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mercoledì 14 agosto 2019

Film 1650 - A Fish Called Wanda

Intro: La prima volta lo vidi tanti anni fa perché me ne parlò mia zia che lo definì uno dei suoi film preferiti.
Film 1650: "A Fish Called Wanda" (1988) di Charles Crichton
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: non ricordavo benissimo la storia, per cui mi ha fatto piacere rivedere questa pellicola. "A Fish Called Wanda" è un film simpatico e certamente riuscito con un gruppo di comprimari in parte, anche se ammetto di non comprendere appieno il motivo per cui Kline abbia meritato l'Oscar come non protagonista. Ciò detto, il risultato finale è spassoso e fuori di testa quanto basta, Jamie Lee Curtis ci fa una gran figura e John Cleese ne esce dolcemente a pezzi, il tutto per una commedia su furti, voltagabbana e passione per la lingua italiana...
Cast: John Cleese, Jamie Lee Curtis, Kevin Kline, Michael Palin, Maria Aitken, Geoffrey Palmer, Cynthia Cleese.
Box Office: $62.5 milioni
Vale o non vale: Simpatico, divertente e con un cast perfettamente in parte, "Horrible Bosses" funziona grazie al suo umorismo scorretto e l'assurda premessa di uccidere i boss che non la smettono di perseguitare i poveri protagonisti.
Premi: Candidato a 3 Oscar per Miglior regia, sceneggiatura originale e attore non protagonista, ha vinto per quest'ultimo (Kline); 3 nomination ai Golden Globe (Miglior film, attrice e attore protagonisti); 7 candidature ai BAFTA (tra cui Miglior film, regia, sceneggiatura originale) e 2 vittorie per Miglior attore (Cleese) e attore non protagonista (Palin). Vincitore del David di Donatello per la Migliore Sceneggiatura Straniera.
Parola chiave: Chiave.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 19 luglio 2019

Film 1629 - Beauty and the Beast

Intro: Lo avevo visto al cinema in italiano e mi chiedevo come potesse essere vederlo in lingua originale, considerate anche le tante canzoni presenti.
Film 1629: "Beauty and the Beast" (2017) di Bill Condon
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: questo "Beauty and the Beast" si inserisce in un momento storico in cui la Disney parrebbe non aver più niente da dire. Dopo "Alice in Wonderland" 1&2, "Maleficent", "Cinderella", "The Jungle Book", "Dumbo", "Aladdin", l'appena uscito "The Lion King" e i prossimi "Maleficent: Mistress of Evil", "Lady and the Tramp", "Mulan", "Cruella" e il già chiacchieratissimo "The Little Mermaid", non si può fare a meno di chiedersi se questo momento di copia-incolla tenderà prima o poi a finire o se ci dovremo subire proprio tutte le trasposizioni in live action dei classici del catalogo della casa di Topolino & soci. Per quanto mi riguarda, nonostante certi buoni risultati ottenuti con alcune delle pellicole, il gioco non vale la candela; il che non si può certo dire per quanto riguarda la Disney, impegnata a battere cassa come mai prima d'ora grazie ad incassi record veicolati dalle varie 'operazioni nostalgia' (senza contare quanto sia fruttifera la collaborazione con Marvel e Pixar).
Ciò detto, "Beauty and the Beast" cartoon rimane imbattibile e irraggiungibile e per quanto la scelta di Emma Watson come Belle sia più che mai azzeccata, questo recentissimo adattamento non produce nel suo risultato finale la stessa, magica tendenza al capolavoro vista (e vissuta) con la pellicola del '91. Gli elementi ci sono tutti, il cast è pazzesco, i costumi e le scenografie sfarzosi, gli effetti speciali in gran spolvero e il budget monster da grandi-aspettative-ergo-grandi-risultati, ma, mi spiace, non è la stessa cosa. E poi una mia riflessione personale: nessuno può sostituire Angela Lansbury, nemmeno Emma Thompson, mi spiace.
Film 231 - La bella e la bestia
Film 1332 - La bella e la bestia
Film 1629 - Beauty and the Beast
Cast: Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Kevin Kline, Josh Gad, Ewan McGregor, Stanley Tucci, Audra McDonald, Gugu Mbatha-Raw, Ian McKellen, Emma Thompson.
Box Office: $1.264 miliardi
Vale o non vale: Il cartone animato è imbattibile, ma sono sicuro che i fan della Disney apprezzeranno lo stesso.
Premi: Candidato a 2 Oscar e 2 BAFTA per i Migliori costumi e scenografie.
Parola chiave: Petali.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 7 maggio 2019

Film 1575 - No Strings Attached

Intro: Per una serata di totale disimpegno.
Film 1575: "No Strings Attached" (2011) di Ivan Reitman
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Film 245 - Amici, amanti e...
Cast: Natalie Portman, Ashton Kutcher, Cary Elwes, Kevin Kline, Greta Gerwig, Lake Bell, Olivia Thirlby, Ludacris, Jake Johnson, Mindy Kaling, Talia Balsam, Ophelia Lovibond.
Box Office: $149.2 milioni
Vale o non vale: Stupidino e leggerino come ogni commedia romantica pare debba essere, niente più che un prodotto facile facile per spegnere il cervello.
Premi: /
Parola chiave: Relazione.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 30 dicembre 2017

Film 1467 - The Hunchback of Notre Dame

Dato che mi si è riacceso il pallino Disney, ho continuato il mio tour di recupero dei classici dell'animazione della mia infanzia.

Film 1466: "The Hunchback of Notre Dame" (1996) di Gary Trousdale, Kirk Wise
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Verso la fine del periodo d'oro Disney uscì questa pellicola che da bambino mi colpì più che altro dal punto di vista musicale: come al solito le canzoni riuscivano a completare la storia alla perfezione risultando, in oltre, particolarmente orecchiabili. L'aggiunta dei simpatici gargoyles nel ruolo delle spalle era poi stata la ciliegina sulla torta dato che all'epoca ero stato letteralmente rapito dalla serie tv "Gargoyles".
In questo momento di riscoperta della filmografia della casa di produzione di Topolino nella gioiosa fase pre-computer grafica, "Il gobbo di Notre Dame" si inseriva perfettamente nella lista di titoli da riscoprire dopo anni di "oblio". La vera domanda era: ne sarebbe davvero valsa la pena?
Onestamente questo film è esteticamente stupendo, stupefacente nell'animazione (un po' di pc c'è), sorprendente nella ricchezza dei colori e davvero ben doppiato. Le canzoni sono ancora particolarmente accattivanti - non le avevo mai sentite in inglese - e vanno ad animare una storia altrimenti insolitamente cupa per la Disney, anche per i canoni del predecessore "Pocahontas".
Trattandosi dell'adattamento dell'opera di Hugo era inevitabile che una certa dose di temi seri o addirittura tristi avrebbero fatto capolino, in ogni caso non trattandosi di un prodotto esclusivamente per adulti ma, al contrario, indirizzato a famiglie con bambini, risulta inatteso quanto la storia sia incapace di ritagliarsi momenti più leggeri in modo maggiormente efficace e non solo attraverso le tre statue di pietra. Nonostante questo trovo comunque assurdo che il film non abbia ottenuto qualcosa in più della misera nomination all'Oscar per la colonna sonora.
Tutto sommato comunque "The Hunchback of Notre Dame" bilancia sufficientemente la solita, magica capacità della Disney pre-pc di creare piccoli capolavori animati senza tempo con toni più cupi ed una difficoltà narrativa insolitamente incrementata e non del tutto ben gestita. Il risultato finale è bello, ma manca di quel fascino che probabilmente avrebbe fatto la differenza.
Ps. Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior colonna sonora e, sorpresa, all'insolita categoria dei Razzie Awards chiamata Worst Written Film Grossing Over $100 Million (ma ha vinto "Twister").
Cast: Tom Hulce, Demi Moore, Tony Jay, Kevin Kline, Paul Kandel, Jason Alexander, Charles Kimbrough, Mary Wickes, David Ogden Stiers.
Box Office: $325.3 milioni
Consigli: Esteticamente molto bello e intrigante, disegnato benissimo, la storia però non riesce a consegnare al pubblico di affezionati quel risultato finale magico e memorabile che altri capolavori Disney riescono ad ottenere. In ogni caso un prodotto sufficiente, anche se non esattamente perfetto per ogni occasione essendo più pesante del solito dal punto di vista della trama.
Parola chiave: Corte dei Miracoli.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 30 marzo 2017

Film 1332 - La bella e la bestia

Beh, beh, beh, mica si poteva perdere, no? Peccato l'infelice scelta della prima domenica sera d'uscita del film, tra una sala piena, una folla di bambini irrequieti e un manipolo di genitori incapaci di gestirli. Probabilmente in un contesto più neutro mi sarei goduto maggiormente la visione.

Film 1332: "La bella e la bestia" (2017) di Bill Condon
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Erika, Chiara, Giulia
Pensieri: Francamente pensavo molto peggio, ma il cartone animato è imbattibile.
Emma Watson sembra nata per interpretare il ruolo di Belle per fisionimia, finezza, espressività e una certa "aura sociale" che ha conseguito nel tempo (impegnata, studiosa, intelligente e propositiva) e sicuramente lei non delude le aspettative. E' perfetta per la parte e lo sa, il che non guasta. Dan Stevens l'ho visto un po' spaesato. Da "Downton Abbey" al giga carrozzone Disney il passo non è scontato. La sua bestia non entusiasma quando ritorna nuovamente umana e certamente non fa furore nelle prime scene pre-trasformazione; in ogni caso non mi sembra nemmeno che abbia troppo il physique du rôle per interpretare il principe e anche se, è vero, l'aspetto fisico non è l'unico parametro, sicuramente in un prodotto-fotocopia come questo l'essere didascalici ha un valore. Il discorso, in particolare, acquista una maggior validità quando si parla delle canzoni. Per quanto mi riguarda è questa la vera nota dolente.
"Beauty and the Beast" ha alcune delle musiche più belle tra i vari titoli disneiani, forse le migliori in assoluto, per cui mi riesce davvero difficile accettare le modifiche che la distribuzione italiana ha deciso di effettuare ai testi di capolavori come "Stia con noi", "La canzone di Gaston", "La bella e la bestia", riadattandoli al nuovo contesto live-action. Premesso che non so se il discorso valga anche per la versione anglosassone, rimane il fatto che certe cose dovrebbero essere e restare intoccabili. Il qual concetto ultimamente pare risultare estraneo alla Disney che, per far cassa - non che ne abbiano bisogno - riesuma i vari successi cartoon per ri-portarli sul grande schermo con gli attori in carne ed ossa. Nulla di male, del resto il pubblico del primo "La bella e la bestia" oggi è ampiamente in età da figli, il che non solo lo riavvicina alla storia, ma lo spinge a trascinarsi dietro anche i vari ed eventuali pargoli, ampliando ulteriormente il bacino d'utenza Disney, già di per sé sconfinato. Il business è business, è inutile stupirsi.
Volendo tralasciare, quindi, l'aspetto commerciale per ritornare al film, ribadisco che "La bella e la bestia" 2017 funziona nonostante tutto. Sicuramente il "Cenerentola" di un paio di anni fa è più riuscito, ma la nostalgia canaglia, la parte tecnica e l'atmosfera che la produzione riesce ad evocare sono tutti elementi capaci di regalare a questa pellicola un risultato finale sufficiente. Ecco, non mi spingerei oltre. Nel senso che, nel complesso, la tecnica supera una sostanza altrimenti un po' povera ed interviene a colmare delle lacune altrimenti decisamente evidenti. La storia (che già conosciamo) è leggermente rielaborata e non si capisce perché - già funzionava, non c'era bisogno di cambiare certe scelte narrative - e in ogni caso non tratta nulla che non si sia già ampiamente visto al cinema. Qui è l'estetica a fare la differenza. Effetti speciali, fotografia, costumi e scenografie sono quegli elementi spettacolari che lanciano "La bella e la bestia" direttamente nell'olimpo dei blockbuster (l'incasso lo attesa ulteriormente), per un riscontro finale che è davvero mozzafiato. Qui sì che il lavoro di riadattamento rispetto al film d'animazione è sensato e perfettamente riuscito!
Dunque, per tirare un po' le somme, si può dire che sicuramente l'operazione commerciale della Disney è riuscita. "Beauty and the Beast" è il caso cinematografico di questo primo trimestre del 2017, un fenome che secondo me non faticherà a toccare quota 1 miliardo di dollari di incasso (ha incassato 500 milioni in 9 giorni...) e revitalizzare ulteriormente due tipi di fenomeni: quello legato a questa storia specifica e, più esteso, quello che vede i live-action di vecchi cartoni animati come l'affare del momento. Che poi la pellicola sia di fatto un così così salvato in corner dalla perfezione tecnica rispetto ad un racconto un po' floscio di una storia più che nota, è un'altra storia. Ah, e non dimentichiamoci il cast: non ho mai visto una locandina così fitta di nomi importanti. Il che certamente conferisce ulteriore prestigio a tutta la produzione, andando ancora di più a veicolare il messaggio del doppio fenomeno di cui sopra.
Insomma, siamo davvero di fronte ad un'arma invincibile, lanciata sul mercato per fare strage. Ci riesce eccome, anche se da spettatore (quasi) originale del primo "La bella e la bestia" posso dire che questa versione 2.0 non vale nemmeno la metà del suo intramontabile ed innarrivabile predecessore.
Film 231 - La bella e la bestia
Film 1332 - La bella e la bestia
Film 1629 - Beauty and the Beast
Cast: Emma Watson, Dan Stevens, Luke Evans, Kevin Kline, Josh Gad, Ewan McGregor, Stanley Tucci, Audra McDonald, Gugu Mbatha-Raw, Ian McKellen, Emma Thompson.
Box Office: $720.2 milioni (ad oggi)
Consigli: Chiunque ami la favole Disney, abbia amato il cartone animato e le sue canzoni, gradisca i musical è il benvenuto. Un tripudio di effetti speciali, un gran lavoro sull'estetica e una protagonista femminile indipendente quanto basta per risultare modern(in)a per una storia che si sa già come finisce, ma è pur sempre piacevole da seguire. Niente mi convincerà mai che sia all'altezza dell'originale, in ogni caso regala un paio d'ore di perfetto stile fiabesco. Se piace, è imperdibile.
Parola chiave: Rosa.

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Bengi

martedì 20 ottobre 2015

Film 1019 - Dove eravamo rimasti

Curiosi, molto curiosi!

Film 1019: "Dove eravamo rimasti" (2015) di Jonathan Demme
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Lu, Erika
Pensieri: Francamente le scelte del cast non mi hanno fatto impazzire, ricalcando quello strano mix forzatamente eterogeneo che già Demme aveva proposto in "Rachel sta per sposarsi", comunque il risultato finale non è male, anzi meglio di quanto mi aspettassi.
Si sa, con Meryl non si sbaglia mai, per cui si può già dire senza timori che lei da sola valga la pellicola; in ogni caso "Ricki and the Flash" - ultima fatica di penna della mia ex amatissima Diablo Cody - è stato una sorpresa in positivo. Dopo deludenti sceneggiature poco incisive, la Cody non si imbarca certo in una svolta, ma il personaggio di Ricky è sufficientemente sfaccettato e approfondito, anche grazie alla performance della Streep, capace per l'ennesima volta di trasformarsi in qualcosa di totalmente estraneo a tutto ciò che le era capitato di interpretare fino ad ora.
I personaggi di contorno sono meno interessanti e fin troppo scontati, ma il vortice Ricky riesce nella non semplice impresa di mantenere per tutta la storia quella sensazione di 'chissà cosa si inventerà adesso per risultare ancora più imbarazzante' che fa bene ad una storia convenzionale e già vista come abbiamo qui. E se alla fine "Dove eravamo rimasti" lascia un ricordo positivo è solo grazie a questo.
Kevin Kline c'è, ma fa tappezzeria; alla vera figlia di Meryl, Mamie Gummer, fanno fare la pazza andata giù di testa dopo un matrimonio finito: l'unica cosa che ricordiamo bene di lei è quanto non si lavi i capelli per un bel po' e quanto, mi spiace dirlo, il destino le sia stato avverso (e non parlo del suo personaggio). L'idea del rapporto madre-figlia sullo schermo che si rispecchia anche nella realtà delle attrici che lo interpretano non è certamente nuovo - Laura Dern e Diane Ladd sono un esempio - anche se sono sicuro che qui un pizzico di originalità ci sia grazie al personaggio protagonista, rock dentro con misto follia annesso.
Nel complesso, pur non cavalcando più la magica onda dei tempi di "Juno", la storia funziona e fa il suo dovere intrattenendo uno spettatore che - grazie a Dio! - non è tediato da brutte canzoni e, anzi, si gode uno spettacolo ad ondate più o meno rock che piace ed ammalia grazie allo charme, al magnetismo e alle uniche, meravigliose doti della grande Meryl Streep. Importa meno del solito che il contorno sia praticamente una minestra riscaldata, perché quando c'è lei è raro che il risultato finale non lasci sufficientemente soddisfatti.
Ps. Il momento musicale finale mi ha un po' snervato, ma capisco che sia per un mio (dis)gusto personale.
Cast: Meryl Streep, Kevin Kline, Mamie Gummer, Audra McDonald, Sebastian Stan, Ben Platt, Rick Springfield, Nick Westrate, Hailey Gates.
Box Office: $38.5 milioni
Consigli: La filmografia della Streep andrebbe approfondita e aggiornata di continuo, seguendo passo passo ogni suo nuovo lavoro e andando a riscoprire i vecchi titoli. Quest'ultimo è un po' dramma e un po' commedia, un po' introspezione su se stessi, un po' a livello familiare, il tutto condito a tempo di rock, pantaloni in pelle ed improbabili acconciature. "Dove eravamo rimasti" è un film che si può vedere, non tedia e non lascia insoddisfatti, pur non essendo un capolavoro. Forse Meryl otterrà l'ennesima nomination ai Golden Globes (agli Oscar mi sembra eccessivo, ma pensavo lo stesso di "Into the Woods" e alla fine l'ha avuta...) e lei rimane l'unico vero motivo per seguire questa storia, ma sono sicuro che anche approcciandosi senza intenzioni venerativo-reverenziali nei confronti dell'attrice, si possa godere di questa pellicola abbastanza da non pentirsi di aver scelto di vederla.
Parola chiave: Matrimoino.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 30 aprile 2014

Film 704 - Last Vegas

Altro film "da aereo". Cominciato sul volo di andata verso New York, l'ho finito su quello di ritorno

Film 704: "Last Vegas" (2013) di Jon Turteltaub
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non 1. Non 2. Non 3. Non 4, ma ben 5 (!) premi Oscar in questa commedia sulla terza età e i diversi modi di vederla e affrontarla. Ovvero come attirare il pubblico aficionado con nomi del calibro di Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman, Kevin Kline e, unica presenza femminile rilevante, un'affascinantemente rifatta Mary Steenburgen. Questo è "Last Vegas" e non molto di più.
I quattro 'gal pal' che un po' si vogliono bene, un po' si odiano, un po' ricordano i bei vecchi tempi, un po' festeggiano e un po' corteggiano sono simpatici e abbastanza autoironici, anche se è evidente che la simpatia puramente cinematografica nella realtà tramuterebbe solamente in grande tristezza. Chi, infatti, non si sentirebbe leggermente a disagio nel trovare 4 anzianotti che - cito così, un po' alla rinfusa - vogliono rimorchiare giovani all'addio al nubilato, ballano in discoteca, si ubriacano di cocktail, danno party a cui sono invitati solo under 35? Insomma, è tutto accettabile solo in questa cornice di fiction. Allargando un pelo lo sguardo, poi, ci si accorge che la trama ha molti titoli "ispiratori", come per esempio "Una notte da leoni 2" o anche "Notte brava a Las Vegas".
In generale, comunque, questa pellicola è un prodotto di facilissimo consumo, perfetto su una tratta internazionale di un volo qualunque, estremamente facile da interrompere e rimprendere per un qualunque motivo legato al volo, senza alcun pericolo né di perdere qualche parte della storia, né qualche dialogo fondamentale.
Lo si può gradire perché il cast è oggettivamente pazzesco e perché, qualche volta, è piacevole anche sedersi, spegnere il cervello e lasciarsi raccontare una bella favoletta.
Box Office: $134,059,282
Consigli: Film divertente e innoquo, perfetto per passare del tempo spensierato o una serata tra amici. Il cast salva una trama quasi inesistente e, nonostante il botox qua e là, Mary Steenburgen rimane una donna particolarmente affascinante (canta perfino un paio di canzoni della colonna sonora).
Parola chiave: Matrimonio.

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Bengi

domenica 11 dicembre 2011

Film 343 - Radio America

Avevo comprato il dvd a Trastevere quest'estate e attendevo solo la giusta occasione per vederlo.


Film 343: "Radio America" (2006) di Robert Altman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Un cast da lasciare a bocca aperta, uno dei registi più importanti del cinema mondiale, un altro spaccato dell'America più fedele a sé stessa.
Non posso certo dire di amare il country, né di apprezzare particolarmente la radio, ma dare una chance a questa pellicola mi sembrava d'obbligo, essendo l'ultima del grande Altman.
Il film non è facile se non si è appassionati di molte cose (i film corali, innanzitutto, poi di quell'orgoglio molto americano che li lega al country e all'essere specificamente loro stessi), io personalmente l'ho trovato lungo in certi passaggi, ma ha un suo perchè da non sottovalutare. In fondo l'America è anche questo. Non solo incassi e motivetti facili. Onore ad Altman che dirige con maestria 10 attori(!) - e cito solo i principali - con un piglio mai noioso e alternando in maniera efficace sipario, momenti musicali e dietro le quinte.
Sì, perchè, di radio si tratta e, più nel dettaglio, parliamo dell'ultimo spettacolo prima della demolizione dell'edificio in cui si tiene la messa in onda. Le voci della fine circolano per i corridoi e i vari 'eroi' che hanno tenuto per tanti anni compagnia al loro affezionato (seppur scarso) pubblico, si esibiscono per un ultimo grande (e molto spesso improvvisato) show.
Tantissime le facce note, tutte più o meno con alle spalle riconoscimenti non da poco: Woody Harrelson (2 nomination all'Oscar), Tommy Lee Jones (1 Oscar), Kevin Kline (1 Oscar), Lindsay Lohan, Virginia Madsen (1 nomination all'Oscar), John C. Reilly (1 nomination all'Oscar), Maya Rudolph (vista quest'estate in "Le amiche della sposa"), Meryl Streep (2 Oscar) e Lily Tomlin (1 nomination all'Oscar).
In sostanza non lo rivedrei, però ammetto che come film ha saputo esercitare su di me un discreto fascino decadente che me lo ricorda con affetto. Alla fine anche io ero dispiaciuto che il programma radiofonico finisse. Che Altman abbia colpito nel segno anche stavolta? Il tempo mi darà sicuramente qualche consiglio.
Consigli: Per gli amanti di Altman o del country. O dei bei film corali, compatti e ben recitati. Ci sono ottimi motivi per vedere questo film, ma bisogna tenere a mente che non è una pellicola spensierata o leggera.
Parola chiave: Asfodelo.

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Ric

giovedì 25 agosto 2011

Film 291 - The Conspirator

Quando sono entrato in sala non sapevo nemmeno di chi fosse la regia...


Film 291: "The Conspirator" (2010) di Robert Redford
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Pellicola stranamente ignorata dal grande pubblico nonostante i numerosi richiami (regia di Robert Redford, attori famosi, tematica americana piuttosto sentita), rimane per me una delle sorprese piacevoli del 2011.
Ben girato e ottimamente interpretato, è uno di quei film storici delicati, piacevoli da guardare e interessanti. La storia stessa lo è già di per sé e si può riassumere nella domanda: chi ha ucciso il presidente (americano) Lincoln?
La trama sviluppa la questione seguendo attentamente il filo reale della storia, in particolare gli eventi che coinvolgono Mary Surratt/Robin Wright, prima donna a venire condannata a morte negli Stati Uniti. Gli indizi contro di lei non sono così schiaccianti e, anzi, l'impressione che ne ricava il suo avvocato Frederick Aiken/James McAvoy (e il pubblico stesso) e che si sia più che altro alla ricerca di un capro espiatorio.
Il risultato della sentenza - già inevitabilmente conosciuto - arriva comunque come un pugno allo stomaco nel momento esatto in cui una speranza pareva poterci essere.
Tensione, quindi, il ritmo regge bene e accompagna costante il film; gli attori - tutti decisamente famosi:oltre ai già citati, Kevin Kline, Tom Wilkinson, Evan Rachel Wood, Justin Long ("Palle al balzo - Dodgeball", "Die hard - Vivere o morire"), Alexis Bledel ("Una mamma per amica"), Jonathan Groff ("Glee"), Johnny Simmons ("Scott Pilgrim vs. the World", "Il corpo di Jennifer") e Danny Huston ("The Aviator", "X-Men le origini - Wolverine") - regalano buonissime performance; la ricostruzione scenica è meticolosa, bella la fotografia e pulita la regia.
L'impressione che rimane è quella di aver visto quasi un film intimista, garbato (per via dei toni pacati della Wright, qui davvero bravissima!) e mai gridato, narrato con consapevolezza e capacità. Bello e forte, non banale e sorprendente per quanto appassioni. Lo rivedrei anche subito.
Consigli: Dimenticate di sapere già come andrà a finire, lasciate cha sia la narrazione a condurvi e non rimarrete delusi!
Parola chiave: Attentato.

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Ric

mercoledì 27 aprile 2011

Film 245 - Amici, amanti e...

Giusto per non stare mai fermi, ecco inaugurata la 'sera del mercoledì' con Licia. E questo è il primo film visto assieme...


Film 245: "Amici, amanti e..." (2011) di Ivan Reitman
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Dopo un Oscar ci si aspetta che tu faccia le scelte giuste o che, quantomeno, tu scelga in maniera oculata i tuoi copioni. Natalie Portman, ultimamente, pare non voler seguire il diktat (prima di lei anche la Witherspoon o la Berry, per esempio). Vista e apprezzata in "Black Swan", spaparazzata ovunque col pancione, apparsa in ogni foto con il suo Oscar, nella nuova campagna Dior e con ben due film in uscita: "Your Highness" (un flop colossale al botteghino USA) e "Thor" di Branagh. In mezzo questa commediola dei buoni sentimenti (e ostentata disinvoltura sessuale) con il bel Ashton Kutcher (qui in veste di innamorato dell'amica di letto) e una storia che alla fine non riesce a prenderti.
Si sorride più che ridere, si assiste ben consci di ogni mossa che la trama propinerà allo spettatore, ci si domanda il perchè lei sia tanto restia quando non ce ne sarebbe motivo. Nemmeno il papà strampalato - e fumato - Kevin Kline (ma come ci siamo ridotti?!) convince appieno.
Di fatto, comunque, la Portman è brava (e bellissima) e il mix finale di elementi è sufficientemente amalgamato da formare una pellicola discreta e spensierat(issim)a.
Il tratto peculiare che si spaccia per trovata inusuale (il fatto che i due siano 'trombamici', ma che ad innamorarsi sia lui) è, in realtà, poco innovativo anche perchè trattato superficialmente e senza un punto di vista davvero originale. La trovata forse più 'trasgressiva' è la compilation per il periodo mestruale, una trovata davvero simpatica!
Ps. Il regista Ivan Reitman, che compare anche nel film per qualche secondo, è conosciuto per film come "Ghostbusters - Acchiappafantasmi", "Un poliziotto alle elementari" e "La mia super ex-ragazza". Suo figlio è Jason Reitman - 4 nomination all'Oscar - regista di film come "Thank You for Smoking", "Juno" e "Tra le nuvole".
Film 1575 - No Strings Attached
Consigli: Non sconvolge e non travolge. Piacevole per una seratina tranquilla al sapore di relax. In compagnia è meglio!
Parola chiave: Sesso senza amore.

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Ric