Visualizzazione post con etichetta Kristin Scott Thomas. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Kristin Scott Thomas. Mostra tutti i post

mercoledì 27 agosto 2025

Film 2382 - Mission: Impossible

Intro: Thank God we ended up watching this one before the sequel came out because clearly I didn't remember much of what happened on this one.

Film 2382
: "Mission: Impossible" (1996), Brian De Palma
Watched on: My computer
Language: English
Watched with: No one
Thoughts: Of the 8 movies from this franchise, one of my 3 favourites.
This movie is 30 years old and still works marvelously: extremely entertaining, greatly shot, led my a perfect Tom Cruise and, most importantly, "Mission: Impossible" starts with one of the most shocking twists that you don't see coming.
Overall, a great cinematic experience.
Film 1005 - Mission: Impossible
Film 2382 - Mission: Impossible
Film 1027 - Mission: Impossible II
Film 1049 - Mission: Impossible III
Film 409 - Mission: Impossible - Protocollo Fantasma
Film 1058 - Mission: Impossible - Protocollo fantasma
Film 1012 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1206 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1672 - Mission: Impossible - Fallout
Film 1747 - Mission: Impossible - Fallout
Film 2205 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Film 2381 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Film 2387 - Mission: Impossible - The Final Reckoning
Cast: Tom Cruise, Jon Voight, Henry Czerny, Emmanuelle Béart, Jean Reno, Ving Rhames, Emilio Estevez, Kristin Scott Thomas, Vanessa Redgrave.
Box Office: $457.7 million
Worth a watch?: A great action thriller from the 90s, the theme song is contagious, Tom Cruise is the perfect secret agent - and, boy, he was handsome! - and overall "Mission: Impossible" is a fun, entertaining ride.
Awards: Nominated for Best Action Sequence at the 1997 MTV Movie + TV Awards.
Key word: List.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 8 giugno 2020

Film 1718 - Tomb Raider

Intro: Avevo provato a cominciarlo ancora in Australia durante i sei mesi di reclusione al Takarakka, ma la qualità del file scaricato era tremenda, così ho deciso di posticipare. Ne ho approfittato una volta in aereo verso la mia nuova avventura: America (Los Angeles durante gli Oscar 2019, Las Vegas e San Francisco) e Nuova Zelanda.
Film 1718: "Tomb Raider" (2018) di Anthony Russo, Joe Russo
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: c'era bisogno di un reboot della saga su Lara Croft? Assolutamente no, ma ho abbracciato la nuova proposta cinematografica principalmente per la presenza della mia adorata Alicia Vikander, qui in nel suo ruolo finora più commerciale. Dopo produzioni europee ("A Royal Affair"), ruoli provocatori ("Ex Machina") e un Oscar ("The Danish Girl"), era giunto inevitabilmente il momento per lei di confrontarsi con qualcosa di più globale e mainstream in termini di carriera. Il risultato finale? Niente di elettrizzante onestamente, anche se è indubbio che la ragazza ce l'abbia messa tutta per riportare in vita l'eroina dei videogames della Crystal Dynamics.
Precedentemente interpretata da Angelina Jolie - che ha reso il ruolo francamente iconico in termini di look e stile -, la produzione qui ha voluto giocare più su un dinamismo da film d'azione tradizionale, piuttosto che su una plasticità gonfiata e una realizzazione palesemente fittizia, il tutto per ricercare un realismo in grado di validare la storia. Niente di nuovo, è quello che, per dire, è successo di recente con il reboot di "Jumanji", anche se qui mi pare il risultato finale sia decisamente meno riuscito. Manca sicuramente una componente divertita e divertente, il che appesantisce un prodotto votato teoricamente all'intrattenimento facile e spensierato. Poi, per carità, "Tomb Raider" si lascia guardare, ma decisamente non rimane impresso. Vikander non ha ancora conseguito uno star power tale da mobilitare le masse al cinema, la pellicola manca di un'estetica propria che la contraddistingua dalle altre o dalle precedenti e il progetto finisce per rimanere schiacciato tra il tentativo di sganciarsi dai precedenti due capitoli cinematografici e l'esigenza di presentarsi come rilevante in quanto più serio rispetto a quanto prodotto finora sul personaggio di Lara Croft. Servono più idee e una trama più accattivante, ma a mio avviso Alicia Vikander risulta una scelta azzeccata.
Cast: Alicia Vikander, Dominic West, Walton Goggins, Daniel Wu, Kristin Scott Thomas, Derek Jacobi, Nick Frost.
Box Office: $274.7 milioni
Vale o non vale: Niente di entusiasmante, "Tomb Raider" funziona per chi fosse in cerca di una distrazione facile e dimenticabile per una serata tranquilla all'insegna dell'avventura e dell'azione. Ma niente di più. Un sequel è in lavorazione.
Premi: /
Parola chiave: Himiko.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 25 maggio 2019

Film 1597 - Only God Forgives

Intro: Non avevo alcuna intenzione di vederlo, ma Ryan è Ryan e ogni tanto cambiare un po' genere può fare bene. O no?
Film 1597: "Only God Forgives" (2013) di Nicolas Winding Refn
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: visivamente intrigante ed esteticamente sicuramente riuscito, nel complesso "Only God Forgives" è, però, un brutto film. Privo di qualcosa da raccontare, Nicolas Winding Refn tenta di bissare il successo ottenuto con "Drive", esasperando il racconto e richiedendo allo spettatore un grandissimo atto di fede che si tramuta in un attesa senza speranza. Un film immobile, una narrazione priva di pathos, di suspense, che prende vita solamente nel finale pur non riuscendo a lasciare lo spettatore soddisfatto. Non è colpa degli attori, né della regia. La verità è che questa pellicola si basa sul nulla e col nulla ti lascia.
Cast: Ryan Gosling, Kristin Scott Thomas, Vithaya Pansringarm, Rhatha Phongam, Gordon Brown, Tom Burke.
Box Office: $10.6 milioni
Vale o non vale: Nicolas Winding Refn ha fatto di meglio (davvero, però?) e sicuramente Ryan Gosling può annoverare titoli più riusciti nella sua filmografia. Non perdete tempo con questa pellicola.
Premi: In concorso al Festival di Cannes 2013.
Parola chiave: Spada.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 4 aprile 2019

Film 1543 - The Other Boleyn Girl

Intro: Un titolo facile con una buona combinazione di intrighi e accenni storici, ovvero come scegliere il perfetto film per un pomeriggio di riposo.
Film 1543: "The Other Boleyn Girl" (2008) di Justin Chadwick
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: sempre affascinato dalla storia dei reali del Regno Unito (ho appena riletto la biografia delle mogli di Enrico VIII su Wiki), riguardo con piacere ogni titolo che ne tracci, più o meno realisticamente, le sorti. Non fa eccezione questo "The Other Boleyn Girl" che va a toccare proprio uno dei miei temi preferiti a riguardo: il regno della famiglia Tudor;
ad essere onesti questo film ha più i toni della soap opera che quelli di una biografia attendibile, per cui meglio prendere tutto con le pinze. La storia è tratta dal romanzo di Philippa Gregory che ricostruisce le vicissitudini amorose tra Enrico VIII e le due sorelle Bolena, per un triangolo amoroso che qui è a tratti imbarazzante. Non basta il ricco cast a salvare una sceneggiatura troppo morbosamente attaccata al risvolto romantico-sessuale a discapito della verità (plausibilità?), per cui il risultato finale è un prodotto superficiale, anche se esteticamente molto bello;
curiosamente, dopo aver preso parte a questo progetto sono stati ben 3 gli attori - fino ad ora - a vincere un Oscar: Natalie Portman (2011), Eddie Redmayne (2015) e Mark Rylance (2016); Benedict Cumberbatch è stato nominato nel 2015.
Film 277 - L'altra donna del re
Cast: Natalie Portman, Scarlett Johansson, Eric Bana, Jim Sturgess, Kristin Scott Thomas, Mark Rylance, David Morrissey, Benedict Cumberbatch, Eddie Redmayne, Ana Torrent.
Box Office: $80.7 milioni
Vale o non vale: forse gli appassionati di storia storceranno il naso, ma di sicuro chi ama intrighi di corte, amori impossibili e accenni biografici apprezzeranno un prodotto non troppo complicato o impegnativo, ma di sufficiente intrattenimento. C'è sicuramente di meglio, ma non è nemmeno un film così tremendo.
Premi: /
Parola chiave: Figlio.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 6 settembre 2018

Film 1508 - Darkest Hour

Intro: E finalmente si entra nel vivo della stagione dei premi, con il primo titolo da recuperare in vista della stagione degli Oscar! E non mancavano le giuste ragioni...
Film 1508: "Darkest Hour" (2017) di Joe Wright
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: risultato finale buono, soprattutto grazie alle ottime performance di Oldman (impressionante) e Scott Thomas. Forse da questa pellicola mi aspettavo qualcosa di più, in ogni caso la storia è molto interessante e costruita attorno ad un personaggio magnetico, a tratti ambiguo, difficile spesso da inquadrare. E la sceneggiatura è capace di sottolineare l'imperfetta umanità del proprio soggetto protagonista dandone un ritratto sfaccettato e credibile quanto basta;
il vero neo di prodotti come questo è l'enorme dislivello tra la performance dominante, ovvero quella che andrà a vincere l'Oscar - cito solo altri tre casi identici: Forest Whitaker in "The Last King of Scotland", Julia Roberts in "Erin Brockovich", Philip Seymour Hoffman in "Capote" -, e il resto del prodotto, che perde di visibilità nei confronti di tutta l'attenzione guadagnata dall'attore in odore da premio. "Darkest Hour" non si sottrae all'equazione e, a fronte delle 6 candidature solo due vanno a segno, anche perché nessuno si sarebbe mai aspettato di vederlo trionfare nella categoria Miglior film, suppongo;
curiosamente si ricollega in parte alla trama del "Dunkirk" di Nolan, uscito lo stesso anno e competitor diretto del film di Wright agli ultimi Academy Awards. Entrambi, infatti, parlano di Churchill e del famoso discorso che il primo ministro pronunciò per spronare le forze armate del Regno Unito a scacciare l'esercito tedesco di Hitler ("We shall fight on the beaches");
tutto sommato un biopic che centra l'obiettivo di approfondire la figura pubblica e privata del famoso politico britannico, mettendone in luce le molteplici facce e sfaccettature; del resto a Wright non manca un buon occhio e una perspicace scelta dei soggetti dei propri film. Non è un capolavoro, ma funziona.
Cast: Gary Oldman, Kristin Scott Thomas, Lily James, Stephen Dillane, Ronald Pickup, Ben Mendelsohn.
Box Office: $150.2 milioni
Vale o non vale: Recitato molto bene, capace di incuriosire lo spettatore avvicinandolo non solo al personaggio, ma anche alle vicende storiche narrate, questo film funziona bene e sicuramente merita i riconoscimenti ricevuti durante la recente stagione di premiazioni. Da recuperare.
Premi: 2 Oscar vinti su 6 candidature (Miglior attore protagonista e trucco, stessi premi vinti anche ai BAFTA), un Golden Globe a Oldman
Parola chiave: Pace.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 6 novembre 2017

Film 1431 - Gosford Park

Ho provato a vederlo in lingua con i sottotitoli in inglese, ma era una missione impossibile. Così ho optato per quelli in italiano, felice di poter guardare uno dei miei film preferiti in versione originale!

Film 1431: "Gosford Park" (2001) di Robert Altman
Visto: dall'iPad
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Piccolo grande cult che si può praticamente considerare precursore di una delle serie tv più di successo degli ultimi anni, "Downton Abbey", questo film è sorprendentemente ricco, da molteplici punti di vista. Il più evidente, ovvero il cast, annovera così tanti volti noti, così tanti grandi attori tutti presenti alla corte di re Altman, qui in una delle sue ultime regie. Il grande regista è uno dei motori della pellicola, quell'innegabile valore aggiunto che, insieme al comparto attoriale e alla storia, fa decisamente la differenza. Sono questi tre elementi insieme che, in definitiva, fanno di "Gosford Park" un titolo meraviglioso, oltre che un prodotto senza tempo. Quest'ultimo aspetto è in parte garantito dall'affascinante ambientazione di inizio '900, in parte conferito dall'abile penna di Julian Fellowes, uno che magari sceglie di replicare gli stessi elementi e caratteristiche ma che, di sicuro, sa quello che fa.
La sceneggiatura è brillante e piena di colpi di scena, in grado di evidenziare le differenze e le similarità tra due classi sociali agli opposti - letteralmente: la servitù al piano di sotto, la nobiltà ben arroccata nelle sue proprietà - e di metterne intelligentemente alla berlina certi aspetti.
Insomma, questo film è un tuffo nel passato che comporta un'immersione completa e particolarmente realistica, oltre che molto più cinica del televisivo "Dowtnon". Tra i due prodotti, che pure sono molto simili, esiste comunque una certa distanza sottolineata da un resoconto più tagliente del prodotto cinematografico che spinge in maniera più insistente sulla vena ironica e snob di certi protagonisti e non manca di evidenziare le crudeltà e le difficoltà che la vita a servizio comporta.
La coralità della storia è il centro di tutto. Anche se certi personaggi spiccano su altri, rimane comunque un film di gruppo senza il quale il risultato finale non sarebbe stato minimamente lo stesso. Maggie Smith è il vero filo conduttore tra questo film e la serie televisiva - insieme alla "mano invisibile" di Fellows - tra l'altro curiosamente incapsulata nello stesso personaggio o quasi. Omicidio a parte, poi, il resto degli elementi rimane tendenzialmente invariato, soprattutto per quanto riguarda la struttura della trama e dei suoi protagonisti. E così abbiamo il patriarca dai poteri "regali" e la sua nobile consorte ai quali è capitata una progenie solamente femminile (come ai Crawley), abbiamo l'anziana snob e un po' inacidita (Smith), a capo della servitù un maggiordomo e la sua versione al femminile ad occuparsi di tutte le faccende domestiche; poi, tra valletti e cuoche e sguattere è davvero difficile astenersi dal paragone tra prodotto cinematografico e televisivo.
In definitiva, comunque, "Gosford Park" si è rivelato nuovamente una bellissima sorpresa, ancora ricco di un'ironica visione del mondo che fu, ancora capace di intrattenere con grande classe e maestria derivata dalla superba mano di un vero maestro (bastano poche veloci inquadrature all'inizio per rendersene conto). Vero e proprio cult, titolo già intramontabile che ai posteri lascia la testimonianza di un grandissimo artista oltre che tracciare una netta linea che divide il vero cinema di qualità dal mainstream spesso anche dignitoso, ma comunque neanche lontanamente paragonabile.
Ps. 7 candidature agli Oscar, tra cui Miglior film e regia, e un premio alla Miglior sceneggiatura originale, 5 nomination ai Golden Globes e un premio ad Altman per la regia, 9 candidature ai BAFTA e 2 vittorie, Miglior film britannico e Migliori costumi.
Film 493 - Gosford Park
Cast: Eileen Atkins, Bob Balaban, Alan Bates, Charles Dance, Stephen Fry, Michael Gambon, Richard E. Grant, Derek Jacobi, Kelly Macdonald, Helen Mirren, Jeremy Northam, Clive Owen, Ryan Phillippe, Maggie Smith, Kristin Scott Thomas, Emily Watson, Tom Hollander.
Box Office: $87.8 milioni
Consigli: Bellissimo e intramontabile, uno dei film più belli degli ultimi anni. Intrigante, tagliente, ironico e al contempo spiazzante, con un cast pazzesco e la regia di un mito del cinema, il tutto per un paio d'ore
very british che non mancheranno di affascinare. Imperdibile.
Parola chiave: Fotografia.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 27 settembre 2016

Film 1216 - Nella casa

Caldamente suggerito da Poe, visto il trailer mi sono lasciato convincere!

Film 1216: "Nella casa" (2012) di François Ozon
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Intrigante e davvero ben realizzato, questo film è un'intelligente sorta di esperimento, un viaggio all'interno di non pochi meccanismi mentali e sociali.
Complesso e ben costruito, giocato su atmosfere rassicuranti che, col tempo, si trasformano in morbose, quasi spaventose; un percorso pericoloso sul sottile confine di realtà e finzione e tanto, tanto voyerismo che da una parte lo spettatore (insieme al protagonista) condanna e dall'altra desidera sempre di più. Dunque cosa succede in questa casa?
Meglio non svelare troppo per non rovinare l'effetto sorpresa finale, basti sapere che, tra compagni di scuola, il più intelligente e forse fin troppo adulto osserva e riporta scrupolosamente per iscritto ogni aspetto legato alla famiglia del compagno cui da ripetizioni. Non importa che siano dinamiche familiari, annotazioni personali o descrizione di ambienti, il risultato è una sorta di occhio privilegiato all'interno del micromondo medio-borghese di una qualunque famiglia francese, via via alterato dalla presenza invadente del giovane Claude (Ernst Umhauer) che non tarderà ad intromettersi. Sul finire della storia, poi, il suo professore (Fabrice Luchini) - che inizialmente lo incoraggia -, tenterà di fermare e far ragionare il ragazzo, con risultati inattesi.
Insomma, "Dans la maison" è una pellicola veramente riuscita, capace di mantenere le aspettative generate e lasciare lo spettatore non solo soddisfatto, ma anche magneticamente incollato allo schermo mentre si svolge la storia. Ottimo il cast, soprattutto nel presentare il confronto tra due protagonisti opposti eppure perfettamente assortiti (professore e alunno inquietante), regia discreta eppure apertamente invadente e una storia che è un piccolo gioiellino. Da non perdere, davvero!
Ps. Candidato a 6 premi César tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura.
Cast: Fabrice Luchini, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Menochet, Ernst Umhauer.
Box Office: $18.3 milioni
Consigli: Interessante, ben diretto e recitato, con una grande storia a reggere tutto il film, "Nella casa" riesce ad essere al contempo inquietante e magnetico. Impossibile non rimanere rapiti dalla narrazione, non chiedersi come evolveranno le varie situazioni e cosa, irrimediabilmente, andrà storto, tutto a vantaggio di un racconto in grado di trattenere l'interesse di chi guarda dall'inizio alla fine, lasciando tra l'altro molto soddisfatti. Insomma, una pellicola riuscita, un titolo da tenere presente quando si cerchi una pellicola che della sua storia fa il suo più grande pregio.
Parola chiave: Talento.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 2 ottobre 2015

Film 1005 - Mission: Impossible

Ad agosto a Rimini ho comprato il cofanetto con i primi 4 titol di questa saga, così da farmi trovare preparato per l'uscita nelle sale italiane del nuovissimo quinto episodio!

Film 1005: "Mission: Impossible" (1996) di Brian De Palma
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Lu
Pensieri: Credo sia inutile dire quanto questo primo "Mission: Impossible" sia maledettamente ben fatto. Oltre ad aver generato qualcosa come quattro sequel più o meno interconnessi (di cui l'ultimo a distanza di 19 anni dall'originale) ed aver miticizzato il personaggio di Ethan Hunt fondendolo con la marmorea stoicità di Cruise, non si può non considerare l'aspetto cult, sia per quanto riguarda una serie di scene mozzafiato (quella con Ethan appeso a una corda che si infiltra al quartier generale della CIA è la più riconoscibile) sia per quanto riguarda la colonna sonora, diventata simbolo oltre che riferimento diretto e indiscusso di film d'azione e spionaggio. Ma c'è di più: la sequenza iniziale, la prima maledetta missione a Praga, è qualcosa di stupendo, una scena che prescinde dal genere classico del film d'azione e catapulta "Mission: Impossible" direttamente nel thriller. Qualche mese prima che Wes Craven sacrificasse sullo schermo la sua unica attrice conosciuta (Drew Barrymore) nella prima, emozionante scena di "Scream", De Palma faceva molto peggio decimando tutta la sua squadra di attori a neanche 15 minuti dall'inizio della storia. Ed è così, con non poca sorpresa, che diciamo subito addio a Jon Voight, Kristin Scott Thomas e a una serie di altri agenti che cadranno come mosche. E il pubblico rimane spiazzato.
Trovo questo incipit una scelta geniale, che mette subito le carte in tavola: la storia è seria e non si scherza in questa saga. E' vero, ma solo in parte. I successivi titoli non avranno lo stesso intrigante coraggio o le stesse trovate di sceneggiatura. "Mission: Impossible", però, è un piccolo gioiellino riuscito, evidentemente all'avanguardia per l'epoca e quasi tenero da rivedere al giorno d'oggi, se si pensa a cosa si è spinto a fare Cruise nei panni dell'agente segreto (l'ultima è decollare attaccato a un portellone dell'aereo. All'esterno di esso...). Anche qui non si tira certo indietro, viene sballottato da una parte all'altra, tra esplosioni, attentati e piani segreti che nascondono un finale prevedibile, sì, ma comunque d'effetto.
Il cast è internazionale (c'è molta Francia) come del resto le location, come il genere richiede. Tanta azione e tanto scompiglio vanno ben distribuiti in tutto il pianeta, così da coinvolgere le situazioni più esotiche e impensabili, oltre che i pericoli più assurdi. Bene dunque, seguire Hunt in questa missione impossibile non solo è di grande intrattenimento, ma lascia assolutamente soddisfatti, tanto da desiderare di scoprire al più presto cosa ne sarà di lui...

Film 1005 - Mission: Impossible
Film 2382 - Mission: Impossible
Film 1027 - Mission: Impossible II
Film 1049 - Mission: Impossible III
Film 409 - Mission: Impossible - Protocollo Fantasma
Film 1058 - Mission: Impossible - Protocollo fantasma
Film 1012 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1206 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1672 - Mission: Impossible - Fallout
Film 1747 - Mission: Impossible - Fallout
Film 2205 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Film 2381 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Film 2387 - Mission: Impossible - The Final Reckoning
Cast: Tom Cruise, Jon Voight, Henry Czerny, Emmanuelle Béart, Jean Reno, Ving Rhames, Kristin Scott Thomas, Vanessa Redgrave, Emilio Estevez.
Box Office: $457.7 milioni
Consigli: Incasso stellare per il primo adattamento cinematografico dell'omonima serie tv creata da Bruce Geller, successo di pubblico e critica, ha dato il via a una delle saghe più remunerative e prolifiche degli ultimi anni (5 film, 650 milioni di dollari per produrli e $2.770 miliardi di incasso). Al di là dell'insieme di film, questo è davvero un buon inizio: c'è tensione, mistero e sequenze d'azione e un sufficiente numero di gadget da spia per rendere il tutto dinamico e stuzzicante. Tom Cruise è l'uomo perfetto per il ruolo di Hunt e non a casa nessuno ha mai pensato a rimpiazzarlo dato che ieri come oggi è perfettamente in grado di essere credibile nei panni dell'agente segreto tutto scazzottate e trovate geniali. Sempre sul filo del rasoio del plausibile, eppure maledettamente divertente da guardare, un ottimo esempio di intrattenimento ben allestito e con una trama che funziona.
Parola chiave: Lista.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 17 gennaio 2014

Film 654 - Bel Ami - Storia di un seduttore

Ero incuriosito da questa pellicola perché volevo capire quanto sarebbero riusciti a stravolgere la trama del libro. Missione riuscitissima, tra l'altro.

Film 654: "Bel Ami - Storia di un seduttore" (2012) di Declan Donnellan, Nick Ormerod
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Certo, la premessa di un Robert Pattinson protagonista non propendeva a favore di questa pellicola, nonostante la presenza di Kristin Scott Thomas, solitamente garanzia di una produzione tendenzialmente almeno buona.
"Bel Ami - Storia di un seduttore" sta a "Bel Ami" di Maupassant come io sto alla veterinaria. Insomma, c'è poco del libro in questo film. Manca, per dirne una, la veloce escaltion sociale che Georges Duroy riesce a costruirsi, non nel senso che non sia mostrata, ma piuttosto che è sullo sfondo, data per scontata. Non ci sono i meccanismi sociali che la rendono possibile come non è spiegata a sufficienza la storia di George al giornale, delle tensioni con i superiori e le voci dei colleghi che lo vorrebbero incapace di scrivere e costantemente aiutano da una mano femminile nemmeno troppo discreta. E allora, tolto questo (com'è praticamente assente la scena politica che, nel libro, è una costante anche grazie al lavoro presso La Vie Française), cosa rimane di "Bel Ami"? Solo l'aspetto romantico-predatoriale dell'arrampicatore sociale Duroy, incapace di accontentarsi e darsi dei limiti.
Concentrandosi solo sulle amanti del protagonista, il film finisce per prendere una piega da romanzo rosa, con la sola narrazione delle scappatelle in compagnia di numerose signore dell'alta società con l'unico scopo di crearsi una posizione sociale. Il romanzo di Maupassant, però, sarebbe anche altro e dispiace vederlo sciupato da un'incapacità recitativa di Pattinson e un'inconsistenza narrativa dovuta alla sceneggiatrice Rachel Bennette. Certo l'intento era quello commerciale e, sicuro, al momento della messa in produzione della pellicola niente dava l'impressione di vendere di più della combo Robert Pattinson+sesso, però l'alchimia non c'è stata e il film è stato un flop. Ma va?
Ps. Prodotto, tra gli altri, da RAI Cinema, il film ha incassato $8,303,261 al box office mondiale.
Consigli: Apprezzabile solo per il buon lavoro di Christina Ricci e Kristin Scott Thomas. Uma Thurman non è in grado di suscitare quell'interesse intrigante e misterioso che nel libro è legato al personaggio di Madeleine Forestier e, inoltre, non ha certo un sex appeal universalmente riconosciuto. Pattinson è troppo spesso inespressivo e, in generale, il film sembra più una serie tv alla "Beautiful" con un budget più alto per location e costumi.
Parola chiave: Marocco.

Trailer

Bengi

mercoledì 2 gennaio 2013

Film 493 - Gosford Park

Prima recensione del 2013! Buon 2013

Lo volevo assolutamente rivedere perchè a distanza di anni non me lo ricordavo più così bene.


Film 493: "Gosford Park" (2001) di Robert Altman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Alta società e servitù a stretto contatto con delitto annesso e sospettosi intrighi di contorno. Un bellissimo film diretto da Altman che - famoso per prediligere titoli corali - non si perde mai nella narrazione nonostante il corposo numero di non protagonisti che il cast annovera.
Un prodotto di grande qualità davvero, capace - nonostante la storia presenti un innumerevole numero di nomi impossibili da ricordare tutti - di coinvolgere e interessare senza mai annoiare. In particolare, nel finale carico di colpi di scena, è un vero piacere seguire lo sciogliersi della trama. Un ottimo lavoro!
Perfettamente resa la descrizione dei differenti ceti sociali, con un inevitabile confronto fra i due mondi che si vogliono tanto lontani, ma finiscono per essere piuttosto simili, ognuno con le sue gerarchie, figure ricorrenti e riti.
E' interessante, quindi, non solo per l'ottima trama scritta da Julian Fellowes (premiato con l'Oscar), ma proprio anche per i particolari legati alla descrizione della società degli anni '30, ben ricostruita e ben descritta.
Meraviglioso il gruppo di attori, ognuno veramente perfetto per il suo ruolo: Maggie Smith divina (in una parte molto simile a quella che ha oggi in "Downton Abbey"); Helen Mirren col botto nel finale; Ryan Phillippe veramente viscido; Clive Owen estremamente affascinante e misterioso; Kristin Scott Thomas antipatica altezzosa; e poi ancora (tra gli altri) Michael Gambon, Emily Watson, Kelly Macdonald e Derek Jacobi. Tutti azzeccatissimi per i loro personaggi.
Insomma, un cast d'eccezione per un film corale diretto da uno dei registi più famosi e acclamati di sempre: serve altro?
Ps. 7 candidature agli Oscar del 2002 (tra cui Miglior film, regia e attrici non protagoniste Smith e Mirren) e 1 premio portato a casa.
Film 1431 - Gosford Park
Consigli: Assolutamente da vedere. Un prodotto confezionato in maniera eccellente (oltre alla descrizione della società dell'epoca molto interessante, a livello tecnico bellissimi costumi e ambientazione) e recitato in modo impeccabile. Vale la pena di recuperarlo.
Parola chiave: Legami familiari.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 26 settembre 2011

Film 305 - I Love Shopping

Primo dei (ben!) 3 film di Ferragosto. Disimpegno a volontà!

Film 305: "I Love Shopping" (2009) di P.J. Hogan
Visto: dalla tv di Jessica
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Jessica
Pensieri: Sempliciotto e di dubbio gusto, questo "Confessions of a Shopaholic" (titolo originale) poteva intrattenerci giusto nella pigrizia di Ferragosto. Comprendo perfettamente l’appeal commerciale che poteva presentare questo prodotto - molto vicino a “Sex & the city” - ma, in tutta sincerità, il risultato è mediocre.
Le situazioni comiche sono mal gestite e di una semplicità quasi infantile. Il gioco degli equivoci - che in questo genere dovrebbe farla da padrone - è di una bassezza disarmante. Nemmeno il grande sogno della protagonista è trattato con l’attenzione dovuta: scrivere per una rivista di moda come movimento portante di tutte le azioni della sua protagonista è un ‘must’ che in questa pellicola pare essere seguito solo all’inizio (per dare l’input) e alla fine (al momento del rifiuto). La parabola di Becky pare più condotta dal caos che dalle sue scelte effettive.
E, così pare, anche per il film stesso, più un generico casino cinematografico (anche i generi si mischiano: comedy, romance, chick flick) che un prodotto lineare e ben confezionato.
La protagonista è brava e adatta (Isla Fisher), ma i personaggi sono talmente superficiali da risultare assolutamente intercambiabile chiunque decida di interpretarli.
Consigli: Insomma, così così. Da vedere se si amano i film patinati su moda, accessori e riviste capeggiate da stronze sui tacchi.
Parola chiave:Saldi.

Trailer

Ric

lunedì 18 luglio 2011

Film 277 - L'altra donna del re

Primo di ben 6 film che ho deciso di guardare più o meno inerenti alla storia del Regno Unito.


Film 277: "L'altra donna del re" (2008) di Justin Chadwick
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Film sciocco e semplicistico, incentrato in unico modo sui desideri sessuali (e di procreazione) del Monarca britannico Enrico VIII e di 3 delle 6 mogli che la vita e la morte gli hanno concesso.
Pensieri più articolati qui: Film 277 - 282.
Film 1543 - The Other Boleyn Girl
Consigli: Per una maggiore aderenza storica, meglio rivolgersi ad altre pellicole...
Parola chiave: Figlio maschio.

Trailer

Ric

venerdì 5 novembre 2010

Film 165 - Un matrimonio all'inglese

Cena del lunedì: insalata, vino, compagnia, una commedia inglese e tanto divertimento!


Film 165: "Un matrimonio all'inglese" (2008) di Stephan Elliott
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea, Andrea Puffo, Marco, Diego, Titti
Pensieri: Dopo aver scritto questa recensione e averla pubblicata, la rete ha deciso di farmi il bellissimo scherzetto di non pubblicare e, peggio ancora, non salvare tutto quanto era stato scritto. Non vogliatemene se non ho la minima intenzione di ricominciare daccapo. Ricopierò nuovamente quanto scritto a penna nei miei appunti e sarò un pelo più sbrigativo. Non perchè il film non valga lo sforzo di produrre una buona recensione, ma perchè, oltre alla frustrazione, manca pochissimo al primo compleanno del blog (9 novembre) e bisogna proprio che io mi metta in pari! Quindi ricomincio...
Dialoghi ben scritti, ritmi comici davvero benriusciti, attori in stato di grazia.
Un mix davver odivertente e ben confezionato che propone una commedia tagliente 'very british' e sicuramente policamente non tanto corretta.
Famiglia benestante (inglese) decaduta ritrova il figliol prodigo - unico maschio - con consorte (americana) nuova di zecca al seguito e si ritrova ad affrontare l'uragano che ne consegue.
Niente di più classico nella trama, nulla di più originale la sua messa in scena: dialoghi intelligenti e ben scritti, situazioni estremizzate per far divertire il pubblico (il can can, la cagna, il quadro di Picasso, il maggiordomo impertinente,...) supportate da un cast deliziosamente perfetto per la parte (ovviamente non si sta parlando di Ben Barnes, tanto insignificante quanto incapace a recitare): la sempre bravissima e camaleontica Kristin Scott Thomas, il deliziosamente sottotono Colin Firth e, sorpresa!, una bravissima Jessica Biel in gran forma.
Consigli: Un prodotto di grande valore sicuramente da recuperare. Questa pellicola non ha avuto un gran successo al botteghino, ma vale certamente la pena di godersi i 97 minuti di divertente commedia che propone!
Parola chiave: Dinamiche famigliari.




Ric

giovedì 3 dicembre 2009

Film 26 - Ti amerò sempre

Uno dei film che avevo messo in attesa (per mancanza di tempo, tematica complessa) è quello che ho deciso di vedere ieri sera.


Film 26: "Ti amerò sempre" (2008) di Philippe Claudel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Quello che mi è piaciuto di questo film francese (ancora?!) è la protagonista: Kristin Scott Thomas, fantastica attrice inglese versatile e ricca di sfumature, che trasporta nel personaggio di Juliette Fontaine una dignità, una riservatezza, una classe che poche altre sarebbero state in grado di eguagliare. Il film in sé è ben strutturato, considerando poi che è un'opera prima. Si parte dall'uscita dal carcere di Juliette che adesso deve riprendere i rapporti col mondo dopo anni di reclusione. Ritrova la sorella, che nel frattempo si è creata la sua vita (sono passati 15anni) e vive in una famiglia multietnica che accoglie Juliette a braccia aperte. Ma non c'è felicità per lei, all'inizio. C'è solo la tristezza di sapersi sola, di non appartenere più al mondo, di dover ricominciare da zero con una pesantissima eredità alle spalle. Man mano che la storia evolve si scopre che una condanna così lunga era stata la conseguenza di un omicidio, ma fino all'ultimo non se ne sa il motivo. Non spiego tutto, perchè credo che questo film debba essere scoperto. O riscoperto (visto che in pochi in Italia l'hanno visto). Non voglio togliere, a chi ne ha piacere, la possibilità di lasciarsi trasportare da una storia difficilissima raccontata, però, con garbo, mai calcando la mano o sfruttando l'ondata di sentimenti (e assicuro che qui ce ne sono in abbondanza!).
A differenza di altri film francesi che ho visto, questo ha un'impronta più europea, si potrebbe dire 'da esportazione'. La Scott Thomas è attrice affermatissima (nomination all'Oscar per "Il paziente inglese", poi altri film come "Un matrimonio all'inglese", "L'altra donna del re", "La famiglia omicidi", "I love shopping", "Gosford Park", "L'uomo che sussurava ai cavalli", ...) che aiuta a far riconoscere un buon prodotto rispetto alla moltitudine di titoli che ormai settimanalmente il cinema ci propone. La pellicola, infatti, per essere una produzione franco-tedesca è riuscita a racimolare circa 5 milioni di dollari di incasso mondiale che, considerando la complessità di un film come questo, è davvero piuttosto atipico.
Oltre all'attrice protagonista, comunque, devo dire che mi è piaciuta molto Elsa Zylberstein, sorella di Juliette, molto francese (anche qui sempre ballerine ai piedi) e molto brava, mai fuori luogo nell'interpretare le emozioni sicuramente difficili e contrastanti di chi ritrova qualcuno dopo tantissimo tempo, sapendo di dover fare i conti con delle verità scomode che prima o poi verranno a galla.
Insomma, non è per niente un film facile, ma nonostante questo, non passano lentamente i 117 minuti di "Ti amerò per sempre". Anzi, devo dire che sono rimasto sempre più rapito dalla storia, volevo sapere perchè, come poteva essere successo, che cosa aveva scatenato il tutto. Sembra una morbosità da gossip odierno, è vero, ma ero un po' stranito dal fatto che non provassi nessuna antipatia per Juliette, nonostante sapessi cosa aveva fatto. Ovviamente la realtà è sempre relativa, e nel finale si capisce il perchè di un gesto, sicuramente gravissimo, ma pur sempre scaturito da qualcosa di più grande. Un po' me l'ero aspettato un finale del genere, non volevo arrendermi all'idea che la protagonista potesse essere semplicemente un involucro di cattiveria finto e senza alcun sentimento.
Inoltre ho apprezzato tantissimo il bel rapporto che si ricrea tra le due sorelle e la tenerezza della nipotina che adora Juliette e l'aiuta ad aprirsi di nuovo, a ricominciare ad amare. Insomma, la ragazzina è la terapia della zia!
Infine, due note curiose. 1. Non è certo un film sull'arte, ma nelle scene al museo la passione per ciò che si mostra è tale da essere trasmessa allo spettatore. Questo film è riuscito dove una pellicola teoricamente centrata sulla cultura artistica come "Mona Lisa smile" ha fallito miseramente. Ispirante! 2. Il marito di Leà, sorella di Juliette, è ricercatore presso il CNR. Coincidenza divertente (per me)!
Consigli: Non giudicare finchè non si sa tutta la storia.
Parola chiave: "Il dolore" di Émile Friant




Ric