferiscono a questa pellicola il potere curioso di attirare l'attenzione nei confronti di un prodotto che, alternativamente, parrebbe oggi non avere niente di personale da raccontare. L'errore, però, è proprio voler vedere con l'occhio di oggi un film che porta sulle spalle 15 anni di onorata carriera romantica, che sicuramente ha fatto sognare milioni di cuori infranti e non e che è diventato simbolo di un'accezione dell'amore che - seppur non condivisibile da chiunque - è certamente importante considerare più che altro per il fenomeno che questo film è stato. E' ancora oggi un prodotto legato all'immaginario collettivo popolare e la storia d'amore tra William e Anna è assolutamente una delle più conosciute in assoluto. Vale la pena, allora, ricordarsi almeno perché "Notting Hill" abbia avuto così tanto successo o sia riuscito così bene ad infiltrarsi in quella che tanto ci piace chiamare "cultura popolare". Si può rimanere affascinati o non apprezzarlo affatto, ma un fenomeno, come tutti i fenomeni del resto, non può essere ignorato. Va almeno studiato.
Parola chiave: Fama.

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mercoledì 26 marzo 2014

Film 687 - Una spia non basta

Protagonista a parte, poteva sembrare un esempio di cinema leggero con contaminazioni spionistiche divertente e spassoso. Ho tentato...

Film 687: "Una spia non basta" (2012) di McG
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Chi, di grazia, dovrebbe ritenersi fortunato tra Chris Pine e Tom Hardy per aver conquistato i favori sessuali dei 156cm biondo platino con annessa schucchia, anche detta Reese Witherspoon? E' l'enorme quesito che questa pellicola pone per tutta la durata dei suoi 103 minuti di durata, con solo collateralmente accenni a qualche operazione di spionaggio o qualche inseguimento e sparatoria. Per il resto è più che altro un "all about Reese" di cui, francamente, si poteva anche fare a meno.
Non mi aspettavo certamente di essere sorpreso per trama o idee innovative, ma davvero tutta la perdita di tempo su chi scegliere dei due uomini-amici-agenti CIA da parte di Lauren/Witherspoon è alla lunga davvero noioso. Sia perché, ribadisco, non si capisce per quale motivo dovrebbero entrambi aver puntato su una come lei, sia perché lei non è in grado di rendersi interessante - a causa probabilmente di un personaggio di per sé certo non sfavillante - o simpatica.
Il film in generale, per quanto intrattenga, si è però rivelato più deludente del previsto, debolissimo sia sull'aspetto comico, sia su quello dell'azione. Per quanto riguarda il primo le gag non sono particolarmente brillanti, né la rivalità testosteronica tra gli amici è sfruttata a dovere, con uno spreco di potenziale. Per quanto concerne l'avventura, invece, solo inizio e fine regaleranno qualche momento di brio finalmente privo (circa) dell'onnipresente biondina contesa.
Peccato, la rivalità giocosa in salva spy poteva essere un punto a favore per il risultato complessivo, magari cercando di produrre qualcosa di un po' meno mediocre, stereotipato, banale o patinato.
Box Office: $156,491,279
Consigli: Si può serenamente vedere, ma proprio nulla di che. L'enorme fronte di Chris Pine e le enormi labbra di Tom Hardy avrebbero potuto essere usati meglio che come spalla dell'enorme mento di Reese Witherspoon. La conclusione è scontatissima.
Parola chiave: Appuntamento.

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Bengi