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martedì 6 agosto 2024

Film 2303 - Deadpool & Wolverine

Intro: E' il titolo del momento e davvero non potevo perdermelo.

Film 2303: "Deadpool & Wolverine" (2024) di Shawn Levy
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: per carità, Deadpool come personaggio mi piace, Ryan Reynolds lo interpreta perfettamente e i due precedenti titoli del franchise mi sono anche piaciuti, ma non ho mai davvero sentito il bisogno di rivederli. Da questo punto di vista non credo si possa dire che sono un fan, ma sicuramente gradisco il prodotto. Credo che la vera attrattiva per me fosse il ritorno sul grande schermo di Hugh Jackman nei panni di Wolverine per capire come sarebbero riusciti a resuscitare il personaggio. E' presto detto: agganciandolo a tutto il resto del baraccone Marvel.
Mi spiego meglio. C'è stato un momento in cui, per seguire gli appuntamenti cinematografici della Marvel, era necessario essere al pari anche con le serie tv del franchise. Poco male finché eventi isolati, già più complesso quando l'universo di questi supereroi si è espanso in maniera tale che fosse praticamente impossibile seguirne le varie uscite. In quest'ottica si colloca "Deadpool & Wolverine", che esiste sul presupposto del multiverso (tanto caro alla Marvel) e la premessa narrativa di "Loki" e il suo centro di controllo del tempo (o qualunque cosa sia). E già questo aspetto mi ha fatto un po' incazzare.
Il bello dei primi 2 titoli di questa saga è che sono disconnessi dal resto del vortice Marvel, un mondo proprio. Qui, invece, visto il successo del personaggio e con la Disney che non vede l'ora di mungere il franchise degli X-Men, la storia improvvisamente (almeno per me che ho smesso di seguire le serie tv) viene ricollocata all'interno di quel momndo di infiniti universi spazio-temporali. Questo, ovviamente, l'escamotage per riportare in vita Wolverine.
Con questa trovata narrativa applicata a Deadpool e con la creazione del "Void" dove vengono scaricati i vari personaggi impopolari, ecco che ci ritroviamo in una posizione molto simile a quella già vista con il terzo Spider-man, "No Way Home": il "fan service" di riportare a galla personaggi di titoli precedenti, nonché rettificarne la storia così da chiuderne il cerchio narrativo in un modo che sia più positivo rispetto ai risultati delle rispettive pellicole uscite in passato. Per quanto abbia onestamente (sul serio!) gradito ritrovare Elektra (Jennifer Garner), Blade (Wesley Snipes) e Johnny Storm (Chris Evans), oltre che scoprire l'esistenza del progetto Gambit (Channing Tatum), questo modo di voler a tutti i costi cucire certi elementi all'interno del discorso "Deadpool & Wolverine" mi ha un po' infastidito, non fosse anche solo perché questa mossa è già stata messo a segno con "Spider-man: No Way Home" in maniera tanto riuscita che qualsiasi altro tentativo di riproporre lo stesso "trucchetto" risulta inevitabilmente un più forzato.
Inoltre, alla lunga ho trovato alquanto fastidiosa la costante autoconsapevolezza della trama. Se parlare direttamente al pubblico guardando in camera, fare riferimento ad elementi della cultura popolare e non che prescindano dalla storia raccontata è stato fin da subito l'elemento più innovativo legato a questo franchise, alla terza uscita nelle sale mi pare che la situazione sia leggermente sfuggita di mano, tanto da sacrificare l'effettiva trama del film in nome di questo elemento tanto caratteristico quanto limitante in termini di progressione e caratterizzazione dei personaggi. Di fatto trovo difficile rispondere a questa semplice domanda: chi è Deadpool? La prima parola che mi viene in mente è giullare.
Per carità, non c'è niente di male a costruire il personaggio in modo tale da sbilanciarsi di più verso l'elemento comico e anche sbroccato, ma questo costante occhiolino al pubblico non ha fatto altro che distrarmi da a) Deadpool personaggio e b) il focus di tutta la storia.
Infatti, l'ultimo elemento con cui ho avuto problematiche è proprio la trama. Ci sono troppe interruzioni, all'inizio succede poco e niente e bisogna aspettare fino ad oltre metà del film perché le cose si mettano davvero in moto (anche emotivamente, a mio avviso).
In tutto questo, poi, viene gettato nella mischia anche Wolverine senza che l'arco di questo personaggio vada davvero verso nulla di nuovo. (Ma siamo contenti di vederlo!)
Poi, lo ammetto, ho anche gradito il film in generale, è spesso abbastanza divertente e presenta momenti che funzionano, però devo dire che mi aspettassi qualcosina di più. Oltre al fatto che, opinione personalissima ovviamente, non sentivo davvero il bisogno di un altro film incentrato su Deadpool (o un altro film sui supereroi in generale).
Film 1100 - Deadpool
Film 1535 - Deadpool
Film 1644 - Deadpool 2
Film 2303 - Deadpool & Wolverine

Cast: Ryan Reynolds, Hugh Jackman, Emma Corrin, Morena Baccarin, Rob Delaney, Leslie Uggams, Aaron Stanford, Dafne Keen, Jennifer Garner, Wesley Snipes, Chris Evans, Channing Tatum, Jon Favreau, Matthew Macfadyen.
Box Office: $824.2 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Nonostante possa sembrare che non abbia gradito "Deadpool & Wolverine", la verità è che di per sé il film non ha niente che non va: fa ridere, le scene d'azione sono fatte benissimo (mi viene subito in mente quella sull'autobus), la chimica tra Ryan Reynolds e Hugh Jackman è innegabile e, di fatto, questo terzo capitolo è perfettamente in linea coi due titoli precedenti. Quindi, se è lo stesso tipo di humor di "Deadpool" e "Deadpool 2" che state cercando, questo terzo capitolo non mancherà di soddisfarvi.
Personalmente, però, avrei piacere di andare al cinema e finalmente vedere un bel film che non discenda da qualcosa di pre-esistente, che non strizzi l'occhio al pubblcio tramite i cameo selvaggi, che abbia qualcosa da dire. In particolare quest'ultimo punto mi preme particolarmente perché, ultimamente, a parte "Dune 2" (anche quello comunque un sequel...) e pochissimo altro, nessun prodotto uscito in sala mi ha davvero convinto o lasciato senza parole. Ovviamente questo momento di disinnamoramento non è certo colpa di "Deadpool & Wolverine", la cui unica colpa è quella di uscire al cinema in un momento che trovo davvero poco eccitante in termini di offerta cinematografica. Vedremo cosa riserva il futuro; nel frattempo "Deadpool 3" è sicuramente il prodotto giusto per l'estate.
Premi: /
Parola chiave: Educated wish.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 12 novembre 2019

Film 1676 - Love, Simon

Intro: Non ero riuscito a vederlo al cinema, ma ero davvero interessato a recuperare questo film, quindi appena lo streaming è stato disponibile ne ho approfittato.
Film 1676: "Love, Simon" (2018) di Greg Berlanti
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una pellicola non perfetta, ma a cui non mancano i buoni momenti e le migliori intenzioni, "Love, Simon" porta sul grande schermo elementi complessi - omosessualità, adolescenza, amicizia, scuola, popolarità, insicurezza, coming out - e li mescola tutti insieme attraverso quell'escamotage che un tempo sarebbe stato del romanzo epistolare, qui in versione email: Simon comincia una conversazione del tutto onesta sulla sua omosessualità con uno sconosciuto amico di penna del suo liceo, Blue, e finisce per innamorarsene. Scoperto da un altro compagno di scuola, Simon viene ricattato affinché il suo secreto rimanga tale. Nel mezzo ci sono famiglia e amici, inconsapevoli dell'orientamento sessuale del ragazzo, e un mondo esterno che, alla sua età, fa più paura di quanto non dovrebbe;
dicevo, questo film presenta tutte le migliori intenzioni, anche se a mio avviso non fa completamente centro principalmente a causa finale. Non che tutte le storie debbano terminare con un epilogo drammatico per risultare credibili, ma l'ending proposto qui sa tantissimo di pellicola romantica e pochissimo di un qualsiasi tentativo di approccio realistico. Poi, per carità, è ovvio che ci si trovi di fronte a un prodotto costruito per attrarre un certo tipo di pubblico e che il finale sia imbastito nel tentativo di compiacerne le aspettative, ma da persona omosessuale che ha faticato a costruirsi un'adolescenza tranquilla e qualunque, posso assicurare che raramente nella vita (SPOILER) il tuo misterioso amico di penna di cui ti innamori email dopo email non solo risulti essere proprio la persona che speravi che fosse, ma per giunta ti ricambia. Mi rendo conto che "Love, Simon" sia un titolo di finzione e presenti il pregio di portare un positivo messaggio sull'omosessualità a un pubblico vasto, per cui, espressa la mia perplessità, lascio correre: tutto sommato si tratta di un prodotto ben fatto che ha un bravissimo protagonista in Nick Robinson e che, a fine visione, non lascia scontenti della scelta di averlo visto.
Cast: Nick Robinson, Josh Duhamel, Jennifer Garner, Katherine Langford, Alexandra Shipp, Jorge Lendeborg Jr., Keiynan Lonsdale, Miles Heizer, Logan Miller, Tony Hale, Talitha Bateman.
Box Office: $66.3 milioni
Vale o non vale: per chi apprezza le pellicole pulite e politically correct in cui i teenager si confrontano con tematiche complesse della vita, sicuramente "Love, Simon" è da vedere; ma anche per tutti gli altri che, nel caso, volessero farsi un'idea di quanta pressione la società riesca ad esercitare al giorno d'oggi sulla gioventù. Molto bravo Nick Robinson mentre Katherine Langford si sforza parecchio e ce ne accorgiamo. 
Tratto dal romanzo di Becky Albertalli
Premi: /
Parola chiave: Ferris wheel.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 23 maggio 2015

Film 920 - Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day

Quando è uscito in America questo film ne ero rimasto incuriosito, ancora di più dopo aver visto il trailer...

Film 920: "Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day" (2014) di Miguel Arteta
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tratto dal libro per bambini scritto da Judith Viorst, questo film è una simpatica commedia per tutta la famiglia incentrata su Alexander Cooper/Ed Oxenbould, ragazzino 11enne che si sente un po' invisibile rispetto a tutti gli altri (numerosi) membri della sua famiglia. Papà (Steve Carell), mamma (Jennifer Garner), fratello e sorella maggiori (Dylan Minnette, Kerris Dorsey) e fratellino minore sono tutti, chi più chi meno, in un momento della loro vita importante, tutti vicini a una svolta o al raggiungimento di un grande obiettivo. Tutti, meno che Alexander. E' per questo che il ragazzo esprimerà come desiderio, allo scoccare della mezzanotte del suo dodicesimo compleanno, che finalmente anche agli altri membri della sua famiglia qualcosa vada storto così che anche loro si rendano conto di cosa voglia dire essere invisibili (o goffi, o sfortunati o, diciamolo pure, ridicoli).
Ecco, sostanzialmente, l'idea alla base di "Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day", titolo tutto sommato divertente e in grado di intrattenere senza annoiare nonostante un target palesemente dall'adolescenziale in giù (+ gli adulti accompagnatori). E' perfetto per lasciare soddisfatti più o meno tutti, visto che ha qualche buon momento comico, ci sono attori di fama mondiale, ma anche qualche starlette conosciuta tra i ragazzi (Bella Thorne) e il cameo rassicurante nientemeno che di Dick Van Dyke, c'è il lieto fine, la lezione da imparare, la "magia" del desiderio espresso soffiando la candelina sulla propria torta di compleanno. Insomma, questa pellicola shakera bene i suoi ingredienti principali e anche se di certo non passerà alla storia come miglior film, la visione rimane piacevole e per nulla faticosa.
Molto del merito, comunque, va riconosciuto al giovane Oxenbould, capace all'età di 12 anni di tenere le redini di questa commedia - certamente spalleggiato bene dal malleabile Steve Carell - nonostante una simpatia non innata. Jennifer Garner è sempre particolarmente ingessata e talvolta inadeguata, nonostante ormai siano anni che bazzica le commedie facili facili dove è pressoché impossibile doversi confrontare con il Metodo Stanislavskij. Ma nell'economia del film, tutto sommato, le sue inabilità passano in secondo piano.
Insomma, conferme a ciò che mi aspettavo, " Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day" mi ha lasciato sufficientemente soddisfatto. E' una commedia carina e non volgare.
Box Office: $100.7 milioni
Consigli: "Alexander e la terribile, orribile, abominevole ma veramente bruttissima giornata" (titolo italiano) è un film carino, perfetto per una serata davvero spensierata in cui l'unica fatica mentale accettabile è quella di seguire una storia elementare e divertirsi a riconoscere gli attori famosi nei vari camei (qui Megan Mullally da "Will & Grace", Jennifer Coolidge da "American Pie" e "La rivincita delle bionde" e "2 Broke Girls" e il già citato Dick Van Dyke da "Mary Poppins" (!) e "Un detective in corsia"). Insomma, il titolo ideale per evitare di affaticarsi e godersi in totale relax i veramente pochi 81 minuti di pellicola tra gag, canguri micidiali ed esami di guida a dir poco da incubo. Piacevole.
Parola chiave: Sfortuna.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 8 febbraio 2014

Film 667 - Dallas Buyers Club

Ero sinceramente molto scettico e impreparato rispetto a questo film.

Film 667: "Dallas Buyers Club" (2013) di Jean-Marc Vallée
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ma che bella, bella sorpresa che è "Dallas Buyers Club"! Entra prepotentemente nella lista dei migliori film della scorsa stagione cinematografica e, devo ammetterlo, è una cosa assolutamente inaspettata!
Matthew McConaughey e Jared Leto trasformano completamente i loro corpi per dar vita a Ron Woodroof e Rayon, improbabili leali amici, entrambi con l'AIDS ed entrambi disperatamente alla ricerca di qualcosa (o qualcuno) che possa curarli. Il destino li farà incontrare quando Ron, incallito cawboy da rodeo dedito a ogni sorta di vizio, dovrà accettare la sua malattia da "finocchio" che lo porterà ad essere un emarginato dipendente da farmaci. Il Messico, grazie a prescrizioni illegali in America, lo farà stare meglio e tornato in patria comincerà un business illegale di farmaci assieme proprio al travestito Rayon. Entrambi sono accomunati da disperazione, emarginazione sociale, una certa dose di tendenza all'autodistruzione e, inevitabilmente, un limite temporale che solo la malattia può influenzare.
Da queste premesse - molto vaghe, perché non voglio veramente rovinare nulla del film a chi volesse vederlo - nasce "Dallas Buyers Club", una pellicola che tratta il tema dell'AIDS dal punto di vista del texano medio anni '80 tutto omofobia ed imposizione dello status di macho. L'amicizia con Rayon sarà tra le cose più paradossali che Ron dovrà affrontare, ma, accettando la sfida, dimostrerà di essere molto di più di uno stereotipo della paura e dell'ignoranza. Quando non si ha niente da perdere si gioca con più audacia.
Una pellicola che mi ha sorpreso e inizialmente non particolarmente coinvolto, tra rodei, cose a tre e tanta di quella cocaina che pareva nevicasse. La svolta inaspettata della trama ha subito destato il mio interesse e non ho più smesso di staccare gli occhi dallo schermo. Le scheletriche trasformazioni dei due attori mi hanno spaventato ed impressionato, riuscendo a farmi realmente immaginare come dovesse essere in quegli anni lottare contro una malattia assoluta e totalmente debilitante con una serie di ciechi tentativi per tentare di sopravviverle. Doloroso e durissimo in certe scene, eppure perfettamente equilibrato nel mostrare ciò che andava mostrato. Credo si possa dire che "Dallas Buyers Club" sia forte e delicato allo stesso tempo.
Non pensavo lo avrei detto, ma a questo punto vedo Matthew McConaughey spingere prepotentemente via Leonardo DiCaprio dal podio dell'Oscar, sia per la difficoltà del ruolo - e la sincerità spiazzante con cui è rappresentato - sia per la trasformazione fisica che ha certamente richiesto un enorme sacrificio. Lo stesso vale per Jared Leto che, però, non ha altri rivali tanto forti nella sua categoria di non protagonisti. Sono molto contento di aver visto questo film perché adesso so che, vincessero entrambi, sarebbe un riconoscimento del tutto meritato.
Ps. Due Golden Globes come Miglior attore protagonista e Miglior attore non protagonista. Agli Academy Awards, invece, il film ha ricevuto 6 nomination tra cui, oltre quelle per i due attori, quella per Miglior film e sceneggiatura originale.

[EDIT]: Un mio ulteriore pensiero a proposito di questo film nella recensione per "IL MURO mag": DALLAS BUYERS CLUB, LA DELICATEZZA DI UN PUGNO NELLO STOMACO

Box Office: $22,586,000
Consigli: Temi forti (AIDS e omofobia sono solo due dei macrotemi) e grandi interpretazioni per una pellicola ben realizzata che spiazza ma piace. Non sarà facile da digerire, eppure credo che la visione valga il tentativo. E' una storia vera.
Parola chiave: AZT.

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Bengi

domenica 25 settembre 2011

Film 303 - Pearl Harbor

Dopo aver comprato un sacco di nuovi dvd, comincio con uno dei mattoni della cinematografia americana patinata contemporanea. E lacrimuccia sia!

Film 303: "Pearl Harbor" (2001) di Michael Bay
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ritornato alla desolazione estiva bolognese dopo una settimana pugliese terminata con piacevole sorpresa, decido che mio fedele compagno di pranzo e pomeriggio sarà il celebre blockbuster “Pearl Harbor”, figlio di un romanticismo patinato talmente estremo da rendermisi piacevole. Della serie: o le cose le facciamo bene o è meglio lasciar stare.
Dunque, carico di ricordi freschissimi, mi accingo ad una pellicola drammatico-epica che mi promette guerra e amore. Non posso tirarmi indietro.
183 minuti di narrazione, Michael Bay alla regia, Ben Affleck, Josh Hartnett e Kate Beckinsale agli angoli principali di un triangolo amoroso straziante quando la guerra stessa, l’orrore dei combattimenti e la violenza dell’uomo sull’uomo, la vita per la vita. C’è tutto quel che serve per mantenere costantemente accesa la mia attenzione di spettatore.
Già visto ma dimenticato, rivivo il film come dalle trincee stesse e mi crogiolo in immagini da cartolina tanto perfette da meritare un plauso. La ricostruzione è pazzesca, la tensione ben misurata, gli effetti speciali d’avanguardia, il cast talmente nutrito da lasciare sempre un pò sbalorditi (Alec Baldwin, Jennifer Garner, Jon Voight, Cuba Gooding Jr., Sara Rue, Michael Shannon, Jaime King, Dan Aykroyd).
Bello, l’ho goduto perchè in quel momento era esattamente l’antidoto al mio cattivo umore annegato nel torrido clima cittadino.
Sono sicuro che, l’avessi visto in altre circostante, l’avrei odiato per lunghezza, banalità e semplificazione dei sentimenti. Ma le scene di guerra sono ben fatte e il pezzo musicale strappalacrime alla fine è divino ("There You'll Be" cantata da Faith Hill).
Tra sentimento e realtà, direi che, dopotutto, non è poi tanto male.
Ps. All'epoca si rimase delusi dagli incassi: $450,400,000 di incasso mondiale, 140$ mln per produrlo.
Consigli: Di certo non una pellicola leggera o spensierata, né tanto meno pienamente riuscita. Ma lo sforzo è apprezzabile e il tutto si lascia guardare con qualche bel momento di cinema di guerra.
Parola chiave: Attacco a sorpresa.

Trailer

Ric

sabato 25 settembre 2010

Film 141 - Juno

Per una serata pizza+film pre-partenza dell'amico che se ne va in America per settimane, non potevo rischiare in una pellicola scadente... Meglio, allora, andare sul sicuro!


Film 141: "Juno" (2007) di Jason Reitman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: Inutile dire che questo sia uno dei film nella mia top 10 dei preferiti di sempre: Juno è diventato anche il nome del mio cane!
Bellissimo film, indipendente, atipico, anche selvaggio, se vogliamo, con quella giungla di dialoghi strani, quello slang non comune, a volte tenerissimo a volte fastidiosissimo. E' Juno MacGuff la protagonista, ragazzina 16enne che, alla prima esperienza, rimane incinta dell'amico-fidanzato (un po' tardone) Paulie Bleeker e decide di tenere il 'fagiolo' per farlo adottare ad una famiglia che non possa avere figli.
Così si parte, la ragazza intraprende una strada non facile, supportata da una famiglia che le vuole bene e da una famiglia che vorrà bene al suo bambino a cui si affeziona un po' troppo... Ma Juno è così, o tutto o niente.
Bello, bello, bello questo film! Mi piace, mette di buon umore, è una speranza ottimistica, positivo nonostante una certa voglia di celarlo dietro 'cose più fighe'. Tutte le avversità che Juno deve affrontare a causa di una gravidanza in età adolescenziale le supera sempre a testa alta, diretta, senza prendersi troppo la briga di indorare la pillola! E' questo il bello di un personaggio come lei. Non finge, non si atteggia, è solo sé stessa (in lei mi immagino molto della persona che ha scritto questo film, Diablo Cody, un'ex spogliarellista che ha saputo convincere Spielberg del suo talento grazie a questo film! Anche se poi si è un po' rovinata la reputazione con quel film orrendo che è "Il corpo di Jennifer"...).
In definitiva un bellissimo film, che avrebbe meritato di vincere più del solo Oscar alla sceneggiatura (3 nomination sono rimaste tali: miglior film, attrice protagonista - Ellen Page - e regia), davvero capace di conquistare lo spettatore con dialoghi geniali, buona musica, una bellissima fotografia e personaggi veramente ben scritti ed interpretati!
Consigli: E' un gioiellino! Ricorda un po' quel "Little Miss Sunshine" uscito l'anno prima con cui condivide, oltre all'etichetta di 'film indipendente', anche i toni e l'aria scanzonata. Oltre, ovviamente, al grande successo al botteghino nonostante il bassissimo budget!
Parola chiave: Tic Tac.



Ric

sabato 10 aprile 2010

Film 101 - Appuntamento con l'amore

Per chi avesse passato un San Valentino orrendo, faticoso (come il mio a fare l'inventario) o semplicemente insoddisfacente, ecco la soluzione ricca di glucosio che ci propongono dall'America!


Film 101: "Appuntamento con l'amore" (2010) di Garry Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film sull'amore può essere un film che vive di tecnica? O di grandi nomi? Oppure, rigirando la domanda: di cose si nutre un film sull'amore?
Questo "Appuntamento con l'amore", di rosa, battute smielose e baci ce ne mette in quantità e, nonostante il tutto ben condito da attoroni che pretendono di essere star, non riesce a rimanere impresso per il suo lato romantico. Per quanto io sia fan della commedia, lo sono un po' meno di quella romantica, specialmente perchè ultimamente si spacciano tante pellicole americane come 'commedie' quando raramente il genere si addice davvero al particolare film.
Inoltre, in questo caso specifico, la regina indiscussa della commedia romantica c'è, ma non si vede. Julia Roberts che parte ha? Una che, se non fosse che a) è lei e che b) si riscatta nel finale, non sarebbe stato necessario inserire nel copione. Io non amo Julia, chi segue il blog lo sa, ma negli anni '90 era sinonimo di piacevole divertissement mentre qui è confinata in un angolo, quasi non avesse voglia di impegnarsi troppo o volesse effettivamente passare il testimone alla nipote Emma. Ma, a mio parere, non è a Emma Roberts che andrà effettivamente lo scettro di futura regina della commedia sdolcinata. Ho due proposte per il futuro e una di queste è presente nel film di Marshall: Anne Hathaway. L'altra è Katherine Heigl, ma lei ha altri film in uscita e vedremo se effettivamente saprà farsi valere.
Comunque, come spesso accade per film corali in cui è il nome dell'attore che conta e non la sceneggiatura (inutile parlare di interpretazione in questi casi), il risultato è molto confuso e poco riuscito. Qui siamo mooooooooolto confusi, ma alla fine non è neanche così male considerando che è sempre la solita minestra riscaldata. Una grande pecca, forse, sono le innumerevoli storie che si incrociano. Carina quella degli anziani, bruttina quella degli adolescenti (ma arrapati per forza??), orrenda quella della portavoce dello sportivo gay.
Come si capisce anche solo da questo accenno neanche troppo approfondito, le categorie umane ci sono tutte, tanto per non voler lasciar fuori neanche uno degli spettatori che in sala lo hanno visto. In America, effettivamente, ha spopolato, da noi meno, sicuramente svantaggiato dalla collocazione fuori San Valentino che, invece, per gli USA è stata necessaria se non fondamentale (il titolo originale è "Valentine's Day").
In sostanza direi: assolutamente indifferente, da vedere o non vedere a seconda dell'umore o del gradimento di genere. Non vi sconvolgerà, non vi peggiorerà la giornata.
Ps. Il cast, oltre che essere particolarmente corposo, ha quasi esclusivamente nomi conosciutissimi: Jessica Alba, Kathy Bates, Jessica Biel, Bradley Cooper, Eric Dane, Patrick Dempsey, Héctor Elizondo, Jamie Foxx, Jennifer Garner, Topher Grace, Anne Hathaway, Ashton Kutcher, Queen Latifah, Taylor Lautner, George Lopez, Shirley MacLaine, Emma Roberts, Julia Roberts, Taylor Swift, Carter Jenkins e Joe Mantegna.
Consigli: Da guardare con davanti un bel po' di patatine o pop corn. C'è bisogno di salato per un film così dolce!
Parola chiave: S. Valentino.




Ric

lunedì 16 novembre 2009

Film 8 - La rivolta delle ex

Sempre ieri ho visto il mio ottavo film. Basta titoli che iniziano con la "u", ma MAI basta alla commedia americana. Lo so, ormai ne sono drogato, ma non ci posso fare niente...


Film 8: "La rivolta delle ex" (2009) di Mark Waters
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Parte come la solita commedia, continua in maniera originale, finisce come tutte le commedie. Di buono c'è che è chiaro fin da subito che lui ama lei e solo lei, ma ancora deve ammetterlo a sé stesso (va bene, già stravisto...), senza che noi ci dobbiamo subire stronzatucce da complicazione del genere.
Credo che il punto di forza del film sia abbinare la storia dei 3 fantasmi (passato, presente e futuro) a una commedia romantica. In particolare il fantasma del passato è una spassosissima caricatura del peggio degli anni '80 sottoforma di ragazza bruttina, con apparecchio ai denti e capigliatura che sicuramente ha contribuito al buco dell'ozono. Non si può non amarla. Il resto della storia scorre via liscio e tranquillo, mantiene le promesse (gag divertenti, bei protagonisti, amore assicurato). Le gag a sfondo sessuale si sprecano, ma a mio avviso sono rovinate dalla vaga espressività di Matthew McConaughey, attore solo perchè possiede dei pettorali. Mah. Il fatto che il protagonista sia affiancato da Michael Douglas come spalla (vedi altro commento per la mia opinione sulle sue capacità recitative) non giova alla reputazione della categoria attoriale.
Si salvano - e meno male! - Jennifer Garner (che sinceramente non ricordavo così bella) e la fantastica novella sposina il cui matrimonio fa da cornice alla storia principale del film. Del resto l'attrice che la impersona è la stessa "sghicia" di quel "Mean girls" che ha reso famose la McAdams (vedi "Un amore all'improvviso"), Amanda Seyfried ("Mamma mia") e ha consolidato la Lohan quale attrice di successo (poi il fatto che adesso abbia deciso che essere strafatti sia meglio è un'altra questione). Curioso che il regista di quel film sia lo stesso di questo.
Ho trovato davvero fuori luogo che McConaughey ci provi spudoratamente con la madre della sposa, ma quantomeno lei alla fine lo rifiuta e lo squallore ha termine.
Confermo il mio gradimento, ma solo perchè in compagnia durante la visione. Vederlo da soli potrebbe essere alquanto differente.
Consigli: Per un film come questo non si può essere soli davanti allo schermo. Ci vuole qualcuno con cui ridere delle battute e, soprattutto, dei personaggi!
Parola chiave: Ex



Ric