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venerdì 11 ottobre 2024

Film 2311 - Ecce bombo

Intro: Non mi capita spesso di andare al cinema in Italia, men che meno di andare a vedere un vecchio film in un cinema da poco restaurato. Così, quando la mia amica Alessandra mi ha proposto di andare a vedere una vecchia pellicola di Nanni Moretti al Modernissimo di Bologna, ho accettato al volo.

Film 2310: "Ecce bombo" (1978) di Nanni Moretti
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandra, Pippo
In sintesi: forse quello che mi è piaciuto di più di questa esperienza cinematografica è stata la cornice architettonica del Modernissimo, restaurato ad opera d'arte. Per chiunque ne abbia l'opportunità, un'occasione da non perdere.
Per il resto, devo ammettere che "Ecce bombo" non sia un prodotto che faccia per me: trama difficile da seguire - ne ho dovuto leggere il riassunto su Wikipedia per capire meglio le sfumature di certe parti che non avevo capito - e una particolare modalità recitativa monotono, insieme a un montaggio asettico, hanno reso la visione difficile e a tratti soporifera (non è stato saggio andare a fare aperitivo prima della visione, tra l'altro cominciata alle 10 di sera passate).
Insomma, nonostante tutte le mie buone intenzioni, per me "Ecce bombo" è un no.
Cast: Nanni Moretti, Fabio Traversa, Luisa Rossi, Glauco Mauri, Lina Sastri, Piero Galletti, Susanna Javicoli.
Box Office: /
Vale o non vale: I fan di Moretti della prima ora apprezzeranno. Per lo spettatore medio o chi non sia abituato con questo tipo di pellicole, una visione confusa e difficile da seguire.
Premi: In concorso a Cannes 1978.
Parola chiave: Autocoscienza.
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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 20 luglio 2024

Film 2297 - Bull Durham

Intro: Non avevo mai sentito parlare di questo film. L'altro giorno stavo guardando un video su YouTube dove si cita la performance di Susan Sarandon in questa pellicola e mi sono incuriosito: sembrava la scelta perfetta per un venerdì sera casalingo.

Film 2297: "Bull Durham" (1988) di Ron Shelton
Visto: dal proiettore
Lingua: inglese
Compagnia: Michael
In sintesi: sarò onesto, non ho particolarmente gradito questo film. Non che non sia un prodotto di qualità, quello no, semplicemente non è troppo il mio genere.
Meno romcom di quanto avrei gradito e più concentrato sull'elemento sportivo della trama con molti, MOLTI riferimenti sessuali (che non mi aspettavo), "Bull Durham" è evidentemente un prodotto del suo tempo che funziona e non funziona. Ho molto gradito la performance di Susan Sarandon, anche se ho trovato il suo personaggio molto caotico e difficile da seguire (come la sua professione: che lavoro faccia la sua Annie Savoy ancora lo devo capire). Kevin Costner fa Kevin Costner, ma devo dire che funziona e ora comprendo meglio il suo status di sex symbol. Il personaggio di Tim Robbins è un casino e anche se ha senso in riferimento al suo arco narrativo, l'ho trovato comunque fastidioso.
Insomma, non ero troppo interessato al triangolo amoroso che la storia propone. Poi, lo ribadisco, c'è davvero molto sport e molta terminologia tecnica che, ovviamente, non ho compreso. Non il film che mi aspettavo (il che, come sempre, non è necessariamente un male, semplicemente avrei voluto vedere altro).
Cast: Kevin Costner, Susan Sarandon, Tim Robbins, Trey Wilson, Robert Wuhl, Max Patkin.
Box Office: $50,888,729
Vale o non vale: Qualche tono da commedia romantica, molto sport e riferimenti sessuali. E' un prodotto di fine anni '80 con un'evidente connessione a quello specifico momento storico in termini di narrativa e realizzazione. A tratti mi ha ricordato "A League of Their Own".
Premi: Candidato all'Oscar per la Migliore sceneggiatura originale. 2 candidature ai Golden Globe per Miglior attrice protagonista commedia (Sarandon) e Miglior canzone originale per "When a Woman Loves a Man" cantata da Gordon Jenkins.
Parola chiave: Lingerie.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 27 giugno 2024

Film 2284 - Challengers

Intro: Uno dei film che attendevo di più questa stagione.

Film 2284: "Challengers" (2024) di Luca Guadagnino
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: non è la prima volta che mi capita di avere determinate aspettative su un film di Guadagnino che, una volta visto, rimangono parzialmente disattese. Di fatto, però, ammetto che rispetto a un tempo sia cambiato il mio modo di vedere le cose: non è il film che non ha soddisfatto le mie aspettative, sono io che non posso basare la mia opinione di una pellicola sulla base di quello che desidero vedere.
Una volta fatto pace con questa mia tendenza - e avendo avuto a disposizione almeno un mesetto per rifletterci - devo dire che "Challengers" mi è piaciuto e, più di tutto, mi è piaciuta Zendaya. Sempre più lanciata e desiderosa di mettersi alla prova, anche in questo nuovo progetto l'attrice si mette alla prova e consegna al pubblico un personaggio che non l'avevo ancora vista interpretare, una donna matura, con aspirazioni, famiglia, forte di carattere e dominante. Un'ottima prova d'attrice.
Relativamente alle mie aspettative disattese, dico solo che, alla vigilia della visione al cinema, avevo letto molti articoli che parlavano della sensualità di questo film, la sua aura gay, la scena del churro, ecc ecc. La realtà è che Guadagnino è più "pudico" di quanto non sembri esteriormente (era già successo con "Call Me By Your Name") e questo "Challengers" insieme a lui. Sì, qualche momento di tensione omoerotica c'è, ma non quanto mi aspettassi o volessi. Il che, come dicevo, non è necessariamente un male, semplicemente la storia ha un punto di vista differente ed è interessata a raccontare qualcosa di diverso: un triangolo amoroso, la competitività del mondo dello sport agonistico, la storia di 3 persone diverse attratte dallo stesso elemento comune (il tennis), la competitività "testosteronica" tra i due protagonisti. Insomma, ci sono tanti elementi a formare questo "Challengers" e solo collateralmente c'è un interesse ad approfondire la componente gay. Io tifafo per quella, volevo più di quella roba di lì. Ciò non toglie che ci sia un elemento di sensualità in generale che appartiene sia a Josh O'Connor e Mike Faist che a Zendaya. Aggiungo che, insieme, fanno un trio esplosivo.
Insomma, "Challengers" è sicuramente uno dei titoli più interessanti usciti in questo 2024 (curiosamente, due di questi vedono Zendaya come protagonista) e vale la pena di recuperarlo. Ottime prove d'attore, magnifica fotografia, colonna sonora pazzesca (di Trent Reznor e Atticus Ross), montaggio molto creativo che funziona per il film e le sue tematiche e un Guadagnino in gran forma. Match point.
Cast: Zendaya, Josh O'Connor, Mike Faist.
Box Office: $94.2 milioni
Vale o non vale:
Premi: /
Parola chiave: Match.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 28 marzo 2024

Film 2262 - Call Me by Your Name

Intro: San Valentino casalingo e in solitaria per questo 2024, quindi ho deciso di massacrarmi l'umore riguardando questo film.

Film 2262: "Call Me by Your Name" (2017) di Luca Guadagnino
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: lo so, lo so, dopo tutti gli scandali venuti fuori su Armie Hammer rivedere questo film potrebbe essere problematico. La verità, però, è che a) Hammer non mi ha mai particolarmente entusiasmato neanche prima e b) questa storia affronta già tematiche scomode e complesse (sesso con un minorenne), quindi ammetto che rivedere "Call Me by Your Name" non mi è risultato particolarmente difficile (se non consideriamo che, rispetto alle visioni precedenti, adesso ogni volta che penso al titolo di questa pellicola nel cervello mi parte "Montero" di Lil Nas X).
Detto ciò, al di là della dimensione sensuale (e sessuale) di questo prodotto, per me il valore di "Call Me by Your Name" risiede in tre particolari aspetti:
1. la collocazione spaziale, che mi ricorda casa;
2. le circostanze della storia, che mi rimandano al passato, la mia prima volta con un ragazzo (anch'io, al tempo, minorenne) e, in particolare, la scena finale di infinito dolore (quando capisci che, nonostante quello che hai provato,
it's not meant to be);
3. la colonna sonora, ormai indelebilmente scolpita nel mio cervello.
Mi rendo conto che il valore che per me ha questo prodotto è assolutamente personale - discorso che vale, ovviamente, per qualsiasi altro prodotto cinematografico - e non tutti saranno d'accordo. In ogni caso "Call Me by Your Name", per quanto non sia il mio film a tematica gay preferito, rimane un porto sicuro in quei momenti in cui, per un motivo o per un altro, ho la necessità di riconnettermi con quella parte di me stesso che ha bisogno di uno scossone emotivo. Non uno qualsiasi però, ma specificamente quello che il film di Guadagnino riesce tutte le volte a "regalarmi" proprio perché connesso a quei tre aspetti di cui sopra.
Film 1530 - Call Me by Your Name
Film 1686 - Call Me by Your Name
Film 2262 - Call Me by Your Name

Cast: Timothée Chalamet, Armie Hammer, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois.
Box Office: $43.1 milioni
Vale o non vale: Non per tutti, per una miriade di motivi. Personalmente non avevo particolarmente gradito "Call Me by Your Name" alla prima visione, ma più lo guardo, più trovo valore in quello che questa pellicola ha da offrire. Fosse anche solo nelle parole pronunicate dal padre (Michael Stuhlbarg) ad Elio (Timothée Chalamet) nel momento in cui il ragazzo deve fare i conti con il suo primo amore che se n'è andato: un discorso che, forse, farebbe davvero bene a tutti ascoltare.
Premi: Candidato a 4 premi Oscar, tra cui Miglior film e attore protagonista (Chalamet), ha vinto per la Miglior sceneggiatura di James Ivory; il film ha vinto anche il BAFTA nella stessa categoria. 3 nomination ai Golden Globes (film, attore protagonista, attore non protagonista) e 2 ai Grammy (Best Compilation Soundtrack for Visual Media e Best Song Written for Visual Media). 2 David di Donatello vinti per Migliro sceneggiatura e canzone originale su 12 nomination (tra cui Miglior film e regia, ma niente per gli attori).
Parola chiave: Oliver.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 16 febbraio 2024

Film 2249 - Poor Things

Intro: Ammetto che non avessi intenzione originariamente di vedere questo film. Poi hanno cominciato a parlarne bene tutti, così alla fine mi sono convinto.

Film 2249: "Poor Things" (2023) di Yorgos Lanthimos
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: le pellicole precedenti di Lanthimos che ho visto mi sono piaciute tutte (tranne "The Killing of a Sacred Deer") per cui risultava strano a me per primo che mancassi di curiosità nei confronti del suo ultimo progetto. Credo che, per me, l'aspetto visivo fosse il primo deterrente: in un momento personale in cui (ancora) fatico ad approcciarmi a prodotti drammatici emotivamente provanti, l'idea che mi ero originariamente fatto di "Poor Things" era che potesse essere uno di quei film complessi, un po' cerebrali, tendenzialmente d'essai. Ovvero tutto ciò per cui non riesco a sviluppare un interesse ultimamente.
Poi, con tutto il clamore ottenuto, mi sono lasciato convincere e, devo dire, di fatto il film non mi è dispiaciuto. Ammetto che non sia una di quelle storie che sento il bisogno di rivivere - ovvero, vista la pellicola una volta sono contento così - però sicuramente "Poor Things" è un'esperienza visiva che, se si è appassionati di cinema contemporaneo, va fatta. Lanthimos è chiaramente un grande narratore e artista che, in questo caso, ha più che mai lasciato libera la sua creatività, confezionando un prodotto stilisticamente meraviglioso e artisticamente interessante. Oltre a lui, il merito va ovviamente a una Emma Stone mai così assorbita in un ruolo che ne mettesse alla prova le capacità (non solo recitative in questo caso, dato che qui è anche produttrice del film, ergo la Stone è anche candidata all'Oscar per il Miglior film quest'anno). A lei va tutto il merito di portare sulle spalle un prodotto complicato e complesso e, soprattutto, non facile da "vendere" al pubblico. Se il risultato finale funziona è anche per merito suo. Tra l'altro secondo me è possibile che la Stone vinca il suo secondo Oscar per la sua performance, anche se sarà difficile battere la Lily Gladstone di "Killers of the Flower Moon" (anche per una questione un po' politica a dire il vero, ma quella è un'altra storia).
Detto cioò, ho trovato "Poor Things" un po' troppo lungo per i miei gusti (142 minuti), in particolare mi è risultata "faticosa" la parentesi portoghese - per quanto spettacolare in termini visivi - probabilmente anche in conseguenza del fatto che l'antipatico personaggio interpretato da Mark Ruffalo in questo capitolo è molto presente.
A prescindere, comunque, avrei un po' sforbiciato qui e là, specialmente una parte iniziale particolarmente disorientante che mi ha lasciato per troppo tempo a chiedermi a cosa stessi assistento, sottraendo la mia attenzione dal film.
Particolarmente godibile, invece, la parentesi francese in cui Bella (Stone) matura una consapevolezza di sé stessa e del suo corpo che fino a quel momento non aveva. Quella che sarebbe potuta essere la parte più difficile della storia da digerire risulta, invece, divertente e sorprendentemente "self-aware".
Tutto sommato, quindi, una visione godibile di un prodotto artisticamente ricchissimo (costumi, scenografie, musiche, fotografia) che, insieme ad altri titoli più pop della passa stagione, la fa da padrone in una stagione cinematografica altrimenti particolarmente priva di ispirazione.
Cast: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Margaret Qualley, Jerrod Carmichael, Hanna Schygulla.
Box Office: $90.5 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Lanthimos si spinge ancora oltre "The Favourite" e confeziona una pellicola che, ad oggi, sembra essere la continuazione naturale di tutto ciò che ha portato precedentemente al cinema: più colorato, più audace, ancora più creativo, "Poor Things" è un altro film con una forte protagonista femminile, un'altra storia profondamente personale - del resto cosa c'è di più personale del trovare se stessi? - nonché un altro titolo dallo humor provocatorio, ma estremamente efficace. Insomma, nel marasma di robaccia che esce ultimamente, fatevi un regalo e date una chance a questa pellicola. Magari non è il vostro genere, ma almeno è un prodotto creativo che ha qualcosa da dire, nonché da mostrare.
Premi: Candidato a 11 premi Oscar per il Miglior film, regia, attrice protagonista (Stone), attore non protagonista (Ruffalo), sceneggiatura non originale, fotografia, scenografia, colonna sonora, montaggio, cortumi, make-up e acconciature. Vincitore di 2 Golden Globes per Miglior film musical/commedia e attrice protagonista (Stone) su 6 nomination (per regia, sceneggiatura, colonna sonora e i due attori non protagonisti Ruffalo e Dafoe). 11 nomination ai BAFTA per Miglior film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura non originale, colonna sonora, montaggio, fotografia, costumi, scenografia, make-up e acconciature, effetti speciali e film britannico dell'anno. Il film ha vinto il Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia 2023.
Parola chiave: Experiment.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 2 novembre 2023

Film 2213 - Bottoms

Intro: Avevo voglia di un film leggero e spensierato e che possibilmente mi facesse ridere. Il grande successo di una commedia americana a tinte queer sembrava il titolo che facesse al caso mio.

Film 2213: "Bottoms" (2023) di Emma Seligman
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: come al solito, aver letto critiche entusiaste prima della visione del film mi ha creato delle aspettative che poi la visione non è stata in grado di uguagliare.
In tutta onestà, se solitamente questa discrepanza tra l'hype della critica e il mio gusto personale non inficia troppo la mia opinione finale sulla pellicola di turno, in questo caso devo dire che "Bottoms" non mi ha per niente convinto. L'ho trovato caotico e poco divertente, strambo in una maniera non di mio gusto, per un risultato finale che mi ha lasciato più perplesso che soddisfatto della visione. Senza contare che il film è estremamente violento, il che non è certo un problema in generale, ma considerato che mi aspettavo di vedere una commedia queer, diciamo che mi aspettassi tutto tranne che ci si prendesse a botte, si tentasse di assassinare le gente e ***SPOILER*** il tutto finisse in un bagno di sangue.
Probabilmente parte del mio disappunto è derivato dal fatto che o non ho capito le battute o mi mancasse il contesto o i riferimenti culturali per abbracciare appieno un prodotto così profondamente "made in the USA", di fatto "Bottoms" è stato tutto il contrario di quello che mi aspettassi, non mi ha fatto ridere e non è stato per niente quello che cercavo da questa visione.
Cast: Rachel Sennott, Ayo Edebiri, Ruby Cruz, Havana Rose Liu, Kaia Gerber, Nicholas Galitzine, Miles Fowler, Dagmara Domińczyk, Marshawn Lynch.
Box Office: $12 milioni
Vale o non vale: Personalmente non mi ha convinto. Sarà che cercavo (e di conseguenza mi aspettavo) qualcos'altro, forse non ne ho capito lo humor, di fatto "Bottoms" non mi ha fatto ridere e, invece, mi ha colpito per una certa deliberata violenza un po' troppo gratuita e spavalda. Come si dice in inglese, not my cup of tea.
Premi: /
Parola chiave: Pineapple.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 29 settembre 2023

Film 2199 - No Hard Feelings

Intro: Sia io che Ciarán volevamo vederlo, quindi ci siamo regalati un "cinema date", una delle nostre cose preferite da fare assieme.

Film 2199: "No Hard Feelings" (2023) di Gene Stupnitsky
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non mi aspettavo che la cosa più "scioccante" (o memorabile, a seconda dei punti di vista) di questa pellicola sarebbe stata l'inaspettato nudo integrale di Jennifer Lawrence, eppure mesi dopo aver visto "No Hard Feelings" è la cosa che ricordo più vividamente. Con questo non voglio dire che il film sia pessimo, sicuramente è sufficientemente divertente per una serata di spensieratezza, però ecco, di certo non si tratta di un capolavoro.
E' davvero un peccato che ultimamente il genere commedia/commedia romantica sia in declino e che sia sempre più difficile trovare prodotti nuovi che abbiano qualcosa da dire. "No Hard Feelings" si impegna a cercare quell'appiglio di originalità, si vede che ci prova con le unghie e con i denti, ma il risultato finale non è così divertente quanto ci si aspetterebbe e tutta l'operazione finisce troppo velocemente nel dimenticatoio: non ci sono momenti indimenticabili o scene "cult" e se nemmeno il nudo di una delle attrici più famose di Hollywood riesce a fare la differenza in termini di incassi - ricordiamoci che 2009 "The Proposal" cavalcò ampiamente l'onda della prima sceda di "nudo" di Sandra Bullock e il film finì per incassare qualcosa come $317.4 milioni di dollari al box-office mondiale - questo da solo ci dà un po' il polso della situazione. Perché un prodotto come questo, 8-10 anni fa avrebbe fatto furore al botteghino. E no, il problema non è solo il Covid (l'anno scorso "The Lost City" ha incassato $192.9 milioni).
In ultima analisi, comunque, ho visto volentieri questo film, anche se onestamente mi aspettavo un po' di più.
Cast: Jennifer Lawrence, Andrew Barth Feldman, Laura Benanti, Natalie Morales, Matthew Broderick, Scott MacArthur, Ebon Moss-Bachrach, Hasan Minhaj.
Box Office: $87 milioni
Vale o non vale: Jennifer Lawrence da tutta se stessa per questo progetto (è anche produttrice) e si vede. La chimica col suo co-protagonista maschile (Andrew Barth Feldman) c'è tutta e la trama sicuramente non si risparmia niente in termini di politicamente non corretto. Detto ciò, il risultato finale non è esilarante e parte della comicità che si sceglie di mettere in scena risulta un po' datata. Non terribile, ma già vista. Tutto sommato, comunque, il film si lascia guardare.
Premi: /
Parola chiave: Macchina.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 6 settembre 2022

Film 2131 - Vicky Cristina Barcelona

Intro: Non avevo alcuna intenzione di rivederlo, lo ammetto, ma Ciarán ci teneva e tutto sommato questo film comunque mi piace. Quindi perché no?

Film 2131: "Vicky Cristina Barcelona" (2008) di Woody Allenn
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: questa è la mia terza visione di "Vicky Cristina Barcelona" e anche se continuo a pensare che già due fossero sufficienti, non posso dire di non aver apprezzato la visione. Poi ammetto che vederlo per la prima volta in inglese ha sicuramente offerto una prospettiva diversa rispetto alle varie interpretazioni.
Forse quella che mi ha colpito di più in assoluto è stata quella di Scarlett Johansson, che le altre volte ho sempre trascurato rispetto a quella ben più di impatto di Penélope. In realtà, tolta la carica sexy con cui cercano sempre di connotare l'interpretazione della Johansson con il doppiaggio italiano, rimane una performance molto più ispirata e sensuale, piuttosto che necessariamente provocante o erotica. Il tutto a vantaggio della storia.
Poi, certo, è impossibile negare il magnetismo dell'interpretazione della Cruz, che qui ricorda in parte un approccio nostrano al cinema (e la sua visceralità). Il tutto per un ritratto inatteso concesso sotto le mani di un regista, Woody Allen, solitamente più mentale che esplicito con la telecamera.
Insomma, "Vicky Cristina Barcelona" tutto sommato è stato ancora in grado di sorprendermi e appassionarmi, nonché instillarmi una certa nostalgia per la capitala catalana. La fotografia a toni seppia, però, è assolutamente un incubo da sopportare.
Film 1182 - Vicky Cristina Barcelona
Film 2131 - Vicky Cristina Barcelona
Cast: Javier Bardem, Patricia Clarkson, Penélope Cruz, Kevin Dunn, Rebecca Hall, Scarlett Johansson, Chris Messina, Pablo Schreiber.
Box Office: $96.4 milioni
Vale o non vale: A mio avviso rimane uno dei migliori di Allen degli ultimi anni e sicuramente da recuperare per tutti i fan della Cruz che per questo ruolo ha vinto l'Oscar (anche se onestamente per me avrebbe dovuto vincerlo per "Volver"). Non la considererei troppo una commedia ad essere onesti (come i Golden Globe tenterebbero di suggerire), ma ci sono certamente degli aspetti ironici a trainare certi meccanismi della storia. Comunque un film che vale per il grande cast e interpretazioni, oltre che una certa atmosfera rilassata e passionale che pervade tutta la storia.
Premi: Vincitore dell'Oscar e del BAFTA per la Miglior attrie non protagonista Penélope Cruz. 3 nomination ai Golden Globe per Miglior attore protagonista (Bardem), attrice protagonista (Hall) e attrice non protagonista (Cruz) e una vittorie per Miglior film, musical o comemdia.
Parola chiave: Weekend.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 28 giugno 2022

Film 2114 - Fire Island

Intro: Critiche positive per questa pellicola di Hulu che mi aveva incuriosito per le tematiche LGBT, per cui l'ho recuperata qualche weekend fa.

Film 2114: "Fire Island" (2022) di Andrew Ahn
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: di per sé il film mi è piaciuto, anche se c'è un certo tono malinconico di fondo che rende questo "Fire Island" meno spensierato di quanto non mi sarei immaginato. Poi, per carità, ci sono i party, il sesso casuale, l'amicizia, il divertimento, le follie da vacanza... però ci sono anche elementi più seri che connotano una storia che mi sarei immaginato più spensierata, visto l'idea di base (vacanza di una settimana di un gruppo di amici che vanno a Fire Island fondamentalmente per bere, sballarsi e fare sesso).
Allo stesso tempo, dato che il film prende una piega più seria, mi ha lasciato un po' stupito il finale da fiaba - o da commedia romantica - che di fatto ribalta il tono simil reale fino a quel momento assunto dalla trama, per rifilarci il solito tutto bene quel che finisce bene. Perché sì, anche il ragazzo meno palesemente bello o in forma può far innamorare il bono della spiaggia e sì, anche l'amico tutto fisico e niente relazioni serie può finire per innamorarsi e volere qualcosa di più.
Insomma, i cliché ci sono e di sicuro "Fire Island" non riscrive la storia del cinema omosessuale, però ha certamente il grande pregio di presentare un cast variegato che riflette con più attenzione la realtà multietnica della società odierna e della sempre più consapevole e autodeterminata comunità LGBTQIA+.
In generale, comunque, un risultato finale positivo.
Cast: Joel Kim Booster, Bowen Yang, Conrad Ricamora, James Scully, Margaret Cho, Matt Rogers, Tomas Matos, Nick Adams, Torian Miller, Zane Phillips, Peppermint.
Box Office: /
Vale o non vale: Forse non per tutti i palati, ma per chi apprezza le nuove commedie romantiche con un piglio più moderno (e meno anacronista), sicuramente "Fire Island" non mancherà di lasciare soddisfatti. Non un capolavoro, ma funziona.
Premi: /
Parola chiave: House.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 21 giugno 2022

Film 2112 - Alex Strangelove

Intro: Di recente avevo salvato su Netflix qualche pellicola leggera da vedere in momenti in cui avessi avuto bisogno di qualcosa di spensierato. Due weekend fa mi sono lanciato su questo titolo.

Film 2112: "Alex Strangelove" (2018) di Craig Johnson
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non che mi aspettassi grandi cose, però devo dire che questo "Alex Strangelove" non mi ha particolarmente convinto.
Per essere una pellicola incentrata sul coming out del suo protagonista, si passa un eternità di tempo a parlare della relazione di amicizia/amore/amicizia tra i due protagonisti Alex (Daniel Doheny) e Claire (Madeline Weinstein), relegando la questione omosessuale di fatto a sottotrama. Il che è un po' un peccato, anche perché avevo scelto di vedere il film più che altro per la sua tematica LGBT e non perché cercassi una storia di amicizia liceale. Anche perché se si fosse approfondito un po' di più questo nuovo aspetto della vita di Alex, si sarebbe evidato di dover relegare la parte più importante - e, se vogliamo, interessante - al finale con ballo di fine anno di rito.
Al di là di questo, poi, devo ammettere che ho trovato la storia un po' deludente anche a causa del protagonista, francamente piuttosto antipatico. Si fa fatica ad apprezzare il personaggio - e non è certo colpa di Doheny, quanto più per come è stato scritto Alex - e non si capisce come mai tutti siano apparentemente interessati a lui, perché sia costantemente al centro dell'attenzione. Alex è decisamente troppo popolare per come lo hanno caratterizzato nel film o troppo "sfigato" per essere così popolare. Mettetela come volete, di fatto i conti non tornano. Pure i suoi amici sono ossessionati dalle sue vicende sessuali o sentimentali, tanto da prendersi addirittura un pugno in faccia per Alex che, codardo, scappa lasciando l'amico - che lo ha difeso! - steso per terra. Mah.
Insomma, per quanto ci potrebbero essere certi elementi anche salvabili, "Alex Strangelove" non fa comunque abbastanza per elevarsi sopra la media.
Cast: Daniel Doheny, Antonio Marziale, Madeline Weinstein, Joanna Adler, William Ragsdale, Daniel Zolghadri, Nik Dodani, Fred Hechinger.
Box Office: /
Vale o non vale: Troppo debole come commedia, troppo poco focalizzato sulla questione LGBT, di fatto "Alex Strangelove" è poco quello che ci aspetterebbe e troppo qualcos'altro che, però, non ha sufficiente spinta per risultare originale. Si può vedere, per carità, ma non è certo niente di che.
Premi: /
Parola chiave: Sessualità.
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Bengi

venerdì 24 settembre 2021

Film 1824 - Love

Intro: Eric è un grande fan della cinematografia del regista di questo film (e di Almodovar), per cui era solo questione di tempo prima che cominciassimo a vedere pellicole dei suoi registi preferiti. Il che mi ha sicuramente aiutato, pian piano, ad ampliare enormemente il mio concetto di cinema.

Film 1824: "Love" (2015) di Gaspar Noé
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: che fosse giunto il momento di vedere finalmente un film dell'argentino Gaspar Noé non c'era alcun dubbio, anche se non posso dire che questo "Love" mi abbia particolarmente impressionato, se non per la dose abbondante di esplicita passione sessuale. Ma esplicita esplicita.
Ora non voglio dire che si tratti di un porno con una trama, però è anche vero che parte di tutto questo dramma amoroso a tre viene distratto da questa componente erotica che è molto presente e molto centrale nell'estetica del film. Film che, va detto, in generale procede con tempistiche bibliche.
Ero davvero curioso di recuperare questo "Love", pellicola che a suo tempo diede scandalo a Cannes - proiettata persino in 3D! - per l'approccio così disinibito alle scene di sesso (che sono vere, non simulate). Oltre l'elemento scandalistico, però, non ho trovato granché, o comunque niente che narrativamente parlando non avessi già visto prima.
Cast: Aomi Muyock, Karl Glusman, Klara Kristin, Klara Kristin, Juan Saavedra, Gaspar Noé.
Box Office: $860,896
Vale o non vale: Non posso dire che "Love" mi abbia particolarmente colpito per ragioni che vadano oltre i primi piani sugli organi genitali dei protagonisti, ciò non toglie che non sia stata un'esperienza nel suo genere.
Premi: In concorso a Cannes 2015 per la Queer Palm.
Parola chiave: Preservativo.

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Bengi

giovedì 16 settembre 2021

Film 1818 - Midsommar

Intro: Sono a Ushuaia, mi sono ufficialmente trasferito, va tutto bene.

Film 1818: "Midsommar" (2019) di Ari Aster
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: il primo film che ho visto con Eric risale a 2 anni fa, per cui ho dovuto un attimo ripassare perché onestamente, a parte l'enorme livello di confusione su tutta la linea, ricordavo ben poco di questo "Midsommar".
Riletta la trama su Wiki, in combinazione con i miei ricordi di certe scene iconiche - penso al bel regalo di compleanno che si fanno i membri della setta allo scoccare del 72esimo anno di età - sono riuscito a ritagliare ricordi un attimo più freschi su questa fatica del signore dell'horror e della suspense inquietante Ari Aster: surreale, macabro, lentissimo e con una buona dose di splatter, per quanto il risultato finale non mi abbia convinto al 100%, bisogna comunque riconoscere alla storia una buona dose originalità e carattere.
Molto del film lo fanno la bravissima Florence Pugh - qui ancora pre Marvel e nomination all'Oscar - e il reparto tecnico, tra costumi, fotografia e location pazzeschi, colori mozzafiato, fiori vibranti, il tutto in contrasto con l'anima sadica e malata di tutto il racconto.
Ribadisco, non mi ha conquistato, ma con il senno di poi (e l'aiutino Wikipedia), un po' di voglia di rivedere "Midsommar" mi è tornata.
Ps. Ieri al cinema ho visto "The Most Beautiful Boy in the World", documentario su Björn Andrésen, il famoso Tadzio di "Morte a Venezia". Grazie al documentario ho scoperto che l'attore è presente anche in questo film.
Cast: Florence Pugh, Jack Reynor, William Jackson Harper, Vilhelm Blomgren, Ellora Torchia, Archie Madekwe, Björn Andrésen, Will Poulter.
Box Office: $48 milioni
Vale o non vale: Non per tutti i palati, ma sicuramente per i fan della filmografia di Aster (che, ricordiamolo, aveva già decapitato una bambina in "Hereditary").
Premi: /
Parola chiave: Libro.

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martedì 11 maggio 2021

Film 1994 - Easy A

Intro: Non che serva una ragione particolare per voler rivedere questo film, in ogni caso sono stato molto felice quando Ferdia ci ha chiesto di vederlo per la lezione successiva di Sceneggiatura.
Film 1994: "Easy A" (2010) di Will Gluck
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: considerato che è la sesta volta che lo vedo, direi di potermi considerare un fan.
Decisamente simpatico, ironico e ben congeniato, per quanto mi riguarda "Easy A" funziona ogni volta che lo rivedo. E Emma Stone è semplicemente perfetta per il ruolo.
Film 190 - Easy A
Film 241 - Easy A
Film 530 - Easy Girl
Film 1046 - Easy Girl
Film 1557 - Easy Girl
Film 1994 - Easy A
Cast: Emma Stone, Penn Badgley, Amanda Bynes, Thomas Haden Church, Patricia Clarkson, Cam Gigandet, Lisa Kudrow, Malcolm McDowell, Aly Michalka, Stanley Tucci.
Box Office: $75 milioni
Vale o non vale: Gran cast, storia interessante e che non manca di lasciare spunti di riflessione, simpatico e "oltraggioso" quanto basta, "Easy A" è una commedia perfetta per praticamente ogni occasione. Vedere per credere.
Premi: Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice protagonista - commedia o musical (Stone).
Parola chiave: Lies.

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domenica 9 maggio 2021

Film 1991 - Barb and Star Go to Vista Del Mar

Intro: Ho visto il trailer su iMDB qualche tempo fa e ho capito dal primo secondo che avrei recuperato questo film a tutti costi. Poi, nell'attesa che venisse reso disponibile in streaming, onestamente mi ero dimenticato di questo titolo... Per fortuna il destino me l'ha fatto ritrovare!
Film 1991: "Barb and Star Go to Vista Del Mar" (2021) di Josh Greenbaum
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: credo che "Barb and Star Go to Vista Del Mar" sia non solo uno dei film più assurdi che abbia mai visto, ma anche uno dei più gay senza necessariamente esserlo. Cioè, qui c'è chiaramente più di una semplice strizzatina d'occhio queer & camp e francamente ho amato. Tutto, dall'inizio alla fine. Tra l'altro ho riso come non mi capitava da tempo.
"Barb and Star Go to Vista Del Mar" è un affascinante esperimento che mixa il nonsense a trovate geniali - il granchio Morgan Freemond vince su tutte - e, ancora di più, shakera i generi cinematografici più agli antipodi e riesce comunque a far funzionare il tutto - si passa con grande disinvoltura dalla commedia al thriller al musical (tra l'altro con una serie di numeri coreografati alla perfezione).
Ovviamente se questa pellicola funziona è principalmente grazie a loro, Kristen Wiig e Annie Mumolo (qui anche sceneggiatrici) che fanno un lavoro fantastico nel portare in vita le due protagoniste e, devo ammettere, bisogna spendere una parola anche su Jamie Dornan che qui si spinge veramente oltre il suo classico ruolo da macho e/o oggetto sessuale e regala una performance estremamente divertente e giocosa. I tre assieme valgono tutto il film.
Devo aggiungere che un altro elemento di "Barb and Star Go to Vista Del Mar" che ho trovato davvero ben sviluppo è l'aspetto estetico, qui ben definito dall'inizio alla fine. Perfino i titoli di coda sono bellissima.
Chiudo con l'unica nota negativa: avrei preferito vedere la cattiva interpretata da qualcun'altro. Non riesco a capire il perché abbiano affidato il ruolo a Kristen Wiig quando ha già sufficientemente da fare nell'interpretare Star. E non è che Sharon Gordon Fisherman sia un personaggio così iconico che richieda addirittura che la star del film si sdoppi per interpretare entrambe donne. Specialmente perché i villain interpretati dalla Wiig non sono famosi per essere ben accolti dalla critica: ha vinto nel 2017 come Peggior attrice non protagonista per "Zoolander 2" ed è stata nominata quest'anno nella stessa categoria per "Wonder Woman 1984"...
Detto questo, ribadisco che "Barb and Star Go to Vista Del Mar" è stata una delle avventure cinematografiche più soddisfacenti degli ultimi mesi: random, folle e maledettamente adorabile. Non potevo chiedere di più.
Cast: Kristen Wiig, Annie Mumolo, Jamie Dornan, Damon Wayans Jr., Wendi McLendon-Covey, Vanessa Bayer, Reyn Doi, Fortune Feimster, Rose Abdoo, Phyllis Smith, Andy García, Reba McEntire.
Box Office: $14,959
Vale o non vale: Mi rendo conto che non sia un prodotto per tutti e che ci sarà sicuramente chi lo troverà sciocco o addirittura stupido. Io l'ho trovato talmente borderline da risultare geniale e maledettamente divertente. Da vedere!
Premi: /
Parola chiave: Mosquitos.

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martedì 13 aprile 2021

Film 1984 - Sex, Lies, and Videotape

Intro: Mi era sempre rimasta la curiosità di vedere questo film, ma non ero mai stato nel mood giusto. Poi, qualche settimana fa, ho finalmente deciso di recuperarlo.
Film 1984: "Sex, Lies, and Videotape" (1989) di Steven Soderbergh
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: decisamente niente di quello che mi aspettavo.
"Sex, Lies, and Videotape", promosso all'epoca come pellicola tra lo scandaloso e il piacevolmente piccante, in realtà per lo spettatore moderno non è niente più che una lunga sessione di terapia attraverso le vite dei vari personaggi. Mi ha conquistato? Non direi, anche se penso di riuscire a capire il perché, all'epoca, il film di Soderbergh abbia suscitato tanto interesse.
Detto questo, il legame che ho trovato più interessante è sicuramente quello tra le due sorelle Ann e Cynthia (rispettivamente Andie MacDowell e Laura San Giacomo) che, anche se rappresentano la classica contrapposizione tra perfezione e socialmente accettabile da una parte e il cronico rifiuto a conformarsi e una buona dose di sex appeal dall'altra, rimane comunque qui una dinamica esplorata con intelligenza, conferendo un piglio personale a qualcosa di già visto.
Curiosa la questione delle videocassette erotiche di cui Graham (James Spader) ha bisogno per sentire una connessione con il sesso opposto, anche se forse avrei gradito un ulteriore slancio in termini di approfondimento e approccio alla questione che sì, sa di eccentrico e bizzarro - non tanto oggi, quanto per allora -, ma lascia molti sottintesi che sarebbe stato interessante veder effettivamente affrontati.
Tutto sommato non mi pento di aver recuperato questo "Sex, Lies, and Videotape", ma non sono rimasto irrimediabilmente colpito o impressionato.
Cast: James Spader, Andie MacDowell, Peter Gallagher, Laura San Giacomo, Ron Vawter, Steven Brill.
Box Office: $36.7 milioni
Vale o non vale: Sicuramente interessante, anche se al giorno d'oggi l'aura di scandalo che nel 1989 poteva avere questa pellicola è svanita. E non è solo perché ripensare alla videocassette ci ricorda l'immenso gap temporale tra questa storia e l'evoluzione sociale e culturale che si è verificata nel frattempo.
Sicuramente non un film per tutti e meno scandaloso di quanto ci si potrebbe aspettare.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior sceneggiatura originale. 3 nomination ai Golden Globes per sceneggiatura, attrice protagonitsa (MacDowell) e attrice non protagonista (San Giacomo); 2 candidature ai BAFTA per sceneggiatura e attrice non protagonista (San Giacomo) e 1 nomination ai César per il Miglior film straniero. A Cannes '89 il film ha vinto la Palma d'Oro per il Miglior film e James Spader per il Miglior attore.
Parola chiave: Orecchino.

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lunedì 21 dicembre 2020

Film 1757 - Beach Rats

Intro: Suggerito da Netflix, ricordo che mi avesse colpito la locandina e la storia intrigante a tema homo.
Film 1757: "Beach Rats" (2017) di Eliza Hittman
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: forse dalla storia mi aspettavo qualcosa di un attimo più sconvolgente, in ogni caso questo "Beach Rats" è intrigantee presenta un'estetica ben sviluppata che conferisce al prodotto finale un'anima ben delineata.
La storia di Frankie (Harris Dickinson), ragazzetto spiantato e confuso alle prese con droghe e amicizie discutibili, si fa interessante (e piccante) quando scopriamo che, nel tempo libero, cerca compagnia tra le lenzuola di ben più attempati signori che trova sulle chat in internet. Non ci sarebbe niente di rivoluzionario, non fosse che il ragazzo si considera etero e ha una fidanzata (Madeline Weinstein). Chiaramente nemmeno questo twist narrativo risulta particolarmente innovativo, ma aggiunge sicuramente pepe a una storia altrimenti relegata all'universo ragazzetti/bulletti allo sbando che, da sola, non avrebbe molto da dire.
Poi, ribadisco, "Beach Rats" è meno profondo di quanto non vorrebbe far credere, ma rimane comunque un titolo indipendente dotato di un certo proprio magnetismo.
Cast: Harris Dickinson, Madeline Weinstein, Kate Hodge, Neal Huff.
Box Office: $486,623
Vale o non vale: Intrigante, visivamente ben concepito e con un protagonista credibile, "Beach Rats" è un titolo sicuramente non per tutti, ma che può meritare una chance, specialmente se si apprezzato le tematiche LGBTQI.
Premi: Premio alla regia al Sundance Film Festival del 2017.
Parola chiave: Weed.
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mercoledì 4 novembre 2020

Film 1944 - Weird Science

Intro: Continuo l'invasione degli anni '80 con un classico della cinematografia di John Hughes che non avevo mai visto.
Film 1944: "Weird Science" (1985) di John Hughes
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: questa pellicola ricade nella categoria "ho presente vagamente, ma non l'ho mai visto" che ogni tanto mi piace andare a rispolverare per cercare qualche titolo che mi sono perso e che potrebbe valere la pena di recuperare. Per laa serata di disimpegno balordo che stavo cercando, "Weird Science" era il titolo giusto.
La base di tutta la storia è l'ormone smosso dei due teenager protagonisti, alla ricerca non solo della donna perfetta, ma anche di una buona dose di sessualità e da sbattere in faccia a coetanei miscredenti. La verità è che questo film di John Hughes, meno riuscito di altri, funziona solo nel momento in cui si è disposti a giocare con la premessa porno-fantascientifica: cosa succede quando due ragazzetti sfigati riescono a realizzare tramite computer la donna perfetta che obbedisce solo ai loro comandi e si definisce una loro proprietà? La risposta è che probabilmente si ribella tutto il mondo dell'attivismo femminista e dei diritti egualitari.
A parte sottolineare l'ovvio machismo e la cascata di stereotipi veicolati da questo prodotto di consumo prevalentemente teenager, ci sono proprio delle incongruenze della trama che non funzionano, di cui per me la più evidente è che Lisa (Kelly LeBrock), la donna perfetta, è creata sulla base di ritagli di giornale che raffigurano sia parti del corpo che alcuni personaggi famosi per caratteristiche come l'intelligenza, per cui ci aspetteremo una donna super intelligente e bellissima e... punto. Non si sa perché, invece, Lisa è ancha magica, in quanto può far comparire e sparire cose, trasformare le persone. A parte essere conveniente per la sceneggiatura, non capisco proprio il nesso tra le cose.
Un'altra cosa che mi è parso di notare è l'alterazione della voce dei due protagonisti Anthony Michael Hall e, soprattutto, Ilan Mitchell-Smith: da una scena all'altra la loro voce si fa più stridula e acuta, per poi tornare come all'inizio, tanto che la cosa mi ha spinto a cercare info sulla questione, ma nessuna notizia in proposito. Saranno stati gli ormoni adolescenziali?
Per finire, una nota più leggera. Ero già stato sorpreso dalle tinte disinibite e arcobaleno del sequel di "Nightmare", tra un primo piano pelvico e una frustata sulle chiappe, e devo dire che anche qui non ci si fa mancare niente, nonostante l'atmosfera volutamente da caserma: Wyatt (Mitchell-Smith) indossa la biancheria di Lisa per il durare di una scena che lo vede seminudo di fronte al fratello misogino e omofobico; Wyatt e Gary (Hall) vogliono fare la doccia insieme a Lisa, tutti e tre nello stesso momento per poi rimanere nell'angolo a guardare, semivestiti, uno accanto all'altro impauriti.
Insomma, si capisce che "Weird Science" non è tanto strano per l'argomento in sé, quanto per quella serie di elementi che lo rede a tutti gli effetti strambo anche perché in grado di suscitare un duplice sentimento di indignazione per le stron*ate retrograde che vengono dette e allo stesso tempo quella sensazione di dolce nostalgia rispetto a un mondo (e un modo di fare le cose) che non esiste più. Nel 2020 Lisa sarebbe una donna in carriera che manda velocemente a quel paese quei due rimbambiti di Wyatt e Gary nel momento in cui si rende conto che il mondo ha ben altro da offrire che sistemare la reputazione di due adolescenti arrapati. Ma per carità, non c'è bisogno di un remake.
Cast: Anthony Michael Hall, Ilan Mitchell-Smith, Kelly LeBrock, Bill Paxton, Robert Downey Jr., Michael Berryman.
Box Office: $38.9 milioni
Vale o non vale: Se lo si prende per quello che è e ci si ricorda che è pur sempre una pellicola di 35 anni fa, "Weird Science" è anche scioccamente divertente e di intrattenimento, soprattutto se si pensa a quanta creatività sta dietro ai trucchi per portare sullo schermo il magico mondo di Lisa. Insomma, perfetto per una serata di disimpegno, ma non aspettatevi tematiche profonde. La canzone portante della colonna sonora è pazzesca ("Weird Science" dei Oingo Boingo)!
Premi: /
Parola chiave: Bambola.
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sabato 27 giugno 2020

Film 1732 - The Prime of Miss Jean Brodie

Intro: Avevo sempre voluto recuperare la filmografia di Maggie Smith, specialmente il ruolo per cui si è aggiudicata il primo Oscar, così ne ho approfittato alla prima occasione.
Film 1732: "The Prime of Miss Jean Brodie" (1969) di Ronald Neame
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Hugh
In sintesi: onestamente mi aspettavo qualcosa di diverso e ho trovato il film affrontabile solo grazie alla magnifica performance di Maggie Smith.
Jean Brodie è un personaggio difficile e complesso, reso antipatico dalle sue ideologie e un certo attaccamento al potere che passa anche per una buona dose di lavaggio del cervello. La necessità che esprime di ingraziarsi e plasmare le menti delle sue pupille è il leitmotiv di tutta la storia che, tra l'altro, è tratta dall'opera teatrale derivante dal romanzo di Muriel Spark.
In generale mi ha ricordato qualcosa di "Mona Lisa Smile", anche se il personaggio della protagonista qui è molto più complesso.
Ps. Non c'entra molto, ma non riesco a capacitarmi della bruttezza della locandina...
Cast: Maggie Smith, Robert Stephens, Pamela Franklin, Gordon Jackson, Celia Johnson.
Box Office: $6,650,000
Vale o non vale: Si citano Benito Mussolini e Francisco Franco, si parla di sesso, si analizza un personaggio a tratti scomodo, a tratti ridicolo che, però, nelle mani di Maggie Smith prende vita in maniera credibile e riuscita. Non è un film per ogni occasione, ma sicuro i fan della Smith non mancheranno di apprezzare la puntuale bravura della loro beniamina.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Miglior attrice protagonista (Smith), era candidato anche per la Miglior canzone originale ("Jean" di Rod McKuen); candidato a 3 Golden Globe (Miglior film drammatico e miglior attrice protagonista), ha vinto quella per la canzone originale; 3 nomination ai BAFTA e 2 vittorie per Miglior attrice protagonista e attrice non protagonista per Celia Johnson (contro di lei era candidata Pamela Franklin). In concorso al Festival del Cinema di Cannes 1969.
Parola chiave: Dipinto.

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lunedì 2 dicembre 2019

Film 1686 - Call Me by Your Name

Intro: Dovevo decisamente rivederlo.
Film 1686: "Call Me by Your Name" (2017) di Luca Guadagnino
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: lo volevo rivedere principalmente perché la prima volta - erroneamente - mi aspettavo "Brokeback Mountain", per cui in parte avevo aspettative irrealistiche. La realtà è che "Call Me by Your Name" è un bel film ben fatto, che dà voce a un ragazzino alle prime esperienze con il sesso e la sessualità, in un Paese durante un certo momento storico non esattamente progressista.
Personalmente ho sentito, di nuovo, una forte connessione con il protagonista Elio (Chalamet) e la sua storia amorosa giovanile, un primo impatto con l'omosessualità che sa molto di qualcosa che vuoi e vorresti abbracciare, ma che risulta al contempo proibita e irraggiungibile. Come la love story con lo studente straniero Oliver (Hammer), un sogno che, seppur si realizzi, rimane comunque tale. Non a caso il finale è struggente, come lo sono i primi amori che ci colgono alla sprovvista.
Film 1530 - Call Me by Your Name
Film 1686 - Call Me by Your Name
Film 2262 - Call Me by Your Name
Cast: Timothée Chalamet, Armie Hammer, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois.
Box Office: $41.9 milioni
Vale o non vale: Il libro da cui è tratto è bellissimo e il film ne è una ben fatta trasposizione. I sentimenti e la profondità ci sono, la colonna sonora è spettacolare, Timothée Chalamet fa innamorare, Armie Hammer fa sognare. Poi io un nudo femminile non ce lo avrei messo (o lo avrei bilanciato con un maschile), detto questo, da vedere.
Premi: Candidato a 4 premi Oscar, tra cui Miglior film e attore protagonista (Chalamet), ha vinto per la Miglior sceneggiatura; il film ha vinto anche il BAFTA nella stessa categoria. 3 nomination ai Golden Globes (film, attore protagonista, attore non protagonista) e 2 ai Grammy (Best Compilation Soundtrack for Visual Media e Best Song Written for Visual Media). 2 David di Donatello vinti per Migliro sceneggiatura e canzone originale su 12 nomination (tra cui Miglior film e regia, ma niente per gli attori).
Parola chiave: Pesca.

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venerdì 1 novembre 2019

Film 1669 - Book Club

Intro: 3 premi Oscar e una candidata all'Oscar come protagoniste, un'idea di base simpatica e piccante per una commedia sulla terza età che promette non pochi momenti divertenti e disinvolti... Dovevo assolutamente vederlo!
Film 1669: "Book Club" (2018) di Bill Holderman
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: un inaspettato successo commerciale per una commedia che mette in prima linea quattro magnifiche protagoniste e il loro club del libro, per l'occasione inaspettatamente a tinte osé. A trainare questo "Book Club", infatti, è una trovata molto semplice: cosa succede quando quattro signore completamente diverse tra loro decidono di dedicarsi alla lettura delle avventure erotiche nientemeno che del Sig. Christian Grey?
Il pretesto è simpatico e Keaton, Fonda, Bergen e Steenburgen sono attrici meravigliose in grado di valorizzare la pellicola che, di per sé, è meno riuscita di quanto non mi sarei aspettato; in generale, comunque, il film funziona abbastanza bene e consegna al suo pubblico un prodotto divertente e, per una volta, incentrato su un gruppo di protagoniste tutto femminile e over 60, il tutto per un risultato finale non esilarante, ma in ogni caso piacevole.
Cast: Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen, Mary Steenburgen, Craig T. Nelson, Andy García, Don Johnson, Ed Begley Jr., Richard Dreyfuss, Alicia Silverstone.
Box Office: $104.4 milioni
Vale o non vale: Sicuramente un titolo che vale principalmente per il grande cast che porta sul grande schermo, un gruppo di attori che si mette in gioco e aggiunge valore al prodotto finale. Il pretesto comico è intrigante e parrebbe promettere scintille, anche se in realtà il film risulta meno brillante di quanto non appaia dal trailer. Detto questo, un prodotto simpatico e fresco che ricorda, ancora una volta, che la vita dopo i 60 anni continua.
Premi: /
Parola chiave: "Fifty Shades of Grey".

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