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giovedì 14 ottobre 2010

Film 150 - The American

Un po' dispiaciuto che il 150esimo film sia proprio questa pellicola, ripongo più fiducia nel 200esimo sperando che - incrocio le dita - sia quantomeno un pelo migliore di questo!


Film 150: "The American" (2010) di Anton Corbijn
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Daniele
Pensieri: Causa tempi e impegni precedenti, qualche settimana fa mi sono ritrovato a dover cercare un film al cinema che andasse oltre la seconda serata. E così, l'unica proposta plausibile, pareva essere questo "The American". Inizio spettacolo ore 00.15 passate. I multisala, si sa, ti propinano un sacco di pubblicità prima di far iniziare la pellicola, ma non importa, perchè questo è un film d'azione e, sicuramente, non ci sarà da annoiarsi.
Ehm... Non proprio!
Forse già il fatto che nei titoli di testa il secondo nome, dopo quello di George Clooney, fosse quello di Violante Placido avrebbe dovuto insospettirmi. Io, personalmente, non la reggo né come attrice né dal punto di vista umano. Trovo la sua voce sia di un irritante pazzesco (e per una che recita e fa la cantante non è proprio il massimo) e che non sia nemmeno così capace a recitare come lei crede. Interpretare ruoli costantemente senza mutande non è sinonimo di cinema d'autore né, tanto più, di sbalorditive doti recitative.
Ma, volendo sorvolare su questo (relativamente, dato che anche qui l'intimo della Placido è facoltativo), non si può sorvolare, invece, sull'inesorabile lentezza che caratterizza tutto il film. Che noia!
Siamo davvro sicuri che George Clooney sia attore costantemente versatile come certe riviste di cinema ci vogliono far credere? In una serie infinita di primi piani (ma non era un film d'azione?!) dimostra solamente di portare bene l'età che ha.
La pseudo intavolazione da film d'autore che il regista Anton Corbijn ci vuole propinare (primi piani a go-go, momenti di "tensione" sottolineati dallo sguardo dei protagonisti in primo piano, vedute aeree infinite, paesaggi naturalistici sconfinati da ricollegare alla desolazione del protagonista, ecc) non è funzionale alla narrazione di una storia che, fosse stata raccontata in un cortometraggio, avrebbe sicuramente reso meglio. Per troppo tempo non succede nulla, troppo a lungo si spaccia per interessante una storia che, alla fine, si rivela ciofeca banalità. Cosa fa Clooney tutto il film? Monta un fucile. Tutto il tempo? Sì. Proprio per tutti i 105 minuti della pellicola?! No, per 100! Gli altri 5 c'è la Placido nuda. Ah, beh, allora...
Ps. Il film è girato quasi al 100% in Italia (non a caso la scelta della Placido come protagonista femminile) e, tra gli attori nostrani che compaiono nella pellicola ci sono anche Paolo Bonacelli e Filippo Timi. Inoltre il film, uscito in America il 1° settembre, è stato al vertice del botteghino USA per una settimana portando subito a casa $16,662,333 di incasso. Ad oggi l'incasso totale è di $35,202,471.
Consigli: Se siete fan di Clooney, evitate di rovinarvi il gusto di adorare il vostro mito. Ha fatto di meglio...
Parola chiave: Primi piani.




Ric

lunedì 8 febbraio 2010

Film 74 - Vincere

L'ho visto così, preso dalla voglia di buon cinema! Pazzia?


Film 74: "Vincere" (2009) di Marco Bellocchio
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Pare che in Italia, per farti apprezzare come attrice, la devi far vedere al cinema. Come che cosa?!
Allora, già le tette della Mezzogiorno le avevo viste a quella famosa finestra di fronte. Ora però esageriamo un po'... La passera mostrata all'allestimento di una mostra d'arte futurista?! E poi cosa, un po' di culo dal parrucchiere? Ma ti pare che sia funzionale alla storia far tirar su la gonna alla santa Mezzodì mentre, truccata da clown?!, Filippo Timi/Mussolini sta a farsi spiegare i quadri tra la folla?! Boh...
Cosa ci viene da pensare, poi? Che nessuno ricordi quel famoso discorso della donna oggetto in un Paese maschilista governato da una classe politica dalla zip facile? Micaela Ramazzotti, ora santissima lady Virzì, prima mostra la striscia di pelo in "Tutta la vita davanti" e poi si becca a) carriera cinematografica sfolgorante b) un marito ricco che spinge ed alimenta la già citata carriera c) il massificato perdono e conseguente cancellamento di reato da parte del pubblico (anche perchè la bella è incinta e non può essere mamma e zoccolona allo stesso tempo).
Ma poi ce ne sono anche altre, chiaro, che si sono immolate per la causa. Forse la primissima che mi viene in mente è la Bellucci, che - è proprio vero! - quando non parla regala prestigio ai suoi film ("Malèna"). Poi di recente la Chiatti in "Il caso dell'infedele Klara" e, non so, mille altre patatine di Rocco.
Non fraintendete, però, non sono certo il bigotto di turno e il moralismo mi appartiene poco. Dico solo che certe volte è fuori luogo. Non perchè la passera non sia bella in sé, ma perchè, diciamocelo, non ci sta a dire un cazzo.
Ora, sicuramente Bellocchio voleva fare un film sulla passione davvero carnale tra Mussolini e la Dalser, però secondo me non c'è riuscito. Ci sarà tutto il sesso che vuoi (e la miseria, trombano sempre!), ma a parte l'imbarazzo per gli accoppiamenti più psicotici della terra non c'è molto... La storia è sì importante, ma non esattamente centrale, perchè la Dalser viene presto messa da parte da Benito double-wife, e rimane sempre una certa confusione narrativa di fondo che scoraggia la comprensione storica (penso: se vuoi farlo vedere all'estero, dove la storia dell'Italia la sanno in 4, forse è meglio se rendi tutto comprensibile. Non dico che devi semplificare, ma almeno gli snodi centrali li dovrai spiegare eh...).
Io sono dell'idea che per un film storico l'intreccio narrativo spezzato non aiuti. I flashback confondono, specialmente quando non c'è nulla di fermamente rintracciabile nelle immagini. La Mezzodì non invecchia mai, mentre Timi alla fine viene sostituito da immagini di repertorio, quindi cambia completamente i connotati, ma nel film ce lo spacciano per identico.
E poi quelle scritte tipo giornale che ogni tanto sbucano fuori?! Ne vogliamo parlare??? Cos'è, post-futurismo cinematografico del giornalistico?
In definitiva non mi è piaciuto e ho trovato la recitazione un po' sopra le righe in certi punti (la Dalser che, agli 'arresti domiciliari' se ne esce con certe pretese da regina che fa solo venir da ridere...) oltre che Timi veramente strano: sembra tantissimo Sergio Castellitto, solo con due mani orrende! E poi la recitazione in dialetto è ridicola. Passo e chiudo.
Consigli: Strano. Da vedere forse, ma non da rivedere.
Parola chiave: Benito Albino.


Ric