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venerdì 31 gennaio 2025

Film 2342 - A Quiet Place: Day One

Intro: Back from a month-and-a-half long vacation in Brazil, I finally met my cousin Francesca in Bologna and, after celebrating Boxing Day with our families, we drove all the way to Igea marina where she lives. There, exahusted, we decided to watch a movie. A very quiet one...

Film 2342
: "A Quiet Place: Day One" (2024), Michael Sarnoski
Watched on: From the TV
Language: English
Watched with: Fre
Thoughts: I enjoy the "A Quiet Place" franchise, but I'm not a fan. I watched all the movies, yes, but I never felt the urge to re-watch them, for example. With that in mind, I decided it was time to give this new oting a go, since it was successful and, I remember, well liked by critics and viewers alike.
"A Quiet Place: Day One" is a well crafted, entertaining movie, similar enough to the previous two chapters of this sage, yet different enough to captivate its new audience. Which is obviously a smart move.
What was even smarter, though, was casting Lupita Nyong'o in the lead role: not only she's a great actress, but also a great horror actress as she proved already in Jordan Peele's "Us". Although her character isn't the easiest one to root for, Nyong'o's talent is undeniable and shines once again in this movie.
Other supporting performances by Joseph Quinn, Alex Wolff and Djimon Hounsou are perfectly fine and serve the movie well, especially considering this is the closest it gets to a modern silent movie, so being able to actually act is essential.
An overall well made movie, especially considering it's a prequel, but also serves as a spin-off and it's the third outing of the series. I'm surprised it didn't get an Oscar nomination in the Best Sound category, but I guess it was hard to beat "Emila Pérez"...
Cast: Lupita Nyong'o, Joseph Quinn, Alex Wolff, Djimon Hounsou.
Box Office: $261.8 million
Worth a watch?: Definitely a good horror movie, unique in its genre as there's barely any dialogue and the story is carried by the actors' performances (which are good). If you enjoyed the previous two movies, then this one can't be missed.
Awards: /
Key word: Pizza.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 15 luglio 2021

Film 2031 - A Quiet Place Part II

Intro: Il primo non mi è dispiaciuto, ma non mi posso certo definire un fan accanito. Mi sono approcciato a questo secondo capitolo con la stessa filosofia.

Film 2031: "A Quiet Place Part II" (2020) di John Krasinski
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: perfettamente in linea con il primo film, questo sequel di "A Quiet Place" funziona, anche se continuo a non comprendere l'immensa fascinazione esercitata da questo franchise. Si tratta di una saga horror ben fatta, ci mancherebbe, ma non tanto diversa dai numerosi altri titoli del genere che mixano paura ed alieni. Qui è semplicemente tutto molto più silenzioso.
A questo proposito ho avuto qualche difficoltà iniziale a comprendere i dialoghi tra i protagonisti - specialmente Cillian Murphy - tra sussurri e linguaggio dei segni non sottotitolato. Una volta riuscito a recuperare i sottotitoli, la visione è proseguita senza intoppi.
Insomma, "A Quiet Place Part II" fa egregiamente il suo dovere e non manca di intrattenere, eppure anche in questo caso rimango perplesso rispetto al successo esponenziale del film diretto da Krasinski. In ogni caso Emily Blunt sempre protagonista affidabile, anche se qui a farla da padrone è più spesso la giovane Millicent Simmonds.
Film 1677 - A Quiet Place
Film 2031 - A Quiet Place Part II
Cast: Emily Blunt, Cillian Murphy, Millicent Simmonds, Noah Jupe, Djimon Hounsou, John Krasinski.
Box Office: $280.2 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Chi ha apprezzato il primo film non mancherà di farlo anche con questo secondo capitolo che, forse, differisce dal precedente solo in termini di un maggior numero di sequenze d'azione (dovuto principalmente al fatto che qui non ci fosse la necessità iniziale di celare le mostruose creature aliene per il maggior tempo possibile per mantenere lo spettatore investito nella storia). Detto questo, la storia funziona, la pellicola intrattiene e il cast è perfettamente in parte, il tutto per un risultato finale soddisfacente per una serata all'insegna di qualche momento di paura. Ma niente di più.
Premi: Candidato al BAFTA per il Miglior sonoro.
Parola chiave: Isola.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 15 novembre 2019

Film 1677 - A Quiet Place

Intro: Un horror dal successo globale con, come protagonisti, la coppia (anche nella vita reale) Emily Blunt e John Krasinski: non vedevo l'ora di vederlo!
Film 1677: "A Quiet Place" (2018) di John Krasinski
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: diciamo che, come al solito, dopo tanto sentirne parlare in positivo, quando poi ho visto il film le mie alte aspettative non sono state rispettate. "A Quiet Place" è un buon prodotto, un horror che funziona, ma non il capolavoro di cui in tanti avevano parlato. Funziona? Assolutamente, ma come tantissime altre pellicole. Probabilmente la grande attenzione mediatica è derivata dal fatto che, nonostante i molti fattori possibilmente sfavorevoli della pellicola (quasi assenza di dialoghi, debutto alla regia di un attore, genere horror che non spesso garantisce incassi stratosferici), il risultato al box-office mondiale è stato sorprendentemente buono (il film è costato tra i 17 e i 21 milioni di dollari, generando un incasso netto di $93 milioni considerate anche le spese di marketing), il che ha portato in molti a gridare al miracolo;
la scena più potente e che rimane più impressa è sicuramente quella in cui la madre - una sempre grandissima Emily Blunt - deve partorire senza poter emettere un suono: sconvolgente, drammatica e, allo stesso tempo magnetica, non si può distogliere lo sguardo!
Ps. Visto il grande successo nessuna sorpresa che sia in produzione un sequel previsto per il 20 marzo 2020.
Film 1677 - A Quiet Place
Film 2031 - A Quiet Place Part II
Cast: Emily Blunt, John Krasinski, Millicent Simmonds, Noah Jupe, Cade Woodward, Leon Russom.
Box Office: $340.9 milioni
Vale o non vale: nonostante le critiche eccelse e le alte aspettative che crea, "A Quiet Place" è meno indimenticabile di quanto non ci abbiano far voluto credere. Ciò detto, rimane un prodotto ben fatto, un horror con i suoi momenti che vive soprattutto delle grandi interpretazioni di suoi protagonisti. Ed è sicuramente meglio riuscito di "Bird Box" con Sandra Bullock. Premi: Candidato all'Oscar per il Migliore montaggio sonoro, al Golden Globe per la Migliore colonna sonora e al BAFTA per il Migliore sonoro.
Parola chiave: Weakness.

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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 3 marzo 2018

Film 1475 - Detroit

Intro: Non che ne sia certo al 100% visto quanto in fretta e quante cose cambiano e succedono di recente nella mia vita, comunque credo si possa dire si tratti del primo film visto in questo 2018. In macchina, durante una delle nostre tappe verso il futuro lavoro… nel buco del culo del mondo (per gli interessati il Takarakka Bush Resort).

Film 1475: "Detroit" (2017) di Kathryn Bigelow
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: il film è un vero e proprio pugno nello stomaco, a tratti quasi un horror per quanto riesce a spaventare e tenere lo spettatore in balia di una storia tremenda e assurda, cruda, eppure verissima;
gli accadimenti ricostruiti in questa pellicola riguardano il vero episodio che, nel '67, vide protagoniste numerose sfortunate persone di colore succubi di una polizia corrotta e arrabbiata in una realtà, Detroit, in cui le rivolte per i diritti civili stavano trasformando la città in un vero e proprio campo di battaglia. La storia qui si concentra su uno degli eventi più traumatici a testimonianza della tensione e della precarietà della situazione;
la Bigelow dimostra di saper costruire un prodotto capace di centrare il suo bersaglio, anche se per farlo ci impiega all’inizio troppo tempo. La lunga scena nell’edificio che vede i poliziotti tenere in ostaggio senza un valido motivo le persone presenti nel motel è un piccolo capolavoro per quanto perfettamente architettata. Tensione allo stato puro, ricorda la sfuriata di DiCaprio nel tarantiniano “Django”;
tra i vari volti riconoscibili spiccano il John Boyega di “Star Wars” e, soprattutto, un Will Poulter magnifico, vero cattivo, perfidamente interpretato. Fa accapponare la pelle.
Cast: John Boyega, Will Poulter, Algee Smith, Jason Mitchell, John Krasinski, Anthony Mackie.
Box Office: $21.5 milioni
Vale o non vale: Sicuramente da vedere, se non altro per la tremenda – eppure vera – storia che racconta. C’è ancora molta attualità, purtroppo.
Parola chiave: Razzismo.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 14 gennaio 2016

Oscar nominations 2016: Live telecast

At 5:30 a.m. PT, Guillermo del Toro and Ang Lee will announce the nominees in the following categories: Animated Feature Film, Cinematography, Costume Design, Documentary Feature, Documentary Short Subject, Makeup and Hairstyling, Original Song, Animated Short Film, Live Action Short Film, Sound Editing and Sound Mixing.
At 5:38 a.m. PT, John Krasinski and Academy President Cheryl Boone Isaacs will take the stage to unveil the nominations for Best Actor, Best Actress, Best Supporting Actor, Best Supporting Actress, Directing, Film Editing, Foreign Language Film, Original Score, Best Picture, Production Design, Visual Effects, Adapted Screenplay and Original Screenplay.

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Manca pochissimo all'annuncio delle dandidature agli Oscar 2016! Quest'anno a presentare le nomination - divise in due parti - saranno prima Guillermo del Toro ed Ang Lee per le categorie Animated Feature Film, Cinematography, Costume Design, Documentary Feature, Documentary Short Subject, Makeup and Hairstyling, Original Song, Animated Short Film, Live Action Short Film, Sound Editing and Sound Mixing.
Seguiranno John Krasinski e Cheryl Boone Isaacs a distanza di 8 minuti a presentare le nomination per Best Actor, Best Actress, Best Supporting Actor, Best Supporting Actress, Directing, Film Editing, Foreign Language Film, Original Score, Best Picture, Production Design, Visual Effects, Adapted Screenplay and Original Screenplay.
Come ogni anno, di sotto, lo streaming dell'evento. Buona visione!

#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 2 novembre 2015

Film 1023 - Sotto il cielo delle Hawaii

Curioso di vederlo senza un motivo preciso.

Film 1023: "Sotto il cielo delle Hawaii" (2015) di Cameron Crowe
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: «Il militare Brian Gilcrest si reca a Honolulu per supervisionare un satellite armato ideato dal miliardario Carson Welch. Arrivato sull'isola incontra il suo vecchio amore Tracy e fa la conoscenza di Allison, pilota della Air Force, che lo coinvolgerà nel suo tentativo di fermare il lancio del nuovo programma spaziale.» (Wiki).
Come si intuisce dal brevissimo riassunto proposto dalla pagina della pellicola, questo "Aloha" non è niente di particolare, semplicemente una storia che a tratti funziona, a tratti è stramba e finisce per andare a parare proprio dove ti aspetti. E' un male? No, se quello che ti aspetti ti piace. Lo è, invece, se si è consapevoli di essere di fronte a un prodotto così così e si decide che il gioco non vale la candela.
Io propendo per la prima scuola di pensiero: "Sotto il cielo delle Hawaii" non mi è sembrato un film così pessimo da meritarsi le critiche che ha ricevuto e il flop al botteghino ($37 milioni per produrlo); tra l'altro il Capitano Allison Ng interpretato Emma Stone, è quello che ha ottenuto più critiche, per essendo uno dei meglio riusciti della storia. I problemi relativi alla rappresentazione del capitano sono da condursi a questo semplice fatto: nella storia la donna è un mix culturale piuttosto peculiare - per un quarto cinese, per un quarto hawaiana -, per cui in molti hanno storto il naso vedendola interpretata dalla bianchissima Stone (in inglese il fenomeno si chiama whitewashing e appena qualche settimana fa ha coinvolto "Pan" e la sua protagonista femminile Rooney Mara).
Critiche a parte, il risultato finale non è certo da capolavoro, però tra location mozzafiato, bei protagonisti, una storia che ha qualche idea carina (la migliore: gli uomini che comunicano solo con gli sguardi)... vedere questo film non è così male.
Cast: Bradley Cooper, Rachel McAdams, Emma Stone, Bill Murray, John Krasinski, Danny McBride, Alec Baldwin.
Box Office: $26.3 milioni
Consigli: Un po' commedia, un po' drama, alla fine questa storia non brilla per originalità, ma a mio avviso non fa nemmeno rimpiangere l'idea di averla voluta seguire. La fotografia è bella, il cast ricco, le Hawaii stupende... Prendetela come una vacanza di qualche ora.
Parola chiave: Satellite.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 12 maggio 2015

Film 916 - Something Borrowed

Ok, la prima scelta del viaggio di ritorno non era stato malaccio, ma nemmeno un capolavoro. Ora, cosa potevo scegliere per migliorare la situazione se non una commedia romantica?! #TokyoDays: film 5.

Film 916: "Something Borrowed" (2011) di Luke Greenfield
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ed eccomi incappato in una delle commedie romantiche più brutte di sempre. Non mediocre, proprio brutta. Senza alcunché da dire, senza protagonisti interessanti, men che meno attori capaci di rendere quantomeno apprezzabile l'esperienza. La storia è intricata senza motivo, la protagonista tutta cuori e remore monacali di un'insostenibilità unica, al pari della sua migliore amica disinibita che è antipatica. Che poi mi viene spontaneo chiedermi come cavolo possano essere migliori amiche due così. Comunque si salva solo John Krasinski, l'unico ad avere un personaggio meno detestabile degli altri, l'unico a risultare saltuariamente simpatico.
Per il resto questa pellicola è una girandola nonsense: la suorina Rachel (Ginnifer Goodwin) è segretamente innamorata di Dex (Colin Egglesfield) che però è in procinto di sposarsi con la sua migliore amica Darcy (che spero non voglia essere l'ennesimo riferimento a Jane Austen), ma da ubriaca una sera ci finisce a letto. E cosa succede? Mette su una tresca con l'uomo che ha sempre amato, vivendoci la storia d'amore che ha sempre desiderato... tutto alle spalle di Darcy (Kate Hudson), la quale a sua volta si scoprirà fedifraga. In tutta questa girandola di baggianate, chiunque racconta bugie a chiunque e nessuno ha il coraggio di dire la verità lampante, non solo allo spettatore. Quest'ultimo deve, dunque, subirsi la mancanza di trovate interessanti da parte di una sceneggiatura che annaspa, impantanata nel gioco perverso che sembra non avere mai fine: peccato che tutto il mare di falsità e correlate situazioni imbarazzanti non faccia mai ridere. Una commedia romantica, oltre che essere sdolcinata e rassicurante, si suppone intenda anche intrattenere con qualche scena divertente, qualche trovata simpatica, qualche battuta. E "Something Borrowed" (letteralmente qualcosa di prestato, il titolo fa riferimento a ciò che si dice porti fortuna a una novella sposina insieme a qualcosa di blu, qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo) fallisce su tutta la linea. Non diverte, non ispira romanticismo, non coinvolge lo spettatore. Insomma, che ne parliamo ancora a fare?
Ps. Non paghi di aver prodotto un film del genere, pare che il sequel dal titolo "Something Blue" sia in cantiere.
Box Office: $60.1 milioni
Consigli: Un esempio di commedia romantica leggermente fuori tema. A farla da padrone è il tradimento, correlato da bugie e gravidanze la cui paternità è sconosciuta. Un prodotto atipico, il che non va necessariamente a braccetto con l'originalità. Oltre a risultare banale e scontato, questo film finisce per risultare inaspettatamente antipatico, anche perché nessuno dei suoi protagonisti riesce veramente a conquistare lo spettatore. Un'occasione sprecata, anche se devo dire che la maggior parte delle pellicole romantiche con protagonista Kate Hudson solitamente sono più brutte del normale. Il che mi porta a dire che, tra la miriade di scelte possibili vicine al genere (o generi) cui appartiene questo titolo, "Something Borrowed" non è la pellicola sbagliata.
Parola chiave: Giacca.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 28 settembre 2014

Film 776 - Qualcosa di straordinario

Cercando qualcosa da vedere per cena...

Film 776: "Qualcosa di straordinario" (2012) di Ken Kwapis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Premesso che ho confuso un film sulle balene con un film sui delfini ("Dolphin Tale"), non ho comunque sofferto a causa del mio errore. In effetti questo "Big Miracle" non è niente di che, ma si lascia guardare.
Un po' deluso dalla coppia Drew Barrymore - John Krasinski che sullo schermo non si può dire faccia scintille, trainante della storia è la vicenda vera delle 3 povere balene incastrate nel ghiaccio e bloccate nell'unico punto aperto che trovano per riuscire a respirare. Tra loro c'è anche un cucciolo.
Leggendo tra i vari articoli riguardo questo fatto, ho scoperto che il lieto fine non è stato poi così reale e che gli eventi, per come sono trattati nel film, sono abbastanza romanzati. In ogni caso la pellicola si concentra sulla vicenda che ha risvegliato la coscienza 'green' del pianeta intero alla fine degli anni '80, il che, a prescindere dal risultato cinematografico, è comunque un bene. La Barrymore impersona, infatti, un'attivista di Greenpeace che si batterà strenuamente per la famigliola di balene grigie, tanto da riuscire a portare all'attenzione dei media la vicenda insieme (e soprattutto grazie) al suo ex fidanzato Krasinski, inviato in Alaska per reportage sui locali.
In generale la pellicola, che ha un budget abbastanza importante (30-40 milioni di dollari), riesce nell'intento di rappresentare la vicenda a dovere, con uno sforzo di effetti speciali che vacilla solo nelle scene in mare aperto in cui le balene sembrano muoversi con veramente molta velocità. In ogni caso il risultato è abbastanza credibile e non distrae troppo dalla narrazione. Come dicevo la coppia di protagonisti non fa scintille sullo schermo, ma va anche considerato che non si tratta di una commedia romantica, ma di una pellicola pseudo-documentario. Inutile dire che i buoni sentimenti e le buone azioni la fanno da padrone.
Un ultimo aspetto (interessante) è la contrapposizione tra cultura occidentale e quella degli Inuit locali dell'Alaska, tra coloro che vogliono salvare le balene e coloro che se ne nutrono. Questi ultimi si piegheranno alla morale occidentale, ma rimane interessante che sia così ampiamente considerato in una produzione americana commerciale il punto di vista di una popolazione che, ai commenti negativi sulle loro abitudini alimentari, fa giustamente notare che loro cacciano solo qualcosa di diverso da ciò che noi occidentali cacciamo. Naturale che lo spettatore voglia le balene libere e felici di emigrare, rimane il fatto che non si possa ignorare questo aspetto della vicenda.
Insomma, "Qualcosa di straordinario" sceglie di raccontare una storia abbastanza impegnata e la semplifica per il bene della commercializzazione globale, finendo per standardizzare al solito i canoni che la contraddistinguono e andandosi pigramente ad aggiungere all'innumerevole lista di pellicole che raccontano la stessa storia di fondo - lui ama lei ma ancora non lo sa e viceversa - cambiando solamente lo sfondo della vicenda.
Box Office: $24,719,215
Consigli: Flop colossale al botteghino mondiale, eppure il film si guarda serenamente. La vicenda delle povere balene bloccate sotto lo strato di ghiaccio è vera e coinvolge lo spettatore più delle vicende umane che accadono in superficie. Ci sarebbero gli elementi giusti per fare il botto, eppure non conquista e non coinvolge mai veramente del tutto. Per una serata tra i ghiacci e con sfondo ecologista.
Parola chiave: Operation Breakthrough.

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Bengi

martedì 27 settembre 2011

Film 306 - È complicato

E siamo a due... Ferragosto di fuoco!


Film 306: "E' complicato" (2009) di Nancy Meyers
Visto: dalla tv di Jessica
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Jé
Pensieri: Per proseguire il ritiro spirituale del 15 Agosto, siamo passati - tra una schifezza e l’altra - alla visione del simpatico “It’s Complicated” della sempreverde Nancy Meyers.
Più che la prima volta al cinema (“Film 96 - E' complicato”), questa seconda visione in dvd mi ha fatto apprezzare cast e battute, nonché la pacatezza delicata di una pellicola come questa.
Diciamo che, di grandi pregi, il film ha gli attori (Meryl Streep capeggia), i dialoghi realistici, la fotografia pulitissima e le scenografie curate.
Il resto non brilla per originalità folgorante, tanto più che il centro della storia è un triangolo amoroso tra ex moglie e marito e il possibile nuovo uomo di lei. Il contorno sono i figli, le amiche, la nuova moglie dell’ex marito e, diciamo, quella quotidianità altoborghese che piace tanto rappresentare alla regista-sceneggiatrice.
Per quanto non sia nulla di nuovo, è apprezzabile lo sforzo di regalare al pubblico un prodotto ben scritto e recitato, non volgare e comunque piacevole e di qualità sopra alla media. Solo scegliere la Streep come protagonista era indicatore inconfondibile di questa scelta di intenti.
Insomma, bene tutto per una commedia in cui la parola d’ordine è pacatezza, ma che si diverte a non prendersi nemmeno troppo sul serio.
Consigli: E' certamente un piacevole passatempo adatto ad ogni situazione. Lascia con un sorriso sulle labbra.
Parola chiave: Famiglia.

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Ric

domenica 7 novembre 2010

Film 168 - Dreamgirls

Ancora costretto in casa per i sintomi influenzali, mi concentro sul cinema in compagnia di Marco e del primo film... della serata!


Film 168: "Dreamgirls" (2006) di Bill Condon
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Bello bello bello! Che carica, che grinta! E che voci! Un musical (ma qui si parla anche) di grande impatto che ripercorre la carriera delle Dreamettes tra successi e cadute. Storie di relazioni di amicizia e amore, di sogni e illusioni, tristezza e rivincite. Tutto questo ispirandosi al gruppo musicale che fu trampolino per Diana Ross, le Supremes.
Beyoncé Knowles/Deena Jones recita in un ruolo che pare cucito sulla sua di vita, dall'amicizia infantile con la compagna di gruppo (nella realtà con Kelly Rowland), al numero di componenti del gruppo stesso (3, come nelle Destiny's Child) al fatto che sia la leader del trio, che sposi un produttore musicale (Jay-Z è soprattutto rapper però) e che tenti la via della recitazione. A parte queste coincidenze, il merito di non aver reso banale, se non proprio di aver rovinato, una parte a cui, invece, ha saputo dare una buona prova attoriale evitando la monoespressività quale unica scelta possibile. Buono anche il lavoro su sé stessa (si dice abbia perso un bel po' di peso per la parte), tra sopracciglia ruspanti, parrucche mortificanti e certi vestitini che imbrazzerebbero anche la Carrà.
Stupenda l'esordiente (e subito Oscar) Jennifer Hudson che impressiona il pubblico con la sua voce potentissima (eraarrivata settima ad "American Idol") e dona al personaggio di Effie White uno spessore ed una caratterizzazione da attrice consumata. La sua voce le apre la porta per il vero successo e grazie a questo "Dreamgirls" conoscerà la fama mondiale che si merita. Davvero un talento straordinario!
Infine il grande miracolato Eddie Murphy che, grazie a questa pellicola, riceve la sua prima (e probabilmente unica) nomination all'Oscar proprio nel periodo dello scandalo con la Spice Mel B che lo imputa quale padre di sua figlia (si rivelerà corretto). Grande stupori da gossip a parte, il ruolo del sig. Murphy - che già miracolato nella vita lo era stato diventando famoso solo per una risata - nei panni del cantante James 'Thunder' Early riscuote tantissimi consensi, tanto da fargli vincere il Golden Globe.
Il resto del film è una carrellata di musica black, sentimenti espressi cantando, balletti da disco music e vestiti di sbrilluccicanti paillettes. E' bello, ben riuscito, con canzoni che rimangono saldamente ancorate alla memoria, divertente e coinvolgente. Bill Condon (regista del film "Kinsey", premio Oscar per la sceneggiatura di "Demoni e dei" e scrittore anche del più celebre "Chicago" di Rob Marshall) regge bene la regia impegnativa di un film del genere, così legata alla mimica facciale di attori che per esprimersi cantano. Non è facile reggere una performance che dura minuti con solo la possibilità di farsi capire tramite gli occhi. Il momento più d'impatto (e la regia è oculata, giostrandosi tra varie carrellate e visuali aeree che aprono l'occhio dello spettatore e aiutano a dare un senso figurato più ampio) coincide sicuramente con la struggente "And I Am Telling You I'm Not Going" cantata dalla Hudson, che regala brividi e, forse, pure qualche lacrima.
L'insieme è davvero una pellicola ben riuscita e, nel suo genere, è uno dei musical che preferisco (dopo "Moulin Rouge!", ovviamente!).
Consigli: Preparatevi prima la colonna sonora e imparatela bene: cantare le canzoni man mano che si susseguono nel film è davvero molto soddisfacente!
Parola chiave: "One Night Only".




Ric