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martedì 13 agosto 2024

Film 2224 - The Nest

Intro: Ne avevo sentito parlare da tempo e mi ero ripromesso di recuperarlo quanto prima. Mi ci è voluto più di un anno per decidermi a vederlo.

Film 2224: "The Nest" (2020) di Sean Durkin
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: come al solito, mi aspettavo un film diverso e, per questo motivo, non ho del tutto goduto della visione.
Lo dico fin da subito, "The Nest" è sicuramente un prodotto ben fatto e pensato, stilisticamente molto curato e recitato benissimo dai due protagonisti, dei quali mi sento particolarmente di lodare la performance di Carrie Coon. Ciò detto, non è comunque quello che stavo cercando e, lo ammetto, avevo anche in parte frainteso la trama.
Da quello che mi era parso di capire dal trailer + vari estratti della critica che avevo letto, mi era parso di capire che si trattasse quasi di un thriller psicologico che facesse l'occhiolino addirittura ad atmosfere esoteriche. C'è una vecchia casa gigantesca nel mezzo del nulla, gli interni sono bui, la relazioni interprersonali che si sgretolano dal momento in cui la famiglia si trasferisce nella nuova proprietà, la casa quasi come altro protagonista del racconto. Quest'ultimo punto è anche vero, ma non nel senso in cui avrei preferito.
Invece di misterioso c'è solo il personaggio di Rory (Jude Law) e il suo ambiguo comportamento che inevitabilmente lo metterà nei guai. Tra l'altro questa ambiguità del suo personaggio mi ha ricordato a tratti il mood di un altro iconico film con Law, "The Talented Mr. Ripley" (e il recente adattamento televisivo di Netflix, "Ripley", a dire il vero).
Insomma, il risultato finale è generalmente buono, ma non il film per me.
Cast: Jude Law, Carrie Coon, Charlie Shotwell, Oona Roche, Adeel Akhtar, Anne Reid.
Box Office: $2.1 milioni
Vale o non vale: Non c'è tanto mistero se non per quanto riguarda il suo protagonista. Dal trailer sembra quasi che la casa sia posseduta o la famiglia incorra in qualche sorta di maledizione, ma niente di tutto questo: "The Nest" è un dramma psicologico che niente c'entra con il soprannaturale. In generale un po' lento, vale per i due protagonisti, ma non lo consiglierei per una serata spensierata.
Premi: /
Parola chiave: UK.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 13 ottobre 2021

Film 1836 - The Good Liar

Intro: Non vedevo l'ora di avere l'occasione di recuperarlo al cinema. Così, appena il multiplex di Ushuaia lo ha messo in cartellone, sono corso a vederlo.

Film 1836: "The Good Liar" (2019) di Bill Condon
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una di quelle pellicole che sulla carta sembrerebbero promettere faville e, invece, alla fine non soddisfa appieno.
Non perché "The Good Liar" sia un brutto film - assolutamente! - solo non riesce a proporre una storia e/o un'atmosfera che valga la caratura dei suoi magnifici protagonisti Helen Mirren ed Ian McKellen. I due, a dire il vero, sembrano fatti per lavorare insieme.
In generale, comunque, questo film regala un'oretta e mezza di thriller ben recitato che presenta una storia dai molti elementi e i molteplici risvolti che, seppure non indimenticabile, almeno funziona. E - ci tengo a ribadirlo - il merito è tutto della coppia di grandissimi attori.
Cast: Helen Mirren, Ian McKellen, Russell Tovey, Jim Carter, Mark Lewis Jones, Laurie Davidson.
Box Office: $33.9 milioni
Vale o non vale: Aspettandomi molto da questo film, ammetto che il risultato finale mi abbia un po' deluso. Cioè non toglie che si tratti di un prodotto soddisfacente e di qualità, con una coppia di protagonisti che fa scintille. Il film varrebbe praticamente anche solo per loro.
Premi: /
Parola chiave: Joint account.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 8 luglio 2021

Film 2028 - I Care a Lot

Intro: Per errore ho saltato la recensione di questa pellicola che, in realtà, sarebbe dovuta apparire nel blog qualche tempo fa, subito dopo "Things Heard & Seen". Recupero oggi.

Film 2028: "I Care a Lot" (2020) di J Blakeson
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non avevo mai sentito parlare di questo film, poi Rosamund Pike ha vinto il Golden Globe e ammetto mi sia scattato l'interesse. Anche perché adoro Rosamund Pike e ancora mi girano per quell'Oscar rubato per "Gone Girl"... E, diciamocelo pure, "I Care a Lot" non manca di ricordare spesso il capolavoro (almeno per me) di David Fincher sia per i toni che per la protagonista, non solo perché interpretata dalla stessa attrice.
Marla è una farabutta, chiariamolo subito. Rinchiude anziani in case di riposo, impedisce loro ogni contatto con l'esterno, vende tutte le loro proprietà e se ne intasca i proventi. Il tutto grazie alla sua posizione di tutore designato dallo stato che la incarica di prendersi cura di coloro che, in teoria, non sono più in grado di farlo da soli. La sua truffa è così ben architettata e il meccanismo da lei ideato così ben oliato, che Marla si ritrova a prendersi cura di una miriade di anziani.
Tutto bene (per lei) fino a quanto non fa rinchiudere la signora sbagliata. Apparentemente innocente vecchietta senza parenti ma dall'incredibile asset finanziario, Jennifer Peterson (Wiest) è in realtà connessa a loschi individui e si rivelerà un osso duro, anche a causa del fatto che suo figlio - di cui nessuno conosce l'esistenza - è un ex boss della mafia russa (Dinklage) che farà di tutto per liberare la madre. Inutile dire che le cose prenderanno una brutta piega. E non solo per Marla.
Ben ritmato grazie a un ottimo montaggio ed egregiamente interpretato dalla magnifica Pike - che dovrebbe essere più spesso una protagonista, a mio avviso - "I Care a Lot" è un interessante pellicola che funziona maledettamente bene, non fosse che il sentimento di disprezzo e l'odio per il personaggio di Marla generano frustrazione continua durante la visione. Il che è chiaramente un effetto voluto, ciò non toglie che la voglia di schiaffeggiarla rimanga dall'inizio alla fine.
Molto bene anche il finale, assolutamente inaspettato, che non manca di sorprendere più volte grazie a una serie di scelte narrative che sembrerebbero inizialmente andare in una direzione e, invece, finiranno per andare a parare da tutt'altra parte.
Insomma, "I Care a Lot" funziona, intrattiene e non manca di lasciare con spunti su cui riflettere.
Cast: Rosamund Pike, Peter Dinklage, Eiza González, Chris Messina, Dianne Wiest.
Box Office: $1.3 milioni
Vale o non vale: Nonostante l'anno scorso l'offerta cinematografica non sia stata esattamente straripante, per qualche strano motivo questa pellicola è rimasta un po' nell'ombra o comunque non particolarmente al centro della conversazione mediatica. La verità è che, nonostante non sia un capolavoro, "I Care a Lot" vive della magnetica interpretazione di Rosamund Pike e della potentissima protagonista di questa storia che, per quanto controversa, non manca di intrattenere con gusto. Onestamente non mi capitava da un po' di vedere una pellicola ritrovandomi man mano a chiedermi: "E adesso cosa succederà?!". Il che è sempre un buon segno.
Premi: Vincitore del Golden Globe per la Miglior attrice protagonista musical o commedia (Pike).
Parola chiave: Diamanti.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 23 maggio 2021

Film 2006 - Muriel's Wedding

Intro: Una commedia australiana degli anni '90 con protagonista Toni Collette?! Non potevo chiedere di meglio per una serata casalinga.

Film 2006
: "Muriel's Wedding" (1994) di P.J. Hogan
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Salmon
In sintesi: assolutamente diverso da ciò che mi aspettavo, "Muriel's Wedding" è una pellicola simpatica che non riflette assolutamente i canoni contemporanei - o Hollywoodiani in generale - della commedia spensierata e, invece, predilige un percorso più personale che caratterizza il risultato finale in maniera totalmente personale. Mi ha fatto impazzire? No, ma sicuramente il film mi è rimasto impresso.
Toni Collette è una perfetta protagonista che incarna Muriel alla perfezione e la sua compagna di avventure Rachel Griffiths è una fantastica spalla che aggiunge carattere e un elemento pungente a tutta la storia. Storia che, diciamocelo, è una montagna russa di emozioni e situazioni al limite del paradossale che, però, nell'insieme funziona e fa divertire quanto basta. Non mancano, poi, i momenti drammatici che fanno riflettere.
Insomma, "Muriel's Wedding" è stato un piacevole diversivo dalla miriade di pellicole fotocopia prodotte ultimamente, un film con una personalità che, anche se non perfetto, non manca di lasciare il segno.
Cast: Toni Collette, Bill Hunter, Rachel Griffiths, Sophie Lee, Jeanie Drynan, Gennie Nevinson, Daniel Lapaine, Matt Day.
Box Office: $57.5 million
Vale o non vale: Simpatico e certamente originale, "Muriel's Wedding" è una commedia meno convenzionale di quanto ci si aspetterebbe che punta tutto su una protagonista impacciata e alla ricerca di se stessa e il messaggio politicamente (assolutamente) non corretto che la rivincita si misuri in termini di successo.
Premi: Candidato al Golden Globe per la Miglior attrice protagonista commedia o musical (Collette) e al BAFTA per la Miglior sceneggiatura originale.
Parola chiave: Blank check.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 29 aprile 2021

Film 1988 - No Country for Old Men

Intro: Altro appuntamento cinematografico richiesto da Ferdia per il corso di sceneggiatura. Questa volta un film che adoro e non vedevo onestamente l'ora di riguardare.
Film 1988: "No Country for Old Men" (2007) di Joel Coen, Ethan Coen
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non voglio dire il miglior cattivo di sempre, ma sicuramente uno dei migliori che si sia mai visti sul grande schermo, Anton Chigurh (Javier Bardem) è, da solo, l'emblema di questa storia, elemento impossibile da dimenticare di una storia che, senza di lui, non avrebbe trovato lo stesso successo.
Un grande film, spesso lento ma mai noioso, intenso e teso dall'inizio alla fine, serio quanto basta a far passare il messaggio che il suo cattivo protagonista è qualcuno con cui è meglio non scherzare. O non fare affari. O non entrare proprio in contatto. Perché una volt che ti ha messo gli occhi addosso, non distoglierà lo sguardo finché non avrà ottenuto quello che vuole.
E' vero, Bardem e il suo tremendo parrucchino fanno il 70% del lavoro qui, ma il resto del lavoro fatto qui non è assolutamente da sottovalutare. Il fatto che un prodotto teoricamente di nicchia come questo riesca a veicolare tinte horror così maledettamente ben architettate e che, nonostante questo, si abbia allo stesso tempo la sensazioen che si sia di fatto guardando un bel western moderno; il resto del cast, capitanato da un Tommy Lee Jones sempre magneticamente perfetto e supportato da una Kelly Macdonald che è un piacere vedere recitare; la regia dei Coen, i paesaggi, le atmosfere. E, forse più di tutto questo - ci tengo a ribadirlo - la costante, inesorabile tensione.
Una fantastica montagna russa emotiva.

Come sempre, qualche pensiero dai miei appunti (spoiler):

Llewelyn (Josh Brolin) seems to be the main character until he's shot. He's goal is to steal the money and survive the crazy man who's hunting him.
Tom Bell (Lee Jones) seems to be the main character for the second half of the story. He wants to solve these crimes because it's his job (he seems to be genuinely interested in understanding what is going on, the world around him, which he doesn't understand anymore because he's getting old and tired and he feels he's not fit for the job anymore). 
Film 161 - Non è un paese per vecchi
Film 1988 - No Country for Old Men
Cast: Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly Macdonald, Garret Dillahunt, Tess Harper.
Box Office: $171.6 milioni
Vale o non vale: Anche sentendo le opinioni dei miei compagni, mi sento di dire che "No Country for Old Men" non è un film per tutti. E' angosciante, a tratti lento, la struttura della trama è meno convenzionale del solito (i protagonisti si susseguono e cambiano rapidamente seguendo quel principio alla "Games of Thrones" per cui è meglio non affezionarsi troppo a nessuno dei personaggi perché prima o poi potrebbe essere fatto fuori) e rimane comunque un titolo non commerciale. Detto questo, per me questo film rimane un piccolo capolavoro.
Premi: Candidato a 8 Oscar, ha vinto per Miglior film, regia, sceneggiatura non originale e attore non protagonista (Bardem). 2 Golden Globe vinti (sceneggiatura non originale e attore non protagonista) su 4 nomination totali (anche Miglior film e regia), 3 BAFTA (regia, attore non protagonista, fotografia) su 9 candidature (tra cui Miglior film, sceneggiatura non originale, attore non protagonista per Lee Jones e attrice non protagonista per Macdonald). Vincitore del David di Donatello per il Miglior film straniero e in concorso a Cannes 2007 per la Palma d'Oro.
Parola chiave: Soldi.

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Bengi

martedì 23 marzo 2021

Film 1973 - Broken Law

Intro: E cominciamo con la lista di film che sto guardando per il corso di Screenwriting che sto seguendo. Ogni settimana il prof ci chiede di vedere vari film e serie tv e di leggere alcune sceneggiature. Questa è la prima pellicola che ho guardato e analizzato per il modulo di sceneggiatura.
Film 1973: "Broken Law" (2020) di Paddy Slattery
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non posso dire di aver adorato questo film anche se, in ogni caso, non è malvagio. Semplicemente non è troppo il mio genere.
Per essere il prodotto di un crowd-funding - per cui mi immagino un budget limitato - il risultato finale in termini tecnici è decisamente buono e non mancano scene d'azione efficaci; però, di nuovo, in generale i temi portanti di "Broken Law" - crimine, rapporto famigliare, giustizia, violenza - non solo quelli che cerco solitamente in un film.
Qui di seguito parte della riflessione richiesta dal prof sulla pellicola:

Dave Connolly (Tristan Heanue) is the protagonist of the story. He wants to be a good policeman as his father was (or at least that's what he was drawn to think). So, in a way, he wants to live up to the idea he has of his father: being a good policeman, committed to his job, steady life, be there for his mum (since his brother is unreliable).
At the same time Dave wants to be - or at least he feels like he has to behave - the very opposite way his stray brother (Graham Earley) does. 

Cast: Tristan Heanue, Graham Earley, John Connors, Gemma-Leah Devereux, Ally Ní Chiaráin, Gary Lydon, Ryan Lincoln.
Box Office: $69,024
Vale o non vale: Se cercate una pellicola veloce e dal ritmo sufficientemente serrato che metta in scena una certa dose di background irlandese e allo stesso tempo cerchi di mantenere un certo standard hollywoodiano, avete trovato quello che fa per voi. Non un capolavoro, ma il risultato finale è conforme alle aspettative create dal trailer.
Premi: /
Parola chiave: Soldi.

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sabato 6 marzo 2021

Film 1965 - Cocktail

Intro: Mi prendo una pausa dalla ricerca per il mio progetto universitario e decido di vedere un film di cui avevo sempre sentito parlare e non avevo mai avuto l'occasione di recuperare. E del quale conoscevo una scena iconica.
Peccato che fosse il film sbagliato.
Film 1965: "Cocktail" (1988) di Roger Donaldson
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: "Cocktail" è tutto quello che non mi aspettavo da questo film e, soprattutto, non il film che pensavo di stare per vedere (che era poi "Risky Business", recuperato qualche sera dopo). Insomma, una sorpresa sotto molteplici punti di vista.
Un po' perché si tratta di una gran boiata, un po' perché si tratta di una di quelle boiate che si prende molto sul serio, il che rende il risltato finale ancora più godibile, devo ammettere.
Poi, diciamoci la verità, rivedrei "Cocktail"? Assolutamente no, però togliersi uno sfizio non ha mai fatto del male a nessuno (anche se era lo sfizio sbagliato).
Cast: Tom Cruise, Bryan Brown, Elisabeth Shue, Gina Gershon, Kelly Lynch, Lisa Banes.
Box Office: $171.5 milioni
Vale o non vale: Un po' 80s nostalgia, un po' baggianata per teenagers desideros* di una shakerata da Tom Cruise, "Cocktail" mette in scena una serie considerevole di elementi drammatici (come suicidio e disperazione), mixando il tutto in un calderone che si prende molto sul serio, ma non riesce a stare al passo con il tono che vorrebbe dare al prodotto finale. Quindi va un po' così, prendere o lasciare.
Premi: Candidato al Golden Globe e al Grammy per la Migliore canzone originale ("Kokomo"). Candidato a 4 Razzie Per Peggior film, sceneggiatura, regia e attore protagonist (Cruise), il film ha vinto nelle prime due categorie.
Parola chiave: Cocktails & Dreams.

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mercoledì 3 febbraio 2021

Film 1795 - The Hustle

Intro: Non che sia mai veramente stato un fan di questa saga, ma la nuova coppia di protagonisti e l'intrigante nuova premessa "internazionale" mi ha convinto a dare una chance a questa pellicola.
Film 1795: "The Hustle" (2019) di Chris Addison
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: funziona? Meh...
Diciamo che non è certo un capolavoro, ma perlomeno fa quello che ci si aspetta da un film come "The Hustle": intrattiene per a malapena un'ora e mezza tra comicità fisica, una fotografia curatissima e outfit magnifici. La strana coppia Anne Hathaway e Rebel Wilson ha il suo perché e sembra si divertano genuinamente insieme, il che è un valore aggiunto al risultato finale. Detto questo, il film è una scemata fotonica che ricorda tantissimo "The Spy Who Dumped Me" e non aggiunge niente al genere commedia al femminile. Mi rendo conto che non si stesse mirando alto, ma si potev decisamente fare di più (e forse è ora che Anne Hathaway cominci a selezionare meglio i suoi progetti).
Ps. Il film è un remake al femminile di "Dirty Rotten Scoundrels" del 1988.
Cast: Anne Hathaway, Rebel Wilson, Alex Sharp, Dean Norris, Timothy Simons, Rob Delaney, Tim Blake Nelson.
Box Office: $97.4 milioni
Vale o non vale: Né bene né male, "The Hustle" funziona se siete alla ricerca di un momento di svago semplice semplice che vede Anne Hathaway mettersi in gioco nel campo della comicità un po' scema e molto fisica e vede Rebel Wilson nei soliti panni di Rebel Wilson o Fat Amy (se la apprezzate, è sicuramente il film che fa per voi). Poi siamo seri, una volta visto questa pellicola si dimentica in un istante.
Premi: /
Parola chiave: Medusa.
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lunedì 16 novembre 2020

Film 1947 - Don't Tell Mom the Babysitter's Dead

Intro: Non saranno gli anni '80, ma ci andiamo molto, molto vicino!
Film 1947: "Don't Tell Mom the Babysitter's Dead" (1991) di Stephen Herek
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente non avevo mai sentito parlare di questo film, ma mi era comparso tra i suggerimenti quando avevo cercanto informazioni su "Adventures in Babysitting". Ovviamente non potevo non recuperare questo "Don't Tell Mom the Babysitter's Dead" considerando che la protagonista è nientemeno che una giovanissima Christina Applegate!
Premesso che questa pellicola ha pochissimo senso e/o coerenza narrativa, devo comunque ammettere che il risultato finale è stra divertente e, preso per quello che è, molto riuscito. La chiave per apprezzare questa commedia per e con teenager è sospendere le varie perplessità (a breve ci torneremo) e semplicemente lasciarsi trasportare dalla sciocca, spensierata storia. La combinazione di avvenimenti surreali e cast azzeccato di piccole future star fa il resto. Tra i vari volti famosi, infatti, riconosciamo Christina Applegate ("Bad Moms", "Dead to Me", "La cosa più dolce..."), Josh Charles ("The Good Wife"), David Duchovny (non c'è veramente bisogno di introdurre l'agente FBI Fox Mulder...), Jayne Brook ("Stra Trek: Discovery").
Ma passiamo alle varie incongruenze, che sono molte (spoilers). Partirei dal titolo: non dire alla mamma che la babysitter è morta parrebbe suggerire che la babysitter abbia un ruolo centrale nella storia. Non è così, appare e scompare nel giro di 5 minuti a neanche un quarto d'ora dall'inizio. I ragazzi decideranno poi di metterla in un baule e lasciarla davanti all'obitorio cittadino dove nessuno si porrà lo scubolo di indagare su chi l'abbia fatta pervenire così "imballata"...
Per quanto riguarda la famiglia protagonista, invece, mille domande: perché vivono in una situazione di degrado così palese e la madre non fa nulla per cambiare la situazione? Dove e chi è il padre/Dove e chi sono i padri dei vari ragazzini? Perché la madre parte per andare 2 mesi in Australia e si porta solo una ventiquattrore? Il fatto che per due mesi non abbia notizie dalla babysitter non la insospettisce minimamente? Com'è possibile che Swell (Applegate) venga assunta nel giro di 10 minuti, senza un vero colloquio, e che nessuno verifichi mai le sue referenze? Sorvolo sul resto delle competenze lavorative e performance professionali perché praticamente nel film, a parte stare al telefono e pranzare fuori, l'unica cosa che fa la ragazza è delegare il solo lavoro che le era stato assegnato. E come è possibile che riesca a rubare soldi di continuo senza che mai qualcuno contesti la mancanza di denaro?
Infine, la cosa che mi ha lasciato sbalordito: Swell è minorenne, ma nel film ha sempre una sigaretta in mano. Chissà quanto coinvolgimento della lobby del tabacco ci sarà stato qui...
E' chiaro, comunque, che "Don't Tell Mom the Babysitter's Dead" è una grandissima boiata senza capo né coda, inverosimile e facilona. Ho apprezzato che la storia mostri in qualche modo al pubblico giovane che essere adulti non è quella passeggiata che ci si aspetterebbe da ragazzini e che le responsabilità, se non prese seriamente, rischiano di schiacciarti e disintegrare la realtà che pensavi di aver così saldamente costruito. Detto ciò, rimane il fatto che non si possa prendere troppo sul serio questo prodotto (totalmente) commerciale: è una commediola simpatica che fa il suo dovere fino a quando lo spettatore sospende il giudizio sull'azione. Se è quello che cercavate, avete trovato il film che fa per voi.
Cast: Christina Applegate, Joanna Cassidy, Keith Coogan, John Getz, Josh Charles, Concetta Tomei, David Duchovny, Kimmy Robertson, Jayne Brook.
Box Office: $25.1 milioni
Vale o non vale: Fatevi un piacere e non rovinatevi la visione: guardate "Don't Tell Mom the Babysitter's Dead" a cervello spento e godetevi qualche risata facile facile. Altrimenti non puntate su questo titolo...
Premi: /
Parola chiave: Soldi.
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martedì 9 giugno 2020

Film 1719 - Bad Times at the El Royale

Intro: Sempre sull'aereo, sempre alla ricerca di film da recuperare.
Film 1719: "Bad Times at the El Royale" (2018) di Drew Goddard
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: le critiche sembravano buone, il cast è da grandi occasioni, il trailer intrigante, per cui avevo tutte le migliori intenzioni quando ho scelto di vedere "Bad Times at the El Royale". La verità è che niente di questo film mi ha veramente convinto e ho trovato il tutto abbastanza insignificante, sicuramente non memorabile come, invece, tutta l'operazione (commerciale) sembrerebbe suggerire. Peccato, perché mi aspettavo una pellicola di buon intrattenimento e con qualcosa da dire quando, invece, è risultato essere più che altro un prodotto narcisista e intricato senza essere soddisfacente. Sembra che Chris Hemsworth, oltre agli Avengers, continui a non azzeccarne una.
Cast: Jeff Bridges, Cynthia Erivo, Dakota Johnson, Jon Hamm, Cailee Spaeny, Lewis Pullman, Chris Hemsworth, Xavier Dolan, Nick Offerman, Lewis Pullman, Jim O'Heir.
Box Office: $31.9 milioni
Vale o non vale: Mi aspettavo grandi cose e, invece, "Bad Times at the El Royale" non è davvero niente di che. Le atmosfere sono anche giuste, ma la strada intrapresa è meno originale di quanto l'intricata narrazione vorrebbe far pensare. Si può vedere, ma nessuna grande aspettativa.
Premi: /
Parola chiave: Rapina.

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mercoledì 4 marzo 2020

Film 1827 - Hustlers

Intro: Ne hanno parlato tutti e, per una volta, non per criticare Jennifer Lopez.
Film 1827: "Hustlers" (2019) di Lorene Scafaria
Visto: dalla tv di Eric
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: sembrava il miracolo del 2019: Jennifer Lopez può recitare! Fiumi di articoli, interviste, video, premi e riconoscimenti, un'inaspettata rinascita della carriera d'attrice dell'artista, cantante e imprenditrice, il tutto grazie a un film, a un ruolo che sembravano aver decretato l'inimmaginabile, ovvero che anche Jenny from the Block abbia un valido motivo per trovarsi spesso sul grande schermo.
Con queste premesse rinvigorenti non potevo esimermi dall'assistere alla sensazionale inversione di tendenza, motivo per cui mi sono approcciato a questo "Hustlers" carico di aspettative. Che, devo dire, non sono poi state disattese, anche se nel complesso l'interpretazione tanto oggetto di pregi e lodi non mi ha lasciato così platealmente sconvolto. Per carità, JLo ci mette tutta sé stessa nel dare forma al personaggio di Ramona, ma al di là delle piroette, una mappatura puntigliosa del corpo perfetto e uno slancio di stile che ricorda tantissimo gli albori della sua carriera, rimane il fatto che l'interpretazione sia coesa e sensata sì, ma senza che si possa onestamente gridare al capolavoro. Il film nel complesso ha il suo perché, racconta un fatto reale che ha dell'incredibile e non manca di lasciare spesso genuinamente interessato lo spettatore, però a conti fatti ci troviamo di fronte a un prodotto che vive di tanti fattori e nell'insieme funziona, senza mai arrivare a giustificare quei picchi di isteria collettiva della critica americana. Insomma, Jennifer Lopez brava, ma ha poi fatto quello per cui è stata pagata (mentre in tanti prodotti precedenti ha raramente raggiunto il minimo sindacale). Con questo non voglio sminuire la performance della pellicola che certamente rimane più impressa, ma semplicemente sottolineare che, a fronte di un'ossessione morbosa nei confronti di un'interpretazione giudicata incredibile, mi è parso si sia un attimo persa di vista la realtà delle cose. Ovvero che sì, "Hustlers" racconta in modo aggressivo e trascinante la sua storia anche grazie a giuste scelte di cast e un contesto accattivante (strip club, spogliarelliste, truffe), senza però che si possa gridare al capolavoro. Lo definirei divertente e divertito.
Cast: Constance Wu, Jennifer Lopez, Julia Stiles, Keke Palmer, Lili Reinhart, Lizzo, Cardi B, Mercedes Ruehl, Madeline Brewer, Usher.
Box Office: $157.6 milioni
Vale o non vale: Buona colonna sonora, montaggio intelligente, ottimo cast tutto al femminile e storia (vera) con molto appeal, "Hustlers" non è certamente una scelta adatta ad ogni tipo di pubblico, ma per chi apprezza il genere che fluttua tra dramma e comico con qualche sbandata surreale - a cui aggiungere azioni criminali a pioggia - la visione dovrebbe essere gradita. Lopez ci mette la faccia e non solo, la parrucchiera di Constance Wu andrebbe denunciata e camei a pioggia di volti più o meno conosciuti. Un circo divertente e colorato in cui lo slowmotion di pioggia di soldi e champagne la fa da padrone.
Premi: Jennifer Lopez è stata candidata al Golden Globe per la Migliore attrice non protagonista e al Razzie Redeemer Award (14 marzo).
Parola chiave: Financial crisis.

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sabato 7 dicembre 2019

Film 1687 - The House

Intro: Non sono un fan di Will Ferrell, ma amo Amy Poehler, quindi volevo assolutamente vedere questa commedia.
Film 1687: "The House" (2017) di Andrew Jay Cohen
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: me lo aspettavo più divertente? Sì. Mi ha divertito? Sì.
Diciamo che questo "The House" aveva del potenziale intrattenitivo evidente, sia per la storia sia per il cast, che però rimane per la maggior parte non sfruttato, preferendo un cammino più convenzionale, forse una comicità più basica di quanto non si sarebbe voluto. Poi a me personalmente Ferrell non piace, ma Amy Poehler è una grandissima comica e professionista e, devo ammettere, tra di loro la chimica è evidente. Però il film non decolla mai veramente del tutto e rimane bloccato in quella bolla di scemenze surreali che un tempo potevano anche essere abbastanza per sostenere un'intera operazione cinematografica, ma al giorno d'oggi non sono più sufficienti. Insomma, lo spunto è interessante, la realizzazione scade troppo spesso nel banale.
Cast: Will Ferrell, Amy Poehler, Jason Mantzoukas, Nick Kroll, Allison Tolman, Michaela Watkins, Jeremy Renner, Alexandra Daddario.
Box Office: $34.2 milioni
Vale o non vale: Cosa fa una coppia di genitori senza soldi sufficienti per pagare le rate del college alla figlia quando la borsa di studio vinta da quest'ultima viene destituita? Mettono insieme un piano alternativo che prevede il trasformare una proprietà privata in un casinò illegale. I presupposti per un divertimento spensierato ci sono tutti, ma il film non convince del tutto. E' una trovata simpatica, ma ci si ferma a questo.
Premi: /
Parola chiave: Accetta.

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Bengi

lunedì 8 luglio 2019

Film 1624 - Don't Breathe

Intro: Ricordavo che mi era un sacco piaciuto e non vedevo l'ora di rivederlo.
Film 1624: "Don't Breathe" (2016) di Fede Alvarez
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in un mix di atmosfere horror e thriller, "Don't Breathe" - in italiano insensatamente "Man in the dark" - riesce bene nel suo intento di spaventare lo spettatore grazie ad una perfetta costruzione della suspense, soprattutto nella parte iniziale. Le motivazioni alla base del folle piano di Norman (Lang) fanno un po' ridere, ma l'assurdità della cosa non compromette il buon risultato finale. Il film funziona bene.
Film 1222 - Man in the dark
Film 1624 - Don't Breathe
Cast: Jane Levy, Dylan Minnette, Daniel Zovatto, Stephen Lang.
Box Office: $157.1 milioni
Vale o non vale: Buon ritmo, spaventi a sufficienza e un protagonista cieco di una tenacia e incazzatura incredibili, il tutto per una pellicola che, nel suo genere, ha molto da raccontare. Non c'è niente di soprannaturale - semmai surreale -, eppure pensare di essere uno dei protagonisti fa paura. E non poco.
Premi: /
Parola chiave: Soldi.

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domenica 9 giugno 2019

Film 1605 - Logan Lucky

Intro: Avevo voglia di vederlo già solo per il poster!
Film 1605: "Logan Lucky" (2017) di Steven Soderbergh
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: forse una delle pellicole più sottovalutate del recente periodo, "Logan Lucky" è un film di grande intrattenimento, divertente, veloce e con un umorismo perfettamente riuscito. Oltre che una storia da raccontare, il che non è sempre scontato;
grandissimo cast - in cui sorprendentemente troviamo Katie Holmes... - capitanato da Channing Tatum, Adam Driver e Daniel Craig: i 3 da soli fanno tutto il film e fanno scintille insieme;
il risultato finale è interessante e, man mano che la storia prosegue la sua narrazione, si ha sempre di più la voglia di sapere come andrà a finire. La sceneggiatura di Rebecca Blunt solletica lo spettatore e la regia di Soderbergh confeziona il tutto al meglio. Non solo un film d'azione.
Cast: Channing Tatum, Adam Driver, Seth MacFarlane, Riley Keough, Katie Holmes, Katherine Waterston, Dwight Yoakam, Sebastian Stan, Hilary Swank, Daniel Craig.
Box Office: $48.5 milioni
Vale o non vale: Spiace un po' vedere che questa pellicola sia passata inosservata. Consiglio assolutamente di recuperare.
Premi: /
Parola chiave: Discarica.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 25 maggio 2019

Film 1596 - All the Money in the World

Intro: Interessatissimi a vedere questo film, lo abbiamo recuperato appena potuto.
Film 1596: "All the Money in the World" (2017) di Ridley Scott
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: "All the Money in the World" è un brutto film, non c'è altro modo di descriverlo. Spiace vedere attori talentuosi invischiati in un progetto che sembra avere più a cuore la spettacolarità della vicenda che il narrare la vicenda stessa e, soprattuto, mette in scena il suo racconto in maniera sciatta e a tratti dilettantesca. Penso che, nel complesso, il vero problema di questa pellicola stia nelle numerose comparse - di cui la maggior parte italiane - che abbassano il livello della qualità del progetto nel suo insieme, andando a compromettere una visione d'insieme già di per sé non perfetta. E spiace, perché la terrificante storia del rapimento di John Paul Getty III e le successive ripercussioni su di lui e la sua famiglia sarebbero state non solo un interessante spunto narrativo, ma avrebbero anche meritato una realizzazione migliore.
Cast: Michelle Williams, Christopher Plummer, Mark Wahlberg, Romain Duris, Timothy Hutton, Charlie Plummer, Andrew Buchan, Marco Leonardi, Giuseppe Bonifati, Nicolas Vaporidis, Ghassan Massoud, Stacy Martin.
Box Office: $57 milioni
Vale o non vale: Non so se la fotografia tendente al verde volesse implicitamente rimandare al colore dei soldi (dollari, ovviamente), in ogni caso l'ho trovata fastidiosa. Le comparse italiane hanno un accento imbarazzante e recitano in maniera sorprendentemente anche peggiore. Plummer è bravo, ma non lo scopriamo certo in questo film; lo stesso dicasi per Williams, mentre Wahlberg è più inutile che mai. Il resto è noia.
Premi: Candidato a 1 Oscar per il Miglior attore non protagonista (Plummer), a 3 Golden Globe (Miglior attrice, attore non protagonista e regia) e a 1 BAFTA per il Miglior attore non protagonista.
Parola chiave: Riscatto.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 17 settembre 2018

Film 1509 - What Happens in Vegas

Intro: The perfect silly comedy for a light evening at home.
Film 1509: "What Happens in Vegas" (2008), Tom Vaughan
Watched: from my laptop
Language: English
Watched with: Fre
Briefly: enough funny and entertaining to overlook the fact that it's a stupid and impossible story, "What Happens in Vegas" lives of the good chemistry between the two leads Diaz and Kutcher, a couple perfect for the role. They're beautiful and - here - at the top of their careers, something that is long gone right now;
of course the funniest parts involve the newly wed couple trying to ruin their lives respectively. If you ever dreamed to be nasty to an ex of yours, you should really get inspired by all the crazy things they do here. Watch an see for yourself;
it's a stupid movie you watch just to have fun. As soon as you watched it, you can forget about it since it's just a terrible one. Even though it can be funny.
Cast: Cameron Diaz, Ashton Kutcher, Rob Corddry, Treat Williams, Dennis Miller, Lake Bell, Jason Sudeikis, Zach Galifianakis, Queen Latifah, Krysten Ritter.
Box Office: $219.3 million
Worth watching?: The perfect example of a movies you watch when you want your brain to relax. There's no need to think or really concentrate during the 99 minutes running time. Easy, fast, and entertaining. If you need more, look somewhere else.
Awards: /
Key word: Jackpot.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 12 aprile 2018

Film 1487 - We're the Millers

Intro: Cerchiamo di diversificare l’offerta cinematografica pescando dal nostro catalogo ogni volta qualcosa che appartenga a generi differenti. Quindi, per svagarci un pochino dopo le fatiche shakespeariane, abbiamo puntato su questo film, facendo bene.
Film 1487: "We're the Millers" (2013) di Rawson Marshall Thurber
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: l’avevo visto in italiano e mi aveva divertito, l’ho visto in inglese e mi ha fatto morire dal ridere. E’ una storia assolutamente scema e leggera, eppure è tutto quel che serve per stendere lo spettatore con una serie di trovate imbarazzanti e divertenti;
il cast è perfettamente assortito e giustamente eterogeneo. Ho apprezzato il passaggio a protagonista dell’altrimenti più spesso spalla Jason Sudeikis che, insieme a Jennifer Aniston, fa magnifica coppia. A completare il quadro una Emma Roberts a dir poco scoglionata e un Will Poulter che ruba spesso la scena agli altri protagonisti grazie al suo infantile, goffo e un po’ scemo personaggio. Nell’insieme i Miller funzionano alla grande e non a caso è previsto un sequel visto il grande successo ottenuto da questo primo film.
Film 593 - Come ti spaccio la famiglia
Cast: Jennifer Aniston, Jason Sudeikis, Emma Roberts, Nick Offerman, Kathryn Hahn, Will Poulter, Ed Helms.
Box Office: $270 milioni
Vale o non vale: ovviamente parliamo di un prodotto facile facile, perfetto per una serata spensierata che non prevede molti neuroni accesi. Eppure si tratta davvero di una storia divertente che non manca di proporre numerosissimi episodi esilaranti.
Premi: /
Parola chiave: Famiglia.

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martedì 7 febbraio 2017

Film 1299 - Poveri ma Ricchi

Il trailer mi aveva davvero incuriosito, il che è insolito per un titolo italiano di questo genere. Così ho cercato di convincere Licia e Poe a vederlo assieme...

Film 1299: "Poveri ma Ricchi" (2016) di Fausto Brizzi
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Licia
Pensieri: Mi ha fatto un sacco ridere, lo devo ammettere. Una volta tanto anche la commedia italiana ce la può fare.
Che poi, specifichiamolo, ce la fa solo perché non si tratta di una sceneggiatura originale, ma di un riadattamento del francese "Les Tuche". Ah, ecco. Appunto.
Ma a noi ci frega davvero se si tratta di un altro scopiazzamento alla "Benvenuti al Sud"? No, ma un pochino sì. Uscendo un attimo da questo bipolarismo, il punto è che finalmente la commedia di casa nostra regala un titolo simpatico, ironico, capace di fare autocritica e certamente in linea con i tempi, ma pur sempre di qualcosa tratto da un'idea altrui si tratta. Quindi bene, molto bene che "Poveri ma Ricchi" abbia visto la luce, anche se ogni tanto qualche pensiero originale non guasterebbe.
In ogni caso, tornando alla famiglia Tucci - versione in carne ed ossa de "I Croods" - la storia è simpatica e le gag funzionano, anche se forse a livello narrativo mi sarei aspettato altre scelte. Di fatto la trama comincia e finisce nello stesso punto e anche se c'è qualche cambiamento, non ho gradito che ci si ritrovi alla situazione di partenza. Inoltre la famiglia non impara niente dai propri errori e passa il messaggio che se si è scemi, scemi si rimane; Valentina (Lodovica Comello), della quale scopriamo subito l'odio per i ricchi, nel finale dichiarerà di non disprezzare affatto i soldi, ma solo chi ne possiede troppi; e l'amministrazione controllata del figlio minore (unico dotato di raziocinio , oltre che di una voce doppiata molto antipatica), per quanto soluzione simpatica e giocosa di cui può avvalersi questo tipo di commedia, rimane comunque una grandissima boiata. In ogni caso, in generale non gradisco le soluzioni che tengono un piede in due staffe e qui c'era da delineare bene la questione: o ricchi, o poveri.
Per quanto riguarda il cast, invece, bisogna ammettere che sia davvero azzeccato e anche se ognuno fa il suo solito personaggio, è innegabile che De Sica + Ocone + Brignano + Mazzamauro siano state scelte ben ponderate. Tutti e quattro assieme funzionano alla grande e dimostrano un evidente affiatamento. Ottimi anche i cameo a sorpresa di Al Bano e Gabriel Garko che, pur ribadendo la loro natura trash, risultano in ogni caso geniali per come sono qui utilizzati. La vera nota dolente è la giovane e già citata Comello a cui non solo hanno appioppato un orrendo personaggio, ma lei stessa è altrettanto tremenda a recitarlo. Non so se il fatto che provenga da "Violetta" possa essere segnale d'allarme, in ogni caso la sua recitazione è impietosa, imbarazzante ed innaturale, tanto costruita da risultare evidentemente falsa. Rovina la visione ogni volta che è in scena. Della presenza in veste di attrice di Camila Raznovich, invece, non voglio nemmeno parlare (ste marchette made in Italy...).
Concludo dicendo che "Poveri ma Ricchi" è una pellicola davvero divertente e spassosa ed insolitamente riuscita per il panorama nostrano che, inoltre, riesce a compiere il miracolo di trasformare Milano in una città pulita e soleggiata. Vedere per credere.
Cast: Christian De Sica, Anna Mazzamauro, Enrico Brignano, Lucia Ocone, Giulio Bartolomei, Lodovica Comello, Federica Lucaferri, Ubaldo Pantani, Bebo Storti, Camila Raznovich, Giobbe Covatta, Al Bano, Gabriel Garko.
Box Office: € 6.833.000
Consigli: Spassoso e capace di non pochi momenti comici riusciti, "Poveri ma Ricchi" ha il grande pregio di riuscire a combinare ad arte il repertorio classico del quartetto principale di attori riuscendo a ricavarne qualcosa di nuovo che funziona. Pur rimanendo ancorato ai diktat della commedia buonista, il risultato complessivo è davvero simpatico e il film si presta davvero ad ogni occasione cui sia richiesto svago ed intrattenimento sinceramente spensierato.
Parola chiave: Supplì.

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Bengi

giovedì 24 novembre 2016

Film 1245 - The Accountant

Ammetto che ogni volta che Ben Affleck torna al cinema, sono curioso di vedere come se la cava. Anni fa preferiva concentrarsi sulla sua inespressività perpetuata di contesto in contesto, mentre ora mi sembra nettamente migliorato. Sarà che spesso i film li dirige, sarà che magari anni di onorata carriera a qualcosa sono serviti, di fatto non ho difficoltà a dichiarare il mio interesse per i suoi film. E al cinema, quest'ultimo non volevo perdermelo.

Film 1245: "The Accountant" (2016) di Gavin O'Connor
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Quando un film parte in una direzione e, pian piano, deraglia verso svolte inaspettate... che succede? Niente, non convince.
La sensazione che ho avuto seguendo questo "The Accountant" è proprio quella dell'andare fuori strada, abbandonare un percorso che sembrava interessante è coerente alla ricerca di snodi narrati estranei a qualunque aspetto della vicenda fino a quel momento toccato. Cosa c'entrano, mi chiedo, le revisioni contabili e action man? Niente e, giustamente, una sceneggiatura difficilmente sceglie di combinarli insieme, temendo un risultato finale disomogeneo. E questo è quello che è "The Accountant": una pellicola disomogenea.
Ampiamente pubblicizzato come una sorta di "A Beautiful Mind" contemporaneo, il film nella prima parte spinge molto sull'autismo del suo protagonista, per poi dimenticarsene nelle scene d'azione, in cui è richiesta una forza e una prestanza sovraumane, sì, ma pur sempre estranee all'insieme di riti e processazioni mentali che il protagonista Christian (Affleck) affronta ogni giorno. O almeno questo è ciò che fa passare il film, perché nel secondo tempo di tutte le manie e le stranezze che avevano ben caratterizzato il personaggio all'inizio ci scordiamo, preferendo declinare la storia in salsa action e prediligendo un'improvvisa violenza che passa per sparatorie e trincee casalinghe con, culmine, ritrovi familiare tra una scazzottata e un proiettile.
Inutile dire che, oltre che assurdo, tutto il finale sa di fuori luogo e scontenta chi in prima battuta era rimasto intrigato dalla storia personale di Christian e delle sue mani in pasta in losche faccende. Forse un più attento sviluppo di quella parte della storia avrebbe evitato al pubblico l'ennesimo esempio di machismo americano declinato a seconda del contesto scelto per far sembrare la storia qualcosa di nuovo. "The Accountant" maschera il vecchio e il già visto attingendo ad una serie di escamotages che chiamano in causa perfino l'autismo, ma poi preferisce tornare all'ovile e consegnare al suo pubblico le baggianate di arti marziali, pistole e una voce al telefono che si sa a chi appartiene dopo 10 minuti. Insomma, niente di nuovo e un po' uno spreco di cast. Perché checché ne dicano, qui Ben Affleck non è per niente male.
Cast: Ben Affleck, Anna Kendrick, J. K. Simmons, Jon Bernthal, Jeffrey Tambor, John Lithgow, Cynthia Addai-Robinson, Jean Smart, Alison Wright.
Box Office: $139.3 milioni
Consigli: Primo e secondo tempo sono fatti per pubblici diversi. Non mi è capitato spesso di sentire una distanza così netta tra la prima e la successiva parte di un film, di una storia, eppure con "The Accountant" l'impressione che ho è ancora fortemente influenzata da queste due "anime". Dunque all'inizio abbiamo una sorta di approfondimento inusuale di una condizione particolare: Christian soffre di una forma di autismo che lo avvicina a una genialità a noi altri impensabile. Direi che il tutto si può racchiudere nell'ormai usurata espressione "Denifisca normale". Il finale, invece, sceglie di addentrarsi nel solito bombardo e faccio esplodere tutto, vera e propria trama da film d'azione che snatura e non di poco tutto l'insieme dell'operazione. Il fatto è che - e qui sta il problema - nel proporre elementi così distanti, il film finisce per non accontentare nessuno. Io che mi aspettavo un film "alla prima parte", sono rimasto deluso di ritrovarmi in un action movie e sono sicuro che chi, invece, se lo aspettava, a trovato la prima parte meno soddisfacente.
Ben chiarito questo, penso si possa dire che "The Accountant" è un disimpegno non del tutto soddisfacente, pur guardabile. Si poteva fare molto di più, magari giocando su toni thriller invece che d'azione, e lasciando a casa tutte quelle scemenze marziali e, soprattutto, i ritrovamenti parentali. E' l'ennesimo esempio di prodotto che si può ben presto dimenticare.
Parola chiave: Filastrocca.

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giovedì 6 ottobre 2016

Film 1222 - Man in the dark

Ero veramente curioso di vedere questo film, estremamente motivato dal fatto che si è trattato di un clamoroso successo in America sia di pubblico (2 settimane all'apice del box-office) che di critica.

Film 1222: "Man in the dark" (2016) di Fede Alvarez
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Andre, Poe
Pensieri: Già che il titolo lo lasci in inglese, tanto vale confermare quello originale, soprattutto perché "Don't Breathe" non era poi così difficile da comprendere. Non più di "Man in the dark", comunque.
Dato che alle pazze titolazioni italiane siamo ampiamente abituati, inutile insistere su un aspetto in fin dei conti relativamente rilevante. La realtà è che, titolo o non titolo, questo film è davvero un ottimo prodotto di paura. Suspense e paura, per la precisione. Costruito magistralmente su un crescendo di tensione e claustrofobia, "Man in the dark" è un prodotto in grado di suscitare le giuste reazioni nel pubblico, producendo esattamente ciò che ci si aspetta da questo tipo di pellicola: ansia e salti sulla sedia. La tensione comincia quasi subito, dal momento in cui i tre ladruncoli protagonisti si introduco in casa del veterano cieco e tentano di portargli via i 300.000$ che credono essere in suo possesso da qualche parte nella casa. Il piano si rivela fin da subito fallimentare, in quanto l'uomo non tarderà a dimostrarsi ben più che preparato a ricevere i giovani "visitatori" che credono di riuscire a sopraffare il proprietario di casa tramite i soliti trucchetti che mettono in pratica. Inutile dire quanto degeneri in fretta la situazione.
Al di là dell'ottimo lavoro narrativo che riesce a mettere insieme, nel tempo, tutti gli elementi giusti che assommati contribuiscono a determinare l'atmosfera horror misto thriller, il film di Alvarez ha anche il pregio di non esaurirsi nella sua trama principale o comunque nell'unico scopo di spaventare chi guarda. Così non sarà la reazione inaspettatamente violente la sola sorpresa dell'uomo invalido...
Dunque un prodotto commerciale ben confezionato e pensato con attenzione per ricalcare gli snodi conosciuti del genere, pur con l'attenzione di proporli in modo originale e funzionale al racconto (e non viceversa). C'è qualche incongruenza*, ma nel complesso un ottimo e godibilissimo risultato finale.
*Il fatto che la mancanza di un senso acuisca gli altri è una caratteristica che qui si sfrutta a intermittenza e, se analizzata nel concreto, concorre a indebolire leggermente la storia. Nel senso che, dal momento che l'uomo cieco non "fiuta" all'inizio l'odore dei ragazzi affianco a lui, fa poi un po' ridere che si accorga della loro presenza nella casa per il semplice odore delle scarpe presenti in una stanza...
Film 1222 - Man in the dark
Film 1624 - Don't Breathe
Cast: Jane Levy, Dylan Minnette, Daniel Zovatto, Stephen Lang.
Box Office: $129.3 milioni
Consigli: Spaventoso e splatter quanto basta, sufficientemente violento e inquietante, classico esempio di storia da cui è meglio lasciarsi guidare che tentare di decodificarla dall'inzio alla fine. Sia perché si tratta di un racconto costruito su un crescendo di ansia, paura, disorientamento e claustrofobia, sia perché non sono pochi gli assi nella manica che la narrazione saprà sfoderare (alcuni un po' involontariamente ridicoli, ma ci si può passare sopra). Nel complesso non un film per tutti, ma per chi apprezza una piacevolissima sorpresa.
Parola chiave: Cassaforte.

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