Alla ricerca di relax in un film dai toni leggeri.
Film 1003: "Il fidanzato di mia sorella" (2014) di Tom Vaughan
Visto: dal computer portatile di Lu
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Credo non ci sia bisogno di parlare troppo della mediocrità di questa storia che spreca un grande cast in favore di una trama banale, stupida e con un finale che non sta in piedi. Per quanto riguarda quest'ultimo, in particolare, una breve considerazione (con spoiler): ma come può essere anche solo ipotizzabile mostrare un mix d'amore che più che una storia romantica sembra uno scambio di coppia? Lui e lei si sposano e hanno un bambino. Lui, ormai ex sciupafemmine, viene tradito da lei, che si innamora di un altro con cui poi si mette. Il lui-ex-marito nel frattempo finisce a letto con la sorella della sua ex moglie, per la quale aveva già una discreta cotta palese, la quale ha appena scoperto di essere stata tradita dal marito. Ma che storia di merda è? Non voglio certo fare il puritano, ma davvero la leggerezza sfacciata con cui questi intrecci vengono trattati mi ha infastidito. Nella vita vera una simile omplicazione sentimentale causa dolore, traumi e infelicità, soprattutto quando in mezzo c'è pure un bambino piccolo che vede sfasciarsi al sua famiglia. Solo per rendere l'idea: il padre si mette con sua zia. Penso di aver reso l'idea.
Di conseguenza, per quanto me lo aspettassi abbondantemente - del resto nel cast c'è Jessica Alba, una in grado di affossare qualsiasi produzione -, "Il fidanzato di mia sorella" o "How to Make Love Like an Englishman" o "Some Kind of Beautiful" o ancora "Lessons in Love" è una pellicola sciocca e superficiale, in grado solo di sfoderare protagonisti aitanti, una bella fotografia e paesaggi niente male.
Cast: Pierce Brosnan, Salma Hayek, Jessica Alba, Ben McKenzie, Malcolm McDowell, Merrin Dungey, Fred Melamed, Marlee Matlin, Fred Melamed.
Box Office: €493.207 (solo Italia)
Consigli: Il fatto che questa pellicola abbia più titoli inglesi non è un buon segno. Scindere l'anima del prodotto in tre titoli equiparati ma distinti non è mai una buona idea, considerando che l'unicità di ogni produzione cinematografica dovrebbe non solo essere inequivocabilmente rintracciabile, ma anche possedere un'identità forte tanto da essere percepita dal pubblico. E' così per ogni prodotto di consumo del resto: l'imprecisione genera confusione.
In aggiunta, stiamo parlando di un film privo di carattere che già fatica ad imporsi per trama e originalità, se poi ci aggiungiamo quanto scritto prima è ovvio che il risultato finale sia stato un flop clamoroso. Per cui scegliete "Il fidanzato di mia sorella" consapevoli di trovare una storia non particolarmente interessante e certamente assurda; è vero che io l'ho scelta - quindi posso solo tacere - in ogni caso una pellicola evitabile.
Parola chiave: Amore.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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lunedì 28 settembre 2015
Film 1003 - Il fidanzato di mia sorella
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venerdì 8 maggio 2015
Film 914 - Sin City: A Dame to Kill For
Approfittando di ancora qualche ora di volo prima di atterrare in quel di Tokyo, l'ultimo film del giro d'andata... #TokyoDays: film 3.
Film 914: "Sin City: A Dame to Kill For" (2014) di Frank Miller, Robert Rodriguez
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Avevo sentito cosacce su questo film, eppure ero rimasto con il pallino di doverlo recuperare, prima o poi: l'occasione si è presentata sull'aereo, dopo che l'orrore di "A.C.O.D." mi aveva francamente maldisposto. La scelta è ricaduta su questo titolo anche perché innanzitutto avevo rivisto appositamente il primo film per prepararmi al sequel, poi perché incuriosito dal ricchissimo cast, ancora più nutrito che nel precedente (Mickey Rourke, Jessica Alba, Josh Brolin, Joseph Gordon-Levitt, Rosario Dawson, Bruce Willis, Eva Green, Dennis Haysbert, Ray Liotta, Jaime King, Christopher Lloyd, Jamie Chung, Jeremy Piven, Christopher Meloni, Juno Temple). E qual è stato il risultato? Un'altra pellicola terribile.
Più che "Sin City" dovrebbero chiamarlo "Eva Green's Boobs", perché quello che si vede maggiormente sullo schermo è il petto dell'attrice. Niente da ridire, per carità, non fosse che nel mio caso specifico mi trovavo a guardare "Sin City: A Dame to Kill For" su un aereo con altre centinaia di persone, lato corridoio, all'ora della colazione... A parte ciò, rimane comunque il fatto che questo sequel è brutto, vuoto, carico di violenza fine a se stessa.
Dove "Sin City" aveva portato un'aria inaspettatamente nuova nel mondo del cinema - ma eravamo nel 2005! -, questo secondo episodio risulta semplicemente una fotocopia svuotata di contenuti, quasi un esercizio di stile per i registi, qualcosa da dare al pubblico che aveva apprezzato l'estetica d'insieme di questo prodotto sicuramente accattivante. Peccato che la nuova storia sia maledettamente intricata di personaggi (nessuno dei quali particolarmente interessante) e presenti una cattiva-tette-al-vento che più che risultare sensuale o provocante è percepita come antipatica doppiogiochista, pagando lo scotto di una trama che sa presentarla in maniera banalmente bidimensionale (anche i cattivi fino al midollo possono risultare maledettamente affascinanti se la sceneggiatura è scritta bene). Nemmeno la vendetta tardiva di Nancy/Jessica Alba suscita alcunché: ci mette due ore a decidersi e poi, come tutti coloro che decidono di voltare pagina, dimostrare qualcosa a se stessi, fare finalmente quello che va fatto, si tinge i capelli. E ci sta malissimo (il che per Jessica Alba è certamente una novità).
Insomma ora ho capito il perché del clamoroso flop al botteghino (il film è costato 65 milioni di dollari; il precedente ne era costato 25 in meno e ne aveva incassati $158.8 milioni), anche se non mi spiego come abbiano potuto pensare di riportare al cinema questo prodotto che aveva funzionato così bene - "300" è dell'anno dopo e sono molto simili nello stile estetico e narrativo - con tanto sciagurato ritardo, riproponendo una sbiadita copia dell'originale, con l'unico apporto evidente nell'ambito dell'aumento dei protagonisti e, forse speravano, con essi anche dell'appeal del film. Ma, nonostante le belle speranze e il numero spropositato di star accorse a farsi trascrivere sui titoli di coda, "Sin City: A Dame to Kill For" è un prodotto che non ha niente da dire, è volutamente violento e volgare, ma tanto vuoto da risultare fastidioso. Rimpiango quello stronzo psicopatico di Kevin.
Film 754 - Sin City
Box Office: $39.4 milioni
Consigli: Non dico che per i fan del franchise o del fumetto questo sia un titolo privo di valore - di qualunque natura esso sia -, semplicemente per tutti gli altri il ritorno al cinema di "Sin City" sarà sicuramente di poco interesse. Fastidiosamente volgare, tanto violento da risultare alla lunga difficile da sopportare, il film fallisce nel suo intento di intrattenere il pubblico solleticandone l'animo dark e pulp. Il risultato finale è fiacco e la bella estetica che tanto aveva colpito con il primo episodio, qui sembra essere l'unica ragione che ha riportato alla vita cinematografica il fumetto di Miller. Quindi sì, "A Dame to Kill For" si può vedere, soprattutto nell'ottica di completare il quadro d'insieme, ma no, non se ne rimane soddisfatti. E alla fine ti chiedi se non sarebbe stato meglio conservare il ricordo del primo, riuscito, "Sin City".
Parola chiave: Vendetta.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 914: "Sin City: A Dame to Kill For" (2014) di Frank Miller, Robert Rodriguez
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Avevo sentito cosacce su questo film, eppure ero rimasto con il pallino di doverlo recuperare, prima o poi: l'occasione si è presentata sull'aereo, dopo che l'orrore di "A.C.O.D." mi aveva francamente maldisposto. La scelta è ricaduta su questo titolo anche perché innanzitutto avevo rivisto appositamente il primo film per prepararmi al sequel, poi perché incuriosito dal ricchissimo cast, ancora più nutrito che nel precedente (Mickey Rourke, Jessica Alba, Josh Brolin, Joseph Gordon-Levitt, Rosario Dawson, Bruce Willis, Eva Green, Dennis Haysbert, Ray Liotta, Jaime King, Christopher Lloyd, Jamie Chung, Jeremy Piven, Christopher Meloni, Juno Temple). E qual è stato il risultato? Un'altra pellicola terribile.
Più che "Sin City" dovrebbero chiamarlo "Eva Green's Boobs", perché quello che si vede maggiormente sullo schermo è il petto dell'attrice. Niente da ridire, per carità, non fosse che nel mio caso specifico mi trovavo a guardare "Sin City: A Dame to Kill For" su un aereo con altre centinaia di persone, lato corridoio, all'ora della colazione... A parte ciò, rimane comunque il fatto che questo sequel è brutto, vuoto, carico di violenza fine a se stessa.
Dove "Sin City" aveva portato un'aria inaspettatamente nuova nel mondo del cinema - ma eravamo nel 2005! -, questo secondo episodio risulta semplicemente una fotocopia svuotata di contenuti, quasi un esercizio di stile per i registi, qualcosa da dare al pubblico che aveva apprezzato l'estetica d'insieme di questo prodotto sicuramente accattivante. Peccato che la nuova storia sia maledettamente intricata di personaggi (nessuno dei quali particolarmente interessante) e presenti una cattiva-tette-al-vento che più che risultare sensuale o provocante è percepita come antipatica doppiogiochista, pagando lo scotto di una trama che sa presentarla in maniera banalmente bidimensionale (anche i cattivi fino al midollo possono risultare maledettamente affascinanti se la sceneggiatura è scritta bene). Nemmeno la vendetta tardiva di Nancy/Jessica Alba suscita alcunché: ci mette due ore a decidersi e poi, come tutti coloro che decidono di voltare pagina, dimostrare qualcosa a se stessi, fare finalmente quello che va fatto, si tinge i capelli. E ci sta malissimo (il che per Jessica Alba è certamente una novità).
Insomma ora ho capito il perché del clamoroso flop al botteghino (il film è costato 65 milioni di dollari; il precedente ne era costato 25 in meno e ne aveva incassati $158.8 milioni), anche se non mi spiego come abbiano potuto pensare di riportare al cinema questo prodotto che aveva funzionato così bene - "300" è dell'anno dopo e sono molto simili nello stile estetico e narrativo - con tanto sciagurato ritardo, riproponendo una sbiadita copia dell'originale, con l'unico apporto evidente nell'ambito dell'aumento dei protagonisti e, forse speravano, con essi anche dell'appeal del film. Ma, nonostante le belle speranze e il numero spropositato di star accorse a farsi trascrivere sui titoli di coda, "Sin City: A Dame to Kill For" è un prodotto che non ha niente da dire, è volutamente violento e volgare, ma tanto vuoto da risultare fastidioso. Rimpiango quello stronzo psicopatico di Kevin.
Film 754 - Sin City
Box Office: $39.4 milioni
Consigli: Non dico che per i fan del franchise o del fumetto questo sia un titolo privo di valore - di qualunque natura esso sia -, semplicemente per tutti gli altri il ritorno al cinema di "Sin City" sarà sicuramente di poco interesse. Fastidiosamente volgare, tanto violento da risultare alla lunga difficile da sopportare, il film fallisce nel suo intento di intrattenere il pubblico solleticandone l'animo dark e pulp. Il risultato finale è fiacco e la bella estetica che tanto aveva colpito con il primo episodio, qui sembra essere l'unica ragione che ha riportato alla vita cinematografica il fumetto di Miller. Quindi sì, "A Dame to Kill For" si può vedere, soprattutto nell'ottica di completare il quadro d'insieme, ma no, non se ne rimane soddisfatti. E alla fine ti chiedi se non sarebbe stato meglio conservare il ricordo del primo, riuscito, "Sin City".
Parola chiave: Vendetta.
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giovedì 7 maggio 2015
Film 913 - A.C.O.D.
Proseguendo con i film ad alta quota... #TokyoDays: film 2.
Film 913: "A.C.O.D." (2013) di Stu Zicherman
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Adam Scott lo seguo abbastanza piacevolmente dai tempi in cui faceva l'amico gay di JLo in "Quel mostro di suocera", ancora più volentieri da quando ha preso parte al cast di "Parks and Recreation" con la mia amata Amy Poehler, presente anche lei in questo film. Quindi, diciamo, che "A.C.O.D." (l'acronimo sta per Adult Children of Divorce, che più o meno vuole indicare il figlio ormai adulto di una coppia divorziata) sembrava sia riflettere i miei gusti in fatto di attori, sia fornirmi quel necessario svago da traversata oceanica di quasi 10 ore di volo. Errore.
Già perché anche senza comprendere alle perfezione tutte le battute - ma assicuro che ne ho capite un bel po' - questa pellicola è brutta. E non fa ridere, il che è peggio se consideriamo che è una commedia che vuole ironizzare sul divorzio.
Più che un film, a me è sembrato una gran accozzaglia di luoghi comuni presentati in salsa indie-film indipendente, il tutto per giustificare una tentata comicità senza freni su genitori pazzi che divorziano e relativo mondo parallelo di follia che contribuiscono a creare e una trama che si crede non convenzionale solo perché fa fare ai suoi personaggi cose pazze e dire cose ancora più senza senso. Non basta che tutti sembrino vivere in una dimensione parallela perché un prodotto si possa ritenere sufficientemente interessante o innovativo. Di divorzi, amori finiti, genitori che si lasciano, figli che ne rimangono segnati, terapie, riconciliazioni, famiglie strane o a pezzi ne abbiamo sentito parlare a iosa, il che già di per sé non aiuta a creare un prodotto nuovo, fresco. Qui ci si adagia sul già visto - pensavano non si sarebbe capito dopo i primi 10 minuti che i genitori di Carter li avremmo ritrovati di lì a poco a ricongiungersi biblicamente dopo anni di guerra tra ex? - e non si punta nemmeno su una comicità divertente, caratterizzando personaggi in maniera lunatica o tediosa (la finta psicologa Dr. Judith/Jane Lynch è qualcosa di insostenibile), il che porta il risultato finale a non essere nemmeno mediocre, ma proprio brutto. Ed è un vero peccato se pensiamo che si spreca un cast di attori come Scott, Poehler e Lynch ma anche Richard Jenkins, Catherine O'Hara, Clark Duke e Jessica Alba.
Insomma, considerate le aspettative che avevo (leggi commedia divertente e ironica con un bel cast e atmosfere irriverenti) questo "A.C.O.D." mi ha lasciato insoddisfatto. Anzi, non mi è proprio piaciuto per niente.
Ps. in Italia il film è uscito direttamente in dvd l'anno scorso con il titolo "A.C.O.D. - Adulti complessati originati da divorzio".
Box Office: $175,705
Consigli: Carter scopre dopo anni che la terapista che lo aveva aiutato a superare il divorzio dei suoi genitori durante l'infanzia non è in realtà un vero dottore, ma una scrittrice che, approfittando delle sue confessioni (e quelle di un altro gruppo di ragazzi nella stessa situazione), ne ha scritto un libro di successo. Questo aggiunto al fatto che il fratello minore sta per sposarsi e i loro genitori non riescono nemmeno a stare nella stessa stanza insieme per 5 minuti crea i presupposti per l'inizio di questa storia, promessa di commedia che dovrebbe ironizzare non solo sul divorzio, ma anche le assurdità che la vita porta con sé. Il film, però, non riesce nell'intento di divertire o intrattenere in maniera interessante, fatica ad imporre un'impronta personale, una visione dei vari argomenti che vada oltre il già visto e un costante e innaturale caos di fonda. E' una pellicola rumorosa e poco ispirata, un tentativo non riuscito. Vale la pena di vederlo? Io eviterei.
Parola chiave: Libro.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 913: "A.C.O.D." (2013) di Stu Zicherman
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Adam Scott lo seguo abbastanza piacevolmente dai tempi in cui faceva l'amico gay di JLo in "Quel mostro di suocera", ancora più volentieri da quando ha preso parte al cast di "Parks and Recreation" con la mia amata Amy Poehler, presente anche lei in questo film. Quindi, diciamo, che "A.C.O.D." (l'acronimo sta per Adult Children of Divorce, che più o meno vuole indicare il figlio ormai adulto di una coppia divorziata) sembrava sia riflettere i miei gusti in fatto di attori, sia fornirmi quel necessario svago da traversata oceanica di quasi 10 ore di volo. Errore.
Già perché anche senza comprendere alle perfezione tutte le battute - ma assicuro che ne ho capite un bel po' - questa pellicola è brutta. E non fa ridere, il che è peggio se consideriamo che è una commedia che vuole ironizzare sul divorzio.
Più che un film, a me è sembrato una gran accozzaglia di luoghi comuni presentati in salsa indie-film indipendente, il tutto per giustificare una tentata comicità senza freni su genitori pazzi che divorziano e relativo mondo parallelo di follia che contribuiscono a creare e una trama che si crede non convenzionale solo perché fa fare ai suoi personaggi cose pazze e dire cose ancora più senza senso. Non basta che tutti sembrino vivere in una dimensione parallela perché un prodotto si possa ritenere sufficientemente interessante o innovativo. Di divorzi, amori finiti, genitori che si lasciano, figli che ne rimangono segnati, terapie, riconciliazioni, famiglie strane o a pezzi ne abbiamo sentito parlare a iosa, il che già di per sé non aiuta a creare un prodotto nuovo, fresco. Qui ci si adagia sul già visto - pensavano non si sarebbe capito dopo i primi 10 minuti che i genitori di Carter li avremmo ritrovati di lì a poco a ricongiungersi biblicamente dopo anni di guerra tra ex? - e non si punta nemmeno su una comicità divertente, caratterizzando personaggi in maniera lunatica o tediosa (la finta psicologa Dr. Judith/Jane Lynch è qualcosa di insostenibile), il che porta il risultato finale a non essere nemmeno mediocre, ma proprio brutto. Ed è un vero peccato se pensiamo che si spreca un cast di attori come Scott, Poehler e Lynch ma anche Richard Jenkins, Catherine O'Hara, Clark Duke e Jessica Alba.
Insomma, considerate le aspettative che avevo (leggi commedia divertente e ironica con un bel cast e atmosfere irriverenti) questo "A.C.O.D." mi ha lasciato insoddisfatto. Anzi, non mi è proprio piaciuto per niente.
Ps. in Italia il film è uscito direttamente in dvd l'anno scorso con il titolo "A.C.O.D. - Adulti complessati originati da divorzio".
Box Office: $175,705
Consigli: Carter scopre dopo anni che la terapista che lo aveva aiutato a superare il divorzio dei suoi genitori durante l'infanzia non è in realtà un vero dottore, ma una scrittrice che, approfittando delle sue confessioni (e quelle di un altro gruppo di ragazzi nella stessa situazione), ne ha scritto un libro di successo. Questo aggiunto al fatto che il fratello minore sta per sposarsi e i loro genitori non riescono nemmeno a stare nella stessa stanza insieme per 5 minuti crea i presupposti per l'inizio di questa storia, promessa di commedia che dovrebbe ironizzare non solo sul divorzio, ma anche le assurdità che la vita porta con sé. Il film, però, non riesce nell'intento di divertire o intrattenere in maniera interessante, fatica ad imporre un'impronta personale, una visione dei vari argomenti che vada oltre il già visto e un costante e innaturale caos di fonda. E' una pellicola rumorosa e poco ispirata, un tentativo non riuscito. Vale la pena di vederlo? Io eviterei.
Parola chiave: Libro.
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giovedì 21 agosto 2014
Film 760 - I Fantastici 4 e Silver Surfer
Completiamo anche questa saga della Marvel.
Film 760: "I Fantastici 4 e Silver Surfer" (2007) di Tim Story
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Un sequel, si sa, è sempre d'obbligo. Così, dopo il primo "I Fantastici 4" si passa alla narrazione della loro seconda storia che non solo riprende tutti i personaggi del precedente film, ma aggiunge anche Silver Surfer. Abbiamo, quindi, un nuovo alieno con annessa minaccia della distruzione della Terra, ma anche il ritorno di Victor, risvegliato dal passaggio di Surfer. Un sacco di roba, per la squadra dei 4.
Leggero quanto il primo e nemmeno troppo migliorato a livello di tecniche di realizzazione degli effetti speciali, questo "Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer" è ancora un classico esempio di blockbuster di "vecchia generazione", inteso a portare sullo schermo gli eroi dei fumetti basandosi su una rappresentazione stereotipata e bidimensionale dei personaggi e giocando moltissima parte della trama in avvenimenti catastrofico-distruttivi che richiedono non solo l'intervento salvifico dei supereroi, ma anche l'utilizzo massiccio di effetti speciali pompati di testosterone. Per farla breve: puro intrattenimento.
Divertente, spensierato e con buone spalle a regalare momenti comici - ma Ioan Gruffudd è di un insipido... -, però di fatto nulla di più. Lo spettatore probabilmente già cercava altro, ormai ben abituato a prodotti di più alto livello. Stupisce, infatti, che "Batman Begins" sia di due anni precedente a questo lavoro e "Il cavaliere oscuro" di solo un anno successivo: queste pellicole in contrnto ai "4" non sembrano nemmeno appartenere alla stessa decade.
Box Office: $289,047,763
Consigli: Senza pretese e di puro intrattenimento. L'albinismo della Alba continua imperterrito e sempre più sfrontato, ma del resto un manichino d'argento cavalca una tavola da surfo in giro per lo spazio, quindi non ci si piò proprio stupire di nula (se non del calo spaventoso degli incassi rispetto al primo film). La formula è esattamente uguale a quella della pellicola precendete, anche se ora i 4 sono famosi supereroi, ergo una squadra più o meno coesa che ha accettato il proprio destino. Si può vedere serenamente anche non conoscendo il primo capitolo, ma chiaramente la visione d'insieme è consigliata. Sempre perché, l'anno prossimo, ci tocca il reboot ("The Fantastic Four").
Parola chiave: Galactus.
Trailer
Bengi
Film 760: "I Fantastici 4 e Silver Surfer" (2007) di Tim Story
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Un sequel, si sa, è sempre d'obbligo. Così, dopo il primo "I Fantastici 4" si passa alla narrazione della loro seconda storia che non solo riprende tutti i personaggi del precedente film, ma aggiunge anche Silver Surfer. Abbiamo, quindi, un nuovo alieno con annessa minaccia della distruzione della Terra, ma anche il ritorno di Victor, risvegliato dal passaggio di Surfer. Un sacco di roba, per la squadra dei 4.
Leggero quanto il primo e nemmeno troppo migliorato a livello di tecniche di realizzazione degli effetti speciali, questo "Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer" è ancora un classico esempio di blockbuster di "vecchia generazione", inteso a portare sullo schermo gli eroi dei fumetti basandosi su una rappresentazione stereotipata e bidimensionale dei personaggi e giocando moltissima parte della trama in avvenimenti catastrofico-distruttivi che richiedono non solo l'intervento salvifico dei supereroi, ma anche l'utilizzo massiccio di effetti speciali pompati di testosterone. Per farla breve: puro intrattenimento.
Divertente, spensierato e con buone spalle a regalare momenti comici - ma Ioan Gruffudd è di un insipido... -, però di fatto nulla di più. Lo spettatore probabilmente già cercava altro, ormai ben abituato a prodotti di più alto livello. Stupisce, infatti, che "Batman Begins" sia di due anni precedente a questo lavoro e "Il cavaliere oscuro" di solo un anno successivo: queste pellicole in contrnto ai "4" non sembrano nemmeno appartenere alla stessa decade.
Box Office: $289,047,763
Consigli: Senza pretese e di puro intrattenimento. L'albinismo della Alba continua imperterrito e sempre più sfrontato, ma del resto un manichino d'argento cavalca una tavola da surfo in giro per lo spazio, quindi non ci si piò proprio stupire di nula (se non del calo spaventoso degli incassi rispetto al primo film). La formula è esattamente uguale a quella della pellicola precendete, anche se ora i 4 sono famosi supereroi, ergo una squadra più o meno coesa che ha accettato il proprio destino. Si può vedere serenamente anche non conoscendo il primo capitolo, ma chiaramente la visione d'insieme è consigliata. Sempre perché, l'anno prossimo, ci tocca il reboot ("The Fantastic Four").
Parola chiave: Galactus.
Trailer
Bengi
mercoledì 13 agosto 2014
Film 757 - I Fantastici 4
"Vecchi" supereroi per vecchi DVD ritrovati per caso.
Film 757: "I Fantastici 4" (2005) di Tim Story
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Più che un film un videogioco, più che una trama una favoletta. Ma, del resto, 10 anni fa le pellicole sui supereroi erano un'altra cosa: pompatissimi, rumorosissimi, fieri di esibire effetti speciali sempre più all'avanguardia, concentrati su un target meno 'raffinato'. Col senno di poi questo "Fantastic Four", che pur intrattiene a dovere, risulta comunque un esperimento un po' insipido, un po' inconcludente.
Se, infatti, c'è moltissimo spazio al momento contaminazione + palesarsi dei poteri/imparare a gestirli + formazione di una squadra coesa, alla fine però il vero motivo che da senso al progetto, ovvero parlare dei Fantastici 4, rimane confinato solo al finale. Forse si poteva aggiungere qualche avventura in più, qualche cattivo minore da sconfiggere, qualche pretesto in più per ammirare il team coordinato e al lavoro. Probabilmente il progetto del secondo film era già previsto, motivo per il quale ci si è potuti concentrare molto sulla formazione del gruppo, sui risvolti psicologici che caratterizzano i 4 protagonisti e gli effetti che i loro straordinari poteri hanno sulla gente (attraverso i media). Va detto che, nonostante il tentativo di concentrarsi su questi temi anche interessanti, il risultato è comunque mediocre e molto superficiale, oltre che estremamente prevedibile. Se posso permettermi, trovo che l'epifania che Ben Grimm/la Cosa ottiene grazie alla sua trasformazione - andare oltre le apparenze, scegliere l'amore sincero della cieca Alicia/Kerry Washington invece che quello basato sull'aspetto esteriore della precedente promessa sposa - sia oltre che un tantino banale e scontata, anche piuttosto sovrasfruttata.
In ogni caso, come dicevo, l'intento intrattenitivo è assolto e raggiunto soprattutto grazie al Johnny Storm (dell'ormai supereroe a 360° Chris Evans) e i 106 minuti di pellicola sono assolutamente funzionali ad una produzione commerciale il cui intento sta principalmente nell'incasso facile. Non a caso il successivo "I Fantastici 4 e Silver Surfer" procederà esattamente nella stessa direzione, tra moltissimi effetti speciali e un replica fedelissima del modello presentato con questa prima pellicola. La vera sfida, a mio avviso, sta nel rilancio del franchise con "The Fantastic Four" che presenta già un elemento di novità significativo - La Torcia Umana è nero - e un cast molto più interessante del precedente: Kate Mara, Miles Teller, Jamie Bell, Michael B. Jordan e Toby Kebbell sostituiscono i qui presenti Ioan Gruffudd, Jessica Alba, Chris Evans, Michael Chiklis e Julian McMahon. L'uscita è per il 19 giugno 2015, ma curiosità c'è già ora!
Box Office: $330,579,719
Consigli: Patinato e plasticoso (nel senso di finto, fittizio), "I Fantastici 4" è un esperimento cinematografico che riesce soprattutto nell'intento di intrattenere il pubblico con molta azione, qualche sorpresa da effetto speciale e veramente poco altro. Mancano una storia interessante e qualche approfondimento più realistico. Inoltre la scelta di Jessica Alba esteticamente non la capisco: se la scegli, ma poi le cambi in toto i connotati e non riesci a fare in modo ch la cosa non si noti... che senso ha? Comunque per una serata spensierata o anche semplicemente per confrontare - con 10 anni di distanza di mezzo - questo film e il suo futuro reboot, gli si può serenamente dare una chance.
Parola chiave: Nube.
Trailer
Bengi
Film 757: "I Fantastici 4" (2005) di Tim Story
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Più che un film un videogioco, più che una trama una favoletta. Ma, del resto, 10 anni fa le pellicole sui supereroi erano un'altra cosa: pompatissimi, rumorosissimi, fieri di esibire effetti speciali sempre più all'avanguardia, concentrati su un target meno 'raffinato'. Col senno di poi questo "Fantastic Four", che pur intrattiene a dovere, risulta comunque un esperimento un po' insipido, un po' inconcludente.
Se, infatti, c'è moltissimo spazio al momento contaminazione + palesarsi dei poteri/imparare a gestirli + formazione di una squadra coesa, alla fine però il vero motivo che da senso al progetto, ovvero parlare dei Fantastici 4, rimane confinato solo al finale. Forse si poteva aggiungere qualche avventura in più, qualche cattivo minore da sconfiggere, qualche pretesto in più per ammirare il team coordinato e al lavoro. Probabilmente il progetto del secondo film era già previsto, motivo per il quale ci si è potuti concentrare molto sulla formazione del gruppo, sui risvolti psicologici che caratterizzano i 4 protagonisti e gli effetti che i loro straordinari poteri hanno sulla gente (attraverso i media). Va detto che, nonostante il tentativo di concentrarsi su questi temi anche interessanti, il risultato è comunque mediocre e molto superficiale, oltre che estremamente prevedibile. Se posso permettermi, trovo che l'epifania che Ben Grimm/la Cosa ottiene grazie alla sua trasformazione - andare oltre le apparenze, scegliere l'amore sincero della cieca Alicia/Kerry Washington invece che quello basato sull'aspetto esteriore della precedente promessa sposa - sia oltre che un tantino banale e scontata, anche piuttosto sovrasfruttata.
In ogni caso, come dicevo, l'intento intrattenitivo è assolto e raggiunto soprattutto grazie al Johnny Storm (dell'ormai supereroe a 360° Chris Evans) e i 106 minuti di pellicola sono assolutamente funzionali ad una produzione commerciale il cui intento sta principalmente nell'incasso facile. Non a caso il successivo "I Fantastici 4 e Silver Surfer" procederà esattamente nella stessa direzione, tra moltissimi effetti speciali e un replica fedelissima del modello presentato con questa prima pellicola. La vera sfida, a mio avviso, sta nel rilancio del franchise con "The Fantastic Four" che presenta già un elemento di novità significativo - La Torcia Umana è nero - e un cast molto più interessante del precedente: Kate Mara, Miles Teller, Jamie Bell, Michael B. Jordan e Toby Kebbell sostituiscono i qui presenti Ioan Gruffudd, Jessica Alba, Chris Evans, Michael Chiklis e Julian McMahon. L'uscita è per il 19 giugno 2015, ma curiosità c'è già ora!
Box Office: $330,579,719
Consigli: Patinato e plasticoso (nel senso di finto, fittizio), "I Fantastici 4" è un esperimento cinematografico che riesce soprattutto nell'intento di intrattenere il pubblico con molta azione, qualche sorpresa da effetto speciale e veramente poco altro. Mancano una storia interessante e qualche approfondimento più realistico. Inoltre la scelta di Jessica Alba esteticamente non la capisco: se la scegli, ma poi le cambi in toto i connotati e non riesci a fare in modo ch la cosa non si noti... che senso ha? Comunque per una serata spensierata o anche semplicemente per confrontare - con 10 anni di distanza di mezzo - questo film e il suo futuro reboot, gli si può serenamente dare una chance.
Parola chiave: Nube.
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Bengi
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The Fantastic Four
mercoledì 6 agosto 2014
Film 754 - Sin City
Non lo rivedevo da tantissimo tempo. E con un seguito dietro l'angolo, dovevo rimediare!
Film 754: "Sin City" (2005) di Frank Miller, Robert Rodriguez, Quentin Tarantino
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Assolutamente particolare, ha creato un genere. Dopo "Sin City", per esempio, il passo verso "300" è stato brevissimo. Il genere fumetto riportato al cinema ha sbancato e, a distanza di tanti anni, entrambe le pellicole hanno addirittura un sequel ("300 - L'alba di un impero", mentre "Sin City - Una donna per cui uccidere" è in uscita a giorni negli USA), il che non è un caso.
Questo film - che vanta la collaborazione di ben 3 registi! - è un ottimo esempio di sperimentazione, con scelte ardite sia per quanto riguarda la violentissima (e pulp, come si dice) trama, sia per quanto riguarda la realizzazione, grazie ad uno spiccatissimo senso dello stile che dirompe direttamente dal fumetto di Frank Miller stesso. Piacciano o meno i suoi eccessi, non si può però fare a meno di notare l'incredibile lavoro che sta dietro questa produzione.
Mise-en-scène a parte, comunque, il film spicca anche per un cast che definire nutrito è un eufemismo tante sono le star che rivestono ruoli più o meno centrali: Jessica Alba, Benicio del Toro, Brittany Murphy, Clive Owen, Mickey Rourke, Bruce Willis, Elijah Wood, Alexis Bledel, Rosario Dawson, Carla Gugino, Rutger Hauer, Jaime King, Michael Madsen e Michael Clarke Duncan. Per citare i più importanti.
Insomma, per un motivo o per un altro, rivedere "Sin City" è stato affascinante quasi quanto la prima volta al cinema. Passati quasi 10 anni, infatti, non ricordavo molto della trama e questa nuova visione mi ha nuovamente soddisfatto. Mi rendo conto che non sia quello che è definibile come 'un film per tutti', però è certamente un buonissimo esempio di sperimentazione oserei dire quasi artistica. Le voci narranti fuori campo stabiliscono un contatto più diretto con ognuno dei personaggi; il bianco e nero spezzato da pochi, scelti dettagli è maledettamente intrigante; la storia di una città corrotta e letteralmente ribaltana per quanto riguarda decenza e principi morali affascinante. Insomma, questo primo "Sin City" funziona. Vedremo se "Sin City: A Dame to Kill For" avrà la stessa potenza espressiva e narrativa.
Film 914 - Sin City: A Dame to Kill For
Box Office: $158,753,820
Consigli: Violento, spudorato, splatter e anche maschilista. Un mix potenzialmente detestabile che, preso per il verso giusto, invece funziona. La storia è ben architettata, i personaggi tanto vari che si sorvola più che volentieri su una certa dose di stereotipazione, il bianco e nero così glam, il risultato finale ottimo. Si segue che è un piacere ed è un noir perfetto per una serata casalinga, a vostra scelta, che sia umida e calda o piovosissima e solitaria.
Parola chiave: Goldie.
Trailer
Bengi
Film 754: "Sin City" (2005) di Frank Miller, Robert Rodriguez, Quentin Tarantino
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Assolutamente particolare, ha creato un genere. Dopo "Sin City", per esempio, il passo verso "300" è stato brevissimo. Il genere fumetto riportato al cinema ha sbancato e, a distanza di tanti anni, entrambe le pellicole hanno addirittura un sequel ("300 - L'alba di un impero", mentre "Sin City - Una donna per cui uccidere" è in uscita a giorni negli USA), il che non è un caso.
Questo film - che vanta la collaborazione di ben 3 registi! - è un ottimo esempio di sperimentazione, con scelte ardite sia per quanto riguarda la violentissima (e pulp, come si dice) trama, sia per quanto riguarda la realizzazione, grazie ad uno spiccatissimo senso dello stile che dirompe direttamente dal fumetto di Frank Miller stesso. Piacciano o meno i suoi eccessi, non si può però fare a meno di notare l'incredibile lavoro che sta dietro questa produzione.
Mise-en-scène a parte, comunque, il film spicca anche per un cast che definire nutrito è un eufemismo tante sono le star che rivestono ruoli più o meno centrali: Jessica Alba, Benicio del Toro, Brittany Murphy, Clive Owen, Mickey Rourke, Bruce Willis, Elijah Wood, Alexis Bledel, Rosario Dawson, Carla Gugino, Rutger Hauer, Jaime King, Michael Madsen e Michael Clarke Duncan. Per citare i più importanti.
Insomma, per un motivo o per un altro, rivedere "Sin City" è stato affascinante quasi quanto la prima volta al cinema. Passati quasi 10 anni, infatti, non ricordavo molto della trama e questa nuova visione mi ha nuovamente soddisfatto. Mi rendo conto che non sia quello che è definibile come 'un film per tutti', però è certamente un buonissimo esempio di sperimentazione oserei dire quasi artistica. Le voci narranti fuori campo stabiliscono un contatto più diretto con ognuno dei personaggi; il bianco e nero spezzato da pochi, scelti dettagli è maledettamente intrigante; la storia di una città corrotta e letteralmente ribaltana per quanto riguarda decenza e principi morali affascinante. Insomma, questo primo "Sin City" funziona. Vedremo se "Sin City: A Dame to Kill For" avrà la stessa potenza espressiva e narrativa.
Film 914 - Sin City: A Dame to Kill For
Box Office: $158,753,820
Consigli: Violento, spudorato, splatter e anche maschilista. Un mix potenzialmente detestabile che, preso per il verso giusto, invece funziona. La storia è ben architettata, i personaggi tanto vari che si sorvola più che volentieri su una certa dose di stereotipazione, il bianco e nero così glam, il risultato finale ottimo. Si segue che è un piacere ed è un noir perfetto per una serata casalinga, a vostra scelta, che sia umida e calda o piovosissima e solitaria.
Parola chiave: Goldie.
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mercoledì 25 maggio 2011
Film 265 - Machete
Sempre cinema gratis. Questa volta andiamo sull'action-trash-splatter. Ne vale?

Film 265: "Machete" (2010) di Ethan Maniquis, Robert Rodriguez
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Ahahahah! Non si può dire che Rodriguez non si diverta a girare i suoi film! Questo, tra tutti i suoi che ho visto ("Four Rooms", "Spy Kids" 1, 2 e 3, "C'era una volta in Messico", e "Sin City") è sicuramente il più scanzonatamente riuscito.
Danny Trejo, alla pari di Mickey Rourke, è un attore da macello, sfatto nella forma, ma massiccio come pochi. Fedele compagno del regista fin dagli albori, ha ottenuto finalmente il suo ruolo da protagonista assoluto con questa pellicola solo apparentemente di serie B.
Già, perchè, tra gli attori più famosi, troviamo gente come Robert De Niro, Jessica Alba, Michelle Rodriguez ("Avatar"), Don Johnson ("Miami Vice"), Lindsay Lohan (nuda), Steven Seagal (obeso) e Jeff Fahey ("Lost"). Mica male per un unico film!
Tra l'altro ho trovato lo spettacolo in sé piuttosto gradevole. Divertente, spensierato, splatter, trash e d'azione quanto basta per localizzare in 105 minuti di pellicola la leggerezza di una serata senza pensieri. Senza pretese riassume alla perfezione il contesto.
Trejo perfetto per la parte, nonostante il fisico compatto, è agile e scattante quando si tratta di lanciarsi dalla finestra con le viscere di un poveretto che ha appena squartato in due. Grandissima anche la Lohan in abito da suora, provocazione non da poco per una che tra alcol, droga e mutande dimenticate a casa ha regalato di sé stessa un'ammagine tutt'altro che immacolata.
Male, invece, Seagal che, oltre a pesare quanto un transatlantico, è un cattivo tanto moscio quanto stantio. Persi la forma e lo smalto beffardo di un tempo (con cui sconfiggeva ogni genere di cattivo che gli si parava sulla strada) non lo si salva nemmeno per pietà (ormai esaurita da anni a causa dei pessimi film interpretati dall'attore).
Tutto sommato un film che si può vedere con la leggera consapevolezza che oltre ad un certo target di genere non si potrà andare. Rodriguez è spesso autoreferenziale, quindi non se lo facciano scappare coloro che hanno già gradito le sue precedenti opere sul grande schermo.
Consigli: Pronti all'azione e all'assurdo. CI si diverte se si è in linea con lo spirito del film!
Parola chiave: Vendetta.
Trailer
Ric

Film 265: "Machete" (2010) di Ethan Maniquis, Robert Rodriguez
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Ahahahah! Non si può dire che Rodriguez non si diverta a girare i suoi film! Questo, tra tutti i suoi che ho visto ("Four Rooms", "Spy Kids" 1, 2 e 3, "C'era una volta in Messico", e "Sin City") è sicuramente il più scanzonatamente riuscito.
Danny Trejo, alla pari di Mickey Rourke, è un attore da macello, sfatto nella forma, ma massiccio come pochi. Fedele compagno del regista fin dagli albori, ha ottenuto finalmente il suo ruolo da protagonista assoluto con questa pellicola solo apparentemente di serie B.
Già, perchè, tra gli attori più famosi, troviamo gente come Robert De Niro, Jessica Alba, Michelle Rodriguez ("Avatar"), Don Johnson ("Miami Vice"), Lindsay Lohan (nuda), Steven Seagal (obeso) e Jeff Fahey ("Lost"). Mica male per un unico film!
Tra l'altro ho trovato lo spettacolo in sé piuttosto gradevole. Divertente, spensierato, splatter, trash e d'azione quanto basta per localizzare in 105 minuti di pellicola la leggerezza di una serata senza pensieri. Senza pretese riassume alla perfezione il contesto.
Trejo perfetto per la parte, nonostante il fisico compatto, è agile e scattante quando si tratta di lanciarsi dalla finestra con le viscere di un poveretto che ha appena squartato in due. Grandissima anche la Lohan in abito da suora, provocazione non da poco per una che tra alcol, droga e mutande dimenticate a casa ha regalato di sé stessa un'ammagine tutt'altro che immacolata.
Male, invece, Seagal che, oltre a pesare quanto un transatlantico, è un cattivo tanto moscio quanto stantio. Persi la forma e lo smalto beffardo di un tempo (con cui sconfiggeva ogni genere di cattivo che gli si parava sulla strada) non lo si salva nemmeno per pietà (ormai esaurita da anni a causa dei pessimi film interpretati dall'attore).
Tutto sommato un film che si può vedere con la leggera consapevolezza che oltre ad un certo target di genere non si potrà andare. Rodriguez è spesso autoreferenziale, quindi non se lo facciano scappare coloro che hanno già gradito le sue precedenti opere sul grande schermo.
Consigli: Pronti all'azione e all'assurdo. CI si diverte se si è in linea con lo spirito del film!
Parola chiave: Vendetta.
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Ric
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giovedì 17 febbraio 2011
Film 219 - Vi presento i nostri
Di leggerezza in leggerezza...

Film 219: "Vi presento i nostri" (2010) di Paul Weitz
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandro
Pensieri: Con tre nomination ai Razzie Award di quest'anno e una trama scritta probabilmente da un bambino delle elementari, questo Focker n°3 non si può che definire apertamente brutto. Giunti al terzo capitolo della saga (poi basta con i 3 però!), l'incasso non delude, ma tutto il resto sì.
Rispetto al primo "Ti presento i miei" ($295,500,000) e al secondo "Mi presenti i tuoi?" ($432,667,575) questo "Vi presento i nostri" ha, sì, racimolato fino ad oggi $306,533,490, ma non si può dire sia certo perchè è un film ben realizzato...
Ben Stiller pare abbia esaurito la carica simpatica (magari anche lui si è un po' rotto le palle di questa serie), Teri Polo è frigida, Owen Wilson di un'antipatia infinita, Jessica Alba inutile quanto in altri pochissimi ruoli della sua carriera, Laura Dern in un cameo imbarazzante, Barbra Streisand chiassona e quasi ciociaresca, Dustin Hoffman, Robert De Niro e Blythe Danner (che pure lei ha una parte misera) sono gli unici a non essere del tutto fuori luogo o irritanti.
Male, male, male. Non si ride mai, non ci si commuove, non ci si diverte, non si vede nulla di nuovo, non è chiaro perchè il candidato all'Oscar Paul Weitz si sia dedicato a questa regia, non si capisce il perchè di questo ennesimo capitolo di una saga già tramortita col secondo. Si spera che non sia in cantiere anche una quarta avventura...
Film 1627 - Meet the Parents
Film 1628 - Meet the Fockers
Film 219 - Vi presento i nostri
Consigli: Mah, lasciate stare...
Parola chiave: Banalità.
#HollywoodCiak
Bengi

Film 219: "Vi presento i nostri" (2010) di Paul Weitz
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandro
Pensieri: Con tre nomination ai Razzie Award di quest'anno e una trama scritta probabilmente da un bambino delle elementari, questo Focker n°3 non si può che definire apertamente brutto. Giunti al terzo capitolo della saga (poi basta con i 3 però!), l'incasso non delude, ma tutto il resto sì.
Rispetto al primo "Ti presento i miei" ($295,500,000) e al secondo "Mi presenti i tuoi?" ($432,667,575) questo "Vi presento i nostri" ha, sì, racimolato fino ad oggi $306,533,490, ma non si può dire sia certo perchè è un film ben realizzato...
Ben Stiller pare abbia esaurito la carica simpatica (magari anche lui si è un po' rotto le palle di questa serie), Teri Polo è frigida, Owen Wilson di un'antipatia infinita, Jessica Alba inutile quanto in altri pochissimi ruoli della sua carriera, Laura Dern in un cameo imbarazzante, Barbra Streisand chiassona e quasi ciociaresca, Dustin Hoffman, Robert De Niro e Blythe Danner (che pure lei ha una parte misera) sono gli unici a non essere del tutto fuori luogo o irritanti.
Male, male, male. Non si ride mai, non ci si commuove, non ci si diverte, non si vede nulla di nuovo, non è chiaro perchè il candidato all'Oscar Paul Weitz si sia dedicato a questa regia, non si capisce il perchè di questo ennesimo capitolo di una saga già tramortita col secondo. Si spera che non sia in cantiere anche una quarta avventura...
Film 1627 - Meet the Parents
Film 1628 - Meet the Fockers
Film 219 - Vi presento i nostri
Consigli: Mah, lasciate stare...
Parola chiave: Banalità.
#HollywoodCiak
Bengi
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martedì 14 dicembre 2010
Film 196 - Charlie viene prima di tuo marito
Sbucato dal nulla...

Film 196: "Charlie viene prima di tuo marito" (2007) di Mark Helfrich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Della serie: d'impatto.
L'altra sera leggo le news su IMDb e mi imbatto in una foto di Dane Cook (chi? Già, chi è?) e un flash mi illumina la mente: perchè l'ho già sentito nominare? Innescato il meccanismo curioso, leggo la sua scheda e scopro un film lasciato nel dimenticatoio delle opere talmente inutili da venire completamente rimosse: "Charlie viene prima di tuo marito" (sarà il titolo per un film?!).
Talmente rimosso, tra l'altro, che non ricordavo nemmeno la trama. Ho lasciato passare qualche giorno per vedere se qualcosa riaffiorava, ma nulla. Unica immagine riportata in superficie, quella dei due protagonisti (Cook e Jessica Alba) che, nella scena finale, si baciano in Antartide (o dovunque siano) rimanendo incollati con le lingue. Di classe.
Dopo aver rispolverato i ricordi grazie all'aiuto del trailer, spero vorrete perdonarmi se non spenderò altre parole a riguardo di questa pellicola, tanto insignificante da venire completamente rimossa dalla mia mente. Complimenti alla produzione.
Consigli: Di certo vederlo non farà male: è talmente privo di un qualunque appeal o spunto interessante da riuscire ad auto-cancellarsi dalla mente dello spettatore nel giro di qualche ora. Di sicuro non occuperà preziosa memoria che si potrà destinare a pensieri più interessanti.
Parola chiave: Sesso.
Ric

Film 196: "Charlie viene prima di tuo marito" (2007) di Mark Helfrich
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Della serie: d'impatto.
L'altra sera leggo le news su IMDb e mi imbatto in una foto di Dane Cook (chi? Già, chi è?) e un flash mi illumina la mente: perchè l'ho già sentito nominare? Innescato il meccanismo curioso, leggo la sua scheda e scopro un film lasciato nel dimenticatoio delle opere talmente inutili da venire completamente rimosse: "Charlie viene prima di tuo marito" (sarà il titolo per un film?!).
Talmente rimosso, tra l'altro, che non ricordavo nemmeno la trama. Ho lasciato passare qualche giorno per vedere se qualcosa riaffiorava, ma nulla. Unica immagine riportata in superficie, quella dei due protagonisti (Cook e Jessica Alba) che, nella scena finale, si baciano in Antartide (o dovunque siano) rimanendo incollati con le lingue. Di classe.
Dopo aver rispolverato i ricordi grazie all'aiuto del trailer, spero vorrete perdonarmi se non spenderò altre parole a riguardo di questa pellicola, tanto insignificante da venire completamente rimossa dalla mia mente. Complimenti alla produzione.
Consigli: Di certo vederlo non farà male: è talmente privo di un qualunque appeal o spunto interessante da riuscire ad auto-cancellarsi dalla mente dello spettatore nel giro di qualche ora. Di sicuro non occuperà preziosa memoria che si potrà destinare a pensieri più interessanti.
Parola chiave: Sesso.
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sabato 10 aprile 2010
Film 101 - Appuntamento con l'amore
Per chi avesse passato un San Valentino orrendo, faticoso (come il mio a fare l'inventario) o semplicemente insoddisfacente, ecco la soluzione ricca di glucosio che ci propongono dall'America!

Film 101: "Appuntamento con l'amore" (2010) di Garry Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film sull'amore può essere un film che vive di tecnica? O di grandi nomi? Oppure, rigirando la domanda: di cose si nutre un film sull'amore?
Questo "Appuntamento con l'amore", di rosa, battute smielose e baci ce ne mette in quantità e, nonostante il tutto ben condito da attoroni che pretendono di essere star, non riesce a rimanere impresso per il suo lato romantico. Per quanto io sia fan della commedia, lo sono un po' meno di quella romantica, specialmente perchè ultimamente si spacciano tante pellicole americane come 'commedie' quando raramente il genere si addice davvero al particolare film.
Inoltre, in questo caso specifico, la regina indiscussa della commedia romantica c'è, ma non si vede. Julia Roberts che parte ha? Una che, se non fosse che a) è lei e che b) si riscatta nel finale, non sarebbe stato necessario inserire nel copione. Io non amo Julia, chi segue il blog lo sa, ma negli anni '90 era sinonimo di piacevole divertissement mentre qui è confinata in un angolo, quasi non avesse voglia di impegnarsi troppo o volesse effettivamente passare il testimone alla nipote Emma. Ma, a mio parere, non è a Emma Roberts che andrà effettivamente lo scettro di futura regina della commedia sdolcinata. Ho due proposte per il futuro e una di queste è presente nel film di Marshall: Anne Hathaway. L'altra è Katherine Heigl, ma lei ha altri film in uscita e vedremo se effettivamente saprà farsi valere.
Comunque, come spesso accade per film corali in cui è il nome dell'attore che conta e non la sceneggiatura (inutile parlare di interpretazione in questi casi), il risultato è molto confuso e poco riuscito. Qui siamo mooooooooolto confusi, ma alla fine non è neanche così male considerando che è sempre la solita minestra riscaldata. Una grande pecca, forse, sono le innumerevoli storie che si incrociano. Carina quella degli anziani, bruttina quella degli adolescenti (ma arrapati per forza??), orrenda quella della portavoce dello sportivo gay.
Come si capisce anche solo da questo accenno neanche troppo approfondito, le categorie umane ci sono tutte, tanto per non voler lasciar fuori neanche uno degli spettatori che in sala lo hanno visto. In America, effettivamente, ha spopolato, da noi meno, sicuramente svantaggiato dalla collocazione fuori San Valentino che, invece, per gli USA è stata necessaria se non fondamentale (il titolo originale è "Valentine's Day").
In sostanza direi: assolutamente indifferente, da vedere o non vedere a seconda dell'umore o del gradimento di genere. Non vi sconvolgerà, non vi peggiorerà la giornata.
Ps. Il cast, oltre che essere particolarmente corposo, ha quasi esclusivamente nomi conosciutissimi: Jessica Alba, Kathy Bates, Jessica Biel, Bradley Cooper, Eric Dane, Patrick Dempsey, Héctor Elizondo, Jamie Foxx, Jennifer Garner, Topher Grace, Anne Hathaway, Ashton Kutcher, Queen Latifah, Taylor Lautner, George Lopez, Shirley MacLaine, Emma Roberts, Julia Roberts, Taylor Swift, Carter Jenkins e Joe Mantegna.
Consigli: Da guardare con davanti un bel po' di patatine o pop corn. C'è bisogno di salato per un film così dolce!
Parola chiave: S. Valentino.
Ric

Film 101: "Appuntamento con l'amore" (2010) di Garry Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film sull'amore può essere un film che vive di tecnica? O di grandi nomi? Oppure, rigirando la domanda: di cose si nutre un film sull'amore?
Questo "Appuntamento con l'amore", di rosa, battute smielose e baci ce ne mette in quantità e, nonostante il tutto ben condito da attoroni che pretendono di essere star, non riesce a rimanere impresso per il suo lato romantico. Per quanto io sia fan della commedia, lo sono un po' meno di quella romantica, specialmente perchè ultimamente si spacciano tante pellicole americane come 'commedie' quando raramente il genere si addice davvero al particolare film.
Inoltre, in questo caso specifico, la regina indiscussa della commedia romantica c'è, ma non si vede. Julia Roberts che parte ha? Una che, se non fosse che a) è lei e che b) si riscatta nel finale, non sarebbe stato necessario inserire nel copione. Io non amo Julia, chi segue il blog lo sa, ma negli anni '90 era sinonimo di piacevole divertissement mentre qui è confinata in un angolo, quasi non avesse voglia di impegnarsi troppo o volesse effettivamente passare il testimone alla nipote Emma. Ma, a mio parere, non è a Emma Roberts che andrà effettivamente lo scettro di futura regina della commedia sdolcinata. Ho due proposte per il futuro e una di queste è presente nel film di Marshall: Anne Hathaway. L'altra è Katherine Heigl, ma lei ha altri film in uscita e vedremo se effettivamente saprà farsi valere.
Comunque, come spesso accade per film corali in cui è il nome dell'attore che conta e non la sceneggiatura (inutile parlare di interpretazione in questi casi), il risultato è molto confuso e poco riuscito. Qui siamo mooooooooolto confusi, ma alla fine non è neanche così male considerando che è sempre la solita minestra riscaldata. Una grande pecca, forse, sono le innumerevoli storie che si incrociano. Carina quella degli anziani, bruttina quella degli adolescenti (ma arrapati per forza??), orrenda quella della portavoce dello sportivo gay.
Come si capisce anche solo da questo accenno neanche troppo approfondito, le categorie umane ci sono tutte, tanto per non voler lasciar fuori neanche uno degli spettatori che in sala lo hanno visto. In America, effettivamente, ha spopolato, da noi meno, sicuramente svantaggiato dalla collocazione fuori San Valentino che, invece, per gli USA è stata necessaria se non fondamentale (il titolo originale è "Valentine's Day").
In sostanza direi: assolutamente indifferente, da vedere o non vedere a seconda dell'umore o del gradimento di genere. Non vi sconvolgerà, non vi peggiorerà la giornata.
Ps. Il cast, oltre che essere particolarmente corposo, ha quasi esclusivamente nomi conosciutissimi: Jessica Alba, Kathy Bates, Jessica Biel, Bradley Cooper, Eric Dane, Patrick Dempsey, Héctor Elizondo, Jamie Foxx, Jennifer Garner, Topher Grace, Anne Hathaway, Ashton Kutcher, Queen Latifah, Taylor Lautner, George Lopez, Shirley MacLaine, Emma Roberts, Julia Roberts, Taylor Swift, Carter Jenkins e Joe Mantegna.
Consigli: Da guardare con davanti un bel po' di patatine o pop corn. C'è bisogno di salato per un film così dolce!
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