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lunedì 21 febbraio 2022

Film 2089 - Belfast

Intro: Sempre alla ricerca di qualche titolo della mia lista di film da recuperare che possa incuriosire anche Ciarán, qualche settimana fa siamo stati al cinema per vedere una delle pellicole favorite agli Oscar di quest'anno.

Film 2089: "Belfast" (2021) di Kenneth Branagh
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: come sempre quando si tratta di pellicole che stanno ottenendo o hanno ottenuto grande successo, mi sono approcciato a "Belfats" con una certa titubanza scettica nel timore che tutto il clamore generato dalla critica potesse rivelarsi un fuoco di paglia. In realtà, devo dire, il film di Branagh mi è piaciuto molto.
Per quanto mi sia stato riferito che il modo in cui la storia racconta i tumulti avvenuti in Irlanda del Nord durante quel periodo non sia affrontata in maniera del tutto consona - ma vai te a capire che ne so io di questi fatti, per cui mai mi permetterei di esprimere un giudizio in proposito - per quanto mi riguarda questa pellicola ha saputo esercitare un certo fascino che non mi aspettavo.
Innanzitutto va detto che buona parte del merito va al giovanissimo Jude Hill, meraiglioso protagonista in grado da solo di portarsi sulle spalle tutta la storia. Un vero talento. Poi, chiaramente, il resto del cast non fa che impreziosire e arricchire il risultato finale.
In un momento personale di difficoltà, ammetto di aver trovato conforto nella figura della nonna - interpretata dall'intramontabile Judi Dench - che mi ha ricordato per tanti piccoli versi la mia, scomparsa all'inizio di quest'anno. La forza del suo personaggio, l'attaccamento sincero ma senza fronzoli per il nipote e un inevitabile finale che mi ha riportato indietro a qualche anno fa quando anche io ho lasciato la mia nonna per partire, sono stati tutti elementi che hanno contribuito ad un attaccamento involontario ma consapevole nei confronti del personaggio di Granny.
Per il resto "Belfast" è un film ben raccontato e che giova di un bianco e nero che non fa che aumentarne il fascino. Per quanto si tratti di titoli completamente differenti, questa pellicola mi ha ricordato per tanti versi "Billy Elliot", per alcuni elementi anche quel piccolo capolavoro di "Nuovo Cinema Paradiso" e in certi momenti anche qualche episodio recente di "The Crown". Anche se, chiaramente, il film di Branagh - che qui racconta storia personale della sua famiglia - è capace di vivere di momenti suoi suscitando non poche emozioni (io nel finale mi sono anche commosso).
Insomma, un bel film e, per quanto sia riuscito a percepire, un film di cuore che da un lato racconta l'insensatezza dell'intolleranza religiosa e dall'altro l'amore incondizionato per il posto in cui si vive e scelto di mettere radici e, conseguentemente, il dolore, l'incertezza e la paura di doversi lasciare tutto alle spalle nella speranza di rifarsi una vita altrove. E, per coloro che si siano trovati in questa situazione, "Belfast" è un racconto dolceamaro non facile da digerire.
Cast: Caitríona Balfe, Judi Dench, Jamie Dornan, Ciarán Hinds, Colin Morgan, Lewis McAskie, Josie Walker, Jude Hill.
Box Office: $30.2 milioni
Vale o non vale: Che sia finalmente la volta buona per Branagh? Dopo otto (OTTO) nomination all'Oscar in praticamente ogni categoria possibile (regia, sceneggiatura, attore protagonista, attore non protagonista e persino Miglior cortometraggio!), parrebbe finalmente arrivata la sua occasione di riscattare almeno uno dei 3 Oscar per cui è nominato quest'anno (personalmente io punto tutto sulla sceneggiatura). Insomma, fan di Kenneth accorrete numerosi perché questo potrebbe essere il film con cui l'Academy finalmente conferirà il suo massimo onore ad uno degli artisti più dotati - e per certi versi snobbati - della sua generazione.
Per tutti gli altri, "Belfast" non è un film facile e ha non pochi momenti da "pugno nello stomaco", ma vale la pena di dargli una possibilità se siete nel mood giusto.
Premi: Candidato a 7 Oscar per Miglior film, regia, sceneggiatura originale, attore non protagonista (Hinds), attrice non protagonista (Dench), sonoro e canzone originale (Van Morrison, "Down to Joy"). Candidato a 6 BAFTA per Miglior film, sceneggiatura originale, attore non protagonista (Hinds), attrice non protagonista (Balfe), montaggio e film britannico dell'anno. 7 nomination ai Golden Globes - tra cui Miglior film drammatico, regia, attore non protagonista (Hinds e Dornan), attrice non protagonista (Balfe) - Branagh ha vinto per la Migliore sceneggiatura originale.
Parola chiave: Credo religioso.
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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 23 dicembre 2020

Film 1758 - Nothing Like a Dame

Intro: Appena ho scoperto questo l'esistenza di questo documentario ho capito che volevo recuperarlo. A tutti i costi.
Film 1758: "Nothing Like a Dame" (2018) di Roger Michell
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: documentario interessante sulla vita di quattro legendarie attrici inglesi che da sole hanno collezionato 3 Oscar, 7 Golden Globes, 5 Emmy, 16 BAFTA e 3 Tony Awards, per un mix di vita privata e dietro le quinte che i fan non potrnno non apprezzare.
Il film in sé forse non è tanto grandioso quanto ci si sarebbe potuti aspettare, in ogni caso le quattro protagoniste tengono banco con charme e un'innata energia che è onestamente un piacere da seguire. Le chiacchiere di queste quattro amiche - che sono anche quattro fantastiche attrici di cinema, tv e teatro - sono il regalo migliore per questa fine 2020. Credetemi.
Cast: Eileen Atkins, Judi Dench, Joan Plowright, Maggie Smith.
Box Office: /
Vale o non vale: Tanta tenerezza, ammirazione e rispetto per un gruppo di grandissime attrici che ripercorrono anni di amicizia e successi attraverso una chiacchierata. Un buon documentario che rende giustizia al suo soggetto o, per meglio dire, rimette al centro della conversazione il talento delle sue protagoniste. Da vedere.
Premi: /
Parola chiave: Ricordi.
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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 18 ottobre 2020

Film 1937 - GoldenEye

Intro: Cosa guardare per l'ultima cenetta di solitudine da quarantena? Sicuramente qualcosa di non troppo impegnativo...
Film 1937: "GoldenEye" (1995) di Martin Campbell
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: nonostante io ami la canzone di Tina Turner, devo dire che non credo avessi mai visto questo Bond prima. Non mi ricordavo nessun elemento della trama, né alcun personaggio, per cui tanto meglio per me che ho visto qualcosa di nuovo.
Per quello che mi è dato capire, "GoldenEye" è il primo film con Pierce Brosnan nei panni di James Bond (che non amo) e di Judi Dench in quelli di M (che adoro), per cui questa pellicola è servita da apripista per il rinnovo del franchise dopo anni di silenzio e ricalibrazione.
Considerato a quale tipo di prodotto siamo stati abituati ultimamente con questo franchise, il dislivello con i titoli precedenti è innegabile. Al di là dello svantaggio tecnico vero e proprio - questo è anche il primo film della saga ad utilizzare effetti speciali computerizzati - trama e realizzazione lasciano comunque a desiderare, specialmente quando si tratta di ritrarre la figura femminile, l'animo sciupafemmine di Bond e quell'aspetto giocoso - qui ancora centrale - che vuole l'MI6 come una sorta di parco giochi per agenti segreti e le loro stravanti attrezzature letali. Questa rappresentazione del mondo dell'agente secreto con licenza di uccidere è non solo data, ma anche onestamente derisibile e irritante. Ecco perché faccio a tratti fatica a "digerire" l'anima campy dei precedenti episodi che finora ho visto.
Detto ciò, "GoldenEye" nel complesso funziona. Le scene d'azione sono ben architettate e anche se i modellini in scala sono talmente palesi da distogliere l'attenzione, l'insieme finale è un'avventura esplosiva che pone le sue basi su un contesto geopolitico ancora caldo (post Guerra Fredda, Usa vs Russia, chi ce l'ha più grosso, ecc ecc), ma non dimentica l'anima poliglotta del franchise. Insomma, anche qui ce n'è per tutti i gusti e si viaggia a gogo.
In generale i personaggi sono molto macchiette e che Sean Bean sia il cattivo lo si capisce dal primo secondo, in ogni caso ho molto apprezzato la magnetica presenza della stu-pen-da Famke Janssen che, anche se confinata in un ruolo assurdo e sessualmente inquietante, ruba la scena a chiunque ogni volta che viene inquadrata. Alan Cumming un po' sprecato, Judi Dench troppo poco screen-time e... Izabella Scorupco chi?!
In ogni caso, tutto considerato, un Bond accettabile.
Film 1937 - GoldenEye
Film 1526 - The World Is Not Enough
Cast: Pierce Brosnan, Sean Bean, Izabella Scorupco, Famke Janssen, Joe Don Baker, Judi Dench, Robbie Coltrane, Alan Cumming, Samantha Bond, Minnie Driver.
Box Office: $352.1 milioni
Vale o non vale: Non il miglior Bond, ma forse quello che preferisco con Pierce Brosnan come protagonista, anche se la caratterizzazione del personaggio all'epoca era più sfrontata e sfacciatamente impenitente. Comunque un'avventura godibile.
Premi: Candidato a 2 BAFTA per Miglior sonoro ed effetti speciali.
Parola chiave: Satellite.

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Bengi

mercoledì 15 luglio 2020

Film 1748 - Pride & Prejudice

Intro: Avevo bisogno di un po' di romanticismo ai tempi di Jane Austen.
Film 1748: "Pride & Prejudice" (2005) di Joe Wright
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: probabilmente ci sono trasposizioni più riuscite o più fedeli, in ogni caso a me "Pride & Prejudice" di Joe Wright lascia sempre molto soddisfatto. E adoro il dialogo tra Keira Knightley e Matthew Macfadyen sotto la pioggia, trovo la vulnerabilità di Elizabeth rincuorante e riesco, ogni volta, ad identificarmici. Go Jane Austen, go!
Film 282 - Orgoglio e pregiudizio
Film 428 - Orgoglio e pregiudizio
Film 1748 - Pride & Prejudice
Cast: Keira Knightley, Matthew Macfadyen, Brenda Blethyn, Donald Sutherland, Tom Hollander, Rosamund Pike, Jena Malone, Carey Mulligan, Judi Dench, Kelly Reilly, Rupert Friend, Penelope Wilton.
Box Office: $121.6 milioni
Vale o non vale: Esteticamente bellissimo, musicato alla perfezione e romantico al punto giusto, "Pride & Prejudice" cattura l'essenza del romanzo riuscendo con successo a riproporlo in chiave più attuale. Non un capolavoro, ma mi pare renda giustizia all'opera - meravigliosa - da cui è tratto.
Premi: Candidato a 4 Oscar per Migliore attrice protagonista (Knightley), costumi, colonna sonora e scenografie; 2 nomination ai Golden Globe per Miglior film commedia o musical (?) e attrice protagonista; nominato a 5 BAFTA per attrice non protagonista (Blethyn), sceneggiatura non originale, costumi, trucco e film britannico dell'anno. Joe Wright ha vinto il BAFTA per Most Promising Newcomer.
Parola chiave: Sentimenti.

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Bengi

mercoledì 8 luglio 2020

Film 1745 - Casino Royale

Intro: Non ricordo bene per quale motivo ho rivisto prima "Skyfall" che questo film, in ogni caso mi era sicuramente tornata voglia delle avventure di 007.
Film 1745: "Casino Royale" (2006) di Martin Campbell
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ingresso trionfale di Daniel Craig come James Bond, anche se va detto che qui siamo ancora in una fase un po' tamarra del personaggio, avendo appena ottenuto il testimone da Pierce Brosnan che di sicuro ha incarnato una versione molto high tech/ludica della famosa spia con licenza di uccidere.
"Casino Royale" è un grande rilancio per 007 che, da questo titolo in poi, non solo si rifarà il look, ma procederà per un percorso narrativo più maturo e interessante da seguire che, tra l'altro, gioca benissimo la carta Vesper Lynd (Eva Green).
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Cast: Daniel Craig, Eva Green, Mads Mikkelsen, Jeffrey Wright, Judi Dench, Giancarlo Giannini, Caterina Murino, Tobias Menzies, Claudio Santamaria.
Box Office: $616.1 milioni
Vale o non vale: Primo titolo di 5 James Bond con al timone Daniel Craig che, grazie a questo franchise, acquista fama internazionale e grande popolarità. "Casino Royale" funziona, ha ritmo e grandi scene d'azione, per un risultato finale di grande intrattenimento.
Premi: Candidato a 9 BAFTA (tra cui Miglior attore protagonista (Craig), sceneggiatura non originale e film britannico dell'anno) ha vinto quello per il Miglior sonoro. La canzone "You Know My Name" cantata da Chris Cornell nei titoli di testa è stata candidata al Grammy per Best Song Written for Motion Picture, Television or Other Visual Media.
Parola chiave: Poker.

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Bengi

giovedì 2 luglio 2020

Film 1738 - Skyfall

Intro: Cambiamo un po' genere (e soprattutto attore protagonista) per lanciarci nelle magnifiche avventure della spia più famosa e glam della storia del cinema.
Film 1738: "Skyfall" (2012) di Sam Mendes
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas
In sintesi: per me ad oggi il miglior Bond tra tutti quelli che ho visto. Daniel Craig è perfetto, la storia funziona perfettamente e non ne sbaglia una, la messa in scena è meravigliosa e si rimane col fiato sospeso per la maggior parte del film. Ma che volete di più? Scoprire qualche segreto sul passato di 007? Eccovi serviti! «Let the sky fall...»
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Cast: Daniel Craig, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Naomie Harris, Ben Whishaw, Bérénice Lim Marlohe, Albert Finney, Judi Dench.
Box Office: $1.109 miliardi
Vale o non vale: Se siete fan del personaggio creato da Ian Fleming, questo "Skyfall" vi piacerà sicuramente, ma onestamente penso che il film vi piacerà che siate fan della saga o meno.
Premi: Candidato a 5 premi Oscar, ne ha vinti 2 per la Miglior canzone originale di Adele e il montaggio sonoro (ex aequo con "Zero Dark Thirty). Adele ha vinto anche il Golden Globe e il Grammy per Best Song Written for Visual Media, mentre Thomas Newman ha vinto quello per Best Score Soundtrack for Visual Media. Il film ha vinto 2 BAFTA su 8 nomination per la Miglior colonna sonora e per il Miglior film britannico dell'anno.
Parola chiave: Grandborough.

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Bengi

sabato 15 febbraio 2020

Razzie Awards 2020: nomination e vincitori

40th Golden Raspberry Awards

Worst Picture
Cats – Debra Hayward, Tim Bevan, Eric Fellner, Tom Hooper
The Fanatic – Daniel Grodnik, Oscar Generale, Bill Kenwright
The Haunting of Sharon Tate – Lucas Jarach, Daniel Farrands, Eric Brenner
A Madea Family Funeral – Ozzie Areu, Will Areu, Mark E. Swinton
Rambo: Last Blood – Avi Lerner, Kevin King Templeton, Yariv Lerner, Les Weldon

Worst Director
Fred Durst – The Fanatic
James Franco – Zeroville
Adrian Grünberg – Rambo: Last Blood
Tom Hooper – Cats
Neil Marshall – Hellboy

Worst Actor
James Franco – Zeroville as Vikar
David Harbour – Hellboy as Hellboy / Anung Un Rama
Matthew McConaughey – Serenity as Baker Dill
Sylvester Stallone – Rambo: Last Blood as John J. Rambo
John Travolta – The Fanatic and Trading Paint as Moose and Sam Munroe

Worst Actress
Hilary Duff – The Haunting of Sharon Tate as Sharon Tate
Anne Hathaway – The Hustle and Serenity as Josephine Chesterfield and Karen Zariakas
Francesca Hayward – Cats as Victoria
Tyler Perry – A Madea Family Funeral as Mabel "Madea" Simmons
Rebel Wilson – The Hustle as Penny Rust

Worst Supporting Actor
James Corden – Cats as Bustopher Jones
Tyler Perry – A Madea Family Funeral as Joe
Tyler Perry – A Madea Family Funeral as Uncle Heathrow
Seth Rogen – Zeroville as Viking Man
Bruce Willis – Glass as David Dunn / The Overseer

Worst Supporting Actress
Jessica Chastain – Dark Phoenix as Vuk
Cassi Davis – A Madea Family Funeral as Betty Ann "Aunt Bam" Murphy
Judi Dench – Cats as Old Deuteronomy
Fenessa Pineda – Rambo: Last Blood as Gizelle
Rebel Wilson – Cats as Jennyanydots

Worst Screen Combo
Any two half-feline/half-human hairballs – Cats
Jason Derulo & his CGI-neutered "bulge" – Cats
Tyler Perry & Tyler Perry (or Tyler Perry) – A Madea Family Funeral
Sylvester Stallone & his impotent rage – Rambo: Last Blood
John Travolta & any screenplay he accepts

Worst Prequel, Remake, Rip-off or Sequel
Dark Phoenix (20th Century Fox)
Godzilla: King of the Monsters (Warner Bros.)
Hellboy (Lionsgate)
A Madea Family Funeral (Lionsgate)
Rambo: Last Blood (Lionsgate)

Worst Screenplay
Cats – Lee Hall and Tom Hooper; based on the musical by Andrew Lloyd Webber, which was based on Old Possum's Book of Practical Cats by T. S. Eliot
The Haunting of Sharon Tate – Daniel Farrands
Hellboy – Andrew Cosby; based on the Dark Horse Comics character by Mike Mignola
A Madea Family Funeral – Tyler Perry
Rambo: Last Blood – Matthew Cirulnick and Sylvester Stallone; based on the character created by David Morrell

The Razzie Redeemer Award
Jennifer Lopez – Hustlers
Eddie Murphy – Dolemite Is My Name
Keanu Reeves – John Wick: Chapter 3 – Parabellum and Toy Story 4
Adam Sandler – Uncut Gems
Will Smith – Aladdin

Worst Reckless Disregard for Human Life and Public Property
Dragged Across Concrete
The Haunting of Sharon Tate
Hellboy
Joker
Rambo: Last Blood

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Bengi

martedì 29 gennaio 2019

Film 1526 - The World Is Not Enough

Intro: Era da un po' che volevo riscoprire un po' dei Bond che avevo visto da ragazzo e ne ho approfittato in uno dei tanti momenti film al Takarakka.
Film 1526: "The World Is Not Enough" (1999) di Michael Apted
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Pierce Brosnan come Bond non mi ha mai fatto impazzire e rivederlo nel ruolo ha confermato la mia avversione. Soprattutto perché Daniel Craig è oramai imbattibile;
fanno un po' ridere le intraprendenze tecnologiche scelte allora, quando adesso nella saga si gioca al ribasso. Meno "esagerazioni" e più trama avrebbero aiutato anche qui;
il casting non è dei migliori, con una Sophie Marceau femme fatalona e una Denise Richards nei panni di una fisica nucleare e, per noi soprattutto, una Maria Grazia Cucinotta cecchina. Non serve aggiungere altro, fa già ridere così;
ho apprezzato il colpo di scena della trama, che dà ad uno dei personaggi una doppiezza forse inaspettata (e che non vedevo l'ora di rivedere).
Film 1937 - GoldenEye
Film 1526 - The World Is Not Enough
Cast: Pierce Brosnan, Sophie Marceau, Robert Carlyle, Denise Richards, Robbie Coltrane, Judi Dench, Desmond Llewelyn, John Cleese, Maria Grazia Cucinotta.
Box Office: $362 milioni
Vale o non vale: Bellissima canzone portante della colonna sonora interpretata dai Garbage, forse l'aspetto migliore di tutta questa operazione commerciale.
Premi: Candidato a 2 Razzie Awards, ha vinto per la Peggior attrice non protagonista (Richards).
Parola chiave: Sindrome di Stoccolma.

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sabato 9 giugno 2018

Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel

Intro: Altro dvd, altro film che avevo già visto ma avevo piacere di guardare di nuovo.
Film 1494: "The Best Exotic Marigold Hotel" (2011) di John Madden
Visto: dalla tv di Tracey
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: dopo la pensione, il lutto, la salute che se ne va, cosa rimane alle persone? E’ questo l’incipit del film, che va a raccontare il percorso di un gruppo di più o meno anziani in viaggio verso la loro nuova (e ultima?) destinazione: l’India. Il confronto fra la madrepatria inglese e la terra asiatica è uno shock culturale cui non tutti sono preparati, fatto che porterà a destabilizzare equilibri oltre che portare a nuove e impensate amicizie e opportunità;
a tirare le fila della storia sono lo stesso hotel e il suo rocambolesco giovane manager, un giovane indiano sognatore (Dev Patel) che spera di poter trasformare la vecchia struttura ereditata dal padre in un ritiro di lusso per la terza età. Il luogo di ritrovo comune è il centro silenzioso del racconto, capace di affascinare e stordire, risultare oppressivo quanto una prigione o invogliare a rapportarsi con le novità locali. Ogni personaggio reagirà agli stimoli in maniera diversa;
esattamente come per la prima volta che lo vidi, “The Best Exotic Marigold Hotel” mi ha lasciato una sensazione di mancanza, seppure questa volta mitigata dal fatto che sapessi già cosa aspettarmi. L’approfondimento dei personaggi è sensato e mai sciocco, molto umano, e anche i toni più leggeri aiutano il risultato finale ad acquisire una certa delicatezza spensierata nonostante l’evidente difficoltà di certi temi. Eppure tutto questo non è bastato nemmeno in questa occasione a lasciarmi soddisfatto di un prodotto da cui onestamente mi aspettavo molto di più.
Film 398 - Marigold Hotel
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel
Cast: Judi Dench, Bill Nighy, Penelope Wilton, Dev Patel, Celia Imrie, Ronald Pickup, Tom Wilkinson, Maggie Smith.
Box Office: $136.8 milioni
Vale o non vale: per i temi che tratta e i toni in cui li affronta sicuramente “Marigold Hotel” vale la visione, senza contare che si avvale di un cast magnifico e assolutamente in parte. Il successo della pellicola ha portato anche alla realizzazione di un sequel – qualcosa vorrà dire -, per cui farsi una propria opinione non guasta. Però il film poteva sicuramente avere una marcia in più.
Premi: 2 candidature ai Golden Globes per Miglior film e attrice protagonista (Dench) nella categoria musical o commedia.
Parola chiave: Futuro.

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Bengi

martedì 15 maggio 2018

Film 1491 - Victoria & Abdul

Intro: L’avevo perso al cinema a Melbourne, ma ero assolutamente intenzionato a vederlo in qualche modo. Così quando si è presentata l’occasione streaming l’ho colta al volo e una volta qui è stata una delle nostre prime scelte..
Film 1491: "Victoria & Abdul" (2017) di Stephen Frears
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: “Victoria & Abdul” non è male, anche se non mi ha folgorato, diciamo. A Judi Dench non puoi dirle mai niente, è bravissima, quindi basta sottolinearlo e si può procedere oltre. Il suo compagno id avventura (Ali Fazal) è un simpatico ed impacciato comprimario a cui va la fortuna di una compagna di scena tanto capace. Senza la dolce durezza della protagonista non credo che il risultato finale sarebbe altrettanto riuscito. Che poi non stiamo proprio parlando di un gran capolavoro, ma la storia è interessante (ma quanto romanzata?);
Belli i costumi e le scenografie, davvero degni di attenzione. La candidatura all’Oscar per il trucco, invece, non l’ho troppo capita; il resto della corte è antipatica e gretta, attaccata ad un titolo ed un agio figli di un’epoca ormai agli sgoccioli. Non riesco a fare a meno di chiedermi quanto dell’acume di sua Maestà qui ritratto e sfoggiato sia fiction e quanto, invece, plausibile realtà. Ognuno di noi è figlio dei suoi tempi, non è facile spiccare per virtù e mentalità tipiche di secoli a venire…
Cast: Judi Dench, Ali Fazal, Eddie Izzard, Adeel Akhtar, Paul Higgins, Michael Gambon, Olivia Williams.
Box Office: $65.4 milioni
Vale o non vale: nell’insieme il risultato è buono. Mi aspettavo di più, lo devo ammettere, ma alcuni validi motivi per non lasciare indietro questo titolo ci sono e sicuramente Judi Dench è il primo di questi. Per chi ama, poi, le pellicole in costume questa è una manna.
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori costumi e il trucco; candidato al Golden Globe per la performance di Judi Dench.
Parola chiave: The Banquet Hall of Eternity.

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Bengi

venerdì 15 dicembre 2017

Film 1458 - Tulip Fever

Qui in Australia le città erano tappezzate dei poster di questo film che, tra l'altro, presenta come protagonista la mia amata Alicia Vikander. Potevo forse astenermi dal vederlo?

Film 1458: "Tulip Fever" (2017) di Justin Chadwick
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Francy
Pensieri: Esteticamente molto curato, il film non riesce però ad andare oltre la rappresentazione da dipinto, rimanendo perfettamente bidimensionale nei confronti di una storia d’amore più sensazionale sulla carta che nella realtà. La colpa è di una trama spesso confusa che prova a riorientare le reminiscenze a “La ragazza con l’orecchino di perla” dovendone necessariamente distanziarsi quel tanto che basti a caratterizzare sufficientemente il prodotto in questione come qualcosa di più nuovo e diverso possibile. Nonostante la derivazione da romanzo di successo (di Deborah Moggach), questo non basta ad assicurare a “Tulip “Fever” gli elementi necessari ad una stoira intrigante, coinvolgente e romantica.
Le pene d’amore dei due giovani protagonisti - che a dirla tutta sembrano più due adolescenti – non riescono ad essere ben trasmesse allo spettatore, fallendo nell’agganciare quello che di fatto sarebbe il pubblico di riferimento di un prodotto come questo. Privato dell’aspetto amoroso (la tresca della servetta è più intrigante), ci si aspetterebbe almeno l’approfondimento dell’interessante titolo, ma di fatto non è così. Nonostante la rappresentazione della speculazione sui bulbi di tulipani nell’Amsterdam del 17esimo secolo, la questione resta troppo marginale per dirsi trattata a sufficienza, il che è un peccato. Fuorviati da un marketing che non ha mancato di spingere in tale direzione, in realtà la febbre da tulipano rimane un accenno, seppur molto urlato…
Alicia Vikander si conferma una protagonista capace in grado di sostenere il film sulle sue spalle. Non manca, scopriremo, di una certa vena comica (befferà il marito Christoph Waltz) anche se naturalmente il film è orientato principalmente su quella drammatica. Da questo punto di vista il personaggio di Sophia. Si rivelerà un po’ troppo confuso e a volte troppo difficile da decifrare, tanto da compromettere, appunto, il processo empatico con il pubblico.
Tutto sommato, quindi, la pellicola non riesce a proporre una storia d’amore passionalmente trascinante, né è capace di un approfondimento storico che vada oltre le quattro mura in cui la vendida dei tulipani venga effettuata. Inoltre la costruzione dei personaggi è poco elaborata e rimane bloccata a una serie di stereotipi comuni al genere di questa pellicola (c’è il marito vecchio e scemo,, la servetta a volte amica e a volte stronza, il pittore innamorato, la vecchia suora saggia e spiccia) In definitiva “Tulip Fever” è un prodotto piatto ed esteticamente molto bello, quasi più un esercizio di stile che un prodotto cinematografico che abbia in effetti qualcosa di nuovo da raccontare.
Cast: Alicia Vikander, Dane DeHaan, Zach Galifianakis, Judi Dench, Christoph Waltz, Cara Delevingne, Tom Hollander, Matthew Morrison, Kevin McKidd, Douglas Hodge.
Box Office: $7.9 milioni
Consigli: Gli amanti del genere romantico ambientato in epoche storiche più o meno lontane gradiranno un prodotto esteticamente molto curato e bello da guardare. Manca di generare vero interesse quando si tratta dei due protagonisti innamorati – il che è un problema -, ma rimane un titolo guardabile ed essenzialmente innocuo. Non granché, ma pur sempre buono per una serata priva di pretese..
Parola chiave: Ripensamento.

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giovedì 7 dicembre 2017

Film 1451 - Murder on the Orient Express

E, finalmente, uno dei film che attendevo di più di questo fine 2017!

Film 1451: "Murder on the Orient Express" (2017) di Kenneth Branagh
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Francy
Pensieri: Aspettative molto alte combinate a critiche non particolarmente esaltanti mi avevano reso titubante nei confronti di una delle pellicole che attendevo con più impazienza questa stagione. Branagh è un maestro e riesce sempre con successo e gran classe a portare a termine i suoi progetti e di regista e di attore, ragion per cui ero ancora di più interessato a recuperare questo titolo. Senza contare che si tratta dell’adattamento moderno dell’omonimo classico anni ’70, un film insieme ad “Assassinio sul Nilo” trovo semplicemente irresistibile. Come si sa è difficile bissare un cult – specialmente di un racconto tanto noto come quello di Agatha Christie qui – e la sfida di solito viene persa.
Nel caso specifico dell’”Orient Express” classe 2017, il risultato finale è molto buono, anche se la parte più attesa della storia, ovvero il finale con risoluzione del caso, è meno carica di suspense di quella del suo predecessore. In una sorta di ultima cena su rotaia, Poirot (lo stesso Branagh) espone la sua teoria come giuntoci sul momento, con rabbia, e lascia lo spettatore “esperto” con la brutta sensazione che Sidney Lumet nel suo film abbia trovato una maniera più efficace di raccontare l’inaspettata conclusione.
A parte questo aspetto, l’unico che personalmente mi ha lasciato dubbioso, ho trovato la pellicola particolarmente ben fatta, esteticamente curatissima e davvero bella, recitata con consapevolezza da un cast tanto variegato quanto maledettamente intrigante. Del resto parte del fascino di questo riadattamento sta proprio qui. Tra i tanti spiccano una Michelle Pfeifer in formissima e ancora tremendamente sexy, Johnny Depp finalmente in un ruolo sensato, la nuova pupilla di “Star Wars” Daisy Ridley che dimostra di saperci fare e, ovviamente, Branagh, qui mattatore per tutti i 114 minuti di durata, capace di andare oltre i baffoni strambamente lunghi e l’inflessione francese del suo protagonista (che però è Belga, sia chiaro), regalandogli quello spessore che lo porta oltre la macchietta bidimensionale e lo rende umano nonostante le apparenze robotiche.
Tecnicamente il film è fatto veramente bene: costumi e scenografie sono sontuosi e sfarzosi, in grado di compiacere l’occhio dello spettatore; la fotografia è stupenda, mentre la regia di Branagh è attenta a non farci soffrire di claustrofobia regalando spesso momenti di respiro con riprese del treno dall’esterno e non pochi avvenimenti chiave svolti all’aperto. Come la scena finale, appunto. Quest’ultimo aspetto aiuta certamente a regalare dinamismo al prodotto finale – qualità che manca al classico del ’74 – evitando che la sensazione sia quella di venire schiacciati tra una parete e l’altra delle varie carrozze viaggiatori.
“Murdere on the Orient Express” è, in definitiva, un buon prodotto dal fascino retrò capace di catalizzare l’interesse del pubblico moderno, il che già di per sé è un pregio; è un film realizzato con grazia e occhio per i dettagli, pur non riuscendo del tutto a scrollarsi di dosso la pesante eredità del suo predecessore. In ogni caso si tratta certamente di una scommessa vinta – non bastasse l’incasso a confermarlo, va segnalata la nuova avventura che aspetta al cinema l’ispettore nel prossimo futuro, nientemeno che la stessa che lo aspetta alla fine di questa storia – che conferma per l’ennesima volta la presenza di un pubblico interessato a questo tipo di prodotti che, quando sono ben fatti, non tarda a presentarsi al cinema.
Film 1451 - Murder on the Orient Express
Film 2093 - Death on the Nile
Film 2212 - A Haunting in Venice
Cast: Kenneth Branagh, Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Josh Gad, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Michelle Pfeiffer, Daisy Ridley, Tom Bateman, Olivia Colman, Lucy Boynton, Sergei Polunin.
Box Office: $352.8 milioni
Consigli: Gli amanti della Christie e dei suoi romanzi, chi in precedenza aveva già apprezzato la storia e/o il titolo di Lumet dovrebbe andare a colpo sicuro con questo nuovo adattamento firmato Branagh, capace artista in grado di lanciarsi in progetti controcorrente e ogni volta diversi riuscendo a portare a casa risultati qualitativamente molto alti sia tecnicamente che qualitativamente. Il cast è ricchissimo e dei più glam, l’ambientazione affascinantissima, per non parlare del caso da risolvere, apparentemente doverosamente impossibile. Ci sarebbero aspetti migliorabili, in ogni caso un bel titolo.
Parola chiave: Pugnalate.

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giovedì 17 novembre 2016

Film 1240 - Miss Peregrine's Home for Peculiar Children

Avevamo già provato ad Oslo a vedere questo film, ma la progranmmazione ci aveva fregato e avevamo girato a vuoto. L'ultima sera a Copenaghen, invece, dopo aver passato tutta la giornata presso Tivoli - il parco a tema cittadino all'aperto (e dunque tutto sotto la pioggia di inizio autunno) - e dopo aver scoperto che lo zoo dall'altra parte della città chiudeva alle 17, abbiamo pensato che potesse essere una buona idea andare a riscaldarci al cinema, seduti comodi comodi in compagnia di un buon film (e le caramelle per Poe).

Film 1240: "Miss Peregrine's Home for Peculiar Children" (2016) di Tim Burton
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Tim Burton senza Johnny Depp funziona? Sì, e per niente male.
Tornato alle atmosfere di un tempo, abbandonati certi esperimenti poco felici, il regista ritrova una buona ispirazione, più che sufficiente a connotare questo "Miss Peregrine" di un certo fascino tra il fiabesco e l'inquietante. Come, del resto, è sempre stato il marchio di fabbrica di Burton.
Eva Green è perfetta nella parte e anche se è suo il primo nome dei titoli di coda, di fatto il personaggio del titolo ha pochissime scene, troppo poche a dire il vero! Intrigante, misteriosa, magica e magnetica, così è Miss Peregrine e così è Eva Green, capace di una costante metamorfosi di personaggio in personaggio, perfettamente a proprio agio nel ruolo di femme fatale come in quello di gotico mentore di ragazzini dalle abilità speciali. O peculiari, per dirla col film.
In tutto questo, la storia del giovane Jake (Asa Butterfield) che si trova a confrontarsi con il magico e ogni tanto oscuro universo parallelo creato dalla stessa Peregrine in cui i ragazzi dotati vivono in un loop infinito per sopravvivere in eterno e scampare agli Hollowgasts che, si scoprirà, solo Jake può vedere (è peculiare anche lui, dopotutto). Ovviamente non è finita qui, perché oltre ai pericolosi mostri, ci si mettono anche altri peculiari diventati cattivi che, per sopravvivere e incrementare i loro poteri, si nutrono degli occhi dei loro simili e sono capitanati dall'inquietante Barron (Samuel L. Jackson). Sconfiggere loro e sconfiggere gli Hollow sarà l'avventura da affrontare, alla ricerca di un nuovo loop temporale in cui vivere e - attenzione spoiler! - organizzandosi per andare a salvare la povera Miss che si sacrificherà per salvare i propri protetti.
"Miss Peregrine's Home for Peculiar Children" è, quindi, una bella immersione in un universo nuovo e colorato, mostruoso e affascinante al contempo, ritrovata fantasia burtoniana in grado di riportare a certi bei ricordi vicini a "Edward mani di forbice", "Beetlejuice", "Frankenweenie" e ovviamente "Nightmare Before Christmas". Questa sorta di ritorno a casa del regista rincuora lo spettatore e anche se no, non siamo ai fasti di un tempo, il risultato finale di questa pellicola convince e affascina e regala una favola capace di evocare qualche incubo, il che mi pare rifletta particolarmente bene lo stile che ha reso così famoso il regista. Ho rivisto molto di Winona Ryder nella giovane Ella Purnell dagli occhioni enormi e il ruolo del nonno Abe (Terence Stamp) sarebbe andato sicuramente al fantastico Christopher Lee se non fosse scomparso di recente. Insomma, i richiami al "vecchio Burton" ci sono e si sentono forte e chiaro.
Così "Miss Peregrine" finisce per piacere per due motivi: è una storia intrigante che sa di avventura e promette di non finire qui e ristora quel fascino a cui Tim Burton ci aveva abituato e ci aveva fatto tanto impazzire. Vedere per credere.
Cast: Eva Green, Asa Butterfield, Chris O'Dowd, Allison Janney, Rupert Everett, Terence Stamp, Ella Purnell, Judi Dench, Samuel L. Jackson.
Box Office: $258.2 milioni
Consigli: Effetti speciali delle grandi occasioni, un cast azzeccato, la roca voce di Eva Green, un mondo bizzarro e affascinante, una fotografia particolarmente brillante, una canzone portante firmata da Florence and the Machine e, naturalmente, il magico tocco di un fantastico narratore, il tutto a servizio della storia di Ransom Riggs che qui vive di un racconto tra il fiabesco e l'horror che funziona e lascia soddisfatti. In Italia arriva a metà dicembre e può essere una buona alternativa alle scemenze natalizie che di solito sbucano ad hoc in quel periodo. E poi... Tim Burton è Tim Burton, ogni suo nuovo film è imperdibile!
Parola chiave: Time loop.

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mercoledì 22 giugno 2016

Film 1165 - Skyfall

Ogni tanto ritornano... (Poe vuole che io riveda "Quantum of Solace" ma non ha capito quanto sia improbabile che la cosa accada...)

Film 1165: "Skyfall" (2012) di Sam Mendes
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Il punto era recuperare "Spectre", che Poe non aveva visto al cinema e del quale di recente avevo comprato in dvd. Dunque, una volta iniziata la visione, si scopre che però Poe non ha mai visto nemmeno "Skyfall", il che rende la visione del capitolo precedente assolutamente necessaria. Abbandonato "Bond 24", dunque, ci siamo messi a vedere questo film.
Io ormai lo avrò rivisto un'inifinità di volte, ma rimango sempre soddisfatto dal perfetto connubio di approfondimento, intrattenimento, azione, effetti speciali ed ottime scelte di cast. Per non parlare, poi, della scena madre nel finale che vale l'attesa di tutti questi anni di Daniel Craig 007.
Insomma, sempre un piacere ritrovarla, Signor Bond.
Ps. 5 candidature all'Oscar e 2 premi vinti, uno in pareggio con "Zero Dark Thirty" per il Miglior montaggio sonoro e uno per la Miglior canzone originale ("Skyfall" di Adele). La saga ha fatto il bis a 3 anni di distanza in quest'ultima categoria, grazie alla vittoria di Sam Smith agli Oscar di febbraio per il sequel "Spectre".
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Cast: Daniel Craig, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Naomie Harris, Bérénice Lim Marlohe, Albert Finney, Judi Dench, Ben Whishaw, Rory Kinnear, Ola Rapace, Helen McCrory.
Box Office: $1.109 miliardi
Consigli: Un buon espisodio per questa celebre e duratura saga che, grazie agli ultimi capitoli, sta vivendo una rinnovata giovinezza sia in termini di incassi che di apprezzamenti qualitativi. Molto del merito va ovviamente a Craig, credibile nei panni dell'agente segreto britannico disposto a tutto pur di portare a termine le sue missioni (qui non solo quelle che gli affida l'MI6). "Skyfall" funziona sia come storia da collocare all'interno di un franchise molto articolato, sia come pellicola da vedere indipendentemente dal contesto. In ogni caso, un risultato di grande valore per un blockbuster ingelese che non delude e, anzi, lascia notevolmente soddisfatti.
Parola chiave: M.

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martedì 4 agosto 2015

Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel

Non ero riuscito a vederlo al cinema, così appena ho potuto ho recuperato a casa!

Film 967: "Ritorno al Marigold Hotel" (2015) di John Madden
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sequel del fortunato, primo episodio, "Marigold Hotel 2" è un ritorno alle atmosfere speziate, colorate e divertenti dell'altro film, anche se il risultato finale è meno riuscito.
La formula, che di fatto rimane la stessa precedente, è quella di espandere l'hotel per anziani in India e farne nascere un secondo per far crescere il business. Sonny e Muriel (Dev Patel e Maggie Smith) volano a San Diego per proporre la loro idea ad un magnate degli alberghi, che per valutare se scendere in affari manderà un ispettore in incognito per dare un giudizio su struttura, personale e fattibilità del progetto. In mezzo ci sarà anche l'organizzazione del matrimonio di Sonny con Sunaina (Tina Desai), il ritorno di chi se n'era andato e alcuni nuovi ospiti che porteranno le loro storie e personalità. Non mancheranno, quindi, equivoci e casini che andranno a complicare non poco la vita di tutti i protagonisti (tra gli altri Judi Dench, Bill Nighy, Celia Imrie, Ronald Pickup, Diana Hardcastle, Lillete Dubey, Richard Gere e Tamsin Greig) nonché la residenza in hotel.
La bella fotografia, il cast meraviglioso e la piacevolezza di questo prodotto cinematografico rendono tutta l'operazione 'secondo episodio' in ogni caso piacevole, anche se effettivamente meno magnetica dell'originale. L'inesauribile energia di Sonny è snervante e il suo continuo parlare cozza con la tranquillità degli altri personaggi e la loro neccessità di procedere con la loro vita in maniera lenta, pacata, tranquilla. Questo è l'elemento che più mi ha affaticato durante la visione, che altrimenti sarebbe stata solamente piacevole. Non dico che questo guasti "The Second Best Exotic Marigold Hotel", semplicemente lo rende più rumoroso (caratteristica che personalmente associo poco all'idea di terza età, idea che volente o meno ho agganciato a questo film).
Insomma, il secondo sbarco in India è molto gradito, ma la magica combinazione di elementi di "Marigold Hotel" era difficile da ripetere con la stessa poesia e ispirazione di 4 anni fa. Va detto forte e chiaro che ce ne vorrebbero di film come questo, pacati e delicati, sinceri e simpatici che propongono la vecchiaia non come un'ecatombe da cui fuggire, ma come un momento della vita che può regalare opportunità e sorprese, nonché nuovi amici. Anche solo per questo "Ritorno al Marigold Hotel" è una bella storia.
Film 398 - Marigold Hotel
Film 967 - Ritorno al Marigold Hotel
Film 1494 - The Best Exotic Marigold Hotel
Box Office: $86 milioni
Consigli: Primo e seconto film sono legati da una trama che riprende dove il primo finisce, di conseguenza ha senso vederli in ordine in modo da dare più senso al tutto. Vero è che anche se uno non avesse modo di recuperare la prima pellicola, questa storia è facilmente comprensibile in ogni caso. Entrambi i titoli sono delicati esempi di come una commedia sulla terza età non solo sia possibile, ma anche un successo di critica e box-office (entrambi i film sono costati 10 milioni di dollari, l'incasso totale è di $222.8 milioni). Il minimo che si possa fare è, dunque, dare al "Marigold Hotel" una chance e vedere se il gruppetto di anziani riesce a coinvolgervi. A me è piaciuto e anche se questo secondo film è meno riuscito del primo, le due storie insieme mi hanno messo di buon umore. E, se questo non bastasse... Ci sono Maggie Smith e Judi Dench protagoniste!
Parola chiave: Ispettore.

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venerdì 14 febbraio 2014

Film 669 - Philomena

Sempre più vicini agli Oscar, continuo la visione delle pellicole in nomination con molta curiosità e interesse.

Film 669: "Philomena" (2013) di Stephen Frears
Visto: dal computer di Luigi
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno (Luigi dormiva)
Pensieri: Judi Dench è assolutamente una delle migliori attrici in circolazione, in grado di passare dalla Regina Elisabetta I, alla M della maggior parte dei Bond fino a questo "Philomena" con grazia, verosimiglianza e soprattutto talento. Meriterebbe molto di più che quel misero Oscar per la sua rapidissima partecipazione a "Shakespeare in Love", ma è già qualcosa che le abbiano conferito questo premio, non sempre garantito agli outsiders come lei.
Anche per questa pellicola, naturale, la Dench ottiene una candidatura - la settima della sua carriera - e porta a casa numerosissime ottime critiche per la sua interpretazione della vera e ancora viva Philomena Lee e della triste storia che ha dovuto subire. La Lee, infatti, si è vista portare via suo figlio dalle suore del convento di Roscrea presso cui era ospitata insieme ad altre ragazze madri. Dopo un paio d'anni in cui il bambino è rimasto presso la struttura, è poi stato portato via da una famiglia americana. Si scoprirà, attraverso le indagini di Martin Sixsmith (interpretato da Steve Coogan, anche sceneggiatore), incaricato da Philomena di scrivere la sua storia, che le suore non solo impedivano alle madri di stare con i figli e poi li facevano adottare da altre famiglie, ma li vendevano a tutti gli effetti. E, nel momento in cui madre o figlio tornavano al convento per chiedere informazioni o notizie del parente, queste tenevano i due separati per nascondere, naturalmente, la verità dietro le adozioni.
La ferocia dimostrata dalle sorelle, teoricamente depositarie di una misericordia che si supporrebbe illuminante, credo sia l'aspetto più devastante da affrontare qui. La gentilezza, l'umiltà e la semplicità di Philomena sono qualcosa che riscatta il genere umano quando compie tali barbarie, ma, nell'ambiente che più di tutti dovrebbe essere consacrato al perdono e alla comprensione, rimane il fatto che si commettesse l'atrocità di separare la madre dal proprio bambino per questione di soldi. E ritengo sia una vergogna impossibile da cancellare. La protagonista di questa triste storia, ingenua ma profondamente buona, sarà la vera luce di Roscrea, in grado di dimostrare alle sorelle - in particolare a suor Hildegarde - cosa voglia dire perdonare. Dico dimostrare e non insegnare poiché trovo improbabile che le religiose abbiano realmente appreso qualcosa dalla gentilezza di Philomena.
Personali riflessioni a parte, rimane una pellicola che racconta fatti realmente - e recentemente, purtroppo - accaduti, lasciando tristezza e sconforto per l'azione di un gruppo di persone incapaci di concepire esistenze differenti dalla loro concezione di rettitudine se non attraverso punizione e mortificazione. Il percorso dell'anziana protagonista, fatto di paure, dubbi e ripensamenti, è ben narrato e la personalità dei due protagonisti, così agli antipodi, è resa benissimo sia attraverso la sceneggiatura che attraverso la capacità di Dench e Coogan. Anche se non posso dire che la pellicola in sé mi abbia tanto entusiasmato da ritenere meriti l'Oscar come Miglior film (le altre candidature sono per Miglior attrice protagonista, sceneggiatura e colonna sonora), la storia che racconta è stata in grado di farmi riflettere, riportando alla mente altri durissimi esempi cinematografici sull'argomento (un esempio su tutti: "Magdalene").
Box Office: $70,008,348
Consigli: E' una bellicola incentrata su temi fortissimi e difficilissimi da digerire. Man mano che la storia procede e le vicende raccontate si fanno sempre più amare non sarà facile rimanere saldi a una qualche sorta di fede, come invece sarà in grado di fare Philomena.
Ottime interpretazioni di Judi Dench, Steve Coogan, bellissima colonna sonora di Alexandre Desplat, autore ormai dall'inconfondibile elegantissmo stile.
Parola chiave: Anthony.

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lunedì 18 novembre 2013

Film 618 - Skyfall

Cineforum dell'incidentato capitolo IV: agente segreto mood on.

Film 618: "Skyfall" (2012) di Sam Mendes
Visto: dalla tv dei miei
Lingua: italiano
Compagnia: madre
Pensieri: Sinceramente trovo che sia un capolavoro del cinema d'azione moderno. E' ben scritto, ben recitato, calibra perfettamente momenti di azione a snodi della trama che scavano in profondità e ridefiniscono il personaggio di 007, fotografia pazzesca, effetti speciali in grande stile, tema portante d'effetto (anche grazie ai bei titoli di apertura)... Insomma, "Skyfall" è il film su 007 che aspettavo.
Frenetico quando è il momento di sparatorie ed inseguimenti, inquietante nel presentare l'ennesimo nuovo cattivo (dopo un'ora dall'inizio della pellicola!) e affascinante nello scardinare i segreti di un rapporto durato anni (tra Bond e M) e quelli legati al passato dell'agente segreto più famoso della storia. Skyfall, tenuta scozzese della famiglia Bond, viene letteralmente brandizzata e diventa titolo del film e della canzone di Adele, diventando il nuovo simbolo da legare a 007 e, finalmente, a qualcosa del suo passato.
Il ritorno (d)al passato è un po' la chiave di tutta questa operazione commerciale, a partire dall'anno di uscita (seppur a detta dei produttori causale) che cade nel 50esimo anniversario della nascita del personaggio cinematografico. Nella trama lo svecchiamento del superfluo - accumulato in anni di sempre più patinata messa in scena - porta ad abbracciare nuovamente la semplicità e la linearità delle cose: il nuovo giovanissimo Q che sfotte il (forse obsoleto?) Bond a proposito della sua meraviglia nel ritrovarsi come arma in dotazione una "semplice" pistola; la stupenda Aston Martin tirata fuori dal garage per portare in salvo M; la resa dei conti finale che vede i 3 personaggi barricarsi nella tenuta procedendo a costruire armi rudimentali un po' in stile "Mamma, ho perso l'aereo"; e poi ancora tutte quelle parti della trama in cui il 'vecchio' viene messo in discussione dal 'nuovo' (M è ancora in grado di svolgere il suo lavoro? O il suo giudizio è annebbiato? E i servizi segreti servono ancora a qualcosa?). Il ritorno dal passato di M del cattivo Silva è la cigliegina sulla torta.
Insomma il nuovo 007 è fortemente influenzato da una riflessione sul passato che non cessa di accompagnare tutto lo svolgersi della storia, incastrandosi perfettamente con le scelte narrative della sceneggiatura. Vincente, oltre questa scelta, quella del cast: Daniel Craig, Judi Dench, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Albert Finney, Ben Whishaw e le due Bond Girl non troppo ingombranti Naomie Harris e Bérénice Marlohe.>br/> Una pellicola che attendevo di rivedere con ansia e che, anche la seconda volta, non mi ha per niente deluso.
Ps. Box office sbalorditivo con un incasso omndiale di $1,108,561,013 di incasso (il primo Bond a superare il miliardo, nonché il primo e al momento unico film ad aver superato i 100 milioni di sterline di incasso al botteghino inglese) e ben due premi Oscar (anche se uno in pareggio).
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Consigli: Dei tre film con Craig nei panni di 007 questo è certamente il migliore. Realizzazione tecnica impeccabile e bella storia, interessante e coinvolgente. Ottimo personaggio quello di M che, grazie a questa sceneggiatura e all'attrice, chiude il percorso di Judi Dench nella saga con un ruolo memorabile.
Parola chiave: M16.

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mercoledì 21 novembre 2012

Film 483 - Skyfall

50 anni e non sentirli. Il suo hobby? La resurrezione.
Io lo amo.


Film 483: "Skyfall" (2012) di Sam Mendes
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Lui è Bond, James Bond.
Ok, sì, vabbé. Mica il solito Bond, però. Già, perchè in occasione del matrimonio dorato che lega la saga al suo pubblico di fedelissimi, non solo la produzione ha fatto pienamente il suo dovere, ma si è superata!
Chi è, del resto, James Bond se non la spia più cool di sempre? Essere agente segreto, però, ha portato lui e il suo lavoro ad una stereotipazione negli anni che ha sancito una rappresentazione del prodotto 007 un po' troppo in 'salsa pop'. Pierce Brosnan era cotonato, glam, sempre in ordine e, diciamocelo, un po' montato. La scelta giusta, dopo 4 film in sua compagnia, è stata fatta andando controcorrente e scegliendo quel Daniel Craig semisconosciuto e dalla faccia da cattivo. E Mr. Bond torna ad avere una carriera.
Dopo il bel "Casino Royale" e il meno riuscito "Quantum of Solace", si cambia tutto tranne l'attore protagonista e la fidata M/Judi Dench: si ingaggiano ben 2 premi Oscar (alla regia Sam Mendes, quello di "American Beauty", come cattivo Javier Bardem), si contorna con le solite - mai viste - Bond girls (Bérénice Marlohe, Naomie Harris) e il risultato funziona alla grande.
Questo "Skyfall", innanzitutto, ha una dose di introspezione veramente insolita per la saga. Il titolo stesso rappresenta un passaggio fondamentale nella storia del protagonista del quale, tra l'altro, si scopre finalmente qualcosa di passato e famiglia (non avendo visto gli originali, non so se nei precedenti film si fossero mai affrontati gli argomenti). Quindi, mettendo assieme i pezzi, dopo l'amore disperato per la bella Vesper Lynd/Eva Green, dopo aver capito che anche lui ha dei sentimenti, ma rimane fedelissimo alla sua M - vera Bond girl di questa pellicola -, scopriamo sempre di più della spia, tanto da farci finalmente un'idea del perché Bond sia così tutto d'un pezzo. Era ora.
In questa maniera, tra l'altro, si legittima un percorso che leghi un episodio all'altro, senza limitare tutte le volte le pellicole ad una vita propria che termini con l'apparire sullo schermo dei titoli di coda. Questa formula, più tipica del passato (vedi i vecchi Batman, per esempio, o l'intuizione di Raimi di reinventare la storia di Spider-man legando i suoi tre episodi sotto il nome di trilogia), finalmente è stata abbandonata anche per 007, che può avere la licenza di uccidere, ma di certo non quella di annoiare.
Di conseguenza, in questo film, c'è spazio per toccare un po' tutti i passaggi necessari a rendere interessante la vicenda, ricollegandosi anche alle "puntate" precedenti: azione mozzafiato, attentati, resurrezione di James, caccia al cattivo, assalto al forte e, soprattutto, un dialogo franco con il passato.
E proprio quest'ultimo tema, il passato, è quello cardine di tutta la storia: che i Servizi Segreti britannici abbiano bisogno di essere svecchiati? Che M e Bond siano troppo vecchi per continuare a ricoprire il loro ruolo? Non a caso vengono inseriti nel cast alcuni nuovi elementi: Gareth Mallory/Ralph Fiennes (che mette più volte in discussione la figura di M) e Q/Ben Whishaw (che, nonostante abbia il volto pulito di un ragazzino, suggerisce un ritorno alla classica sobrietà di pistola e radiotrasmittente evitanto come la peste il momento gadget strambi).
Ora che Bond è serio, maturo e collocato in uno spazio più verosimile, gli sceneggiatori hanno potuto prendersi il lusso di concedersi 143 minuti belli densi per raccontare una vicenda che richiederà la massima attenzione e dell'agente segreto e del pubblico. Saranno messi alla prova sangue freddo, capacità operative, genialità e, soprattutto, la fedeltà del braccio destro alla sua M(ente).
Posso assicurare che il gioco vale la candela, "Skyfall" è bello e ben scritto, ha una fotografia pazzesca - la Scozia non è mai stata così bella (e tanto simile ai freddi inverni di "Cime tempestose", nonostante quello sia ambientato in Inghilterra) - e un finale da battaglia come non se ne vedevano dai tempi de "Le Due Torri".
Devo ammetterlo, ero piuttosto scettico riguardo le voci che volessero questo film un nuovo capolavoro, svolta definitiva per un nuovo cammino di 007, ma non ho potuto fare altro che ricredermi. "Skyfall" è certamente uno dei migliori film che abbia visto quest'anno.
Ps. Canzone portante questa volta affidata all'inglese e popolarissima Adele che fa centro al primo tentativo con la track dallo stesso nome del film (tutti gridano alla candidatura all'Oscar per lei sicura al 100%). Tra l'atro molto ben utilizzata durante i titoli di testa, che mettono in scena in maniera figurata tutto quello che lo spettatore vedrà di lì alle prossime due ore sottoforma di esperimento visivo tra cartone animato, compture grafica e rielaborazione di frame dalla pellicola stessa.
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Consigli: Chiaro che vedere anche i precedenti episodi con Daniel Craig nei panni di 007 aiuterebbe a farsi un'idea di come l'attore e i produttori hanno decostruito un personaggio storico per ricrearlo sottoforma di icona. La spesa di tempo è ben ripagata da questo terzo capitolo, tra l'altro record d'incassi mondiale ($672,855,549 guadagnati in meno di un meso), il più bello dei Bond tra quelli che ho visto.
Gli inglesi, ormai, hanno capito cosa vuol dire produrre buoni film. Chapeau.
Parola chiave: M.

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venerdì 26 ottobre 2012

Film 471 - Quantum of Solace

Martedì a Londra la première di "Skyfall" che da noi uscirà il giorno di Halloween. Per prepararmi, con Paola anche il secondo episodio della saga che ha regalato una seconda giovinezza a James Bond.


Film 471: "Quantum of Solace" (2008) di Marc Forster
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Bene Bond, ma si poteva fare di meglio. Se anche qui non mancano spettacolarità, azione e la carismatica presenza di Mr. Craig tutto muscoli e licenze di sterminare, di fatto questo "Bond 22" non ha lo stesso carisma del suo predecessore.
La trama è più debole e a dirla tutta non sempre sembra seguire un filo narrativo chiaro. Ogni tanto ci si ritrova confusi in un'azione di lotta tanto frenetica da risultare impossibile da afferrare visivamente e, peggio ancora, non sempre si riesce a capire davvero fino a dove si voglia andare a parare.
In effetti un certo senso di disorientamento segna anche la figura di Bond che, dopo la morte dell'amata Vesper, è un concentrato di rabbia e vendetta difficile da controllare per la stessa M (Judi Dench). Forse il film riflette lo stato d'animo del suo protagonista...
Al di là di questo, comunque, qualche critica più precisa va mossa. La prima, come si diceva, è puramente tecnica: la frenesia di 'buttare' lo spettatore dentro l'azione finisce per rendere impossibile la fruizione di un'immagine mossa e in costante frenesia, tanto fastidiosa quanto controproducente. E dire che i precedenti lavori di Marc Forster ("Neverland - Un sogno per la vita", "Il cacciatore di aquiloni") presentano una regia piuttosto tranquilla (per non dire classica).
Secondo punto: Olga Kurylenko. Sorvolando sul fatto che non mi piaccia di per sé, ha un'aspetto sciatto ed è priva di quella magia seduttiva che avrei preferito vedere su una Bond girl dopo il passaggio della bellissima Eva Green nel capitolo precedente. Inoltre, a ben vedere, non l'hanno aiutata nemmeno gli addetti ai lavori: dotata di una Ford Ka color della tristezza che non si addice nemmeno alla donna delle pulizie dell'agente segreto più famoso del Regno Unito, finisce per fare la figura della poveretta. In aggiunta - e qui il terzo punto critico - è vestita in maniera orripilante. La costumista Louise Frogley riesce ad appiattire il livello glam della parte femminile in maniera tanto riuscita da essere mortificante. Perfino Gemma Arterton, che qui ha un piccolo ruolo, riesce a risultare imbarazzantemente conciata (anche se, devo ammettere, il suo personaggio segue alla perfezione la "Lesson number 8" di Anna dello Russo: Wear coat as a dress).
Se dire "Il mio nome è Bond, James Bond" è cool già di per sé, il mondo che contorna il nostro eroe non lo è per niente. Sì, è vero, c'è una presentazione dell'immagine piuttosto ricercata e, molto spesso, 'pulita', ma non posso dire che basti piazzare 007 in un hotel di lusso o in una Siena col Palio ripulita per l'occasione con le migliori tecniche di fotoritocco perchè si possa definire "Quantum of Solace" il film dove Craig possa giocarsi la carta del 'più figo di tutti' al meglio. Le evoluzioni di lotta sono effettivamente accattivanti e si vede che l'attore è davvero adeguato per la parte, ma manca sempre quel momento in cui liberare charme e abilità seduttive - anche verso il pubblico, chiaramente - cui "Casino Royale" ci aveva abituato.
Non tutto è da buttare, però. Anzi, al contrario, forse il vero pregio di questa pellicola è di funzionare alla perfezione per lo scopo che ha: quello di trainare Bond da una parte all'altra della storia, ovvero di raccordare il "21" e il "23" in maniera funzionale. In questo senso la sceneggiatura prende una sua logica che, altrimenti, finirebbe per sfuggire a chi si approccia al prodotto senza adeguata presentazione.
Detto questo bisogna comunque segnalare che, come pellicola trait d'union, "Quantum of Solace" ha un suo perchè che tende a sbiadire nel momento in cui la si guarda singolarmente. Sfuggono molti elementi, questo 'quantum' di cui tanto si parla viene citato (veramente bisbigliato) giusto un paio di volte e, ripensando a Le Chiffre, Dominic Greene (Mathieu Amalric) non possiede lo stesso fascino meschino.
In ogni caso direi che, nonostante mi aspettassi di più dal nuovo Bond di Paul Haggis, anche in questo caso lo standard è decisamente più alto degli episodi della saga precedenti allo svecchiamento di Craig. Contestualizzare eroi (o supereroi) in una realtà sì parallela, ma pur sempre molto vicina alla nostra, aiuta a regalare loro un'anima più vera grazie alla quale il film, poi, finisce per giovarne. Staremo a vedere se "Skyfall" saprà mantenere questa peculiarità.
Ps. $591.7 milioni incassati in tutto il mondo, inferiore al precedente incasso di 'soli' 4,7 milioni.
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Consigli: Avendo visto "Casino Royale" in lingua originale, devo dire che il doppiaggio italiano rovina davvero il fascino di 007. Con una voce naturale bassa - e, diciamocelo, sexy - Daniel Craig avrebbe meritato una voce nostrana più profonda e direttamente collegata al suo timbro. Da noi, invece, questo aspetto (importante) si perde a causa di una voce che non si adatta perfettamente al personaggio. Chi può, quindi, si goda "Quantum of Solace" in inglese, che è meglio.
Parola chiave: Deserto di Atacama.

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Bengi