Non che fremessi per vederlo, ma le opzioni erano questo film e "Carnage" che avevo già visto, per cui ci siamo concentrati sull'opzione sconosciuta ad entrambi.
Film 1403: "Nemiche amiche" (1998) di Chris Columbus
Visto: dal computer di Claudia
Lingua: italiano
Compagnia: Claudia
Pensieri: Mi aspettavo di peggio. Certo non è esattamente il mio genere di film, ma ammetto che la prospettiva di una storia sull'ennesima famiglia sfasciata con matrigna annessa e, in più, pure la malattia terminale non mi riempisse di gioia. In realtà per una certa parte di racconto i toni sono quasi da commedia, con una castrante figlia maggiore adolescente e costantemente incazzata (Jena Malone) a fare da parafulmine per una trama altrimenti banalmente piatta. Lei, intrusa nuova compagna del padre, tenta di fare del suo meglio nei panni della matrigna, ma spesso fallisce a causa di inesperienza e ritmi di lavoro. L'altra, ovvero l'ex moglie, è una donna indipendente e forte, leonessa che protegge la prole. Loro sono Julia Roberts e Susan Sarandon, una coppia di brave attrici qui sacrificate in una vicenda banale e un po' sciapida che, però, sono sicuro non ha mancato di emozionare il tipo di pubblico cui questo prodotto è (sapientemente) indirizzato. Non c'è da stupirsi, quindi, che non manchi i toni drammatici, sottolineati non solo dai fallimenti del personaggio della Roberts nel prendersi cura dei ragazzi, ma e soprattutto nella difficoltà della gestione delle nuove dinamiche familiari oltre che, naturalmente, l'inaspettata intromissione della questione di salute. Inutile dire che non mancherà il finale agrodolce.
Detto questo, "Stepmom" è un film parzialmente riuscito. Fa centro quando si tratta di consegnare al pubblico esattamente quello che promette, eppure il cast così ricco e pieno di talenti si meritava un prodotto meno mediocre (e arrabbiato).
Ps. Susan Sarandon candidata al Golden Globe per la Miglior attrice drammatica.
Cast: Julia Roberts, Susan Sarandon, Ed Harris, Jena Malone, Liam Aiken, Lynn Whitfield.
Box Office: $159.7 milioni
Consigli: Non esattamente una scelta per tutte le occasioni considerati tematiche e toni, senza contare che si tratta di un titolo esplicitamente rivolto al pubblico femminile. Al di là di ciò, un film che si può vedere nel momento in cui si sia pronti a intraprendere un viaggio di 2 ore nelle complicate vite della classica famiglia perfetta americana che esplode, ma non rinuncia a tutta quella serie di convenzioni che la società perbene richiede.
Parola chiave: Cancro.
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Bengi
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venerdì 25 agosto 2017
Film 1403 - Nemiche amiche
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lunedì 26 agosto 2013
Film 575 - Questi sono i 40
In generale i film con Paul Rudd mi piacciono sempre abbastanza e di base sono sempre curioso di vedere i nuovi personaggi in cui si è calato. Inoltre Leslie Mann è un'attrice che non riesco ancora ad inquadrare, ergo vedere questa pellicola sembrava una buona idea. Sembrava...
Film 575: "Questi sono i 40" (2012) di Judd Apatow
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, ma... sul serio? Che cosa sarebbe questo film? Di che cosa mi si sta narrando? Quale lezione dovrei trarne?
Volgarmente e volutamente sbroccato, con un tocco nonsense talmente forzato da essere imbarazzante e con scene divertenti inaspettatamente mancanti, "This Is 40" è certamente tra i film che quest'anno hanno deluso maggiormente le mie aspettative.
Partendo dal fatto che odio chi scrive, produce e realizza tutto in famiglia (in Italia abbiamo i Castellitto) come in questo caso, con Judd Apatow regista e sceneggiatore e sua moglie e le sue figlie alla recitazione (Leslie Mann, Maude Apatow e Iris Apatow), questa pellicola è comunque qualcosa di veramente brutto.
Se queste sono le crisi di mezza età targate USA possiamo, a mio avviso, anche evitare di raccontarle. Sinceramente l'occhio ilare di Apatow non sempre funziona e, anzi, penso il suo difetto più grande sia quello di prendere una buona idea di partenza e svilupparla in maniera deludente. Qui avviene lo stesso e, se all'inizio l'idea di descrivere senza sdolcinati filtri la realtà della famiglia media americana era decisamente interessante, la piega tentato-divertente non funziona davvero. Il cinismo infinito e le battute acide, l'odio represso sviscerato all'improvviso e la marmorea staticità di spessore dei personaggi di contorno rende nell'insieme "Questi sono i 40" una pellicola davvero fine a sé stessa e sinceramente priva di alcunché di interessante.
L'autocelebrazione di Apatow che scrive Apatow è alla lunga sfinente e invece di dipingere con occhio critico e disincantato una realtà potenzialmente vissuta da chiunque di noi, finisce per inciampare in una serie di step narrativi grotteschi e antipatici, francamente pesanti e talmente tanto parlati da essere inaffrontabili (ma no, questo non è "Una mamma per amica").
Probabilmente avevo aspettative troppo lusinghiere o comunque differenti rispetto al prodotto finale, in ogni caso questo film è stato davvero una delusione su tutti i fronti.
Ps. I 40 anni per Apatow devono essere proprio uno strano periodo di passaggio dato che, oltre a questa pellicola, vi ha dedicato il più popolare titolo "40 anni vergine"...
Consigli: Personalmente non mi è per nulla piaciuto e lo eviterei. Ai fans di Apatow, forse, può anche piacere. Ma credo che sia difficile, in effetti, incasellare in Italia un tipo così fisico di comicità incorniciata da battute non sembre traducibili o dello stesso valore pronunciate nella nostra lingua. Gap linguistici a parte, comunque, ho visto ben di meglio.
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
Bengi
Film 575: "Questi sono i 40" (2012) di Judd Apatow
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: No, ma... sul serio? Che cosa sarebbe questo film? Di che cosa mi si sta narrando? Quale lezione dovrei trarne?
Volgarmente e volutamente sbroccato, con un tocco nonsense talmente forzato da essere imbarazzante e con scene divertenti inaspettatamente mancanti, "This Is 40" è certamente tra i film che quest'anno hanno deluso maggiormente le mie aspettative.
Partendo dal fatto che odio chi scrive, produce e realizza tutto in famiglia (in Italia abbiamo i Castellitto) come in questo caso, con Judd Apatow regista e sceneggiatore e sua moglie e le sue figlie alla recitazione (Leslie Mann, Maude Apatow e Iris Apatow), questa pellicola è comunque qualcosa di veramente brutto.
Se queste sono le crisi di mezza età targate USA possiamo, a mio avviso, anche evitare di raccontarle. Sinceramente l'occhio ilare di Apatow non sempre funziona e, anzi, penso il suo difetto più grande sia quello di prendere una buona idea di partenza e svilupparla in maniera deludente. Qui avviene lo stesso e, se all'inizio l'idea di descrivere senza sdolcinati filtri la realtà della famiglia media americana era decisamente interessante, la piega tentato-divertente non funziona davvero. Il cinismo infinito e le battute acide, l'odio represso sviscerato all'improvviso e la marmorea staticità di spessore dei personaggi di contorno rende nell'insieme "Questi sono i 40" una pellicola davvero fine a sé stessa e sinceramente priva di alcunché di interessante.
L'autocelebrazione di Apatow che scrive Apatow è alla lunga sfinente e invece di dipingere con occhio critico e disincantato una realtà potenzialmente vissuta da chiunque di noi, finisce per inciampare in una serie di step narrativi grotteschi e antipatici, francamente pesanti e talmente tanto parlati da essere inaffrontabili (ma no, questo non è "Una mamma per amica").
Probabilmente avevo aspettative troppo lusinghiere o comunque differenti rispetto al prodotto finale, in ogni caso questo film è stato davvero una delusione su tutti i fronti.
Ps. I 40 anni per Apatow devono essere proprio uno strano periodo di passaggio dato che, oltre a questa pellicola, vi ha dedicato il più popolare titolo "40 anni vergine"...
Consigli: Personalmente non mi è per nulla piaciuto e lo eviterei. Ai fans di Apatow, forse, può anche piacere. Ma credo che sia difficile, in effetti, incasellare in Italia un tipo così fisico di comicità incorniciata da battute non sembre traducibili o dello stesso valore pronunciate nella nostra lingua. Gap linguistici a parte, comunque, ho visto ben di meglio.
Parola chiave: Famiglia.
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Bengi
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martedì 28 agosto 2012
Film 443 - LOL - Pazza del mio migliore amico
Un altro dei film regalati dalla 3.
Film 443: "LOL - Pazza del mio migliore amico" (2012) di Lisa Azuelos
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Lo devo dire. Con mia non poca sorpresa. Mi aspettavo di peggio.
Questo "LOL" ispirato all'originale francese "LOL (Laughing Out Loud)" con Sophie Marceau e con la stessa regia della Azuelos per entrambi i film, non è così male come potrebbe sembrare una pellicola che, assieme, include le "capacità" recitative di Miley Cyrus e Demi Moore.
Sarà che la trama è meno american-standard e più 'europea' nello stile - lo stesso dicasi per la regia -, ho trovato divertente, comunque, che nonostante i tentativi di renderla una storia più 'americanizzata', alla fine rimanga un prodotto di chiara origine europea (c'è perfino una madre che da uno schiaffo alla figlia! Fosse stata realtà avrebbe rischiato i servizi sociali nell'America di oggi...). Lo si capisce anche dal fatto che gli americani hanno ampiamente snobbato il film - nonostante la (ormai ex?) teen idol Cyrus - che, costato 11 milioni di dollari, ne ha incassati solamente $8,708,377 in tutto il mondo.
Eppure, tutto sommato, nella marea di banalità adolescenziali devo dire che ho apprezzato l'anima più personale di questo prodotto. Non che sia un capolavoro né un esempio tangibile del buon divertissement di eccelsa qualità, però bisogna ammettere che presenta uno spaccato giovanile anche credibile e rappresenta bene quei momenti di 'stupidità' collettiva di quando da ragazzi si gira con il proprio gruppo di amici.
Per quanto riguarda gli aspetti negativi, però, troppe smielosità pro ragazzine medie-liceo (che sono poi il target del film), una doppiatrice della Cyrus sbagliata che non riflette la voce naturalmente più profonda e roca della ragazza e - qui siamo già più sul personale - l'insopportabile Cyrus stessa. Che non sia in grado di recitare granché credo sia evidente un po' per tutti. Per quanto mi riguarda, però, ha quel non so che di suino che mi ha reso insofferente per la prima parte del film, fino a che non mi sono abituato.
Al di là di questo, comunque, che ripeto è personale, il grande limite di "LOL - Pazza del mio migliore amico" è che in fin dei conti è esattamente come te lo aspetti. Sì, qualche elemento più fresco, come si diceva prima, c'è, ma la trama fila liscia esattamente per come deve andare ed esci dalla sala pensando: è la solita stupidata, però mi aspettavo qualcosa di più trash. Che, visto ciò che c'è in giro, non è male, ma non è neppure un gran risultato. Specialmente per due attrici che hanno palesemente bisogno di rimettere in moto la carriera.
Consigli: Va bene per una serata molto tranquilla senza pretese. Recitazione non sempre all'altezza, ma non lo si vede certo aspettandosi un Oscar imminente per le due protagoniste...
Parola chiave: Cellulare.
Trailer
BB
Film 443: "LOL - Pazza del mio migliore amico" (2012) di Lisa Azuelos
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Lo devo dire. Con mia non poca sorpresa. Mi aspettavo di peggio.
Questo "LOL" ispirato all'originale francese "LOL (Laughing Out Loud)" con Sophie Marceau e con la stessa regia della Azuelos per entrambi i film, non è così male come potrebbe sembrare una pellicola che, assieme, include le "capacità" recitative di Miley Cyrus e Demi Moore.
Sarà che la trama è meno american-standard e più 'europea' nello stile - lo stesso dicasi per la regia -, ho trovato divertente, comunque, che nonostante i tentativi di renderla una storia più 'americanizzata', alla fine rimanga un prodotto di chiara origine europea (c'è perfino una madre che da uno schiaffo alla figlia! Fosse stata realtà avrebbe rischiato i servizi sociali nell'America di oggi...). Lo si capisce anche dal fatto che gli americani hanno ampiamente snobbato il film - nonostante la (ormai ex?) teen idol Cyrus - che, costato 11 milioni di dollari, ne ha incassati solamente $8,708,377 in tutto il mondo.
Eppure, tutto sommato, nella marea di banalità adolescenziali devo dire che ho apprezzato l'anima più personale di questo prodotto. Non che sia un capolavoro né un esempio tangibile del buon divertissement di eccelsa qualità, però bisogna ammettere che presenta uno spaccato giovanile anche credibile e rappresenta bene quei momenti di 'stupidità' collettiva di quando da ragazzi si gira con il proprio gruppo di amici.
Per quanto riguarda gli aspetti negativi, però, troppe smielosità pro ragazzine medie-liceo (che sono poi il target del film), una doppiatrice della Cyrus sbagliata che non riflette la voce naturalmente più profonda e roca della ragazza e - qui siamo già più sul personale - l'insopportabile Cyrus stessa. Che non sia in grado di recitare granché credo sia evidente un po' per tutti. Per quanto mi riguarda, però, ha quel non so che di suino che mi ha reso insofferente per la prima parte del film, fino a che non mi sono abituato.
Al di là di questo, comunque, che ripeto è personale, il grande limite di "LOL - Pazza del mio migliore amico" è che in fin dei conti è esattamente come te lo aspetti. Sì, qualche elemento più fresco, come si diceva prima, c'è, ma la trama fila liscia esattamente per come deve andare ed esci dalla sala pensando: è la solita stupidata, però mi aspettavo qualcosa di più trash. Che, visto ciò che c'è in giro, non è male, ma non è neppure un gran risultato. Specialmente per due attrici che hanno palesemente bisogno di rimettere in moto la carriera.
Consigli: Va bene per una serata molto tranquilla senza pretese. Recitazione non sempre all'altezza, ma non lo si vede certo aspettandosi un Oscar imminente per le due protagoniste...
Parola chiave: Cellulare.
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mercoledì 9 maggio 2012
Film 406 - Sex and the City 2
E - che coincidenza! - proprio nel giorno del compleanno di John Corbett, che qui interpreta Aidan, l'ex promesso sposo di Carrie, e che a quanto pare condivide la data di nascita con un'altra attrice di questo fortunato serial tv (Candice Bergen), la recensione del secondo capitolo cinematografico di...

Film 406: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Più brutto del primo, ma comunque godibile. Manca brio e magia, c'è solo glam e battutine prevedibili. Ma chi ama la serie gode comunque.
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Consigli: Anche questo è un divertimento all'acqua di rose, ma comunque piacevole per chi è fan. Per gli altri Carrie potrebbe risultare, oltre che rugosa, anche un po' insopportabilmente nevrotico-cervellotica.
Parola chiave: Abu Dhabi.
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#HollywoodCiak
Bengi

Film 406: "Sex and the City 2" (2010) di Michael Patrick King
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Più brutto del primo, ma comunque godibile. Manca brio e magia, c'è solo glam e battutine prevedibili. Ma chi ama la serie gode comunque.
Film 122 - Sex and the City
Film 221 - Sex and the City
Film 405 - Sex and the City
Film 1072 - Sex and the City
Film 2161 - Sex and the City Film 121 - Sex and the City 2
Film 205 - Sex and the City 2
Film 253 - Sex and the City 2
Film 406 - Sex and the City 2
Film 1377 - Sex and the City 2
Consigli: Anche questo è un divertimento all'acqua di rose, ma comunque piacevole per chi è fan. Per gli altri Carrie potrebbe risultare, oltre che rugosa, anche un po' insopportabilmente nevrotico-cervellotica.
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viaggio
giovedì 20 ottobre 2011
Film 315 - Carnage
Finalmente gli ingressi gratis della 3 propongono qualcosa di interessante che non sia semplicemente classificabile come 'grandissima minchiata'.
Film 315: "Carnage" (2011) di Roman Polanski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Bello e fatto solo di attori. Attori bravi, per intenderci.
Un quartetto umano di espressività e fisicità molto diverse che gioca la partita del 'io sono meglio' in un due contro due che spesso, però, non vede solo le coppie (matrimoniali) in tacita alleanza.
E così, dopo moglie e marito, si sprecano il sostegno femminile e quello maschile, ma ad un unire e opporre le coppie in un vortice della decadenza verso la verità più bassa saranno anche altri temi: figli, educazione, lavoro, sogni, ambizioni, frustrazioni e tanto ancora.
Giocato tutto in un appartamento da cui non si esce mai per vedere Brooklyn, non si soffre di claustrofobia nonostante a volte - come per i protagonisti - manchi un pò l'aria. Polanski, che si dimostra grandissimo in questa prova, raccoglie la sfida dell'interno a tutti i costi con espedienti di regia piuttosto efficaci e con alcune inquadrature davvero belle (es. in un solo momento vediamo ripresi particolari del corpo di Nancy Cowan e chi sta di fronte a lei a figura intera. Polanski si avvale spesso dello specchio per sfruttare appieno lo spazio casalingo. Si potrebbe quasi dire che lo specchio sia un silenzioso quinto personaggio. L'espediente è molto gradevole perchè, spesso, crea interessanti inquadrature in un gioco di doppio o vedo-non vedo che regala allo spettatore un ulteriore strumento di indagine sui personaggi stessi).
A rendere particolarmente riuscito questo film, comunque, sono principalmente i bravissimi attori. Con 12 nomination all'Oscar e 4 statuette vinte in totale Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz e John C. Reilly formano un quartetto da brivido che, se sulla carta poteva far venire l'acquolina in bocca, nel film mantiene assolutamente le aspettative.
Nevrosi e frustrazioni, dopo un'apparente calma piatta, affiorano con il passare del tempo - tra un'interruzione telefonica e l'altra - tanto da portare i quattro e veri e propri litigi senza il benché minimo filtro. Il contrasto tra l'inizio e la fine è lampante e, bisogna dirlo, piuttosto divertente. L'apparente etichetta altoborghese che viene tanto sfoggiata nei primi - tesi - tempi, viene ufficialmente accantonata in favore di un più genuino (ma non maturo) confronto sulle più disparate tematiche sociali. Il pretesto è un litigio tra figli che vuole essere risolto dai genitori nella maniera più civile possibile. Il risultato è uno spaccato umano dei più bassi e veri resi ultimamente che dimostra, alla fine, che la maturità acquisita con gli anni non corre necessariamente di pari passo con quella acquisita con le esperienze di vita. Le età sono diverse, ma non è detto che i genitori si dimostrino più maturi dei figli. Se vogliamo, per quanto brutale possa essere regolare i conti venendo alla mani, almeno elimina di netto il problema (o piaga sociale) dell'essere subdoli con chi ci sta di fronte. E qui Polanski, grazie ad un testo teatrale ben scritto (da Yasmina Reza), è bravissimo a tirare fuori dal suo cast sfumature umane che rendano alla perfezione il crescendo verso la rivelazione del proprio 'io' di ognuno dei personaggi.
Consigli: Da vedere assolutamente. Bello e interessante, mai noioso o banale.
Parola chiave: Educazione.
Trailer
Ric

Film 315: "Carnage" (2011) di Roman Polanski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Bello e fatto solo di attori. Attori bravi, per intenderci.
Un quartetto umano di espressività e fisicità molto diverse che gioca la partita del 'io sono meglio' in un due contro due che spesso, però, non vede solo le coppie (matrimoniali) in tacita alleanza.
E così, dopo moglie e marito, si sprecano il sostegno femminile e quello maschile, ma ad un unire e opporre le coppie in un vortice della decadenza verso la verità più bassa saranno anche altri temi: figli, educazione, lavoro, sogni, ambizioni, frustrazioni e tanto ancora.
Giocato tutto in un appartamento da cui non si esce mai per vedere Brooklyn, non si soffre di claustrofobia nonostante a volte - come per i protagonisti - manchi un pò l'aria. Polanski, che si dimostra grandissimo in questa prova, raccoglie la sfida dell'interno a tutti i costi con espedienti di regia piuttosto efficaci e con alcune inquadrature davvero belle (es. in un solo momento vediamo ripresi particolari del corpo di Nancy Cowan e chi sta di fronte a lei a figura intera. Polanski si avvale spesso dello specchio per sfruttare appieno lo spazio casalingo. Si potrebbe quasi dire che lo specchio sia un silenzioso quinto personaggio. L'espediente è molto gradevole perchè, spesso, crea interessanti inquadrature in un gioco di doppio o vedo-non vedo che regala allo spettatore un ulteriore strumento di indagine sui personaggi stessi).
A rendere particolarmente riuscito questo film, comunque, sono principalmente i bravissimi attori. Con 12 nomination all'Oscar e 4 statuette vinte in totale Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz e John C. Reilly formano un quartetto da brivido che, se sulla carta poteva far venire l'acquolina in bocca, nel film mantiene assolutamente le aspettative.
Nevrosi e frustrazioni, dopo un'apparente calma piatta, affiorano con il passare del tempo - tra un'interruzione telefonica e l'altra - tanto da portare i quattro e veri e propri litigi senza il benché minimo filtro. Il contrasto tra l'inizio e la fine è lampante e, bisogna dirlo, piuttosto divertente. L'apparente etichetta altoborghese che viene tanto sfoggiata nei primi - tesi - tempi, viene ufficialmente accantonata in favore di un più genuino (ma non maturo) confronto sulle più disparate tematiche sociali. Il pretesto è un litigio tra figli che vuole essere risolto dai genitori nella maniera più civile possibile. Il risultato è uno spaccato umano dei più bassi e veri resi ultimamente che dimostra, alla fine, che la maturità acquisita con gli anni non corre necessariamente di pari passo con quella acquisita con le esperienze di vita. Le età sono diverse, ma non è detto che i genitori si dimostrino più maturi dei figli. Se vogliamo, per quanto brutale possa essere regolare i conti venendo alla mani, almeno elimina di netto il problema (o piaga sociale) dell'essere subdoli con chi ci sta di fronte. E qui Polanski, grazie ad un testo teatrale ben scritto (da Yasmina Reza), è bravissimo a tirare fuori dal suo cast sfumature umane che rendano alla perfezione il crescendo verso la rivelazione del proprio 'io' di ognuno dei personaggi.
Consigli: Da vedere assolutamente. Bello e interessante, mai noioso o banale.
Parola chiave: Educazione.
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tratto da un libro,
Yasmina Reza
martedì 27 settembre 2011
Film 306 - È complicato
E siamo a due... Ferragosto di fuoco!

Film 306: "E' complicato" (2009) di Nancy Meyers
Visto: dalla tv di Jessica
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Jé
Pensieri: Per proseguire il ritiro spirituale del 15 Agosto, siamo passati - tra una schifezza e l’altra - alla visione del simpatico “It’s Complicated” della sempreverde Nancy Meyers.
Più che la prima volta al cinema (“Film 96 - E' complicato”), questa seconda visione in dvd mi ha fatto apprezzare cast e battute, nonché la pacatezza delicata di una pellicola come questa.
Diciamo che, di grandi pregi, il film ha gli attori (Meryl Streep capeggia), i dialoghi realistici, la fotografia pulitissima e le scenografie curate.
Il resto non brilla per originalità folgorante, tanto più che il centro della storia è un triangolo amoroso tra ex moglie e marito e il possibile nuovo uomo di lei. Il contorno sono i figli, le amiche, la nuova moglie dell’ex marito e, diciamo, quella quotidianità altoborghese che piace tanto rappresentare alla regista-sceneggiatrice.
Per quanto non sia nulla di nuovo, è apprezzabile lo sforzo di regalare al pubblico un prodotto ben scritto e recitato, non volgare e comunque piacevole e di qualità sopra alla media. Solo scegliere la Streep come protagonista era indicatore inconfondibile di questa scelta di intenti.
Insomma, bene tutto per una commedia in cui la parola d’ordine è pacatezza, ma che si diverte a non prendersi nemmeno troppo sul serio.
Consigli: E' certamente un piacevole passatempo adatto ad ogni situazione. Lascia con un sorriso sulle labbra.
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
Ric

Film 306: "E' complicato" (2009) di Nancy Meyers
Visto: dalla tv di Jessica
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Jé
Pensieri: Per proseguire il ritiro spirituale del 15 Agosto, siamo passati - tra una schifezza e l’altra - alla visione del simpatico “It’s Complicated” della sempreverde Nancy Meyers.
Più che la prima volta al cinema (“Film 96 - E' complicato”), questa seconda visione in dvd mi ha fatto apprezzare cast e battute, nonché la pacatezza delicata di una pellicola come questa.
Diciamo che, di grandi pregi, il film ha gli attori (Meryl Streep capeggia), i dialoghi realistici, la fotografia pulitissima e le scenografie curate.
Il resto non brilla per originalità folgorante, tanto più che il centro della storia è un triangolo amoroso tra ex moglie e marito e il possibile nuovo uomo di lei. Il contorno sono i figli, le amiche, la nuova moglie dell’ex marito e, diciamo, quella quotidianità altoborghese che piace tanto rappresentare alla regista-sceneggiatrice.
Per quanto non sia nulla di nuovo, è apprezzabile lo sforzo di regalare al pubblico un prodotto ben scritto e recitato, non volgare e comunque piacevole e di qualità sopra alla media. Solo scegliere la Streep come protagonista era indicatore inconfondibile di questa scelta di intenti.
Insomma, bene tutto per una commedia in cui la parola d’ordine è pacatezza, ma che si diverte a non prendersi nemmeno troppo sul serio.
Consigli: E' certamente un piacevole passatempo adatto ad ogni situazione. Lascia con un sorriso sulle labbra.
Parola chiave: Famiglia.
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lunedì 18 luglio 2011
Film 277 - L'altra donna del re
Primo di ben 6 film che ho deciso di guardare più o meno inerenti alla storia del Regno Unito.

Film 277: "L'altra donna del re" (2008) di Justin Chadwick
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Film sciocco e semplicistico, incentrato in unico modo sui desideri sessuali (e di procreazione) del Monarca britannico Enrico VIII e di 3 delle 6 mogli che la vita e la morte gli hanno concesso.
Pensieri più articolati qui: Film 277 - 282.
Film 1543 - The Other Boleyn Girl
Consigli: Per una maggiore aderenza storica, meglio rivolgersi ad altre pellicole...
Parola chiave: Figlio maschio.
Trailer
Ric

Film 277: "L'altra donna del re" (2008) di Justin Chadwick
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Film sciocco e semplicistico, incentrato in unico modo sui desideri sessuali (e di procreazione) del Monarca britannico Enrico VIII e di 3 delle 6 mogli che la vita e la morte gli hanno concesso.
Pensieri più articolati qui: Film 277 - 282.
Film 1543 - The Other Boleyn Girl
Consigli: Per una maggiore aderenza storica, meglio rivolgersi ad altre pellicole...
Parola chiave: Figlio maschio.
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Kristin Scott Thomas,
L'altra donna del re,
natalie portman,
Scarlett Johansson,
The Other Boleyn Girl,
UK
mercoledì 29 giugno 2011
Film 272 - Nightmare
Cambio radicale di toni e genere per una serata casalinga nel buio della camera...

Film 272: "Nightmare" (2010) di Samuel Bayer
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Non si può certo parlare molto bene di questa pellicola, se non per quanto riguarda la bella fotografia, ben riuscita e funzionale all'atmosfera cupa che si necessita per un horror hollywoodiano. Manca, però, la paura vera che non sia causata semplicemente dal disgusto per uno squartamento o un intestino fuori posto. E' vero, un po' di tensione c'è, ma è tutta dovuta alla notevole fama del suo protagonista - capace di trasformare sogni in incubi presentandosi nella mente dei malcapitati - piuttosto che ad un vero merito del film stesso. Si attende che Freddy Krueger se ne esca fuori con la sua versione geneticamente modifica di Wolverine per sbrindellare qualcuno e, nell'attesa, si è sempre un po' sul chi vive. Ma questo basta a catalogare un film come 'di paura'?
Il cast di mezzi sconosciuti (che per l'horror è quasi un must) comprende Jackie Earle Haley/Freddy ("Watchmen" e candidato all'Oscar per "Little Children" con la Winslet), la depressa e deprimente Rooney Mara ("The Social Network", ma sinceramente non ho idea del perchè sia famosa), Kyle Gallner ("Il corpo di Jennifer", "Il messaggero"), Kellan Lutz (l'Emmett Cullen della saga "Twilight") e una serie di ancora più sconosciuti personaggi/futura carne da macello (nel film, per carità!) che è sinceramente inutile nominare.
Non coadiuvata dal cast, insomma, la pellicola fatica ad ingranare su molti fronti. Anche il ritmo non è dei più serrati, nonostante - come si diceva - la fama stessa del protagonista di questo ennesimo "Nightmare" (il nono) induca lo spettatore ad uno stato di costante e sottesa tensione. Lo slancio, poi, drammatico con accusa di pedofilia (lo so, viene svelato solo nel finale, ma si capisce fin dall'inizio) e conseguente rogo-sacrificio è un tocco 'da lacrimuccia' che non si incastra bene con l'immagine sadica della saga. Genitori carnefici come l'omicida dei figli è un cliché (anche abusato) di cui non si sentiva davvero il bisogno. Un rilancio più costruttivo e meno scontato di questa serie (di cui non sono fan) sarebbe stato più gradito. I $113,400,000 incassati nel mondo, comunque, fanno tendenzialmente capire che, qualcuno, ha, però, effettivamente apprezzato.
Film 1917 - Nightmare - Dal profondo della notte
Film 1920 - Nightmare 2 - La rivincita
Film 272 - Nightmare
Consigli: Per aumentare un pelo la tensione è meglio godersi il film da soli, di notte e al buio. E' un valore aggiunto da non sottovalutare!
Parola chiave: Sogni.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

Film 272: "Nightmare" (2010) di Samuel Bayer
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Michele
Pensieri: Non si può certo parlare molto bene di questa pellicola, se non per quanto riguarda la bella fotografia, ben riuscita e funzionale all'atmosfera cupa che si necessita per un horror hollywoodiano. Manca, però, la paura vera che non sia causata semplicemente dal disgusto per uno squartamento o un intestino fuori posto. E' vero, un po' di tensione c'è, ma è tutta dovuta alla notevole fama del suo protagonista - capace di trasformare sogni in incubi presentandosi nella mente dei malcapitati - piuttosto che ad un vero merito del film stesso. Si attende che Freddy Krueger se ne esca fuori con la sua versione geneticamente modifica di Wolverine per sbrindellare qualcuno e, nell'attesa, si è sempre un po' sul chi vive. Ma questo basta a catalogare un film come 'di paura'?
Il cast di mezzi sconosciuti (che per l'horror è quasi un must) comprende Jackie Earle Haley/Freddy ("Watchmen" e candidato all'Oscar per "Little Children" con la Winslet), la depressa e deprimente Rooney Mara ("The Social Network", ma sinceramente non ho idea del perchè sia famosa), Kyle Gallner ("Il corpo di Jennifer", "Il messaggero"), Kellan Lutz (l'Emmett Cullen della saga "Twilight") e una serie di ancora più sconosciuti personaggi/futura carne da macello (nel film, per carità!) che è sinceramente inutile nominare.
Non coadiuvata dal cast, insomma, la pellicola fatica ad ingranare su molti fronti. Anche il ritmo non è dei più serrati, nonostante - come si diceva - la fama stessa del protagonista di questo ennesimo "Nightmare" (il nono) induca lo spettatore ad uno stato di costante e sottesa tensione. Lo slancio, poi, drammatico con accusa di pedofilia (lo so, viene svelato solo nel finale, ma si capisce fin dall'inizio) e conseguente rogo-sacrificio è un tocco 'da lacrimuccia' che non si incastra bene con l'immagine sadica della saga. Genitori carnefici come l'omicida dei figli è un cliché (anche abusato) di cui non si sentiva davvero il bisogno. Un rilancio più costruttivo e meno scontato di questa serie (di cui non sono fan) sarebbe stato più gradito. I $113,400,000 incassati nel mondo, comunque, fanno tendenzialmente capire che, qualcuno, ha, però, effettivamente apprezzato.
Film 1917 - Nightmare - Dal profondo della notte
Film 1920 - Nightmare 2 - La rivincita
Film 272 - Nightmare
Consigli: Per aumentare un pelo la tensione è meglio godersi il film da soli, di notte e al buio. E' un valore aggiunto da non sottovalutare!
Parola chiave: Sogni.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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mercoledì 27 aprile 2011
Film 244 - Io sono l'amore
Anche se visto recentemente, il popolo del martedì ha scelto per me di (ri)vedere questo bel film italiano per la solita cena.

Film 244: "Io sono l'amore" (2009) di Luca Guadagnino
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Marco, Diego, Titti, Pier, Michele
Pensieri: Ammetto che non lo avrei rivisto così presto, un film come questo. Dovevo ancora 'digerire' la precedente visione di qualche mese fa. Non perchè il film non mi sia piaciuto, anzi(!), ma perchè per il disimpegno del martedì avrei preferito vedere (o dover rivedere) qualcosa di un attimino più leggero. Ma, lo devo ammettere, questa seconda rapida visione non è stat per nulla pesante e, anzi, mi ha fatto apprezzare di più elementi che la prima volta avevo perso.
Quello che consideravo essere un film dal ritmo piuttosto lento è diventato, invece, scorrevole e la pesantezza che temevo di incontrare lungo la visione è svanita. Bellissimo, musiche fantastiche e coinvolgenti, azzeccatissime per lo squarcio della Milano 'alta' che propone la pellicola. Tra l'altro ho dato uno sguardo più 'interessato' all'interpretazione della Berenson (attrice newyorkese famosissima per film come "Morte a Venezia", "Barry Lyndon" o "Cabaret") che, in italiano, recita piuttosto bene. Ottime la Swinton e la Rohrwacher, molto fisico il cuoco Antonio Biscaglia/Edoardo Gabbriellini.
Il film è sicuramente molto interessante e inusualmente interculturale per un film italiano. Vale veramente la pena di vederlo per un'infinità di ragioni.
Consigli: La scena d'amore in mezzo al campo è bellissima e molto 'naturale'. Da vedere pensando agli odori del prato in maggio...
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
Ric

Film 244: "Io sono l'amore" (2009) di Luca Guadagnino
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Andrea, Marco, Diego, Titti, Pier, Michele
Pensieri: Ammetto che non lo avrei rivisto così presto, un film come questo. Dovevo ancora 'digerire' la precedente visione di qualche mese fa. Non perchè il film non mi sia piaciuto, anzi(!), ma perchè per il disimpegno del martedì avrei preferito vedere (o dover rivedere) qualcosa di un attimino più leggero. Ma, lo devo ammettere, questa seconda rapida visione non è stat per nulla pesante e, anzi, mi ha fatto apprezzare di più elementi che la prima volta avevo perso.
Quello che consideravo essere un film dal ritmo piuttosto lento è diventato, invece, scorrevole e la pesantezza che temevo di incontrare lungo la visione è svanita. Bellissimo, musiche fantastiche e coinvolgenti, azzeccatissime per lo squarcio della Milano 'alta' che propone la pellicola. Tra l'altro ho dato uno sguardo più 'interessato' all'interpretazione della Berenson (attrice newyorkese famosissima per film come "Morte a Venezia", "Barry Lyndon" o "Cabaret") che, in italiano, recita piuttosto bene. Ottime la Swinton e la Rohrwacher, molto fisico il cuoco Antonio Biscaglia/Edoardo Gabbriellini.
Il film è sicuramente molto interessante e inusualmente interculturale per un film italiano. Vale veramente la pena di vederlo per un'infinità di ragioni.
Consigli: La scena d'amore in mezzo al campo è bellissima e molto 'naturale'. Da vedere pensando agli odori del prato in maggio...
Parola chiave: Famiglia.
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domenica 13 febbraio 2011
Film 217 - I ragazzi stanno bene
Continuiamo con le cene pre-Oscar. Il 27 febbraio si avvicina...

Film 217: "I ragazzi stanno bene" (2010) di Lisa Cholodenko
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: inglese
Compagnia: Marco, Diego, Andrea, Andrea Puffo, Gianpaolo
Pensieri: I colori forti di questa locandina mi hanno subito ricordato quelli di un altro film, "Sunshine Cleaning". Non so perchè, ma nonostante non abbai visto quest'ultimo, non riesco a togliermi dalla testa il collegamento. Le atmosfere, i paesaggi, invece, mi hanno ricordato il "Sideways" di Alexander Payne. Sarà la natura molto presente, la motocicletta, il sole caldo, il piacere del vino a tavola... Di fatto nella mia testa, durante la visione di questa pellicola, sono frullati vari collegamenti.
Non posso fare a meno di pensare, poi, che Annette Bening aspetti un Oscar da 20 anni, ma che, il destino, gliel'abbia sempre sottratto. E' stata eternamente seconda. Due volte battuta da Hilary Swank e una da Whoopi Goldberg, quest'anno, pare, debba perdere contro Natalie Portman. E, mi tocca dire, a giusta ragione.
Sì, perchè, a mio avviso, questo film non è niente di che. Carino, ma non il migliore dell'anno. Bravi gli interpreti (e non solo la Bening), ma ne ho in mente altri che, nella passata stagione, hanno fatto di meglio. Sarà che, dopo tanto decantare una cosa, le aspettative sono sempre troppo alte?
In effetti questo film ha il grande pregio di rappresentare una realtà che, per l'Italia, non solo è insolita, ma quantomeno futuristica (utopica è troppo?). Due lesbiche sposate con figli fatti in provetta è un'immagine familiare talmente lontana da ogni nostra idea di famiglia regolarmente ammessa, che non può non interessare l'aspetto sociologico e sociale che l'analisi di un nucleo così 'sperimentale' (sempre per noi che siamo retrogradi) può offrire!
La storia raccontata ha l'elemento di disturbo della quotidianità (i figli cercano il padre donatore di sperma), ma la piega che prende la narrazione non è sempre efficace. La liaison amorosa che nasce tra una delle due donne (Julianne Moore) e il padre biologico dei loro figli (Mark Ruffalo, anche lui candidato all'Oscar per questa pellicola) è uno scivolone sentimentale che lascia l'amaro in bocca per tutto il resto della visione. Qui la Bening dimostra le sue qualità di attrice sia nel momento della scoperta del tradimento che davanti alle scuse della moglie.
Per il resto questo "I ragazzi stanno bene" è un film del quotidiano, intimo e, sicuramente, di stampo indipendente. Nessun grande budget, né grandi incassi ($20,803,237 sul mercato USA). Arricchisce perchè pone il problema della normalità del diverso a chi potrebbe non essersi mai messo nei suoi panni. La sua forza sta sicuramente nel messaggio che propone e l'idea di assoluta banalità (non nel senso svilente, sia chiaro) che sta dietro ad una coppia dello stesso sesso. Di questi tempi non dovrebbe più essere necessario ribadirlo, ma, nel caso, è sempre meglio ricordarlo a chi ha una labile memoria.
Consigli: Sicuramente visto in inglese ha quella marcia in più. Ma i sottotitoli, si sa, distraggono...
Parola chiave: Origini.
Ric

Film 217: "I ragazzi stanno bene" (2010) di Lisa Cholodenko
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: inglese
Compagnia: Marco, Diego, Andrea, Andrea Puffo, Gianpaolo
Pensieri: I colori forti di questa locandina mi hanno subito ricordato quelli di un altro film, "Sunshine Cleaning". Non so perchè, ma nonostante non abbai visto quest'ultimo, non riesco a togliermi dalla testa il collegamento. Le atmosfere, i paesaggi, invece, mi hanno ricordato il "Sideways" di Alexander Payne. Sarà la natura molto presente, la motocicletta, il sole caldo, il piacere del vino a tavola... Di fatto nella mia testa, durante la visione di questa pellicola, sono frullati vari collegamenti.
Non posso fare a meno di pensare, poi, che Annette Bening aspetti un Oscar da 20 anni, ma che, il destino, gliel'abbia sempre sottratto. E' stata eternamente seconda. Due volte battuta da Hilary Swank e una da Whoopi Goldberg, quest'anno, pare, debba perdere contro Natalie Portman. E, mi tocca dire, a giusta ragione.
Sì, perchè, a mio avviso, questo film non è niente di che. Carino, ma non il migliore dell'anno. Bravi gli interpreti (e non solo la Bening), ma ne ho in mente altri che, nella passata stagione, hanno fatto di meglio. Sarà che, dopo tanto decantare una cosa, le aspettative sono sempre troppo alte?
In effetti questo film ha il grande pregio di rappresentare una realtà che, per l'Italia, non solo è insolita, ma quantomeno futuristica (utopica è troppo?). Due lesbiche sposate con figli fatti in provetta è un'immagine familiare talmente lontana da ogni nostra idea di famiglia regolarmente ammessa, che non può non interessare l'aspetto sociologico e sociale che l'analisi di un nucleo così 'sperimentale' (sempre per noi che siamo retrogradi) può offrire!
La storia raccontata ha l'elemento di disturbo della quotidianità (i figli cercano il padre donatore di sperma), ma la piega che prende la narrazione non è sempre efficace. La liaison amorosa che nasce tra una delle due donne (Julianne Moore) e il padre biologico dei loro figli (Mark Ruffalo, anche lui candidato all'Oscar per questa pellicola) è uno scivolone sentimentale che lascia l'amaro in bocca per tutto il resto della visione. Qui la Bening dimostra le sue qualità di attrice sia nel momento della scoperta del tradimento che davanti alle scuse della moglie.
Per il resto questo "I ragazzi stanno bene" è un film del quotidiano, intimo e, sicuramente, di stampo indipendente. Nessun grande budget, né grandi incassi ($20,803,237 sul mercato USA). Arricchisce perchè pone il problema della normalità del diverso a chi potrebbe non essersi mai messo nei suoi panni. La sua forza sta sicuramente nel messaggio che propone e l'idea di assoluta banalità (non nel senso svilente, sia chiaro) che sta dietro ad una coppia dello stesso sesso. Di questi tempi non dovrebbe più essere necessario ribadirlo, ma, nel caso, è sempre meglio ricordarlo a chi ha una labile memoria.
Consigli: Sicuramente visto in inglese ha quella marcia in più. Ma i sottotitoli, si sa, distraggono...
Parola chiave: Origini.
Ric
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