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lunedì 13 gennaio 2020

Film 1727 - Mary Queen of Scots

Intro: Sinceramente non vedevo l'ora di vederlo, sia perché la storia della famiglia reale britannica mi affascina tantissimo, sia perché le due grandi protagoniste presenti promettevano scintille.
Film 1727: "Mary Queen of Scots" (2018) di Josie Rourke
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: avevo grandissime aspettative per questa pellicola, tutte onestamente disattese. Non che non ci fossero le carte in regola per un potenzialmente interessante e ben realizzato prodotto cinematografico, ma la realtà è che questo "Mary Queen of Scots" non funziona a livello di trama e lascia lo spettatore poco interessato alla vicenda originale, anche considerate le svariate inesattezze storiche raccontate (Maria Stuarda ed Elisabetta I non si incontrarono mai).
Al di là di questo, comunque, mi è parso un prodotto poco ispirato, nonostante i bellissimi costumi e le due grandi attrici coinvolte. Insomma, si poteva fare di più (vedi "Elizabeth") e molto meglio. Peccato per l'occasione persa.
Cast: Saoirse Ronan, Margot Robbie, Jack Lowden, Joe Alwyn, David Tennant, Guy Pearce, Gemma Chan.
Box Office: $46.7 milioni
Vale o non vale: Nonostante le aspettative, il film non riesce a veicolare quella grandezza e magnificenza, nonché il mistero che si celano dietro a questa storia di potere e famiglia. Certamente non il miglior titolo sull'argomento, anche se visivamente questa pellicola ha il suo perché.
Premi: Candidato a 2 Oscar (Migliori costumi e make up) e 3 BAFTA (Miglior attrice non protagonista per Robbie, costumi e make up).
Parola chiave: Throne.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 30 dicembre 2019

Film 1716 - The Favourite

Intro: Il lavoro di Lanthimos mi intriga molto, anche se l'ultimo "The Killing of a Sacred Deer" non mi aveva particolarmente convinto. Le recensione per questa pellicola erano, però, pazzesche, senza contare che il cast era semplicemente magnifico. Non potevo perdermelo.
Film 1716: "The Favourite" (2018) di Yorgos Lanthimos
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: come sempre mi aspettavo qualcos'altro, forse qualcosa di più. Il problema non è il film in sé - come quasi sempre -, ma le aspettative, quello che leggo, le recensioni, ecc. "The Favourite" è un prodotto assolutamente ben realizzato, creativo, che presenta una storia del passato con un piglio totalmente moderno che trasforma il concetto di "storico" e lo ripresenta in forma originale, spoglio di quella pomposità tipico di titoli simili.
Per quanto mi riguarda il fascino di questo film deriva da due fattori principali: la storia, intesa sia come l'originale (quella della regina Anna, monarca del Regno Unito nel '700) che la presentazione fatta da Lanthimos; le tre protagoniste Colman, Stone e Weisz, perfetto trio che mescola potere e sessualità, strategia e vendetta. Questi due elementi valgono da soli la visione. In particolare la performance di Colman è inarrivabile, costruita grazie a una serie di strati di insicurezza, vulnerabilità, solitudine, remissione, desiderio di amore e passione, il tutto per un mix umano straziante, divertente, realistico come poche altre volte si è visto sul grande schermo. Oscar meritatissimo (anche se speravo di cuore fosse la volta di Glenn Close, se non altro come riconoscimento di una carriera pazzesca).
In generale, quindi, "The Favourite" mi ha conquistato, anche se non nella maniera "classica" che mi sarei aspettato. Meglio così, convenzionale è, oggi più che mai, noioso.
Cast: Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn, James Smith, Mark Gatiss.
Box Office: $95.9 milioni
Vale o non vale: Sicuramente una pellicola da vedere. Realizzata benissimo, con un punto di vista estremamente interessante, la descrizione di una vita apparentemente plausibilmente meravigliosa, in realtà difficile, triste, complicata da malattia, debolezze e vizi, forze politiche, desideri di potere e, naturalmente, sentimenti.
Le tre protagoniste sono meravigliose, il punto di vista di Lanthimos sempre tra i più originali oggi sulla piazza.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Miglior attrice protagonista (Coleman) su 10 candidature totali (Miglior fil, regia, sceneggiatura originale, costumi, scenografie, fotografia, montaggio e attrici non protagoniste per Weisz e Stone); 5 nomination ai Golden globe (tra cui Miglior film) e vittoria per Colman come Miglior attrice musical o commedia; 12 nomination (tra cui Miglior film e regia) ai BAFTA e 7 premi vinti (Miglior film britannico, attrice protagonista, attrice non protagonista per Weisz, sceneggiatura originale, trucco, costumi e scenografie); 2 premi al Festival del cinema di Venezia: Leone d'argento e Coppa Volpi per la Miglior attrice (Colman).
Parola chiave: Love.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 24 aprile 2017

Film 1347 - Macbeth

Sarei voluto andarlo a vedere al cinema, ma per un motivo o per un altro non ero riuscito. Così ne ho approfittato non appena Sky Go l'ha reso disponibile tra le sue proposte.

Film 1347: "Macbeth" (2015) di Justin Kurzel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Visivamente il film è bellissimo, ma nell'insieme il risultato finale non è così sconvolgente come mi aspettavo. Certo Fassbender e Cotillard sono magnifici, ma nel complesso il tutto sembra un attimo più freddo e composto di quanto non avrei voluto. C'è la rabbia in questa storia, il dolore, il desiderio di potere, la complicità, il crimine, tutti elementi che, insieme, dovrebbero risultare esplosivi. Se questo "Macbeth" va a fuoco, però, è solo perché fotografia e scenografie lo permettono e, anzi, lo rendono indimenticabile. Da questo punto di vista, in tutta onestà, mi sarei aspettato una nomination all'Oscar. Due o tre, forse. 

A livello tecnico, quindi, niente da dire, un prodotto magistrale, potente, bello da guardare, a volte inquietante. Come dicevo i due protagonisti non sbagliano e risultano piuttosto intensi - ho volutamente guardato una scena della Cotillard in lingua originale e devo proprio dire che l'accento francese non c'è -, una coppia di potere che fonda la propria ascesa al trono sull'omicidio e la dissimulazione, presupposti che non renderanno particolarmente fertile la situazione. Si sa, il karma è una brutta roba.
Nonostante tutti questi aspetti positivi riguardo alla pellicola, in ogni caso nell'insieme la sensazione non è quella di un'impresa totalmente compiuta. Sarà stato il mix di realismo e linguaggio teatrale, di fatto il film di Kurzel non si amalgama del tutto e le premesse iniziali di epica solennità rimangono in parte disattese. Lo sforzo qualitativo è evidente, ma nei fatti manca quell'elemento che affianchi alla tecnica una sorpresa inattesa, quel jolly che traduca il tentativo di riportare la tragedia di Shakespeare sullo schermo non solamente un'occasione per rivedere l'opera in salsa action, ma un'occasione unica per riscoprirne fascino e mito.
Cast: Michael Fassbender, Marion Cotillard, Paddy Considine, Sean Harris, Jack Reynor, Elizabeth Debicki, David Thewlis, Scot Greenan.
Box Office: $16.3 milioni
Consigli: Esteticamente molto bello, qualitativamente ben realizzato, anche se nel complesso meno soddisfacente di quanto i vari trailer e poster non sembrerebbero suggerire. Non certo una scelta per ogni occasione, si tratta di un titolo pesante da un certo punto di vista e comunque non per ogni palato. Ma Shakespeare è Shakespeare e una chance bisognerebbe sempre concedergliela.
Parola chiave: Profezia.

Se ti interessa/ti è piaciuto

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 5 dicembre 2016

Film 1251 - Midnight Special

Qualcosa di questo film mi aveva incuriosito. Inizialmente il poster, che non so per quale motivo mi aveva ricordato "Super 8" di J.J. Abrams, poi le recensioni entusiaste che ha ricevuto. Appena ho potuto l'ho recuperato grazie allo streaming, curioso di capire di cosa effettivamente parlasse...

Film 1251: "Midnight Special" (2016) di Jeff Nichols
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: In tutta onestà una gran delusione. Mi aspettavo un grande film, incuriosito dal misterioso poster e da un trailer capace di generare non poche curiosità e, invece, mi sono ritrovato con una storia lenta e non particolarmente interessante, accattivante solo nel finale e, comunque, incapace di generare un interesse sufficiente a dimenticarsi il primo, noiosissimo tempo.
Tutto ruota attorno al bambino con superpoteri che viene "rapito" dal padre che lo vuole salvare da un setta religiosa e dal governo, i quali ne vogliono sfruttare le abilità speciali. Si capisce presto che il ragazzino non è di questo mondo, ma possiede caratteristiche che lo rendono più vicino ad una sorta di alieno, per cui il suo destino sarà quello di riunirsi con i simili a lui. Per arrivare a questo risultato, la storia si prende un bel po' di tempo, dimenticando di inserire anche quella dose di azione e ritmo che avrebbero certamente aiutato ad evitare l'effetto soporifero. Perché la bella fotografia e qualche misteriosa capacità mentale realizzata grazie a due o tre effetti speciali non bastano a rendere soddisfacente la visione.
Tutto sommato mi è sembrato non solo uno spreco del buon cast, ma anche del mio tempo. Che peccato.
Ps. Il film ha partecipato in concorso alla Berlinale di quest'anno.
Cast: Jaeden Lieberher, Michael Shannon, Joel Edgerton, Kirsten Dunst, Adam Driver, Sam Shepard, Paul Sparks.
Box Office: $6.2 milioni
Consigli: Promesse da sci-fi carico di idee per una sceneggiatura che, in realtà, tanto fa intuire, ma poi non realizza niente. Niente di nuovo, quantomeno. Il regista ha parlato di un omaggio a Spielberg e ai suoi "E.T." e "Incontri ravvicinati del terzo tipo": magari anche introdurre qualcosa di personale sarebbe potuta essere una buona idea. Niente di originale, niente di che, semplicemente il racconto lineare di un bambino con poteri alieni che cerca di ricongiungersi ai suoi simili dopo che questi lo chiamano a sé. Già sentito e sicuramente "Midnight Special" non aggiunge alcunché di significativo.
Parola chiave: Trasmissioni satellitari.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 15 aprile 2013

Film 531 - Le idi di marzo

Sempre stato curioso di vederlo. Ecco l'occasione giusta: le feste pasquali!


Film 531: "Le idi di marzo" (2011) di George Clooney
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sapevo solo che parlasse di politica, che sullo schermo lo scontro era fra Ryan Gosling e George Clooney e che non a tutti fosse piaciuto. Non molto, insomma, per essere una delle pellicole più chiacchierate di un paio di stagioni fa.
Già, perchè Mr. Gosling con "Le idi di marzo" e "Crazy, Stupid, Love." nel 2011-12 ha fatto veramente il botto, esplodendo a livello mediatico quale sex-symbol e attore capace di misurarsi in ruoli difficili o divertenti, spigliati o drammatici. Insomma, adesso anche Ryan tutto può.
A differenza di Ryan Reynolds, il cui effetto exploit si è rovinato a causa di un "Lanterna verde" piuttosto moscio, questo Ryan è riuscito a costruire l'immagine di bello e, soprattutto bravo, che si sposa perfettamente con l'immagine pubblica di George Clooney, da anni considerato uno che, oltre ad essere affascinante, è anche piuttosto capace di fare il suo mestiere (o mestieri, visto che da attore si è perfettamente calato nei panni di sceneggiatore e regista). La premessa per "Le idi di marzo", insomma, era allettante, ma non era l'unico fattore in ballo.
Alcuni commenti al film, infatti, mi erano arrivati tiepidi, se non addirittura freddini. Sembrava che le aspettative rispetto all'ultima fatica di Clooney fossero state disattese. L'approccio al film, quindi, era duplice curiosità: mi sarebbe piaciuto o alla fine sarei rimasto deluso anche io?
Ad essere totalmente onesti, "The Ides of March" non mi ha per nulla lasciato insoddisfatto, nonostante il mio approccio 'guardingo'. L'atmosfera apparentemente pacata è limpida sarà smascherata dalla trama in maniera interessante e intelligente, lasciando lo spazio, per il resto della pellicola, ad una tensione generale impalpabile ma sempre maledettamente presente. E la domanda sarà sempre: il Governatore Mike Morris è o non è colpevole?
L'intrigo, il potere, i compromessi e le verità delle persone sono tutti temi che mi appassionano sempre in un film, quindi man mano che la storia si evolveva ero sempre più interessato a capire come si sarebbe venuto a risolvere il tutto. L'idealismo iniziale, i valori della politica e l'etica delle persone sono tutte tematiche che finiranno per dover scontrarsi con i meccanismi umani più scotati e deludenti: carriera, arrivismo, tornaconto personale e, chiaramente, la gestione del potere. Anche i più 'puri' dovranno sporcarsi le mani, scendere a patti con i propri errori e sacrificare qualcosa in funzione di un obiettivo più grande: che sia la carriera politica, che sia il tenersi il proprio lavoro o prendersi una sonora rivincita.
La 'caduta agli Inferi' di Stephen Meyers/Gosling è ben architettata e pensata e la sceneggitura composta di meccanismi narrativi su più livelli, viene lentamente districata durante i 100 minuti di pellicola, con un crescendo nel finale proprio quando sarebbe sembrato tutto finito per Meyers. Il gioco d'astuzia, bilanciato da buone idee e bei dialoghi, funziona bene e lascia certamente soddisfatti. E' il prezzo richiesto al personaggio che, invece, lascia un po' di amaro in bocca.
Il percorso di del giovane e motivato Stephen, quindi, regge bene le sorti di una storia in cui fanno capolino una serie di altri personaggi ognuno con qualcosa da nascondere, il Governatore in primis. Il suo segreto - che ha un nome: Molly Stearns/Evan Rachel Wood - sarà il fulcro di tutta la vicenda, cui ruoteranno attorno una serie di avvenimenti che saranno necessariamente influenzati dal misterioso segreto (che, per carità, non è nulla di nuovo).
Sebbene i temi presentati non siano di originalità assoluta, il mix rende bene e, sullo schermo, tutto funziona a dovere: ci sono tensione e pathos, una buona sceneggiatura e un cast veramente all'altezza (oltre ai già citati sono presenti anche i premi Oscar Marisa Tomei e Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti e Jeffrey Wright). Insomma, sono rimasto soddisfatto da queste 'idi'. E George Clooney sa quello che fa.
Ps. Una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, 4 ai Golden Globes (film drammatico, regia, attore protagonista e sceneggiatura) e $75,993,061 di incasso mondiale.
Consigli: Cast ricco e capace, bella fotografia e colonna sonora (di Alexandre Desplat), trama interessante e ben sviluppata (basata sull'opera teatrale "Farragut North" di Beau Willimon. Vale la pena di dargli un'opportunità se il genere politico con intrighi, giochi di potere e corruzione vi appassiona.
Parola chiave: Biglietto d'addio.

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Bengi

lunedì 23 luglio 2012

Film 429 - In Time

Dopo aver dovuto per la terza volta riorganizzare il mio weekend, sono finito sul divano a guardare questa pellicola insieme al (paziente) Andrea.


Film 429: "In Time" (2011) di Andrew Niccol
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: "In Time" mi è piaciuto per l'idea che motiva questa storia: è intrigante. Al bando i soldi, nel futuro il nuovo metodo di pagamento è il tempo. Tempo che possiede ogni individuo e senza il quale, necessariamente, si giunge alla morte. Il tempo è denaro e i poveri corrono, perchè non ci si può concedere il lusso di fare una passeggiata o dormire più dello stretto necessario.
In uno scenario di potenziale immortalità, è chiaro che i giochi di potere si sprecano. I ricchi custodiscono il tempo nelle banche e ne rendono disponibile quantità elargite col contagocce. Il popolo, quindi, distratto dalla necessità di sopravvivenza finisce per rimanere soggiogato da un meccanismo che si autoalimenta: lavoro da schiavi per guadagnare tempo per saldare i debiti proprio con coloro che quel tempo gliel'hanno fatto appena faticosamente sudare.
In una cornice interessante, quindi, si sviluppa la vicenda di amore e rivoluzione tra Will e Sylvia (Justin Timberlake e Amanda Seyfried) che, inevitabilmente, finiranno per cambiare le cose. Questa è la parte debole della pellicola, quella più scontata.
In uno scenario che ricorda molto un mix tra "Hunger Games" - anche qui abbiamo i distretti - e "1984" di Orwell, la vicenda si snoda inizialmente in maniera interessante e originale, in un futuro distopico che richiede sangue e rivoluzione per riportare l'equilibrio cancellato dalla brama di potere. Nello svolgimento, però, e molto nei personaggi, si finisce per raccontare macchiette sbiadite, nulla che non sia già stato visto in decine di altri prodotti come questo.
Manca la vera spinta rivoluzionaria, l'onda travolgente che motivi il cambiamento. Il che rende "In Time" riuscito solo a metà.
Ps. Molti protagonisti della tv in questa pellicola: Vincent Kartheiser ("Mad Men"), Johnny Galecki ("The Big Bang Theory"), Olivia Wilde ("Dr. House - Medical Division"), Matt Bomer ("White Collar - fascino criminale").
Consigli: Non male l'idea di partenza, ma si poteva puntare di più sull'originalità.
Parola chiave: Henry Hamilton.

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Ric

domenica 8 gennaio 2012

Film 354 - The Eagle

Un'altra pellicola durante la lunga reclusione per colpa della polmonite.


Film 353: "The Eagle" (2011) di Kevin Macdonald
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Stefano
Pensieri: Solitamente sono favorevole al genere peplum, indi per cui ero ben disposto nei confronti di questo film. In definitiva è stato meglio del previsto, anche se alcune pecche le presenta. Svelerei la più evidente: Channing Tatum non ha esattamente le fattezze del romano medio. E' un bisteccone mascellone americano dalle espressioni contate che, sgusciato fuori da "Step Up", è riuscito ad inanellare una serie di successi commerciali e a ricavarsi un suo ruolo all'interno dell'industria cinematografica. E' il primo film che vedo con lui, ma, diciamo, è esattamente come me lo aspettavo: tutto d'un pezzo.
La pellicola, comunque, onestamente non mi è dispiaciuta. C'è guerra, azione, un percorso di formazione, amicizia, onore e famiglia. Un bel mix di generi che, bisogna dirlo, qui non si amalgama male. Ovviamente l'eclatante-per-forza, che è ingrediente topico del cinema USA, è anche qui padrone della scena: un solo uomo, figlio del disonore (suo padre è l'unico ad aver perso l'Aquila della sua legione), rimette in sesto la sua nuova legione (la prima che prende in carico), si fa quasi ammazzare (ma viene congedato con merito) e poi va a cercare l'Aquila perduta dal padre in Caledonia insieme allo schiavo Esca/Jamie Bell ("Billy Elliot", "King Kong", "Jane Eyre" e il recente "Le avventure di Tintin: Il segreto dell'Unicorno") a cui aveva fatto salvare la vita nell'arena. Mica male per un uomo solo...
Tra battaglie e barbari, formazioni a testuggine e legioni ritrovate, l'insolito duo riuscirà nel suo intento e a mettere le basi di un rapporto di amicizia.
Ps. Box office non tanto ricco per un film commerciale come questo: $25 milioni di spesa e $36,054,706 di guadagno.
Pps. La regia è del premio Oscar (per il Miglior documentario) Kevin Macdonald. Suoi anche "L'ultimo re di Scozia" e il non riuscito "State of Play".
Consigli: Non male, si lascia guardare volentieri. E' un perfetto intrattenimento per una serata tra amici.
Parola chiave: Acquila d'oro.

Trailer

Ric

martedì 2 novembre 2010

Film 163 - Il grande Gatsby

Una pellicola che desideravo vedere da tempo di cui non conoscevo un solo dettaglio della storia, se non il nome del protagonista maschile principale...


Film 163: "Il grande Gatsby" (1974) di Jack Clayton
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Il grande Gatsby, per me, è stato anche sinonimo di grande noia.
Non che sia un brutto film, ma non posso dire di aver mai subito il fascino degli anni '20, men che meno quello di un'attrice così insipida come Mia Farrow. Partendo dal presupposto che la trovo infinitamente antipatica, in questa pellicola, col ruolo da oca che doveva rivestire, non hanno fatto altro che accentuare in me una certa insofferenza...
La storia, poi, è quella di un amore messo nel cassetto e ritrovato dopo anni, mariti e figlie di mezzo. Struggente e passionale (ma siamo pur sempre negli anni '20...), impossibile, drammatico, eatrale, questo sentimento un tempo sopito finisce per riaffiorare causando problemi un po' atutti. Chi ci rimetterà di più sarà proprio il povero Gatsby/Robert Redford che, per amore, sacrificherà tutto sé stesso.
Insomma, insomma, ai giorni nostri questa sembra una love story così lontana da quelle cui siamo abituati che forse in questa mia visione ne ho subito un po' anche io l'evidente differenza. Sta di fatto che non ho trovato coinvolgente o appassionante la storia come mi aspetto, invece, da un film di ricostruzione storica.
In definitiva: non ha soddisfatto le mie aspettative.
Consigli: Guardatelo e ditemi la vostra! Sarei curioso di sapere cosa ne pensate...
Parola chiave: Macchina.




Ric

martedì 26 ottobre 2010

Film 159 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring

Per tutti c'è un film che segna il definitivo interesse per il mondo del cinema. Che smuove qualcosa, che fa capire che non c'è solo interesse, ma passione! Ecco, la mia personale passione (e talvolta ossessione) nasce con questo film quasi dieci anni fa...


Film 159: "The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring" (2001) di Peter Jackson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: La mia personale epifania cinematografica è avvenuta al cinema estivo organizzato al Dopo Lavoro Ferroviario (DLF) vicino casa dei miei genitori, circa 8 anni fa. Inconsapevole che il mio incontro con questa pellicola avrebbe cambiato la mia vita.
"Il signore degli anelli", per me, ha simboleggiato amore e ossessione per una cosa che mi aveva totalmente conquistato, affascinato. Il mondo della Terra di Mezzo, la sua storia, i suoi personaggi per molti anni hanno occupato la mia mente detenendo saldamente il primato nel mio cuore.
Col tempo i miei gusti sono anche cambiati, ho conosciuto altre realtà, aperto la mente ad altre opere. Mi sono fatto le mie idee sul cinema, su cosa mi piace e cosa no. E questo primo capitolo della saga rimane sicuramente uno degli incontri cinematografici più importanti e significativi.
Inevitabile, quindi, che io parli positivamente di questo film. Non solo perchè è sicuramente bello, ma anche sotto molti punti di vista innovativo. Effetti speciali d'avanguardia per l'epoca, l'uso di personaggi completamente creati in digitale, attori perlopiù sconosciuti preferiti ai divi di Hollywood, la decisione di dividere l'intera storia in tre capitoli. Tutto questo insieme ad elementi quali una bellissima colonna sonora, una storia avvincente di guerre e amori, lealtà e amicizia, una regia attenta e un tocco di semplicità hanno reso questo primo episodio capostipite di una trilogia che ha segnato la storia del cinema.
Quattro Oscar per "La compagnia dell'anello" su 13 nomination totali (anche miglior film) sono di buon auspicio per il capitolo finale che porterà a casa qualcosa come 11 statuette eguagliando i record di "Ben Hur" e "Titanic". Oltre che, ovviamente, un'esplosione di dollari al box office (questo capitolo ha guadagnato $860,700,000).
La storia dell'anello del potere comincia qui, le avventure per Frodo Baggins/Elijah Wood sono appena cominciate e, se vogliamo, ancora all'acqua di rose. Gandalf/Ian McKellen è ancora grigio, Aragorn/Viggo Mortensen ancora un ramingo, la sua amata Arwen/Liv Tyler ancora mortale (e veramente bellissima) e Galadriel/Cate Blanchett reciterà i 15 minuti più belli di tutto il film (in inglese poi sono stupendi).
E' solo l'inizio dell'avventura e, fidatevi, non si poteva cominciare meglio!
Film 159 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 313 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1270 - Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello
Film 1515 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1803 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 2079 - Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello
Film 314 - Il signore degli anelli - Le due torri
Film 1279 - Il Signore degli Anelli - Le due torri
Film 1295 - Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Film 2214 - The Lord of the Rings: The Return of the King
Consigli: La versione in inglese è molto più bella che doppiata. Ma per il primo ascolto in 'originale' consiglio i sottotitoli. E il dolby surround!
Parola chiave: Sauron



#HollywoodCiak
Bengi